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NAVIGARE NEL TEMPO

Aperto da Eutidemo, 03 Aprile 2017, 13:26:43 PM

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Eutidemo

Viaggiare nel tempo, in un certo senso, è una cosa che facciamo in continuazione; ed infatti, anche ora, mentre scrivo, sto appunto viaggiando nel tempo.
Ciò avviene in due modi:
1) FISICAMENTE, viaggio a senso unico, soltanto nel futuro (purtroppo), in un fiume senza ritorno; ed infatti, fisicamente, non posso che viaggiare in avanti, cosa che posso percepire "visivamente" guardando le parole che sto scrivendo in questo momento nel monitor che ho ora davanti.
2) PSICOLOGICAMENTE, viaggio sia nel passato (con la memoria) che nel futuro (con la previsione), in quanto, se chiudo gli occhi:
- posso, se voglio, raffigurarmi parola per parola il testo appena scritto sopra, e, quindi, con la "memoria", in un certo senso viaggio nel passato;
- posso, se voglio,  prevedere parola per parola il testo che sta per apparire scritto tra qualche secondo qua sotto (se lo predetermino mentalmente), e, quindi, con la "previsione", in un certo senso viaggio nel futuro.
In effetti, si tratta di modi di "viaggiare" nel tempo solo "per modo di dire"!
***
Ed infatti, dal punto di vista puramente fisico, in realtà il presente è costituito dalla lettera che sto battendo in questo momento, in un "istante" talmente indefinibile, che in effetto dubito possa avere davvero una esistenza "reale": alzo il dito, lo abbasso di un miliardesimo di secondo alla volta, premo il tasto in un altro miliardesimo di secondo...ed ogni miliardesimo di secondo è a sua volta divisibile in un infinito numero di istanti...che in un momento sono già diventati "istanti passati" e non più "presenti".
Come faccio a identificare una cosa così evanescente come il "presente", nel momento in cui il tempo scorre via in istanti così "infinetesimali"?
Sempre a livello fisico, peraltro, il PASSATO (cioè lo scorrere del tempo già concluso) non ESISTE più, mentre il FUTURO (cioè lo scorrere del tempo di là da venire) non ESISTE ancora; per cui, anche in tale caso, si tratta di due cose che non hanno ESISTENZA reale.
***
Dal punto di vista puramente psichico, invece, a parte il fatto che anche i processi mentali della memoria e della previsione avvengono in un tempo fisico:
- in entrambi i casi si tratta di "simulazioni"mentali di cose che non ci sono più, o non ci sono ancora, e non le cose stesse;
- in entrambi i casi si tratta di "simulazioni"mentali che potrebbero essere errate, o perchè sbaglio nel ricordare, o perchè sbaglio nel prevedere.
- in entrambi i casi si tratta di "simulazioni"mentali che avvengono ADESSO (nel presente).
***
Ma, per un momento, tralasciamo tali causidiche sottigliezze, e chiediamoci innanzittutto se sarebbe possibile viaggiare FISICAMENTE nel tempo, come si vede nei film; cioè, spostandoci cento anni in avanti o cento anni indietro, con tutto il nostro corpo (vestiti compresi, auspicabilmente).
Secondo Stephen Hawking ed altri illustri fisici, la prima cosa è teoricamente possibile, mentre la seconda no per via dei possibili "paradossi temporali"; per esempio, se un tizio tornasse indietro nel tempo, ed uccidesse suo nonno, lui non sarebbe mai nato, e quindi non sarebbe mai potuto tornare indietro nel tempo per uccidere suo nonno.
Secondo me, invece, questo non dovrebbe essere un vero ostacolo, se consideriamo il tempo come un CONTINUUM; ed infatti, in tal caso, quello che è successo è GIA' "in ogni caso successo", in quanto il CONTINUUM temporale già contiene i viaggi nel tempo, i quali, quindi, non possono generare paradossi al suo interno, in quanto cronlogicamente incorporati a priori.
In altre parole è come se gli attori di una pellicola (ad esempio, RITORNO AL FUTURO), viaggiando nel fILM con una macchina del tempo, credessero davvero di poter cambiare il passato o il futuro nel singolo "frame" in cui si trovano; mentre invece qualunque cambiamento che loro pensano di effettuare, in effetti già esiste all'interno dell'intero e già compiuto filmato.
Semmai, secondo me, viaggiare nel tempo "spostandosi con il proprio corpo", visto che la "massa" ed il "peso" dell'Universo, in un determinato istante hanno una determinata consistenza, potrebbe comportare che "l'universo-istante" di provenienza imploderebbe su se stesso, per l'improvvisa "sottrazione" di materia, mentre "l'universo-istante" di destinazione esploderebbe , per l'improvvisa "aggiunta" di materia.
Anche a voler superare tale ostacolo, se si viaggia solo nel tempo, si finirà sicuramente per morire assiderati o asfissiati nello spazio esterno; perchè, nel frattempo, il nostro pianeta avrà cambiato posizione o la cambierà, e, quindi, noi riappariremmo nel vuoto dello spazio siderale!
Infine, anche trovando un sistema per riapparire QUI, sulla terra, poichè il livello del suolo si eleva col tempo (almeno nelle città), se viaggiamo nel passato rischiamo di precipitare di parecchi metri, mentre, se viaggiamo nel futuro, rischiamo di essere sepolti vivi; per esempio, se io iniziassi il mio viaggio nello stabile che ho qui all'Aventino, e tornassi ai tempi di Nerone, poichè il livello stradale del primo secolo era venti metri più in basso di ora, finirei per fare un bel volo (anche se scendessi a piano terra)!
Per evitare la cosa, se volessi tornare nel passato, dovrei scavare un buco profondo venti metri in mezzo alla strada attuale, ed effettuare il trasferimento da lì; volendo viaggiare nel futuro, invece, la cosa più prudente sarebbe farlo in mongolfiera!
***
Ma, ora, chiediamoci se invece sarebbe possibile viaggiare solo MENTALMENTE nel tempo; cioè, spostandoci cento anni in avanti o cento anni indietro, solo con la nostra "coscienza percettiva", senza trasferire tutto il corpo.
La cosa, secondo me, sarebbe "un pochino" più semplice; anzi, in un certo senso, qualcosa del genere mi è già accaduta.
Ed infatti, subito dopo l'intervento al cervello, in uno stato ipnagogico di semiveglia, ho avuto un'immagina "visiva" di me bambino che scrivevo le mie prime parole; ma, attenzione, non era un semplice RICORDO, perchè io "HO VISTO" il quaderno e le parole che stavo scrivendo (ovviamente, solo nella mia testa), in maniera, per così dire "fotografica", non è che me le sono semplicemente "ricordate". In pratica, in quel momento, a livello percettivo ho "rivissuto" (non semplicemente ricordato) una esperienza passata.
Secondo il medico, si è trattato di un fenomeno neurologico singolare, di tipo "allucinatorio", ma tutt'altro che unico; non c'era niente di "paranormale" in esso.
Per cui, mi chiedo se, in futuro,  non si possa trovare un metodo (farmacologico o di altro genere) per "tornare indietro nel tempo" a livello meramente percettivo, cioè rivivendo "tel quel" esperienze del passato, come se le stessimo vivendo ora; però, non in modo "casuale", come è capitato a me, bensì in modo selettivo e volontario.
Questo, "forse", si potrà fare, in qualche modo; ma, più che viaggiare nel tempo (solo nel passato), sarebbe solo un modo per rivivere i momenti più belli della nostra vita già vissuta...escludendo quelli brutti.
Spingendosi più avanti con la fantasia, invece, "se" veramente il tempo è un CONTINUUM "coesistente" eternamente in tutti i suoi istanti, c'è da chiedersi se la nostra mente, in qualche modo, possa affacciarsi alla finestra e vedere non solo i membri della processione che stanno passando in questo momento, ma anche quelli già passati e che devono ancora arrivare; o, per fare un esempio più moderno, saltare avanti ed indietro su un film in DVD, per poter rivedere le scene trascorse, o anticipare quelle che ancora devono venire.
Per ora, a quanto mi risulta, tale facoltà è preclusa a noi esseri umani...ma in futuro, con qualche nuova tecnica, chissà!
E' vero che c'è stato chi, come Nostradamus, riteneva di poter prevedere il futuro, e ci sono fiumi d'inchiostro per dimostrare come molte delle sue previsioni si siano puntualmente avverate; ma, da quello che ho potuto verificare, sono tutte BALLE, perchè si tratta di previsioni assolutamente ambigue.
E così come quelle di altri che pretendono di poter prevedere il futuro, mentre il loro "patrimonio" (inesistente o molto contenuto) dimostra il contrario; e, cioè, che non sono in grado di prevedere una bel niente, altrimenti sarebbero diventati, in breve, gli uomini più ricchi del mondo.
Il che, invece, non è loro MAI accaduto.
***
Tuttavia c'è un SOLO caso (almeno a quanto mi risulta), in cui, effettivamente, ed in modo del tutto inconsapevole, qualcuno, "forse", ha avuto una cognizione -inequivoca?- di eventi futuri.
Ed infatti, nel 1898, fu "pubblicato" un libro intitolato FUTILITY, che presenta analogie SORPRENDENTI fra il racconto e il naufragio del TITANIC, avvenuto nel 1912. 
Ed infatti:
- la nave del libro si chiamava TITAN, mentre quella che poi affondò realmente TITANIC;
- entrambe naufragarono nel Nord Atlantico;
- entrambi i naufragi provocarono molti morti per carenza di scialuppe; 
- entrambe le navi erano a tripla elica e avevano due alberi;
- entrambe erano definite "inaffondabili";
- entrambe partirono ad aprile;
- entrambe percorrevano la rotta che congiunge il Regno Unito con New York;
- entrambe colpirono un iceberg sul lato di dritta;
- entrambe naufragarono a circa 400 miglia da Terranova.
In effetti, a me sembrano UN PO' TROPPE COINCIDENZE, per essere meramente casuali.
E' vero che altri dati non corrispondono al cento per cento, ma ci andiamo vicini:
- avevano dimensioni simili (244 metri di lunghezza per il Titan, 269 per il Titanic);
- viaggiavano a velocità simili (25 nodi il Titan, 22 nodi e mezzo il Titanic);
Sebbene io sia SCETTICO per natura, come Lorenzo ben sa, non sono affatto prevenuto di fronte ai fatti inequivocabilmente documentati (ho verificato che veramente il libro è stato pubblicato nel 1898, e lo trovate pure su GOOGLE LIBRI); per cui, in effetti, questo caso mi lascia MOLTO perplesso, e, anche se, a mio avviso, ancora non costituisce una prova che si possa viaggiare nel tempo con la mente, potrebbe, però, costituire un indizio circostanziale della cosa.
A dire il vero, ci sono altri casi analoghi...ma MOLTO meno convincenti!
*** ;)

baylham

Le somiglianze tra il racconto del libro e la storia del Titanic sono semplici coincidenze. La loro prossimità temporale rende ancora più probabili, meno causali le coincidenze.

Se lo scrittore si è documentato sui mezzi di navigazione, sulle rotte, sulle crociere turistiche coevi alla scrittura del racconto e il progetto di costruzione del Titanic era già in gestazione trovo ben poco di straordinario nelle coincidenze.



Eutidemo

Citazione di: baylham il 04 Aprile 2017, 09:05:08 AM
Le somiglianze tra il racconto del libro e la storia del Titanic sono semplici coincidenze. La loro prossimità temporale rende ancora più probabili, meno causali le coincidenze.

Se lo scrittore si è documentato sui mezzi di navigazione, sulle rotte, sulle crociere turistiche coevi alla scrittura del racconto e il progetto di costruzione del Titanic era già in gestazione trovo ben poco di straordinario nelle coincidenze.

Anche io propendo a pensare che si tratti di coincidenze; ma bisogna ammettere che si tratta di una serie concomitante e convergente di coincidenze davvero eccezionali (altro che le predizioni di Nostradamus).
Devo ammettere che, pur essendo scettico per natura, la cosa mi lascia perplesso ???

Lou

#3
@Eutidemo
"Viaggiare nel tempo, in un certo senso, è una cosa che facciamo in continuazione; ed infatti, anche ora, mentre scrivo, sto appunto viaggiando nel tempo."

Beh diciamo che io penso che l'esperienza del viaggiare pre-suppone il tempo. Senza tempo l'esperienza del viaggio, non potrebbe darsi, ma credo qualsiasi esperienza.
Detto ciò credo che l'essenza del tempo sia assai enigmatica, propriamente ritengo che del tempo non possa dirsi che "è", trovo più opportuno definirlo quale accadere, avvenire, durare, passare, direi sì che il tempo accade, avviene, dura, passa, non "é".
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Eutidemo

Citazione di: Lou il 04 Aprile 2017, 12:59:50 PM
@Eutidemo
"Viaggiare nel tempo, in un certo senso, è una cosa che facciamo in continuazione; ed infatti, anche ora, mentre scrivo, sto appunto viaggiando nel tempo."

Beh diciamo che io penso che l'esperienza del viaggiare pre-suppone il tempo. Senza tempo l'esperienza del viaggio, non potrebbe darsi, ma credo qualsiasi esperienza.
Detto ciò credo che l'essenza del tempo sia assai enigmatica, propriamente ritengo che del tempo non possa dirsi che "è", trovo più opportuno definirlo quale accadere, avvenire, durare, passare, direi sì che il tempo accade, avviene, dura, passa, non "é".


Ciao Lou,
benvenuta a LOGOS e nel mio TOPIC. :)
Hai ragione nel dire, del tempo, che non possa dirsi che "è" (il che, semmai, potrebbe dirsi solo del "tempo presente"), in quanto è più corretto definirlo quale accadere, avvenire, durare, passare ecc.
Questa, invero, è quella che potremmo definire "visione eraclitea" del tempo, per la quale tutto scorre (panta rei), e quindi è impossibile bagnarsi due volte nell'acqua dello stesso fiume; anche se, a dire il vero, adesso la cosa sarebbe possibile uscendo dall'acqua, e correndo in Kawasaki a gran velocità a valle del fiume...e poi tuffandosi di nuovo nella stessa acqua in cui ci eravamo bagnati prima. ;)
Il che, in effetti, potrebbe costituire una efficace metafora dei viaggi del tempo.
Tuttavia, non dimentichiamoci che, secondo altri filosofi Grec, gli "Eleati", il movimento, e quindi il tempo che pretende di misurarlo, è una mera illusione; per cui, in tal caso, per viaggiare nel tempo, basterebbe fare come la mosca posata sullo schermo bianco di un cinematografo, che è lì, presente in tutti i successivi fotogrammi, ma senza muoversi nè spostarsi di un solo centimetro!! ;)

Lou

#5
"come la mosca posata sullo schermo bianco di un cinematografo, che è lì, presente in tutti i successivi fotogrammi, ma senza muoversi nè spostarsi di un solo centimetro"
Sì certamente, ma ho sempre trovato l'essere delineato dagli eleati, privo di coscienza del tempo e perciò abbastanza, come dire, solitario e senza vita, sarà che l'omnitemporalità della mosca la trovo noiosa. :)
Grazie del benvenuta. ^^
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Eutidemo

Citazione di: Lou il 04 Aprile 2017, 14:44:55 PM
"come la mosca posata sullo schermo bianco di un cinematografo, che è lì, presente in tutti i successivi fotogrammi, ma senza muoversi nè spostarsi di un solo centimetro"
Sì certamente, ma ho sempre trovato l'essere delineato dagli eleati, privo di coscienza del tempo e perciò abbastanza, come dire, solitario e senza vita, sarà che l'omnitemporalità della mosca la trovo noiosa. :)
Grazie del benvenuta. ^^


Prego  :-*

InVerno

Lungi da me parlare di preveggenza, ma non sarebbe interessante mescolare a questo argomento il concetto ancora difficilmente afferrabile e poco esplorato di "intuizione"? In fin dei conti escludendo che l'autore del libro fosse dotato di preveggenza, o che si fosse preparato meticolosamente con una ricerca mirata ad una singola nave, la spiegazione ancora più probabile è che esso ha assorbito una gran quantità di informazioni riguardo l'industria navale del tempo e dalla sublimazione di queste informazioni è nata l'intuizione di chiamare la sua nave "TITAN" (e cosi le altre). [Sarebbe utile distinguere le intuizioni dalla normale incidenza statistica (vedi Nostradamus)]. E' l'intuizione una forma di viaggio nel tempo (futuro)? O è semplicemente una previsione estremamente elaborata e complessa che suscita un effetto "wow" nello spettatore incolto?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Suggerisco la lettura di questa voce di Wikipedia relativa alla nave da crociera e da guerra Kaiser Wilhelm der Große per comprendere che di misterioso o di preveggente o di intuitivo in quel racconto c'era ben poco.

In particolare evidenzio il nome del cantiere (Vulcan) e le caratteristiche generali della nave.

https://it.wikipedia.org/wiki/Kaiser_Wilhelm_der_Gro%C3%9Fe


sgiombo

#9
Citazione di: baylham il 04 Aprile 2017, 09:05:08 AM
Le somiglianze tra il racconto del libro e la storia del Titanic sono semplici coincidenze. La loro prossimità temporale rende ancora più probabili, meno causali le coincidenze.

Se lo scrittore si è documentato sui mezzi di navigazione, sulle rotte, sulle crociere turistiche coevi alla scrittura del racconto e il progetto di costruzione del Titanic era già in gestazione trovo ben poco di straordinario nelle coincidenze.
CitazioneConcordo.
E comunque se consideriamo i tantissimi (un' "infinità") romanzi che sono stati scritti nella storia della letteratura universale, non mi sembra poi così strana una siffatta improbabile "coincidenza": in un numero straordinariamente elevato di casi, anche le cose più improbabili prima o poi si verificano!

(Ma che menagramo quell' autore di "Futility"!).

***************************

Trovo invece molto interessanti e intelligenti le considerazioni di Eutidemo (grazie mille!) sulla violazione istantanea del principio di conservazione della materia (massa e/o energia: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) che comporterebbe inevitabilmente (e che dunque inesorabilmente confuta, in quanto argomento logico incontrovertibile) l' ipotesi di viaggi nel tempo:

Nell' istante in cui "passo dal presente" al futuro o passato si dovrebbe "distruggere" (annichilire), e non trasformare in altra materia, la materia di cui sono costituito, mentre nell' istante futuro o passato in cui "giungo dal presente" si dovrebbe creare ex nihilo, aggiungendosi alla totalità della materia, la materia che mi costituisce: cose assolutamente impossibili (se, come credo, la conoscenza scientifica é possibile e vera).
Ho sempre considerato farneticazioni assurde (buone solo per la letteratura fantascientifica, di cui non sono un "fan") quelle sui viaggi (reali) nel tempo, ma questo argomento mi sembra definitivo.

P.S.
Per Eutidemo: alle Kawasaki preferisco nazionalisticamente le Ducati o le Aprilia (anche se personalmente possiedo un' ottima Honda; ma a parte cio non ho assolutamente niente da ridire sull' ottima qualità anche delle Kawasaki).

Lou

#10
Recentemente ho visto due serie (attendo le seconde stagioni  =.=) sui viagggi "reali" nel tempo, travellers e 12 monkeys , il primo lo trovo interessante poichè è focalizzato e ispirato soprattutto su un modello informazionale di viaggio nel tempo - é informazione  ciò che viaggia attraverso il tempo - a mio avviso, il secondo mostra più che altro paradossi classici.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

InVerno

Citazione di: baylham il 04 Aprile 2017, 16:59:32 PM
Suggerisco la lettura di questa voce di Wikipedia relativa alla nave da crociera e da guerra Kaiser Wilhelm der Große per comprendere che di misterioso o di preveggente o di intuitivo in quel racconto c'era ben poco.

In particolare evidenzio il nome del cantiere (Vulcan) e le caratteristiche generali della nave.

https://it.wikipedia.org/wiki/Kaiser_Wilhelm_der_Gro%C3%9Fe
Per intuizione non intendo il fatto che poi il Titanic sia affondato, quanto il fatto che nelle scelte operate durante la stesura della narrativa ha sublimato un idea di nave, una paura per un determinato tipo di incidente, un area geografica, insomma un insieme di fattori culturali che poi hanno poi reso verosimile il suo racconto tanto che poi possiamo accostarlo ad eventi reali. Seppur navale, serve una certa sensibilità o molta fortuna, per raggiungere un risultato simile, e anche un certo grado credo di intuizione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Se il racconto Futility fosse stato scritto trenta o cinquanta anni prima del naufragio della nave Titanic la capacità di previsione, di immaginazione del futuro dello scrittore sarebbero state notevoli.

Se invece si guarda alla biografia dello scrittore, l'ambiente in cui è vissuto, le cronache di quel periodo, la capacità di previsione viene notevolmente ridimensionata, se non banalizzata.

https://it.wikipedia.org/wiki/Morgan_Robertson

Do un grande valore alla capacità di previsione, mentre mi provoca un senso di fastidio la preveggenza, che considero un indice sicuro di menzogna e di ignoranza, a cominciare dalle profezie dei racconti biblici.

Sotto l'aspetto mentale della memoria del passato, è incerto se i progressi della memoria umana saranno principalmente di tipo biologico, con una maggiore e migliore capacità di memoria del cervello, oppure tecnologico, con memorie esterne, o una combinazione dei due, con memorie bioniche.

I paradossi temporali presentati da Eutidemo mi sembrano ancora più complicati da interpretare: ad esempio il ritorno al passato è un'azione che si svolge nel futuro, se qualcosa ritorna al passato significa quindi che cambia il futuro. Non c'è più una realtà spazio-temporale, ma infinite realtà, dimensioni.

Il tema del tempo, quindi del cambiamento e del divenire, è comunque oltre la mia capacità di comprensione.
Di fronte a queste confusioni, il secondo principio della termodinamica mi restituisce la solidità e il senso del tempo.

Eutidemo

Citazione di: InVerno il 04 Aprile 2017, 16:01:56 PM
Lungi da me parlare di preveggenza, ma non sarebbe interessante mescolare a questo argomento il concetto ancora difficilmente afferrabile e poco esplorato di "intuizione"? In fin dei conti escludendo che l'autore del libro fosse dotato di preveggenza, o che si fosse preparato meticolosamente con una ricerca mirata ad una singola nave, la spiegazione ancora più probabile è che esso ha assorbito una gran quantità di informazioni riguardo l'industria navale del tempo e dalla sublimazione di queste informazioni è nata l'intuizione di chiamare la sua nave "TITAN" (e cosi le altre). [Sarebbe utile distinguere le intuizioni dalla normale incidenza statistica (vedi Nostradamus)]. E' l'intuizione una forma di viaggio nel tempo (futuro)? O è semplicemente una previsione estremamente elaborata e complessa che suscita un effetto "wow" nello spettatore incolto?

Può darsi!
Però, nel caso di specie il temine INTUIZIONE non mi sembra molto appropriato, perchè l'attenzione dell'autore del libro non era intenzionalmente rivolta a conoscere una specifica verità, ma era dedito semplicemente a scrivere un romanzo di avventure.
Ed invece, l'"intuizione", (almeno secondo la comune accezione vocabolariesca), è una conoscenza diretta e immediata di una verità, di solito intenzionale, che si manifesta allo spirito senza bisogno di ricorrere al ragionamento, considerata talora come forma privilegiata di conoscenza che tende a discernere, superando gli schemi dell'intelletto, una più vera e profonda comprensione dell'oggetto.
Per cui, se si fosse trattato di intuizione di un qualcosa "che sarebbe potuto avvenire", Robertson lo avrebbe detto espressamente, penso; e nessuno si sarebbe imbarcato sul Titanic.
Però, aspetti definitori a parte, in effetti, molte delle numerose coincidenze possono essere scaturite dal fatto che, come giustamente osservi tu, aveva assorbito una gran quantità di informazioni riguardo all'industria navale del suo tempo; per cui  dal randomico assemblaggio  di queste informazioni, sono scaturite per puro caso (quasi) tutte le coincidenze del libro.
Quanto, poi, a chiamare la sua nave "TITAN", in effetti, era una scelta abbastanza scontata per una nave di quelle dimensioni; e non è detto che la scelta del nome TITANIC non sia scaturita proprio dal riferimento al libro, che era in commercio (anche se sembra che i motivi furono altri).
Però, le coincidenti circostanze del naufragio, non c'entrano niente con le informazioni riguardo all'industria navale che poteva aver assorbito librescamente:
- entrambe le navi naufragarono nel Nord Atlantico;
- entrambi i naufragi provocarono molti morti per carenza di scialuppe; 
- entrambe partirono ad aprile;
- entrambe percorrevano la rotta che congiunge il Regno Unito con New York;
- entrambe colpirono un iceberg sul lato di dritta;
- entrambe naufragarono a circa 400 miglia da Terranova.
Mi sembra un po' di più, di quello che basterebbe per creare un effetto "wow" nello spettatore incolto; ed infatti, considerando tutto il "combinato disposto delle circostanze" devo ammettere un certo "wow"  lo provoca anche a me, che sono la "quintessenza" dello scetticismo.
Per cui, anche se continuo a credere che erano tutte coincidenze, a me sarebbe bastato soltanto il nome della nave, il mese di partenza, e la rotta, per evitare prudenziamente di imbarcarmi.

Eutidemo

Citazione di: baylham il 04 Aprile 2017, 16:59:32 PM
Suggerisco la lettura di questa voce di Wikipedia relativa alla nave da crociera e da guerra Kaiser Wilhelm der Große per comprendere che di misterioso o di preveggente o di intuitivo in quel racconto c'era ben poco.

In particolare evidenzio il nome del cantiere (Vulcan) e le caratteristiche generali della nave.

https://it.wikipedia.org/wiki/Kaiser_Wilhelm_der_Gro%C3%9Fe

Caro Baylham,
ho letto la descrizione della VOLCAN su WIKIPEDIA, ma non vedo specifiche caratteristiche in comune nè col Titan nè col Titanic; a parte la somiglianza di dimensioni e di velocità, che, comunque, erano abbastanza simili in tutti i transatlantici del periodo, di qualunque nazionalità fossero.
Però, le coincidenti circostanze del naufragio, non c'entrano niente con le caratteristiche in comune delle navi.
Ed infatti:
- entrambe avevano un nome simile (TITAN/TITANIC).
- entrambe le navi naufragarono nel Nord Atlantico;
- entrambi i naufragi provocarono molti morti per una carenza di scialuppe, che non avrebbe dovuto esserci; 
- entrambe partirono ad aprile;
- entrambe percorrevano la rotta che congiunge il Regno Unito con New York;
- entrambe colpirono un iceberg sul lato di dritta;
- entrambe naufragarono a circa 400 miglia da Terranova.
Non sono coincidenze impossibili (ed infatti io continuo a ritenerle tali), ma sono, comunque, MOLTO singolari.

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