Perchè esiste il tutto anzichè solo il qualcosa ?

Aperto da viator, 12 Agosto 2020, 17:40:14 PM

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viator

 Salve a tutti. Voglio confessarvi un mio piccolo "chiodo fisso". E' quello riguardante la presenza – ma soprattutto l'oceanico successo – nel passato di Logos, di un topic titolato "Perchè c'è qualcosa anzichè il nulla" (vedere tra le nostre statistiche).
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/perche-ce-qualcosa-anziche-il-nulla/msg8290/#msg8290 


Più volte, incappando in tale quesito, mi sono trovato a considerare, con dell'invidia abbastanza impotente, che da parte mia non sarei mai stato capace di spigermi a partorire un simile dilemma profondamente scespiriano.


Al di là di cio, noto pure, casualmente, di non essere d'accordo con il buon Ceravolo con il suo "incipit"........."«[...] affinché il nulla non esista deve negarsi all'esistenza implicando così l'esistenza stessa. Una logica negativa per cui è necessario che esista l'esistenza per la non esistenza del nulla [...].
[...] Se il "nulla assoluto" è impossibilitato a esistere per la sua identità priva di valore, allora il nulla non può accadere e necessariamente deve accadere qualcos'altro affinché ad accadere non sia il nulla. Che è come dire: il nulla non può esserci, altrimenti il nulla sarebbe, ma se il nulla non può esserci allora "qualcosa"; perché: se non c'è nulla allora o c'è nulla, il che contraddirebbe il non esserci del nulla, o c'è qualcosa."



Provo quindi a cimentarmi dando un taglio leggermente diverso alla questione poichè avrei qualche obiezione da opporre se, come credo probabile, trovassi chi argomentasse che IL TUTTO NON ESISTE.


Allorquindi...........PERCHE' MAI (secondo me) ESISTE IL TUTTO E NON SOLO IL QUALCOSA ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Se esistesse il qualcosa sarebbe comunque il tutto non essendoci qualcos'altro. Sarebbe un tutto provinciale, poco cosmopolita, attaccato a vecchie tradizioni e riti da ripetere in qualche borgo di campagna. Se oltre al qualcosa invece pensiamo che possa esistere anche un altro insieme: "il qualcos'altro", occorre decidere come entrano in relazione fra loro, se messi insieme formano il tutto, oppure un qualcosa/qualcos'altro, che non è ancora il tutto ma un allargamento,  che potrebbe aver bisogno anche di un "qualcosa d'altro ancora " per perfezionarsi verso una unità che sarà sempre più lontana ad ogni integrazione successiva.
Bisognerebbe anche ripensare allo stesso concetto di tutto, da differenziare rispetto al "t" al "tu" al "tut" e al "tutt",  concetti egualmente degni di essere pensati, nonostante le loro tare genetiche, che però ce li rendono più simpatici.  Il tutto mi sembra piuttosto presuntuoso, lui è tutto, ed io non posso far altro che inchinarmi. Il tutt lascia un po' di respiro, per non parlare del "t", modesto, quasi invisibile, che lascia fare a tutti i "tutti" possibili.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve Jacopus. Apprezzo e sento di dover precisare : Il Tutto, a livello lessicale è composto dall'insieme delle unicità singolari specificabili (la cosa, questa cosa, quella cosa) più l'insieme delle molteplicità plurali specificabili o non specificabili (la categoria delle "altre cose", includente i  "qualcos'altro").


Il Tutto viene considerato da me sinonimo (assieme ad alcuni altri) di Assoluto, essendo definibile ANCH'ESSO come "ciò che contiene senza essere contenibile da altro più grande di esso". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Il tutto è concetto (antropo)logico riferibile ad un insieme di enti. Un mazzo di carte da briscola è tutto se ha 40 carte con i simboli previsti. Quando esco di casa per una scampagnata faccio un check per vedere se c'è tutto quello che mi serve. Il complemento logico del tutto è la parte. Un set completo di parti costituisce un tutto. Il tutto è quindi l'assemblaggio logico dei qualcosa costituenti. Tutta la popolazione umana è data dalla sommatoria degli umani presenti in un determinato momento. Quindi il tutto non è sempre fisso ma può  essere variabile. L'insiemistica è la disciplina logico matematica che si occupa del rapporto tra le parti e il tutto di un insieme.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia, e grazie della replica.  Avrai certo letto la mia personale definizione di TUTTO e quindi avrai capito che - visto che logica matematica ed insiemistica non rappresentano proprio strumenti filosofici - TUTTO=ASSOLUTO nè sono relativi a-, nè fan parte di-, nè sono generati da-.....................


TUTTO, UNO, PERFEZIONE, ASSOLUTO, MONDO, DIO, e qualche altro sono sinonimi rigorosi l'uno dell'altro ed hanno tutti solamente il senso dell'INCLUSIONE. Quello dell'ESCLUSIONE è il NULLA.
Ovviamente si tratterà di concetti antropici sottointendenti - come ho precisato - la sinonimia per un unico concetto fondamentale (l'ESSERE) che ciascuno di noi non può che esprimere attraverso una pluralità di punti di osservazione esistenziali e quindi di corrispondenti denominazioni le quali, essendo appunto plurime, ingannano, fornendo il nostro giudizio circa una loro apparente relatività e non una loro sostanziale sinonimia. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Il Tutto metafisico é una chimera, una fantasticheria umana al pari delle figure in maiuscolo che hai elencato. L'unico tutto realmente definibile, plausibile ed utile é il concetto logico-matematico della teoria insiemistica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Il concetto di insieme non è originario, ma il risultato di un processo.

Questo processo inizia con la divisione del mondo, in parti determinate, operata dal pensiero razionale.

Il pensiero distingue. Il cielo si separa dalla terra. I monti dalle valli. Nascono i "qualcosa".
Che se ne stanno distinti uno dall'altro.

Quando un qualcosa pare assomigliare ad un altro qualcosa... ecco che nasce il due! La somiglianza ha creato il numero.
Dal due deriva poi l'uno. Che ha senso solo in quanto esiste il due. Uno dei due, o tre, o...

L'insieme esprime perciò il risultato di un processo che dopo aver operato la distinzione, ne raggruppa parti simili.
La similitudine si basa su proprietà che caratterizzano una cosa oppure no. Individua perciò una categoria.

Con "tutto" noi indichiamo ogni qualcosa appartenga ad una categoria.

E fin qui va bene...

Tuttavia, occorre rendersi conto che è la categoria che rende possibile l'insieme! È la categoria che lo rende "cosa".

Se non teniamo ben presente questa condizione, finiamo con l'estendere il concetto di insieme laddove non è più sostenuto da alcuna categoria.
Finiamo cioè con intendere pure il Tutto come un qualcosa!

Ma questo è solo il risultato di un corto circuito del pensiero razionale che non si avvede dei propri stessi limiti.

Il Tutto non è affatto qualcosa!
Non è affatto un insieme.
Per la semplice ragione che non vi è altro.

Seppur paradossalmente (per il pensiero razionale) il Tutto, non essendo qualcosa non c'è, equivale al Nulla.

Difatti, è un grave malinteso confondere l'esserci con l'Essere.
Ci sono i qualcosa.
L'Essere non c'è, in quanto è!

Nell'esserci, Essere = Nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

#7
Citazione di: bobmax il 14 Agosto 2020, 05:19:43 AM
...

E fin qui va bene...

Tuttavia, occorre rendersi conto che è la categoria che rende possibile l'insieme! È la categoria che lo rende "cosa".

Se non teniamo ben presente questa condizione, finiamo con l'estendere il concetto di insieme laddove non è più sostenuto da alcuna categoria.
Finiamo cioè con intendere pure il Tutto come un qualcosa!

Ma questo è solo il risultato di un corto circuito del pensiero razionale che non si avvede dei propri stessi limiti.

Il Tutto non è affatto qualcosa!
Non è affatto un insieme.
Per la semplice ragione che non vi è altro.

Seppur paradossalmente (per il pensiero razionale) il Tutto, non essendo qualcosa non c'è, equivale al Nulla.

Difatti, è un grave malinteso confondere l'esserci con l'Essere.
Ci sono i qualcosa.
L'Essere non c'è, in quanto è!

Nell'esserci, Essere = Nulla.

Il corto circuito del pensiero razionale è cercare contenuti di verità trascendent/e/ale in categorie logiche che hanno una loro utilità ma sono solo adattamenti rappresentativi antropomorfici della realtà: Tutto, Nulla, Qualcosa, Dio, Uno, Infinito, Assoluto, Essere,...
In tale obnubilamento della ragione la metafisica ha molte più colpe della logica-matematica, che almeno è consapevole dei suoi arte-fatti.

Il pensiero razionale pareva aver trovato una buona mediazione tuttologica nell'Universo (di Spinoza e Galileo). Ma anche l'Universo ha perso la sua verginità tuttologica non appena se ne sono teorizzati di diversi (multiverso), antitetici, paralleli e chi più ne ha più ne metta. La realtà si diverte a giocare a dadi coi sogni metafisici delle sue creature più immaginifiche.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

 E' solo un problema di umana limitatezza. Il materialismo con la sua fisica che viene considerato estraneo, contradditorio, conflittuale, intrinsecamente negante rispetto allo spiritualismo con la sua metafisica.


Cioè invece la complementarietà tra la fisica "nota" e quella ignota.


Ma i concetti che ho dato per sinonimi.......fanno parte del mondo fisico o di quello metafisico ?


Essi non sono altro che la manifestazione fisicamente a noi ignota che nasce dalla fisiologia della mente, la quale, saldamente basata appunto sulla fisicità materiale di un cervello, si svolge attraverso la modulazione dei flussi elettromagnetici (la fisicità immateriale del'energia). L'espressione "corrrenti di pensiero" dice qualcosa a qualcuno ?.

La metafisica esiste solamente per il credente. Per tutti gli altri esiste solo "l'oltre la fisica attuale". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

#9
Io penso che se il nulla esistesse, l'essere non sarebbe l'insieme degli esistenti, infatti se il nulla esistesse, allora l'essere sarebbe non semplicemente l'insieme di tutti gli esistenti, ma l'insieme di tutti gli esistenti meno il nulla, e ci sarebbe un super-essere superiore all'essere stesso (un tutto metafisico di qualche tipo) che comprenderebbe l'essere come insieme degli esistenti, più il nulla.


Per quanto riguarda l'essere, l'essere della parte è prerequisito per essere parte dell'insieme che l'essere è, per il super-essere no, e il super-essere si compone indifferentemente di parti essenti, e di almeno una parte non essente.


Infatti la caratteristica principale del nulla è di non appartenere all'essere come sua parte, e quindi l'esistenza del nulla mette in crisi il pensiero dell'essere come pensiero dell'insieme totale di tutte le parti possibili e immaginabili di un qualcosa che a vario titolo "c'è"; se c'è il nulla ci sono parti non essenti del tutto, parti che a buon titolo si possono chiamare parti del tutto, ma non parti dell'essere, quindi se c'è il nulla, ne consegue che l'essere non si identifica col tutto, e che il tutto è superiore all'essere.


Io giocando con le categorie metafisiche per quanto me lo consente la mia intelligenza, penso che solo il tutto è uno, le parti del tutto sono di conseguenza il non-uno (per ogni ente estratto dal tutto e considerato separatamente, deve valere l'equivalenza
non-tutto=non-uno, questa cosa non è il tutto, quindi questa cosa non è una, non è unica).


Il tutto infinito che immagino io si compone però anche di parti anch'esse propriamente e singolarmente infinite, non contiene parti infinitesime ad esso non sovrapponibili e incommensurabili -micro parti che, se esistessero, prive di ogni altra funzione, dovrebbero esistere solo per diletto dell'uomo e a conferma del suo modo di vedere le cose-, quindi in definitiva anche qualsiasi numero non infinito con cui pensiamo di contare una qualsiasi cosa che riscontriamo esistente, compresa la nostra stessa vita, è un'illusione.
Nel tutto infinito continuo, che corrisponde all'universo, passano solo le serie infinite discrete che lo compongono, quindi (solo) il tutto è uno, nel senso di infinito continuo; la parte compositiva del tutto è non-una, nel senso di parte arbitrariamente estratta di una serie infinita discreta, che "sta attraversando" il tutto (e noi in un certo punto la cogliamo, e spesso pensiamo che esista "solo lì", in quanto l'abbiamo colta, solo lì) e la cui ripetizione è infinitamente possibile.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

bobmax

L'Essere non coincide con l'esistere. Perché l'Essere è ciò che fa sì che l'esistenza sia.
Mentre l'esistenza rimanda inevitabilmente al proprio fondamento: L'Essere.

Perciò, l'Essere non è l'insieme di ciò che esiste. Ne è l'origine!

In quanto origine, in quanto fondamento dell'esistenza, l'Essere non può ridursi ad esistente.
L'Essere non esiste.

In quanto non esistente, per darne un'idea si può solo considerarlo Nulla. Non certo per definirlo! Ma per confermare l'impossibilità di una definizione.

Nulla significa non esistente.
Non significa nient'altro che questo.
Ipotizzare l'esistenza del Nulla è una contraddizione in termini.
Non può esservi "qualcosa" che sia nulla!

Affermare che Essere = Nulla vuol dire semplicemente constatare la non esistenza dell'Essere.

-------

La scienza si occupa di tutto quello che c'è.
Se intendiamo con "fisica" la scienza, oltre la fisica non c'è nulla.
E infatti l'unica autentica metafisica è metafisica del Nulla.
Ogni altra pretesa metafisica non può che essere una fantasia.

Ma la metafisica del Nulla non è vuota come potrebbe sembrare ad uno sguardo superficiale.
La metafisica del Nulla è un'apertura al mondo spirituale.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

niko

#11
Citazione di: bobmax il 15 Agosto 2020, 23:14:13 PM
L'Essere non coincide con l'esistere. Perché l'Essere è ciò che fa sì che l'esistenza sia.
Mentre l'esistenza rimanda inevitabilmente al proprio fondamento: L'Essere.

Perciò, l'Essere non è l'insieme di ciò che esiste. Ne è l'origine!

In quanto origine, in quanto fondamento dell'esistenza, l'Essere non può ridursi ad esistente.
L'Essere non esiste.

In quanto non esistente, per darne un'idea si può solo considerarlo Nulla. Non certo per definirlo! Ma per confermare l'impossibilità di una definizione.

Nulla significa non esistente.
Non significa nient'altro che questo.
Ipotizzare l'esistenza del Nulla è una contraddizione in termini.
Non può esservi "qualcosa" che sia nulla!

Affermare che Essere = Nulla vuol dire semplicemente constatare la non esistenza dell'Essere.

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La scienza si occupa di tutto quello che c'è.
Se intendiamo con "fisica" la scienza, oltre la fisica non c'è nulla.
E infatti l'unica autentica metafisica è metafisica del Nulla.
Ogni altra pretesa metafisica non può che essere una fantasia.

Ma la metafisica del Nulla non è vuota come potrebbe sembrare ad uno sguardo superficiale.
La metafisica del Nulla è un'apertura al mondo spirituale.




Penso che esista sia una tradizione filosofica secondo cui l'essere è la causa degli enti, che una altrettanto degna e importante secondo cui esso è l'insieme degli enti.


Se lo poni come causa, ovvero se poni l'essere come causa dell'ammasso di enti e non come ammasso di enti in sé,  fai bene a dire che non esiste, appunto perché la causa non è l'effetto, e la causa in generale di tutti gli esistenti, deve essere non-esistente (ovvero deve essere in linea generale diversa dal suo effetto), da cui tutte le identificazioni di Dio con il nulla o, l'assoluto, o con l'Essere con la E maiuscola nel senso che dici tu, contrapposto all'esistere, sono tutti modi per dire che la causa degli essenti non è essente, quindi al limite Dio è, ma non c'è, nel senso non c'è come ci sono tutte le altre cose.


Però se invece poniamo l'essere semplicemente come l'insieme degli enti, è corretto dire che il nulla non è (o i nulla non sono, ammesso che siano più d'uno) elemento di quell'insieme. Però se, esplorando le possibilità di quest'altro modo di porre le cose, per assurdo a un certo punto poniamo che il nulla, almeno a certe condizioni particolari, sia (ad esempio per giustificare il divenire), e però teniamo fermo quello che avevamo definito prima, che il nulla non è elemento dell'insieme essere, allora sono ipotizzabili insiemi più capienti dell'essere, appunto i tutti metafisici, simili al tao orientale per intenderci, di cui si parla nel topic.

A questo punto la mia riflessione è che secondo me è solo una smania nella ricerca delle cause che fa preferire la concezione di essere come causa dell'ente (e quindi la distinzione tra esistenza ed essenza, che è un platonismo che ha avuto molta fortuna in metafisica e in tutta la cultura occidentale, ma non è certo un dogma indiscutibile) a quella molto più realistica dell'essere come collezione/ammasso di enti; il problema è che siamo psicologicamente inquietati dal fatto che in questa seconda concezione l'ammasso è incausato, e quindi non ci soddisfa come quella in cui c'è un Dio o una causa suprema da cui deriva tutto. Secondo perché non si riflette abbastanza sul fatto che anche una concezione puramente effettuale degli enti è un abisso, se in quanto esistenti siamo effetto e fenomeno di quello che avviene nell'inesistente il mondo non ha potenza e non ha valore, è un sogno in cui tutto è già deciso da altri, o, che è lo stesso, da parti di noi che ci saranno "altre", cioè inaccessibili, per sempre, quindi comunque tutto deciso da altri... essere puramente nell'effetto vuol dire non essere nulla, non avere vero potere ne vera proprietà su nulla, e il nulla in cui risiedono le nostre "cause" è l'unica cosa/dimensione che ha valore, insomma il mondo alla rovescia della metafisica contro cui giustamente ribellarsi...

Perché ad assumerlo per vero e a prenderlo sul serio, il "mondo" della metafisica, né consegue che il nulla da cui derivano le cause dell'essere è l'essere (il vero essere), e noi, appunto perché siamo nell'essere nel senso comune del termine, cioè nell'effetto di queste cause misteriose e di fatto indimostrabili, siamo il nulla...
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

bobmax

Citazione di: niko il 16 Agosto 2020, 14:42:30 PM
Secondo perché non si riflette abbastanza sul fatto che anche una concezione puramente effettuale degli enti è un abisso, se in quanto esistenti siamo effetto e fenomeno di quello che avviene nell'inesistente il mondo non ha potenza e non ha valore, è un sogno in cui tutto è già deciso da altri, o, che è lo stesso, da parti di noi che ci saranno "altre", cioè inaccessibili, per sempre, quindi comunque tutto deciso da altri... essere puramente nell'effetto vuol dire non essere nulla, non avere vero potere ne vera proprietà su nulla, e il nulla in cui risiedono le nostre "cause" è l'unica cosa/dimensione che ha valore, insomma il mondo alla rovescia della metafisica contro cui giustamente ribellarsi...

Perché ad assumerlo per vero e a prenderlo sul serio, il "mondo" della metafisica, né consegue che il nulla da cui derivano le cause dell'essere è l'essere (il vero essere), e noi, appunto perché siamo nell'essere nel senso comune del termine, cioè nell'effetto di queste cause misteriose e di fatto indimostrabili, siamo il nulla...

Qui cogli il cuore della questione!

Occorre tuttavia, ne sono convinto, fare ancora un altro passo.

Perché l'abisso, il tutto è già deciso da altri, il non avere vero potere... sono tutte considerazioni che si reggono in definitiva su che cosa?
Non si reggono forse su un presupposto dato per scontato?
E questo presupposto, questa "verità", non è forse l'io?

Senza io non vi è più chi dovrebbe ribellarsi. E neppure più alcun motivo per ribellarsi...

Ma l'io non lo posso annullare. E se mai ciò accadesse non sarebbe comunque per una mia libera scelta...

Sarebbe però una scelta di chi?

Se come "io" sono un'illusione, il riconoscerlo non mi fa ritrovare all'origine del Tutto?

Ciò che credevo di essere, non era in realtà che il figlio unigenito che finalmente torna a casa?


Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Riguardo all'esistenza vorrei aggiungere che l'esistenza è frutto della scissione.
Senza scissione non può esservi esistenza.
Perché l'esistenza necessita dell'altro.

E' l'altro a far in modo che l'esistenza sia.

Io esisto perché c'è altro da me.
Il rosso esiste perché non è l'unico colore.
Il suono esiste perché c'è il silenzio.
Il monte esiste perché c'è la valle.
La luna esiste perché c'è il vuoto attorno.

L'altro è indispensabile per l'esistenza.

E l'altro... non è mai il nulla!
L'altro è sempre qualcosa.
Il vuoto, per esempio, non è nulla!

Ipotizzare l'esistente come fosse un isola circondata dal nulla è un non senso!
Perché il nulla non c'è.

Di modo che il Tutto, non avendo alcun altro... non esiste.

L'Uno non esiste, perché non c'è altro.

Ma l'Uno è lo stesso Essere, e quindi è pure Nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Questione logica nota: Omnis determinatio est negatio  ;) Ogni ente esiste in quanto differenziato da altro ente: Ipazia non è Bobmax.

La metafisica sovente dimentica un suo simpatico antico prodotto intellettuale: simplex sigillum veri.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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