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Positivismo vs Idealismo

Aperto da bobmax, 28 Gennaio 2024, 11:53:44 AM

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Pensarbene

#30
Ad esempio, Einstein ha formulato la teoria della relatività stando in buona compagnia.
Chi crede alla favola che l'abbia generata tutta da solo è un ingenuo.
A parte i lavori precedenti , lui ne ha discusso con altri, tra cui la prima moglie,e l'ha data alle stampe e alla comunità scientifica dimenticandosi qualche nome e persona.
Insomma nessuna scoperta scientifica significativa è stata fatta dal romantico ricercatore solitario alla Reinhold Messner(il quale era la punta di diamante di tutta una équipe,parenti compresi!)
Questo tanto per chiarire le cose: lo scienziato è un animale sociale come tutti gli altri,che lo riconosca o meno!
Per quanto riguarda la quantistica, la questione della realtà non è per niente chiara e definita.
Io penso che il gioco della quantistica si chiami "sovrapposizione e stato".
Siccome le particelle sembrano comportarsi in un certo modo ma in realtà possono essere beccate in un modo solo,
bbnon si potrebbe dire che prima di essere beccate si comportino come di suppone o come risulterebbe dagli esperimenti.
E adesso prendiamo l'entanglement:uno dei principi della quantistica dice che un fenomeno può accadere senza un perchè e quindi senza nessun motivo, causa e scopo.
Ma allora, perché questo accanimento nei confronti dell'entanglement per cercare di capirne il perchè e magari di poterlo utilizzare in futuro per....?
Per quanto ne so io e quando ne parlo al mio amico fisico lui sorride e sembra approvare, l'entanglement potrebbe significare un bel niente, accade perché accade e basta SENZA UNA RAGIONE,UN MOTIVO!!!
Allora qui si apre un bel discorso sulla realtà e non solo sulla quantistica.
Se è vero che molti fenomeni , processi e"cose" possono succedere e basta,senza avere uno scopo,un motivo un perchè....
la logica rientra dalla porta e può dire, bene , allora studiamo solo ciò che per noi esseri umani ha un senso,uno scopo,  un perchè!
Se non lo facciamo ecco mamma metafisica che appare insieme a tutto un insieme di ",meta-cose"

Mi sto divertendo a scrivere questo perché  in questi giorni, mi sto liberando la mente oltre che il resto!

Adesso parliamo bene del comunismo sovietico per quanto riguarda l'Accademia delle Scienze dell'URSS quando era in auge.
Uno degli studiosi invitato dal governo sovietico per una serie di conferenze e dibattiti che in occidente erano taciuti  fu Jean Piaget.
Gli studiosi sovietici gli chiesero"Lei pensa che la realtà esista indipendentemente dall'uomo oppure ritiene che l' uomo possa immaginarsela almeno in parte considerandola,in qualche modo,soggettiva?"
Piaget rispose di si ma specificando che il problema della realtà si pone solo quando l'uomo ne prende atto e la studia seriamente. Quindi, io condivido questa idea di Piaget e penso,anche in compagnia di una parte di  quantisti ,che la realtà sia esistente e condivisibile,obiettiva,REALE COME TALE.
Ma,quando si ha a che fare con il micromondo questa esistenza, condivisibilità e obiettività SEMBRANO "ANDARE A FARSI BENEDIRE "
IN FAVORE DI UNA SPECIE DI IMPAZZIMENTO "ELEGANTE" E MATEMATIZZATO.
Come mai?
Il.problema sta nella fisica classica che brancolava nel buio a proposito di un fenomeno chiamato "catastrofe dell'ultravioletto".
Nessuno riusciva a spiegarlo nei termini della fisica classica,  quindi Planck cercò qualcosa di nuovo in termini teorici da verificare in pratica per poterla spiegare .
Adesso viene il bello perchè io ho interrogato varie chat AI su questo punto chiedendo loro:"secondo te, la "catastrofe dell' ultravioletto" potrebbe avere dei perché non quantistici  che i fisici classici
non hanno saputo cogliere?"
Tutte le risposte sono state possibiliste
anche se ribadivano ,come è logico per esse, l'accreditato quantistico.
Allora,io mi chiedo se la quantistica  abbia  risolto uno dei problemi irrisolti aprendone altri.
In particolare, evidenziando l'aspetto immateriale ondulatorio e quello "materiale"corpuscolare della materia per poi trovarsi in difficoltà a capirli veramente.
Il mio amico fisico mi dice che l'aspetto ondulatorio è quello,in un certo senso più speculativo della quantistica  Infatti esso è "apparente " come "realtà" grazie alla  teorica e alla  matematizzazione mentre l'aspetto corpuscolare ha un "carattere" reale molto più convincente!
Questo deve fare pensare e molto  perchè le onde sono immateriali ,il corpuscolo no.
La quantistica sta matematizzando l'immateriale  e lo deve fare perché l'immateriale non sembra avere un carattere di realtà evidente e .. .reale.
Allora ,come potete vedere , la fisica classica rinunciando ad essere efficace e efficiente in quei casi in cui non capiva,ha aperto la porta a un' altra incomprensione basata sull'immaterialitá!
E per finire, passiamo ai pc quantici.
Alcuni pensano che essi siano l'incarnazione e la verifica reale della quantistica: nulla di più sbagliato!
I PC quantici simulano alcuni processi basilari della quantistica , quello di sovrapposizione e di stato,tramite accorgimenti di hardware e senza una teorica informatica quantistica che è lã da venire....
Per poterlo fare devono essere isolati,raffreddati e ingombranti ma questo non è tutto perché gli esperti in questo campo dicono chiaramente che il lavoro di un PC quantistico viene GUIDATO in modo tale che sia obbligato ad arrivare all',obiettivo.Essendi i qbit pochissimi, ,questo fatto è obbligatorio quindi i PC quantisti lavorano come robot programmati con una velocità di calcolo enorme.
Di quantistici hanno solo questo ed è ben poco.
Bene,per ora mi fermo qui,  buona serata a tutti voi!



 

Ipazia

Catastrofe ultravioletta

E' un bell'esempio di come la matematizzazione acritica possa produrre scherzi da prete nelle teorie scientifiche. In chimica si impara presto che i "gas ideali" non esistono e che le funzioni che riguardano i gas vanno adattate con opportuni fattori di correzione prima di arrivare all'infinito della dabbenaggine.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

ipazia,come diceva Montesano...."N'Apocalisse! ??? ::) :-[ :'( :)) :)) :)) :)) :)) :)) O:-) O:-) O:-) O:-) O:-)

Pensarbene

#33
Comunque per la quantistica,la logica è questa:"A
è A e non A,Be B e non B,A può essere maggiore o minore di B e viceversa.
Infine A e B possono anche non essere A e B.il tutto contemporaneamente"
Con questo tipo di logica nella nostra realtà mediana non si va da nessuna parte.
Io mi chiedo dove andranno a finire studiando il microcosmo.
Per il macrocosmo già faticano mica male.
Quando Einstein doveva:"ho fatto uno scherzo terribile al mondo!"forse parlava sul serio.In quel momento mancava un qualcosa che risollevasse la fisica,colpisse il mondo e lo riducesse a una pallina sospesa...
Come nei Vangeli si parla di "Annunciazione" , lui ha annunciato un Avvento e non un evento.
Dopo di lui Planck e altri.
Poi arriva Musk,il profeta dell'esodo,
quindi Zuckergerb, il profeta della "mediasocialita" e poi .....il COVID a stendere tutti quanti  e,quindi, la solita solfa.
Chi arriverà prossimamente su questo palcoscenico millenario a proporsi come  Salvatore o Persecutore del mondo facendosene, magari, la Vittima?
"Ussignur che pata! " dicono i dialetti lombardi,cioè "Oddiooo,che noia di un mondo!"


Koba II

Citazione di: bobmax il 01 Febbraio 2024, 11:19:54 AMIl Positivismo e l'Idealismo sono delle costruzioni con cui l'intelletto vuole illudersi di dissipare ogni oscurità, di vincere il Nulla.

Solo il singolo, in perfetta solitudine, e senza aggrapparsi ad alcuna logica, può affrontare l'oscurità.
Non è forse questo lo scopo della vita?


Sono abbastanza convinto che in realtà non si possa uscire dall'illusione.
Idealismo e positivismo ripropongono (per l'ultima volta) una concezione forte del sapere. Esprimono la possibilità che si possa avere un certo controllo sul mondo.
Ma in fondo la filosofia non nasce per soddisfare questo bisogno umano? C'è certamente alla base anche la meraviglia per le cose del mondo, ma da sola la meraviglia, la curiosità, non è sufficiente.
Anche senza accettare la tesi di Severino secondo cui la filosofia greca nasca come rimedio al dolore prodotto dalla consapevolezza del divenire, si vuole pur sempre, con una visione d'insieme, mettere ordine almeno nel pensiero, il che significa illusione di controllo.
Insomma da un'illusione all'altra.
Ma l'illusione è tale proprio perché ha qualcosa di vero. Se fosse falsa, non sarebbe capace di persuadere. Per esempio nelle credenze religiose, il politeismo non è più nemmeno un'illusione, altre religioni invece, mantenendo dei principi non del tutto confutabili, possono ancora fare proseliti, ma illudono in senso proprio perché spingono ad una visione totalizzante che in realtà non sono in grado di giustificare. E però la fede, quando è consapevole di questi limiti, non può essere giudicata come favola.

Spesso qui nel forum si parla di Uno. Vero e proprio rottame metafisico, direbbe qualcuno. Non è incredibile?
Eppure il pensiero di Parmenide ancora avvinghia, a distanza di millenni. Seppure sia forse la più radicale illusione, in quanto l'idea dell'essere come ingenerato, eterno, etc., può venir fuori solo dall'astrazione di tutto ciò che esiste (l'essere appunto, pensato come una specie di sostanza indeterminata, come tessuto del mondo) a cui si applica il principio di non contraddizione. Per cui tutto ciò che è, ogni cosa, non può essere e non essere nello stesso tempo. Il che conduce alla paradossale rappresentazione di un mondo privo di cambiamenti.

Come dire, l'eterna potenza illusoria della filosofia. Anzi, del sapere nel suo complesso.

Phil

Citazione di: Koba II il 06 Febbraio 2024, 11:54:53 AMCome dire, l'eterna potenza illusoria della filosofia. Anzi, del sapere nel suo complesso.
Ricordo sempre volentieri che «illusione» significa «stare al gioco» (in-ludere). Non a caso ogni illusione ha un suo contesto di "gioco", e ogni "gioco" è fatto da regole, giocatori, campo di gioco, etc. La filosofia, il sapere, etc. non fanno eccezione. Nondimeno va considerato che in ogni gioco accadono realmente fatti, eventi, scelte, etc. per cui nel gioco dell'illusione (sia essa religiosa o filosofica o scientifica), il mondo e le vite delle persone mutano e si condizionano e si modificano a vicenda realmente. Il livello ludico è quello del significato contestuale e, ancor prima, del "movente" di tali interazioni.
Con il tempo si sono moltiplicati i contesti di "gioco", quelli più antichi hanno magari cambiato le loro regole interne, alcuni "giochi" si sono estinti, etc. e anche il "jolly" dell'infalsificabilità (che in quanto tale spesso vale di più della verità) sta vivendo le sue vicissitudini storiche.

Koba II

#36
Citazione di: Phil il 06 Febbraio 2024, 12:31:05 PMRicordo sempre volentieri che «illusione» significa «stare al gioco» (in-ludere). Non a caso ogni illusione ha un suo contesto di "gioco", e ogni "gioco" è fatto da regole, giocatori, campo di gioco, etc. La filosofia, il sapere, etc. non fanno eccezione. Nondimeno va considerato che in ogni gioco accadono realmente fatti, eventi, scelte, etc. per cui nel gioco dell'illusione (sia essa religiosa o filosofica o scientifica), il mondo e le vite delle persone mutano e si condizionano e si modificano a vicenda realmente. Il livello ludico è quello del significato contestuale e, ancor prima, del "movente" di tali interazioni.
Con il tempo si sono moltiplicati i contesti di "gioco", quelli più antichi hanno magari cambiato le loro regole interne, alcuni "giochi" si sono estinti, etc. e anche il "jolly" dell'infalsificabilità (che in quanto tale spesso vale di più della verità) sta vivendo le sue vicissitudini storiche.

Riflessioni interessanti.
"Illusione", cioè "stare al gioco": significativo che tu metta in rilievo gli aspetti immanenti, diciamo così, ovvero le regole, i cambiamenti dei giocatori, etc., mentre io se leggo "stare al gioco" penso subito all'immersione inconsapevole, alla dimenticanza della sua limitatezza, al carattere trascendente, cioè alla tendenza a viverlo come se avesse un senso superiore.
È questa eccedenza del valore assegnato, del tutto inconsapevole, che più mi interessa.

(Che dipenda dal mio essere ancora affetto dalla metafisica? Non importa, sono stanco di speculazioni su che cosa sia o non sia metafisica, su che cosa sia lecito parlare, su che cosa no, pena la violazione del divieto di Nietzsche-Heidegger...)

Phil

In un certo senso, l'"essenza" del gioco è di non essere considerato come tale dai suoi giocatori; il giocatore che afferma «questo in fondo è solo un gioco...», rompe l'incanto, svela (a-letheia) l'illusione.
Il gioco è anche "luogo" della "trance agonistica", o meglio, "trance ludica", in cui si diventa tutt'uno con il gioco, con il proprio esser-giocatore, al punto che la realtà è quella del gioco. Si passa dunque dallo "stare al gioco" (si gioca, ma con celata consapevolezza dell'esterno, del "fuori-gioco"), al "giocare sul serio" («questo non è solo un gioco»).
Gadamer incontra Huizinga, con il denominatore comune dell'estetica (che non a caso è ciò che rende "semantico" l'uomo più di ogni altro animale).

Ipazia

αἰὼν παῖς ἐστι παίζων πεσσεύων• παιδὸς ἡ βασιληίη

Il tempo [aìon] è un fanciullo che gioca spostando le pedine: il regno di un fanciullo.

Eraclito

Realisticamente, non siamo più che questo, al netti di tutti i pindarici voli dell'idealismo. Giocare la propria vita è l'illusione meno illusionale che ci è concessa dalla realtà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Koba II il 06 Febbraio 2024, 11:54:53 AMSono abbastanza convinto che in realtà non si possa uscire dall'illusione.
Idealismo e positivismo ripropongono (per l'ultima volta) una concezione forte del sapere. Esprimono la possibilità che si possa avere un certo controllo sul mondo.
Ma in fondo la filosofia non nasce per soddisfare questo bisogno umano? C'è certamente alla base anche la meraviglia per le cose del mondo, ma da sola la meraviglia, la curiosità, non è sufficiente.
Anche senza accettare la tesi di Severino secondo cui la filosofia greca nasca come rimedio al dolore prodotto dalla consapevolezza del divenire, si vuole pur sempre, con una visione d'insieme, mettere ordine almeno nel pensiero, il che significa illusione di controllo.
Insomma da un'illusione all'altra.
Ma l'illusione è tale proprio perché ha qualcosa di vero. Se fosse falsa, non sarebbe capace di persuadere. Per esempio nelle credenze religiose, il politeismo non è più nemmeno un'illusione, altre religioni invece, mantenendo dei principi non del tutto confutabili, possono ancora fare proseliti, ma illudono in senso proprio perché spingono ad una visione totalizzante che in realtà non sono in grado di giustificare. E però la fede, quando è consapevole di questi limiti, non può essere giudicata come favola.

Spesso qui nel forum si parla di Uno. Vero e proprio rottame metafisico, direbbe qualcuno. Non è incredibile?
Eppure il pensiero di Parmenide ancora avvinghia, a distanza di millenni. Seppure sia forse la più radicale illusione, in quanto l'idea dell'essere come ingenerato, eterno, etc., può venir fuori solo dall'astrazione di tutto ciò che esiste (l'essere appunto, pensato come una specie di sostanza indeterminata, come tessuto del mondo) a cui si applica il principio di non contraddizione. Per cui tutto ciò che è, ogni cosa, non può essere e non essere nello stesso tempo. Il che conduce alla paradossale rappresentazione di un mondo privo di cambiamenti.

Come dire, l'eterna potenza illusoria della filosofia. Anzi, del sapere nel suo complesso.

Non penso che la filosofia nasca dalla meraviglia, almeno non è stato questo il motivo per cui ho iniziato la mia ricerca filosofica.
La meraviglia, la curiosità, hanno invece comportato il mio interesse per la scienza, e in particolare per le sue applicazioni pratiche.

E neppure credo che si filosofi per soddisfare un bisogno di controllo...
Anche la ricerca, di accrescere il controllo sulla natura, sospinge la scienza, non la filosofia.

Perché sebbene sia diffusa l'idea che all'origine della scienza vi sia la filosofia, questa idea è secondo me erronea.

La scienza e la filosofia hanno motivazioni differenti, sebbene non incompatibili tra loro.

La filosofia nasce invece con la consapevolezza del bene e del male.

Filosofia e teologia hanno infatti la medesima origine: l'Etica.
Ed è l'Etica la loro ragion d'essere.

Mentre la scienza ha lo sguardo rivolto alla natura.

Vi sono senz'altro scienziati filosofi, e sono tali proprio perché rivolti alla natura con sguardo etico.

Da cosa deriva la percezione di non poter uscire dalla illusione?
Perché si avverte la "verità" di questa impossibilità?
Perché è impossibile non illudersi?

Questa impossibilità non deriva forse dall'aver scambiato la scienza con la filosofia?
Scienza che, in un ultima analisi, è pensiero razionale applicato a tutto quello che c'è. Sia esso fisico o mentale, tutto quello che c'è ricade nell'ambito della scienza.

E la filosofia?

Ma la filosofia si occupa di quello che non c'è!
O meglio... la filosofia ha lo sguardo rivolto a ciò che soltanto si annuncia, che preme, che dona valore "davvero".
E che non c'è.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#40
Citazione di: Phil il 06 Febbraio 2024, 14:36:36 PMIn un certo senso, l'"essenza" del gioco è di non essere considerato come tale dai suoi giocatori; il giocatore che afferma «questo in fondo è solo un gioco...», rompe l'incanto, svela (a-letheia) l'illusione.
Il gioco è anche "luogo" della "trance agonistica", o meglio, "trance ludica", in cui si diventa tutt'uno con il gioco, con il proprio esser-giocatore, al punto che la realtà è quella del gioco. Si passa dunque dallo "stare al gioco" (si gioca, ma con celata consapevolezza dell'esterno, del "fuori-gioco"), al "giocare sul serio" («questo non è solo un gioco»).

Le illusioni sensoriali non spariscono una volta che ne abbiamo acquisito consapevolezza. Questo significa che continuiamo a stare al gioco sensoriale, al mondo come appare e non come è, anche contro la nostra volontà, e probabilmente c'è un buon motivo per cui certe possibilità di scelta siano in noi inibite, e finché le cose stanno così non c'è da temere il nichilismo, perchè non sarà la nostra volontà di evocare il nulla che sta dietro alle nostre visioni a renderle vuote.
Anche perchè come dici tu, siamo divenuti quel che siamo portando avanti questi giochi e non sarebbe saggio interromperli con un singolo atto di volontà.
Comunque se di gioco si tratta questo spiegherebbe perchè la realtà ci appaia come fatta di regole in sè non necessarie.
La realtà però non è fatta necessariamente di regole , essendo solo il tavolo da gioco.
Sapere che la vita è un gioco dovrebbe rendercela più leggera e allegra, meno per quelli che pensano di poter giocare da soli, escludendo man mano dal gioco tutti quelli che li stressano, e si sento stressati perchè hanno caricato il gioco di troppe e indebite aspettative, e non accettano di perdere.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pio

#41
Il gioco è piacevole. La vita lo è solo a momenti, e non per tutti. Molto spesso è spiacevole, soprattutto invecchiando e se sei povero. Impossibile renderla leggera e allegra. E quando stai veramente male, e senza alcuna speranza, sai che consolazione se rifletti intorno al vuoto dietro le illusioni. :(
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Citazione di: Pio il 07 Febbraio 2024, 00:27:12 AMIl gioco è piacevole. La vita lo è solo a momenti, e non per tutti. Molto spesso è spiacevole, soprattutto invecchiando e se sei povero. Impossibile renderla leggera e allegra. E quando stai veramente male, e senza alcuna speranza, sai che consolazione se rifletti intorno al vuoto dietro le illusioni. :(

Infatti, che la vita sia un gioco non è che un'altra illusione. A cui si vuol credere, pur di non affrontare se stessi.

Il male ci sospinge inesorabile, ma quanto è difficile deciderci e finalmente guardare chi davvero siamo...
Grande è la fatica, lo strazio della metamorfosi.

Occorre tutta la fede nella Verità.

Dal non essere all'Essere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: Pio il 07 Febbraio 2024, 00:27:12 AMIl gioco è piacevole. La vita lo è solo a momenti, e non per tutti. Molto spesso è spiacevole, soprattutto invecchiando e se sei povero. Impossibile renderla leggera e allegra. E quando stai veramente male, e senza alcuna speranza, sai che consolazione se rifletti intorno al vuoto dietro le illusioni. :(

Si narra che Eraclito terminò la sua vita giocando coi bambini, tra lo stupore degli adulti che evidentemente non avevano compreso l'incarnazione del panta rei nell'avvicendarsi delle generazioni e il piacere che il contatto con la disinteressata innocenza infantile del gioco possa suscitare anche in un'anima - filosofica - al tramonto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

Citazione di: Ipazia il 07 Febbraio 2024, 07:57:41 AMSi narra che Eraclito terminò la sua vita giocando coi bambini, tra lo stupore degli adulti che evidentemente non avevano compreso l'incarnazione del panta rei nell'avvicendarsi delle generazioni e il piacere che il contatto con la disinteressata innocenza infantile del gioco possa suscitare anche in un'anima - filosofica - al tramonto.
Ho letto invece che Eraclito fece una morte assurda. Dopo aver vissuto da eremita e vegetariano per anni, si ammalò di idropisia (accumulo di liquidi negli spazi interstiziale). Cercò un rimedio da parte di qualche guaritore , ma non trovandolo pensò di coprirsi il corpo di sterco di vacca, pensando che avrebbe "prosciugato" i liquidi in eccesso. E cosi morì.  :o  Forse questa è la versione tramandata dai suoi detrattori, mentre la tua sembra più agiografica?
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

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