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Nietzsche

Aperto da anthonyi, 23 Ottobre 2019, 19:19:35 PM

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anthonyi

Ho notato da parte dei partecipanti al forum una certa propensione alla citazione di Nietzsche in contesti nei quali viene visto con autorevolezza.
La cosa mi ha incuriosito per cui mi sono fatto un'infarinatura del soggetto.
Sembra che la sua "geniale" intuizione filosofica sia il fatto che: "Dio è morto", unita comunque ad un approccio critico nei confronti del Cristianesimo (Sembra più direzionato nei confronti di quello protestante).
In particolare ho trovato la frase: «I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.» e mi sembra di intravvedere in questa la premessa di quello che sarebbe stato il delirio nazista.
Per effetto della sua "geniale" intuizione si sviluppa probabilmente il suo nichilismo, che, rappresentato in una concezione dell'uomo al centro di un conflitto tra Apollo e Dioniso, cioè tra la ragione, l'ordine e l'istinto, lo porta alla conclusione che il primo deve perire perché vinca il secondo. Tra gli istinti, poi, lui rivendica l'affermazione dell'istinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.
Io non ho forti basi culturali filosofiche, però vedendo gli effetti delle idee propugnate da questo "filosofo", che oltretutto nei suoi ragionamenti era probabilmente disturbato da quella patologia mentale che poi sarebbe diventata conclamata, ho difficoltà a vedere in lui quell'autorevolezza che altri gli danno.
Un saluto.

Jacopus

Per Anthony. Su questo filosofo siamo completamente d'accordo. Sopravvalutato. Comunque divertente da leggere. Una biblioteca di aforismi utili per epater le bourgeois. Fondamentale però "genealogia della morale".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La morte di Dio non è un'intuizione, ma una constatazione. Sviluppo del pensiero illuminista di un secolo prima. Geniali intuizioni sono altre. Ad esempio individua l'alienazione originaria nella creazione ad arte di un mondo dietro il mondo da parte degli inventori della religione. E ne indaga la fenomenologia con rara efficacia ermeneutica (l'esaltazione nichilistica della morte sacrificale e la svalutazione di tutto ciò che è vitale). Anticipa la fenomenologia dell'ultimo uomo, orfano di Dio, in balia dei feticci secolari della irrompente egemonia capitalistica con l'avvento conseguente di un nichilismo consumistico, di un vuoto edonismo amorale. Quindi la necessità ("scudo della necessità ...") della trasvalutazione per superare l'abisso nichilista. Le sue intuizioni sulla modernità sono a livello dell'analisi sull'alienazione del lavoro sub specie capitalis di Marx. O dell'indagine sulla funzione della repressione sessuale nella psicoanalisi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

La geniale intuizione di Nietzsche è quella di aver scritto "per tutti e per nessuno", ovvero, tutti pensano di averci capito qualcosa ma nessuno ci ha capito niente. Perciò se ne continua a parlare all'infinito, ha portato un conflitto insanabile, una frattura vulcanica di idee. Ho qui tutti i libri in libreria, alcuni li ho letti due volte, seguito lezioni etc.. non l'ho capito, non l'ho contenuto, ma capirlo, rimane una fondamentale ambizione di qualsiasi aspirante (e arrogante) filosofo, una sorta di percorso iniziatico\mistico, una palestra della mente inesauribile.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

green demetr

Ciao mi sento chiamato lievemente in causa.

Intanto ringrazio Ipazia su cui concordo al 100%.

Tanto per dire, che se ci si impegna si riesce anche a capirlo il buon Nietzche.

Poi certo è un autore talmente complesso che anche io faccio fatica a seguirlo.

per esempio in questo forum avevamo seguito la sua ultima opera prima dei libelli polemici.

1887. Friedrich Nietzsche, La genealogia della morale, Adelphi, Milano

Notai che stava su altezze che se non capite da dove "arrivavano" si faceva fatica a capirlo.

io per esempio è un decennio che sono SOLO su umano troppo umano.

e vicino a quella opera gravitano anche le altre

1878. Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano, Adelphi, Milano

1876. Friedrich Nietzsche, Considerazioni inattuali, Adelphi, Milano

1873. Friedrich Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale,


Purtroppo la stragrande degli influencer youtube o dei professori parla solo del primissimo Nietzche ossia quello di

1870-1873. Friedrich Nietzsche, La filosofia nell'epoca tragica dei Greci, Adelphi, Milano
1872. Friedrich Nietzsche, La nascita della tragedia dallo spirito della musica ovvero Grecità e pessimismo, Adelphi, Milano

ossia quello noiso che parla di dionisiaco e apolinneo.

Insomma ha detto delle cose, molti le hanno viste come provocazioni, altri come letteratura, altri come fautrici dello stesso nichilismo.
Di cui è invece solo il constatatore e direi invece l'unico oppositore.

Prendere singole frasi non ha alcun senso.

naturalmente anch'io consiglio ai più di leggere solo le primissime opere, sopratutto se si è delle anime belle.
nietzche chiede nientedimeno che di RIPENSARE COMPLETAMENTE il nostro modo di pensare e di vivere.

Io lo uso come orizzonte di senso.

ma per esempio, per come lo sto leggendo in maniera seria. Io lo vedo come il primo che contrasta la grande malattia che ci opprime tutti, al di là delle credenza ossia La PARANOIA.

Di cosa credete che parlasse d'altronde Leopardi? cosa cercava di indagare?

Stessa cosa Nietzche.

Certo al giorno d'oggi con strumenti molto sofisiticati lo sta provando a fare la psiscoanalisi.

Ma le difficoltà ad oggi sono ENORMI. Tanto che mi pare Nietzche nel suo aspetto più abissale sia l'unico vero maestro possibile.

Non è nemmeno questione di scelta. O lui (e Leopardi) o nessuno.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

paul11

#5
Sul post di Anthonyi
«I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.»
Perchè questa è la legge di natura


istinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.

Togliendo ragione e morale


Sul post di Ipazia
Nietzsche non è affatto illuminista, visto che crede in Dioniso.

Della religione, come giustamente scrive Franco altrove, intesa come costruzione razionale non dice assolutamente nulla. Nietzsche semmai ne critica gli effetti pratici, anche giustamente, come condizionamenti non emancipativi .

E ne indaga la fenomenologia con rara efficacia ermeneutica (l'esaltazione nichilistica della morte sacrificale e la svalutazione di tutto ciò che è vitale)
E scrive scempiaggini, contraddicendosi visto che ama la tragedia greca. Non c'è nulla di più vitale del sacrificio essendo tragedia.
Se crede nel guerriero e pensa che questi non sacrifichi qualcosa di sé per qualcosa che ritiene ancor più importante, dimostra la pochezza filosofica anche dal solo punto di vista della vitalità.
La sua era una ossessione.

Ha contribuito a creare il nichilismo moderno e contemporaneo , ma non lui volutamente e qui dimostra la sua ignoranza e pochezza sul futuro


post d' Inverno
La geniale intuizione di Nietzsche è quella di aver scritto "per tutti e per nessuno", ovvero, tutti pensano di averci capito qualcosa ma nessuno ci ha capito niente

PERFETTO e ci aggiungo: ognuno vi vede quello che vuol vedere.
Per un semplice motivo, è sinceramente ambiguo come lo è l'uomo ,soprattutto di natura.
Ci sono molti Nietzsche e anche contraddittori fra loro, perché non è affatto un filosofo, non ha costruito un pensiero filosofico e il suo testo migliore"Così parlò Zarathustra" lo è perché finalmente manca quella vena nichilistica, di cui i poteri incarnati moderni e contemporanei ringraziano, in quanto lo hanno strumentalizzato.
Nietzsche è geniale poiché è estremamente sincero e mostra l'uomo per quello che è: genio e bestia.

Post di Green

le prime opere sono nettamente le migliori ,fino al suo capolavoro, poi la mente gli ha giocato brutti scherzi, anche perché i suoi amici lo lasciarono solo nella sua follia,come Wagner, pochi  lo aiutarono fra cui il suo grande maestro di filologia.

anthonyi

Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2019, 01:23:49 AM
Sul post di Anthonyi
«I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.»
Perchè questa è la legge di natura


istinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.

Togliendo ragione e morale

D'accordo sulle spiegazioni, paul11, ma il problema sono gli effetti di queste idee, per quanto ne ho capito Nietsche è un profeta/sostenitore del nichilismo, della distruzione del pensiero, della razionalità, dei principi, sia quelli cristiani, sia quelli liberali. In altri termini è profeta/sostenitore del delirio nazista.

Contesto l'interpretazione di Ipazia, non vedo nel suo pensiero neanche una corretta interpretazione della società tedesca del suo tempo, certamente malata per l'eccesso di ordine, come ha evidenziato anche Freud, ma di certo non in "crisi dei valori".
Certo mi rendo conto che il fatto di parlar male del Cristianesimo abbia facilmente catturato molti adepti, però valutare un "filosofo" per la sua posizione ideologico/teologica non mi sembra una grande rappresentazione di metodo.
Un saluto

Sariputra

Ma chi era l'uomo Nietzsche? Perché ognuno di noi, prima che filosofo, filologo, narratore o quant'altro capita d'esser nella vita, è un uomo.
Una sua conoscente, Lou Andreas-Salomé, lo descrisse in questi termini:

 All´osservatore frettoloso la sua figura non presentava nulla che desse nell´occhio: l´uomo di media statura, dagli abiti estremamente semplici, ma anche estremamente curati, dai tratti distesi e dai capelli castani pettinati all´indietro, poteva facilmente passare inosservato. Il contorno della bocca, sottile e quanto mai espressivo, veniva quasi interamente nascosto dai grossi baffi pettinati in avanti, aveva una risata sommessa, un modo di parlare senza fragore, un´andatura cauta e meditabonda con le spalle che un po´ s´incurvavano; era difficile immaginare un uomo del genere in mezzo a una folla: portava su di sé il segno di chi resta in disparte, di chi sta da solo. D´incomparabile bellezza e di tale nobiltà di forma da attirare involontariamente lo sguardo erano invece le mani... Il contegno suscitava l´impressione di segretezza e di riservatezza. Nella vita di ogni giorno era di una grande cortesia e di una mitezza quasi femminile. 

Di corpo era tarchiato, atticciato, pesante senza essere grasso, per nulla agile. Aveva una bella voce, musicale, profonda e dolce. Sotto la fronte amplissima un pince-nez con la montatura dorata sormontava il naso ben modellato. Dietro le spesse lenti azzurre gli occhi grigioverdi, molto infossati, apparivano scuri a causa della pupilla molto dilatata, e colpivano per la loro fissità. Questa immobilità era data dalla fortissima miopia: vedendo poco o nulla del mondo circostante (giunse già da giovane alla semi-cecità) quegli occhi guardavano verso l´interno. Il portamento era di una solennità un po´ comica: pomposo, militaresco, rigido, il suo porgersi formale, fuorché un uomo disinvolto. C´era sempre in lui qualcosa di enfatico e di leggermente sopra le righe anche se, nei rapporti personali, era di una singolare modestia. Era riservato e serio, ma non musone. Quando si sentiva a suo agio – il che accadeva raramente e sempre in cerchie ristrette, anzi preferibilmente a quattr´occhi – sapeva essere allegro. Rideva di cuore, di un riso fanciullesco, anche se un po´ trattenuto e privo di malizia. Era anche un po´ mattacchione e gli piaceva fare degli scherzi: scherzi innocenti ma un po´ grevi e imbarazzanti che in genere divertivano solo lui. La sua estrema miopia lo rese sensibilissimo alla luce; il suo habitat era la penombra e fu anche per questo che non ebbe mai interesse per le arti figurative. Questo deficit visivo lo escluse, fin dall´infanzia, da ogni sport di squadra e di destrezza. Se non amava stare in gruppo non era solo per timidezza e per un senso di estraneità che sentì sempre, fortissimo, ma anche perché per lui la folla era estremamente faticosa: c´era un impaccio anche fisico a stare in mezzo alla gente. La formidabile capacità introspettiva di Nietzsche cominciò dalla sua miopia: non potendo osservare, se non con moltissimi limiti, il mondo esterno, guardava incessantemente dentro di sé. Questo vivere di sé, di pensiero, di letture, di libri, imbozzolato nel proprio io, lontanissimo dalla vita reale da cui attingeva solo qualche scheggia, spiega, in buona parte, le sue straordinarie contraddizioni. Era un uomo mite, inoffensivo, facilissimo alla commozione e alle lacrime. Nella vita tenne sempre un decoro borghese e un assoluto rispetto delle regole, che stridevano moltissimo con l´irruenza e l´anticonformismo dei suoi scritti. Fu sempre cagionevole, ipocondriaco ed estremamente debole nei rapporti con le donne. È dalle sue profonde fragilità e debolezze che Nietzsche trasse il materiale per le proprie analisi e riuscì a dare a un´esperienza personalissima significati e valori universali. Non scelse il suo destino e non lo determinò, bensì vi si piegò; ma seppe sopportare la sua atroce esistenza – priva, alla fine, di tutto ciò che può confortare e consolare un uomo – con un´incredibile capacità di accettazione, di rinuncia e di sofferenza, senza opporre resistenza.
La sorella Elisabeth raccontò un episodio in particolare: un giorno scoppiò un violento temporale al termine delle lezioni scolastiche e, mentre tutti compagni scappavano, Friedrich si avvio taciturno dalla madre che gli aveva urlato invano di affrettarsi (la scuola maschile che frequentava era vicina alla loro casa). Arrivato a casa zuppo di pioggia, replicò serio al rimprovero della madre:
"Ma mamma, nelle regole scolastiche c´è scritto che i ragazzi che lasciano la scuola non debbono correre né saltare, ma andare a casa composti e tranquilli."


Probabilmente Nietzsche impazzì perché non riuscì più a contenere gli istinti che per tutta la vita aveva represso: per tanti anni li aveva tenuti sotto controllo, castrati, non concedendo loro alcuno sfogo, ed essi si erano dapprima scaricati e vendicati sul corpo, somatizzando il disagio con le emicranie, il vomito, le gastriti e gli altri disturbi, finché eruppero e fecero saltare il cervello come il coperchio di una pentola in ebollizione. E infatti nel Nietzsche pazzo esplose tutto ciò che si era negato in vita: la sessualità, l´aggressività fisica, la corporeità, l´esibizionismo e il turpiloquio.


Paradossalmente era divenuto per la prima volta un "uomo", ma senza cervello: poiché in lui istinto e ragione era scissi e non potevano convivere. Nei primi anni della follia egli era ancora in grado di fare lunghe chiacchierate, a volte pienamente lucide, con gli amici e la madre. Parlava di tutto ma non accennò mai a questioni di filosofia, al suo pensiero e tanto meno alla propria opera che pur aveva seguito con tanta attenzione, amore e precisione fino all´ultimo giorno prima del crollo, al punto di segnalare allo stampatore il cambio di accento; e quando gli amici o i medici tentavano di portarlo su quel terreno lui si ritraeva e ammutoliva. Rimase invece attaccato, finché la demenza non lo inghiottì del tutto, alle sue composizioni musicali; e, in un periodo in cui si sentiva un po´ meglio, parlò della possibilità di tornare a insegnare filologia. Dunque egli rimase un filosofo fino all´ultimo giorno prima del suo definitivo crollo mentale.

Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé, è stata una scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa. Fu la giovane e affascinante russa, che Friedrich Nietzsche conobbe nel 1882 e che probabilmente lo ispirò a creare le prime due parti della sua opera più importante: Così parlò Zarathustra. 


Paul Rée, Nietzsche e Lou Salome
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Brusco risveglio. Se è guerra, à la guerre comme à la guerre. Un cd di Palestrina per non esagerare e cominciamo: zanne vs. veleno.

Citazione di: paul11 il 24 Ottobre 2019, 01:23:49 AM
Sul post di Anthonyi
«I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.»
Perchè questa è la legge di natura

Innegabile che il magistero di Darwin abbia influenzato molto la seconda metà dell'800, ma i deboli e malriusciti del filosofo Nietzsche non sono quelli del naturalista Darwin.

Citazioneistinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.

Togliendo ragione e morale

Scrutando la ragione della morale religiosa, in particolare cristiana, e cercando ragione e morale meno peregrine a partire dalla natura piuttosto che dai fantasmi.

CitazioneSul post di Ipazia
Nietzsche non è affatto illuminista, visto che crede in Dioniso.

All'incirca come ci credeva Rousseau, anche se da un'angolatura diversa, meno illusionale. La sua proposta "illuministica" è nella gaia scienza.

CitazioneDella religione, come giustamente scrive Franco altrove, intesa come costruzione razionale non dice assolutamente nulla.

Perchè non c'è nulla di razionale in senso filosofico classico nella religione, ma una ratio archetipicamente e assolutamente nichilista simboleggiata dalla tarantola, cresciuta a dismisura avvelenando la vita umana fino ai giorni nostri impestati dai tecnologici tagliagole di Dio e dalla loro infelice scienza.

CitazioneNietzsche semmai ne critica gli effetti pratici, anche giustamente, come condizionamenti non emancipativi.

Annacquando la faccenda in acqua benedetta si può anche interpretare cosi, ma il j'accuse di FN è assai più circostanziato e darà fondamento alla psicoanalisi e ad una critica serrata al feticismo antivitale -  irredimibilmente nichilista - della paranoia fantasmatica religiosa. Critica appena sfiorata dall'oppio dei popoli di Marx che si limita all'aspetto soporifero e consolatorio di quel veleno.

CitazioneE ne indaga la fenomenologia con rara efficacia ermeneutica (l'esaltazione nichilistica della morte sacrificale e la svalutazione di tutto ciò che è vitale)
E scrive scempiaggini, contraddicendosi visto che ama la tragedia greca. Non c'è nulla di più vitale del sacrificio essendo tragedia.

La scempiaggine è aver letto FN senza capire la differenza abissale tra il tragos dionisiaco e la sua evirata lettura cristiana, laddove la menade diventa monaca (Maddalena) e la divinità un eunuco. Nel veleno della tarantola la sessuofobia è un ingrediente obbligato insieme alla demonizzazione di tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta e goduta.

CitazioneSe crede nel guerriero e pensa che questi non sacrifichi qualcosa di sé per qualcosa che ritiene ancor più importante, dimostra la pochezza filosofica anche dal solo punto di vista della vitalità.
La sua era una ossessione.

Ha contribuito a creare il nichilismo moderno e contemporaneo , ma non lui volutamente e qui dimostra la sua ignoranza e pochezza sul futuro

Ma quale ossessione ! Leggere FN con la trave cristiana davanti agli occhi porta a sproloqui pantagruelici. Il guerriero è il leone che contrappone le sue zanne ed artigli al veleno della tarantola. Uno stadio comunque inadeguato di risposta, per quanto eroico. Ci vorrà il suo alter ego, l'aquila, per ottenere alfine la vittoria sullo spirito di gravità e completare la trasvalutazione nel fanciullo immune dal veleno della tarantola (Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.)

Citazionepost d' Inverno
La geniale intuizione di Nietzsche è quella di aver scritto "per tutti e per nessuno", ovvero, tutti pensano di averci capito qualcosa ma nessuno ci ha capito niente

PERFETTO e ci aggiungo: ognuno vi vede quello che vuol vedere.

Messo in salsa cristiana, poi ...

CitazionePer un semplice motivo, è sinceramente ambiguo come lo è l'uomo ,soprattutto di natura.

Nella quale natura umana la tarantola va più per le spicce, anche se la sua ambiguità riesce a travisarla meglio di altri animali apparendo più amorevole.

CitazioneCi sono molti Nietzsche e anche contraddittori fra loro, perché non è affatto un filosofo, non ha costruito un pensiero filosofico e il suo testo migliore"Così parlò Zarathustra" lo è perché finalmente manca quella vena nichilistica, di cui i poteri incarnati moderni e contemporanei ringraziano, in quanto lo hanno strumentalizzato.
Nietzsche è geniale poiché è estremamente sincero e mostra l'uomo per quello che è: genio e bestia.

Che il cristiano non veda la filosofia di FN sta nella logica delle cose umane e delle loro aporie. Anche la tarantola deve sopravvivere. Nel suo bestiale e nel suo geniale: la legge del più debole, che premia la volontà di (im)potenza dei filosoficamente deboli e malriusciti, ma non per questo meno feroci e inumani, come la storia, purtroppo anche oggi, conferma.

Certamente le liberazioni vitalistiche, economiche e sessuali hanno le loro  contraddizioni e le mostrano tutte, ma il veleno della tarantola nel suo irredimibile nichilistico mondo dietro il mondo è peggio. La trasvalutazione, per quanto incerta, non ha alternative. E va perseguita oltre Nietzsche e contro Nietzsche laddove abbia bruciato incenso agli idola del suo tempo. Ma non certo nella critica della religione che rimane fondamentale per la rifondazione dei valori antropologici e la comprensione delle loro contraddizioni sempre in itinere.

E a questo punto non resta che lasciare a lui la parola:

Citazione di: Nietzsche - Così parlò ZarathustraIo vi insegno il superuomo. L' uomo é qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sè: e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l' uomo? Che cosa é per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l' uomo per il superuomo:un ghigno o una dolorosa vergogna. Avete percorso il cammino dal verme all' uomo, e molto in voi ha ancora del verme. In passato foste scimmie, e ancor oggi l'uomo é più scimmia di qualsiasi scimmia. E il più saggio tra voi non é altro che un'ibrida disarmonia di pianta e spettro. Voglio forse che diventiate uno spettro o una pianta? Vedete, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della terra.
La vostra volontà vi dica: sia il superuomo il senso della terra! Vi scongiuro, fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure! Una volta il sacrilegio contro Dio era il sacrilegio più grande, ma Dio è morto, e sono morti con Dio anche quei sacrileghi. Commettere sacrilegio contro la terra è ora la cosa più spaventosa, e fare delle viscere dell'imperscrutabile maggior conto che del senso della terra!

L'uomo Friedrich Nietzsche, Lou Salomè lo conobbe bene. La frusta che impugna in quella foto è una genialata pazzesca: Erdgeist über alles. Altro che Deutschland e croci variamente uncinate.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Franco

Citazione di: anthonyi il 23 Ottobre 2019, 19:19:35 PManthonyi ( = an) scrive:

Ho notato da parte dei partecipanti al forum una certa propensione alla citazione di Nietzsche in contesti nei quali viene visto con autorevolezza.
La cosa mi ha incuriosito per cui mi sono fatto un'infarinatura del soggetto.

Franco ( = F) :

Le citazioni autorevoli sono - tra l'altro - il frutto del modo filosofico di intendere Nietzsche. Nietzsche è autorevole anche perche "si" sa della sua autorevolezza, la quale deriva dal modo in cui anche nella cultura "filosofica" italiana si è piegato il contenuto degli scritti di Nietzsche a ben determinare esigenze ideologiche.

Come ho iniziato a sottolineare nella discussione sulla imprescindibilita' della riflessione metafisica, la fortuna di Nietzsche si deve alla sue tremende contraddizioni, le quali tradiscono una modesta capacità speculativa. Come sono solito dire, Nietzsche è stato un grande moralista, nel senso di essere stato necessitato a dare voce all'etica cristiana. A favore di tale tesi è assai opportuno richiamare il contesto familiare nel quale Nietzsche si formò.

an:

Sembra che la sua "geniale" intuizione filosofica sia il fatto che: "Dio è morto", unita comunque ad un approccio critico nei confronti del Cristianesimo (Sembra più direzionato nei confronti di quello protestante).

F:

Data l'enorme - epocale - valenza della sentenza della "morte di Dio", chiederei ad anthonyi il senso che attribuisce alla "intuizione filosofica".

an:

In particolare ho trovato la frase: «I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini.» e mi sembra di intravvedere in questa la premessa di quello che sarebbe stato il delirio nazista.

F:

Tesi che può essere sostenuta solo a condizione della illuminazione di una coerenza speculativa che non è dato trovare nell'opera di Nietzsche.

Come accade che alcune delle più autorevoli - se non le più autorevoli - letture filosofiche, segnatamente quelle di Jaspers, Heidegger e Severino, si contraddicano a vicenda?

E si badi, si contraddicono proprio in merito alla epocale sentenza della "morte di Dio" .




Franco

#10
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2019, 11:12:42 AMCosì ipazia a paul11:

Innegabile che il magistero di Darwin abbia influenzato molto la seconda metà dell'800, ma i deboli e malriusciti del filosofo Nietzsche non sono quelli del naturalista Darwin.

Franco ( = F) :

Vale a dire? Qui la differenza è appena enunciata.

Paul11:

istinto di libertà, e sarebbe interessante capire come questo si abbina con la volontà di potenza e il super-uomo (anche se qui ci sono differenti interpretazioni) del quale lui parla.

Ipazia:

Scrutando la ragione della morale religiosa, in particolare cristiana, e cercando ragione e morale meno peregrine a partire dalla natura piuttosto che dai fantasmi.

F:

Come a sottrarre natura e naturalità alla morale cristiana quale configurazione dell'esperienza religiosa. Sottrazione impossibile, giacché se la sottrazione avesse senso, i cristiani sarebbero dei senza natura.
Ipazia sembra iniziare a fare il verso al parossismo nietzcheano nella misura in cui Nietzche sembra rivendicare l'esclusiva della comprensione dell'essenza del tipo umano fedele alla terra. Al di là della poesia, terrestre è tanto il tipo agognato da Nietzsche quanto quello da "superare". Quale sarebbe l'origine del tipo umano - quello della tradizione giudaico - cristiana - rispetto al quale Nietzsche pensa il super - uomo? La domanda ha un carattere sostanzialmente ironico. È forse una creatura infernale quella dell'uomo che non vive secondo i valori della terra e cerca "mondi dietro il mondo"?

Sariputra

#11
Personalmente, la lettura di Nietzsche non mi ha arrichito moltissimo. Penso che la sua attitudine sia essenzialmente moralistica , ma poco argomentativa (in questo concordo con @Franco, se non ho inteso male..). La sua costruzione intellettuale sembra la valvola di sfogo di una personalità fortemente repressa (com'era in effetti nella vita quotidiana come persona...). Probabilmente aveva bisogno di scrivere con quello stile, che non corrispondeva con quello che manifestava agli altri. Criticava essenzialmente la morale cristiana , ma a quella si atteneva rigidamente nella vita. Imputava al Cristianesimo di essere nichilista e di aprire di fatto la via al nichilismo (non del tutto a torto, a parer mio, vista l'ascendenza e l'architettura neoplatonica presente in esso...), ma non vedeva il "punto" in cui il Cristianesimo superava il suo stesso nichilismo ( magistralmente intuito da Dostoevskji...). Paradossalmente i nichilisti lo vedono come un loro maestro. Il suo pensiero venne strumentalizzato dai nazisti (con l'aiuto della sorella...), ma , come in altri autori, la sua opera si prestava a questo, viste le molteplici e spesso contraddittorie chiavi di lettura. Succederà anche con un suo "allievo" spirituale, che in parte però lo rinnegherà, M. Heidegger, che diventerà, lui sì ufficialmente, per un certo tempo (?) un convinto nazista...e in ogni caso diventerà, Heidegger, uno dei pensatori occidentali che più influenzeranno la nascente scuola filosofica giapponese del novecento, fortemente nazionalista...
Ambedue si possono inserire in quel filone di pensatori che sognano un rinnovamento dello"spirito occidentale" dopo la "morte di Dio". Heidegger lo vedrà nel nazismo, soprattutto quello degli inizi, rivoluzionario. Fondamentale, secondo il mio modesto parere, per entrambi è il concetto di "purezza", inon nel senso cristiano naturalmente. Un tema molto sentito tra la fine dell'ottocento e la prima metà del novecento . Purezza dell'essere e dell'esserci (vitalismo anche, nonostante la loro carenza di vitalià fisica, o forse anche per questo...).
La purezza è ovviamente un concetto puramente intellettuale. Non esiste di fatto.
Leggendo la sua biografia, che è molto interessante, me lo raffiguro come una persona fortemente 'scissa' tra ideale e reale; tra quel che anelava ad essere (e quel che intendeva il mondo fosse..) e quel che era in realtà.
Certamente nutriva forte avversione ,repressa perlopiù nella quotidianità. Era una personalità, basta leggere qualche sua pagina, in cui l'elemento 'avversione' (dosa) era molto forte...diciamo che manifestava una profonda caratteristica 'disarmonica', dal punto di vista della personalità...
Umanamente parlando, non mi è antipatico, anzi, ravviso nella sua storia personale molti elementi in comune con la mia (con i dovuti enormi distinguo, infatti non dispongo delle capacità intellettuali di N. ovviamente..): la fortissima miopia (anche ulteriori problemi nel mio caso...) con le conseguenze pratiche e limitative per la vita di un ragazzino. Le conseguenze sociali della solitudine provocata dall'inadeguatezza e quindi il 'rifugiarsi' in se stesso e nella lettura eccessiva, con conseguente ipertrofia dell'ego (che spero di aver superato... :( ). Nel mio caso sono stato 'salvato', negli anni, dalla terra e dalla terraglia che lavoravo (San Benedetto: il sempre saggio "ora et labora" che, nel mio caso è diventato "medita et labora"...) e dalle donne (meravigliose... "die mutter, die mutter"...) che mi circondano/avano...che probabilmente sono mancate a Nietzsche (Krshna/Dio stesso non può essere veramente Krshna senza l'amore di Radha, nella mitologia visnuita...).
Una cosa è certa: il fatto che le sue citazioni si trovino nei siti post-comunisti e contemporaneamente anche in quelli neo-nazisti  fa pensare che la contraddittorietà dei suoi scritti sia lungi dall'esser stata superata, oppure che ognuno li interpreti ad uso e consumo personale...
Namaste
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Citazione di: Franco il 24 Ottobre 2019, 13:59:56 PM
Quale sarebbe l'origine del tipo umano - quello della tradizione giudaico - cristiana - rispetto al quale Nietzsche pensa il super - uomo? La domanda ha un carattere sostanzialmente ironico. È forse una creatura infernale quella dell'uomo che non vive secondo i valori della terra e cerca "mondi dietro il mondo"?

L'ideale ascetico, e la sua peculiare e geniale affermazione di una volontà di potenza attraverso l'impotenza, sono descritti in "Genealogia della morale". L'inferno - per nulla ironico - che ne deriva è tutta paranoia del nostro sacco e i demoni non c'entrano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Franco

#13
Citazione di: Ipazia il 24 Ottobre 2019, 11:12:42 AM
paul11 scrive:

Della religione, come giustamente scrive Franco altrove, intesa come costruzione razionale non dice assolutamente nulla.

Ipazia risponde:

Perchè non c'è nulla di razionale in senso filosofico classico nella religione, ma una ratio archetipicamente e assolutamente nichilista simboleggiata dalla tarantola, cresciuta a dismisura avvelenando la vita umana fino ai giorni nostri impestati dai tecnologici tagliagole di Dio e dalla loro infelice scienza.

Franco:

Vorrei comprendere meglio la replica di ipazia, la quale ritiene che nulla ci sia di razionale in senso filosofico - classico nella religione. Un' assenzache spiegherebbe la mancanza in Nietzsche di una rigorosa critica della ( = genitivo oggettivo) della teologia cristiana. Ma, faccio notare, l'esperienza cristiana è tale in quanto è co - stituita da una ben determinata configurazione teo - logica, onde fede e logos si sostanziano a vicenda. In Nietzsche a fronte di un'accanita critica della morale cristiana non è presente una corrispondente critica esplicita del sistema dottrinale ( = teologico) che quella morale suppone e giustifica.













Ipazia

Citazione di: Sariputra il 24 Ottobre 2019, 14:31:46 PM
Una cosa è certa: il fatto che le sue citazioni si trovino nei siti post-comunisti e contemporaneamente anche in quelli neo-nazisti  fa pensare che la contraddittorietà dei suoi scritti sia lungi dall'esser stata superata, oppure che ognuno li interpreti ad uso e consumo personale...
Namaste

Oppure che i filoni del suo pensiero attraversano tutta la modernità e pure la post, dopo la "denazificazione". Mica solo i pensatori "forti": ne fa abbondante uso e consumo personale anche un vate del pensiero debole come Gianni Vattimo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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