Pensiero, energia e spiritualità.

Aperto da viator, 04 Marzo 2021, 21:09:55 PM

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viator

Salve iano. Ma, se ti togliamo tutto che riguarda il tuo corpo e ti impediamo di pensare (tanto il pensiero non c'entra nè col corpo nè con lo spirito)......................resterebbe appunto solo il tuo spirito. Spiegaci in quale modo il tuo spirito riuscirebbe a manifestarsi.
Potresti risponderci : il mio spirito resterebbe muto ma la mia coscienza si accorgerebbe della presenza del mio spirito.
Ma come fa una coscienza ad essere consapevole di qualcosa (il proprio spirito o qualsiasi altra cosa) senza pensarlo ?. Saluti.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

Buona sera a tutti



Quando si parla di spiritualità, nella concezione occidentale, si deve necessariamente , secondo me, riferirsi allo "spirito". Com'è inteso lo spirito? Lo spirito è il fantasma. L'esperienza archetipica della spiritualità è quindi l'esperienza dell'incontro con il fantasma. Tutti penso sappiamo cos'è un fantasma. E' quell'entità che ha la forma apparente della persona, ma che nello stesso tempo non è evidentemente quella persona quand'era in vita. Eppure non si può dubitare della sua identità. In quasi tutte le culture si riteneva che un morto permanesse nella sua forma disincarnata eppure, in determinate circostanze, percepibile dai sensi umani. La credenza nei fantasmi, sebbene non trovi alcun posto nei dogmi cristiani, era diffusissima in larga parta dei paesi occidentali, e in parte lo è ancora. Per esempio, è molto significativo che, nell'inglese pre-moderno ghost, "spirito, fantasma", e spirit, "spirito", siano spesso sinonimi (un prete era descritto come un ghostly father, un "padre spirituale"). Allos tesso modo  Geist, in tedesco, significa sia "fantasma" che "spirito". Un fantasma è allora lo spirito di un trapassato, contraddistinto ancora dalla maggior parte delle caratteristiche della persona.
Se la "funzione" di un fantasma è di agire da veicolo per le caratteristiche di qualcuno che non esiste più,essendo morto, occorre che sia al contempo materiale e immateriale. Questo ovviamente è un paradosso che i teologi cercano di aggirare in modo sofisticato. Questo fatto di veicolare il trapassato  èdetto anche "anima". Un'anima differisce da un fantasma per il fatto di appartenere ad un individuo già durante la vita. In teologia il fantasma è percepibile ai sensi mentre l'anima lo è alla ragione. Però, nel complesso, c'è meno accordo sul significato di anima che non su quello di fantasma. Platone considerava l'anima un'entità trasmigrante, come in India, e i cristiani di tradizione platonica la vedono quindi come distinta dal corpo e dalla mente, senza però accettare la trasmigrazione. Aristotele invece la considerava come la causa formale della persona individuale. Una causa formale è ciò che fa di un tutto qualcosa di più che la semplice somma delle sue parti; l'anima conferisce a ciascuna persona la sua peculiare "individualità".
La spiritualità è quindi la manifestazione dello spirito che è causa formale del dispiegarsi dell'individualità, anche nel cambiamento.

iano

#17
Citazione di: viator il 06 Marzo 2021, 21:34:31 PM
Salve iano. Ma, se ti togliamo tutto che riguarda il tuo corpo e ti impediamo di pensare (tanto il pensiero non c'entra nè col corpo nè con lo spirito)......................resterebbe appunto solo il tuo spirito. Spiegaci in quale modo il tuo spirito riuscirebbe a manifestarsi.
Potresti risponderci : il mio spirito resterebbe muto ma la mia coscienza si accorgerebbe della presenza del mio spirito.
Ma come fa una coscienza ad essere consapevole di qualcosa (il proprio spirito o qualsiasi altra cosa) senza pensarlo ?. Saluti.
Ci sono cose che non sentiamo il bisogno di spiegare, perché ci appaiono ovvie, finché qualcuno non ci chiede spiegazioni, e allora ci rendiamo conto di non possedere le parole per dirle.
Ho messo la spiritualità in questa folta schiera, banalizzandola di fatto, almeno fino a prova contraria.
Si tratta inoltre di cose che condividiamo con certezza, senza saperle appunto ben dire.
Sembrerà strano che le cose vadano così solo se pensiamo che solo il verbo possa farsi spirito, e per alcuni, non per te , anche carne.
Se si crede che esistano testi sacri, che c'è di strano se le parole poi si facciano altro da se'?
Quoque tu mi vai a cadere su questo? 😊
Non sarà' che il Bobmax ti stia portando sulla cattiva strada. 😅
Si tratta solo di apparenti paradossi che nascono da necessarie semplificazioni.
Quando crediamo oltre il dovuto alle utili storie che ci raccontiamo può succedere che si crei un rapporto intimamente improprio fra ciò che indica e ciò che viene indicato.

Lo spirito, come dice Alexander, è la carta di identità dell'individuo, ma l'individuo è solo un utile invenzione.
Certamente ci percepiamo come individui, ma non sappiamo ben dire certamente di cosa parliamo.
Quando le religioni ci richiamano a "spirito unitario" , stanno solo cercando di mettere una pezza alle nostre percezioni che sono figlie di necessarie semplificazioni, le quali non hanno neanche bisogno della coscienza per attuarsi.
Ci si potrà dividere fra fautori della materia o dello spirito, ma il fatto è che sono entrambe invenzioni, entrambi fantasmi, per dirla con Alexander, della realtà.
Ciò che il nostro rapporto con essa figlia.
Non diamogli più  del credito che occorre.
Non prendiamoci troppo sul serio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#18
I fantasmi non esistono, ma io ci credo.
Questa apparente contraddizione ci esemplifica a meraviglia, per quanto si possa fare con le parole.
La materia è un fantasma non meno dello spirito.
Si differenziano solo per stare su un diverso piano percettivo.
Possiamo infatti ben pensare che la percezione non sia un sistema monolitico e monotono che ci suggerisca una sostanza unica.
Infatti non lo fa'.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La spiritualità è un distillato dello spirito umano, ovvero della psiche, la quale si nutre di pensieri, qualunque sia l'esito e i contenuti della spiritualità che emerge. Non c'è un rapporto di causa-effetto meramente meccanicistico come nel caso della pila biochimica che alimenta l'unità psicosomatica, ma una sinergia funzionale tra lo strumento, il pensiero, e l'esito, il contenuto psichico/spirituale.

Il quale, ad ulteriore complicazione, non è  parto esclusivo di una psiche individuale ma si alimenta degli strati storici dei pensieri collettivi in un processo antropologico evolutivo in cui si evolve anche la spiritualità,  come, ad esempio, la recente attenzione riservata alle forme di vita non umane e ai processi naturali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve alexander. Io - come i bimbi - sono un gran semplificatore.

Lo spirito non è altro che un'anima dotata di una coscienza, la quale coscienza genera la volontà dello spirito stesso di comunicare la propria esistenza.

Lasciamo purtroppo perdere cosa sia l'anima (è semplicemente la FORMA delle cose, delle persone, degli enti, come in passato ho avuto già modo di accennare ma mi guarderò bene dall'estendere la presente tematica in proposito).

Se esiste l'anima - qualsiasi cosa essa sia - limitandoci agli umani (perchè essi solo sono dotati di coscienza) essi umani la possiedono costantemente mentre vivono (e secondo molti, ben oltre la vita).

Se però gli umani dormono, sono in coma, sono gravemente cerebrolesi etc.etc. si usa dire che essi risultino incoscienti. Vero. Infatti in tali condizioni essi non possiedono alcuno spirito e sono impossibilitati all'esercizio della spiritualità. Quindi NO COSCIENZA-NO SPIRITO.

Poi c'è la variegata personificazione degli spiriti. C'è il Grande Spirito, lo Spirito Santo, i fantasmi, gli spiriti dei boschi, delle acque, gli spiritati "posseduti" da Dio o dal demonio............ elenco senza fine il quale presenta una singolarissima caratteristica : comunque la si giri, in TUTTI I CASI di presenza di uno spirito siamo anche in presenza di qualcosa o qualcuno che vuole a tutti i costi COMUNICARCI QUALCOSA.

Le anime possono anche restare mute e solitarie nel meditare o contemplare l'ultraterreno, ma gli spiriti devono a TUTTI I COSTI fungere da tramite tra il qui e l'ultra-, devono parlarci (quindi appunto essere dotati della volontà di farlo.........cioè di una loro coscienzialità !).

Quindi, concludendo, dobbiamo ribadire che chi è in coma ha un'anima ma risulta (temporaneamente) privo di spirito, il quale (forse perchè ha qualcosa da vedere con le funzioni cerebrali ??) ricompare prontamente al ripristino della coscienza. Che stranezza, vero ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: Alexander il 06 Marzo 2021, 21:48:25 PM
Buona sera a tutti
Quando si parla di spiritualità, nella concezione occidentale, si deve necessariamente , secondo me, riferirsi allo "spirito". Com'è inteso lo spirito? Lo spirito è il fantasma. L'esperienza archetipica della spiritualità è quindi l'esperienza dell'incontro con il fantasma.

Quando si parla di spiritualità, nella concezione occidentale, si deve necessariamente , secondo me, riferirsi al νοῦς, nous, l'intelletto universale.  Che tale rimane anche nell'idea dello Spirito Santo cristiano di derivazione neoplatonica. Lo Spirito occidentale è intelligenza collettiva somma e la spiritualità diventa pertanto il livello più elevato di sapere, che dà consistenza, forma, all'umano come coerentemente postulò Aristotele:

CitazioneAristotele invece la considerava come la causa formale della persona individuale. Una causa formale è ciò che fa di un tutto qualcosa di più che la semplice somma delle sue parti; l'anima conferisce a ciascuna persona la sua peculiare "individualità". La spiritualità è quindi la manifestazione dello spirito che è causa formale del dispiegarsi dell'individualità, anche nel cambiamento.

Tale interpretazione, per nulla fantasmatica dello Spirito, è condivisa anche dalla maggiore tradizione orientale nella forma di illuminazione, che è parimenti accesso ad un sapere superiore, il più alto e perfetto.

Un concetto di intelligenza collettiva di ordine superiore permane anche nella formula illuministica di Zeitgeist, Spirito del Tempo, che anima tutta la modernità, con una sinergia, al limite dell'identificazione, col pensiero.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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