Parlando di etica, natura, emozioni, in attesa della fine del mondo

Aperto da Koba II, 27 Ottobre 2024, 09:54:43 AM

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misummi

Citazione di: green demetr il 30 Novembre 2024, 21:01:47 PMIl masochismo e il sadismo sono cose legate alla sessualità.
Mi pare invece che tu sia più un narciso/a, non è vero "io sono io"? :D
Se vuoi sapere come la penso sull'Io umano e individuale leggi Eros e civiltà di Herbert Marcuse.
La prospettiva orfico narcisistica creativa,  la liberazione del genere umano e una automazione che dia solo l'essenziale!

green demetr

Citazione di: iano il 01 Dicembre 2024, 02:42:33 AMCi sono, e anche tu se volessi potresti esserci, visto che si parla di esperimenti di fisica ripetibili.
Non mi risulta che si possa tornare indietro nel tempo.
Ma va bene se si deve mandare il tutto in vacca.
Facciamolo, io non rispondo più.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: misummi il 01 Dicembre 2024, 06:06:46 AMSe vuoi sapere come la penso sull'Io umano e individuale leggi Eros e civiltà di Herbert Marcuse.
La prospettiva orfico narcisistica creativa,  la liberazione del genere umano e una automazione che dia solo l'essenziale!
ararà 
mi hai seccato con queste follie.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

Citazione di: green demetr il 02 Dicembre 2024, 23:48:25 PMNon mi risulta che si possa tornare indietro nel tempo.
Ma va bene se si deve mandare il tutto in vacca.
Facciamolo, io non rispondo più.
Non so cosa hai capito. Io ho detto che gli esperimenti fisici sono ripetibili. Cosa c'entra il tornare indietro nel tempo?
Non devi rispondere per forza a tutti, me compreso, se non hai abbastanza tempo.
In questo modo potrai dare risposte più ponderate.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

misummi

Citazione di: iano il 03 Dicembre 2024, 05:58:54 AMNon so cosa hai capito. Io ho detto che gli esperimenti fisici sono ripetibili. Cosa c'entra il tornare indietro nel tempo?
Non devi rispondere per forza a tutti, me compreso, se non hai abbastanza tempo.
In questo modo potrai dare risposte più ponderate
e non restarci secco

daniele22

@iano
Confesso che la tua immagine "siamo la trasposizione digitale del manicomio che sta là fuori" mi ha fatto proprio ridere: azzeccatissima e tragicomica. Un motivo in più per prendere come faro guida per l'etica la ragione
@Alberto Knox
Rispondo a te per tutti dato che vorresti avvalorare un poco la mia tesi e ritorno al finale del mio post d'esordio, il numero 22:
"A mio giudizio ci sarebbero almeno un paio di cose che sarebbero d'ostacolo all'attuazione di un'etica più "sana" di quella che da sempre viviamo. Con buona pace dei filosofi che fino ad oggi si sono cimentati nell'impresa, il primo ostacolo sarebbe dovuto alla presenza di ciò che noi chiamiamo il "dono" dell'autocoscienza che tanti pomi avvelenati produsse e produce ancor oggi tanto da chiedersi se si tratti più di una malagrazia che di un dono".
Lasciamo stare questo primo ostacolo e ragioniamo sul secondo, la proprietà privata, costituitasi spontaneamente come conseguenza probabile dell'autocoscienza.
Allora io dico che fintanto che esista la proprietà privata esisterà sempre qualcuno che tenta di rubarla. Questo è perfettamente normale, dato pure che se diamo per buona la massima della Arendt "nessuno ha il diritto di obbedire" se ne dovrà dedurre logicamente che tutti si abbia il diritto a disobbedire.
Per rispondere alla tua domanda quindi, e di riflesso a quel satanasso di Green, dirò intanto che sono un relativista che trova l'assoluto nella ragione, proprio come Einstein lo trovò nella velocità della luce. La ragione naturalmente sarebbe quell'involucro dove dovrebbe trovarsi la capacità raziocinante retta dalla logica. Sono inoltre un anarchico, un ribelle che non riconosce alcun ordine costituito da altri, e nemmeno, eventualmente, da quello formalizzato da altri anarchici nei loro vari scritti ... diciamo che mi piace Fabrizio De André ... Conseguentemente sono per forza di cose un fuorilegge e in un certo senso rappresento la "materia oscura" del sistema società. Non che io sia necessariamente un contravventore tout court perché non corrisponde a questo il mio senso per la vita, la mia spiritualità. In questa stessa chiave cioè, se gli indiani nordamericani non capivano perché i bianchi mentissero, nulla toglie che anche loro potessero farlo, almeno in determinate situazioni. Ma evidentemente, a loro vedere, per i bianchi era proprio un vizio. Pertanto, e rispondendo finalmente alla tua domanda, assecondando la mimesi, uno può benissimo imitare il ribelle, il fuorilegge. Ricorda comunque che ho pubblicato l'articolo perché era favorevole alla mia tesi, ma l'articolo a me non dice nulla di nuovo a trent'anni di distanza dalla scoperta dei neuroni specchio ... scoperta scientifica coi tempi della scienza, ma già intuibile da ben prima da parte di persone che avessero l'abitudine di guardarsi attorno. Non so pertanto quali siano le conseguenze sull'etica e sulla politica ventilate dal professore perché non ne fa certo menzione, ma, per dirla alla Virgilio, temo i professionisti e i doni che recano, Cacciari compreso visto che lo nomina. In quanto al "condividuo", manco fosse un sugo da cacciare sulla pasta, non vedo proprio la necessità di tale creazione mentale. Anche perché non dice nulla di nuovo rispetto a un più semplice e comprensibile "l'individuo è egoista e altruista di riflesso". Tra l'altro, alla domanda il noi viene prima dell'io, risponderei perentoriamente no!, e non in modo ambiguo. L'io viene prima del noi perché il dolore dell'altro, per quanto compartecipato, non è il mio, e questo fa tutta la differenza. Concludendo, io propendo sempre per una morale eteronoma; questo naturalmente è da intendersi non come scelta, ma come dato di fatto. Accade del resto anche per la conoscenza. La mia conoscenza non è autonoma, ma, giusto per offrire uno spiraglio alle tue istanze, come si diceva tempo fa con Phil, ognuno ci mette un po' di farina del suo sacco. La mia pretesa quindi, in virtù del traviamento di una mente da correggere, è che non siano i sentimenti, a volte assai bizzarri, a regolare il nostro comportamento, ma la ragione. Il corollario che ne esce dice quindi che la libertà di scelta, fandonia di una mente traviata, non esiste, mentre esiste la possibilità di cambiamento nei comportamenti quando si realizzino nuove consapevolezze. Certo che se uno invoca Dio o un alieno come creatore dell'umano e della sua autocoscienza, da ribelle, agnostico, ma soprattutto da rivoluzionario radicale quale mi ritengo, non posso che dire che non ne scorgo ancora la necessità

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 03 Dicembre 2024, 08:14:52 AMSono inoltre un anarchico, un ribelle che non riconosce alcun ordine costituito da altri, e nemmeno, eventualmente, da quello formalizzato da altri anarchici nei loro vari scritti
Potrei dire che hai l animo irrequieto di Billy the kid tanto per rimanere in tema. E io non voglio propio fare la parte di Pat Garret .
Citazione di: daniele22 il 03 Dicembre 2024, 08:14:52 AMLa ragione naturalmente sarebbe quell'involucro dove dovrebbe trovarsi la capacità raziocinante retta dalla logica.
Tagore scriveva ; una mente che è solo logica è come un coltello che è solo lama, fa sanguinare la mano che lo usa.
Che cosa voleva dire? che certo la ragione, la logica , l analisi sono importanti perchè senza di essa come fai a vivere ma noi oltre che fare analisi (analizzare con la logica) abbiamo biosogno di fare sintesi. E per fare sintesi è necessario chiamare in causa la sensibilità  che non sono solo i 5 sensi ma senso come "significato" , senso come "senso di direzione" e senso come "sentire interiore" che in mancanza di altri termini io chiamo "sentimento".
Citazione di: daniele22 il 03 Dicembre 2024, 08:14:52 AMla libertà di scelta, fandonia di una mente traviata, non esiste, mentre esiste la possibilità di cambiamento nei comportamenti quando si realizzino nuove consapevolezze.
penso di aver ben chiarito che la libertà non vuole dire "sei libero di fare tutto quello che vuoi" ma , e riprendendo ancora Rabindranath Tagore ; La libertà che significa unicamente indipendenza è priva di qualsiasi significato. La perfetta libertà consiste nell'armonia che noi realizziamo non per mezzo di quanto conosciamo, ma di ciò che siamo. fine della citazione e ricomincio io..
La libertà, esattamente come la verità, non è qualcosa che si contempla come facevano gli antichi Greci con i loro discorsoni  ma è qualcosa che si fa. Ancora una volta abbiamo a che fare con l'ortoprassi.
Citazione di: daniele22 il 03 Dicembre 2024, 08:14:52 AMIn quanto al "condividuo", manco fosse un sugo da cacciare sulla pasta, non vedo proprio la necessità di tale creazione mentale. Anche perché non dice nulla di nuovo rispetto a un più semplice e comprensibile "l'individuo è egoista e altruista di riflesso". Tra l'altro, alla domanda il noi viene prima dell'io, risponderei perentoriamente no!, e non in modo ambiguo

il cosidetto "condividuo" o "dividuo" significa, per come io lo capito,  che il prossimo non sei tu che mi stai davanti ma dice che il prossimo sono io nel mio approssimarmi a te.  Non so se è chiaro.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: daniele22 il 03 Dicembre 2024, 08:14:52 AM
@iano
Confesso che la tua immagine "siamo la trasposizione digitale del manicomio che sta là fuori" mi ha fatto proprio ridere: azzeccatissima e tragicomica. Un motivo in più per prendere come faro guida per l'etica la ragione
Però non ricordo di averlo scritto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

@iano
Tuo danno o tuo beneficio, non saprei. Comunque l'hai scritto proprio all'interno di questo topic
@Alberto Knox
Lasciamo Billy kid alla leggenda ... e lasciamo pure Tagore. Comunque, se vuoi seriamente contestarmi dovresti smetterla di prendere a spizzichi e bocconi il mio pensiero cercando di trascinarmi ancora, per esempio, a dover discutere sulla libertà. Dovresti invece contrapporre l'autorevolezza del tuo pensiero che noto essere arroccato nel dover essere. Cosa che io contesto.
Detto questo, la razionalità e le parole che esprime, esternazione dei sentimenti compresa, costituisce il territorio pubblico al quale ci si dovrebbe rivolgere per compiere l'analisi, come tu stesso dici. Non più di una settimana fa però ti dissi che stavi opprimendo il mio senso per la vita, la mia spiritualità. Non essendo uso a contraddirmi a meno di una giusta causa che mi imponga a farlo, penso pertanto di essere uno che tiene in buon conto la sensibilità, mia o altrui, e inoltre comprendo benissimo il tuo pensiero. Tu però parli dei sensi come fossero slegati dai sentimenti. Se così fosse ti troverei in errore. Tale errore potresti scoprirlo solo se avessi analizzato attentamente il linguaggio umano. Come dovrebbe essere noto io sostengo che la cura del fuoco formò la morfologia (semantica compresa) e la sintassi della lingua umana senza che noi ce ne dessimo proprio conto. Detta cura, se analizzata, mette ben in evidenza il dualismo voluttuario/necessario in cui si sviluppa tutto il percorso storico dell'esistenza umana da quando se ne abbia memoria. Probabilmente pure in altre specie, viste da noi, sarebbe rintracciabile tale dualismo, ma saremmo solo noi ad avere ritualizzato la cura del fuoco. Saresti dunque in errore perché è proprio dai sensi che in origine noi si percepisce malessere o benessere. Ed è grazie alla libertà (fantasia) compositiva a cui si presta la nostra lingua razionale che un giorno saremmo approdati a comporre storie, miti e sentimenti. Non che io pretenda di detronizzarli, però, in senso etico/morale, mi viene a mente l'orazione funebre di Marcantonio "il male che gli uomini fanno sopravvive loro, il bene viene spesso sepolto con le loro ossa". Ma questa formula vale pure al contrario dico io: il bene che gli uomini fanno sopravvive loro, il male viene spesso sepolto con le loro ossa. E allora cos'è tutto questo starnazzare?
La sintesi mi chiedi. Io te l'ho già detta la mia sintesi: ci sono almeno due ostacoli etc etc, così come detto nel mio post numero 22. O sei in grado di contestare questo o non andiamo da nessuna parte.
In sintesi ancora e riallacciandomi al pensiero di Ratzinger esposto in Tematiche filosofiche - Psicanalisi - post 217 dico semplicemente questo: La mia ragione mi suggerisce che un mondo fondato sul dover essere è pura follia, qualcosa di irrealizzabile se non con la costrizione più o meno violenta (vedi ddl 1660 o nuovo codice stradale tanto per dire) o con l'intruppamento della volontà, cosa quest'ultima che a me sembra essere la via perseguita anche dall'attuale "sinistra", a suo modo ovviamente che sarebbe quello di addolcirti la pillola, vedi amore, bellezza e amenità. Questo non esclude che nel mio mondo debba comunque esercitarsi un quantum di dover essere in connessione con le esigenze della comunità, ma esclude senza dubbio alcuno che il dover essere ne sia il fondamento; insomma, non desidero attingere il cibo da questa merda di società ... Toh!! Prendete e mangiatene tutti, a me questa roba fa schifo

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 11 Dicembre 2024, 12:03:55 PMQuesto non esclude che nel mio mondo debba comunque esercitarsi un quantum di dover essere in connessione con le esigenze della comunità, ma esclude senza dubbio alcuno che il dover essere ne sia il fondamento
questa è la tua conclusione perchè dovrei insistere a controbatterla?

 Detta così sembra che questo "dover essere" sia sinonimo di costrizione , cioè io mi costringo ad agire in conformita con una certa etica morale autonoma o eteronoma che sia. Non è questo che ho presentato io però. Se torniamo all imperativo categorico esso non dice nient altro che quello che la legge morale dice dentro di te. Sei tu a decidere cosa scegliere non c'è una costrizione se sei tu a formulare la legge alla quale ti adegui. Ma avevamo detto niente più kant quindi non voglio contestare niente. Cosa devo contestare? contesto che il fondamento dell etica lo riponi nella ragione e nella logica questo è ovvio per quanto concerne la mia impostazione filosofica non posso fare altrimenti. La logica è come il calcolo e il calcolo , lasciato a se stesso, ti trasforma in calcolatore. Per la logica è ragionevole far fuori un competitore se il propio imperativo logico è fondato sull io. Il lavoro piu stupefacente dell universo non sono due occhi che brillano di intelligenza e di logica ma il lavoro piu stupefacente sono due occhi che brillano di intelligenza , di bontà e gentilezza.  Esistono persone così? poche ma io le ho viste ed è per loro che io voglio continuare a crederci.

daniele ha scritto:
 "A mio giudizio ci sarebbero almeno un paio di cose che sarebbero d'ostacolo all'attuazione di un'etica più "sana" di quella che da sempre viviamo. Con buona pace dei filosofi che fino ad oggi si sono cimentati nell'impresa, il primo ostacolo sarebbe dovuto alla presenza di ciò che noi chiamiamo il "dono" dell'autocoscienza che tanti pomi avvelenati produsse e produce ancor oggi tanto da chiedersi se si tratti più di una malagrazia che di un dono, e il secondo dall'istituto della proprietà privata che sicuramente favorirebbe il "mors tua vita mea" .

Chi è che chiama dono l autocoscenza? ho sentito persone chiamare dono la vita ma non l autocoscienza anche perchè sarebbe poco saggio, non è ancora chiaro se possiamo definire autocoscienza autentica o coscienza simulata quella che crediamo essere autocoscienza. Ma anche se fosse di regalato non c'è niente, tutto è frutto di evoluzione e di lavoro. Avremmo potuto anche avere le ali allora avremmo detto , grazie al dono delle ali...?
Per quanto riguarda la propietà privata essa è nata il primo istante incui l'uomo tracciò il primo confine con un bastone solcando il terreno con una linea. è naturale  stabilire le zone di pertinenza, questa è casa mia e non è anche casa tua perchè se no chi ti impedisce di parcheggiare la tua macchina nel mio garage mentre io sono a lavoro? se ricordo bene eliminare la propietà privata era un sogno dei comunisti di prima generazione.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 11 Dicembre 2024, 23:32:20 PMquesta è la tua conclusione perchè dovrei insistere a controbatterla?

 Detta così sembra che questo "dover essere" sia sinonimo di costrizione , cioè io mi costringo ad agire in conformita con una certa etica morale autonoma o eteronoma che sia. Non è questo che ho presentato io però. Se torniamo all imperativo categorico esso non dice nient altro che quello che la legge morale dice dentro di te. Sei tu a decidere cosa scegliere non c'è una costrizione se sei tu a formulare la legge alla quale ti adegui. Ma avevamo detto niente più kant quindi non voglio contestare niente. Cosa devo contestare? contesto che il fondamento dell etica lo riponi nella ragione e nella logica questo è ovvio per quanto concerne la mia impostazione filosofica non posso fare altrimenti. La logica è come il calcolo e il calcolo , lasciato a se stesso, ti trasforma in calcolatore. Per la logica è ragionevole far fuori un competitore se il propio imperativo logico è fondato sull io. Il lavoro piu stupefacente dell universo non sono due occhi che brillano di intelligenza e di logica ma il lavoro piu stupefacente sono due occhi che brillano di intelligenza , di bontà e gentilezza.  Esistono persone così? poche ma io le ho viste ed è per loro che io voglio continuare a crederci.

daniele ha scritto:
 "A mio giudizio ci sarebbero almeno un paio di cose che sarebbero d'ostacolo all'attuazione di un'etica più "sana" di quella che da sempre viviamo. Con buona pace dei filosofi che fino ad oggi si sono cimentati nell'impresa, il primo ostacolo sarebbe dovuto alla presenza di ciò che noi chiamiamo il "dono" dell'autocoscienza che tanti pomi avvelenati produsse e produce ancor oggi tanto da chiedersi se si tratti più di una malagrazia che di un dono, e il secondo dall'istituto della proprietà privata che sicuramente favorirebbe il "mors tua vita mea" .

Chi è che chiama dono l autocoscenza? ho sentito persone chiamare dono la vita ma non l autocoscienza anche perchè sarebbe poco saggio, non è ancora chiaro se possiamo definire autocoscienza autentica o coscienza simulata quella che crediamo essere autocoscienza. Ma anche se fosse di regalato non c'è niente, tutto è frutto di evoluzione e di lavoro. Avremmo potuto anche avere le ali allora avremmo detto , grazie al dono delle ali...?
Per quanto riguarda la propietà privata essa è nata il primo istante incui l'uomo tracciò il primo confine con un bastone solcando il terreno con una linea. è naturale  stabilire le zone di pertinenza, questa è casa mia e non è anche casa tua perchè se no chi ti impedisce di parcheggiare la tua macchina nel mio garage mentre io sono a lavoro? se ricordo bene eliminare la propietà privata era un sogno dei comunisti di prima generazione.
Alla tua prima domanda rispondo: perché dovresti in primo luogo capire che la tua posizione di pensiero è semplicemente sbagliata sul piano della ragione rispetto a quello che io immagino sia il tuo desiderio, ma posso anche sbagliarmi.
La tua legge morale la cui ambizione è divenire legge universale non è sicuramente costrittiva per te, ma è costrittiva verso di me, a meno che non sia ecumenica tanto da comprendere pure la mia. Io sono invece giunto all'ecumenismo imponendo la legge universale: agite sempre assecondando il vostro tornaconto ... e aggiungo ora ... e vedrete che tutto si risolve come per magia quando vi renderete conto che la proprietà privata è l'ostacolo da superare perché si riduca il conflitto. Questo non significa eliminare la proprietà privata. Significa porre una prospettiva. Significa iniziare un processo di riconversione economica che apre a nuovi orizzonti di ricerca e di iniziative politiche in cui la proprietà privata (il capitale) è destinato a insufflare l'energia sufficiente per giungere a finalizzare questa nuova conversione.
Tutto questo discorso è in subordine al "Se vuoi questo, devi fare in tal modo", che rimanda all'imperativo categorico: ¿Se vuoi questo, la tua legge morale che desideri divenga legge universale ... cos'e che vuole? Se vuoi la guerra, agisci in un modo, il tuo; se vuoi la riappacificazione agisci col mio: assecondando il tuo tornaconto superando però la questione del capitale. Non ci sono grigi, si tratta proprio di manicheismo allo stato puro.
Il resto del tuo discorso è sofistica di bassa lega e non merita replica perché dimostra assoluta ignoranza da parte tua nei miei confronti; e questo non può essere vero. Se vuoi controbattermi filosoficamente devi andare sul linguaggio, su cosa significhi autocoscienza

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 12 Dicembre 2024, 08:52:16 AMSe vuoi controbattermi filosoficamente devi andare sul linguaggio, su cosa significhi autocoscienza
prima mi dovrai dimostrare di avere autocoscienza e non una coscienza simulata. Solo allora comincerò a parlare di autocoscienza.
Citazione di: daniele22 il 12 Dicembre 2024, 08:52:16 AMTutto questo discorso è in subordine al "Se vuoi questo, devi fare in tal modo", che rimanda all'imperativo categorico:
No Daniele questo in kant rimanda all imperativo ipotetico. vuoi laurearti? allora devi studiare. Vuoi comprare una casa? allora devi lavorare. Kant pone dunque un netto distacco fra i desideri dell io che rispondo all imperativo ipotetico al "devi" dell imperativo categorico , il quale risponde alla legge morale. Per kant questa legge siamo noi stessi a formularla , adeguandoci a tale legge la volontà rimane libera perchè siamo noi stessi ad aver formulato la legge alla quale ci adeguiamo.
Citazione di: daniele22 il 12 Dicembre 2024, 08:52:16 AMQuesto non significa eliminare la proprietà privata. Significa porre una prospettiva. Significa iniziare un processo di riconversione economica che apre a nuovi orizzonti di ricerca e di iniziative politiche in cui la proprietà privata (il capitale) è destinato a insufflare l'energia sufficiente per giungere a finalizzare questa nuova conversione.
tutto molto bello , lo dice anche Telmo Pievani, purtroppo la logica dell economia ha tutta un altra prospettiva, sono più libere le merci di circolare che non gli esseri umani. A questo punto siamo arrivati.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 12 Dicembre 2024, 11:05:36 AMprima mi dovrai dimostrare di avere autocoscienza e non una coscienza simulata. Solo allora comincerò a parlare di autocoscienza.No Daniele questo in kant rimanda all imperativo ipotetico. vuoi laurearti? allora devi studiare. Vuoi comprare una casa? allora devi lavorare. Kant pone dunque un netto distacco fra i desideri dell io che rispondo all imperativo ipotetico al "devi" dell imperativo categorico , il quale risponde alla legge morale. Per kant questa legge siamo noi stessi a formularla , adeguandoci a tale legge la volontà rimane libera perchè siamo noi stessi ad aver formulato la legge alla quale ci adeguiamo.tutto molto bello , lo dice anche Telmo Pievani, purtroppo la logica dell economia ha tutta un altra prospettiva, sono più libere le merci di circolare che non gli esseri umani. A questo punto siamo arrivati.
Testa dura cuore tenero? Vai a sapere. Non so se la tua capraggine sia vera, simulata oppure se mi sfuggano i tuoi scopi dato che non posso per certo saperli; due belle parole non palesano certo l'intenzione di chi le dice ... il diavolo veste Prada ... Dovresti comunque essere più accorto e rileggere meglio quello che avevo scritto. Soprattutto perché in Italia più di un terzo della popolazione è analfabeta funzionale. In ogni caso, quando mi spiegherai cosa significhi che io debba dimostrare di non avere una coscienza simulata, forse, e dico forse perché nemmeno volevo replicare a questo tuo ultimo intervento, forse appunto ti spiegherò come l'imperativo categorico sia nulla più di un caso particolare dell'imperativo ipotetico. Una costruzione da topi di biblioteca, da menti umancelesti in ultima analisi. Non mi associare poi a Telmo Pievani per favore, non me lo nominare proprio, primo perché mi sta antipatico, ma sopratutto perché dubito assai che uno che pensa al linguaggio come a un'invenzione possa sposare le mie idee. Cacciari forse; anzi, dopo avere capito che non leggerò il suo "Metafisica concreta", troppo impegnativo per i miei gusti (mi sono bastate le prime cinque pagine, ho finito il primo capitolo comunque), chiedo a Koba e a Ipazia che hanno letto il testo se in questo vi si parli di etica. Dato che il libro me l'hanno regalato mi impegnerei anche a tradurre, come già sottolineò donna Ipazia e se lo dice lei figuriamoci io, parti di questo ... non troppo lunghe però, punti problematici insomma

Alberto Knox

Quello che ti ho chiesto non c entra niente con il discorso, mi interessava solo sapere cosa rispondevi. Ad ogni modo la risposta esatta è che nessuno può dimostrare ad un altra persona di avere autocoscienza. 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 12 Dicembre 2024, 18:20:25 PMQuello che ti ho chiesto non c entra niente con il discorso, mi interessava solo sapere cosa rispondevi. Ad ogni modo la risposta esatta è che nessuno può dimostrare ad un altra persona di avere autocoscienza.
Ovvio, ogni conoscenza fondata sul linguaggio è metafisica. Poi però c'è metafisica che si confronta con la realtà linguistica condivisa e quella che invece è campata per aria e trova vaghe alleanze che stanno assieme più o meno per interessi materiali, vedi imperativo categorico su misura e non per tutti. Alberto, questa discussione con te mi sta annoiando. Non mi dici nulla di quello che già conosco, mentre tu non ti interessi affatto delle mie balzane idee che non comprendi. Sai benissimo che tutti e due desideriamo un mondo migliore, ma tu stai posato nel tuo assolutismo personale che è quello di un mondo che è già oltre il suo tramonto. Non vedo altro che concludere il dialogo

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