Nietzsche: se lo conosci, lo eviti.

Aperto da Carlo Pierini, 10 Luglio 2018, 04:04:29 AM

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0xdeadbeef

Citazione di: Carlo Pierini il 10 Luglio 2018, 19:17:43 PM
CARLO
Quale sarebbe la "lezione relativista"? Quella secondo cui tutte le verità sono relative TRANNE quelle predicate dai relativisti? Questa è una lezione da tenere al cottolengo, non in un ambito filosofico.



Tu sei troppo bravo a fare domande, molto meno a dare risposte...
Dicevo: "Si cominci a "dire" qual'è l'origine del valore morale, e poi e solo poi potremo cominciare a ragionare (seriamente)
di Nietzsche...".
Quindi prima dai tu la risposta, visto che la mia richiesta anticipa la tua...
Coglionerie a parte (le mie sulla precedenza), trovo molto banale estrapolare una singola frase o parola da un contesto
(è una cosa in gran voga fra i politici). Uno dei punti salienti, se non il maggiore, della filosofia di Nietzsche è
la "genealogia - o archeologia - dei valori" (come messo giustamente in luce dalla cosiddetta "Nietzsche reinassance"
francese).
Quindi ci si occupi di questo, se si vuol parlare "seriamente" di Nietzsche, non dei dettagli.
saluti

Carlo Pierini

#16
Citazione di: Socrate78 il 10 Luglio 2018, 19:07:52 PM
Eppure non è affatto detto che se quello che Nietzsche afferma sia FALSO solo perché non ci piaccia, io ritengo al contrario che nonostante possa apparire sgradevole si sia avvicinato molto alla verità delle cose e dell'essenza dei rapporti umani, più di tanti altri pensatori. La filosofia di Nietzsche si basa sul concetto che il motore delle azioni umane è la cosiddetta volontà di potenza, e ciò è vero: infatti l'uomo vuole soprattutto avere il controllo della realtà per i suoi bisogni e le sue esigenze e di conseguenza mette in atto tutta una serie di strategie per ottenere ciò che desidera: tutto questo è all'origine della guerra e del conflitto in tutte le sue forme, ma è proprio quest'aggressività di fondo a permettere l'affermazione del singolo e del gruppo con tutte le sue esigenze.


CARLO
...E l'aspirazione alla giustizia, all'onestà, alla lealtà e ad una solidarietà costruttiva e feconda tra gli uomini? ...E l'amore per la natura, per il prossimo, per la pace, per la bellezza, per la conoscenza e per l'arte? Non sono ANCHE QUESTI dei motori delle azioni umane?
E' proprio in questa squilibrata unilateralità che consiste l'ignobiltà della filosofia nietzschiana: nell'aver esaltato la polarità animale dell'uomo e nell'averlo mutilato della sua componente più propriamente umana: quella culturale-civile.
La guerra non è un valore IN SE'. Anche le SS di Hitler facevano la guerra, ma non erano guerrieri. I veri guerrieri lottano contro il sopruso, l'ingiustizia, la corruzione, l'avidità, la protervia, la volontà di potenza fine a se stessa, in difesa dei giusti e dei perseguitati. I veri guerrieri usano le armi SOLO come "extrema ratio", quando non ci sono alternative per far prevalere la giustizia.
Chi sradica da sé stesso la metà della propria anima, non può che finire i suoi giorni in un manicomio.

<<Sia la teoria freudiana che quella adleriana vanno disapprovate non in quanto psicologie degli istinti, ma in quanto unilaterali. È psicologia senza psiche, che conviene a chi crede di non avere aspirazioni o necessità spirituali. [...] Anche se queste teorie rendono giustizia alla psicologia delle nevrosi in misura infinitamente maggiore di quanto abbia fatto qualunque concezione medica precedente, il loro limitarsi a ciò che è istintuale non soddisfa le necessità più profonde>>.  [JUNG:Psicologia e religione - pg.313]

<<Poiché alla coscienza differenziata dell'uomo civilizzato il dinamismo della volontà offre un efficace strumento per realizzare praticamente i suoi contenuti, il crescente sviluppo della volontà comporta il pericolo ancor più accentuato di smarrirsi nell'unilateralità e di deviare dalle proprie leggi e radici. Ciò, se da una parte implica la possibilità stessa della libertà umana, dall'altra è fonte di infiniti conflitti con gli istinti. [...] La coscienza differenziata è continuamente minacciata di sradicamento e cerca quindi la compensazione nello stato infantile che ancora riesce a trovare. [...] Proprio in quanto l'uomo possiede in alto grado la facoltà di disfarsi delle proprie radici, può essere acriticamente trascinato alla catastrofe anche dalle sue pericolose unilateralità>>.    [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pp.156/157]

"Il caso di Nietzsche mostra da un lato quali sono le conseguenze dell'unilateralità, e dall'altro quali sono i pericoli che cela il balzo oltre il Cristianesimo. Egli ha indubbiamente sentito in maniera acutissima il rinnegamento cristiano della natura animale e ha cercato una totalità umana superiore, al di là del bene e del male. [...] A chi guarda con l'occhio dello psicologo, questo stato è noto come "l'identificazione con l'Ombra", un fenomeno che si verifica regolarmente in momenti di collisione con l'inconscio".  [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.75]

0xdeadbeef

Citazione di: Socrate78 il 10 Luglio 2018, 19:07:52 PM
  Di conseguenza l'esaltazione della lotta presente in Nietzsche ha almeno a mio avviso molto di vero, e trovo molto più vera una posizione del genere di mille utopie pacifiste, basate solo su astrazioni filosofiche prive di fondamento nel reale. Anzi, se c'è un pensatore a cui io mi senta di applicare la frase di apertura del post "Se lo conosci lo eviti" quello per me sarebbe Kant. non Nietzsche, il suo imperativo categorico etico secondo me fa acqua da tutte le parti.



Se leggi gli interventi precedenti al tuo ti accorgerai che tutti, meno i miei, sono non di critica (che sarebbe più
che legittima), ma di autentica denigrazione del pensiero di Nietzsche (anzi DI Nietzsche stesso, visto che del
pensiero non se ne è parlato...).
Insomma, i soli interventi in cui si dichiara ammirazione per il grande filosofo tedesco sono i miei, quelli di un
"kantiano"...
Paradosso? Forse, è che io, come dicevo, vedo in Nietzsche un grande avversario; ma un avversario cui non posso non
rendere l'"onore delle armi".
La verità è che io "spero" che Kant abbia ragione, ma al tempo stesso "temo" ce l'abbia Nietzsche...
L'imperativo categorico non fa acqua da tutte le parti. Esso, semplicemente, si fonda sulla speranza che esista un
"qualcosa" (Dio) su cui etica e morale possano basarsi. Chiaramente molto diversa è la filosofia di Nietzsche, il quale
afferma invece che il valore morale si fonda sulla volontà di potenza.
Una volontà di potenza che (e qui solo apparentemente si va oltre Nietzsche) non è solo e necessariamente ostilità,
violenza e sopraffazione, come una lettura superficiale di Nietzsche indurrebbe a credere. Ma è, semplicemente,
la volontà di "primeggiare".
Io trovo che anche chi cerca e vuole l'amicizia, la pace e la solidarietà sia animato da volontà di potenza. Perchè
cerca e vuole che quei valori siano i valori di tutti, che siano "universali", cioè che "primeggino" sui valori (o
dis-valori) opposti.
Credo, in sostanza, che persino S.Francesco o Madre Teresa siano stati animati dalla ricerca del proprio utile, cioè
siano stati animati da "volontà di potenza" (perlomeno non lo escludo, via...).
Tutto Nietzsche è in fondo racchiuso nell'episodio della scimmia che, digrignando i denti nello sforzo di emettere la prima
parola dice: "io sono il creatore".
Cioè sono io ad aver "creato" Dio (non il contrario); è la mia volontà (di potenza) ad aver creato ciò che è sacro e ciò
che è tabù (quindi sono io ad aver creato anche l'idea di ciò che gli uomini chiamano "morale").
saluti

Carlo Pierini

#18
"Giudizi sulla vita, giudizi di valore, pro o contro, non possono infine mai esser veri: valgono solo come sintomi; in sé, giudizi del genere sono stupidaggini". [NIETZSCHE: Crepuscolo degli idoli]

CARLO
...E che altro è la sua opera, se non una summa filosofica di "...giudizi sulla vita, giudizi di valore..."?

OXDEADBEEF
sì, penso anch'io che in fondo lo siano

CARLO
Quindi quelle di Nietzsche sono solo stupidaggini?
Insomma non ti eri mai accorto che tutta la sua opera è un continuo affermare tutto e il contrario di tutto, com'è nelle migliori tradizioni della ciarlataneria?

OXDEADBEEF
Senonchè questi "giudizi di valore" di Nietzsche non vengono da eterne, assolute, infinite etc. divinità ma dalla volontà di potenza, vero e proprio "motore nascosto" dell'uomo.

CARLO
Stalin e Hitler dicevano la stessa cosa. Ma mi sembra che nessuno dei tre abbia mai provato a spiegare i motivi di questa loro credenza. Per quale ragione dovremmo sottoscriverla?

OXDEADBEEF
Trovo semplicistico, oltre che ingiusto, tentare di ridurre Nietzsche al contenuto di quelle frasi.

CARLO
Beh, puoi sempre compilare una mini-lista di aforismi che rappresenti meglio la nuova etica che lui propone in alternativa alla vecchia. Altrimenti ...anche dei teppistelli da quattro soldi sono capaci di distruggere e poi scappare via.
Insomma, in che consiste la sua grande opera innovatrice dei costumi?

Mentre ci pensi, ascolta questi vecchi brani "American Graffiti":

RITCHIE VALENS - Oh Donna
https://youtu.be/b6h5Z7hFxI4

FATS DOMINO - It keeps rainin'
https://youtu.be/-mk4UTtuQMg

ROY ORBISON - In dreams
https://youtu.be/TPqZs7Vl_xg

BERT KAEMPFERT - Wonderland by night (orch.)
https://youtu.be/UbwfHh9NwzA?t=6

Jacopus

Carlo Pierini. Non sai di cosa stai parlando. La tua conoscenza di Nietzsche è veramente primitiva, se ti limiti agli aforismi presi qua e là, e te lo dice uno che Nietzsche lo ha solo assaggiato a piccole dosi. Non continuo questo dibattito perché non vi trovo nulla di formativo. Sarebbe un inutile battibecco. Vorrei solo invitarti a ricrederti sulla importanza di Nietzsche. Anche se non si condividono le sue idee, credo di non sbagliarmi troppo nel dire che ci sono due filosofie quella pre-nietzschiana e quella post-nietzschiana. Ovvero Nietzsche è stato il primo filosofo che con una lucidità spaventosa ha guardato dritto negli occhi la modernità, evitando i giochini ipocriti di tanti altri. Nei suoi libri vi sono scritti pensieri altamente discutibili, ma la sua immortalità è data proprio dal suo aver tradotto nel pensiero filosofico ciò che noi oggi siamo. Jung al confronto è un signorotto tradizionalista che si illude di poter resuscitare nostalgicamente qualcosa che non c'è più. Il coraggio di Nietzsche è  stato realmente superumano.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

#20
SOCRATE78
E' verissimo quindi che "poter essere ostile è il presupposto di qualsiasi natura forte", infatti chi è forte deve avere anche la capacità di mostrarsi aggressivo se deve fronteggiare una grave minaccia da persone determinate a rovinarlo.

CARLO
Questa è solo MEZZA VERITA'. Mezza verità che nasconde in sé una menzogna, quindi infinitamente più ignobile e ingannevole della semplice menzogna.
Il poter essere ostile, infatti, è il presupposto di una NATURA FORTE quando l'ostilità si oppone all'abuso, all'ingiustizia e alla prevaricazione. E' invece il presupposto di una NATURA DEBOLE E SPREGEVOLE quando è FINALIZZATA alla corruzione, alla prepotenza, all'umiliazione del prossimo, al parassitismo sociale.

SOCRATE78
E' vero anche che l'amore e la bontà purtroppo possono rendere deboli, infatti gli altri possono sfruttare facilmente questi sentimenti per manipolarti, per manovrare le tue azioni rendendoti una specie di docile pedina nelle loro mani, gli esempi sono tantissimi.

CARLO
Altra MEZZA VERITA' che diventa un veleno quando lascia intendere che il rimedio sia l'odio e la cattiveria, invece che una crescita interiore che elevi l'amore e la bontà al di sopra di uno schiavizzante e ricattatorio "do ut des".

SOCRATE78
Di conseguenza l'esaltazione della lotta presente in Nietzsche ha almeno a mio avviso molto di vero, e trovo molto più vera una posizione del genere di mille utopie pacifiste, basate solo su astrazioni filosofiche prive di fondamento nel reale.

CARLO
Certo, se ognuna di quelle menzogne non si nascondesse ben bene dietro a delle brillanti verità, Nietzsche non se lo sarebbe cagato mai nessuno. Invece chi è carente di scrupoli morali trova un gran conforto nella sua "filosofia".

SOCRATE78
E certe frasi citate sopra di Nietzsche sono verissime, ad esempio anche secondo me se venisse un "dio" sulla terra porterebbe guasti a non finire, basti pensare a quello che hanno combinato tutti i personaggi storici che hanno voluto risolvere tutti i problemi come se fossero dei in terra!

CARLO
...E Nietzsche è uno di loro: il Super-Uomo al di là del bene e del male!

Un brano musicale appropriato (con testo e traduzione):

MANÁ & SHAKIRA: Mi verdad
http://www.biagiodicapua.it/mi-verdad-il-nuovo-singolo-dei-mana/

Carlo Pierini

Citazione di: Jacopus il 11 Luglio 2018, 01:05:39 AM
Carlo Pierini. Non sai di cosa stai parlando. La tua conoscenza di Nietzsche è veramente primitiva, se ti limiti agli aforismi presi qua e là, e te lo dice uno che Nietzsche lo ha solo assaggiato a piccole dosi. Non continuo questo dibattito perché non vi trovo nulla di formativo. Sarebbe un inutile battibecco. Vorrei solo invitarti a ricrederti sulla importanza di Nietzsche. Anche se non si condividono le sue idee, credo di non sbagliarmi troppo nel dire che ci sono due filosofie quella pre-nietzschiana e quella post-nietzschiana. Ovvero Nietzsche è stato il primo filosofo che con una lucidità spaventosa ha guardato dritto negli occhi la modernità, evitando i giochini ipocriti di tanti altri. Nei suoi libri vi sono scritti pensieri altamente discutibili, ma la sua immortalità è data proprio dal suo aver tradotto nel pensiero filosofico ciò che noi oggi siamo. Jung al confronto è un signorotto tradizionalista che si illude di poter resuscitare nostalgicamente qualcosa che non c'è più. Il coraggio di Nietzsche è  stato realmente superumano.

CARLO
Gandhi, Garibaldi, Salvo d'Acquisto, Bolivar, Sucre, Galilei, G. Bruno, Colombo, Che Guevara, Mameli, Teresa di Calcutta, ...e tutti coloro che hanno affrontato pericoli per COSTRUIRE un mondo migliore hanno avuto davvero coraggio. Nietzsche è stato solo un distruttore cieco, borioso, arrogante e privo di ideali autentici. La sua filosofia è ricca di intuizioni, ma frammentarie e assolutamente prive di un'elaborazione coerente. Una letteratura colta e accattivante, a volte poetica, ma gremita di contraddizioni  e di incongruenze. Un danno incalcolabile per la filosofia.

ZUCCHERO: Nice che dice?
https://youtu.be/ugJxJWtgAZY

Carlo Pierini

Citazione di: 0xdeadbeef il 10 Luglio 2018, 20:07:26 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 10 Luglio 2018, 19:17:43 PM
CARLO
Quale sarebbe la "lezione relativista"? Quella secondo cui tutte le verità sono relative TRANNE quelle predicate dai relativisti? Questa è una lezione da tenere al cottolengo, non in un ambito filosofico.

...
trovo molto banale estrapolare una singola frase o parola da un contesto
(è una cosa in gran voga fra i politici). 

CARLO
Non diciamo sciocchezze. Frasi come quelle sono ignobili in qualunque contesto

paul11

#23
No Carlo.P. ,in fondo Nietzsche è volutamente provocatorio,......come d'altra parte è anche in un tuo modo di fare :D


Onestamente anche a me danno fastidio alcuni passaggi di Nietzsche, ma è un provocatore nel momento in cui vuol e togliere i dispositivi culturali, le maschere delle condizioni culturali in cui siamo  o consapevolmente o inconsapevolmente ormai immersi.


Tutto è un "affare economico" nella nostra cultura dai farmaci ai migranti, dalla disoccupazione alla sepoltura in un cimitero
eppure tutto è irrorato, permeato da un ipocrisia morale, da melliflui sorrisini.


Nietzsche è il primo dei filosofi moderni che mette in discussione l'intera cultura occidentale iniziando dall'antichità, in quanto da lì secondo Nietzsche, avremmo ereditato una morale interna alla cultura che ha portato l'uomo ad essere "debole", decaduto, costruito sulla finzione, inautentico.


I termini e attributi "forti" che utilizza è per diradare le nebbie delle "vie di mezzo" che l'uomo occidentali si è costruito.
Obbliga quindi o ad essere accettato o respinto, non ha mezze misure. lnvece la nostra cultura è fatta sulle mezze misure che nascondono guerre nelle proclamazioni di pace, progresso per pochi e miseria per troppi.


Quando noi reclamiamo chiarezza e trasparenza al mondo politico e sociale e culturale , in una società dove si piglia lo "schiaffo  del soldato" senza sapere da dove arriva è perchè i dispositivi culturali sono edificati sull'anonimato dietro cui si nascondono i poteri che sono occulti, tutto ciò grazie a forme di "trascendenza" di antichi istituti culturali.Riflettiamo: "la mano invisibile" dell'economia:che cosa è se non una finzione.Lo Stato politico cosa è se non poteri forti occultati, dietro parvenze di pezzetti di
democrazia, di libertà, di'uguaglianza, cosa sono se non finzioni?

Quando esigenze"giuste" non riescono mai ad incidere negli istituti di diritto, della politica ,della cultura, significa che questi sono "autoimmuni"  e bisogna chiederci il perchè. Come ci siamo arrivati a postulare una mano invisibile economica quando sono uomini e non meccanismi sopra o sotto la testa  degli uomini che sono ritenuti "ingovernabili".
Che cosa è lo Stato quando prima proclama la democrazia dove ognuno di noi dovrebbe essere governatore per poi sentirci schiacciati da questo stesso Stato che "dovremmo essere noi".
Dove sta, permettetemi la volgarità, "la presa per il culo" culturale che sostiene i meccanismi culturali in cui noi agiamo, pensiamo, viviamo?


Le morali egoistiche e le  etiche retoriche che resistono ai passaggi di tempo,come sedime di un uomo lui stesso nichilistico in senso autodistruttivo, cosa sono se non l'accettazione di un destino dettato dai dispositivi culturali "immutabili",dove l'uomo percepisce lo iato, la differenza fra sè e ciò che dovrebbe essere comunità?


La guerra, la razza, sono provocazioni, in quanto non ammettono eufemismi nemmeno linguistici

0xdeadbeef

#24
A Carlo Pierini
Sto arrivando (non ti "conoscevo") alla consapevolezza che tu non sia in grado di elaborare un ragionamento
filosofico (cioè un ragionamento che FORSE PRIMA DI TUTTO ricerca le relazioni, le connessioni fra i saperi e SU
ESSE si mette poi nella condizione di fornire un, per così dire, "quadro generale").
I tuoi ragionamenti, esclusivamente basati su singoli aforismi, su dettagli estrapolati da un contesto, tutto sono
fuorchè filosofia.
Cosa altro credi possano essere, per un "kantiano" come me, quelle frasi di Nietzsche se non "ignobili" (per usare
la tua stessa definizione)? Come pensi possa giudicare quelle affermazioni uno che come me crede negli "imperativi
categorici" della morale? Che pensa possibile e ricerca una "Pace perpetua"?
E adesso, se ne sei capace, chiediti il perchè uno come me (mi tiro in ballo solo per chiarezza espositiva, intendiamoci)
prova così tanta ammirazione per un simile "mostro", per del "letame", in definitiva per un povero pazzo (queste alcune
definizioni che tu ed altri avete affibbiato a Nietzsche)?
Dov'è Nietzsche come termine della filosofia ottocentesca? Dov'è uno dei massimi e forse il massimo esponente di quella
corrente letteraria che ai tempi in cui andavo a scuola veniva chiamato "Decadentismo"? Dov'è il massimo e definitivo
"cantore" della volontà schopenaueriana? Dov'è, forse soprattutto, la teoria sulla genesi del valore morale?
Perchè Nietzsche, come ogni altro grande filosofo (e della sua statura io li conto sulle dita di una mano...) non
ha certo CREATO l'ignominia contenuta in quegli aforismi. Egli ha solo INTERPRETATO il suo tempo, con i suoi sentimenti
e le sue percezioni (leggiti qualche buon romanzo di metà o fine 800, e vedi come certe tematiche nietzscheiane
vi siano già tutte contenute - seppur velatissime).
Le Guerre Mondiali e l'orrore del 900 non ci sono certo stati perchè Nietzsche ha scritto quelle cose...
Perchè il filosofo (e questo non tutti lo sanno, e soprattutto non lo sai tu, in quanto immerso in un idealismo probabilmente
inconscio) non crea proprio un ben niente. Bensì interpreta, "svela", con grande preveggenza e sensibilità, ciò che già
"è", ciò che è già "dato" (e se tu fossi capace di comprendere Kant questo lo capiresti al volo...).
E adesso continua pure con il giochino dell'estrapolazione di qualche singola frase o parola. Per quanto mi riguarda non
proseguirò una discussione sterile e per nulla formativa (che non può che risolversi in un inutile battibecco, come ha
giustamente detto qualcuno in una precedente risposta).
saluti

Socrate78

@CARLO: In realtà anche gli ideali che sembrano più alti secondo me non sono così nobili come appaiono. Infatti tutto nasce dall'ego, e Nietzsche appunto lo ha detto quando in Umano troppo umano afferma "Dove voi vedete le cose ideali, io vedo cose umane, ahi troppo umane!", come a dire che ciò che sembra nobile indagando a fondo non lo è. Ti invito a riflettere su una cosa: perché è nata la morale? La morale nasce dall'egoismo e dall'istinto di conservazione, infatti l'umanità definisce "buone" le azioni che portano ad un tornaconto, mentre sono "cattive" le azioni che vanno in direzione contraria, a danno degli altri, ma possono benissimo essere vantaggiose per il singolo o per un gruppo. Del resto sacrificarsi per gli altri senza ottenere nulla in cambio e subendo anche delle perdite è un comportamento davvero buono? Secondo me lo è solo per chi ne avvantaggia, ma per l'altruista, per quanto felice possa esserne, si tratta di un comportamento LESIVO, quindi è male.Per la morale comune quindi il singolo deve essere un mezzo asservito all'egoismo sociale o anche alla cultura comune, e la ribellione di Nietzsche alla morale deriva proprio dalla constatazione che gli impulsi da cui essa nasce non sono affatto nobili, ma piuttosto meschini (Genealogia della morale), nascondono la volontà di dominio e di controllo sociale di gruppi o dei singoli. Lo stesso amore per il prossimo a mio avviso è ingannevole, in quanto niente si fa davvero per gli altri in sé, ma lo si fa soltanto per stare meglio noi, per evitare il senso di colpa, per eliminare un disagio interiore, per sentirsi utili (narcisismo in fondo), per dire a noi stessi "Sono davvero una brava persona!", ma è tutto un inganno in cui si crede di agire per l'altro ma si agisce per sé.  Per quanto riguarda poi coloro che si sono dati tantissimo da fare per il "bene" dell'umanità e sono definiti eroi, chi l'ha detto che hanno fatto davvero il bene assoluto? Bene o male rispetto a che cosa? Ad esempio per il pianeta, visto che l'uomo inquina tantissimo, forse sarebbe meglio che l'umanità si estinguesse in questo preciso momento, altroché salvarla e aiutarla! In tutte le grandi cause che normalmente vengono elogiate, in realtà a ben guardare si scopre come la molla che ha spinto le persone ad agire è egoistica, si vuole avere solo più importanza, forza, potere, ma ciò va a danno di chi prima era molto più forte e viene sconfitto.

Carlo Pierini

Citazione di: paul11 il 11 Luglio 2018, 09:31:21 AM
No Carlo.P. ,in fondo Nietzsche è volutamente provocatorio,......come d'altra parte è anche in un tuo modo di fare :D


Onestamente anche a me danno fastidio alcuni passaggi di Nietzsche, ma è un provocatore nel momento in cui vuol e togliere i dispositivi culturali, le maschere delle condizioni culturali in cui siamo  o consapevolmente o inconsapevolmente ormai immersi.


Tutto è un "affare economico" nella nostra cultura dai farmaci ai migranti, dalla disoccupazione alla sepoltura in un cimitero
eppure tutto è irrorato, permeato da un ipocrisia morale, da melliflui sorrisini.


Nietzsche è il primo dei filosofi moderni che mette in discussione l'intera cultura occidentale iniziando dall'antichità, in quanto da lì secondo Nietzsche, avremmo ereditato una morale interna alla cultura che ha portato l'uomo ad essere "debole", decaduto, costruito sulla finzione, inautentico.


I termini e attributi "forti" che utilizza è per diradare le nebbie delle "vie di mezzo" che l'uomo occidentali si è costruito.
Obbliga quindi o ad essere accettato o respinto, non ha mezze misure. lnvece la nostra cultura è fatta sulle mezze misure che nascondono guerre nelle proclamazioni di pace, progresso per pochi e miseria per troppi.


Quando noi reclamiamo chiarezza e trasparenza al mondo politico e sociale e culturale , in una società dove si piglia lo "schiaffo  del soldato" senza sapere da dove arriva è perchè i dispositivi culturali sono edificati sull'anonimato dietro cui si nascondono i poteri che sono occulti, tutto ciò grazie a forme di "trascendenza" di antichi istituti culturali.Riflettiamo: "la mano invisibile" dell'economia:che cosa è se non una finzione.Lo Stato politico cosa è se non poteri forti occultati, dietro parvenze di pezzetti di
democrazia, di libertà, di'uguaglianza, cosa sono se non finzioni?

Quando esigenze"giuste" non riescono mai ad incidere negli istituti di diritto, della politica ,della cultura, significa che questi sono "autoimmuni"  e bisogna chiederci il perchè. Come ci siamo arrivati a postulare una mano invisibile economica quando sono uomini e non meccanismi sopra o sotto la testa  degli uomini che sono ritenuti "ingovernabili".
Che cosa è lo Stato quando prima proclama la democrazia dove ognuno di noi dovrebbe essere governatore per poi sentirci schiacciati da questo stesso Stato che "dovremmo essere noi".
Dove sta, permettetemi la volgarità, "la presa per il culo" culturale che sostiene i meccanismi culturali in cui noi agiamo, pensiamo, viviamo?


Le morali egoistiche e le  etiche retoriche che resistono ai passaggi di tempo,come sedime di un uomo lui stesso nichilistico in senso autodistruttivo, cosa sono se non l'accettazione di un destino dettato dai dispositivi culturali "immutabili",dove l'uomo percepisce lo iato, la differenza fra sè e ciò che dovrebbe essere comunità?


La guerra, la razza, sono provocazioni, in quanto non ammettono eufemismi nemmeno linguistici

CARLO
...Parole sante, caro Paul. E io plaudo incondizionatamente a chi (à la Marx) <<...strappa via i fiori immaginari che occultano le catene della nostra schiavitù>>, a chi risolutamente getta via i panni sudici della nostra realtà quotidiana; ma non a chi, insieme ad essi, getta via con cieco furore anche la tenera e preziosa creatura che c'è dentro.

Consoliamoci con qualche bel pezzo leggero:

A. BRANDUARDI - I santi
https://youtu.be/g_JNj-7EHe0?t=22

MODÀ & TAZENDA - Cuore e vento
https://youtu.be/NtP6MHhlrx8

SHAKIRA & PRINCE ROYCE - Deja vu
https://youtu.be/XEvKn-QgAY0

Carlo Pierini

#27
Citazione di: 0xdeadbeef il 11 Luglio 2018, 09:56:33 AM
A Carlo Pierini
Sto arrivando (non ti "conoscevo") alla consapevolezza che tu non sia in grado di elaborare un ragionamento
filosofico (cioè un ragionamento che FORSE PRIMA DI TUTTO ricerca le relazioni, le connessioni fra i saperi e SU
ESSE si mette poi nella condizione di fornire un, per così dire, "quadro generale").
I tuoi ragionamenti, esclusivamente basati su singoli aforismi, su dettagli estrapolati da un contesto, tutto sono
fuorchè filosofia.
Cosa altro credi possano essere, per un "kantiano" come me, quelle frasi di Nietzsche se non "ignobili" (per usare
la tua stessa definizione)? Come pensi possa giudicare quelle affermazioni uno che come me crede negli "imperativi
categorici" della morale? Che pensa possibile e ricerca una "Pace perpetua"?
E adesso, se ne sei capace, chiediti il perchè uno come me (mi tiro in ballo solo per chiarezza espositiva, intendiamoci)
prova così tanta ammirazione per un simile "mostro", per del "letame", in definitiva per un povero pazzo (queste alcune
definizioni che tu ed altri avete affibbiato a Nietzsche)?
Dov'è Nietzsche come termine della filosofia ottocentesca? Dov'è uno dei massimi e forse il massimo esponente di quella
corrente letteraria che ai tempi in cui andavo a scuola veniva chiamato "Decadentismo"? Dov'è il massimo e definitivo
"cantore" della volontà schopenaueriana? Dov'è, forse soprattutto, la teoria sulla genesi del valore morale?
Perchè Nietzsche, come ogni altro grande filosofo (e della sua statura io li conto sulle dita di una mano...) non
ha certo CREATO l'ignominia contenuta in quegli aforismi. Egli ha solo INTERPRETATO il suo tempo, con i suoi sentimenti
e le sue percezioni (leggiti qualche buon romanzo di metà o fine 800, e vedi come certe tematiche nietzscheiane
vi siano già tutte contenute - seppur velatissime).
Le Guerre Mondiali e l'orrore del 900 non ci sono certo stati perchè Nietzsche ha scritto quelle cose...
Perchè il filosofo (e questo non tutti lo sanno, e soprattutto non lo sai tu, in quanto immerso in un idealismo probabilmente
inconscio) non crea proprio un ben niente. Bensì interpreta, "svela", con grande preveggenza e sensibilità, ciò che già
"è", ciò che è già "dato" (e se tu fossi capace di comprendere Kant questo lo capiresti al volo...).
E adesso continua pure con il giochino dell'estrapolazione di qualche singola frase o parola. Per quanto mi riguarda non
proseguirò una discussione sterile e per nulla formativa (che non può che risolversi in un inutile battibecco, come ha
giustamente detto qualcuno in una precedente risposta).
saluti

CARLO
Capisco quello che vuoi dire. Ma per risponderti dovrei ripetere e ampliare ciò che ho già scritto (insieme a Jung  :) ) nelle mie "Risposte #5 e #16, ma non ho il tempo materiale per farlo. Se vuoi, puoi commentare tu punto per punto quelle risposte. Altrimenti il nostro non è un dialogo, ma un ping pong di monologhi.
E comunque io non pratico l'idealismo, ma una complementarità tra gli opposti: idealismo e realismo, idee e cose, soggetto e oggetto, metafisica e fisica,  morale e istinti, spirito e materia, mente e cervello, religione e scienza, ecc.. Insomma, io non sono inquadrabile negli schemi ordinari che pretendono un "AUT-AUT" tra le opposte fazioni. Il mio è un "ET-ET".
...Altrimenti che valore universale avrebbe il "mio" Principio di complementarità degli opposti? Ecco, solo un principio universale può consentirti una REALE <<connessione tra saperi>>, come hai detto tu. Mentre la tua è solo un'indagine analoga a quella scientifica: è rivolta alla SOLA polarità materiale del mondo e ignora/rimuove (per comodità) la polarità psico-spirituale, dichiarandola "apparente", "epifenomenica", non-sostanziale.

SPICE GIRLS - Wannabe
https://youtu.be/-yl248UpN0s

PUSSYCAT - Georgie
https://youtu.be/1AAcOh8yCtw

SIA - Fist fighting
https://youtu.be/x2Mypb56pYY

Sariputra

#28
Io vedo in  Nietzsche un  filosofo soprattutto distruttivo, (egli stesso sostiene di praticare una filosofia "a colpi di martello" mi ricordo di aver letto...), in cui la parte distruttiva ha un enorme sviluppo rispetto alla parte costruttiva. Se guardiamo vediamo che tutti i grandi filosofi, da Socrate con il suo dubbio, per passare a Cartesio, a Kant, a Hegel, a Marx, ai grandi filosofi dell'Oriente, presentano sempre da una parte un elemento di critica, una parte distruttiva, e dall'altra una costruttiva, una proposta, un elemento costruttivo. In Nietzsche invece la distruzione è enormemente sovrasviluppata rispetto alla  costruzione. La parte distruttiva ha il sopravvento in quanto questa filosofia presenta come unico sbocco positivo l'affermazione della volontà di potenza. In questo si manifesta, a mio modestissimo parere di non-filosofo, una notevole debolezza del pensiero di Nietzsche: per Nietzsche tutta la storia è stata una storia di progressivo annientamento della vitalità in nome di valori che sono falsi, ipocriti, ma tutto questo evidentemente deve essere frutto della volontà di potenza, perché se la volontà di potenza è il cuore della realtà, come sostiene N.,tutte le manifestazioni che hanno portato all'annientamento della vita, paradossalmente per lui... sono espressioni della volontà di potenza. Nietzsche, per me, è contraddittorio in questo: tutte queste manifestazioni che sono da respingere, che hanno ammalato l'uomo, che lo hanno devitalizzato, sono esse stesse frutto della volontà di potenza. E di che cosa se no?...Se il cuore della realtà è la volontà di potenza, non lo è pure l'ipocrisia? :o
C'è in N. un completo fraintendimento del rapporto fra istinto e intelletto, come se l'intelletto avesse un pericolosissimo predominio sull'altro e si dovesse salvare quest'ultimo dall'altro. Però, se osserviamo con serenità e senza "furore nicciano" la realtà, vediamo che, nella maggior parte della gente la volontà, l'istinto e l'interesse dominano e assoggettano   quasi completamente la ragione, il sentimento del giusto. Per questo l'opinione che si debba 'dominare' l'intelletto appare come qualcosa di assurdo. E qui , secondo me, N. fa più poesia che filosofia.
Il secondo errore , sempre secondo me,è di mettere su un piano sbagliato il rapporto della vita con la morale, trattando questo rapporto come un contrasto, mentre l'etica è un "bastone", un sostegno della vita ( un aiuto a sopravvivere anche...quindi una necessità proprio della supposta volontà di potenza).
Poi, nel suo odio verso il Cristianesimo, in pratica N.  lo rimprovera di aver troppo "elevato" l'uomo...così che non lo si possa più sacrificare... :(
Spero di aver argomentato, nei miei limiti, le obiezioni al baffone e non solo di aver spalato letame... ;D

@Socrate78

Però è pure una bella forma di autogiustificazione del proprio, di egoismo, che si ottiene svalutando l' operato altrui. Se tutti sono ipocriti sono ben giustificato ad esserlo anch'io. E questo è un ottimo mezzo per evitare la fatica di cambiare, di 'crescere'...e di essere meno ipocriti. ;)
Namaste a tutti
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Carlo Pierini

Citazione di: Socrate78 il 11 Luglio 2018, 10:35:07 AM Ti invito a riflettere su una cosa: perché è nata la morale? La morale nasce dall'egoismo e dall'istinto di conservazione, infatti l'umanità definisce "buone" le azioni che portano ad un tornaconto, mentre sono "cattive" le azioni che vanno in direzione contraria, a danno degli altri, ma possono benissimo essere vantaggiose per il singolo o per un gruppo.

CARLO
L'istinto di conservazione è presente anche nei lombrichi, nei lemuri e negli scimpanzé; ma non mi risulta che essi siano particolarmente sensibili alla "questione morale" del buon vecchio Berlinguer.
La morale non ha niente a che vedere con gli istinti biologici, ma con la mente (cervello e mente NON sono la stessa cosa) e, in particolare, con una mente sviluppata ed evoluta come lo è quella umana.
Non è un caso, infatti, che la cultura dell'uomo abbia iniziato ad evolversi DOPO che la struttura del suo DNA si è stabilizzata a quella attuale, che coincide al 98% con quella dei primati superiori. Come scrive Jung (lui, sì, un vero filosofo!):

"Il principio spirituale (qualunque cosa esso sia) si impone con forza inaudita contro il principio puramente naturale. [...]
Potremmo definire la sessualità il portavoce delle pulsioni istintive, ed è per questo che il punto di vista spirituale scorge in essa il suo avversario principale. Ma non perché la dissolutezza sessuale sia in sé e per sé più immorale dell'avidità, della tirannia o della prodigalità, ma perché lo spirito fiuta nella sessualità un suo pari, anzi, un che di affine. [...] Che cosa sarebbe mai dopotutto lo spirito, se non gli si opponessero pulsioni a lui pari?". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pp. 62-67]

"L'elemento spirituale compare nella psiche anche come un istinto, anzi come una vera passione, o - per usare un'espressione di Nietzsche - "come un fuoco divoratore". Non è un derivato di un'altro istinto, ma un principio sui generis, anzi la forma ineliminabile della forza pulsionale".  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.68]

"Come tempo fa era presupposto evidente che tutto ciò che esiste fosse nato dalla volontà creatrice di un Dio spirituale, così il diciannovesimo secolo scoperse la verità, altrettanto evidente, che tutto proviene da cause materiali. Oggi non è più la forza dello spirito che crea un corpo, ma al contrario la materia che trae dal proprio chimismo un'anima. Un tale capovolgimento farebbe ridere se non ci trovassimo al cospetto di una delle grandi verità dello spirito del tempo. [...] Lo spirito, oggi, dev'essere pensato come un epifenomeno della materia, anche se non si parla più di "spirito" ma di "psiche", non di "materia, ma di "cervello", di "ormoni", di istinti o di impulsi. L'attribuire all'anima una propria sostanza sarebbe contrario allo spirito del tempo e quindi una eresia. [...]
La coscienza comune non ha ancora scoperto che è non meno presuntuoso e fantastico credere con assoluta certezza che la materia produca psiche, che le scimmie generino uomini, che le cellule cerebrali generino pensieri, e che tutte queste cose non possano essere diversamente".    [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.367]

"Non siamo legittimati a considerare la psiche come un processo cerebrale, a prescindere dal fatto che il tentativo di rappresentarsi un qualcosa del genere è già stravagante di per sé e non ha mai prodotto altro che stravaganze, per quanto sia stato compiuto seriamente. [...] Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico. Auguriamoci che non siano lontani i tempi in cui questo residuo arrugginito e ormai mentalmente inerte verrà sradicato dalla testa dei nostri rappresentanti scientifici".     [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.299]

"Secondo la teoria freudiana della rimozione (repressione), sembra che siano soltanto gli uomini morali quelli che reprimono la loro natura istintuale. L'uomo immorale, che lascia libero corso alla sua natura istintuale, dovrebbe di conseguenza essere perfettamente immune da nevrosi. Ovviamente non è così, come l'esperienza dimostra. L'uomo immorale può essere preda delle nevrosi esattamente come l'uomo morale. Se lo sottoponiamo ad analisi, scopriamo che in lui è stata semplicemente rimossa la morale. [...]
Si potrebbe pensare che in un caso simile che gli impulsi morali non siano altro che convenzioni, infantili e tradizionali insieme, che hanno imposto alla natura istintuale freni superflui da estirpare. [...] Ma non bisogna dimenticare che la morale non è stata introdotta e imposta al popolo con le Tavole della Legge del Sinai: la morale è una funzione dell'anima umana, ed è vecchia quanto l'umanità. Essa non è imposta dal di fuori, ma vive a priori in noi stessi: non la legge ma l'essenza morale, senza la quale la vita comune della società umana sarebbe impossibile".   [JUNG: Psicologia dell'inconscio - pg.65]


M. TRAINOR: Better when i'm dancin
https://youtu.be/pkCyfBibIbI

GOTYE & KIMBRA: Somebody that i used to know
https://youtu.be/8UVNT4wvIGY

TONI CHILDS: I've got to go now
https://youtu.be/zYgsVbN96_k

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