Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Aperto da Garbino, 08 Aprile 2016, 20:16:34 PM

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green demetr

Non capisco bene questo attacco ignorante fatto negli ultimi post ma andiamo con ordine.

x garbino

Il tuo attacco alla wiki è ridicolo, ci sono centinaia di scritti filologici che lo attestano.

Ma poi abbi pazienza gli scritti postumi di Nietzche ci sono (ed. Filologia Adelphi), se mi indichi dove sta quello da te indicato sono felice di dirti che mi sono sbagliato.

cit garbino
3) Sulla selezione e sulla disciplina mi riserbo di argomentare, come ho già specificato, quando sarà il momento.

E io spero proprio di non leggere ulteriori sciocchezze che aggreverebbero la tua (supponente) interpretazione.

La mia argomentazione pre-giudicante è la seguente, che se vi è selezione (darwinismo sociale) allora vi è gerarchia.

Molto semplice molto piano.

cit garbino
4) Se comunque fosse vera la volontà di determinare uno stravolgimento del contesto del messaggio di Nietzsche, Elizabeth avrebbe anche modificato tutti gli attacchi agli antisemiti ed ai principi e alle ideologie del nazismo, che  nacque ben dopo il 1906, che è la data della prima stesura dell' opera. Attacchi che sono largamente presenti e ripetuti in tutte le opere di Nietzsche

Ma questo è falso, in quanto attacchi anti-semiti vi sono anche all'interno di Umano Troppo Umano che NON è un testo spurio.

cit garbino
6) La mia versione della Prefazione prevede (Newton Compton ) 8 ( otto ) paragrafi con una certa organicità che difficilmente possono essere identificati come aforismi. Naturalmente a mio avviso, poi ciascuno può pensarla come vuole. E non credo che la Versione Mondadori possa presentarsi in modo diverso.

Non lo so, sarebbe un lavoro da fare, comunque la versione filologica è solo quella della Adelphi. (e su quella mi baserò in futuro).

cit garbino
8)  Io affermo che Nietzsche vuole distruggere la Metafisica, ed è costretto a ragionare in termini metafisici e tu affermi che è Metafisico. Amen

Ma che amen ed amen, anche per me Nietzche vuole distruggere la metafisica, ma bisogna distinguere tra la metafisica classica (che è l'obiettivo polemico) e quella nuova (che teorizza con l'avvento dei Superuomini).
Invece tu non intendendo NIENTE della nuova umanità da venire, scambi completamente i miei discorsi che sono AMPIAMENTE DIVISI in uno solo. Questo intellettualmente è scorretto. Ma non importa: proseguiremo a furia di martellarci in testa.
Semplice e piano.

cit garbino
"E non puoi affermare che: Nessuno può fare a meno della Metafisica, perché tu conosci soltanto te stesso e non i bisogni degli altri."

Ma come ti permetti? Io ho una storia alle mie spalle fatta di vissuti, di riflessioni sulle cose e sugli altri.
E posso affermare con certezza di conoscere i bisogni altrui, perchè erano bisogni condivisi. Ma che ne sai tu?
Incredibile!
Sul fatto che nessuno può fare a meno della metafisica, ti rimando a quello che Nietzche afferma nella introduzione.
Che nessuno di noi può fare a meno della menzogna. Almeno leggi quello che scrivo prima di metterti a fare polemica.
Ma poi questo della metafisica come necessità è un tema abbastanza accademico, a me qui interessa parlare dei superuomini.

cit garbino
9) A mio avviso in Nietzsche troviamo un solo aspetto gerarchico e che è rappresentato dalla Volontà di potenza. E mi sembra molto difficile che questo dominio possa essere inteso come non gerarchico. Ma poi ciascuno può pensarla come vuole.

La volontà di potenza è gerarchica, E non c'entra niente con i super-uomini. Questa associazione paranoica che non vi sia differenza è tutta tua e di Maral. (evidentemente cercate lo scontro ad ogni costo).

cit garbino
Mi sembra di aver risposto a tutto. Ciascuno è quello che è e può permettersi di avere le proprie opinioni. E di difenderle. Ed ho deciso di difenderle, costi quello che costi. Mio caro Green Demetr, le cose stanno così. D' altronde si può rimanere amici anche pensandola diversamente. Almeno la penso così.

Amici non credo proprio. Alleati su alcune cose sì. TU tieniti pure le tue opinioni che io cerco di argomentare le mie.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

x sari

potrei benissimo liquidare tutto con un "vergogna! " ma proviamo a dire qualcosa.
 
Ho provato a rispondere, ma mi rendo conto che per controbattere alle illazioni di geniomaligno, servirebbe un libro a se stante.
Francamente il 3d è di Garbino e non me la sento di rispondere alle tue sterili provocazioni.

Non rimane per i lettori di questo forum che attendere che metta insieme le tematiche nicciane. E cominci a dare un senso documentato di quanto vado dicendo già da un pò.
Starà poi alla onestà di chi medita sulle questioni, e non millanta posizioni altrui.

Ovviamente il pezzo di geniomaligno è una accozzaglia volgare di luoghi comuni, e di malinterpetazioni, che testimoniano di una scorrettezza intellettuale che coincide con i deliri schizoido-paranoici dei loro autori.

In sostanza prendere un aforisma senza metterlo nella dimensione di senso che l'autore gli imprime, non ha senso.

Ma stiamo al giochino: partiamo pure dall'aforisma 

Anzitutto bisogna intendere le finalità di aldilà del bene e del male. Cosa che non posso sapere essendo ancora ad UTU.
Trovo irritante proporre aforismi a caso, senza avere il senso generale della questione.

Ma comunque sia, troviamo Ancora gli stessi elementi presenti in UTU. (mi riesce facile leggerli, come controvelina)

A partire dalla fine, nessuno può uscire dalla metafisica: alias inutile mentire sul fatto che la vita è volontà gerarchizzante.
L'attacco va visto nella solita (già presente in UTU) angolazione di attacco allo Stato.
Ossia della Politica di Nietzche (scontro individuo - stato).
Con i soliti errori noti di Nietzche (le sue menzogne per continuare a scrivere) che esista davvero questa elite individualistica.
(discorso paranoico)
(cosa che negli aforismi più lucidi e profondi rinnega con forza, traversata della paranoia).
Sono i soliti aforismi "Butade" che servono a rendere la scrittura più polemica possibile. (e che lo resero celebre).

Semplice e piano.

I temi sono quelli soliti....ma geniomaligno non solo non li vede, ma crede a partire da quello di avere il diritto di delirare su una marea montante di autori "contra nice".

Per quanto riguarda Sari se dice che è d'accordo con Primo Levi, allora non si capisce perchè abbia portato all'attenzione geniomaligno.(che non ha nemmeno diritto di replica così facendo)

Primo levi sostiene di trovare indifferenza e non odio.

Ma infatti in Nietzche non c'è nè odio nè indifferenza. Scambiare il polemos scritto con il messaggio positivo che c'è dietro di esso non ha senso alcuno.
Altra cosa è il fatto che non piace lo stile. ma volenti o nolenti nice ha successo per quello.
In questo caso per tutti, ma nello stesso tempo per nessuno, (chi si ferma al polemos e non medita sul lato positivo, nascosto, ma nemmeno più di tanto.)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

x maral

cit maral
"L'accettazione dell'eterno ritorno richiede dunque l'estrema dedizione alla volontà di potenza di cui solo l'oltreuomo può rendersi capace e l'oltreuomo è colui che si arrende al non poter più in alcun modo pensare. Strimpellando e cantando canzoni napoletane, delirando su se stesso come un matto da barzelletta, Nietzsche si prepara alla follia catatonica come ultimo coerente atto ontologico. "

Ma dove l'hai letta questa cosa Maral??? Quando mai Nietzche ha scritto una cosa del genere????
Incredibile!


cit maral
" E ognuno prende da Nietzsche quello che vuole, il suo modo lo autorizza, autorizza la volontà di potenza su lui stesso."

A me pare proprio quello che stai facendo tu.

Direi invece di meditare un pò più approfonditamente sui temi da LUI proposti, piuttosto che su quelli che vogliamo noi.

Tra l'altro se per te l'indifferenziato debba essere filosofia, non lo capisco proprio, nè a livello umano (lo trovo terribile) nè a livello psicologico positivo. (perchè senti la necessità di leggere nietzche in quella maniera?)

A me non rimane che la motivazione della psicologia negativa (ossia dell'odio apparentemente immotivato, ma ognuno sa di cosa si tratta in cuor suo, portato dagli scritti del Maestro).

Essendoci passato so di cosa si tratta. L'odio non serve. Ma la guerra (intellettuale) va affrontata.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Sariputra

#168
Citazione di: green demetr il 21 Maggio 2017, 19:29:31 PMx sari potrei benissimo liquidare tutto con un "vergogna! " ma proviamo a dire qualcosa. Ho provato a rispondere, ma mi rendo conto che per controbattere alle illazioni di geniomaligno, servirebbe un libro a se stante. Francamente il 3d è di Garbino e non me la sento di rispondere alle tue sterili provocazioni. Non rimane per i lettori di questo forum che attendere che metta insieme le tematiche nicciane. E cominci a dare un senso documentato di quanto vado dicendo già da un pò. Starà poi alla onestà di chi medita sulle questioni, e non millanta posizioni altrui. Ovviamente il pezzo di geniomaligno è una accozzaglia volgare di luoghi comuni, e di malinterpetazioni, che testimoniano di una scorrettezza intellettuale che coincide con i deliri schizoido-paranoici dei loro autori. In sostanza prendere un aforisma senza metterlo nella dimensione di senso che l'autore gli imprime, non ha senso. Ma stiamo al giochino: partiamo pure dall'aforisma Anzitutto bisogna intendere le finalità di aldilà del bene e del male. Cosa che non posso sapere essendo ancora ad UTU. Trovo irritante proporre aforismi a caso, senza avere il senso generale della questione. Ma comunque sia, troviamo Ancora gli stessi elementi presenti in UTU. (mi riesce facile leggerli, come controvelina) A partire dalla fine, nessuno può uscire dalla metafisica: alias inutile mentire sul fatto che la vita è volontà gerarchizzante. L'attacco va visto nella solita (già presente in UTU) angolazione di attacco allo Stato. Ossia della Politica di Nietzche (scontro individuo - stato). Con i soliti errori noti di Nietzche (le sue menzogne per continuare a scrivere) che esista davvero questa elite individualistica. (discorso paranoico) (cosa che negli aforismi più lucidi e profondi rinnega con forza, traversata della paranoia). Sono i soliti aforismi "Butade" che servono a rendere la scrittura più polemica possibile. (e che lo resero celebre). Semplice e piano. I temi sono quelli soliti....ma geniomaligno non solo non li vede, ma crede a partire da quello di avere il diritto di delirare su una marea montante di autori "contra nice". Per quanto riguarda Sari se dice che è d'accordo con Primo Levi, allora non si capisce perchè abbia portato all'attenzione geniomaligno.(che non ha nemmeno diritto di replica così facendo) Primo levi sostiene di trovare indifferenza e non odio. Ma infatti in Nietzche non c'è nè odio nè indifferenza. Scambiare il polemos scritto con il messaggio positivo che c'è dietro di esso non ha senso alcuno. Altra cosa è il fatto che non piace lo stile. ma volenti o nolenti nice ha successo per quello. In questo caso per tutti, ma nello stesso tempo per nessuno, (chi si ferma al polemos e non medita sul lato positivo, nascosto, ma nemmeno più di tanto.)

Guarda che mi sembra opportuno, in una discussione, sentire anche le voci contrarie e polemiche e non solo gli "innamorati" del pensiero nicciano. Non avendo personalmente nessun trasporto personale verso quest'uomo di cui ho letto alcuni testi molti anni fa e che non mi sono piaciuti per nulla ( e l'ho già scritto, mi pare...), volevo semplicemente portare un contributo nella discussione portata avanti dall'amico Garbino e che poteva magari stimolare o approfondire alcuni punti che mi sembra siano stati solo sorvolati finora, ma che non puoi negare facciano parte della storia, nel bene e anche nel male, dell'interpretazione del pensiero del filosofo tedesco. A questi ho aggiunto uno spunto anche su Heiddeger.
Sembra quasi per te un fatto "personale", ma Nietzsche era solo un uomo, molto intelligente ma pure malato. Un uomo morto da molto tempo e con lui è morto il suo pensiero. Adesso esistono solo interpretazioni del suo pensiero e , che ti faccia soffrire o meno, sei comunque costretto ad accettare anche le argomentazioni o le interpretazioni avverse. Altrimenti, veramente, si rischia davvero, a parer mio, di farne una figura 'religiosa', di culto,  di cui ci si fa un'immagine e poi la si difende ad oltranza contro tutto e tutti, per non rischiare di mettere in discussione l'immagine fatta.
Il "lato positivo" che tu vedi. nel mio caso non è in grado di farmi "digerire" le pesanti, pesantissime affermazioni che io trovo profondamente odiose. Non riesce a compensarle, in soldoni.
Sarà anche un problema delle diverse storie, vissuti e sensibilità che tutti noi abbiamo...
Ciao e buon proseguimento  :)
P.S. Di solito uso poco il copia/incolla, l'ho fatto perché non sto bene per scrivere molto e quindi mi è "servito" per presentare alcuni punti, che in larga parte condivido, con "fatica ridotta". Ho fatto economia di forze, in pratica... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Garbino

Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

P.s. Un post scriptum posizionato all' inizio può apparire paradossale, ma ho intravisto il nuovo post di Sariputra e volevo esprimere che sono d' accordo con lui. ( Non so per cosa tu usi l' artrosilene, ma ti posso assicurare che il toradoll in gocce è favoloso per le infiammazioni e stati dolorofici, sperando che tu lo possa prendere. Bastano anche pochissime gocce per avviare la riduzione del dolore e dell' infiammazione e la creazione di un maggior numero di endorfine. E' necessaria la ricetta bianca del medico. )

Volevo sinceramente aspettare ancora un po' a rispondere a Sariputra, ma gli interventi di Green hanno determinato uno spostamento dei post di Sari che purtroppo hanno, naturalmente involontariamente, rimosso il mio intento. E perciò passo a rispondere a Sari per poi passare a Green.

Mio caro Sari, i due interventi da te realizzati su molte frasi e brani di Nietzsche che possono rimanere indigeste si possono tranquillamente ritrovare nelle sue opere senza possibilità di smentita. E non sono i soli. Nietzsche attacca tutto: Socrate, il maligno Socrate, Cristo l' idiota, i semiti, gli antisemiti, il Deuts uber alles, i comunisti, gli anarchici, la donna, l' uomo che ha sbagliato proprio come umanità, i tedeschi da lui definiti porci, il gatto con gli stivali, Biancaneve e Satanasso. E in pratica non ho che elencato la minima parte di ciò che Nietzsche ritiene indegno a livello umano. E ti posso garantire, come ho più volte affermato, che alla prima lettura di Nietzsche, un secolo fa ( sono immortale ), ho avuto ripetutamente lo stimolo a gettare il libro dalla finestra. Ma poi ho deciso di continuare e, in principio l' ho accettato come facente parte della sua filosofia, poi della sua strategia ed infine del suo messaggio.

Non ho molta stima di Levi come non ne ho dell' autore a cui ti riferisci nel secondo post, che del resto non conosco affatto e non mi interessa neanche sapere  chi sia. La sua comunque è la posizione sincera, ma quanto mai moraleggiante nel modo più sconsiderato, di chi ritiene che la vita sia altro. No, che deve essere altro. E perciò la sincerità nasconde soltanto una menzogna di fondo nel voler far apparire tutto ciò che è diverso dal suo modo di pensare come diabolico. Naturalmente ti ringrazio per aver inserito questi due post che mi hanno dato la possibilità di riprendere un discorso che avevamo affrontato nel vecchio sito nell' altra discussione su Nietzsche che avevo preso in mano, sostituendomi all' autore, essendo già avviata. 

Mio caro Sari, Nietzsche è molto più complesso di quel che si pensa e appare. Prendere o lasciare. D' altronde non deve mica piacere per forza. Ma ti ricordo che anche Schopenhauer, uno dei tuoi preferiti mi sembra di ricordare, e l' unico grande a favore della compassione pur non riuscendo a provarla, non è poi così ialino. E' una questione di gusto e la rispetto. Naturalmente, a mio avviso, come afferma giustamente Green, Nietzsche è in quelle frasi come in tutto il resto che ha scritto, e non soltanto in frasi avulse dal cointesto della sua filosofia, strategia e messaggio.

X Green Demetr

Ed adesso passiamo a Green. Mi sono appena connesso a Wiki ed all' Archivio Nietzsche e avrei potuto modificare a mio piacimento il testo. E questo soltanto schiacciando il tasto modifica. A meno che tu non ti riferisca ad un sito diverso, non credo che ciò lo renda un sito affidabile.

Maurizio Ferraris ha scritto La Storia dell' Archivio Nietzsche posizionata alla fine della La Volontà di Potenza curata da Gast e la sorella ed edita per la prima volta nel 1906, e poi stampata in Italia da Bompiani. Questa è la versione che sto leggendo.

Supponente o non supponente è la mia interpretazione e la difendo. Con tanto di a mio avviso quasi ad ogni frase per non cadere nell' errore che sia l' unica o la più vicina al filosofo, per me lo è, ma non posso presentarla come tale.

Non mi interessa quanto tu abbia condiviso o no la tua esperienza, e con chi tu abbia condiviso la tua esperienza, comunque non puoi permetterti di affermare nessun universale senza farlo procedere da questa è la mia opinione, altrimenti mi sembra che la supponenza, di cui tu mi incolpavi, appartenga anche a te.

Sono d' accordo che il darwinismo come il darwinismo sociale sia aberrato da Nietzsche, ma non capisco perché tu per selezione intendi subito il darwinismo sociale e con disciplina il rapporto tra chi comanda e chi ubbidisce. Selezione e disciplina, nel frangente potrebbero avere, e questa è la mia opinione, valenze e significati diversi da quelli che tu esponi.

Umano Troppo Umano, ripeto, è del 1778 ma la Prefazione è del 1886 e non credo che sia stata inserita in edizioni prima della sua crisi definitiva. Perciò Elizabeth avrebbe potuto benissimo correggerla a suo piacimento. Così come tutte le opere edite dopo, come ad esempio Ecce Homo, su cui sicuramente qualcosa ha modificato ma soltanto sottacendo parti che la riguardavano o riducendo l' impatto di altre che comunque nell' opera appaiono. 

Nietzsche afferma più volte che i SuperUomini o OltreUomini che dir si voglia, sono coloro che gettano alle loro spalle il passato dell' uomo e che grazie all' arte insita nella volontà di potenza, una volta liberato il suo fluire, possono passare a creare nuovi valori. 

Io sarò anche paranoico, ma tu ti sei mai chiesto cosa sei? Prima di psicoanalizzare gli altri, vedi se ci riesci con te stesso. Per il resto, se vuoi restarmi amico bene, altrimenti: Che serà serà.

Grazie della cortese attenzione

Garbino Vento di Tempesta.

maral

#170
Citazione di: green demetr il 21 Maggio 2017, 19:31:50 PM
x maral

cit maral
"L'accettazione dell'eterno ritorno richiede dunque l'estrema dedizione alla volontà di potenza di cui solo l'oltreuomo può rendersi capace e l'oltreuomo è colui che si arrende al non poter più in alcun modo pensare. Strimpellando e cantando canzoni napoletane, delirando su se stesso come un matto da barzelletta, Nietzsche si prepara alla follia catatonica come ultimo coerente atto ontologico. "

Ma dove l'hai letta questa cosa Maral??? Quando mai Nietzche ha scritto una cosa del genere????
Incredibile!
Ti riferisci all'oltreuomo che trasfigura nella volontà di potenza accettando l'eterno ritorno o alla follia che esplode nel 1889?
Nel primo caso il riferimento va a questo passo de "La gaia scienza":

   "Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere!». Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina»? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?" (da La gaia scienza, Libro IV, n. 341).

(ma c'è anche e forse soprattutto il passo "della visione e dell'enigma" in "Così parlò Zarathustra": il morso del pastore che stacca la testa all'orribile serpente nero che gli è entrato in gola (l'immagine della nausea del tempo che lascia solo rovine)  esprime la decisione all'accettazione dell'eterno ritorno per trasfigurare nell'oltreuomo ridendo)

Nel secondo caso a quanto riporta Maurizio Ferraris che ha curato una biografia di Nietzsche:
https://www.youtube.com/watch?v=GpBr3xqyEFI

Citazionecit maral
" E ognuno prende da Nietzsche quello che vuole, il suo modo lo autorizza, autorizza la volontà di potenza su lui stesso."

A me pare proprio quello che stai facendo tu.

Direi invece di meditare un pò più approfonditamente sui temi da LUI proposti, piuttosto che su quelli che vogliamo noi.
Green lo starò facendo io, quanto lo fai e lo farai tu. Nietzsche si presta moltissimo e proprio qui sta la sua grandezza. Il suo non è un testo da prendere in oggetto di analisi, come un trattato di logica o un teorema filosofico post hegeliano, ma per come risuona, è nella risonanza che la sua grandezza esplode. Nietzsche non si può che mentire facendogli dire quello che si vorrebbe sentirgli dire (e scommetto che tu, dopo un'attenta analisi dei testi troverai proprio quello che volevi trovarci ed è pure giusto che sia così), perché abbiamo bisogno di sentircelo dire, oppure perché abbiamo bisogno di non sentircelo dire, come fa chi lo rifiuta radicalmente. E' così che attraverso il suo dire si può diventare ciò che si è che è quello che solo conta.
Non siamo di fronte all'indifferenziato, è tutt'altro che indifferenziato, è risonanza di un valore estremo per ognuno che vi si accosti cercando in lui una salute salvifica o una malattia oscena da rigettare, perché  non si può essere indifferenti a Nietzsche in ogni caso. Mai come per lui la sua vita non può essere considerata a parte dalla sua filosofia, è la sua filosofia e per questo la sua filosofia ci scuote nel profondo come può fare solo una vita che si mette a nudo. E forse proprio a partire da Nietzsche, questo resta l'unico modo per fare filosofia.  
E per questo "diventare se stessi" attraverso Nietzsche che sento importante e di grande valore il lavoro di condivisione di Garbino quanto quello che intendi fare tu su Nietzsche, ma certamente non per avere un Nietzsche oggettivo, buono per tutti, affinché sia a tutti definitivamente chiaro e incontrovertibile quello che lui voleva dire. "Ecce homo" è quello che lui voleva dire, dopo di ché nient'altro si può dire.

green demetr

Non so bene a che gioco giochiamo.  ::)

Caro Maral ti rispondo ancora, perchè ti stimo troppo.

Ma non vedo l'utilità.

Tu hai già detto e ridetto e ridetto ancora e ancora e ancora, che l'eterno ritorno è il centro del pensiero nietzchiano,
E io ti avevo detto che ti avrei di volta in volta ostacolato nel divulgare un messaggio così chiaramente falso.

Ripeto per la ennesimi volta, perchè prendere 2 aforismi e farne il nucleo centrale di Nietzche, quando lui ha scritto migliaia di ALTRE PAGINE.

Dove altri temi, mai discussi dai buffoni della filosofia (la pop-sofia), ma nemmeno dai più seriosi in realtà, EMERGONO.

Mi sembra comodo insistere su l'eterno ritorno. Io almeno ho la decenza di dire che non ho idea di cosa stia parlando.
Serpenti? clessidre? attimi infiniti? stessa sequenza??? mi sembra tutto veramente troppo allegorico, se non si riesce a collegarlo con il resto. (e senza altri raccordi di senso, sono frasi deliranti, non mi pare di ripetere le stesse cose bla bla bla....)
Tutto qui,
Se tu mi dicessi, ho letto la gaia scienza, e ho capito che questo tema torna io non avrei problemi a dirvi ok avete ragione. (magari mi fate pure un favore)

L'interpretazione tua e di Garbino o di Paul non è quello che Nietzche dice.
Punto e a capo.

Però è anche l'ultima volta che insisto. (desisto, e mi autobanno. farò finta di non leggere queste visione da apocalisse zombie, frutto ovviamente del pensiero paranoico che vi circonda).

Ho provato ad ascoltare Ferraris,..... ma sul serio......come si fa? usare la follia nicciana per esemplificare il paradosso è scorretto e patetico. Ma è Ferraris lo conosco, per i soldi venderebbe qualsiasi cosa.
Inoltre disapprovo totalmente la sua ironia i suoi giochetti linguistici che sono segnale di una intellingenza superiore che si fa beffe del suo stesso uditorio, cosa che funziona molto in Italia e nel Mondo).
Sono stufo di ascoltarlo. Comunque grazie della segnalazione, porta alla mia attenzione ulteriori giochetti fatti sulla vita dell'uomo.
Beh capita quando non si capisce niente dell'opera.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Garbino

Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

La quiete dopo la tempesta.

Bene, un po' di riflessione era senza dubbio necessaria per riprendere fiato e mitigare i toni. E ringrazio tutti per aver così vivacizzato questa discussione nel modo che sappiamo.

Approfitto di questa pausa per riportare alcune informazioni e allo stesso tempo scusarmi per alcune inesattezze che le riguardano.
La volontà di potenza che sto leggendo consta di 1061 aforismi e non 1965. Millenovecentosessanticinque è il riferimento di Maurizio Ferraris all' ultimo anno sulle interpretazioni di Nietzsche in coda alla sua ricostruzione dell' Archivio Nietzsche e che chiude il libro. Lo so è una svista pazzesca e mi scuso ancora con chi l' abbia presa per vera. La prima edizione italiana della Bompiani risale al 1992 ed è curata proprio da Maurizio Ferraris e Pietro Kubau.

Nella prefazione indicano che tra la versione del 1906 di Gast e la sorella e quella di Otto Weiss del 1911 che comunque rappresenta soltanto una correzione dell' altra, hanno scelto quella del Weiss perché da loro ritenuta migliore. Anche in questo caso mi scuso perché avevo capito inizialmente che si trattasse proprio dell' originale.

Sinceramente anche a me Ferraris non è che sta simpatico, né penso che sia un buon interprete di Nietzsche, ma nella circostanza, e cioè nel parlare dell' Archivio Nietzsche, mi sembra aggiornato e le sue opinioni accettabili.

Ringrazio Maral per il link, e sinceramente, come per Green, il rigetto di quell' argomento, orrore e comicità, mi sembra non solo necessario ma anche opportuno. Quando cioè non si sa cosa dire è meglio tacere ( guarda un po' a caso una frase di Nietzsche ).

E lo ringrazio anche per il tema espresso nell' ultimo post, che sicuramente condivido. Diventare ciò che si è, è senza dubbio il lato ermeneutico più viscerale che Nietzsche affronta. Il suo lanciare sassi o macigni nei nostri stagni culturali o sui nostri pregiudizi rappresenta senz' altro uno dei punti chiave della sua filosofia. Ma se mi chiedo se il messaggio finisce lì, devo purtroppo risponderti che ho molti dubbi. 

Intanto sono arrivato all' aforisma 794, e ho notato che più avanti c' è un capitolo sulla selezione e la disciplina ed un altro sull' eterno ritorno. Mentre quello che mi accingo a leggere è il primo aforisma del capitolo La volontà di potenza come arte e che dovrebbe essere quello a cui si riferisce Heidegger.

So soltanto che volevo dire altre cose, ma , sarà il caldo, adesso mi sfuggono.

Grazie per la cortese attenzione e chiedo ancora scusa per le inesattezze riportate nei post precedenti. Grazie di cuore.

Garbino Vento di Tempesta.

maral

#173
Citazione di: green demetr il 21 Maggio 2017, 23:28:21 PM
Serpenti? clessidre? attimi infiniti? stessa sequenza??? mi sembra tutto veramente troppo allegorico, se non si riesce a collegarlo con il resto. (e senza altri raccordi di senso, sono frasi deliranti, non mi pare di ripetere le stesse cose bla bla bla....)
Tutto qui,
Se tu mi dicessi, ho letto la gaia scienza, e ho capito che questo tema torna io non avrei problemi a dirvi ok avete ragione. (magari mi fate pure un favore)

L'interpretazione tua e di Garbino o di Paul non è quello che Nietzche dice.
Punto e a capo.
Veramente Green "La gaia scienza" l'avevo proprio letta e il pezzo citato mi sembra davvero chiarissimo, uno dei più chiari che Nietzsche abbia scritto. Poi è evidente che a te non gusta l'eterno ritorno, ma non puoi lasciarlo fuori per questo, resta il punto centrale del pensiero filosofico nicciano. Non puoi accantonarlo perché non ti garba, o Nietzsche lo prendi tutto o non lo prendi. Poi se me lo spieghi in altro modo ben venga. Per quel che mi riguarda anche la sua follia resta parte essenziale del suo pensiero, ne è la perfetta conclusione. E non dico questo per denigrare Nietzsche, come fa Ferraris, ma proprio il contrario, è una follia filosoficamente grandiosa (questa comunque, a differenza dell'eterno ritorno è una mia opinione personale, ma che sento strettamente conseguente). Comunque attendo la tua interpretazione dell'eterno ritorno in connessione alla volontà di potenza, fino ad allora non aggiungerò altro in merito, la mia l'ho già detta.  :)

Citazione di: garbinoRingrazio Maral per il link, e sinceramente, come per Green, il rigetto di quell' argomento, orrore e comicità, mi sembra non solo necessario ma anche opportuno. Quando cioè non si sa cosa dire è meglio tacere ( guarda un po' a caso una frase di Nietzsche ).
Condivido il giudizio su Ferraris (compreso il suo "Nuovo realismo").

Garbino

Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Maral

Bene riprendiamo il viaggio facendolo precedere da una premessa. Per te il messaggio di Nietzsche si racchiude nel diventare ciò che si è, per me e per Green no. Naturalmente ciascuno ha le sue motivazioni e i suoi ragionamenti ed argomentazioni nonché deduzioni, ma, come giustamente hai affermato in uno dei post precedenti: è giusto così, perché ciascuno ha la tendenza a ritrovare in Nietzsche ciò che gli è più congeniale. Ma ciò non toglie che, a mio avviso, in Nietzsche possa esservi molto di più, pur non disconoscendo l' importanza capitale che ha il diventare ciò che si è.
Sull' eterno ritorno, devo dedurre che non l' ho ancora capito, data l' importanza che Nietzsche gli riserva, e perciò sospendo il giudizio, ritenendolo ancora e tuttora collegato a ciò che afferma Severino, e cioè un escamotage per fornire alla volontà di potenza il controllo sull' eternità nell' attimo stesso in cui si vive.

La lettura della Volontà di potenza, come appare nel capitolo ricostruito da Gast e la sorella, mi fa venire molti dubbi sul ruolo avuto da Heidegger nella vicenda ( intendo il seminario ). Infatti, proprio dal merito delle scelte di Heidegger sugli aforismi da presentare, sembra quasi che le cose fossero più complicate. E cioè che fosse stato proprio il partito a costringerlo a rivalutare il Nietzsche Metafisico e che lui lo abbia fatto ma riferendosi e riportando proprio quegli aforismi che, a mio avviso, affermano l' esatto contrario. Insomma il discorso risulta essere talmente complicato che non ne usciremmo più. Però valeva la pena fornirti questa mia valutazione che conoscendo il clima sociale tedesco del periodo non è da scartare.

Altro dirti non vo', ma riporto integralmente, a mo' di spunto riflessivo, un commento inedito di Nietzsche alla Nascita della Tragedia, che ritengo che sia, e troverai, molto interessante. Anche questa volta senza commentarlo.

Aforisma 853, pag 464 La volontà di potenza  cap: la Volontà di potenza come arte. ( Chiamarlo aforisma è un po' riduttivo, ma non fa niente ).

L' ARTE NELLA " NASCITA DELLA TRAGEDIA ".
1) La concezione del mondo con cui, nel suo proposito più recondito, si scontra questo libro è particolarmente fosca e spiacevole: sembra che fra i tipi di pessimismo finora conosciuti nessuno abbia raggiunto questo grado di malignità. Qui non c' è contrasto tra un mondo vero e apparente: c' è un solo mondo, e questo è falso, crudele, contraddittorio, seduttore, senza senso.... Un mondo siffatto è il mondo vero. Noi abbiamo bisogno di menzogne ( in corsivo ), per riportare la vittoria su questa realtà, su questa " verità ", ossia per vivere.....Il fatto che la menzogna sia necessaria per vivere fa parte di questo carattere terribile ed enigmatico dell' esistenza.....      La metafisica, la morale, la religione, la scienza vengono prese in considerazione in questo libro soltanto come altrettante forme di menzogna: con il loro aiuto si crede ( crede in corsivo ) nella vita. "La vita deve ispirare fiducia": il compito, così posto è enorme. Per assolverlo, l' uomo deve essere bugiardo già per natura, deve essere artista ( artista in corsivo ) prima di ogni altra cosa. Ed egli è ( è in corsivo ) tale: metafisica, morale, religione, scienza sono tutti parti della sua volontà di arte, di menzogna, di fuga dalla "verità", di negazione ( negazione in corsivo ) della " verità". La stessa facoltà grazie a cui fa violenza alla realtà con la menzogna, questa facoltà artistica par excellence dell' uomo, lui l' ha in comune con tutto ciò che è. Egli stesso è un frammento di realtà, di verità, di natura: come potrebbe non essere anche un frammento del genio della menzogna ( genio della menzogna in corsivo )?
Che si misconosca ( misconosca in corsivo ) il carattere dell' esistenza: è questa la più alta e profonda intenzione, il segreto che sta dietro a ogni virtù, scienza, devozione, mestiere d' artista. Molte cose non vederle mai, molte altre vederle falsamente, vederne molte che non sono: quanto è saggio il ritenersi saggi quando invece se ne è lontanissimi! L' amore, l' entusiasmo, "Dio" - tutte finezze dell' estremo autoinganno, seduzioni alla vita, fede nella vita! Nei momenti in cui l' uomo viene ingannato, in cui si inganna da sé, in cui crede nella vita, quale esuberanza per lui! Quale rapimento! Quale sensazione di potenza! L' uomo è tornato di nuovo padrone della "materia" ( materia in corsivo)! Padrone della "verità"!..... E in qualunque momento l' uomo si rallegri, è sempre uguale nella sua gioia: si rallegra di sé come artista - se si gode come potenza, gode la menzogna come la propria potenza.

Per il momento mi fermo qui. Gli altri tre paragrafi ( più corti ) li riporterò nel prossimo post.  Questo comunque è il Nietzsche come da lungo tempo io lo interpreto e che me lo sono ritrovato, neanche a farlo apposta, tutto insieme in un capitolo o aforisma.  

Grazie della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.

green demetr

#175
L'eterno ritorno come volontà di doppia negazione che conduce l'individuo alla psicosi paralizzante paranoica Nietzchiana, un effetto di un tumore beningo cerebrale, il remoto caso di una sifilide a lunga gittata.
Non lo sapremo mai.

O meglio nel caso del tumore benigno si giustificherebbero molti aforismi ritenibili scritti da un invasato.
Così nel caso della sifilide.

Ma nel caso della psicosi paralizzante, no.
Ed è quello che più mi interessa.

Mi interessa leggere l'evoluzione della lotta contro la paranoia che Nietzche ha intrapreso.
Nella mia intuizione la sua lotta è finita proprio con la psicosi paralizzante. (con una sconfitta dunque).

Adottando la psicologia fenomenologica di Minkowski, la lettura è semplice, nel soggetto paziente, il tempo è deformato, si rimane prigionieri di un presente senza fine.
Pensiamo solo alle azioni coatte di tali soggetti.

L'eterno ritorno se avesse ragione Maral sarebbe dunque l'epifenomeno della sconfitta di una lotta che era iniziata tempo prima.

Avrebbe inteso Nietzche esattamente la condizione dello psicotico, dell'autistico.
Se seguiamo l'interessante lettura di Maral, allora in Nietzche ci deve essere per forza un filo delirante che percorre le pagine ANCHE della gaia scienza.(il vero capolavoro di Nietzche).
Ricordiamo che sono 2 gli aforismi citati, uno nello zarathustra e uno nella gaia scienza.

Ma a questo punto il filo rosso che conduce ai biglietti della follia (in particolare io ho vissuto tutti i tempi),deve essere assai più vasto.

Vi dirò la verità, anche UTU può essere letto nella forma di un racconto di un paranoico.
Ma la mia intuizione è che è l'esatto contrario, è uno che sa di essere sotto il controllo paranoico, e cerca di superarlo.

Ma in cosa consiste la paranoia, la paranoia consiste nel "io sono già morto", "io non ci posso far niente".
Se ognuno di noi ci ragiona o medita sopra scoprirà di essere in quella stessa posizione.

Per poterlo scoprire deve indagare come il prorpio modo di essere al mondo, e di parlare, raccontare sopratutto, NASCONDA le 2 frasette scritte sopra.

Questa questione diventa automaticamente la nuova filosofia. Senza quella ricerca la filosofia è morta.
E se lo è detto tante volte (fino ad entrare nel loop infinito delle filosofie analitiche americane).
Fino alla celebre frase di Fukuyama:" La fine della storia".

Un grave peso, un grave coperchio è su tutti noi.

E' la società dello spettacolo, del benessere, ma è anche la società fordista, meccanica, che scandisce i tempi del vissuto a mò di ripetizione folle, fuori dal tempo, completamente MORTA. (e quindi completamente impaurita della morte).

La società morta (terrorizzata della morte) allora comincia a divorare se stessa. (esplodono i telefilm sugli zombie)
(l'allerta sociale diventa sempre più percepita, sempre più radicata, apre ai nuovi populismi di destra).
la gente comincia a farsi del male a togliersi i diritti gli uno con gli altri.

Non crede più di poter vivere perchè sà di essere già morta, E dunque DEVE vivere per forza.(è la mimesi dell'incoffessabilità delle 2 frasette dette sopra)
Arriviamo così alle distopie previste da Focault e Agamben.
La dietiestica, l'attenzione alla forma, diventano ossessive, i programmi si moltiplicano, aprono canali dedicati, e la gente viene assorbita in questo nodo di moebius.


Ma anche questo Nietzche lo aveva previsto, anzi lo aveva scritto lui in anteprima.
Lui parlava già il linguaggio paranoico moderno.
La dietistica, la forma ad ogni costo ed altre subdolezze simili.

E le consegnava guarda caso alla scienza, alla irrevocabilità della scienza.
Al controllo dei corpi. La filosofia di nuovo morta e sepolta somatizza e inventano la bio-etica.
(che sarebbe il contraltare del nemico principale della società contemporanea, il governo dei corpi, e non più delle menti).

La contradizione di Nietzche è dunque questa. Non è contradizione! è guerra all'interno dei discorsi.
Discorsi che sarebbero così tanti, che lui necessita di forma arrocate, di riduzioni, per darne indicazione, ovvero gli aforismi.

Ma la chiave per scardinare questa roccaforte del falso (questo fordismo delle menti che si accanisce sui corpi) quale è?

Non è la verità come la metafisica si è sempre posta, è la menzogna stessa.

Ma la menzogna cosa è?

Lo dice bene l'aforisma citato da Garbino sopra.

La menzogna è l'arte del mentire, ossia il raccontare.

Raccontare e raccontarsi, criticare e sbagliare, vi sono entrambe le dimensioni in nietzche.

E' quella famosa traversata del mare del nichilismo, potersi sbagliare per poi potersi riaffermare.
Inventare, e poi smontare, re-inventare e ri-smontare, vero un orizzonte.

Quello dell'oltre uomo, quello che abbandona l'uomo che mente sapendo di mentire.

Il nuovo uomo non mente più, perchè ha già detto che la menzogna SERVE per VIVERE.

la menzogna non serve per MORIRE (che sarebbe poi il mondo paranoico).

MA come si capisce, o forse no, si è una lama di rasoio.

La famosa poesia di montale.

"Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case"

un passo falso un passo da ubriaco ed ecco che

"Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
Alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto"

Il nulla di Nietzche è dunque il nulla dell'eterno ritorno. (sempre ascoltando maral)

Una battaglia aspra, che viene meno, nel momento in cui la scrittura abbandona il Maestro.

In cui l'invenzione, altissima, che si staglia come un "esercito di metafore", viene meno nel mare del nichilismo.

Si sprofonda. Lui che non poteva fare a meno di guardare negli occhi l'abisso, e non come il passante ubriaco che fa spallucce e torna ad ingannarsi. (montale stesso)

Preferì sprofondare, volle con ogni probabilità sprofondare. E forse questo è il terribile monito che ci ha lasciato.
( e che tutti si affrettano a NON Affrontare).

E' inutile, più ci penso, e più è evidente che Nietzche sia il maestro assoluto.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

maral

Sono certamente d'accordo con Garbino sul fatto che ognuno si accosti a Nietzsche dal suo angolo di visuale, rivelandosi così soprattutto a se stesso, per quello che è, anzi credo che la grandezza di un pensatore non sia tanto in quello che ha detto (nel suo "detto", come direbbe Levinas, che ho ripreso a leggere con passione), ma nel suo continuare a dire oltre il detto. E certamente sento che Nietzsche è grandissimo nel suo continuare a dire oltre il silenzio della follia in cui morì.
Non penso però che "escamotage" sia la parola giusta per intendere l'eterno ritorno, l'avverto piuttosto come una necessità estrema e radicale della volontà di potenza di fronte alla quale Nietzsche non si maschera più per continuare a vivere, non si arresta per rendersi ancora la vita saggiamente tollerabile mediante l'autoinganno che rende l'artista capace di godere della sua capacità di mascheramento, ma va avanti verso le conseguenze estreme del suo pensare, verso l'abisso che è un abisso ontologico, è l'abisso dell'essere, ove essere è ancora una parola troppo piccola per darne ragione. E non è una rassegnazione quello che spinge avanti, ma una volontà assoluta, la volontà di fissare lo sguardo oltre quello che sarebbe assai più saggio non guardare. E in questa volontà estrema c'è pure un'euforia estrema, c'è il riso di un Dio sul volto di chi la compie, è uno sprofondare che dischiude a una leggerezza sovrumana, è il senso di una liberazione suprema. Ma il riso del Dio, ossia dell'uomo che trasfigura, mentre vuole aderire alla volontà fino in fondo è, per noi che restiamo nel mondo dei saggi a ingannarci giocando con i nostri saperi, godendo della nostra arte poetica  a distanza di sicurezza come saggiamente conviene, solo il riso di un folle (e certamente anch'io sono tra questi, tra i tanti mortali che giustamente temono l'abisso per riuscire a sopravvivere ogni giorno ancora un po', qui, tra noi, come tutti ed è "sano" che sia).
Green, ha magnificamente commentato nella sua riflessione il passo riportato da Garbino utilizzando la poesia di Montale, ma appunto, per quanto ho detto sopra, qui non si tratta di un venir meno, in cui Nietzsche solo cede alla psicosi e alla malattia, si tratta invece della volontà di guardare fino in fondo sentendo tutta la sovrumana leggerezza che accompagna l'atto di sprofondare nell'abisso dell'essere che non è essere, è molto meno e infinitamente di più. E non importa se la metafora è quella dell'eterno ritorno cosmico per come lo spiega Nietzsche, ciò che importa è l'atto stesso, come una sorta di rivelazione finale, in qualsiasi "ultima immagine" essa prenda forma. 
Nell'ultimo atto dell'Antigone di Sofocle, Antigone, condannata a essere sepolta viva in una grotta dallo zio Creonte, nuovo re di Tebe, per aver voluto dare sepoltura al fratello contravvenendo agli ordini del sovrano, mentre si avvia al suo destino, volge nell'ultimo istante il suo sguardo al mondo (il mondo della quotidiana aspettativa in cui solo si può vivere) e il suo volto che pare sorridere è bellissimo, come trasfigurato. Non si tratta di una resa, di un venir meno, o di una malattia, ma di un atto di verità estrema a cui non ci si vuole più sottrarre. Così trasfigura colui che si accorge di non desiderare altro e risponde "sì, lo voglio" al demone che compare nella "Gaia scienza" e così trasfigura il pastore dopo che ha staccato con un morso la testa al serpente che lo soffoca davanti a Zarathustra. Non è una resa, ma la volontà estrema di un'adesione.

green demetr

Ma c'è una differenza tra Antigone che accetta trasfigurata le conseguenze della sua scelta.
Ossia di essere sepolta da Altri.
E Nietzche che si auto-seppellisce. 

Binswanger (il pionere della psicanalisi fenomenologica) parla di paralisi progressiva.
Secondo la psicanalisi che individua nel linguaggio i caratteri della malattia, dunque Nietzche è vittima del linguaggio che sta analizzando.
Esattamente come la psicanalisi è vittima di se stessa, affermazione che costò a Lacan l'allontanamento dalla comunità (tacciata di gerarchia).

Ma il fallimento non è dell'analisi bensì del linguaggio.

Ora rintracciare questo filo rosso che porta alla paralisi è ancora da fare.
In rete mi sembra uno studio svizzero di psicologia dell'io, prova a confrontarsi con la personalità nicciana. Tacciandolo di maniaco-depressivo.

Ogni analisi ovviamente sarà informata dalla sua particolare scienza.
Il compito che mi sono posto è quello analitico, dell'analisi linguistica che informa il discorso paranoico, come inteso da Lacan e seguaci.

Ora noi non possiamo fare di Nietzche un exemplum.
Segnando una linea fra noi saggi e lui pazzo.

Nè pretendere di demarcare una linea scientifica che renda scienza quella pazzia.

Significherebbe limitare l'analisi, significherebbe depotenziare il messaggio interno del tedesco,

Bisogna rendere Nietzche uno di noi, farselo amico, solo allora potremo camminare insieme a lui.
(non sopra o sotto ma accanto).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Garbino

Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Mi scuso con Green ma ho appena terminato di scrivere questo post e rimando un' eventuale risposta o critica al prossimo.

X Maral.

Non ho dubbi che la tua interpretazione sia consona e corroborata dai due brani, uno della Gaia Scienza ed uno dello Zarathustra, da te riportati e che la rendono certamente solida. Non ho mai preso posizione finora soltanto perché ho aspettato che tu la ripetessi varie volte per rendermi conto di quanto tu la possedessi. Volevo sostanzialmente rendermi conto se avesse raggiunto una certa stabilità  o se fosse ancora in evoluzione. Il fatto è che, pur essendo così determinata da ciò che ho appena espletato, non ritengo che sia completa e tra un po' ti chiarirò i miei dubbi.

Invece per quanto riguarda l' escamotage riferentesi all' interpretazione di Severino, a cui tu stesso mi indirizzasti, vorrei soltanto che fosse chiaro che rappresenta per il momento il mio punto fermo, ma come interpretazione minima in rapporto alla conoscenza che ho sull' opera di Nietzsche. Non ritengo cioè che sia indiscutibilmente la definitiva, ma soltanto quella di percorso, tanto che ho anche affermato che evidentemente non ho ancora compreso cosa  l' Eterno ritorno possa rappresentare al di là dello spianare la strada alla volontà di potenza nel determinare sé stessa come padrona del tempo.

A questo punto l' argomento si fa complesso e spero di essere chiaro nel cercare di evidenziare i miei dubbi.
Bene, abbiamo detto che l' uomo mordendo il serpente si libera del suo passato e diviene oltreuomo accettando ciò che lo circonda fino all' abisso che a tuo avviso è di carattere ontologico. Quello che vorrei però mettere in evidenza è che Nietzsche intende il Superuomo o Oltreuomo come il fanciullo che finalmente può creare nuovi valori. Ma se ciò è vero significa anche che deve porsi come colui che riesce a spezzare il ciclo dell' Eterno Ritorno altrimenti si ritroverebbe sempre al cospetto di qualcosa che è già stato. Ma Nietzsche non lo ritiene possibile, identificando nel credere di creare qualcosa di nuovo come il ritorno della vecchia concezione del Dio di cui si ci era finalmente liberati. 

Questo ragionamento cioè crea una contraddizione tra l' Oltreuomo e l' Eterno Ritorno.

Il secondo aspetto è la discrepanza, rilevata anche da Heidegger, che Nietzsche ritrova tra La volontà di potenza come arte e la verità. E la discrepanza è che per quanto l' Oltreuomo pensi di essere nel vero egli è comunque una manifestazione di una volontà che ama la menzogna e che trasfigura il mondo per poterlo renderselo accettabile. Al che l' Eterno Ritorno stesso, che Nietzsche vuole sostituire alla Metafisica e alla Religione, diviene  purtroppo un' ulteriore menzogna a cui l' Oltreuomo invece non dovrebbe soggiacere. Può cioè soggiacerci Nietzsche, che Oltreuomo non è, e questo è il terzo aspetto, ma ciò che poi si determinerà nel pensiero di chi attraversa il ponte chi può saperlo?

Questi i miei dubbi. Se ci fosse qualcosa di non chiaro non hai che da farlo presente perché così addurrò anche i brani che li testimoniano e che mi lasciano appunto perplesso.

Scusate per non aver riportato il continuo dell' aforisma L' Arte Nella Nascita Della Tragedia che riporterò non appena possibile.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.

maral

Citazione di: green demetr il 28 Maggio 2017, 20:11:34 PM
Ma c'è una differenza tra Antigone che accetta trasfigurata le conseguenze della sua scelta.
Ossia di essere sepolta da Altri.
E Nietzche che si auto-seppellisce.
in questo senso l'autoseppellimento di Nietzsche potrebbe apparirci ancora più radicale nei termini della volontà.
E' indubbio che Nietzsche si inoltri su sentieri estremamente pericolosi, il suo linguaggio evoca l'abisso, quell'abisso in cui noi, che ci manteniamo al sicuro su un piano più tranquillamente delimitato, possiamo (come Ferraris dopotutto) scorgere solo la malattia di un folle. Nietzsche è come uno sciamano che, dopo aver scompigliato la comunità umana con i suoi gesti isterici, risale verso vette sconosciute e temibili. Deriderlo o maledirlo è come esorcizzarne il demone. Farselo amico... non so ... il suo viaggio termina in una solitudine estrema, su sentieri troppo impervi per trovarvi compagnia.

 


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