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Perché amare la Natura?

Aperto da Alexander, 12 Febbraio 2021, 09:16:48 AM

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iano

#75
Vorrei dire la mia anche sulla bellezza, visto che in questa nostra storia naturale è stata tirata in ballo.
Una storia bella non è una storia più vera, ma una storia più credibile e noi abbiamo bisogno di storie credibili al momento giusto. Per questo il concetto di bellezza non è statico.
Siamo tanto più distanti dai nostri antenati culturalmente , relativamente a ciò che la cultura stessa ha registrato , quanto più ci sentiamo distanti dal loro gusto estetico.
Traggo questo mio convincimento da esperienza personale.
Sono convinto che la nostra generazione abbia vissuto più vite in una.
Io ho vissuto una vita in cui provavo disgusto per le opere di Picasso e oggi ne vivo una in cui resto ammirato per tanta bellezza.
Vivere molte vite in una comporta che ci si possa sentire distanti culturalmente da se stessi.
Considerò ciò un privilegio.
La coscienza di questo divenire culturale vale più di qualunque cultura in se'. Passata presente e futura.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

atomista non pentito

Dopo pagine e pagine di fini elucubrazioni ..... alla domanda rispondo : SI perché , piu' o meno "inquinata"  , e' l'unica realta' che ci e' dato di vivere , per cui o si ama questo o nulla !

Ipazia

@Paul11

Lo scienza possiede la natura così bene da permetterti perfino di scrivere su uno stumento tecnoscientifico operante in tempo reale che non è vero. La possiede per via di conoscenza, come Adamo conobbe Eva. Chi non sperimenta la pulsione erotica dello scopritore si perde il meglio della vita.

Anche la bellezza è correlata alla conoscenza, perchè il sapere permette di cogliere, e vivere esteticamente, dettagli e piaceri che l'ignoranza ignora.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#78
Citazione di: Ipazia il 17 Febbraio 2021, 17:27:40 PM
@Paul11



Anche la bellezza è correlata alla conoscenza, perchè il sapere permette di cogliere, e vivere esteticamente, dettagli e piaceri che l'ignoranza ignora.
Deve essere proprio così.
Il giudizio estetico sollecita la conoscenza, e la conoscenza influenza il gusto estetico.
Ci dimentichiamo spesso che i nostri giudizi non passano tutti al vaglio della coscienza, ma non per questo sono di serie B.
Il compasso della conoscenza è centrato sulla coscienza, ma la sfera delle nostre abilità supera il suo raggio.
Dietro al giudizio estetico c'è un grande lavoro di cui non abbiamo coscienza e del quale non avvertiamo la fatica, limitandoci apparentemente solo a godere del bello che si para di fronte a noi, come caduto dal cielo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

sapa

#79
Comunque, a proposito del binomio natura-bellezza, varrebbe la pena di fare questa prova: lasciare incolto e incustodito per qualche anno il giardino di casa e osservarne i cambiamenti "naturali". Dapprima, potremo  notare una crescita vigorosa di erbe infestanti soffocare a poco  a poco le nostre ortensie e i nostri tulipani, perchè è vero il detto " l'erba cattiva non muore mai". In seguito, nel ghiaino o nelle crepe dell'asfalto, vedremo crescere le prime graminacee, poi sul lavoro da esse svolto,  si affiancheranno o si sovrapporranno le dicotiledoni. In seguito i primi arbusti e  le prime essenze legnose, che cresceranno stentate, ma colonizzeranno a poco a poco tutto il colonizzabile. Insomma, in una lotta ingaggiata per accaparrarsi la luce, la vegetazione tenderà, nel tempo,  a ricoprire ogni cosa, avvicinandosi pericolosamente all'uscio di casa, con effetti estetici  alquanto discutibili e tali da costringere il proprietario a metter mano a falciatrice e rastrello. La natura e il bello non sempre viaggiano appaiati.

viator

Salve sapa. La natura ed il bello non vanno a braccetto. Ma che scoperta originale. L'uomo troverà bello solo ciò di cui ha bisogno, può giovarsi, può ricavarne appagamento, soddisfazione.




Aprendo un addome umano od animale quanti di noi sarebbero in grado di riconoscere la bellezza dei visceri sanguinolenti e pulsanti che ne escono ? Eppure, a livello sia macro- che micro-scopico non esistono strutture, costruzioni più complesse, funzionali, concettualmente ammirabili (pure preziosissime in caso di necessità di trapianti).


E per qual mai ragione ne risultiamo disgustati ? Per ragioni culturali, ovviamente, per il fatto che ci hanno insegnato che la "nuda verità" corporale serve solo a far funzionare altre nostre "funzioni" invisibili e mai sanguinolenti, e che quando compare alla nostra vista potrà farlo solo attraverso la nostra sofferenza e morte. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#81
Citazione di: sapa il 17 Febbraio 2021, 21:29:54 PM
Comunque, a proposito del binomio natura-bellezza, varrebbe la pena di fare questa prova: lasciare incolto e incustodito per qualche anno il giardino di casa e osservarne i cambiamenti "naturali". Dapprima, potremo  notare una crescita vigorosa di erbe infestanti soffocare a poco  a poco le nostre ortensie e i nostri tulipani, perchè è vero il detto " l'erba cattiva non muore mai". In seguito, nel ghiaino o nelle crepe dell'asfalto, vedremo crescere le prime graminacee, poi sul lavoro da esse svolto,  si affiancheranno o si sovrapporranno le dicotiledoni. In seguito i primi arbusti e  le prime essenze legnose, che cresceranno stentate, ma colonizzeranno a poco a poco tutto il colonizzabile. Insomma, in una lotta ingaggiata per accaparrarsi la luce, la vegetazione tenderà, nel tempo,  a ricoprire ogni cosa, avvicinandosi pericolosamente all'uscio di casa, con effetti estetici  alquanto discutibili e tali da costringere il proprietario a metter mano a falciatrice e rastrello. La natura e il bello non sempre viaggiano appaiati.
Come notava Jacopus è da decidere se noi ci consideriamo parte della natura oppure no.
Quando parliamo di giardini e terreni "artificiali", cioè curati dall'uomo , sottintendiamo che convenzionalmente non lo siamo.
Ma appunto , è solo una convenzione dialettica, che però, presa troppo sul serio ha fatto non pochi danni.
Credo in generale sia dannoso prendere troppo sul serio i racconti che facciamo.
Penso che la natura sia un buon giardiniere al quale chiedere consiglio se intendiamo curare un nostro orto.
Se dividiamo la natura in appezzamenti si troverà sempre qualcosa di brutto.
Ma, in quanto appartenenti a pieno titolo alla natura, anche dentro di noi è sepolta una saggezza che sembra affiorare attraverso il nostro giudizio estetico.
L'importante è non cadere nell'inganno che tutto ciò che sia razionale ,artificiale e cosciente sia bello  e buono, mentre il resto non lo sia.
La bellezza della natura, quando la cogliamo, ci invita a cercare le sue ragioni .
L'importante è non ripetere sempre gli stessi errori.
Una cosa è tagliare la "brutta" erba del giardino, altra cosa è farci una "bella" colata di cemento.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#82
Citazione di: viator il 17 Febbraio 2021, 22:30:48 PM
Ma che scoperta originale. L'uomo troverà bello solo ciò di cui ha bisogno, può giovarsi, può ricavarne appagamento
Ciao Viator.
Mi pare che la fai troppo semplice.
Ciò che il singolo trova utile per se' può non coincidere con l'utile per l'umanità, e l'utilità del singolo , che è parte dell'umanità, sarebbe l'apparenza risultante da una vista corta.
Il giudizio estetico è qualcosa di più,che più spesso ci accomuna piuttosto che dividerci, e che può risolvere il conflitto fra  singolo , comunita' e natura.
Oggi sappiamo che dobbiamo salvare la foresta amazzonica , non perché sia bella.
Ma anche quando non avevamo questa coscienza la sua bellezza ci suggeriva di salvaguardarla.
L'importante è non esagerare con le sacralizzazioni, additando magari Sapa come un senza Dio se taglia l'erba del suo giardino.
A questa piccola scala, che il giardino di Sapa sia bello o brutto, sono fatti suoi.  ;)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

#83
Citazione di: sapa il 17 Febbraio 2021, 21:29:54 PM
Comunque, a proposito del binomio natura-bellezza, varrebbe la pena di fare questa prova: lasciare incolto e incustodito per qualche anno il giardino di casa e osservarne i cambiamenti "naturali". Dapprima, potremo  notare una crescita vigorosa di erbe infestanti soffocare a poco  a poco le nostre ortensie e i nostri tulipani, perchè è vero il detto " l'erba cattiva non muore mai". In seguito, nel ghiaino o nelle crepe dell'asfalto, vedremo crescere le prime graminacee, poi sul lavoro da esse svolto,  si affiancheranno o si sovrapporranno le dicotiledoni. In seguito i primi arbusti e  le prime essenze legnose, che cresceranno stentate, ma colonizzeranno a poco a poco tutto il colonizzabile. Insomma, in una lotta ingaggiata per accaparrarsi la luce, la vegetazione tenderà, nel tempo,  a ricoprire ogni cosa, avvicinandosi pericolosamente all'uscio di casa, con effetti estetici  alquanto discutibili e tali da costringere il proprietario a metter mano a falciatrice e rastrello. La natura e il bello non sempre viaggiano appaiati.
Ci vuole un secolo abbondante per far si che le varie specie ritrovino un equilibrio stabile, e questo equilibrio si basa anche sulla presenza della fauna erbivora che limita l'eccesso delle pioniere che altrimenti non lascerebbero mai crescere gli altifusti. Non è che uno può aspettarsi che dopo cinque anni che non taglia l'erba, e senza la fauna, la natura si sviluppi con l'equilibrio di una foresta primigenia.. dove abita l'uomo la natura va curata per il fatto stesso che l'uomo vi insiste. E comunque se uno ha nozione delle forze in atto, anzichè cercare simmetrie e poligoni, la bellezza della biologia non manca anche nei giardini in abbandono, la bellezza della volontà di vita.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve iano. E certo che la faccio semplice (l'eventuale "troppo" dipende dai gusti e dagli schematismi intellettuali di chi mi legge), dato che - vista anche la mia abissale ignoranza che non mi permette di tuffarmi in deliziose, profonde, perfettamente inutili analisi dei massimi valori e sistemi - da sempre ho deciso di dedicarmi alla sintesi, cioè a quella attività che - adeguatamente svolta - permette di decidere rapidamente quale atteggiamento assumere nei confronti dei fatti della vita.




Che poi le sintesi possano essere sbagliate, ridicole, inutili (quanto cioè possano esserlo anche le più insistite ed autorevoli analisi) rappresenta evento fatale che - come le pandemie -non siamo ancora in grado di prevedere, evitare, neutralizzare.




Infine mi permetto di ricordare (la cosa dovrebbe essere già nota anche se non viene accettata dalla maggior parte dell'umanità) che la sintesi consiste nel ricondurre l'argomento esaminato alla sua essenzialità, cioè agli aspetti che restano a far parte dell'argomento stesso una volta che lo si sia sfrondato di :





       
  • tutte le eccezioni "vere", le quali, come noto, quasi sempre confermano la regola;
  • tutte le eccezioni "fasulle" od "apparenti" (le contraddizioni dimostrabili apparenti);
  • tutte le circostanze di tempo, di luogo e personalistiche.


Infine mi piacerebbe che qualcuno mi fornisse un singolo esempio di circostanza "benefica" che, secondo chi me lo sottoponesse, risulti estranea al piacere, alla utilità, al vantaggio, ai desideri, alle speranze di chi stia appunto considerando "neutralmente od astrattamente benefica" la circostanza stessa il cui significato sia da analizzare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Per Viator. Credo che tutto ciò che mette in atto l'uomo (lasciamo da parte la natura, visto che fai riferimento a quanto scritto da Iano) parta da una motivazione considerata benefica dal suo autore. Hitler pensava di fare del bene, come Francesco Messina Denaro. Non credo che la sera prima di addormentarsi, si dicessero o si dicano: "come siamo malvagi!", terminando la considerazione con una risata satanica. All'uomo spetta, culturalmente, decidere cosa è benefico e cosa è malefico. Io posso solo aggiungere che il beneficio dell'uno sia necessariamente anche il beneficio dell'altro, ma è appunto una visione parziale, con molti agguerriti avversari.
Vogliamo decidere di stare dalla parte del "mors tua, vita mea" o del "porgi l'altra guancia"? Entrambe le visioni hanno avuto e continuano ad avere una certa risonanza e ciò dipende dalla plasticità estrema del nostro SNC e dalle innumerevoli diverse culture che si sono avvicendate nel tempo. Ognuno di noi combatte in qualche modo per la sua visione di bene, che è profondamente influenzata dalle sue esperienze, dagli insegnamenti emotivamente trasmessi dalle figure importanti della sua vita (si può scegliere l'antropofagia come bene, perché amorevolmente nostro padre ce lo ha insegnato) e anche dalla necessità di giustificare ideologicamente le scelte di una vita. I prepotenti di giustificheranno, ad esempio, affermando che la legge del più forte è la legge di natura, legittimando così la propria prepotenza. Si tratta di scegliere, di essere responsabili, di fronte a noi stessi, al nostro prossimo e ormai, anche di fronte all'intero ecosistema.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sapa

#86
Citazione di: viator il 17 Febbraio 2021, 22:30:48 PM
Salve sapa. La natura ed il bello non vanno a braccetto. Ma che scoperta originale. L'uomo troverà bello solo ciò di cui ha bisogno, può giovarsi, può ricavarne appagamento, soddisfazione.




Aprendo un addome umano od animale quanti di noi sarebbero in grado di riconoscere la bellezza dei visceri sanguinolenti e pulsanti che ne escono ? Eppure, a livello sia macro- che micro-scopico non esistono strutture, costruzioni più complesse, funzionali, concettualmente ammirabili (pure preziosissime in caso di necessità di trapianti).


E per qual mai ragione ne risultiamo disgustati ? Per ragioni culturali, ovviamente, per il fatto che ci hanno insegnato che la "nuda verità" corporale serve solo a far funzionare altre nostre "funzioni" invisibili e mai sanguinolenti, e che quando compare alla nostra vista potrà farlo solo attraverso la nostra sofferenza e morte. Saluti.
Concordo con te, viator, dico solo che questo assunto era, secondo me, parte di  quanto affermato originariamente da Alexander. E concordo anche con Inverno, prima che il mio giardino, lasciato a sè stesso, si trasformi in una giungla amazzonica deve passare parecchio tempo, diciamo nell'ordine di qualche decina d'anni ( ma un giardino lasciato incolto anche solo per 5 anni non è un bello spettacolo) .  L'aspetto che volevo far risaltare è che la maggior parte dei paesaggi che ci sono noti, è formata da paesaggi antropici, nei quali la natura è di fatto "irregimentata", a prezzo di fatiche umane continue. Tolte le montagne, i deserti e il mare, ben poca è la natura incontaminata e selvaggia. La campagna è un paesaggio artificiale, bello a volte, altre meno, ma nel quale la natura è continuamente e volutamente lasciata ai margini. I filari di vigneti che impreziosiscono le zone del Prosecco o del Monferrato sono quanto di meno naturale possa esistere.

bobmax

Ciao Viator

La sintesi segue necessariamente l'analisi.
Se non vi è stata analisi non può esservi sintesi.
La sintesi sarà tanto più attendibile quanto più l'analisi sarà stata approfondita.

Senza analisi vi può essere solo intuizione.
La cui idea, se non conduce ad una analisi non può che inevitabilmente abortire.

La sintesi è comunque a un certo punto necessaria, perché se infine non avviene, l'analisi resta sospesa, in sostanza vana.
Ma è necessaria sempre e solo dopo una analisi.

Riguardo alla circostanza "benefica" è a mio avviso interessante notare come evolva nel tempo il nostro giudizio.
E anche questo giudizio è la sintesi di un'analisi.
Ed è infatti l'analisi, con le nuove conoscenze acquisite, a produrre una nuova sintesi, un diverso giudizio.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

L'argomento di Viator, in estrema sintesi, dopo un'accurata analisi, si riduce alla riduzione dell'estetica all'utilità. Mi sia consentito il dissentire con qualche argomento concreto. Per quale motivo utilitaristico dovremmo accollarci il costo di conservazione e restauro di manufatti antichi ormai del tutto privi di alcuna utilità pratica ? Chessò, un tempio greco, un acquedotto romano, un sito archeologico. Anche per le opere conservate nei musei non sono certo i pochi spiccioli dei visitatori a coprire le spese di conservazione ed infatti è noto che "con la cultura non si mangia", o si mangia poco e male. Solo l'amore per la bellezza storica ivi racchiusa, che dove impera la barbarie religiosa può costare anche la vita, giustifica una tale dedizione. Bellezza storica è la memoria delle nostre radici, altro oggetto decisamente poco utilitaristico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#89
Citazione di: viator il 18 Febbraio 2021, 12:36:13 PM
Salve iano. E certo che la faccio semplice (l'eventuale "troppo" dipende dai gusti e dagli schematismi intellettuali di chi mi legge), dato che - vista anche la mia abissale ignoranza che non mi permette di tuffarmi in deliziose, profonde, perfettamente inutili analisi dei massimi valori e sistemi - da sempre ho deciso di dedicarmi alla sintesi, cioè a quella attività che - adeguatamente svolta - permette di decidere rapidamente quale atteggiamento assumere nei confronti dei fatti della vita.




Che poi le sintesi possano essere sbagliate, ridicole, inutili (quanto cioè possano esserlo anche le più insistite ed autorevoli analisi) rappresenta evento fatale che - come le pandemie -non siamo ancora in grado di prevedere, evitare, neutralizzare.




Infine mi permetto di ricordare (la cosa dovrebbe essere già nota anche se non viene accettata dalla maggior parte dell'umanità) che la sintesi consiste nel ricondurre l'argomento esaminato alla sua essenzialità, cioè agli aspetti che restano a far parte dell'argomento stesso una volta che lo si sia sfrondato di :





       
  • tutte le eccezioni "vere", le quali, come noto, quasi sempre confermano la regola;
  • tutte le eccezioni "fasulle" od "apparenti" (le contraddizioni dimostrabili apparenti);
  • tutte le circostanze di tempo, di luogo e personalistiche.
Infine mi piacerebbe che qualcuno mi fornisse un singolo esempio di circostanza "benefica" che, secondo chi me lo sottoponesse, risulti estranea al piacere, alla utilità, al vantaggio, ai desideri, alle speranze di chi stia appunto considerando "neutralmente od astrattamente benefica" la circostanza stessa il cui significato sia da analizzare. Saluti.
A parte le giuste critiche fatte da Bobmax, io sono quasi del tutto d'accordo con te, in effetti.
La sintesi comunque non è la meta, ma il mezzo che ci aiuta a chiarire quando si è esagerato in analisi di troppo.
Esagerando in analisi si crea confusione.
Esagerando in sintesi non si riesce a spiegare più nulla.
Io nei miei post non ho mancato di suggerire esempi di sintesi, quando ho proposto una natura unica e sola, tutto compreso.
Ma con questa sintesi non ci spieghiamo nulla.
A cosa serve la sintesi per la sintesi?
Alla stessa cosa a cui serve l'analisi per l'analisi, che giustamente tu critichi.
In breve, con la tua sintesi ho difficoltà a narrare una storia della natura.
Io stesso ho lasciato intendere che il senso estetico abbia la sua utilità, ma senza la pretesa di ridurla all'utile del singolo, e che anzi è ciò che sotto sotto condividiamo, senza sapere bene come e perché , e la sua azione trascende quindi il singolo.
Un insensato amore per la natura è cioè  che può venirci utile oggi, possibilmente senza sacralizzazioni.
Insensato, cioè non spiegabile, nei termini da te proposti.
Quindi ci tocca allargarci un po', magari facendo acquarelli di paesaggio.
Che male ci trovi?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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