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Oltre la Cenere

Aperto da Alberto Knox, 04 Dicembre 2023, 23:01:46 PM

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Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 07 Dicembre 2023, 18:37:25 PMla confusione non è nella citazione, ma nel proporla come antitesi al nichilismo e come conferma della priorità dell'etica.

La confusione è nella reazione alla mia critica a Sartre.
Che tu sostieni non sia nichilista, citando ciò che, invece, mostra proprio il nichilismo di Sartre!
Per quanto Sartre affermi che l'esistenza non ha alcun significato a priori , ciò non significa che lui voglia che sia così.
Mi spiego, per tutta la storia della filosofia , i filosofi hanno cercato di rispondere alla domanda riguardo a cosa sia un essere umano, o di individuare quale sia la natura umana. Come ho detto per Sartre l'uomo non possiede nessuna natura eterna a cui fare riferimento. Non esistono nè valori eterni nè norme eterne alle quali possiamo appellarci, per questo è ancora più importante quale scelta facciamo.  PEr questo motivo non serve chiedersi quale sia il significato della vita in generale. Questa domanda è destinata all individuo di ogni epoca e di ogni luogo  ed è una domanda a cui ognuno deve cercare la propia risposta. Sarebbe troppo bello se bastasse consultare la Bibbia , o un manuale di un certo filosofo per scoprire come si deve vivere. La libertà umana di cui parla Sartre ci impone di fare qualcosa di noi stessi, di esistere
autenticamente. Chi si adegua  a determinate aspettative borghesi circa il modo in cui dobbiamo vivere scivola nella folla anonima , è soltanto un massificato e impersonale.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

che coincidenza che nella discussione sono intervenuti ... @Jean @Paul Sartre ;)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

#32
"Uno, nessuno e centomila", ma una martellata sul dito ti rammenta l'uno che sei lungo l'intero arco della tua vita. Fotogramma per fotogramma.  Funziona meglio del cogito: soffro (io e non un altro) ergo sum. Il tuo dito, salvo amputazione, definisce la tua ontologia per l'intero arco della tua vita e il nichilismo, restando sul reale, è kaputt.

Il senso della vita è la vita nel modo più tautologico possibile. Il salto dal senso al valore è assai agevole, salvo complicazioni metafisiche. E ancora una volta il nichilismo è kaputt.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

Il pensiero oscilla in continuazione, come un pendolo, tra assolutismo e nichilismo; tra il cercare di AFFERRARE e rendere fisso e il lasciar scorrere e rendere fluido. Ambedue le posizioni pervengono ad effetti indesiderati, rivelando così di essere problemi piuttosto che soluzioni. Per questo è cosi centrale quello che io chiamo l'osservatore. Quello che non abbraccia nessuno dei due estremi. Due estremi che, all'atto pratico, si sovrappongono . L'assolutismo nel suo sforzo di trattenere finisce per sterilizzare ogni ricerca,; il nichilismo relativizzando ogni cosa relativizza infine anche se stesso, rendendosi alfine superfluo. Anche perché l'agire richiede scelta che resta sempre assoluta, indipendentemente da ogni posizione concettuale.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 07 Dicembre 2023, 19:16:51 PMPer quanto Sartre affermi che l'esistenza non ha alcun significato a priori , ciò non significa che lui voglia che sia così.
Mi spiego, per tutta la storia della filosofia , i filosofi hanno cercato di rispondere alla domanda riguardo a cosa sia un essere umano, o di individuare quale sia la natura umana. Come ho detto per Sartre l'uomo non possiede nessuna natura eterna a cui fare riferimento. Non esistono nè valori eterni nè norme eterne alle quali possiamo appellarci, per questo è ancora più importante quale scelta facciamo.  PEr questo motivo non serve chiedersi quale sia il significato della vita in generale. Questa domanda è destinata all individuo di ogni epoca e di ogni luogo  ed è una domanda a cui ognuno deve cercare la propia risposta. Sarebbe troppo bello se bastasse consultare la Bibbia , o un manuale di un certo filosofo per scoprire come si deve vivere. La libertà umana di cui parla Sartre ci impone di fare qualcosa di noi stessi, di esistere
autenticamente. Chi si adegua  a determinate aspettative borghesi circa il modo in cui dobbiamo vivere scivola nella folla anonima , è soltanto un massificato e impersonale.


Vi è un equivoco di fondo riguardo al nichilismo. Perché lo si interpreta come una "falsità".
Mentre il nichilismo è invece una "verità"
È la verità della esistenza.
Una verità che ha spinto l'uomo a inventarsi rimedi, pur di sfuggire alla angoscia esistenziale che la verità nichilistica comporta.

La verità nichilistica deriva dall'appiattimento sulla esistenza.
Ossia esistere = essere.

Questa è la conclusione inevitabile del pensiero razionale che non vuole ingannarsi.
Ed è pure un passaggio necessario.

L'uomo si ritrova solo, senza niente a cui aggrapparsi, e deve perciò ricercare in se stesso la Verità.
Davvero però, non per finta.

E qui vi è la differenza abissale tra Sartre e Nietzsche.

Perché entrambi giungono alla constatazione che esistere = essere.

La sfida è la medesima, l'oltreuomo.
Ma in N. pulsa la passione per la Verità, che manca in S.
In N. vi è amore!
Amore per la Verità = Nulla.
Che è amore per Dio, che non c'è.
Da qui la disperazione di N. per l'Assoluto che non c'è.
Senza che si renda conto, grande uomo, che Dio proprio non può esserci, in quanto Dio è!

Completamente diverso è S.
Che rimane con lo sguardo fisso sulla esistenza.
Nichilista inconsapevole, che perde l'occasione della sfida esistenziale.

Ma certo che non vi può essere alcun appiglio con cui sostenerti, alcuna guida su cui contare definitivamente!
Se vi fosse, vi sarebbe la Verità. E allora i giochi sarebbero chiusi.

Infatti la Verità ha bisogno di te.
Ma non perché essere = esistere.
Perché essere = nulla.

L'etica viene prima della esistenza.
Nietzsche lo aveva ben presente, Sartre no.

Spero di essere stato chiaro.

Ma la chiarezza ha un costo, necessita fatica e sofferenza.
Che invece pure qui, in questo forum, non si è disposti a pagare.
E allora alè! Via col chiacchiericcio inconcludente, tanto è un passatempo.
Sonno della ragione, i mostri già si intravedono.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

#35
Si intravedono più nel Sogno della ragione.

FN raccomanda la fede nella terra, con le sue gioie e sofferenze entro cui cercare la centralità (aristotelica ?) di cui parla Pio. Ed Epicuro, Lucrezio, il Rinascimento, l'Illuminismo, lo sforzo conoscitivo rivolto alla natura e costruttivo (Bildung) alla società umana.

Deus sive natura. Come mi disse il libraio elbano a cui chiesi delle guide sull'isola: "di quello che c'abbiamo non ci manca nulla".

Il Tutto lo troviamo alla nascita e FN insegna a giocarlo, citando Eraclito, con l'innocenza del fanciullo. Il gioco è il logos che possiamo attuare. La nostra scuola di Etica, in cui, come afferma Pio, ogni dado tratto ha il carattere irreversibile dell'assoluto antropologico consegnato alla Storia.

Col suo necessario, spesso ma non sempre inutile, chiacchericcio: post rem.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 08 Dicembre 2023, 07:08:14 AMCompletamente diverso è S.
Che rimane con lo sguardo fisso sulla esistenza.
Nichilista inconsapevole, che perde l'occasione della sfida esistenziale.
La sua filosofia può essere considerata un analisi spietata della situazione umana da quando "Dio è morto" .
é vero che la parola chiave della filosofia di Sartre, come per Kierkegaard è "esistenza" ma è un termine con il quale egli non intende la stessa cosa di "esistere" . Anche le piante e gli animali esistono , quindi vivono, ma essi non sanno cosa ciò significhi, svolgono il loro ciclo vitale entro i binari di madre natura e ne sono vincolati . PEr Sartre (e qui se ne può discutere) l'uomo è l'unico essere vivente consapevole della sua esistenza. Espressioni come "le cose fisiche sono in-sè ma l'essere umano è anche "per-sé " sono parole sue. Con questo intendeva che l'essere umano è libero di scegliere e questa libertà Sartre la sentiva come una maledizione "l' uomo è condannato ad essere libero" disse. Tale libertà ci condanna ( in effetti) anche ad essere completamente resposabili delle nostre azioni. Non si può sfuggire da essa e dare la colpa alla "debolezza della natura umana" ad esepio. Capita di vedere uomini che dopo essersi comportati in modo ignobile scaricano la loro responsabilità rifacendosi a una debolezza naturale dell uomo (in pratica tutti quelli che si appellano a un disturbo mentale per sfuggire alla condanna)    o a quel povero vecchio Adamo , ma il vecchio Adamo non esiste, è soltatnto un personaggio al quale ci attacchiamo per sfuggire alle responsabilità.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 08 Dicembre 2023, 11:59:08 AMEspressioni come "le cose fisiche sono in-sè ma l'essere umano è anche "per-sé " sono parole sue. Con questo intendeva che l'essere umano è libero di scegliere e questa libertà Sartre la sentiva come una maledizione "l' uomo è condannato ad essere libero" disse. Tale libertà ci condanna ( in effetti) anche ad essere completamente resposabili delle nostre azioni. Non si può sfuggire da essa e dare la colpa alla "debolezza della natura umana" ad esepio.

La questione circa la fede nella Verità è cruciale per ogni discorso che voglia essere filosofico.
Aver fede nella Verità, implica il dover fare un passo indietro, di fronte al Nulla, e ascoltare.
Cioè tendere l'orecchio a ciò che "sembra" essere Vero.

Ma come faccio a stabilire se è proprio Vero?

La certezza può nascere solo dentro di me.
Ma attenzione!
Deve essere una certezza che prescinde da me.
Il Vero è tale solo se io non ci sono più!
Quando cioè non vi è più alcuna traccia della mia volontà.

Quindi in me deve esservi solo amore e tremore per il Vero.

La Verità mi sovrasta.
E io mi vi annichilisco.

Se invece pretendo di stabilire "io" quale sia il Vero, allora sono senz'altro fuori strada. Perduto nella dissomiglianza.

Come si fa a capire se qualcuno ha fede nella Verità oppure no?
È semplice: se davvero ama oppure no.

È l'amore il discrimine.

È infatti l'amore che permette di affrontare il male.

Ma se invece dell'amore prevale il pensiero che vuole essere razionale, ma che poi forza il gioco per imporre la propria volontà... allora non vi è alcuna fede nella Verità.
------

La libertà intesa come assoluto è un assurdo, che neppure il pensiero logico può accettare. Se non... forzando il gioco, cioè mentendo a se stessi.

Almeno Camus mostra il dramma della esistenza e non si azzarda a dire altro.
Invece Sartre pretende di dare una soluzione razionale! Che razionale poi non è, né potrebbe mai esserlo.

Leggere Sartre e non provare un senso di voltastomaco dovrebbe preoccuparci. Perché è il nichilismo che subdolo cerca di infilarsi nella nostra mente, cercando di corromperla.

Così come Heidegger.
Riesci a leggere Essere e tempo senza che nasca in te il disgusto?
Dovrebbe, perché esprime l'abominio della pretesa di possedere la Verità, senza un briciolo di etica, senza alcun afflato d'amore.

Questo è nichilismo, sì, ma non il forte, onesto  nichilismo di un Leopardi o di un Nietzsche, che scaturisce dalla fede nella Verità che non trova la sua strada.
No, qui abbiamo un nichilismo debole, disonesto, di chi vuole piegare la Verità al proprio volere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

green demetr

Citazione di: Jean il 07 Dicembre 2023, 17:01:09 PMCiao @green demetr,  paul non è affatto dell'11... il RIP penso e mi auguro sia ancora ben distante.

Adatto che tutto è collegato (in un modo o nell'altro e ben di più in modi per noi inconoscibili) ecco che già il post d'apertura di Alberto Knox risponde (almeno in parte e certo non per nome e cognome, eh...) al tuo interrogativo sul nostro amico comune:

...così per conoscere la sorte (della legna) di paul 11 che (incenerendosi) ritirandosi è uscito dall'apparire, occorrono delle teorie che interpretino il fenomeno (dell'incenerirsi) del ritirarsi  e dello scomparire e lo inseriscano in categorie che aggiungono, a ciò che appare, un senso che non è attinto da ciò che appare".

Se tutto è collegato, il ritirarsi (o ritrarsi) dal mondo (del forum e in generale) non interrompe la catena dei singoli fotogrammi (di ogni fenomeno) ma la fa traslare in una diversa/altra categoria...

Paul11 - fra l'altro posi lo stesso dilemma di Phil: se il divenire fossero infiniti fotogrammi di istantanee quale sarebbe l'identità di una persona?

Già, quale sarebbe l'identità'? Una, nessuna e centomila... un fotogramma, nessun fotogramma, centomila fotogrammi...


O green, leggo di codesto tuo valente maestro, contento per te tu l'abbia trovato, lungi da me ogni curiosità, vorrei chiederti il parere su quest'altro maestro:

Il Maestro è nell'anima
 e dentro all'anima per sempre resterà
 viva lei, bella e martire,
 che tutto quello che le chiede gli darà
 niente di più seducente c'`e
 di un'orchestra eccitata e ninfomane
 chiusa nel golfo mistico
 che ribolle di tempesta e libertà
 turbinando nel vortice
 dove spariscono i paesi e le città

nel miraggio di quei semplici
 e di quei soliti che arrivano fin là
 per vederlo dirigere
 con la perfidia che scudiscia ogni viltà,
 il maestro è nell'anima,
 e dentro all'anima per sempre resterà.


Cordialement
Jean


Ciao Jean,

Ho provato a far passar passare qualche giorno, ma la poesia non l'ho capita.
Penso che un maestro indichi una strada, una domanda, di cui però poi ognuno deve trovare la forza di affrontare e rispondere.
Per esempio mastro D. (il mio maestro) si è scomposto per un attimo, indicando che al Menone (mi pare) bisogna, per forza di cose, rispondere, prendere posizione.
Bisogna prendere posizione nell'agorà.
Far finta di nulla e rifugiarsi nel concetto confuso, molto confuso, di anima, o Dio, significa essere completamente dentro la Sofia (Il sofismo).
Non serve arrivare al Menone, o forse lì il messaggio è imprescindibile.
Io me ne sono accorto subito (ma forse proprio perchè mi ha già mostrato alcuni fili rossi, che tra l'altro rispondo alla contemporaneità, fantasma del modernità, o semplicemente sua evoluzione nefasta) sin dall'Eutifrone.
Il personaggio di Socrate, marionetta nelle mani del sommo architetto, fa domande, non perchè vengano risposte, ma perchè l'adepto cerchi il significato non nel senso letterale, men che mai storico, bensì nell'anagogico, metafore, scambi di idee, che si susseguono come se fosse un tutt'uno. Domande che aprono su altre domande, il cui domandare globale, aprono vie di tracendenza, altrimenti impossibili, nel cerchio limitato del nostro vedere (oggi a non più di un palmo dal naso).

Tu facevi la domanda dell'individualità, ma vedi gli "eterni" sono ciò che appare e poi scompare.
E' ciò che sembra darsi, senza mai darsi.
Penso che l'analisi più consona a cosa sia l'identità ce l'abbia data Hegel.
Hegel non è un grandissimo filosofo, non c'è dubbio, ma è stato colui che ha fissato un importante acquisizione, ossia che l'individuo è in realtà il soggetto e che il soggetto non è assolutamente dato!!!
Poichè non si da, allora egli diventa un problema.

Qualunque filosofo che ritenga di poter proseguire sulla via della psicologia interiore, deve avere ben in mente questa cosa.

La nostra individualità per lo più si instaura nel tempo.
Ma mentre dello spazio, non abbiamo dubbio, già nel tempo abbiamo grossi, grossi problemi.

Severino riteneva di aver trovato una scorciataia, ai problemi del sottoterra della filosofia, ponendo un ponte, che egli chiamava NECESSITA' LOGICO-FENOMENOLOGICA del tempo come ENTE.

Naturalmente questo è un pensiero molto profondo e ancora da indagare.
Ma come già detto non risolve la condizione di noi che siamo RE, MA NON CE NE POSSIAMO RENDERE CONTO.

E' una filosofia che nega Platone, che nega la grande tradizione psicologica dai moralisti francesi tipo montaigne a nietzche a freud, e agli innumerevoli che sono nati nel novecento.

Non ci sono echi in Severino, solo un monolite nero. (poco appetibile).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Alberto Knox

#39
Citazione di: bobmax il 08 Dicembre 2023, 18:09:59 PMLa libertà intesa come assoluto è un assurdo, che neppure il pensiero logico può accettare. Se non... forzando il gioco, cioè mentendo a se stessi.
Ci sono però dei valori di libertà che sono universali e oggettivi e che non dipendono dalle circostanze ma che si sostanzia nella natura delle cose come la libertà di pensiero, di parola, la libertà di movimento. Poi c'è il discorso della libertà individuale in senso assoluto e allora la domanda diventa se l'uomo agisce e compie davvero scelte libere oppure no.
Si è scoperto che , attraverso degli esperimenti neuropisichiatrici, e potendo vedere su un monitor il flusso sanguigno che attiva aree del cervello deputati all azione e poi  a qualle aree deputate invece alla decisione. Ebbene facendo questi esperimenti si è scoperto che la parte del cervello che si attiva per prima quando facciamo una scelta non è quella della decisione  ma quella dell azione. Cosa vuol dire? vuol dire che tu prima agisci e poi interpreti quella tua azione secondo quella che è la tua canzone preferita che ti piace cantare e così via ma in realtà c'è prima l'istinto, poi la decisione. Ma sai che c'è? c'è che io poi posso rivedere la mia azione , quell azione istintiva che ho fatto la posso pesare, soppesare e posso riformarla e il giorno dopo, quando sarò nella stessa situazione, agirò diversamente. E chi fa l'esame alla coscienza? è ancora la coscienza, non è che io vado da qualcuno a confessarmi . La coscienza ci rende oggetto di noi stessi, sono io che mi oggettivo e mi pondero e mi valuto e mi correggo , mi autocritico, mi oriento..
La coscienza è uno dei cardini dell etica ma anche della vita in generale. Da dove viene questa capacità di sentire che una cosa è bene e che una cosa è male? questa capacità di metterti in comunione con le persone che ascolti. Il bene dell intelletto è strutturale , deriva dalla logica vitale , quella logica che ha interessato tutti noi quando ci siamo formati nel grembo materno e che ci mantiene tutt'ora vivi. Non so , se esiste la libertà assoluta, ma so che esiste il bene assoluto, ed è universale fa parte della logica strutturale e organizzativa delle cose. Questo bene universale io lo chiamo "armonia" . Tu lo chiami amore e va bene, ognuno deve trovare il propio sapore , non capiamo e non abbiamo in testa tutti lo stesso computer per il quale se si legge Sartre bisogna rimanere tutti disgustati e invece se si legge un altro autore allora in quel caso dobbiamo tutti dire che è una guida per la nostra vita. Si chiama rispetto del pensiero altrui che capisce che come io capisco delle cose e altre le capisco meno , la stessa cosa vale per l altro. Questa è la differenza fra uno che vuole un etica e una spiritualità universale e uno che vuole invece un etica e una spiritualità totalitaria e esclusivista.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 08 Dicembre 2023, 22:40:39 PMCi sono però dei valori di libertà che sono universali e oggettivi e che non dipendono dalle circostanze ma che si sostanzia nella natura delle cose come la libertà di pensiero, di parola, la libertà di movimento. Poi c'è il discorso della libertà individuale in senso assoluto e allora la domanda diventa se l'uomo agisce e compie davvero scelte libere oppure no.
Si è scoperto che , attraverso degli esperimenti neuropisichiatrici, e potendo vedere su un monitor il flusso sanguigno che attiva aree del cervello deputati all azione e poi  a qualle aree deputate invece alla decisione. Ebbene facendo questi esperimenti si è scoperto che la parte del cervello che si attiva per prima quando facciamo una scelta non è quella della decisione  ma quella dell azione. Cosa vuol dire? vuol dire che tu prima agisci e poi interpreti quella tua azione secondo quella che è la tua canzone preferita che ti piace cantare e così via ma in realtà c'è prima l'istinto, poi la decisione. Ma sai che c'è? c'è che io poi posso rivedere la mia azione , quell azione istintiva che ho fatto la posso pesare, soppesare e posso riformarla e il giorno dopo, quando sarò nella stessa situazione, agirò diversamente. E chi fa l'esame alla coscienza? è ancora la coscienza, non è che io vado da qualcuno a confessarmi . La coscienza ci rende oggetto di noi stessi, sono io che mi oggettivo e mi pondero e mi valuto e mi correggo , mi autocritico, mi oriento..
La coscienza è uno dei cardini dell etica ma anche della vita in generale. Da dove viene questa capacità di sentire che una cosa è bene e che una cosa è male? questa capacità di metterti in comunione con le persone che ascolti. Il bene dell intelletto è strutturale , deriva dalla logica vitale , quella logica che ha interessato tutti noi quando ci siamo formati nel grembo materno e che ci mantiene tutt'ora vivi. Non so , se esiste la libertà assoluta, ma so che esiste il bene assoluto, ed è universale fa parte della logica strutturale e organizzativa delle cose. Questo bene universale io lo chiamo "armonia" . Tu lo chiami amore e va bene, ognuno deve trovare il propio sapore , non capiamo e non abbiamo in testa tutti lo stesso computer per il quale se si legge Sartre bisogna rimanere tutti disgustati e invece se si legge un altro autore allora in quel caso dobbiamo tutti dire che è una guida per la nostra vita. Si chiama rispetto del pensiero altrui che capisce che come io capisco delle cose e altre le capisco meno , la stessa cosa vale per l altro. Questa è la differenza fra uno che vuole un etica e una spiritualità universale e uno che vuole invece un etica e una spiritualità totalitaria e esclusivista.

Vedi la contraddizione in ciò che scrivi?

Si è consapevoli di ciò che si decide dopo aver deciso...
Epperò la coscienza agisce su me stesso cambiandomi.
Una coscienza che diventa però consapevole dopo aver agito...

Non è la coscienza un puro specchio che riflette ciò che avviene?

Non vi è affatto bisogno delle neuroscienze per constatare la illusione del libero arbitrio individuale.
È sufficiente la logica di come il mondo funziona.
Ma ancor prima, è una necessità etica che non vi sia alcun libero arbitrio individuale.

Individuale, attenzione!

Tu poni l'etica come un assoluto, giustamente, e poi sei però d'accordo con Sartre che fa costruire l'etica all'uomo...
Non è questo un relativismo etico?

Ma certo che la libertà esiste!
Ma non è individuale, non può proprio esserlo.
È la libertà di Dio, ossia dell'Uno, del Caos, dell'Amore.
Cioè dell'Essere, che io sono.

Sono perciò libero non in quanto individuo, cioè come figlio, ma in quanto Padre.
Come individuo sono un non essere.
Ma l'essere, che è in me, freme per venire alla luce. Prega Dio affinché il Bene sia.

E verrà esaudito!
Perché è Dio che prega se stesso.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Che biologicamente, con beneficio d'inventario scientifico, si attivi prima l'area dell'azione che quella della decisione, mentre, nella maggior parte della realtà dei fatti, l'azione venga sospesa e si passi, attraverso la riflessione, la guida alla decisione, dimostra il processo evolutivo della libertà di agire degli esseri senzienti, relativo alle caratteristiche psicofisiche che l'evoluzione ha prodotto nel singolo vivente e nella sua specie.

Basta bandire l'Assoluto assoluto dal proprio orizzonte metafisico e i conti tornano illuminando il mondo.

"Assoluti" ce ne sono a bizzeffe, come limiti invalicabili intrinseci al reale, ma all'interno di questi limiti la libertà ha un campo esteso su cui agire, immaginare e creare. E perfino spostare quei limiti.

È una libertà condizionata, ma infinitamente più libera dell'ingessatura metafisica dell'Assoluto assoluto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

Nell'agire ci può esserci il prevalere dell'istinto sulla volontà, ma quando siamo chiamati a riflettere su una particolare decisione da prendere? L'impulso all'odio che mi spinge a sgozzare un bambino, in quel momento,  visto come causa del mio mal-essere , è lo stesso che mi fa pianificare per anni simili atti? O qui entra in gioco la volontà? La volontà di fare quel male. Per dire che non siamo solo istinto, ma siamo molto più complessi. Nella concezione di Bobmax è logico non possa esistere il libero arbitrio. Se tutto è Uno, il l.a.  scinderebbe quell' Uno in miriadi di monadi in conflitto tra loro, e addio Uno. Pertanto, per affermare l'Uno, si è necessariamente costretti a negare, secondo me, sia il l.a. che il male. Altrimenti si dovrebbe dire che quell' Uno è un po' "confuso" , dato che apparentemente agisce in contraddizione con la sua stessa natura .
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2023, 06:40:04 AMSono perciò libero non in quanto individuo, cioè come figlio, ma in quanto Padre.
Come individuo sono un non essere.
Ma l'essere, che è in me, freme per venire alla luce. Prega Dio affinché il Bene sia.

E verrà esaudito!
Perché è Dio che prega se stesso.
Infine si riduce sempre a questo la tua filosofia . è l'essere nascosto nel cuore di cui parla Giovanni nelle scritture , Aristotele parla di scintilla della ragione Divina.  PEr Spinoza  noi stessi siamo attributi della medesima sostanza unica che è Dio e che è natura,noi siamo natura e che cos'è natura ? Dio.
Potrei andare avanti con questi esempi ma per canto mio, in questa discussione,  mi sono limitato a individuare la sorgente della mia responsabilità che si costruisce nella coscienza. è la coscienza che fa filtrare la luce Divina in noi.
n.b.
Spero prima o poi di ritornare in tema della discussione, non ho finito di dire quello che dovevo dire.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

#44
Citazione di: bobmax il 09 Dicembre 2023, 06:40:04 AMNon è la coscienza un puro specchio che riflette ciò che avviene?
ok e su cosa si riflette? chi guarda il film del propio vissuto? chi è che analizza, ripondera un pensiero, chi lo riforma in modo tale che la volta dopo si agisca in modo differente? più responsabile. Oppure credi che tutti quanti siamo sempre e solo agiti da impulsi esteriori e mai possiamo riformare noi stessi? Tu non conosci nessuno che è giunto a cambiarsi? a riformarsi? a poter dire "non sono più quello di prima"? perchè è migliorato? ah si può anche peggiorare naturalmente però se uno lavora su se stesso grazie a questa facoltà straordinaria di rivedere le nostre azioni ecco che qualcosa può cambiare. La coscienza è qualcosa di misterioso, se ti metti a cercarla all'interno del cervello non la trovi, se si va a vedere il luogo preciso dove si da la coscienza , se la vai a cercare fisicamente , non la si trova. Ma se la vai a cercare praticamente nel cambiamento, nell azione,  nella riforma della vita che un essere umano può fare la trovi e non solo la trovi, capisci anche che le persone le valuti sulla base dell azione o meno di questa coscienza. Pérchè tanto più le persone saranno ai tuoi occhi valide, valorose e preziose tanto più agiranno secondo questa coscienza e non saranno in vendita , non saranno prevedibili ma saranno esseri pensanti, creativi , liberi , responsabili. Quindi qui siamo al cospetto di qualcosa di misterioso, qualcosa che la fisica o la biologia che si approcciano al mondo solamente dal punto di vista quantitativo non troveranno mai. Ma non per questo non sono vere. L'arte , c'è qualcuno che può andare a trovare dove si trova il mistero dell ispirazione? della bella scrittura, della metafora giusta , della capacità poetica , della armonia che arriva al compositore di musica? eppure ? esistono o non esistono?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

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