Nietzsche e Zarathustra

Aperto da Visechi, 16 Gennaio 2025, 23:27:13 PM

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green demetr

Citazione di: baylham il 01 Marzo 2025, 19:48:47 PMSe la mente, di cui la volontà è un processo parziale, è il controllore delle altre parti dell'uomo come fai a controllare la mente?
Tu stai confondenso la zoè l'animalità greca (la nuda vita in Agamben) con la Psuchè (ossia l'intenzionalità, ti rimando a Husserl e al suo maestro psicologo).
La psuchè è ciò che determina il bios (la vita animale organizzata).
Ma è solo nella trascendenza che il bios trova i valori della verità, il bios come portatore di felicità nella comunità.

L'io è il soggetto, di questo ne abbiamo parlato nella discussione su Hegel, ad  essa ti rimando, non si può qui banalizzare.

Poichè Nicce era uno studioso eccellente della Grecia, egli ne ha ereditato la tradizione.

L'esaltazione letteraria di cui tu parli, a livello estetico serve proprio per recupeare quei valori oggi dimenticati.
Non a caso Nicce afferma secondo Carmelo Bene che ogni etica è sempre una estetica.
Se non vi è esaltazione non puoi superare il muro della legge, ossia la castrazione edipica.
Naturalmente tu puoi con tutta la psichiatria di questo mondo dire che l'Edipo non esiste.
In quel caso non abbiamo più niente da dirci in questa discussione.
Melancholia

niko

Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 08:05:40 AMAssolutamente d'accordo. L'idealismo hegeliano e secondo me anche il criticismo kantiano sembrano parlare di assoluto, come se la storia non esistesse.
Non la storia ideale (progressista salvifica) ma quella reale con tutte le sue brutture e storture.
No, sembri proprio non capire questo pezzo.
Non noti che sarebbe in contraddizione con quello che anche tu finora hai ammesso.
Ossia che Nicce è uno storicista. Se esistesse un eterno ritorno, sarebbe il mondo dietro il mondo.


E' il tempo lineare, invece, cioe' quello in cui vivono i deterministi e gli idealisti, ad essere il mondo dietro il mondo! Nel tempo lineare il passato e' extramondano e trionfante sulla volonta' proprio come lo e', anche, altrettanto extramondana, e altrettanto trionfante sulla volonta', la conoscenza. Il passato non e' nel mondo, ma e' nella mente, nel mondo della mente proprio come lo e' la conoscenza. E dunque la conoscenza e' conoscenza del passato, ed elemento sottomettente la volonta', a cui la volonta' deve sottomettersi. Recuperare il passato alla volonta', cioe' eterno ritorno (Dio e' morto, ucciso da noi, e il passato non e' il nuovo Dio!) significa, soprattutto, all'atto pratico, recuperare la conoscenza alla volonta'. E quindi, farsene qualcosa dell'uomo, cioe' della'animale della conoscenza per eccellenza, homo sapiens sapiens, per superarlo.

Quanto al futuro, nel tempo lineare esso e' inoggettuale, supportivo della in sendo logico della contraddizione e dell'indeterminatezza, e spesso del tutto irraggiungibile, proprio come il gia' umanamente "mentalizzato" passato, data la realta' innegabile della morte (cosa ne sara' di noi tra duecento anni? Tra un millennio? Tra dieci millenni? Eccetera).
Dire che il mondo e' "sottomesso al futuro", cioe' preda dei proggetti irrealizzabili e antivitali degli idealisti (scientisti, socialisti, cristiani eccetera) vuol dire, soprattutto, dire che il mondo e' sottomesso all'inconsistenza e all'inoggettualita', perche' il futuro, nel tempo lineare e' inconsistente e inoggettuale.

La volonta', nel duello, simbolico contro il passato perde, si rompe le corna, contro il futuro, peggio ancora, languisce nella mancanza di oggetto... e questo perche' nell'uomo, che e' animale della coscienza e della conoscenza, ogni possibile oggetto e' esperienziale e memorico, quindi di fatto consegnato al passato.
Non c'e' oggetto, disponibile all'uomo e per l'uomo, fuori dalla memoria e dalla conoscenza, quindi, dal punto di vista umano, (punto di vista che dobbiamo accettare, e incarnare, e assumere fino in fondo per poi finalmente liberarcene) non c'e' oggetto, umano, realmente giacente nel futuro.
La "volonta' di futuro", in quanto tale e' volonta' di nulla, volonta' di morte; infatti al di la' delle fole metafisiche, il futuro di tutti e' la morte, e dunque, alla morte punta la reale, e non immagginifica "freccia del tempo" presso l'umano. La mano della Silvia di Leopardi.

Solo l'eterno ritorno, da', cioe' dona, consistenza reale al futuro (perche' vi imprime la forma del passato) e "vince", sottomette, con la volonta' il passato, recuperandolo alla volonta' stessa. Insieme a tutta la conoscenza in esso "contenuta". Il futuro, manca di oggetto, il passato, di soggetto: l'eterno ritorno dona oggetto all'uno, e soggetto all'altro.

Se per te vuol dire che l'uomo e' sempre uguale e' perche' non l'hai capito. Pure il superuomo, e' sempre nell'eterno ritorno, subito dopo l'uomo. E allora? Cosa significa tutto cio'? Significa che e' la volonta', che manda avanti il tempo, che non e' garantito, che le cose andranno in un certo modo, solo perche' sono sempre gia' andate, in quel determinato modo. 

Non c'e' causazione tra due cicli temporali diversi ma amore. L'uno, dei due, a seconda di come li si guardi, vale come desiderio, l'altro come realta'. Perche' a un certo punto c'e' l'avvento di una certa forma vitale capace, di desiderare la realta', forma di vita che e' quella del superuomo. E il dominio di questa forma, realizza, il, non gia' fatidicamente garantito, eterno ritorno, insomma e' l'atto creativo stesso, dell'essere completamente disilluso da tutte le illusioni ma non per questo rinunciante a vivere, e a lottare, che si ripete.
Il mondo, lasciato a se stesso e per inerzia tenderebbe ad essere lineare, cioe' il paradiso, socio abitativo, degli idealisti, dei romanticoni e dei posapiano. Spegni il condizionatore >  e ottieni la pace. Preghi > e vai in paradiso. Rispetti famiglia, societa' civile e stato > ed entri nel rotary club. Piu' lineare di cosi'... Ma il superuomo lo rende "ciclico" o meglio infinitamente ritornante, nel desiderio, realizzato e realizzabile, della "realta' " intesa come cio' che, di non nullo, residua nell'oggetto di ogni possibile desiderio una volta dissolti i veli e i fantasmi (la terra...) cioe' il paradiso, socio abitativo, di se stesso.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 08:09:15 AMseeee come no, siamo alle solite nicce non è un filosofo, nicce il clown, nicce che dice che nulla ha senso.
ma bastaaaaa


Ahi come, la ragione dovrebbe dimostrare che l'assurdo risponde a cause ben precise pur non cessando di essere se stesso, cioe' dovrebbe dimostrare l'eterno ritorno, la moltiplicazione assurda dell'assurdo in mille assurdi  che per parossismo ce lo renderebbe sopportabile (equilibrio, tragico, tra apollineo e dionisiaco) e invece diventa un totem, per rimuovere e criminalizzare l'assurdo, e sostituirlo con un mondo di pura fantasia... la civilta' che volle essere la piu' razionale, e', ad oggi la meno, razionale...

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Niko hai ragione nel dire che per Nietzche il futuro non può essere imprigionato dal passato, critica del progressivismo e del materialismo storico.
Ma questo non vuol dire che renda il passato ciclico, non avrebbe alcun senso.
Al contrario Nicce inventa la genealogia proprio come strumento per demolire qualsiasi senso storico, dando all'ora e all'oggi la possibilità di infiniti futuri.
E' l'ora ripultia dai dogmi dell'oggi umano che crea per sempre l'ora del superuomo futuro.
Non può esistere libertà in un tempo ciclico.
E la libertà è il pensiero fondante, il pensiero del valore dell'individuo che trionfa sulle masse consunte dal tempo storico, dal tempo salvifico e peggiore di tutti il tempo paranoico, ossia quello ciclico.
Melancholia

niko

#79
Citazione di: green demetr il 05 Marzo 2025, 05:09:34 AMNiko hai ragione nel dire che per Nietzche il futuro non può essere imprigionato dal passato, critica del progressivismo e del materialismo storico.
Ma questo non vuol dire che renda il passato ciclico, non avrebbe alcun senso.
Al contrario Nicce inventa la genealogia proprio come strumento per demolire qualsiasi senso storico, dando all'ora e all'oggi la possibilità di infiniti futuri.
E' l'ora ripultia dai dogmi dell'oggi umano che crea per sempre l'ora del superuomo futuro.
Non può esistere libertà in un tempo ciclico.
E la libertà è il pensiero fondante, il pensiero del valore dell'individuo che trionfa sulle masse consunte dal tempo storico, dal tempo salvifico e peggiore di tutti il tempo paranoico, ossia quello ciclico.


Il futuro non e' l'effetto, meccanico, cioe' automatico, del passato, ma dell'impulso vitale infinito dell'uomo/superuomo, che, conoscendo solo il passato (l'esperienza e' l'unica fonte reale di conoscenza), ed essendo sostanzialmente felice di vivere, imprime al futuro, la forma del passato, in alternativa alla forma "nulla", cioe' (esprienzialmente) indeterminata, che il futuro, di per se, e lasciato a se stesso avrebbe... se vogliamo e' una "causazione" si', del passato sul futuro, ma dantesi nella forma di amore e di mediazione volontaria, non di automatismo... e in questo sta, in questo risiede, la cosiddetta liberta'...

Come ho gia' detto fino alla nausea l'eterno ritorno soddisfa, ovverosia appaga, la volonta' di potenza, in un quadro complessivo che non puo', proprio in nessun sesnso e in nessun verso, piacere, agli idealisti in genere...

Tanto meno agli spiritualisti, ai mistici eccetera...

Perche' qui cio' che si vuole e' (direttamente) la realta' , sfrondata dall'infinita' dei fronzoli metafisici e metaconiscitivi che su di essa storicamente sono stati apposti; ma la forma noetica e conoscibile della realta', stante appunto solo il residuo etico, ed esistenziale, ineliminabile della condizione umana che la realta' percepisce, e' (proprio) il passato, quindi anche, inevitabilmente si vuole il passato...

Contro ogni castrante ostacolo, si vuole a ritroso...

Puo' al limite forse, tutto cio', in qualche senso piacere ai nostalgici, nel senso che al futuro, si imprime liberamente la forma del passato, e questa, e l'unica dimensione ed espressione residua, della cosiddetta, liberta'; secondo me e' questo, quello che tu cerchi di dire quando dici che Nietzsche era un nostalgico, ma che comunque al centro del suo sistema c'era la liberta'...

Ma il "passato" , che si vorrebbe un po' arrogantemente e forse un po' "dittatorialmente" ante litteram restaurare, qui, e' da intendersi come dimensione temporale totale, retrospezione che accetta il non senso della vita e insieme infinitamente lo supera nella forma di una pura presenza e intermittenza, insomma come passato/dimensione totale (nel passato, dentro alla scatola del passato, se uno cessa di intenderlo metafisimente, cioe' di fraintenderlo, c'entrano, e trovano posto anche il presente e il futuro: Zaratustra).

E quindi anche la possibile nostalgia, cioe' dolore del ritorno, e il discorso, sulla nostalgia, va' un po' a farsi benedire, in favore del trionfo di un impulso cieco, totale, che vuole, e rivuole, la vita e il suo superamento, e tanto basta.
Quel che resta del reale, dopo che siano cadute, le apparenze. Il non-nulla della vita, e che poi e', la vita.

Ripercorrere per reinstaurare il passato, qui, e' ripercorrere per reinstaurare tutto l'uomo, compreso, pure, l'uomo del futuro, ovverosia, ancora tutte le forme cangianti, ma non illimitatamente, cangianti, della umana volonta'.

Il senso del passato e' la storia, e la storia e', o quantomeno esprime, la dinamica, non la statica, la dispersione, e non il concentramento, di tutte le varie, umane, legislazioni e valori. Reinsaturare il passato e valorizzare per sempre l'attimo creativo non sono in contraddizione, perche' il passato e' la storia, dei cambiamenti continui, di tutte le leggi e di tutti i valori, valorizzazione e "ansia" del futuro proprio in esse sempre compresa e sommamente compresa, e puo' essere reimposto al presente, come aristotelica forma, solo rivivendolo, e dunque rivivendone, tutti, i trapassati, cambiamenti. Eterno ritorno, dell'oggetto, di volonta', nel senso che la volonta' stessa, e non il meccanicismo, o l'idealismo dei nobili fini, manda avanti il tempo. Infinitamente lo sospinge.

Il fine del tempo, e' nel tempo. La fine del tempo, e' fuori dal tempo. Il contrario esatto, della concezione del mondo, dell'omino messianico di tutte le buonistiche utopie, che pone il fine del tempo, fuori dal tempo (egli vuole Dio, non la realta') e viceversa la fine del tempo, nel tempo (in realta', nel suo essere un fallito, e un drogato, di illusioni, egli aspetta, e attende, la fine, la sua e altrui fine, cioe' vive, per la morte).


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

#80
Insomma @Green, per rispondere anche alla tua domanda su che senso avrebbe la morte in un tempo ciclico, ti dico e ti ribadisco, sperando che tu capisca, che, nell'eterno ritorno non si e', affatto, disperatamente aggrappati alla vita, volendo negare la morte in una banale ripetizione del medesimo... 

Non si e', in tale concezione, come tu dici spesso paranoici, perche', nel tipo di passato che si vorrebbe attivamente reinstaurare, essendo esso, come spero di averti gia' ben spiegato e fatto capire, un passato cosmico, un passato totale, un passato ricomprendente tutte le configurazioni possibili, e anche formalmente "future", del cosmo, la morte stessa come fenomeno, compresa la propria, di morte, e' (assolutamente), in tale passato, bramato come fato, inclusa e compresa.

La vita non resta, attaccata a se stessa, e' disposta a morire, per di affermarsi e superarsi.

Cieco impulso, che impone il passato come vita, sentendo come un peso in se stesso l'infinita' di un passato, ma sentendo insieme, di essere a tale infinita' (gia') sopravvissuto.

E quindi non la salvezza/sopravvivenza, qui fa problema ma la qualita'/vivibilita' della vita.

Nella vita che desidera l'assolutio, c'e' nascosta la gemma della vita che, proprio per questo, non si desidera in assoluto, cioe' che riflette sulla sua stessa qualita', e si chiede, di fatto, a quali condizioni, sopporterebbe un'eternita' gia' data (il demone, che tu abborrisci, invece di comprendere che quel demone, e' solo la metafora, di un carattere, che e' il piu' importante, perche' il piu' autobiografico, di tutta l'opera nietzscheana).


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

baylham

Ieri sera intorno alle 21 guardavo la televisione, ero stanco, mi sono addormentato. Mi sono risvegliato intorno alle 22.30.
La mia coscienza, la mia intenzionalità, la mia volontà, il mio io erano spenti in quell'intervallo. Non c'era passato, presente, futuro, volontà, coscienza, cose, realtà in quell'intervallo. Ma chi ha spento e poi acceso la mia coscienza?
La mia risposta indica la parte inconscia della mia mente, essa ha deciso di spegnere e poi di accendere la mia parte cosciente della mente. Come ha deciso? Suppongo influenzata da altre parti del corpo e dell'ambiente. L'inconscio, la grande scoperta di Freud, non di Nietzsche. Paragonato all'inconscio il conflitto edipico è una minuzia.
La mia mente, volontà inconscia che cosa vuole, che cosa brama? Il dominio, la potenza? Ma volere è un'espressione di potenza o di impotenza, di libertà o di servitù, di indipendenza o di dipendenza?
La sublime teoria evoluzionista di Darwin mi ha insegnato a ragionare in termini di sistemi, di parti, relazioni e processi, come approfondito da Bateson.
Ragionando per sistemi la volontà di potenza o il superuomo sono esaltazioni letterarie, artistiche. Come già scritto per me il nichilismo, passivo o attivo che sia, non è un problema, il mio fondamento è che il nulla non esiste. All'eterno ritorno di Nietzsche, qualunque cosa significhi, preferisco la teoria della relatività di Einstein.
Se la filosofia di Nietzsche è una morale o estetica, rispondo, da relativista, che non mi interessa, non ho bisogno di preti e di profeti esaltati.

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