Nietzsche - La compassione

Aperto da gaudy29, 24 Maggio 2018, 16:50:10 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

gaudy29

Buongiorno a tutti!
ho scoperto questo forum da poco e sto scrivendo il mio primo thread.
Volevo chiedere delle opinioni riguardo la questione della compassione in Nietsche. In Ecce Homo il filosofo tedesco parla della fine della compassione.
Che cosa intende con questa espressione?
In che misura la compassione è finita?
Per come l'ho letta io la fine della compassione deve essere intesa in senso politico. Ogni essere umano è abbandonato a se stesso in viaggio che prima o poi terminerà all'improvviso. Questo viaggio insopportabile nella pratica non esiste perché siamo costretti ogni giorno ad interagire e quindi a comunicare con le persone che abbia attorno. Come si declina tutto questo nella pratica?

Grazie mille a chi risponderà!


Inviato dal mio Nexus 6 utilizzando Tapatalk


Garbino

Nietzsche - La compassione.

X mcmurphY 38.

Intanto ben arrivato e spero che continuerai a lungo a farci compagnia ed a esprimere le tue opinioni.
Per quanto riguarda la compassione Nietzsche non parla di fine della compassione ma la auspica. E questo perché la ritiene negativa, un veleno per l' uomo. E' un argomento che affronta anche in Genealogia della morale, tuonando contro Schopenhauer che la ritiene invece positiva. E lo sostiene adducendo anche che tutti i grandi filosofi furono dello stesso suo avviso: Socrate, Platone, Aristotele, Kant ed Hegel.

Garbino Vento di Tempesta.

bobmax

E' la volontà di potenza, che Nietzsche ha sofferto sino allo spasimo, a non fargli accettare l'importanza della compassione. Gli sembrava un cedimento di fronte all'orrore del mondo. Ma non è affatto una resa. È invece proprio il contrario.
 
La compassione è il più profondo sentimento si possa provare. Supera anche l'amore, almeno nel nostro esserci.
 
Penso che Nietzsche abbia sperimentato momenti di illuminazione, che lo hanno scosso e fatto diventare il grande filosofo che è. Tuttavia, forse a causa della sua grande sensibilità, queste esperienze hanno acuito la disperazione nichilista senza poterla in qualche modo superare.
Il "divenire" per Nietzsche era necessariamente  verità assoluta.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

gaudy29

Citazione di: Garbino il 24 Maggio 2018, 19:07:40 PM
Nietzsche - La compassione.

X mcmurphY 38.

Intanto ben arrivato e spero che continuerai a lungo a farci compagnia ed a esprimere le tue opinioni.
Per quanto riguarda la compassione Nietzsche non parla di fine della compassione ma la auspica. E questo perché la ritiene negativa, un veleno per l' uomo. E' un argomento che affronta anche in Genealogia della morale, tuonando contro Schopenhauer che la ritiene invece positiva. E lo sostiene adducendo anche che tutti i grandi filosofi furono dello stesso suo avviso: Socrate, Platone, Aristotele, Kant ed Hegel.

Garbino Vento di Tempesta.
Nietzsche non critica Socrate proprio per questo motivo?

Inviato dal mio Nexus 6 utilizzando Tapatalk


gaudy29

Citazione di: bobmax il 24 Maggio 2018, 19:43:58 PM
E' la volontà di potenza, che Nietzsche ha sofferto sino allo spasimo, a non fargli accettare l'importanza della compassione. Gli sembrava un cedimento di fronte all'orrore del mondo. Ma non è affatto una resa. È invece proprio il contrario.

La compassione è il più profondo sentimento si possa provare. Supera anche l'amore, almeno nel nostro esserci.

Penso che Nietzsche abbia sperimentato momenti di illuminazione, che lo hanno scosso e fatto diventare il grande filosofo che è. Tuttavia, forse a causa della sua grande sensibilità, queste esperienze hanno acuito la disperazione nichilista senza poterla in qualche modo superare.
Il "divenire" per Nietzsche era necessariamente  verità assoluta.
Mettere "Nietsche" e "verità assoluta" nella stessa frase stona non poco

Inviato dal mio Nexus 6 utilizzando Tapatalk


Garbino

Nietzsche - La compassione.

X mcmurphy 38.

In Crepuscolo degli Idoli troviamo il capitolo Il caso Socrate. Ne ho già parlato abbondantemente in una discussione sul vecchio sito. Ma come potrai constatare Nietzsche non critica Socrate per l' argomento compassione. Lo attacca per ritenere la vita senza valore, affibbiandogli il ruolo di decadent come tutti i filosofi in generale. Lo attacca per la dialettica, che non ritiene di carattere aristocratico, ma non per la compassione. Del resto se Platone come Aristotele la ritiene negativa, è davvero difficile che Platone nei suoi dialoghi faccia dire a Socrate qualcosa di diverso.

Come ho detto Schopenhauer è l' unico tra i grandi che osanna la compassione. A torto o a ragione questo è un altro discorso. Ma è un discorso dove, come puoi appurare dalla risposta di bobmax, ci sono delle pregiudiziali morali di carattere religioso che rendono quasi inutile qualsiasi tentativo di discussione. 

Garbino Vento di Tempesta.

green demetr

#6
A mio parere la posizione di Nietzche sulla compassione è oscillante.

Di certo non ha nulla a che fare con l'agape di cristiana memoria, applicata da Schopenauer (che mutura dal buddismo invero).

In questo senso il discorso si fa complesso e sfaccettato.

per mcmurphy38

Non ho ben capito come leghi politica e compassione: intendi dire che poichè si deve morire, siamo costretti nostro malgrado a usare la compassione per stare a contatto con la mediocrità altrui? Come a dire che il destino a cui siamo chiamati, ossia rispondere alla morte, al nichilismo, si converta poi proprio nel suo opposto, nella pratica?

Ripeto non ho capito. Provo a rispondere comunque a partire dalle mie ipotesi di lavoro, a cui mi sembra chiami.

Certamente concordo, e anzi è uno dei miei punti forti di angolatura sul discorso nicciano: l'etica nicciana è una politica, che mira addirittura ad essere una estetica.

E proprio nella misura di oltrepassamento, che la sua posizione oscilla tra misticismo e dura analisi della realtà.

Il rapporto con gli altri uomini è però totalmente reinventato sulle macerie della sua analisi dinamitarda dei rapporti familiari e sociali.
E' facile, e l'ho letto mille volte questo errore, per me gravissimo, di far rientrare Nietzche in un ottica quasi Paolina, dimenticando tutto il suo contributo sulla genealogia dei costumi.

In Nietzche NON ESISTE il concetto di salvezza.

Mi viene in mente sopratutto questo.

L'agape in fin dei conti sarebbe del tutto vuota senza una destinazione oltremondana.

In attesa che specifichi meglio il tuo interesse, per un confronto migliore.

Ciao e benvenuto  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: bobmax il 24 Maggio 2018, 19:43:58 PM
E' la volontà di potenza, che Nietzsche ha sofferto sino allo spasimo, a non fargli accettare l'importanza della compassione. Gli sembrava un cedimento di fronte all'orrore del mondo. Ma non è affatto una resa. È invece proprio il contrario.

La compassione è il più profondo sentimento si possa provare. Supera anche l'amore, almeno nel nostro esserci.

Penso che Nietzsche abbia sperimentato momenti di illuminazione, che lo hanno scosso e fatto diventare il grande filosofo che è. Tuttavia, forse a causa della sua grande sensibilità, queste esperienze hanno acuito la disperazione nichilista senza poterla in qualche modo superare.
Il "divenire" per Nietzsche era necessariamente  verità assoluta.

Associ il nichilismo al divenire assoluto? Interessante.

Puoi dirne di più? Per esempio come questo si risolva nella pratica reale del vivere.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: mcmurphy38 il 24 Maggio 2018, 20:53:09 PM
Citazione di: bobmax il 24 Maggio 2018, 19:43:58 PM
E' la volontà di potenza, che Nietzsche ha sofferto sino allo spasimo, a non fargli accettare l'importanza della compassione. Gli sembrava un cedimento di fronte all'orrore del mondo. Ma non è affatto una resa. È invece proprio il contrario.

La compassione è il più profondo sentimento si possa provare. Supera anche l'amore, almeno nel nostro esserci.

Penso che Nietzsche abbia sperimentato momenti di illuminazione, che lo hanno scosso e fatto diventare il grande filosofo che è. Tuttavia, forse a causa della sua grande sensibilità, queste esperienze hanno acuito la disperazione nichilista senza poterla in qualche modo superare.
Il "divenire" per Nietzsche era necessariamente  verità assoluta.
Mettere "Nietsche" e "verità assoluta" nella stessa frase stona non poco

Inviato dal mio Nexus 6 utilizzando Tapatalk

Interessante questo scambio.

Perchè se è arcinoto che Nietzche è un relativista, al di là delle apparenze, ci si imbatte invece in frasi molte forti, quasi metafisiche (eccetto che non lo sono).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: mcmurphy38 il 24 Maggio 2018, 20:51:10 PM
Citazione di: Garbino il 24 Maggio 2018, 19:07:40 PM
Nietzsche - La compassione.

X mcmurphY 38.

Intanto ben arrivato e spero che continuerai a lungo a farci compagnia ed a esprimere le tue opinioni.
Per quanto riguarda la compassione Nietzsche non parla di fine della compassione ma la auspica. E questo perché la ritiene negativa, un veleno per l' uomo. E' un argomento che affronta anche in Genealogia della morale, tuonando contro Schopenhauer che la ritiene invece positiva. E lo sostiene adducendo anche che tutti i grandi filosofi furono dello stesso suo avviso: Socrate, Platone, Aristotele, Kant ed Hegel.

Garbino Vento di Tempesta.
Nietzsche non critica Socrate proprio per questo motivo?

Inviato dal mio Nexus 6 utilizzando Tapatalk


Sono d'accordo con Garbino, nel merito di quello che dice.

Ma in fin dei conti è però anche vero che in qualche misura la compassione nella sua visione, si colora di tonalità diverse, fratello con fratello.
Non più fratello con Dio.

Quindi in qualche maniera accolgo la critica, in effetti Socrate è un personaggio spesso sgradevole, fino all'esasperazione.

Le due cose insomma (decadenza e compassione) c'entrano e non c'entrano: dipende dalla lettura e dai passaggi che selezioniamo.

Mi vengono in mente sopratutto gli accorati adii, sia di umano troppo umano, sia di zarathustra.

Credo che è lì che bisogna indagare a riguardo della compassione, ripulita abbondantemente di tutti i cascami letterari del canone occidentale.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

bobmax

Per Green Demetr
Il nichilismo nasce con la stessa razionalità, ne è l'altra faccia della medaglia.
Possiamo dire che Adamo rappresenta, nel mito, il primo uomo razionale e quindi il primo nichilista.
Il nichilismo si fonda infatti su quanto appare più ovvio alla mente razionale. Ossia sul convincimento che all'essere appartiene solo quello che c'è qui ora, nel presente. Mentre ciò che c'era, e ora non c'è più, così come ciò che ci sarà, ma non c'è ancora, non sono essere, ma solo lo erano o lo saranno.
L'essere è solo ciò che abita il presente e questo essere evolve subendo il divenire.

Questa "certezza", che è certezza del divenire, è la motivazione del nichilismo.
Una "verità" che Nietzsche non è riuscito a mettere davvero in dubbio. Ne rimase succube considerandola assoluta.

Un approccio autenticamente relativistica dovrebbe invece mettere in discussione anche questa "verità". E vi sono molte ragioni per farlo.

Nella pratica reale del vivere, occorrerebbe per esempio valutare l'illusione del libero arbitrio, in una visione etica. Dall'orrore di un divenire che ci annichilisce, potremmo forse cogliere l'autentica libertà.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

I filosofi non sono soliti considerare la compassione fra le virtù necessarie: la filosofia occidentale privilegia la diffidenza e il sospetto nei confronti del sentimento della compassione, considerato ipocrita.  

E' noto che il sostantivo "compassione" deriva da "passione", e questo dal latino "păti" (= patire, subire, sopportare).

Nella storia del pensiero filosofico o  nella letteratura c'è una linea che difende e giustifica le passioni.  Esse hanno la funzione di disporre l'anima a volere ciò che la natura ci indica come utile.

La passione dà energia vitale e non patimento o rassegnata  sopportazione.

Invece la "compassione",  che deriva dalla parola composta latina  "cum" + "patior",  significa comprendere la sofferenza dell'altro/a; sofferta partecipazione al male altrui.

Il vocabolo "compassione" evoca la commovente immagine di due persone che condividono lo stesso dolore.

La "compassione" è un'emozione che può diventare sentimento, fa parte della natura umana, anche se ci sono persone psicopatiche che non hanno compassione ed amano la violenza.

Murphi nel tuo post di apertura ti chiedi "In che misura la compassione è finita?" Per quanto sopra detto comprendi che la compassione non può finire, a prescindere da cosa intendesse Friedrich Nietzsche.

Socrate78

Estremamente difficile stabilire che cosa Nietzsche intendesse con la parola compassione, dal momento che i testi dell'ultimo periodo, soprattutto "Volontà di potenza", furono falsificati dalla sorella Elisabeth, per farli apparire come testi inclini ad opinioni politiche di estrema destra, di critica alla democrazia, ai valori su cui fonda la civiltà occidentale, tra cui anche la compassione come modalità di relazione mutuata dal Cristianesimo.
Ma qualcosa si può dire, in effetti per Nietzsche la regola morale della compassione nascerebbe da un sentimento per nulla positivo, e cioè dal risentimento e dall'invidia dei soggetti più deboli (in senso molto generico) verso gli individui vincenti, forti, socialmente affermati. I deboli quindi elaborano una morale che consenta loro la sopravvivenza e l'affermazione di essi come gruppo, allo stesso modo come, per il filosofo, tutti i valori cristiani che esaltano i deboli, gli ultimi, gli emarginati, sono un grande inganno che nasconde solo l'egoismo di alcuni gruppi sociali. In quest'ottica di critica alla morale tradizionale va letta anche la critica specifica alla compassione.

green demetr

Citazione di: bobmax il 25 Maggio 2018, 11:18:05 AM
Per Green Demetr
Nella pratica reale del vivere, occorrerebbe per esempio valutare l'illusione del libero arbitrio, in una visione etica. Dall'orrore di un divenire che ci annichilisce, potremmo forse cogliere l'autentica libertà.

Su questo sono assai d'accordo. Lo scriverei anch'io senza alcun dubbio.

Forse ci distanzia l'idea se Nietzche l'abbia fatto o meno.

Per me ovviamente sì. Mi pare, ma potrei sbagliarmi, per te no.

Come dice Carlo Sini l'unica cosa che un relativista dovrebbe veramente fare, è essere chiaro che l'unico certezza che si ha, è proprio che tutto è relativo.
E dunque il relativo del relativo NON ESISTE.
Sono con il maestro.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

bobmax

Per Green Demetr
Forse sono io ad aver mal interpretato, forse Nietzsche è comunque riuscito a guardare oltre. D'altronde sono stati impossibili da mantenere, si torna sempre indietro dove il divenire è legge.
Il fatto è che percependo la passione e la sofferenza di questa grande anima viene naturale l'impulso di avvertirlo: "No, non disperare così! I giochi sono ancora aperti! Il divenire non è verità assoluta."
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Discussioni simili (5)