Negazione e differenza, secondo la concezione di Vero Tarca

Aperto da Eutidemo, 04 Marzo 2022, 13:21:17 PM

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Eutidemo

Secondo la concezione del filosofo Vero Tarca: "il positivo, in quanto separato dal negativo, viene ad essere qualcosa di negativo"; ed infatti, anche il positivo, proprio in quanto si differenzia dal negativo, viene ad essere a sua volta negativo (appunto perché, in quanto differente dal negativo è non-negativo e cioè negativo nei confronti del negativo).
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Sinceramente, tale ragionamento non mi convince troppo!
***
Ed infatti, dire che "il positivo, in quanto differente dal negativo è non-negativo e cioè negativo nei confronti del negativo", è come dire che "l'essere", in quanto differente dal "non essere", di conseguenza "non è" neanch'esso": ma, a mio parere "l'essere non è...non essere", e, quindi, è" .
Come è noto, invero, sia linguisticamente che nella logica, due negazioni fanno un'affermazione; il che significa che  l'"essere" "non è" (nè può essere) ciò che "non è"; e, proprio per questo, come logica conseguenza, "è"!
Questo, secondo me,  vuol dire che essere "negativo" nei confronti del "negativo" significa essere "positivo", e non "negativo"  come afferma Tarca.
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Per fare un esempio, se, dopo aver fatto un tampone, io chiedo: "Sono risultanto negativo?" e il medico mi risponde: "Mi dispiace, ma la mia risposta è negativa!", vuol dire che, purtroppo, sono risultato "positivo" al tampone.
O no?
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D'altronde lo stesso Tarca ammette che, in base al suo assunto: "Ci troviamo in un'antinomia micidiale: se il positivo non differisce dal negativo allora è negativo, e se invece differisce da esso allora da capo viene ad essere negativo (rispetto al negativo); in ogni caso, insomma, il positivo viene ad essere negativo. Io compendio tutto questo nel seguente 'mantra': <<Il negativo del negativo è negativo>>".
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Il mio 'mantra', invece, è: <<Il negativo del negativo è positivo>>".
***
Voi cosa ne pensate?
***

bobmax

Nel nostro esserci mondano, la verità è tale solo in quanto negazione di ogni possibile falsità.

Un'affermazione è vera proprio perché nega ogni possibilità contraria.

A = A

Nega ogni altra possibilità: B, C, D...

Quindi il positivo si regge sul negativo, negandolo.

L'esistenza sulla non esistenza.

Tuttavia questo non avviene per l'Essere.
Perché l'Essere non necessita di alcun non Essere.
Essendo Essere = Nulla.

Coincidenza degli opposti.

Se perciò non vi è più bisogno del negativo, la Verità (e quindi l'Essere, il Positivo...) è negazione della negazione.

Non nel senso che nega qualcosa! Ma nel senso che ne fa a meno.

È l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

JE

Rilevamento interessante.

Penso che la tua soluzione sia giusta, e il suo un sofismo.

Questo perché l'essere (assecondando Heidegger che parla di "esserci" per distinguere l'essere dall'essere-nel-tempo) non abita il tempo.

Dire che il positivo é prima negazione del negativo significa distinguere due tempi in cui il positivo cambia stato... Per cui la negazione di una negazione, matematicamente meno per meno, é un positivo e basta, distinguere le parti "meno" "per" "meno" é sofismo da professori di retorica... Che manca di sostanza.

Chi pensa troppo all'albero smette di vedere la foresta, un caso lampante di.

JE

Ciao Bobmax,

la tua riflessione é molto buona.

anche 0=0(x) é uno spunto, per quanto riguarda il legame tra nulla ed essere (i due assoluti della metafisica, che fuori da spazio e tempo debbono essere uno, perché si verifichi la magia metafisica del mago kabalistico per così definirlo, colui che invoca il mondo dal nulla).

Grazie per la lettura.

Eutidemo

Citazione di: JE il 04 Marzo 2022, 14:10:15 PMRilevamento interessante.

Penso che la tua soluzione sia giusta, e il suo un sofismo.

Questo perché l'essere (assecondando Heidegger che parla di "esserci" per distinguere l'essere dall'essere-nel-tempo) non abita il tempo.

Dire che il positivo é prima negazione del negativo significa distinguere due tempi in cui il positivo cambia stato... Per cui la negazione di una negazione, matematicamente meno per meno, é un positivo e basta, distinguere le parti "meno" "per" "meno" é sofismo da professori di retorica... Che manca di sostanza.

Chi pensa troppo all'albero smette di vedere la foresta, un caso lampante di.

Mi fa piacere che tu sia d'accordo con me; si vede che nessuno di noi due è un professore di filosofia ;)

Eutidemo

Citazione di: bobmax il 04 Marzo 2022, 14:09:19 PMNel nostro esserci mondano, la verità è tale solo in quanto negazione di ogni possibile falsità.

Un'affermazione è vera proprio perché nega ogni possibilità contraria.

A = A

Nega ogni altra possibilità: B, C, D...

Quindi il positivo si regge sul negativo, negandolo.

L'esistenza sulla non esistenza.

Tuttavia questo non avviene per l'Essere.
Perché l'Essere non necessita di alcun non Essere.
Essendo Essere = Nulla.

Coincidenza degli opposti.

Se perciò non vi è più bisogno del negativo, la Verità (e quindi l'Essere, il Positivo...) è negazione della negazione.

Non nel senso che nega qualcosa! Ma nel senso che ne fa a meno.

È l'Uno.
Anche se non sono sicuro di aver compreso del tutto il resto del tuo ragionamento (per mia pochezza, non per la scarsità delle tue capacità espressive), sono comunque d'accordo con la tua conclusione; cioè che l'"Essere", negazione della negazione, corrisponde all'"Uno".
Il "Due" è soltanto un'illusione! 
;)

JE

Citazione di: Eutidemo il 04 Marzo 2022, 14:22:03 PM
Citazione di: JE il 04 Marzo 2022, 14:10:15 PMRilevamento interessante.

Penso che la tua soluzione sia giusta, e il suo un sofismo.

Questo perché l'essere (assecondando Heidegger che parla di "esserci" per distinguere l'essere dall'essere-nel-tempo) non abita il tempo.

Dire che il positivo é prima negazione del negativo significa distinguere due tempi in cui il positivo cambia stato... Per cui la negazione di una negazione, matematicamente meno per meno, é un positivo e basta, distinguere le parti "meno" "per" "meno" é sofismo da professori di retorica... Che manca di sostanza.

Chi pensa troppo all'albero smette di vedere la foresta, un caso lampante di.

Mi fa piacere che tu sia d'accordo con me; si vede che nessuno di noi due è un professore di filosofia ;)

Per quanto riguarda l'accademia e "l'accademicità" la penso come Nietzsche nella sua famosa critica:

Mi fido più di un contadino riflessivo da cui emerge un pensiero spontaneo, che di un intellettuale la cui busta paga dipende dalla mole di pagine prodotte, il più delle volte almeno. Certamente si giudica l'argomento... Ma nella mia esperienza ci azzecca di più il primo!

viator

Questi argomenti, che mettono tanti in soggezione per via della propria apparente profondità..........si prestano meravigliosamente alle ciance filosofiche, alimentando continuamente discussioni divertenti ma rigorosamente inutili e persin umoristiche (vedi ad esempio il "perchè esiste il qualcosa e non il nulla" e molte altre "serissime" discussioni qui da noi ospitate.

Molto semplicemente (parer mio, ovviamente) esse sono basate sulla più elementare delle distinzioni, la quale viene ACCURATAMENTE EVITATA (o magari semplicemente NON CONSIDERATA per relativa ignoranza) da tutti coloro che inaugurano gli argomenti - appunto - di tale "taglio" filosofico.

La distinzione è quella costituita tra gli attributi della "cosa" (in questo caso, la sua negatività, comunque la si voglia intendere) e l'essenza della "cosa" (la famosa "cosa in sè").

Gli attributi della "cosa" possono infatti essere in numero anche infinito e tranquillamente pure tra loro contraddittorii pur riguardando la medesima, singola ed unica "cosa in sè".

Ogni e qualsiasi "cosa in sè" invece, limitandosi a consistere in qualcosa anche se privata di ogni attributo...............possiede la propria essenza.

L'essenza di una "cosa in sè" consiste nel risultar in un ente, cioè in qualcosa di riconoscibile e di definibile dotato di una sua propria descrizione (a differenza delle entità - ad es. : Dio, l'Assoluto, il Tutto, l'Uno ed altri concetti totalizzanti ed astratti - le quali esistono solo astrattamente poichè non sono descrivibili umanamente).

L'essenza di una analisi clinica negativa (o positiva) non è altro che l'essere (ente) ciò che permette di raggiungere lo scopo per la quale il processo di analisi è stato (in questo caso umanamente e scientificamente) creato. Il fornire un risultato clinico.

Il fatto che essa risulti positiva, negativa e la relatività dei concetti di positivo e negativo.....in realtà servono solo a "far polvere dialettica" se non si tiene conto che gli "attributi in sè" non esistono, e che quindi con essi si può giostrare a ruota libera.

Quindi l'analisi clinica (o la locomotiva o la poesia d'amore, lo sputo, la sedia etc. etc.) consiste in una causa o strumento che deve produrre l'effetto o scopo per il quale la "cosa in sè = analisi clinica oppure etc. etc.) è stata generata.

Quindi l'essere ed il possedere un'essenza sono conseguenza del semplice concatenamento delle cause e degli effetti, attraverso il quale ogni "cosa in sè" nasce per adempiere al proprio scopo, diventando quindi lo STRUMENTO della PROPRIA FUNZIONE. Contestazioni logiche saranno gradite (anche se i tempi chiamerebbero a ben altre tragiche serietà !). Grazie e saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

green demetr

Citazione di: Eutidemo il 04 Marzo 2022, 13:21:17 PM***
Il mio 'mantra', invece, è: <<Il negativo del negativo è positivo>>".
***
Voi cosa ne pensate?
***

Eutidemo mi fai disperare sempre  :D


Tarca ha detto che il positivo è qualcosa di negativo, e infatti anche tu ammetti che il negativo del negativo è positivo.

La notazione logica è risaputa p = ¬(¬p)

Come volevasi dimostrare. Dire p e dire negare di non p è la stessa cosa.  ;)


Vai avanti tu che mi vien da ridere

Eutidemo

Citazione di: JE il 04 Marzo 2022, 15:24:49 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Marzo 2022, 14:22:03 PM
Citazione di: JE il 04 Marzo 2022, 14:10:15 PMRilevamento interessante.
Penso che la tua soluzione sia giusta, e il suo un sofismo.
Questo perché l'essere (assecondando Heidegger che parla di "esserci" per distinguere l'essere dall'essere-nel-tempo) non abita il tempo.
Dire che il positivo é prima negazione del negativo significa distinguere due tempi in cui il positivo cambia stato... Per cui la negazione di una negazione, matematicamente meno per meno, é un positivo e basta, distinguere le parti "meno" "per" "meno" é sofismo da professori di retorica... Che manca di sostanza.
Chi pensa troppo all'albero smette di vedere la foresta, un caso lampante di.
Mi fa piacere che tu sia d'accordo con me; si vede che nessuno di noi due è un professore di filosofia ;)

Per quanto riguarda l'accademia e "l'accademicità" la penso come Nietzsche nella sua famosa critica:
Mi fido più di un contadino riflessivo da cui emerge un pensiero spontaneo, che di un intellettuale la cui busta paga dipende dalla mole di pagine prodotte, il più delle volte almeno. Certamente si giudica l'argomento... Ma nella mia esperienza ci azzecca di più il primo!
Come, infatti, recita il famoso proverbio popolare:  'Contadino: scarpe grosse e cervello fino
;)

Eutidemo

Ciao Viator.  :)
Hai ragione nel dire  i concetti di positivo e di negativo, in realtà servono solo a "far polvere dialettica" se non si tiene conto che gli "attributi in sè" non esistono, e che quindi con essi si può giostrare a ruota libera.
Tanto più se si cerca di applicarli a concetti astratti, i quali, secondo me, sono assolutamente "impredicabili".
Come, appunto:
- l'essere
- il non essere
***
Dei quali, con Parmenide, non siamo in grado di dire altro che:  "L'essere è e non può non essere; il non essere non è e non può essere".
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

#11
Ciao GreenDemetr. ;)
Non capisco perchè ti faccio disperare!
***
Ed infatti, Tarca ha detto che il "positivo" è qualcosa di "negativo", cosa che io non ammetto affatto;  ed infatti, al contrario, io sostengo che il "negativo" del "negativo" è "positivo", e non è affatto "negativo", come invece sostiene lui.
***
Ed invero, quando io ho scritto (testualmente) che, "sia linguisticamente che nella logica, due negazioni fanno un'affermazione", ho affermato discorsivamene la stessa "identica" verità espressa dalla tua ineccepibile formula, che condivido in pieno (p = ¬(¬p)
E, cioè, che, dire "p" e dire di "negare  non p" è esattamente la stessa cosa.
***
Per cui, visto che anche noi due stiamo dicendo esattamente la stessa cosa (a differenza di quello che dice Tarca), non riesco proprio a capire perchè ti faccio disperare!
Semmai sei tu che fai disperare me!
:D
***
Un saluto! :)
***

Eutidemo

P.S. (per Greedemetr e per tutti gli altri)
- un "nonnonno" (cioè che non ha nipoti) è il contrario, o meglio, il "negativo" di "nonno";
- un "nonnonnonno" (cioè che ha nipoti), invece, è soltanto un "positivo", per quanto bizzarro e ridondante, SINONIMO di "nonno"!
Non  so se ho reso l'idea!
;)

bobmax

Citazione di: JE il 04 Marzo 2022, 14:12:09 PManche 0=0(x) é uno spunto, per quanto riguarda il legame tra nulla ed essere (i due assoluti della metafisica, che fuori da spazio e tempo debbono essere uno, perché si verifichi la magia metafisica del mago kabalistico per così definirlo, colui che invoca il mondo dal nulla).

Sì, e ciò dovrebbe rasserenare.

Essere = Nulla

Perciò:

Nulla -> Essere -> Nulla...

Non è forse proprio questo il gioco dell'amore?
Che tutto crea e tutto annichilisce.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Nell'esserci mondano, il positivo è, nella sua essenza, un negativo.

Perché condizione necessaria per il positivo è la determinazione.

Positivo è tale solo in quanto determinato.
Ma per determinare, occorre negare qualsiasi altra diversa possibile determinazione.

A = A è la positività stessa.

E infatti è negazione di ogni altra possibilità. Cioè negazione di ogni qualcosa che non sia proprio quel A determinato.

Quindi il positivo è il negativo del negativo.

Attenzione però!
Con positivo e negativo si intende sempre qualcosa.

Se prescindiamo dal qualcosa, per esempio considerando il Tutto, che non può assolutamente essere qualcosa, allora la negazione della negazione assume ben diverso significato.

Il Positivo è infatti negazione della negazione, non perché neghi qualcosa, ma perché sta oltre lo stesso principio di non contraddizione.

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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