Nietzsche: se lo conosci, lo eviti.

Aperto da Carlo Pierini, 10 Luglio 2018, 04:04:29 AM

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donquixote

Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 13:34:44 PM
Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2018, 10:33:35 AM
Le parole di Nietzsche, pur senza raggiungere la profondità di Eckart, dicono essenzialmente le stesse cose, e la sua serrata critica alla morale cristiana (non scordiamoci che viveva in un paese protestante e pietista) è un auspicio alla liberazione dell'uomo da una gabbia di regole che mortificavano la forza, l'energia, la creatività  per esaltare le debolezze, le disabilità, le emarginazioni e i conformismi.

CARLO
Questo lo dici tu, non Nietzsche, il quale non condannava solo la morale cristiana ma LA MORALE in sé:

<<Che senso hanno quei concetti menzogneri quei concetti ausiliari della morale, 'anima', 'spirito', 'libero arbitrio', 'Dio', se non quello di rovinare fisiologicamente l'umanità?". [Crepuscolo degli idoli]

Nietzsche, tuttavia, ammetteva che i suoi stessi giudizi di valore sulla vita, sono solo stupidaggini:

"Giudizi sulla vita, giudizi di valore, pro o contro, non possono infine mai esser veri: valgono solo come sintomi; in sé, giudizi del genere sono stupidaggini". [Crepuscolo degli idoli]

In questo senso anch'io sono un nietzschiano.
Inoltre, prima di Meister Eckhart, fu Giobbe che chiese a Dio di difenderlo da Dio:
«Ma ecco fin d'ora il mio testimone è nei cieli, il mio mallevadore è lassù... mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio perché difenda l'uomo davanti a Dio» (Giobbe, 16:19)





Certo che Nietzsche criticava la morale in generale, ma in particolare si è focalizzato su quella cristiana che conosceva meglio. La morale è una costruzione umana (una "sovrastruttura", direbbe Marx) dedotta dai principi universali, e per questo le morali sono così tante e così diverse. Solo un campione di insipienza come Kant poteva del resto assolutizzare la morale ("il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me") e dedurre l'esistenza di Dio dall'esistenza della morale, peraltro una morale del tutto umanista e pietista che diede origine al celeberrimo "imperativo categorico". Se vogliamo andare all'essenza della morale, quella cristiana ma anche tutte le altre, allora basta citare uno dei "padri" della Chiesa: Sant'Agostino d'Ippona. La sua morale è perfettamente sintetizzata in una brevissima frase: dilige, et fac quod vis (ama, e fà quel che vuoi); non serve altro, a patto che si sappia cosa si intende con "ama" e lo si metta in pratica. Guarda caso Nietzsche esprimeva esattamente il medesimo concetto quando affermava "Quel che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male". Se si ama in senso cristiano (o in senso niciano) ovvero adeguandosi all'agape evangelico, ogni comportamento conseguente diventa morale, ma se ogni comportamento è morale non ha più senso la distinzione fra moralità e immoralità perchè tutto sarà amoralità.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Carlo Pierini

#61
Citazione di: donquixote il 17 Luglio 2018, 19:21:57 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 13:34:44 PM
Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2018, 10:33:35 AM
Le parole di Nietzsche, pur senza raggiungere la profondità di Eckart, dicono essenzialmente le stesse cose, e la sua serrata critica alla morale cristiana (non scordiamoci che viveva in un paese protestante e pietista) è un auspicio alla liberazione dell'uomo da una gabbia di regole che mortificavano la forza, l'energia, la creatività  per esaltare le debolezze, le disabilità, le emarginazioni e i conformismi.

CARLO
Questo lo dici tu, non Nietzsche, il quale non condannava solo la morale cristiana ma LA MORALE in sé:

<<Che senso hanno quei concetti menzogneri quei concetti ausiliari della morale, 'anima', 'spirito', 'libero arbitrio', 'Dio', se non quello di rovinare fisiologicamente l'umanità?". [Crepuscolo degli idoli]

Nietzsche, tuttavia, ammetteva che i suoi stessi giudizi di valore sulla vita, sono solo stupidaggini:

"Giudizi sulla vita, giudizi di valore, pro o contro, non possono infine mai esser veri: valgono solo come sintomi; in sé, giudizi del genere sono stupidaggini". [Crepuscolo degli idoli]

In questo senso anch'io sono un nietzschiano.
Inoltre, prima di Meister Eckhart, fu Giobbe che chiese a Dio di difenderlo da Dio:
«Ma ecco fin d'ora il mio testimone è nei cieli, il mio mallevadore è lassù... mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio perché difenda l'uomo davanti a Dio» (Giobbe, 16:19)

DONQUIXOTE
Sant'Agostino d'Ippona. La sua morale è perfettamente sintetizzata in una brevissima frase: dilige, et fac quod vis (ama, e fà quel che vuoi); non serve altro, a patto che si sappia cosa si intende con "ama" e lo si metta in pratica. Guarda caso Nietzsche esprimeva esattamente il medesimo concetto quando affermava "Quel che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male". 
CARLO
Naturalmente! <<Quel che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male>>! Resta solo da capire: <<amore...>> per cosa? Non per il prossimo, non per la donna, non per Dio. Per cos'altro? Risponde lui stesso:
<<Le funzioni animali sono milioni di volte più essenziali di tutti gli stati belli e le altitudini della coscienza (cuore, anima, virtù, spirito): questi sono un eccesso, non dovendo essere strumenti per quelle funzioni animali>> [Volontà di potenza, fr. 83]
...Esattamente il medesimo concetto  di Agostino d'Ippona!

Il Super-Uomo?
<<In amore, la sola vittoria è la fuga>>. [Volontà di potenza, fr. 11]

La profondità di Nietzsche?
<<Si va a fondo quando si va in fondo>>. [Volontà di potenza, fr. 6]

donquixote

Caro Carlo

tu puoi pensarla come vuoi ma se non capisci quello che scrivo e rispondi con citazioni che non c'entrano nulla (guarda caso nessuna tratta dallo Zarathustra che è l'unico testo citabile) addirittura tratte da un testo che lo stesso Nietzsche ha disconosciuto e Adelphi si è addirittura rifiutata di pubblicare abbi perlomeno la buona educazione di non spammare il 3d e rispettare chi invece cerca di sforzarsi a pensare.

Grazie per la collaborazione
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Carlo Pierini

#63
Citazione di: donquixote il 17 Luglio 2018, 22:13:41 PMTu puoi pensarla come vuoi ma se non capisci quello che scrivo e rispondi con citazioni che non c'entrano nulla (guarda caso nessuna tratta dallo Zarathustra che è l'unico testo citabile)

CARLO
Lo Zaratustra è un poema. Qui stiamo parlando dei suoi pensieri "filosofici".

DONQUIXOTE
addirittura tratte da un testo che lo stesso Nietzsche ha disconosciuto e Adelphi si è addirittura rifiutata di pubblicare

CARLO
Questo la dice lunga sulla chiarezza di idee di Nietzsche.
Io, comunque, ho l'edizione legale della Newton Compton che non mi risulta sia stata sequestrata. E poi ho citato molti altri brani da "Hecce Homo", "Crepuscolo", ecc., e non mi pare proprio che l'orientamento "filosofico" si scosti da quello della "Volontà di potenza". Sia i primi che il secondo sono ugualmente gremiti di contraddizioni e di assurdità. Ci vuole un bello stomaco per sorbirseli. Io li prendo a piccole dosi, come si fa con i farmaci omeopatici, altrimenti rischio l'avvelenamento intellettuale..

DONQUIXOTE
abbi perlomeno la buona educazione di non spammare il 3d e rispettare chi invece cerca di sforzarsi a pensare.

CARLO
Spam saranno i tuoi comizi mistificatori a ruota libera. Io, invece, cito direttamente la fonte.

Carlo Pierini

#64
Citazione di: Phil il 12 Luglio 2018, 18:25:57 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 12 Luglio 2018, 17:40:45 PM
Non giochiamo con le parole: affermare che <<la vita è essenzialmente, appropriazione, violazione, sopruso, oppressione su ciò che è estraneo e più debole>> e che la morale è l'inganno di uomini deboli e ostili alla pienezza della vita, è una legittimazione della violenza. E "legittimazione" significa "istigazione" infinitamente più di quanto non significhi "biasimo".

PHIL
Se ho letto bene, prendi una descrizione "la vita è violenza, oppressione... la morale difende i deboli, etc.", la elevi a legittimazione, e infine la fai scivolare verso la istigazione (visto che c'è un topic in merito, mi sembra tu commetta le fallacie: "uomo di paglia", "non sequitur" e "pendio sdrucciolevole").
Un po' come passare da "quel leone sta sbranando un cucciolo inerme di gazzella" a "è un diritto(!) di quel leone sbranare quel cucciolo, è giusto così" a "forza leone, fai a pezzi quell'insignificante cucciolo indifeso!".

CARLO
Nietzsche non si riferisce alla vita degli animali, ma allude alla vita umana. E la sua non è una descrizione asettica, una cronaca distaccata, ma una affermazione sull'essenza della vita, sul suo essere per principio <<appropriazione, violazione, sopruso, oppressione su ciò che è estraneo e più debole>> e sulla non-essenzialità della morale, che egli fa apparire, appunto, come un inganno di uomini deboli. Cos'altro resterebbe da fare, per non essere degli uomini deboli, se non stuprare, opprimere il debole e derubare il prossimo, cioè, comportarsi secondo i "principi essenziali" della vita?
Quindi vedi di applicare le fallacie alle tue chiacchiere complici di affermazioni oscene come queste, che legittimano e incoraggiano le più ignobili azioni criminali contro gente pacifica e civile.



paul11

ciao Donquoxote,
probabilmente mi ha i convinto a leggermi "Così parlò Zarathustra".
Il motivo per cui non ho mai approfondito Nietzsche è  che prima bisogna aver chiaro cosa abbiano veramente scritto Platone ed Aristotele, il che significa studiarsi  i testi tradotti almeno di Giovanni Reale, in quanto per esperienza bisogna stare attenti alle miriade di stupidaggini interpretative anche di filosofi attuali e meno. Poichè tutti miglior filosofi e pensatori  dal Novecento ad oggi per avere una  almeno decente critica sul modo di vivere contemporaneo si rifanno al pensiero classico. perchè è da lì, insieme al cristianesimo che viene proiettato il moderno attuale. Quindi pensatori come Nietzsche,e Heidegger hanno necessità di conoscenze altre.
Nietzsche richiederebbe ,per la sua complessità, uno studio filologico(come lo era lui).
Non so ,ad esempio, quanto e cosa conoscesse dell'antichità. Schurè da te citato  lo conosco e ha capito la strada, ha capito che veniamo da un' unica e originaria spiritualità/religione.

Per cui non posso, almeno per ora , dare una disamina su Nietzsche relativo al testo citato.

Per quanto riguarda il cristianesimo. Capisco cosa intendi dire.Ma bisogna essere forti contro i forti e deboli con i deboli e non come vigliaccamente è al contrario direi da sempre.ma bisognerebbe dirimere l'ambiguità quì dei termini forte e debole.
Se intendiamo il debole nella modernità, ma non solo, come colui che ambiguamente ha utilizzato  i dispositivi culturali per  raggiungere i luoghi del potere,senza merito, qualità e capacità e da lì utilizza il potere contro i deboli pronandosi sempre vigliaccamente a coloro che gerarchicamente ne sono superiori,arrivati con le stesse logiche culturali, di falsi meriti, di ipocrisie morali, spacciando retoriche, allora sì sono d'accordo.

Perchè il cristianesimo insegna misericordia e pietas  per condizione fisica, materiale .
Sono le beatitudini dello stesso Gesù ad essere dichiarati:  i poveri di spirito,  i miti, i misericordiosi, gli afflitti, gli operator idi pace, i perseguitati.

La differenza per me sostanziale fra il dio veterotestamentario ebreo, a cui non credo, perchè non è D-o(all'ebraica) e la buona novella di Gesù, è che il primo vige nella regola del taglione, dell'occhio per occhio e dispensa potere e ricchezza dichiarando quell'ambiguità che ancora vige fra il cristianesimo che se una persona nasce forte e ricca "è perchè lo ha voluto Dio", così come se nasce povera e disgraziata..

La dignità è per me fondamento ,prima ancora che comportamento per cui si può perdere o accrescere.
Tutti  i viventi, in quanto venuti al mondo devono iniziare con gli stessi diritti "divini".Tant'è che questo principio sarà trasposto nei 
fondativi dei diritti civili e laici e anche grazie al cristianesimo.In quanto tale tutti hanno diritto ad una vita degna. Se poi il comportamento, le opere, delle singole persone è degna o indegna, questo è libero arbitrio.

La parabola dei talenti è apparentemente ambigua. Noi nasciamo, a mio parere, con la stessa dignità, sani o portatori di handicap, ricchi o poveri. Ognuno ha un suo talento e non deve sprecarlo, non deve "piangersi addosso" perchè dovrà renderlo a Dio.
Qualche santo e mistico, nella cristianità, ebbe a dire che aveva timore, visto che aveva  avuto molti talenti da Dio, di doverli rendere, di dover dare quei significati della propria esistenza, nei comportamenti e opere alla fine della propria esistenza.

Phil

Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
Quindi vedi di applicare le fallacie alle tue chiacchiere
Per par condicio e amichevole cortesia le applicherei anche alle tue  :) a proposito:
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
Cos'altro resterebbe da fare, per non essere degli uomini deboli, se non stuprare, opprimere il debole e derubare il prossimo
fallacia di causa errata: Nietzsche, con la volontà di potenza, invita davvero al furto e allo stupro? Temo la tua lettura sia un po' pregiudizievole e piuttosto sganciata dal senso dei suoi testi...
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
tue chiacchiere complici di affermazioni oscene come queste, che legittimano e incoraggiano le più ignobili azioni criminali contro gente pacifica e civile.
Riecco che (sempre in nome della "trinità unitaria" constatare=legittimare=incoraggiare) si scivola gaiamente giù per il "pendio sdrucciolevole", svalutando l'interlocutore "complice di oscenità" (fallacia ad hominem), invocando l'"ad popolum" della gente pacifica e civile.

Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
comportarsi secondo i "principi essenziali" della vita?
"Principi essenziali" mi sembra mischiare indebitamente "principio" (usato in senso etico nel discorso originale) ed "essenza" (piano ontologico-etologico); sospetto non sia Nietzsche a parlare in tali termini ambigui (magari sbaglio...).

Comunque, il "baffo previdente" ti aveva già lasciato una risposta (scritta alla fine del passo a cui ti riferisci):
"ma a che scopo bisognerebbe usare sempre proprio queste parole, sulle quali si è impressa sin dai tempi antichi un'intenzione diffamatoria?" ;)   


Carlo Pierini

#67
Citazione di: Phil il 18 Luglio 2018, 22:06:30 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
Quindi vedi di applicare le fallacie alle tue chiacchiere
Per par condicio e amichevole cortesia le applicherei anche alle tue  :) a proposito:
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
Cos'altro resterebbe da fare, per non essere degli uomini deboli, se non stuprare, opprimere il debole e derubare il prossimo
fallacia di causa errata: Nietzsche, con la volontà di potenza, invita davvero al furto e allo stupro? Temo la tua lettura sia un po' pregiudizievole e piuttosto sganciata dal senso dei suoi testi...
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
tue chiacchiere complici di affermazioni oscene come queste, che legittimano e incoraggiano le più ignobili azioni criminali contro gente pacifica e civile.
Riecco che (sempre in nome della "trinità unitaria" constatare=legittimare=incoraggiare) si scivola gaiamente giù per il "pendio sdrucciolevole", svalutando l'interlocutore "complice di oscenità" (fallacia ad hominem), invocando l'"ad popolum" della gente pacifica e civile.

Citazione di: Carlo Pierini il 17 Luglio 2018, 23:33:22 PM
comportarsi secondo i "principi essenziali" della vita?
"Principi essenziali" mi sembra mischiare indebitamente "principio" (usato in senso etico nel discorso originale) ed "essenza" (piano ontologico-etologico); sospetto non sia Nietzsche a parlare in tali termini ambigui (magari sbaglio...).

Comunque, il "baffo previdente" ti aveva già lasciato una risposta (scritta alla fine del passo a cui ti riferisci):
"ma a che scopo bisognerebbe usare sempre proprio queste parole, sulle quali si è impressa sin dai tempi antichi un'intenzione diffamatoria?" ;)

CARLO

Il Super-Uomo:

<<Questo è noioso nell'amore: che è un crimine in cui non si può fare a meno di avere un complice>>. [Volontà di potenza, fr. 204.]

<<Adorare è sacrificarsi e prostituirsi. Anche l'amore è prostituzione>>. [Volontà di potenza, fr. 207.]

<<Com'è possibile lasciar entrare le donne in chiesa? Che genere di conversazione possono avere con Dio?>>.  [Volontà di potenza, fr. 208]

<<Sulla necessità di picchiare le donne>>. [Volontà di potenza, fr. 208]

<<La donna perfetta fa della letteratura così come commette un peccatuccio: tanto per provare, di sfuggita, guardandosi intorno per vedere se qualcuno la nota e che qualcuno la noti...>>. [Crepuscolo degli idoli fr. 20]

donquixote

Citazione di: paul11 il 18 Luglio 2018, 09:54:04 AMciao Donquoxote, probabilmente mi ha i convinto a leggermi "Così parlò Zarathustra". Il motivo per cui non ho mai approfondito Nietzsche è che prima bisogna aver chiaro cosa abbiano veramente scritto Platone ed Aristotele, il che significa studiarsi i testi tradotti almeno di Giovanni Reale, in quanto per esperienza bisogna stare attenti alle miriade di stupidaggini interpretative anche di filosofi attuali e meno. Poichè tutti miglior filosofi e pensatori dal Novecento ad oggi per avere una almeno decente critica sul modo di vivere contemporaneo si rifanno al pensiero classico. perchè è da lì, insieme al cristianesimo che viene proiettato il moderno attuale. Quindi pensatori come Nietzsche,e Heidegger hanno necessità di conoscenze altre. Nietzsche richiederebbe ,per la sua complessità, uno studio filologico(come lo era lui). Non so ,ad esempio, quanto e cosa conoscesse dell'antichità. Schurè da te citato lo conosco e ha capito la strada, ha capito che veniamo da un' unica e originaria spiritualità/religione. Per cui non posso, almeno per ora , dare una disamina su Nietzsche relativo al testo citato. 

Ciao Paul

vedo che ogni tanto, come in questo caso, le nostre opinioni divergono piuttosto profondamente. Nel mio primo messaggio ho scritto che Nietzsche a mio avviso non va letto come un filosofo ma come un profeta, un sapiente; la differenza sta nel fatto che un filosofo parte da uno o più presupposti, solitamente razionali e indimostrabili, e poi ci costruisce sopra un sistema che ha una sua coerenza interna e possa stare logicamente in piedi, mentre un sapiente si esprime per intuizioni che, come nel passo di "Ecce Homo" che ti ho citato, sono dettate da una ispirazione sovramondana e poi vengono sviluppate e concatenate razionalmente mantenendo però una sostanziale asistematicità che solo chi è in grado di pensare nel medesimo modo è in grado di superare. Il filosofo è in buona sostanza un uomo di analisi, il sapiente uno di sintesi. D'altronde se il sottotitolo dello Zarathustra è "un libro per tutti e per nessuno" (ovvero necessario a tutti ma che nessuno o quasi può comprendere appieno) Gesù diceva:  "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi."; e Ermete Trismegisto, ancora più chiaramente, affermava: «La conoscenza universale può essere rivelata solo ai nostri fratelli che hanno affrontato le nostre stesse prove. La verità va dosata a misura dell'intelletto, dissimulata ai deboli, che renderebbe pazzi, nascosta ai malvagi, che solo potrebbero afferrarne qualche frammento di cui farebbero arma letale. Racchiudila nel tuo cuore, e che essa parli attraverso le tue opere. La scienza sarà la tua forza; la fede la tua spada; e il silenzio la tua corazza impenetrabile». Dunque la verità espressa da Nietzsche non è certo pane per i denti di chiunque, ma per quelli di coloro che la sanno masticare e digerire senza rimanerne avvelenati (e la storia ci offre innumerevoli esempi di costoro).

Dunque per leggere lo Zarathustra  non è necessario sapere cosa scrissero Platone e Aristotele, che né Gesù, né Ermete e nemmeno Pitagora e Parmenide lessero, ma è necessario invece saper "pensare" autonomamente senza pregiudizi di alcun tipo. É vero che Nietzsche nasce come filologo, ma se la filologia è necessaria ad esempio per comprendere un testo come "La nascita della tragedia" non la è affatto per comprendere i discorsi di Zarathustra, anzi in questo caso confonde solo le idee. Mi permetto di riportarti, al proposito, il discorso intitolato "dei Dotti" in cui appare palese il rifiuto della sua condizione precedente di docente universitario (il "dotto" per definizione) e quindi dei metodi che questa elite adotta per comprendere il mondo:

 

"Mentre giacevo nel sonno, una pecora si mise a brucare la corona d'edera che mi cingeva il capo; ne mangiò e disse: 'Ecco, Zarathustra non è più un dotto'.
Così parlò, e se ne andò con fare greve e tronfio. Un fanciullo me lo raccontò.
Volentieri sto qui disteso, dove i fanciulli giocano, presso le mura diroccate, fra i cardi e i rossi fiori del papavero.
Un uomo dotto io sono ancora per i fanciulli, e anche per i cardi e i papaveri rossi. Essi sono innocenti, persino quando sono cattivi.
Ma per le pecore non lo sono più: così vuole la mia sorte; che sia benedetta!
Perché questa è la verità: io sono uscito dalla casa dei dotti, e ho sbattuto la porta dietro di me.
Troppo a lungo la mia anima sedette affamata alla loro mensa; io non sono addestrato alla conoscenza al pari di loro, per cui conoscere è come schiacciar noci.
Io amo la libertà e l'aria sulla terra fresca; preferisco dormire su pelli di bue piuttosto che sulle loro dignità e rispettabilità.
Io sono troppo ardente e riarso dai miei stessi pensieri: spesso mi manca il fiato. E allora bisogna che fugga all'aperto, via dal chiuso delle stanze polverose.
Ma loro siedono freddi all'ombra fredda: in ogni cosa vogliono esser solo spettatori, e si guardano bene dal sedersi là dove il sole arde i gradini.
Simili a coloro che stanno sulla strada e guardano a bocca aperta la gente che passa, anch'essi attendono e stanno a guardare a bocca spalancata i pensieri che altri hanno pensato.
A toccarli con mano, ti impolverano tutto come sacchi di farina, senza volerlo; ma chi penserebbe che la loro polvere sia stata grano, l'aurea voluttà dei campi assolati?
Se fanno i saggi, le loro piccole sentenze e verità mi fanno rabbrividire: spesso alla loro saggezza è mischiato un odore che sembra provenga dalla palude: e in verità ne ho già udito anche gracidare la rana!
Abili e con dita versatili: che mai può la mia semplicità a petto della loro complicatezza! Quelle dita sanno infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama: e così tessono le brache allo spirito!
Ottimi orologi sono essi: purché non si dimentichi di caricarli bene! Allora mostrano l'ora senza fallo, mentre emettono un lieve ronzio.
Come mulini lavorano e macinano: provate a gettar loro la vostra semenza! Essi sanno come ridurla in polvere bianca.
Non perdono mai di vista le mani l'uno dall'altro e non si fidano di nessuno. Ingegnosi nelle piccole astuzie, aspettano coloro la cui scienza zoppica; li aspettano come ragni.
Li ho visti sempre preparar  veleni, con cautela; e nel far ciò indossavano guanti di vetro.
Sanno giocare anche con dadi truccati; li ho visti giocare con tanto zelo che grondavano sudore.
La realtà è che noi siamo estranei gli uni agli altri, e le loro virtù mi vanno a genio ancor meno delle loro falsità e dei loro dadi truccati.
E quando io abitavo presso di loro, in realtà stavo sopra di loro. Perciò me ne vollero.
Che uno cammini sopra le loro teste non vogliono neppure sentirlo dire; e così posero legno, e terra, e rifiuti tra me e le loro teste.
In tal modo attutirono il rumore dei miei passi: e chi peggio mi ha udito sono stati finora i più dotti.
Fra me e loro posero le falle e le carenze di tutti gli uomini: 'falso soffitto' lo chiamano nelle loro case.
Tuttavia io vago coi miei pensieri al di sopra delle loro teste; e perfino volendo camminare sui miei errori, mi troverei pur sempre al di sopra di loro e delle loro teste.
Perché gli uomini non sono uguali: così parla la giustizia.
E a loro non dovrebbe essere lecito volere ciò che io voglio."

 

Non commento il resto del tuo messaggio per non uscire troppo dal tema e ci si può ritornare in un altra occasione, ma vorrei solo sottolineare, a proposito della forza e della debolezza, che non capisco perchè mai la forza debba sempre essere considerata "contro" e non "per". Io non devo essere forte contro i forti o contro i deboli ma "per" qualcosa (per i deboli, per me stesso, per la patria, per qualunque altra ragione) e qualunque cosa sia è ovvio che la forza otterrà migliori risultati che non la debolezza. E come insegnano tutte le dottrine spesso serve molta più forza (d'animo) per non usare la forza (fisica) che invece di questi tempi appare, sia pur mascherata, l'unica che conta.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

acquario69

Citazione di: donquixote il 19 Luglio 2018, 08:12:56 AM


"Mentre giacevo nel sonno, una pecora si mise a brucare la corona d'edera che mi cingeva il capo; ne mangiò e disse: 'Ecco, Zarathustra non è più un dotto'.
Così parlò, e se ne andò con fare greve e tronfio. Un fanciullo me lo raccontò.
Volentieri sto qui disteso, dove i fanciulli giocano, presso le mura diroccate, fra i cardi e i rossi fiori del papavero.
Un uomo dotto io sono ancora per i fanciulli, e anche per i cardi e i papaveri rossi. Essi sono innocenti, persino quando sono cattivi.
Ma per le pecore non lo sono più: così vuole la mia sorte; che sia benedetta!
Perché questa è la verità: io sono uscito dalla casa dei dotti, e ho sbattuto la porta dietro di me.
Troppo a lungo la mia anima sedette affamata alla loro mensa; io non sono addestrato alla conoscenza al pari di loro, per cui conoscere è come schiacciar noci.
Io amo la libertà e l'aria sulla terra fresca; preferisco dormire su pelli di bue piuttosto che sulle loro dignità e rispettabilità.
Io sono troppo ardente e riarso dai miei stessi pensieri: spesso mi manca il fiato. E allora bisogna che fugga all'aperto, via dal chiuso delle stanze polverose.
Ma loro siedono freddi all'ombra fredda: in ogni cosa vogliono esser solo spettatori, e si guardano bene dal sedersi là dove il sole arde i gradini.
Simili a coloro che stanno sulla strada e guardano a bocca aperta la gente che passa, anch'essi attendono e stanno a guardare a bocca spalancata i pensieri che altri hanno pensato.
A toccarli con mano, ti impolverano tutto come sacchi di farina, senza volerlo; ma chi penserebbe che la loro polvere sia stata grano, l'aurea voluttà dei campi assolati?
Se fanno i saggi, le loro piccole sentenze e verità mi fanno rabbrividire: spesso alla loro saggezza è mischiato un odore che sembra provenga dalla palude: e in verità ne ho già udito anche gracidare la rana!
Abili e con dita versatili: che mai può la mia semplicità a petto della loro complicatezza! Quelle dita sanno infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama: e così tessono le brache allo spirito!
Ottimi orologi sono essi: purché non si dimentichi di caricarli bene! Allora mostrano l'ora senza fallo, mentre emettono un lieve ronzio.
Come mulini lavorano e macinano: provate a gettar loro la vostra semenza! Essi sanno come ridurla in polvere bianca.
Non perdono mai di vista le mani l'uno dall'altro e non si fidano di nessuno. Ingegnosi nelle piccole astuzie, aspettano coloro la cui scienza zoppica; li aspettano come ragni.
Li ho visti sempre preparar  veleni, con cautela; e nel far ciò indossavano guanti di vetro.
Sanno giocare anche con dadi truccati; li ho visti giocare con tanto zelo che grondavano sudore.
La realtà è che noi siamo estranei gli uni agli altri, e le loro virtù mi vanno a genio ancor meno delle loro falsità e dei loro dadi truccati.
E quando io abitavo presso di loro, in realtà stavo sopra di loro. Perciò me ne vollero.
Che uno cammini sopra le loro teste non vogliono neppure sentirlo dire; e così posero legno, e terra, e rifiuti tra me e le loro teste.
In tal modo attutirono il rumore dei miei passi: e chi peggio mi ha udito sono stati finora i più dotti.
Fra me e loro posero le falle e le carenze di tutti gli uomini: 'falso soffitto' lo chiamano nelle loro case.
Tuttavia io vago coi miei pensieri al di sopra delle loro teste; e perfino volendo camminare sui miei errori, mi troverei pur sempre al di sopra di loro e delle loro teste.
Perché gli uomini non sono uguali: così parla la giustizia.
E a loro non dovrebbe essere lecito volere ciò che io voglio."

Stupendo questo discorso sui dotti di Nietzsche! (Non lo avevo ancora mai letto)

molto probabile secondo me che nella maggior parte dei casi l'interpretazione comune che se ne da,sia solo quella di un uomo estremamente superbo, mentre credo sia in realtà esattamente il contrario (ed anche viceversa..sopratutto)

paul11

ciao Donquixote.
forse sono un diverso e difficilmente inquadrabile dentro i luoghi comuni, ma quando ho opinioni diversi di persone che stimo come te,per quello che scrivi e hai scritto da anni nel forum, sono stimolato ancor più all'ascolto, alla riflessione.
Amo entrare in crisi.Molti cercano certezze consolatorie, A me piace navigare e naufragare per di nuovo andare se ben ricordi " con una lampara in mano per il periglio del grande mare".

Nietzsche se non è "classificato" (termine che non piacerebbe a Nietzsche...) come letterato, ma come pensatore, filosofo, significa che
nonostante la sua forma scritta, vi è rivelata una continuità, un percorso di senso
Quando studio un autore, lo circumnavigo per capire perchè ha scritto quello che ha scritto. Noi leggiamo, studiamo l'effetto di un essere di una persona, spesso il mio viaggio non è accontentarmi  del fiume delle sue parole, cerco la sorgente

Così ho letto che fu influito dal pensiero di Emerson, amico di Thoreau, questo circa diciottenne.
E' un trascendentalismo naturale che i due pensatori man mano perderanno scegliendo un immanentismo molto naturale.
Questo c'è nel pensiero di Nietzsche.

Ho cominciato a studiare,(perchè quando leggo un libro, un testo  prendo appunti )
Sono arrivato a quando Zarathustra scende dalla montagna e arringa la folla.

Il livello letterario è notevole.
Se dovessi dare la misura solo per quel poco che ho letto, Nietzsche ha capito l'essenza del cristianesimo che si è perso.
Lo ha depurato dalle  escatologie dandone una funzione terrena.
Quando ad ogni incipit c'è " io amo.....colui la cui anima........." e finisce in un " tramonto", l'essenza della sua argomentazione
è a mia interpretazione: "ama la vita e dai una gocce greve di verità fino al tramonto", alludendo al ponte fra la bestia-l'uomo mondano- e infine il superuomo di cui Zarathustra è messaggero.

Tanto per capirci è contrario a quella interpretazione che è passata in molti persone comuni secondo cui il cristianesimo deve mortificare la propria esistenza per poter esaltare il "sovraterreno" di un Paradiso nell'al di là.
Adatto che sono del tutto contrario anch'io a questo "viatico" cristiano (mai asserito nei Vangeli e del tutto interpretato e inventato), sono d'accordo, almeno per ora con Nietzsche/Zarathustra.
La vita va vissuta per dare al tramonto della propria esistenza una goccia di verità dentro il proprio cammino .
E' altrettanto chiaro, già in questi primi passi, che è contrario ai luoghi comuni della cultura umana .

Phil

@ Carlo P.

Non confonderei "stupro" con "prostituzione"... non confonderei prostituzione come metafora e prostituzione come mestiere... non confonderei i valori e il contesto storico-culturale dell'800 con quello di oggi... ;)

Carlo Pierini

#72
Citazione di: donquixote il 19 Luglio 2018, 08:12:56 AM

Così parlò, e se ne andò con fare greve e tronfio. Un fanciullo me lo raccontò.
Volentieri sto qui disteso, dove i fanciulli giocano, presso le mura diroccate, fra i cardi e i rossi fiori del papavero.
Un uomo dotto io sono ancora per i fanciulli, e anche per i cardi e i papaveri rossi. Essi sono innocenti, persino quando sono cattivi.
Ma per le pecore non lo sono più: così vuole la mia sorte; che sia benedetta!
Perché questa è la verità: io sono uscito dalla casa dei dotti, e ho sbattuto la porta dietro di me.
Troppo a lungo la mia anima sedette affamata alla loro mensa; io non sono addestrato alla conoscenza al pari di loro, per cui conoscere è come schiacciar noci.
Io amo la libertà e l'aria sulla terra fresca; preferisco dormire su pelli di bue piuttosto che sulle loro dignità e rispettabilità.
Io sono troppo ardente e riarso dai miei stessi pensieri: spesso mi manca il fiato. E allora bisogna che fugga all'aperto, via dal chiuso delle stanze polverose.
Ma loro siedono freddi all'ombra fredda: in ogni cosa vogliono esser solo spettatori, e si guardano bene dal sedersi là dove il sole arde i gradini.
Simili a coloro che stanno sulla strada e guardano a bocca aperta la gente che passa, anch'essi attendono e stanno a guardare a bocca spalancata i pensieri che altri hanno pensato.
A toccarli con mano, ti impolverano tutto come sacchi di farina, senza volerlo; ma chi penserebbe che la loro polvere sia stata grano, l'aurea voluttà dei campi assolati?
Se fanno i saggi, le loro piccole sentenze e verità mi fanno rabbrividire: spesso alla loro saggezza è mischiato un odore che sembra provenga dalla palude: e in verità ne ho già udito anche gracidare la rana!
Abili e con dita versatili: che mai può la mia semplicità a petto della loro complicatezza! Quelle dita sanno infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama: e così tessono le brache allo spirito!
Ottimi orologi sono essi: purché non si dimentichi di caricarli bene! Allora mostrano l'ora senza fallo, mentre emettono un lieve ronzio.
Come mulini lavorano e macinano: provate a gettar loro la vostra semenza! Essi sanno come ridurla in polvere bianca.
Non perdono mai di vista le mani l'uno dall'altro e non si fidano di nessuno. Ingegnosi nelle piccole astuzie, aspettano coloro la cui scienza zoppica; li aspettano come ragni.
Li ho visti sempre preparar  veleni, con cautela; e nel far ciò indossavano guanti di vetro.
Sanno giocare anche con dadi truccati; li ho visti giocare con tanto zelo che grondavano sudore.
La realtà è che noi siamo estranei gli uni agli altri, e le loro virtù mi vanno a genio ancor meno delle loro falsità e dei loro dadi truccati.
E quando io abitavo presso di loro, in realtà stavo sopra di loro. Perciò me ne vollero.
Che uno cammini sopra le loro teste non vogliono neppure sentirlo dire; e così posero legno, e terra, e rifiuti tra me e le loro teste.
In tal modo attutirono il rumore dei miei passi: e chi peggio mi ha udito sono stati finora i più dotti.

Fra me e loro posero le falle e le carenze di tutti gli uomini: 'falso soffitto' lo chiamano nelle loro case.

Tuttavia io vago coi miei pensieri al di sopra delle loro teste; e perfino volendo camminare sui miei errori, mi troverei pur sempre al di sopra di loro e delle loro teste.
Perché gli uomini non sono uguali: così parla la giustizia.

E a loro non dovrebbe essere lecito volere ciò che io voglio."


CARLO
Bellissima immagine dello Zarathustra selvaggio, auto-emarginato, che guarda con risentimento il mondo civile di chi, laboriosamente, sa trasformare in farina e pane <<l'aurea voluttà dei campi assolati>>, di chi sa <<infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama>> per sottrarre lo spirito a una selvaggia nudità e per dargli la dignità di una veste. Guarda costoro con avversione, con la stessa avversione indiscriminata che sente verso chi <<gioca con dadi truccati>>, verso chi <<prepara veleni>> o verso coloro che <<aspettano come ragni>> quanti <<zoppicano nella scienza>>.
E' la metafora, cioè, di un uomo mutilato nella sua "potenza" di distinguere il bene dal male e che pertanto fugge dalle proprie responsabilità <<sbattendo la porta dietro di sé>> in una regressione infantile verso la selvaggia Madre Natura, dove si dorme <<su pelli di bue>> e dove ancora <<i fanciulli giocano>>.

Carlo Pierini

#73
Citazione di: Phil il 19 Luglio 2018, 11:17:44 AM
@ Carlo P.

Non confonderei "stupro" con "prostituzione"... non confonderei prostituzione come metafora e prostituzione come mestiere... non confonderei i valori e il contesto storico-culturale dell'800 con quello di oggi... ;)

CARLO
E tu non confondere il pensiero filosofico con aberrazioni mentali mostruose come questa:

<<Il malato è un parassita della società. In certe condizioni non è decoroso vivere più a lungo. Continuare a vegetare in una imbelle dipendenza dai medici, (...) il diritto alla vita dovrebbe suscitare nella società un profondo disprezzo. I medici dal canto loro dovrebbero essere i portatori di questo disprezzo. Non ricette, ma ogni giorno una nuova dose di disgusto per il loro paziente. (...) L'interesse supremo della vita che ascende esige il reprimere e lo spingere da parte, senza alcun riguardo, la vita che degenera>>. [Crepuscolo, fr. 36]

...Chissà chi avrà dato ad Hitler l'idea di assassinare migliaia di omosessuali, di malati di mente, di ebrei e di altri "parassiti della società"?

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 19 Luglio 2018, 16:48:17 PM


...Chissà chi avrà dato ad Hitler l'idea di assassinare migliaia di omosessuali, di malati di mente, di ebrei e di altri "parassiti della società"?

Bravo Carlo!

E se anche Hitler ci avesse pensato da sé, queste parole non sarebbero per questo meno mostruose!

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