Ontologia, ovvero come perdersi nel non essere

Aperto da bobmax, 04 Luglio 2024, 06:44:40 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

#45
Citazione di: Koba II il 28 Agosto 2024, 11:12:19 AMÈ poi così fondamentale la differenza tra essere ed essente? Più di quella tra i vari essenti o tra l'essente singolo e il suo concetto?
Se non è fondamentale, è significativa, in quanto tentativo di voler salvare l'essente dalla sua perdita di essenza, facendogli fare un passo indietro, la dove riacquisti la inattaccabilità critica perduta, rinominandolo essere.
In effetti poi io condivido questo schema, solo che dico realtà ciò che diversamente viene detto essere, facendo fare il passo indietro alla realtà, e lasciando in primo piano ciò che dico mondo, fatto di essenti come prodotti del nostro rapporto con la realtà, come  un modo di viverla indirettamente .
Un mondo che finché è rimasto unico è stato facile confondere con la realtà stessa, ma che non possiamo più continuare a confondere dal momento in cui la scienza ci ha presentato i suoi mondi alternativi, che però alcuni continuano ad ignorare in quanto mancanti di evidenza.
Dare importanza prioritaria alla evidenza che gli essenti sembrano possedere, significa di fatto bloccare il processo della conoscenza che in quella evidenza si è fin qui conformata evolutivamente, privilegiando la forma sul contenuto.
Non c'è un solo modo in cui il processo di conoscenza può presentarci i suoi risultati, e sopratutto il loro utilizzo non dipende strettamente dalla forma in cui si presentano, e uno dei tanti modi in cui si presentano è il mondo in cui viviamo con i suoi evidenti essenti, che dalla loro evidenza traggono l'appellativo di ciò che è in quanto tale, perchè essendo ciò evidente non lo si può negare, però alla fine siamo riusciti a negarlo, e quindi resta solo da trarne le conseguenze.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Insomma se proprio di patologie non si tratta, succedono strane cose quando traslochiamo da un media all'altro che meriterebbero, stante ormai la lunga esperienza fatta dentro al nuovo media, di essere esaminate.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: iano il 28 Agosto 2024, 20:48:45 PMInsomma se proprio di patologie non si tratta, succedono strane cose quando traslochiamo da un media all'altro che meriterebbero, stante ormai la lunga esperienza fatta dentro al nuovo media, di essere esaminate.
un media è il mondo che ci viene presentato dalla scienza di volta in volta provenienti da approcci diversi della fisica e altre branche della scienza ma anche dalla filosofia?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

#48
Citazione di: Alberto Knox il 28 Agosto 2024, 21:08:26 PMun media è il mondo che ci viene presentato dalla scienza di volta in volta provenienti da approcci diversi della fisica e altre branche della scienza ma anche dalla filosofia?
Io credo che la coscienza non sia strettamente necessaria alla vita, e che la coscienza  dunque comporti un diverso modo di vivere, che è nostro più che di ogni altra specie animale.
Noi dunque di fatto ci osserviamo vivere e osserviamo al contempo le leggi naturali che governano il ''di fuori''.
e la postazione da cui osserviamo la fisica è posta dunque fuori di essa, al di là di essa, dove sta la nostra postazione metafisica. Senza la filosofia nessun mondo ci apparirebbe.
Il processo della conoscenza è una dinamica fra un dentro e fuori che si scambiano di posto in modo funzionale, e ciò che portiamo fuori diventa coscienza di un processo che si può rimodellare, tecnologia in breve, alla quale il dentro si adegua rimodellandosi a sua volta.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

#49
Citazione di: iano il 28 Agosto 2024, 21:24:06 PMNoi dunque di fatto ci osserviamo vivere e osserviamo al contempo le leggi naturali che governano il ''di fuori''.
le leggi della fisica governano anche noi , noi di fatto viviamo e facciamo quello che le leggi della fisica ci consentono di fare non c'è un "di fuori" separato , una natura separata e un osservatore che la vive, noi siamo la natura, siamo l'universo , questo non bisogna dimenticarlo, è per questo che quando si pensa da dove viene l'universo in realtà si sta pensando a noi e da dove veniamo per questo dico che se la domanda è il senso dell esistenza la ragione non basta.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

#50
Citazione di: Alberto Knox il 28 Agosto 2024, 21:30:14 PMle leggi della fisica governano anche noi
Si, ma solo se scambiamo la fisica con la realtà.
Le leggi della fisica si evolvono, ma le dinamiche della realtà non cambiano.
Infatti se cambiassero non riusciremmo a ricavarne alcuna legge fisica.
La contraddizione fra essere e divenire è un falso problema.
Gli essenti sono espressione delle costanze del divenire.
Le leggi della fisica non sono la realtà, ma profilano il mondo in cui viviamo, perchè noi non possiamo far altro che vedere la realtà per quello che la conosciamo, e in tali sembianze perciò ci appare, o la immaginiamo.

Siamo veramente separati dalla realtà?
Per dimostrarlo bisognerebbe trovare l'esatto confine, che però non esiste se non come astrazione geometrica.
Una è la realtà e una è la vita, ma non perciò prive delle loro dinamiche interne di cui noi siamo parte non ben definibile, come lo è il tutto.
C'è un mistero in tutto ciò, ma una volta accettatolo tutto il resto non è un impresa così impossibile da affrontare.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: iano il 28 Agosto 2024, 21:37:54 PMC'è un mistero in tutto ciò,
hai toccato il punto per cui dico che non è la ragione che potrà rispondere. perchè la ragione, debitamente esercitata, per quanto riguarda questi temi, conduce al mistero. E se noi siamo in cerca di un senso o di un significato e se è vero che noi siamo un pezzo di universo allora è l'universo che cerca un senso o un significato.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

#52
dico senso o significato perchè la parola senso  ha una triplice accezione linguistica, senso come direzione; dove stiamo andando, che direzione sto seguendo?
senso come significato ; che cosa significa quello che dici?
e senso come sensibilità. Sentire gioia, innamoramento, estasi e poi le percezioni sensibili del corpo.
bene per quanto riguarda il senso della vita o dell esistenza , sono coinvolte tutte e tre le diverse accezioni.
la vita non è qualcosa che solo si percepisce empiricamente , ma è qualcosa che si sente. E se c'è una cosa più importante che capire  la vita è quella di sentire la vita.  Gesù diceva che il peccato è la paura della vita e di conseguenza morire ad essa. Si può essere morti anche da vivi. Nei confronti con il senso dell esistenza la ragione non è sufficente perchè non è l'unica coinvolta , c'è infatti la dimensione del sentimento e la dimensione della volontà. E se queste due dimensioni non vengono chiamate in causa ogni spiegazione del senso della vita , dell essere e dell esistenza stessa rimane monca.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Koba II il 28 Agosto 2024, 19:13:57 PMA me sembra evidente che l'esistenza di per sé non ha alcuno scopo.
Dopodiché posso decidere che la cosa più importante sia l'etica, e quindi imporre a me stesso che il perseguimento del bene sia il fine della mia esistenza, ma si tratta appunto di una decisione soggettiva.
Così anche tutto il discorso seguente, cioè che la realtà va presa e interpretata solo in funzione del mio cammino verso il bene, realtà che di per sé non esiste, non ha fondamento, tutte queste conclusioni paradossali vengono dalla mia decisione iniziale.
Sono funzionali alla mia decisione iniziale, che potrebbe però anche essere solo una pazzia: pensare che il mondo sia appunto il teatro della mia missione verso il bene, che il mondo esista solo per questo.
Che questo possa essere solo un grande inganno, bisogna pur considerarlo...

In questo racconto non sembra esserci interesse per la comprensione del mondo. Quindi non c'è spazio per la conoscenza.
E intendo per conoscenza anche lo sforzo della filosofia di interpretare il mondo.
È una visione che si pone fuori dalla filosofia.
Sia chiaro, non metto in discussione la legittimità di un approccio del genere. Un approccio mistico-mitologico (che per qualche strana associazione involontaria, probabilmente del tutto arbitraria, mi ha riportato alla memoria "L'epopea di Gilgameš").
Metto in discussione la possibilità che un racconto del genere possa essere articolato in un vero discorso filosofico.
Quindi un eventuale adesione ad esso non potrebbe mai scaturire dalla forza delle argomentazioni, ma solo da un atto di fede basato, come in tutte le religioni, non dal vero, ma dal bene o dal bello.


Ma la forza delle argomentazioni su cosa si basa?
Non si basa forse su "verità" date per certe a prescindere? Cioè su dei postulati?
E questo vero si impone da sé medesimo, senza cioè la tua partecipazione attiva?
Puoi farne un esempio?

Perché mi risulta invece che ogni possibile argomentazione non possa che giungere, se condotta fino in fondo, a interrogare te stesso.
Perché ogni verità si sgretola, diventa vuoto di senso, e sei solo tu che puoi affermare il Vero.
E il Vero è il Buono.
Puoi forse metterlo in dubbio?

Qualsiasi tema affronti, se tieni fermo il pensiero che non vuole ingannarsi, ti porta inevitabilmente di fronte al nulla.
E così ti ritrovi in gioco, senza alcun appiglio se non te stesso.

E questa è filosofia.
Perché c'è la scienza e la filosofia.
La scienza necessita degli universali per costruire le sue teorie.
Mentre la filosofia deve invece mettere in discussione ogni universale. E come fa? Chiama in causa te stesso!

Sì, probabilmente è necessario andare all'inferno, ma anche qui occorre volere la Verità.
Ad ogni costo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

Citazione di: Alberto Knox il 28 Agosto 2024, 21:57:05 PMhai toccato il punto per cui dico che non è la ragione che potrà rispondere. perchè la ragione, debitamente esercitata, per quanto riguarda questi temi, conduce al mistero. E se noi siamo in cerca di un senso o di un significato e se è vero che noi siamo un pezzo di universo allora è l'universo che cerca un senso o un significato.
Questo è un punto molto interessante
Si può percorrere una strada che non abbia un senso?
Si, se è l'atto del percorrere a crearla sotto i piedi.
Possiamo immaginare ciò come un effetto della coscienza per cui la strada è li dove hai deciso di fare il passo in coscienza?
Fai il passo dove hai deciso di farlo, decidendo il senso da prendere, ma non possiamo fare il passo più lungo della gamba.
Il senso finale è posto all'infinito che non c'è, ma che possiamo immaginare come la sequenza di passi che faremo prima di farli, in quanto ciò che è reiteratile perciò non finisce.
Ma ha davvero senso chiedersi coscientemente un senso, se  chi coscienza non ha vive altrettanto bene non potendoselo chiedere?
La coscienza come ogni strumento del vivere ha delle controindicazioni.
Se avesse allegato un libretto di istruzioni, vi sarebbe scritto di usarlo solo per gli usi previsti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

Citazione di: iano il 28 Agosto 2024, 22:36:01 PMLa coscienza come ogni strumento ha delle controindicazioni.
la coscienza è un tema che merita un topic a se stante. Perchè la prima cosa che mi viene da dire che se il corpo umano, come tutti i corpi inanimati è soggetto alle leggi fisiche di spazio e tempo, la coscienza, almeno in una certa misura non sembra esserlo. E qui si apre tutto un discorso che non è bene occupare in questa sede. vado a dormire va :D
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Alberto Knox il 28 Agosto 2024, 22:39:50 PMla coscienza è un tema che merita un topic a se stante. Perchè la prima cosa che mi viene da dire che se il corpo umano, come tutti i corpi inanimati è soggetto alle leggi fisiche di spazio e tempo, la coscienza, almeno in una certa misura non sembra esserlo. E qui si apre tutto un discorso che non è bene occupare in questa sede. vado a dormire va :D
E' soggetto alla realtà, non alle leggi della fisica parte della nostra conoscenza, perchè sennò equivarrebbe a dire che è soggetto alla nostra conoscenza.
Buonanotte :)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 26 Agosto 2024, 15:26:21 PMIn questo senso l'uomo può avere solo una conoscenza empirica del mondo.
Avrei pure da dire qualcosa sulla "rosa pristina" citata pure da Ipazia, ma ho ripreso questo perché coglie un punto nevralgico che koba ha cercato di spiegarti.
È vero, la conoscenza è limitata all'esperienza empirica.
Filosofia e scienza hanno lo stesso atteggiamento nei confronti del reale. Cercano di carpire una verità omnicomprensiva del moto. Però la scienza certifica le sue verità attraverso un metodo, mentre in filosofia tale certificazione di fatto non c'è. 
La conoscenza si attuerebbe comunque attraverso l'azione, attraverso l'empirismo. Gli è però che nella scienza si studia il "reale", mentre la filosofia studia tanto il reale quanto quanto le mappe (i discorsi sulla realtà, la doxa). Premesso quindi che pure la scienza si avvale dello studio di mappe, lo studiare del filosofo in quanto studio, azione di studiare, non può che produrre conoscenza, personale sicuramente, forse fuorviata, ma pur sempre conoscenza empirica. L'eventuale fine della ricerca filosofica non può quindi che derivare da una congiuntura tra i filosofi, e se questa non c'è non per questo bisognerebbe smettere di cercarla ... puoi sicuramente smettere di cercare, ma non in modo necessario per tutti

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 28 Agosto 2024, 17:52:01 PMpremetto che non vedo in  tutto lo strologare che fa Martin Heidegger in essere e tempo una conclusione esaustiva sul senso dell esserci (non a caso evidenzio la ci finale poichè la tua domanda posta il senso dell essere , Hidegger pone il senso dell esserci) . Parliamo di ontologia ma si può impostare un ontologia atea, agnostica o credente per portare il lettore verso tali posizioni piuttosto che un altra. Io non credo che il senso della vita si possa trovare tramite una ricerca ontologica basata sulla ragione e sulla logica, logica e ragione debitamente esercitata.  il senso dell 'esserci di Heidegger non è sufficente perchè non da alcuna risposta al significato della vita.

Heidegger è un truffatore. Con le sue affermazioni apodittiche illude il lettore di aver compreso! Ma sono soltanto ragionamenti mal scopiazzati da Jaspers.

Infatti mentre in Jaspers pulsa la fede nella Verità, in H. vi è solo vuoto raziocinio, con il quale costruisce trappole per chi è senza fede nel Vero.

CitazioneMa il senso della mia vita posso forse porlo da me? il senso della mia vita mi è dato da qualcosa di molto più grande di me nel quale io sono iscritto!

È vero e pure... non lo è affatto!
Dipende da cosa rispondi quando ti chiedi: "Chi sono io?"
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Koba II

Citazione di: bobmax il 28 Agosto 2024, 22:23:25 PMMa la forza delle argomentazioni su cosa si basa?
Non si basa forse su "verità" date per certe a prescindere? Cioè su dei postulati?
E questo vero si impone da sé medesimo, senza cioè la tua partecipazione attiva?
Puoi farne un esempio?


È qui che ti sbagli. Sembri essere rimasto alle forme espressive del razionalismo moderno.
L'argomentazione filosofica non è una specie di teorema costruito secondo il modo della geometria euclidea, per cui la verità della conclusione, fatto salvo errori nel concatenamento logico delle proposizioni, dipende in fondo solo dalla bontà delle asserzioni di partenza. Le quali, per evitare di regredire all'infinito con altre asserzioni che ne garantirebbero la verità, devono essere infine dichiarate vere per fede.
Il logos umano è infinitamente più complesso e ambiguo, diciamo così.
L'assenso ad un discorso dipende sempre dalla sua capacità di rimandare, in qualche modo, alla struttura del fenomeno che intende trattare.
Se non ci fosse questo elemento oggettivo, indipendentemente da come viene pensata questa capacità di riprodurre la sua struttura nella proposizione, non ci sarebbe conoscenza.

Discussioni simili (5)