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Oltre la Cenere

Aperto da Alberto Knox, 04 Dicembre 2023, 23:01:46 PM

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Alberto Knox

Sono sicuro che leggendo a molti di voi tornerà in mente a quale filosofo è attribuito il tema che vado a riproporre . (bhè nel caso di Ipazia già dal titolo)
Il tema parla di un pezzo di legno che brucia ma anche dell eterno, del divenire,la scienza, la morte e il nichilismo. In verità, quello della legna che arde e della cenere che rimane è uno dei cavalli di battaglia del filosofo in questione.
La questione è questa, osservando il pezzo di legna vediamo che si tramuta in cenere per via della combustione e diciamo che il legno non esiste più. Piùn avanti mostrerò come questa potrebbe essere in realtà una conclusione affrettata. 

Egli ribadisce che per il mortale la legna incenerendosi è diventata niente, ma come il cielo notturno tace la sorte del sole che è andato al di là della volta celeste anche la cenere tace la sorte della legna. L'apparire della cenere non dice nulla sulla legna. La legna appare, la cenere pure, ma il divenire (nichilistico) non appare.
cit "E come per conoscere la sorte del sole dopo il tramonto occorrono delle teorie che interpretino ciò che appare e gli attribuiscano quindi proprietà che non appaiono, così per conoscere la sorte della legna, che incenerendosi è uscita dall'apparire, occorrono delle teorie che interpretino il fenomeno dell'incenerirsi e dello scomparire e lo inseriscano in categorie che aggiungono, a ciò che appare, un senso che non è attinto da ciò che appare".
Nonostante lui conosca alla perfezione il fenomeno della combustione da un punto di vista scientifico egli afferma " "La maggior esattezza con cui la scienza descrive il fenomeno della combustione non muta la sostanza del discorso, perché se, per il primo principio della termodinamica, con l'incenerirsi di un corpo e addirittura di tutto il nostro pianeta la quantità totale di energia dell'universo non varia, tuttavia quel principio afferma semplicemente la conservazione dell'energia, ma non delle forme in cui di volta in volta l'energia si realizza. Le forme - figure, aspetti, volumi, suoni, colori e ogni altra qualità dei corpi -: tutto questo, anche per quel principio della fisica, non si conserva e diventa niente quando un corpo viene bruciato. La cenere (col calore, il fumo) è appunto la nuova forma in cui esiste l'energia contenuta nel corpo inceneritosi; ma la forma che lo costituisce e per la quale esso era, ad esempio, legna, e non un animale, questa forma, anche per la scienza, con l'incenerirsi del corpo diventa niente. Così, dunque, parlano i mortali, descrivendo il fenomeno della morte, quale si presenta nell'incenerirsi di un corpo. Ma, nonostante sembri quella del buon senso, è la voce della follia".

considerazioni? è praticamente impossibile che non vi ricordiate di questo tema del legno che arde e diventa cenere. L ho riscoperto girando sui vari blog a tema fisolosofici e lo sto riproponendo a voi. è un tema su cui avevo ragionato e letto tanti anni fa e che mi è così tornato in mente.

Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Giusto per (ri)mettere un po' di carne al fuoco, in magazzino ho ritrovato questo:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/diventare-'altro'-e-diventare-'nulla'-(sulla-filosofia-di-e-severino)/
Certa carne, in fondo, non scade mai (per la gioia di chi crede nella "teoria degli eterni").

Ipazia

Citazione di: Phil il 04 Dicembre 2023, 23:45:48 PMGiusto per (ri)mettere un po' di carne al fuoco, in magazzino ho ritrovato questo:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/diventare-'altro'-e-diventare-'nulla'-(sulla-filosofia-di-e-severino)/
Certa carne, in fondo, non scade mai (per la gioia di chi crede nella "teoria degli eterni").
Interessante rilettura di una discussione filosofica in cui bobmax argomentava, green spaziava e phil sferzava. Interessante pure il finale: il reale. Al netto di tutte le metafisiche "zenonate" e la metifisicizzazione di Parmenide per esorcizzare Eraclito. Non ho letto Severino, ma la esegesi di phil mi basta. Si tratta "solo" di definire il confine tra estetica ed episteme.

Realisticamente, preferibilmente. Fino al punto in cui l'estetica si fa realtà. Avendo l'accortezza di fermarsi prima del baratro. O imparare a volare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Severino ha avuto il merito di evidenziare la origine del nichilismo.
Tuttavia dopo questa denuncia non ha più fatto alcun passo avanti.

Diciamo che nei confronti di Parmenide ha commesso anche lui un "parricidio".

In questo caso affidandosi alla logica, considerandola un Assoluto.
Mentre la logica deve essere rispettata, sempre, ma non è l'Essere, non è la Verità.
La logica è solo uno strumento, indispensabile, per inoltrarci nel mondo.

Il percorso per affrontare il nichilismo deve perciò senz'altro seguire il pensiero logico, ma solo per giungere al limite. Ossia al punto in cui la logica deve essere abbandonata, perché insufficiente.

Macché eterni! Che san tanto di iperuranio platonico...

Il divenire è possibile perché nel mondo: Essere = Nulla.
È il ritrarsi dell'Essere a permettere il mondo.

E questo lo ha ben presente la mistica.
Unica possibile risposta al nichilismo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: bobmax il 05 Dicembre 2023, 07:44:27 AMMacché eterni! Che san tanto di iperuranio platonico...

Il divenire è possibile perché nel mondo: Essere = Nulla.
È il ritrarsi dell'Essere a permettere il mondo.

E questo lo ha ben presente la mistica.
Unica possibile risposta al nichilismo.

Esiste anche una risposta meno apocalittica al nichilismo:

Il mondo non consiste nella totalità delle cose esistenti, bensì in tutto ciò che accade, i fatti.(L.W.)

I fatti sono cose in divenire, le cose sono esseri (ta panta) definibili nel loro stato di permanenza: il legno è legno, la cenere è cenere e bobmax è bobmax.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

#5
Senza l'osservatore non si può dire né che le cose divengono né che non divengono. Il loro DIVENIRE (cenere) è stabilito dall'osservatore. Il concetto di divenire PERMANE. Infatti il concetto di legna che diviene cenere esiste anche in assenza di legna, fuoco e cenere. Mille anni fa esisteva il concetto di legna, fuoco  e cenere; così esisterà tra mille anni SE esisterà un osservatore. Potrà evolvere la comprensione di ciò che è definito come legna, fuoco e cenere, ma la legna sarà legna, il fuoco fuoco e la cenere cenere. Legna, fuoco e cenere non esistono DI PER SÈ, ma esistono nell'osservatore che le nomina. Il potere di nominare le cose e portarle ad esistere fu intuito dagli antichi. Simbolicamente entra nella storia quando il Creatore dà all'uomo questo potere, in Genesi, di dare il nome alle cose. Dare il nome significa separare, dividere la legna dal fuoco e dalla cenere, altrimenti un unico caotico processo. In senso ultimo il divenire esiste quindi solo nell'osservatore, nella separazione che assegna all'osservato. Il "reale" è pensato, non esiste di per sè. Dove è la legna, il fuoco e la cenere in assenza dell'osservatore? A quel punto nulla si può più DIRE. Infatti siamo noi che diciamo che la legna diviene cenere. Sul fatto che l'osservato esista indipendentemente dall'osservatore per dimostrarlo penso dovremmo uscire dal nostro punto di osservazione. Il nostro punto di osservazione è però anche noi stessi. Noi ci separiamo, nominandoci..
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Ipazia

Una martellata sul dito fa male tanto ad occhi aperti che chiusi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 04 Dicembre 2023, 23:45:48 PMGiusto per (ri)mettere un po' di carne al fuoco, in magazzino ho ritrovato questo:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/diventare-'altro'-e-diventare-'nulla'-(sulla-filosofia-di-e-severino)/
Certa carne, in fondo, non scade mai (per la gioia di chi crede nella "teoria degli eterni").
Grazie Phil , immaginavo se ne fosse già discusso. Sono felice di poter intervenire anch'io sull argomento Certo si potrebbe discutere a lungo fra identità del corpo e suo diventare altro da un punto di vista heideggeriano , essenti ecc.
Sarete d'accordo se dico che il mondo , la descrizione del mondo, vada oltre la percezione di qualcosa . C'è un limite oltre il quale l'osservazione empirica non può arrivare . Questo limite si chiama entropia di un sistema, essenzialmente legato al secondo principio della termodinamica nei processi irreversibili.  Ora un sistema lo si può idealizzare considerandolo un sistema aperto o un sistema chiuso.
Domanda: è possibile stabilire se l'intero universo preso nel suo insieme rappresenti un sistema aperto o un sistema chiuso?
Tornando al tema mi rendo conto di inziare ad affrontare il problema da un punto di vista un pò noioso per il lettore e ne chiedo scusa ma a mio parere essenziale se voglio arrivare in un secondo momento a scavare filosoficamente in profondità . Ecco allora che posso certamente fare l'esperimento mentale considerando la legna che arde in un contenitore isolato , tralasciando il fatto che l'ossigeno finirebbe e con esso anche la combustione. Dal punto di vista della termodinamica, il primo principio, ovvero la legge della conservazione dell'energia, ci assicura che l'energia totale del sistema si conserva durante questo processo. Analogamente, il bilancio di massa richiede che la massa totale dei reagenti (legna e ossigeno) sia uguale alla massa totale dei prodotti (cenere, CO2, H2O, ecc.). In parallelo, l'aumento dell'entropia durante la combustione è una manifestazione fondamentale del secondo principio della termodinamica. La trasformazione della materia e dell'energia in questo sistema chiuso evidenzia un concetto fondamentale: mentre la quantità totale di energia si conserva (primo principio della termodinamica), la qualità dell'energia cambia, ovvero il pezzo di legno per com'era prima della combustione.

Cosa succederebbe se il contenitore non fosse ideale ma permetterebbe uno scambio termico con l'esterno?
In questo caso il sistema permette uno scambio termico con l'ambiente esterno, il processo di combustione e la dinamica energetica all'interno del sistema subiscono cambiamenti significativi. La presenza di uno scambio termico implica che l'energia termica generata dalla combustione della legna può essere parzialmente trasferita all'esterno. Questo interscambio di energia termica con l'ambiente modifica la direzione e l'intensità dei flussi di energia e può avere un impatto sul comportamento termodinamico complessivo del sistema. Lo scambio di calore può influenzare anche la velocità della reazione di combustione e la composizione dei prodotti risultanti. Ad esempio, più o meno cenere , variazione nei flussi dei gas.


Concludo che nella combustione per il primo principio della termodinamica qualcosa si conserva ( l'energia totale del sistema) pur trasformandosi qualcos'altro ovvero la qualità dell'energia o meglio, la forma. Severino è intransigente su questo. La forma varia, quindi non si conserva, e diventa niente. Quella variazione della forma è ben descritta dal secondo principio della termodinamica . Questo processo è irreversibile e ha a che fare con quella che alcuni studiosi chiamano freccia del tempo.
 E infine, per  la termodinamica entrambi i sistemi vanno verso  l'equilibrio termodinamico dove qualsiasi processualità si arresta.
è precisamente in questo punto dove la nostra osservazione empirica si ferma. Ed è precisamente in questo punto che possono nascere le nostre considerazioni filosofiche.

Ora possiamo domandarci se quell'energia che cambia forma sia considerabile come una essenza immutabile mentre la forma che varia sia una modalità del processuale che appare. In altre parole, mentre il primo principio testimonia l'eternità dell'essente energia (insieme all'identità con la materia data dalla famosa relazione di Einstein E=mC²) che appare secondo differenti determinazioni (albero, legna, casa, ...), il secondo principio ne decreta la processualità dove tutte le configurazioni della materia sono lì nel cerchio infinito e sono sempre state lì  (sono ma non appaiono), ma appaiono nel finito solo quelle configurazioni che  interpretiamo come osservazione empirica di un albero, di una casa, persone, ombrelli, temporali, cenere...
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Pio il 05 Dicembre 2023, 08:58:34 AMIl nostro punto di osservazione è però anche noi stessi.
Non solo, La nostra stessa esistenza è la nostra esperienza primaria. Ma l'essere (essere/energia) è uno stato mentre l'osservazione, il pensare, il percepire dolore dato da una martellata è un processo . In più , quando penso il mio stato mentale cambia col tempo ma l'io (ovvero la mia percezione primaria) a cui si riferisce lo stato mentale rimane lo stesso.
Questo è probabilmente il problema metafisico introdotto da Cartesio (penso dunque sono) che è ricomparso con forza nella moderna teoria scientifica. Sebbene il nostro stesso io costituisca la nostra esperienza primaria, percepiamo anche un mondo esterno (il pezzo di legna che brucia, la cenere..il fumo) e proiettiamo su quel mondo la stessa combinazione paradossale di processo ed essere , di temporale e atemporale. Quella che chiamiamo "esistenza" non è altro che questa combinazione paradossale di essere e divenire.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 05 Dicembre 2023, 08:13:03 AMEsiste anche una risposta meno apocalittica al nichilismo:

Il mondo non consiste nella totalità delle cose esistenti, bensì in tutto ciò che accade, i fatti.(L.W.)

I fatti sono cose in divenire, le cose sono esseri (ta panta) definibili nel loro stato di permanenza: il legno è legno, la cenere è cenere e bobmax è bobmax.
permanenza momentanea dato che il legno degrada come la cenere e Bobmax. La fisica Newotoniana fa una sottile distinzione tra gli stati del mondo , che cambiano da momento a momento, e le leggi, che rimangono costanti. Nonostante questo fa riemergere l'antico problema di riconciliare essere e divenire (perchè come si spiega lo scorrere del tempo in un mondo che si fonda su leggi atemporali? ) è per questo che la fisica Newtoniana rispecchia un determinismo intrinseco fra i fenomeni naturali e il loro comportamento futuro.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

bobmax

Severino chiama "fede" la certezza che il divenire sia verità assoluta.
Questa fede è nei credenti e negli atei.

A questa fede Severino contrappone una consapevolezza ancora più certa, una fede ancora più profonda: l'Essere, che è e non può non essere.

Tuttavia questa fede più profonda si fonda a sua volta, per Severino, sul principio di non contraddizione.
Senza accorgersene Severino pone perciò la logica come Assoluto.

Ho avuto modo di farglielo notare, mostrandogli come il nichilismo derivasse in realtà non solo dalla "fede" nel divenire, ma pure da un altra fede, la fede nel molteplice.
Ma lui allora replicò che il molteplice è come la Trinità. Cioè Uno e molti, così come Dio e Trino.

Vuole insomma salvare il determinato, attraverso gli eterni.
Non rendendosi conto, che l'Essere è l'Uno, e in quanto Uno è pure Nulla.

La logica svanisce.
Essere = non Essere
Severino non riesce a distinguere tra esistere e essere.

Nella esistenza vige la logica.
Mentre l'essere prescinde da qualsiasi logica.
È il Caos, è puro amore.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 06 Dicembre 2023, 05:00:44 AMNella esistenza vige la logica.
Mentre l'essere prescinde da qualsiasi logica.
l'esistenza precede l'essenza direbbe Sartre. .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

Citazione di: Alberto Knox il 05 Dicembre 2023, 22:42:52 PMpermanenza momentanea dato che il legno degrada come la cenere e Bobmax. La fisica Newotoniana fa una sottile distinzione tra gli stati del mondo , che cambiano da momento a momento, e le leggi, che rimangono costanti. Nonostante questo fa riemergere l'antico problema di riconciliare essere e divenire (perchè come si spiega lo scorrere del tempo in un mondo che si fonda su leggi atemporali? ) è per questo che la fisica Newtoniana rispecchia un determinismo intrinseco fra i fenomeni naturali e il loro comportamento futuro.

Non ha nessuna importanza metafisica la durata della permanenza. Essa va vissuta e correlata agli enti permanenti simultaneamente: gli amici, la casa, l'auto, la bicicletta, il villaggio,...La scienza crea dei sistemi isolati in cui valgono le sue leggi, con un procedimento analogo. Alcuni permangono di più, il sistema solare, altri meno. Le leggi sono temporizzate sul sistema sperimentato e questo le rende predittive.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 06 Dicembre 2023, 17:27:36 PMl'esistenza precede l'essenza direbbe Sartre. .

E fuorvierebbe l'interlocutore.

Volutamente o no, non saprei. Ma sta di fatto che l'esistenzialismo di Sartre è corruttivo. Perché cerca di sdoganare un nichilismo mascherato da umanesimo.

Non fa che proseguire nel solco tracciato da Heidegger. E non è un caso che H. fosse un filonazista, essendo il nazismo una manifestazione del nichilismo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

L'esistenza precede l'essenza; anche chi afferma la precedenza dell'essenza, sta di fatto affermando che l'esistenza dell'essenza precede l'esistenza degli esistenti (oltre che la pseudo-essenza dell'essenza stessa). Ciò vale non solo sul piano esistenziale (de gustibus), ma ancor più su quello epistemologico (de facto).

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