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Ordine e Disordine

Aperto da viator, 19 Dicembre 2020, 14:46:38 PM

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Ipazia

Ordine e disordine sono concetti antropologici duramente piegati dal bias ideologico che li declina. Come in ogni concetto bisogna definire fin da subito il contesto ontologico/epistemico/etologico in cui li si usa.

Nell'invito al viaggio dai Fleurs du mal vi è una cadenza: Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.


Di che ordine parla Baudelaire ? non certo quello di un inquisitore fondamentalista o un dittatore fascista.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

davintro

Non vedo creazionismo ed evoluzionismo come tesi tra loro contrapposte, una volta che si riconosce la distinzione tra piano metafisico e piano fisico che evita la sovrapposizione di prospettive, che invece possono convivere in quanto applicabili a diversi livelli del reale. Il creazionismo non è in antitesi con l'evoluzionismo se inteso come tesi filosofica/teologica e non scientifica, nell'accezione delle scienze naturali. Il piano metafisico è quello entro cui cui collocare il principio creatore divino della Causa prima, il piano fisico quello delle cosiddette "cause seconde" indagabili naturalisticamente, che governano le leggi dell'evoluzione. Si può cioè tranquillamente ammettere l'esistenza di un Dio creatore come ipotesi che risponde alla domanda sull'origine della realtà intesa nella sua generalità, che poi delega a delle leggi biologiche il "compito" di definire le condizioni entro cui una certa forma di vita possa adattarsi al punto da attualizzare la sua esistenza, cioè le corrispondenze tra un certo complesso di fattori ambientali e lo sviluppo di una certe specie biologica. Pensare che la questione sul "come", sulle condizioni necessarie all'attualizzarsi dell'idea di una certa specie sia vincolante per quella sull'origine, sul Principio primo che non rimanda a princìpi ulteriormente preesistenti ad esso, sarebbe come, per fare un esempio, pensare che si possa rispondere al perché io abbia deciso di mettermi a cucinare per degli ospiti, parlando della ricetta che avrei seguito per preparare il cibo: una è la questione della prima spinta del cucinare, che sarebbe di natura psicologica/motivazionale (la volontà di far una bella  impressione agli gli ospiti), altra quella dei mezzi necessari per la realizzazione dell'intento, mezzi che però non possono rispondere alla domanda sul punto di partenza dell'intento. Dio risponde alla domanda sul perché l'Universo esista, l'evoluzione risponde a quella sul come, una volta riconosciuta l'esistenza dell'Universo, le varie forme di vita si sarebbero sviluppate. Una volta distinti questi due piani cade, direi, anche la contrapposizione tra ordine e caos: si può ammettere l'esistenza di una Mente divina onnisciente creatrice che avrebbe sin dall'eternità la visione sovratemporale di un piano complessivo sul destino dell'universo, la cui realizzazione sarebbe poi progressivamente svolta sulla base delle leggi dell'evoluzione, la cui casualità sarebbe solo apparente, solo relativamente ai limiti della conoscenza umana, inadeguata ad accedere allo stesso livello di pura spiritualità del pensiero divino, ma che invece dal punto di vista di tale pensiero divino, non sarebbe casuale ma esprimente un Disegno preesistente, un pò come il risultato del lancio dei dadi, che apparirebbe frutto del caso solo per la nostra mente, incapace di calcolare la traiettoria del lancio e di indovinare la serie dei rimbalzi il cui complesso determina il modo in cui i dadi si fermano, mentre non sarebbe affatto casuale per una mente divina capace di intuire la risultante della serie delle "microcause". Ma in realtà, anche volendo tralasciare il piano metafisico, l'ipotesi del caso sarebbe assolutamente distruttiva per la scienza naturale stessa e la teoria dell'evoluzione. Se l'obiettivo di ogni scienza, ricordava Aristotele, è l'essere "sapere di cause", allora il caso, cioè l'arbitrio totale di ogni rapporto causa-effetto, segnerebbe l'impossibilità di ogni tentativo di individuare delle leggi entro cui la natura possa essere, entro certi limiti, studiata e resa oggetto di previsione. Se l'evoluzionismo implicasse la casualità, non avrebbe senso parlare di "leggi" dell'evoluzione, cioè non avrebbe senso considerare l'evoluzione come teoria scientifica: l'idea del caso dovrebbe essere vista col fumo negli occhi dal fisico non meno che dal metafisico o dal teologo.


Evoluzionismo e creazionismo possono entrare in conflitto solo intendendo il secondo come tesi fondata sull'interpretazione letterale delle Sacre Scritture, tipica di alcune confessioni protestanti come gli Evangelici, non è un caso si tratti di una diatriba tipicamente americana, mentre la Chiesa Cattolica, filosoficamente ben più "scafata" di groppuscoli staunitensi stante il suo millenario retaggio di tradizione culturale, già da moltissimo tempo ha correttamente riconosciuto l'evoluzionismo come teoria scientifica non antitetica alla dottrina teologica, distinguendo il piano ontologico entro cui esso sarebbe legittimo, distinto da quello inerente la teologia. E del resto la stessa interpretazione letterarie delle Scritture l'ho sempre trovata incompatibile con l'idea stessa della Trascendenza, in quanto, riconosciuta la parola di Dio come inadeguabile per la comprensione umana, perché ad essa infinitamente superiore, sarebbe assurdo pensare possa essere intesa semplicemente associando il linguaggio umano, fatto di segni fisici, della Scrittura con significati spirituali costituenti il sapere divino. Chi pensa di poter comprendere Dio letteralmente in base a segni umani finisce con l'immanentizzarlo, tradendo l'assunto trascendentista che si vorrebbe sostenere.

Ipazia

Citazione di: davintro il 21 Dicembre 2020, 17:21:19 PM
Se l'evoluzionismo implicasse la casualità, non avrebbe senso parlare di "leggi" dell'evoluzione, cioè non avrebbe senso considerare l'evoluzione come teoria scientifica: l'idea del caso dovrebbe essere vista col fumo negli occhi dal fisico non meno che dal metafisico o dal teologo.

Non necessariamente: i grandi sauri avevano seguito un "ordine evolutivo" basato sulla forza fisica, la massa e formidabili armi di offesa per conquistare l'apice della catena alimentare, ma non avevano fatto i conti, e neppure il loro dna, con il cataclisma che li estinse modificando radicalmente l'ecosistema a vantaggio di altre forme evolutive.

Come compresero gli antichi non condizionati da alcun Libro, caso e necessità, tike e ananke, governano il mondo e determinano, per le più disordinate, imprevedibili vie, l'ordine vigente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Davintro. E' chiaro che creazionismo ed evoluzionismo possono andare d'accordissimo accettando l'ipotesi di un Dio creatore che si sia dedicato solamente agli aspetti più originari (materia, energia, tempo, spazio) poi - giunto al fenomeno vita - si sia limitato ad mpostare le cause seconde ed ulteriori, imprimendo loro un "automatico" andamento evoluzionistico.



Ma io mi sono soffermato sulle cause "prime" (precedenti alla comparsa della vita) nello sviluppare i miei ragionamenti circa un eventuale "ordine" inziale dipendente dalla originaria e creatrice volontà divina. Se c'è stata creazione divina che abbia incluso anche una intenzione evoluzionistica..........ovvio che anche l'evoluzione risulterebbe fenomeno generato da una volontà di dare un certo preciso ordine al mondo.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#19
Per Davintro. La casualità entra in gioco non solo in biologia e nelle teorie evoluzionistiche ma anche nella fisica quantistica. Su quest'ultima però non so granchè. Sono più preparato sulle teorie evoluzionistiche. Il gioco della vita, il suo disordine e la sua casualità derivano da una legge molto razionale, ovvero da un "eccesso di possibilità" che rende la vita più probabile. E' per questo motivo che, ad esempio, l'uomo spinge nell'utero della donna non un solo spermatozoo ma milioni, fra i quali, casualmente solo uno (al massimo 2-3) riesce a raggiungere l'ovulo e a fecondarlo.
In un certo periodo della vita sulla terra vi sono state presenti contemporaneamente, non una, ma quattro specie di primati superiori, homo sapiens (che poi ha preso il sopravvento), homo neanderthalensis, homo floriensis e homo denisoviani. Tutte avevano appreso una tecnologia per cacciare, cucinare, trasportare e tutte avevano appreso una rudimentale simbologia e culto dei morti. Nel nostro sangue caucasico vi sono ancora residui di homo neanderthalensis e denisoviani mentre manca homo floriensis, con il quale, evidentemente non ci sono stati accoppiamenti (anche perchè era alto circa un metro e quindi non proprio attraente, a meno che non si fosse pedofili ante litteram). L'homo sapiens puro, senza che vi sia stata una mescolanza genetica, è l'homo sapiens con la colorazione della pelle nera, ovvero coloro che rimasero in Africa, mentre quelli che si spostarono verso l'Asia e l'Europa trovarono queste popolazioni, con le quali era possibile scambiare materiale genetico.
Le stesse mutazioni genetiche, come insegna il Covid-19, sono continue. Anche il nostro corpo, in questo momento subisce, moltissime mutazioni genetiche che vengono di solito corrette in tempo. Sono il sale della teoria evoluzionistica e sono fondate sul caso. O meglio, ogni mutazione ha una sua causalità e in certi contesti come nel caso dell'esposizione alle radiazioni, la causa è facilmente individuabile. Ma nel contesto evoluzionistico di base non ha senso cercare la causa (pur esistente) della mutazione genetica, proprio perchè la mutazione genetica assicura quel "surplus" di vitalità, che serve ad avere il maggior numero di risposte vitali contro un ambiente che può diventare difficile (arido, con poco ossigeno, con molto ossigeno, ghiacciato, caldissimo, coperto dall'acqua, eccetera).
Esistono due meccanismi nella teoria evoluzionistica che si intrecciano: la selezione naturale, che è stata scoperta da Darwin con i suoi famosi fringuelli (https://it.wikipedia.org/wiki/Fringuelli_di_Darwin), e la mutazione genetica. Due meccanismi indipendenti, relativamente caotici, che servono a contrastare un ambiente non controllabile ed a sua volta caotico, perchè sottoposto a forze che cambiano nel tempo (ad esempio, la terra all'inizio della sua storia ruotava su se stessa in poche ore, mentre nel futuro la rotazione avrà un tempo sempre maggiore e quindi la giornata potrà durare 48 ore, con la necessità che anche gli organismi biologici si dovranno adattare a questo mutamento fisico).
Pertanto applicare le leggi della fisica classica e anche di quella relativistica alla biologia, mi sembra azzardato, perchè rispondono a esigenze e a leggi differenti, per quanto collegate (è proprio la fisica classica, ovvero la progressiva perdita di forza del moto rotatorio della terra, a rendere necessario uno sviluppo casuale della vita, perchè lo sviluppo casuale permette più soluzioni, ad uno sviluppo rigido e eterodeterminato.
Sulla compatibilità Dio-Evoluzionismo, credo che non ci sia incompatibilità, ma ci sono domande di un certo peso che rendono difficoltoso coltivare una pacifica coesistenza fra i due.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Donalduck

#20
Citazione di: viator il 19 Dicembre 2020, 14:46:38 PM
Vorrei conoscere vostri eventuali pareri circa la doppia identificazione che ho appena fatto tra CREAZIONISMO basato sull'ORDINE e/o EVOLUZIONISMO basato sul DISORDINE.

Io direi che il tema ordine e disordine è centrale nella contrapposizione delle due tendenze, e che la differenza fondamentale consiste nel fatto che l'evoluzionismo darwiniano (più che altro la visione del mondo che sottende) ritiene che l'ordine derivi "per caso" (e soprattutto senza una causa finale) dal disordine, mentre il creazionismo (quello minimamente serio che non tira in ballo grotteschi personaggi barbuti che propinano comandamenti) ritiene che l'evoluzione consista nell'ordine che si insinua nel caos intenzionalmente, ossia per sua intrinseca tendenza (volontà), trasformandolo.


In realtà questa forma di creazionismo filosoficamente serio (ossia che non si appoggia su miti religiosi) si chiama tesi del piano intelligente (intelligent design) che evita ogni congettura su quale sia la natura della forza creatrice (e del piano stesso), ma non la considera comunque riducibile alle sole leggi fisiche (quelle attualmente conosciute dalla scienza fisica), mentre (almeno in alcune correnti di pensiero) tende a considerare coscienza, finalità e volontà come ingredienti basilari della realtà nel suo insieme, al pari (ma non necessariamente sullo stesso piano) delle leggi fisiche.


In sostanza la matrice ideologica tipica del darwinismo attribuisce capacità creative al caos stesso (pur ammettendo, inevitabilmente ma incongruamente, l'esistenza di leggi fisiche che sono già generatrici d'ordine, quindi ordine esse stesse), ossia la capacità di auto-ordinarsi, mentre il disegno intelligente postula la non riducibilità, la non derivabilità "spontanea" dell'ordine dal disordine, la negazione che l'ordine sia in qualche modo già intrinseco nel disordine.

viator

Salve donalduck. Citandoti : "In realtà questa forma di creazionismo filosoficamente serio (ossia che non si appoggia su miti religiosi) si chiama tesi del piano intelligente".Scusa ma come farebbe un creazionismo (causa prima) a risultare "pianificato" ed "intelligente"......visto che pianificazione ed intelligenza risulterebbero concetti inesorabilmente successivi, posteriori, effettuali, rispetto alla causa che li crea ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: Donalduck il 21 Dicembre 2020, 19:32:45 PM
In sostanza la matrice ideologica tipica del darwinismo attribuisce capacità creative al caos stesso (pur ammettendo, inevitabilmente ma incongruamente, l'esistenza di leggi fisiche che sono già generatrici d'ordine, quindi ordine esse stesse), ossia la capacità di auto-ordinarsi, mentre il disegno intelligente postula la non riducibilità, la non derivabilità "spontanea" dell'ordine dal disordine, la negazione che l'ordine sia in qualche modo già intrinseco nel disordine.

Io invece osservo che la matrice ideologica tipica dei metafisici attribuisce la propria concezione di ordine e disordine ad un'evoluzione naturale che non sa che farsene di tali bias concettuali tipicamente antropologici.

Che il caos sia creativo lo dimostra la sovrappopolazione umana e il disordine che essa produce a partire da un, se vogliamo "ordinato" in quanto "riproducibile", meccanismo biologico di fecondazione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Donalduck

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2020, 21:02:11 PM
Salve donalduck. Citandoti : "In realtà questa forma di creazionismo filosoficamente serio (ossia che non si appoggia su miti religiosi) si chiama tesi del piano intelligente".Scusa ma come farebbe un creazionismo (causa prima) a risultare "pianificato" ed "intelligente"......visto che pianificazione ed intelligenza risulterebbero concetti inesorabilmente successivi, posteriori, effettuali, rispetto alla causa che li crea ?. Saluti.
Che pianificazione e intelligenza abbiano "una causa che li crea", e in particolare una causa "materiale" o fisica, è appunto quello che creazionismo e tesi del piano intelligente negano. In questa visione coscienza, intelligenza e finalità sono almeno altrettanto (o più) fondamentali di ciò che per i materialisti (o come li vogliamo chiamare) è "la realtà", l'unica realtà, ossia il mondo esterno, intersoggettivo che percepiamo.


Nella mia visione, vicina a quella del piano intelligente ma agnostica per tutto ciò che riguarda la "natura ultima", coscienza (e intelligenza e finalità) sono una delle due facce inscindibili di una realtà di cui la materia è l'altra faccia (come in un foglio o una moneta). Quindi se mai ci fosse una ulteriore "causa prima" starebbe decisamente al di fuori delle nostre possibilità di conoscenza razionale e di speculazione. Ma in realtà trovo intrinsecamente incongruo il concetto di "causa prima", dato che ogni causa rimanda a un'altra causa all'infinito, e qualunque attribuzione dell'attributo "prima" non può che essere arbitraria. Come sarebbe individuabile e riconoscibile un ipotetico ente privo di causa? Si può solo "dichiararne" l'esistenza per arbitrario decreto, ma senza che nessuno possa avvalorare e legittimare questo decreto.

bobmax

#24
Citazione di: Donalduck il 21 Dicembre 2020, 19:32:45 PM
In realtà questa forma di creazionismo filosoficamente serio (ossia che non si appoggia su miti religiosi) si chiama tesi del piano intelligente (intelligent design) che evita ogni congettura su quale sia la natura della forza creatrice (e del piano stesso), ma non la considera comunque riducibile alle sole leggi fisiche (quelle attualmente conosciute dalla scienza fisica), mentre (almeno in alcune correnti di pensiero) tende a considerare coscienza, finalità e volontà come ingredienti basilari della realtà nel suo insieme, al pari (ma non necessariamente sullo stesso piano) delle leggi fisiche.

In sostanza la matrice ideologica tipica del darwinismo attribuisce capacità creative al caos stesso (pur ammettendo, inevitabilmente ma incongruamente, l'esistenza di leggi fisiche che sono già generatrici d'ordine, quindi ordine esse stesse), ossia la capacità di auto-ordinarsi, mentre il disegno intelligente postula la non riducibilità, la non derivabilità "spontanea" dell'ordine dal disordine, la negazione che l'ordine sia in qualche modo già intrinseco nel disordine.

Concordo.

Tuttavia, il limite del creazionismo è a mio parere proprio in quella "intelligenza" da cui dovrebbe scaturire la creazione.
Un'intelligenza perciò preesistente a se stessa. Alla propria manifestazione.

Mentre l'evoluzionismo non si avvede dell'assurdità della pretesa di accettare razionalmente, cioè come logicamente ammissibile, l'attualizzazione del caso!

Di considerare cioè il caso come una costante presenza attiva quale motore creativo, senza avvedersi dell'enormità che questo comporta per lo stesso pensiero razionale.

Il caso è l'irrompere del Caos nel Cosmo!
Altro che disordine...
Il disordine è sempre disordine di qualcosa.
Qualcosa che potrebbe essere... in ordine.
Mentre il Caos è la dissoluzione di ogni qualcosa, di ogni concretezza, di ogni possibilità di comprendere alcunché.

Eppure il creazionismo e l'evoluzionismo potrebbero fondersi...
Se solo focalizzassero ciò che davvero importa.
Cosa importa di questa nostra vita?

Non è forse l'amore?
E non è l'amore l'autentica libertà, che non può sottostare ad alcuna legge se non se stessa?

Quindi creazione dovuta al Caos.
Non è forse il caso l'unica possibile libertà?
Quindi Amore assoluto, che genera proprio come atto d'amore ogni intelligenza.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Donalduck

Citazione di: bobmax il 22 Dicembre 2020, 17:39:27 PM
Tuttavia, il limite del creazionismo è a mio parere proprio in quella "intelligenza" da cui dovrebbe scaturire la creazione.
Un'intelligenza perciò preesistente a se stessa. Alla propria manifestazione.
Non c'è "preesistente". La manifestazione-interpretazione, relazione tra soggetto e oggetto e da considerarsi insieme a questi ultimi uno degli aspetti irrinunciabili di qualunque realtà. Voler stabilire delle priorità o addirittura un cronologia è come parlare del sesso degli angeli o dei sassi. Come ho già rimarcato, è futile andare alla ricerca di una "causa prima" o di un "principio universale" o "fondamenti ultimi", se anche avessero qualche forma di esistenza non sarebbero alla portata della nostra conoscenza simbolica (mentale). Possiamo prendere atto di quel che in qualche modo percepiamo (in un modo o nell'altro) e farcene una mappa, rappresentarlo come un sistema ordinato. Tutto il resto è fantasia, che non è detto che non abbia qualche significato e valore, ma non è suscettibile di discussione.
Citazione
Eppure il creazionismo e l'evoluzionismo potrebbero fondersi...
Un evoluzionismo mondato dei suoi aspetti riduzionistici è senz'altro accettabile, anche utile a dare una direzione alle nostre azioni non puramente egoiche. E anche il concetto di caso, inteso in tutto ciò che accade al di là di ciò che è in qualche modo pianificato ha certamente un valore che non può essere disconosciuto. Basta che non diventi quella specie di jolly farlocco che i darwinisti (e più in generale i materialisti-fisicisti) usano per designare ciò che non capiscono e vogliono dar ad intendere di capire. In effetti la realtà sia fisica che psichica, ci appaiono come un miscuglio, un intreccio di ordine e disordine, finalità e casualità, che concorrono a formare la trama della realtà che conosciamo.
Citazione
Se solo focalizzassero ciò che davvero importa.
Cosa importa di questa nostra vita?
Non è forse l'amore?
E non è l'amore l'autentica libertà, che non può sottostare ad alcuna legge se non se stessa?
Qui siamo all'espressione di tipo poetico, che però non è agganciabile a una discussione razionale. Comunque, francamente, anche prendendo le tue parole come suggestione, non mi suggeriscono nulla. L'amore è un grande mistero, e definirlo è impossibile. Per di più con questa parola vengono designate cose molto diverse, quindi resta un termine piuttosto ambiguo. Comunque non vedo come si inserisca in questa discussione. E non mi sembra che per molti sia quel che più conta, la maggioranza preferisce il potere.

Ipazia

Nessun naturalista mischia il caso con lo sviluppo dell'intelligenza. Solo le caricature polemiche sul darwinismo lo fanno.

L'intelligenza ha una causa materiale (per dirla aristotelicamente) dato dalla presenza di un sistema nervoso centrale che nel corso dell'evoluzione ha acquisito una complessità sempre maggiore - funzionale all'attività di organismi sempre più complessi - fino all'autocoscienza. Lo sviluppo delle facoltà cognitive è un fattore di sopravvivenza in una realtà naturale dove regna - per necessità che non necessita di alcun imprimatur sovrannaturale - il bellum omnium contra omnes, nella cui tenzone ci sono vincitori e vinti. Dato di fatto che il darwinismo chiama: selezione naturale.

L'intelligenza di una specie appartiene al suo patrimonio genetico finalizzato, a sua insaputa, alla sopravvivenza. Così come le zanne e artigli, che la specie umana ha imparato a sconfiggere attraverso l'arma poderosa evolutiva dell'intelligenza, creandosene di artificiali, ancor più micidiali di quelli naturali. Qui sì c'è trascendenza rispetto alla natura e alla legge ordinata regola dell'ereditarietà genetica, ma totalmente immanente nella sua dimostrabile causalità efficiente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2020, 15:49:49 PM
Salve anthonyi. Citandoti : "Anche nella definizione che dai, Viator, è evidente la dipendenza del concetto di ordine dal nostro episteme, siamo noi che attribuiamo l'ordine alle cose, per questo la differenza tra ordine e disordine dipende solo da noi. E allora in che modo questa implicherebbe considerazioni sull'origine del tutto, visto che noi siamo venuti dopo. Anche il disordine  necessita di una causa originaria come l'ordine, sempre ammesso che tu ritenga che l'ordine la necessiti".



Certo, ma se l'ipotesi da me posta (e che tu, presumo, consideri veritiera) è quella creazionistica, essa necessariamente presuppone la preesistenza di una volontà (intesa come "intenzione intelligente, finalistica, quindi ordinata di Dio") precedente alla nostra comparsa, alla nostra intelligenza, alla nostra volontà, al nostro concetto di "ordine".


Infatti, non essendo io un credente, io non credo a tale ipotesi, quindi trovo che il concetto di ordine sia un parto (appunto concettuale) esclusivo della mente umana. Saluti.

Ciao Viator, non vedo come sarebbe possibile che una persona come me, che usa e crede nel metodo scientifico, possa considerare il creazionismo anche solo una ipotesi scientifica. Ricordo che una volta venni fermato da alcuni Testimoni di Geova che provarono a spiegarmi le fasi della "Creazione" che mettono al penultimo posto la creazione degli animali domestici e all'ultimo l'uomo.
Nella mia logica ingenuità io facevo loro notare che gli animali domestici sono tali perché vivono vicino all'uomo, e quindi come è possibile che possano essere definiti domestici prima della creazione dell'uomo ?
Naturalmente il tuo collegamento creazionismo-essere intelligente originario è corretto, ma non attiene alla mia osservazione sul rapporto ordine-creazionismo. L'esistenza di un ordine riconosciuto nel mondo reale implica un problema di spiegazione di quell'ordine, ma questo è un problema relativo solo a quell'ordine, mentre la tesi creazionista è solitamente intesa in senso universale, e comunque a condizione che per quell'ordine non vi siano spiegazioni adeguate, cioè appaia come un ordine non naturale.
Saluti !

iano

#28
Vediamo il mondo in una gamma di colori limitata rispetto a quelli potenziali, ma le descrizioni del mondo che  meglio funzionano sono in bianco e nero, così nascono ordine e disordine , da una necessità semplificativa che ne renda possibile una narrazione..Le cose si complicano quando questa narrazione viene sacralizzata , anche se non saprei ben dire cosa sia il sacro. Immagino sia qualcosa di indiscutibile, almeno nel medio termine , anche perché se è utile raccontarci storie non possiamo cambiarle in continuazione .
Col tempo comunque di storie ne abbiamo inventate , e diverse convivono , senza che le nuove scalzino necessariamente le vecchie. Naturalmente si può scegliere di aderire ad una o ad altra storia ed è un po' come scegliere in che mondo vivere , più che capire in che mondo viviamo.
Fra l'ordine e il disordine vi è una gamma infinita di colori che se li usassimo tutti perderemmo tutto il tempo a mettere sul tavolo i pastelli e la storia non la scriveremmo mai.
Sinceramente sono sorpreso della lunga vita di quelle storie che sono i testi sacri , e , non avendoli approfonditi , mi chiedo se sia per merito di quelle storie o per demerito degli uomini.
Preferisco comunque quelle storie che hanno forse un fine , ma non una fine, come quella dell'evoluzione, alle quali ogni tanto va' aggiunta una sfumatura, un restauro , un ritocco. Quelle che non finiscono mai.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve iano : Citandoti ; "Le cose si complicano quando questa narrazione viene sacralizzata , anche se non saprei ben dire cosa sia il sacro".

Il sacro sarebbe ciò che non può essere modificato, messo in discussione poiche - facendolo - si metterebbe in pericolo un equilibrio esistente, duraturo e soddisfacente.

La vita delle persone ha bisogno di un qualche genere di sicurezza (illusione) convenzionale per risultare sopportabile, per possedere e mantenere un "senso". Ciò che tenderebbe a demolire, destabilizzare tali sicurezze (esistenti sia a livello individuale che collettivo) viene rifiutato, allontanato, negato, vietato, quindi appunto reso tabù, cioè ciò che sancisce la sacra intangibilità e immodificasbilità delle nostre fedi fondamentali. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.