Nietzsche, cosi parlo zarathustra, gravità e volo

Aperto da rikycerro, 01 Giugno 2016, 16:20:20 PM

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rikycerro

Piccolo preambolo per comprendere meglio la mia lettura di questo passo di Nietzsche.

volevo portare come argomento centrale della mia tesina il volo, inteso proprio come volo fisico, A Italiano porto D Annunzio e un suo passo del Forse che sì forse che no dove parla appunto del mezzo aereo e del pilota Paolo Taris.

PER FILOSOFIA sono più in difficolta, pensavo di portare Nietzsche e magari riuscire a commentare questo passo del ''Così parlò Zarathustra'' che trovo alquanto interessante: (posto il link a causa delle dimensioni)
" http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaN/nietzsche65hg5h03eb.htm "
In particolare le prime righe in cui dice: "Nutrito di cose innocenti, con poco, sempre pronto e impaziente di volare, di volar via, questa é la mia specie: come potrebbe non esservi qualcosa degli uccelli! Tanto più che io sono nemico dello spirito di gravità , come lo sono gli uccelli: e ne sono nemico mortale, arcinemico, nemico da sempre! [...] Colui che un giorno insegnerà il volo agli uomini, avrà spostato tutte le pietre di confine; esse tutte voleranno in aria per lui, ed egli darà un nuovo nome alla terra, battezzandola la leggera."
trovo questo passo estremamente complesso e organico, ma quello che mi affascina é il particolare accostamento che fa Nietzsche tra uomo e uccello: l impazienza che hanno entrambi del volo e come quest' ultimo sia così importante da spostare le "pietre di confine". quello che non capisco è la GRAVITà, cosa intende Nietzsche? i doveri che ha  l' uomo e che lo tengono attaccato alla terra?
Ritengo che sia difficilissimo interpretarlo e i saggi che ho reperito in forma cartacea e non, sono essi stessi discordanti.
per avere un quadro personale ritenevo interessante avere anche una vostra visione su questo passo di Nietzsche.
cosa ne pensate ? cosa intende per gravità?  e sperando di non avervi annoiati volevo anche farvi riflettere sulla seconda parte del passo linkato, il periodo che inizia con "Io ho imparato ad arrampicarmi con scale di corda fino a più di una finestra [...] " a cosa fa veramente riferimento, a quale percorso di compimento?
sento che mi manca qualche anello della catena per comprendere a fondo questo passo

paul11

il volo è la libertà e la gravità sono i condizionamenti, ciò che spingono a terra.
Nietzsche costruisce metaforicamente delle prmesse al volo-libertà, come dire che bisogna prepararsi ad essa, una propedeutica.
Arrampicarsi sugli alberi è cominciare a salire, spingere la propria volizione ad essere liberi

Aniel

le riflessioni di Nietzsche sul volo dell'uomo sono molto belle, anche secondo me bisogna considerarle in un contesto metafisico,  (Metafisica secondo il vocabolario Zanichelli : DOPO LE COSE FISICHE, NATURALI, Parte della filosofia che procedendo all'aldila' dell'esperienza, proviene alla spiegazione dei principi essenziali della realta').
Il solo pensare al volo in questo senso, ci fa sentire piu' leggeri, meno ancorati alla gravita' della materia. E' il mondo metafisico della mitologia, dell'arte, della mistica religiosa e non che in ogni epoca e scuola di pensiero hanno portato l'uomo ad elevarsi dal mondo materiale.
Non e' comunque solo una questione di conoscenze ma penso piuttosto sia una esperienza intima dell'uomo, a qualunque livello evolutivo si possa trovare, e' una possibilita'di ,se non proprio di volare,  sentirsi estremamente leggeri... che non bisogna trascurare o sottovalutare...fa parte, secondo me, di una crescita interiore che ha molto a che fare con la spiritualita'.
Non e' neanche necessario essere molto eruditi o istruiti,basti pensare ai riti sciamanici degli indiani d'America o dei mistici di tutte le religioni a partire da Elia della Bibbia o Milarepa nel buddhismo tibetano.
E' un argomento molto ampio e molto molto interessante, varrebbe la pena approfondire ancora.....parlando per esempio delle entita' che hanno saputo volare...come gli uccelli... in liberta', leggeri...molto leggeri!

Aniel

:) IL VOLO DI JIM MORRISON: -Aforismi -

Solo chi sogna impara a volare
ti potranno tagliare le ali
ma non potranno impedirti di volare

Datemi un sogno in cui vivere perche' la realta' mi sta uccidendo.

Un giorno piangevo perche' non avevo le scarpe
poi vidi un uomo senza piedi e smisi di piangere.

Il mio miglior amico e' lo specchio perche'
quando piango non ride mai.

L'anima di una persona e' nascosta in uno sguardo
per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi.

Incontrami per la citta',
mentre vago per la citta'
in cerca di qualcosa che non so,
incontrami e sorridimi,
poi va per la tua strada.

Se hai un'idea rispettala
non perche' e' un'idea
ma perche' e' la tua.

Guarda alle piccole cose
perche' un giorno ti volterai e
capirai che erano grandi.


Jim, il tuo spirito vola ancora e per sempre alto nel cielo, nella musica delle sfere....
( Aforismi tratti dal sito LIO SITE che si occupa di divulgare la poesia)

Aniel

:) WILLIAM BLAKE nasce a Londra il 28 novembre del 1757, da due modesti negozianti, inizia ad avere visioni di angeli, fate, profeti,mostri gia' in tenera eta'. Saranno con lui per tutta la vita. Sara' poeta e incisore delle sue opere pittoriche per tutta la vita.
In una sua poesia, LO SCOLARO dice : cosa  puo'fare un bambino tormentato dalla paura se non abbassare la sua ala tenera'.....Dedico questa poesia a tutti i bambini sofferenti del mondo.


LO SCOLARO

Mi piace alzarmi in un mattino d'estate
quando gli uccelli cantano su ogni albero;
il distante cacciatore suona il suo corno,
e l'allodola canta assieme a me.
Ah! che dolce compagnia!

Ma andare a scuola in un mattino d'estate,
Oh! fa scomparire tutta la gioia;
sotto un crudele occhio spento
i piccoli passano il giorno in lamenti e dolore.

Ah! allora a volte me ne sto tutto curvo,
e passo piu' di un'ora angosciata,
e non riesco a trovare gioia del mio libro,
ne' a sedermi nel giardino del sapere,
sconvolto dalla squallida pioggia.

Come puo' l'uccello che e' nato per la gioia
stare in una gabbia a cantare?
cosa puo' fare un bambino tormentato dalle paure
SE NON ABBASSARE LA SUA ALA TENERA
e dimenticare la sua giovane primavera?

Oh! padre e madre, se i germogli sono tagliati
ed i fiori soffiati via,
e se le tenere piante sono private
delle loro gioie all'inizio della giornata,
dal dolore e dalla tortura della pena,

come potra' l'estate levarsi in gioia,
o i frutti d'estate comparire?
o come faremo a raccogliere quanto gli affanni distruggono,
o a benedire l'anno che matura
quando le raffiche dell'inverno appaiono?   
                                                                                William Blake - Poesie - Newton editore -

Aniel

Tratto da: La compagnia degli erranti. blogspot.it

'Intrepido FONDO LO SPIRITO CON LE MIE ALI e la fama non mi fa urtare contro mondi tratti da falsi principi, secondo i quali rimarremmo rinchiusi in una prigione immaginaria come se tutto fosse cinto da muraglie di ferro....ma fondo i cieli e all'infinito m'ergo.
                                                                                             GIORDANO BRUNO

green demetr

Propongo questa linea interpretativa,  8)

Nella complessa metafisica nicciana la gravità è la realtà.
Le ali, o l'alto altrove invece è la volontà di potenza, ossia la necessità, completamente ribaltata nella visione nicciana, da passiva ad attiva.

Questo è un passaggio decisivo, per fare un esempio la posizione di Morrison pur sembrando parallela è completamente opposta a quella nicciana.
Morrison vede nella realtà la necessità passiva (posizione paranoica), per Nietzche invece la realtà è uno spirito di gravitazione, egualmente potente (altrimenti non esisterebbero "pietre spostate", spostate ma sempre pietre alias)
Morrison avrebbe adorato Wagner, Nietzche lo detestava.

Di certo le ali non hanno funzione protettrice, come invece nella poesia di Blake.

Con Bruno le affinità elettive sono potenzialmente elevate, anche per il  nolano la realtà è decentrata dalla necessità dello spirito alato.
Il problema è lo stesso che con Hegel, che entrambi pensano ad un tutto. Per Nietzche non vi è alcun tutto (determinato), ma solo potenza.

Solo per dare alcuni spunti di riflessione, seppure non spiegati appaiono abbastanza oscuri.  8)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Sariputra

Citazione di: green demetr il 01 Ottobre 2016, 05:33:16 AMPropongo questa linea interpretativa, 8) Nella complessa metafisica nicciana la gravità è la realtà. Le ali, o l'alto altrove invece è la volontà di potenza, ossia la necessità, completamente ribaltata nella visione nicciana, da passiva ad attiva. Questo è un passaggio decisivo, per fare un esempio la posizione di Morrison pur sembrando parallela è completamente opposta a quella nicciana. Morrison vede nella realtà la necessità passiva (posizione paranoica), per Nietzche invece la realtà è uno spirito di gravitazione, egualmente potente (altrimenti non esisterebbero "pietre spostate", spostate ma sempre pietre alias) Morrison avrebbe adorato Wagner, Nietzche lo detestava. Di certo le ali non hanno funzione protettrice, come invece nella poesia di Blake. Con Bruno le affinità elettive sono potenzialmente elevate, anche per il nolano la realtà è decentrata dalla necessità dello spirito alato. Il problema è lo stesso che con Hegel, che entrambi pensano ad un tutto. Per Nietzche non vi è alcun tutto (determinato), ma solo potenza. Solo per dare alcuni spunti di riflessione, seppure non spiegati appaiono abbastanza oscuri. 8)

Non conosco Nietzsche a fondo, pur avendone letto alcuni libri ( e non apprezzandoli...) ma voglio porti una domanda semplice e diretta che mi intriga:
 La potenza nicciana ha qualcosa, secondo te, in comune con la "sete d'esistere ignorante" (tanha ) della concezione buddhista?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

green demetr

So che il professore Sini ha avvallato la possibilità di un parallelo "Forte" col Buddismo, purtroppo l'utente che se ne occupava è sparito insieme al forum che lo ospitava (non il "nostro" dico).

La strada del Buddismo non si è mai incrociata con la mia. Sono molto più ferrato e interessato all'induismo, nell'ultimo quinquennio sto tentando di aprire al cristianesimo, col buddismo quindi la questione è rinviata se mai ci sarà occasione più tardi.

Se riesci tu a scriverne qualcosa, magari ci penso su.

In generale però sono assai scettico sulla questione oriente - occidente, ho grossi dubbi che qualsiasi occidentale possa MAI capire la questione indiana, le sue radici sono così lontane e richiedono un tale ribaltamento di prospettiva, che noi avidi occidentali MAI ci sogneremmo di fare.

Detto questo la questione rimane, diciamo che staremmo questionando l'orientalità secondo una prospettiva diversa.
Ora poichè lo facciamo per ogni cosa, poichè ogni argomento è filtrato comunque dal soggetto, non sarebbe un grosso problema se ci mettiamo d'accordo su come procedere.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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