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Morte e Verità

Aperto da bobmax, 09 Gennaio 2024, 08:12:31 AM

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Alberto Knox

Citazione di: niko il 11 Gennaio 2024, 15:48:25 PMUn mondo con meno parti, del nostro, con meno possibili combinazioni, sarebbe piu' facilmente reversibile.
sì  sarebbe più facilmente reversibile ma stai parlando di universi ipotetici , di cosa sia possibile . Nulla vieta che ci possano essere altri universi magari con 10 dimensioni spaziali o un universo dove la velocità della luce sia il doppio rispetto al nostro universo. I fisici ne elaborabono molti tipi di "universo giocattolo" tramite le loro simulazioni. Quindi personalmente non sono uno che ritiene che il nostro sia il solo mondo possibile , dico solo che se una teoria si fonda su ciò che è possibile senza dare altri contributi che il possibile, è debole. Cosa vieta che fra le 200 miliardi di galassie ci possa essere un mondo abitato da esseri alti 10 cm e magari con la pelle blu?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pensarbene

La nascita dell'universo l'hanno intuita i filosofi yin yang e io ve la propongo modernizzata :
Da un punto di vista geometrico, è possibile tracciare una linea retta infinita e creare due piani infiniti che la attraversano. Questi piani sono piatti e si estendono all'infinito insieme alla linea.
Se distribuiamo l'energia lungo la linea, questa si espande all'infinito lungo la linea e sui piani laterali. Poi si riconcentra fino alla singolarità e nasce il Big Bang.
In questo modo, l'universo può essere visto come una geometria di base composta da una linea infinita, due piani infiniti e l'energia distribuita su di essi.
Questa visione è interessante e offre una prospettiva alternativa sulla nascita dell'universo.
In particolare, risponde alla domanda su cosa c'è sotto e sopra il cosmo piatto. In questo modello, non c'è nulla "sotto" o "sopra" il cosmo piatto, perché l'universo è infinito in tutte le direzioni.
Inoltre spiega la geometria di base del cosmo ed è in accordo con quello che diceva Hawking quando parlava di geometria eterna da cui sarebbe nato l'universo stesso!
Prima la geometria, poi l'energia,quindi la singolarità e poi il Big Bang.
Da lì  l'espansione e  la relativa nascita della materia.
La natura funziona in questo modo: costruisce senza creare e distruggere niente e nessuno sulla base e in base  a una geometria e matematica altamente evolute e sofisticate .
Aggiungete l'Informazione e avrete il quadro completo dell'universo e della natura.





NB discussa e sistematizzata  con chat AI

niko

#32
Citazione di: green demetr il 11 Gennaio 2024, 21:45:22 PMNel tuo ragionamento che ho seguito con qualche difficoltà, dai per certo la conoscenza del tempo.
Inoltre fai il solito errore dei materialisti scientisti di pensare a un punto di vista assoluto, quando la stessa scienza ammette che non esiste alcun punto assoluto.
Mi accontento di smantellare filosoficamente l'assunto temporale, a cui rimando ad altre discussioni su Nietzche e su Heidegger che da 15 anni porto avanti a strappi e brusche frenate.
Rimando sopratutto alla mia discussione sulla fenomenologia dello spirito, a mio modo di vedere ancora oggi l'unica base vera di partenza per poter pensare alla salvezza dello spirito, ossia dell'anima, ossia dell'io, ossia del nostro punto di vista decentrato dal soggetto che SEMPRE SIAMO.

Il problema della scienza contemporanea è che essa ritiene di poter far a meno del pensiero individuale, e FORZATAMENTE, con la FORZA BRUTA non fa che annichilire il mondo, come abbiamo già visto con la PANDEMENZA, i virus di laboratorio secretati dalle forze americane, per non parlare dei progetti senza alcun controllo che la CINA fa sui proprio sottoprolet, 1miliardo di topi da laboratorio da torturare a piacimento.

E' questo il punto della scienza delle isole felici che non implodono e che per questo fatto (DELIRIO TUTTO TUO) SPIEGANO IL MALE NEL MONDO. (dando a cina e usa la possibilità delle torture infinite).

No grazie io torno a nice, alle sue palle fumanti, alla sua capacità di guardare l'abisso del tempo, e di sputarci contro, in una fiammata di pazia EPICA AMOROSA E DESTINALE

salvo poi venire sbranato dalle sue stesse paure...e che paure deve aver destato. :))
No niko, le soluzioni "semplici" del mathema e della scienza non mi convinceranno MAI. 8)



Io ho parlato di isola di abitabilita', non di isole felici.

Non esistono punti di vista assoluti, solo possibilita' assolute (materialmente e strutturalmente determinate) della formazione di un punto di vista relativo, in quanto la vita fa parte della natura.

Ovviamente, non puoi comprendere bene Nietzsche se non comprendi la verita' anche cosmologica e naturalistica, oltreche' antropologica, dell'eterno ritorno.

L'eterno ritorno soddisfa la volonta' di potenza; cioe' esso e' sia un destino granitico inevitabile che una possibilita' fantasmatica effimera sorgente tra altre, che necessita (ad ogni ciclo) del contributo vitale e sofferto della volonta' (di ogni volonta') per realizzarsi.

Ci sono almeno due possibilita': il mondo con la vita, e il mondo senza vita. La pianura e il deserto. Il destino meccanico inteso come assolutamente meccanico (Laplace) e una liberta' magari solo illusoria, ma vissuta dagli esseri coscienti come fosse reale.
Poiche' e' il mondo con la vita, la pianura, a ritornare, il ritorno, e dunque il destino, non si compie meccanicamente, o matematicamente o asetticamente. C'e' bisogno di un assenso, e di un contributo, inconscio di tutti i viventi alla possibilita' del ritorno.

C'e' bisogno del "si'!" alla vita pronunciato dalla vita, da ogni vita, come condizione del ritorno eonico del cosmo, e questo e' vero anche se la vita, ogni vita, contiene in se' il male, e ogni si' alla vita, e' anche un si' al male.

Tu, come parte del sistema ritornante, vivrai sempre il piu' asettico, e duro, e gelido dei destini (il ritorno del cosmo), come una (calda) scelta. Perche' e', una scelta. L'unica scelta possibile. Tutto e' ritornante, perche' tutto e' voluto, anche nel senso, tragico, di "non piu' voluto", voluto nel passato. Dalla limitatezza delle possibita', e dalla negativizzazione dei voluti attuali, sorge, necessario, il ritorno, dei voluti precedenti. La volonta', manda avanti il tempo, e non si placa, neanche quando il tempo, inteso come grande libbro, e ridda di contenuti innumerevoli ma non infiniti, lo ha fatto scorrere, e visualizzato, nella sua interezza, anzi: li', la signora Volonta', inizia per davvero.

Il punto della salvezza, e' che la salvezza e' certa, ma non e' desiderabile in assoluto, come ho gia' detto.

Il vero concetto di essere salvi, e' il concetto di essere salvi anche nel male, nell'assurdo e nel dolore: il si' alla vita al costo del male. E gli uomini sono deboli, proprio perche' non vogliono, essere, salvi anche nel male, cioe' salvi in modo vero e completo, come natura li crea e li ripropone. Vogliono il bene, ma non anche il "male", il quale male pero', e' nient'altro che il prezzo e la remota catena causale del bene, che loro credono di volere. E quindi non lo ottengono, il bene, perche' una cosa, una cosa correttamente intesa e compresa, e' anche il suo prezzo e le sue cause, non e' separabile, dal suo prezzo e dalle sue cause. La versione della cosa separata dal suo prezzo e dalle sue, storiche e filogenetiche, e non ideali, cause, e' la versione metafisicamente adulterata, platonizzata, della cosa.

L'amore per l'amato, l'amore vissuto e carnale, porta all'amore per il tutto, non a quello per il nulla. Perche' l'amato, per essere davvero quello che e' e non altro, si porta dietro il mondo, (e' stato creato, cosi' com'e' dal mondo) e si porta dietro te (l'amato e', anche istantaneamente, creato cosi' com'e' da te, soprattutto, ma non solo, nel momento in cui siete insieme). Non ha un se' separato, come non ce lo hai tu. Quindi pacchetto unico: se ti prendi l'amato, ti prendi anche te stesso e il mondo. Se rifiuti l'amato, rifiuti anche te stesso e il mondo.

E cosi' pure, "pacchetto unico", vale anche per la vita: se la ami, devi accettare pure il male, che ne fa parte.
E la struttura ciclica e insensata del tempo, che ne fa parte.
Devi voler essere salvo anche nel male, non in una vita metafisica purgata e purificata dal male. La vita, senza male, e' solo una mezza vita. E noi siamo programmati, naturalisticamente e biologicamente, per volerla tutta, la vita. Siamo davanti a una salvezza problematica, da adattare e gestire, non davanti a una salvezza teleologica da ottenere in quanto obbiettivo.

La salvezza, e' sicuro che la otterremo, ma non e' (affatto) sicuro che, una volta che l'avremo ottenuta, ci piacera'.

Anzi, gia' non piace, quasi a nessuno, e la realizzazione, che gia' non piaccia, codesta fantomatica salvezza, quasi a nessuno, e' il dato bruto sotto i nostri occhi. La civilta' e' il fallimento, dell'uomo. Funziona, come sistema di salvezza, ma non funziona, come sistema di felicita'.

E' questo il motivo per prendere sul serio la vita. Per non aver paura di quello di cui non c'e' da aver paura, e per aver paura di quello di cui c'e' da aver paura. Non come l'uomo attuale, che scappa dalle tigri di carta, e non scappa, dalle tigri vere.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

#33
Citazione di: Alberto Knox il 12 Gennaio 2024, 02:34:13 AMsì  sarebbe più facilmente reversibile ma stai parlando di universi ipotetici , di cosa sia possibile . Nulla vieta che ci possano essere altri universi magari con 10 dimensioni spaziali o un universo dove la velocità della luce sia il doppio rispetto al nostro universo. I fisici ne elaborabono molti tipi di "universo giocattolo" tramite le loro simulazioni. Quindi personalmente non sono uno che ritiene che il nostro sia il solo mondo possibile , dico solo che se una teoria si fonda su ciò che è possibile senza dare altri contributi che il possibile, è debole. Cosa vieta che fra le 200 miliardi di galassie ci possa essere un mondo abitato da esseri alti 10 cm e magari con la pelle blu?


Si certo, io parto dalla possibilita' che le possibilita' siano finite, e quindi, le loro combinazioni, sempre entro certi limiti ripetute. E che almeno il tempo, se non probabilmente anche lo spazio, sia infinito.

E vivo il fatto che le possibilita' siano finite e almeno il tempo infinito, come una condizione di intelligibilita' ed esistenza. Ci credo, ma credo anche che ci siano ottime ragioni per crederlo.

Ad esempio, non vedo, in senso filogenetico, come io personalmente avrei potuto venire all'esistenza, insomma esserci ed essere cosi' come sono e non altro, tra possibilita' numericamente infinite, e possibilita' del darsi di differenze assolute, in una struttura non congenere.

Il fatto che io esisto, per me dimostra che la struttura e' congenere, non contiene differenze assolute, e quindi le possibilita' di esistenza degli enti stessi nella loro differenza, sono limitate.

Se il tempo fosse finito, non vedo perche' cavolo il mio pensiero non ha bisogno assoluto del concetto di finitudine o di quello di destino escatologico, per pensare (anche) il concetto di tempo. Il tempo nel mio cervello, mi sembrerebbe molto piu' "fico", e insieme essenziale e semplice, del tempo reale nella natura reale, e tutto questo atteggiamento, un filino presuntuoso.

Se lo spazio fosse finito, non vedo perche' io non ho bisogno del pensiero di un limite, di un grande muro o un grande ritorno al punto di partenza cosmico, per pensare lo spazio.

Di nuovo, lo spazio nella mia testa, funzionerebbe meglio, e con neno arzigogoli, dello spazio reale.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alberto Knox

Citazione di: Pensarbene il 12 Gennaio 2024, 07:26:23 AMSe distribuiamo l'energia lungo la linea, questa si espande all'infinito lungo la linea e sui piani laterali. Poi si riconcentra fino alla singolarità e nasce il Big Bang.
cioè, prima l'energia si espande all infinito lungo la linea e sui piani laterali "e poi" si riconcentra in un punto fino alla singolarità. Perchè? se l'espansione è infinita non può arrivare alla fine e poi tornare indietro.
Citazione di: Pensarbene il 12 Gennaio 2024, 07:26:23 AMAggiungete l'Informazione e avrete il quadro completo dell'universo e della natura.
Aggiungete un pò di zucchero , farina e livieto e avete anche una bella torta.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: niko il 12 Gennaio 2024, 12:11:07 PMSe il tempo fosse finito, non vedo perche' cavolo il mio pensiero non ha bisogno assoluto del concetto di finitudine o di quello di destino escatologico, per pensare (anche) il concetto di tempo. Il tempo nel mio cervello, mi sembrerebbe molto piu' "fico", e insieme essenziale e semplice, del tempo reale nella natura reale, e tutto questo atteggiamento, un filino presuntuoso.

Se lo spazio fosse finito, non vedo perche' io non ho bisogno del pensiero di un limite, di un grande muro o un grande ritorno al punto di partenza cosmico, per pensare lo spazio.
Posso contenere nella mia mente  ( non senza difficoltà) la distanza che c'è fra casa mia e il mio luogo di lavoro e il tempo che ci impiego a percorrere questa distanza, però non riesco a contenere la distanza che ci separa dal centro della nostra galassia , puoi forse contenere mentalmente 28000 anni luce ? dove un anno luce corrisponde a novemila500 miliardi di km? No , non lo puoi contenere mentalmente , ed è per questo che abbiamo il concetto di illimitato. o se preferisci, di infinito.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

niko

Citazione di: Alberto Knox il 12 Gennaio 2024, 13:12:08 PMPosso contenere nella mia mente  ( non senza difficoltà) la distanza che c'è fra casa mia e il mio luogo di lavoro e il tempo che ci impiego a percorrere questa distanza, però non riesco a contenere la distanza che ci separa dal centro della nostra galassia , puoi forse contenere mentalmente 28000 anni luce ? dove un anno luce corrisponde a novemila500 miliardi di km? No , non lo puoi contenere mentalmente , ed è per questo che abbiamo il concetto di illimitato. o se preferisci, di infinito.


I limiti al tempo e allo spazio, sono tutti tentativi antropomorfici di costruirsi una natura a misura d'uomo simile all'uomo.

Sono il mito della creazione divina, del giudizio e della paura, da cui non ci siamo mai affrancati.

La natura non ha, confini e date di scadenza. Noi si'. La nostra reale differenza dalla natura ci turba. E cosi' la esorcizziamo.

Ma cio' che genera, non e' e non puo' essere generato. E cio' che genera non e' un Dio, e neanche un principio astratto.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alberto Knox

Citazione di: niko il 12 Gennaio 2024, 14:00:38 PMI limiti al tempo e allo spazio, sono tutti tentativi antropomorfici di costruirsi una natura a misura d'uomo simile all'uomo.
Non sono io a mettere i limiti al tempo e allo spazio, l'universo è ancora in creazione non è un avvenimento avvenuto una volta e adesso è il risultato no. Tra miliardi di anni ci saranno cose completamente nuove che non riusciamo nemmeno ad immaginare
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

green demetr

Citazione di: niko il 12 Gennaio 2024, 11:50:24 AMIo ho parlato di isola di abitabilita', non di isole felici.

Non esistono punti di vista assoluti, solo possibilita' assolute (materialmente e strutturalmente determinate) della formazione di un punto di vista relativo, in quanto la vita fa parte della natura.

Ovviamente, non puoi comprendere bene Nietzsche se non comprendi la verita' anche cosmologica e naturalistica, oltreche' antropologica, dell'eterno ritorno.

L'eterno ritorno soddisfa la volonta' di potenza; cioe' esso e' sia un destino granitico inevitabile che una possibilita' fantasmatica effimera sorgente tra altre, che necessita (ad ogni ciclo) del contributo vitale e sofferto della volonta' (di ogni volonta') per realizzarsi.

Ci sono almeno due possibilita': il mondo con la vita, e il mondo senza vita. La pianura e il deserto. Il destino meccanico inteso come assolutamente meccanico (Laplace) e una liberta' magari solo illusoria, ma vissuta dagli esseri coscienti come fosse reale.
Poiche' e' il mondo con la vita, la pianura, a ritornare, il ritorno, e dunque il destino, non si compie meccanicamente, o matematicamente o asetticamente. C'e' bisogno di un assenso, e di un contributo, inconscio di tutti i viventi alla possibilita' del ritorno.

C'e' bisogno del "si'!" alla vita pronunciato dalla vita, da ogni vita, come condizione del ritorno eonico del cosmo, e questo e' vero anche se la vita, ogni vita, contiene in se' il male, e ogni si' alla vita, e' anche un si' al male.

Tu, come parte del sistema ritornante, vivrai sempre il piu' asettico, e duro, e gelido dei destini (il ritorno del cosmo), come una (calda) scelta. Perche' e', una scelta. L'unica scelta possibile. Tutto e' ritornante, perche' tutto e' voluto, anche nel senso, tragico, di "non piu' voluto", voluto nel passato. Dalla limitatezza delle possibita', e dalla negativizzazione dei voluti attuali, sorge, necessario, il ritorno, dei voluti precedenti. La volonta', manda avanti il tempo, e non si placa, neanche quando il tempo, inteso come grande libbro, e ridda di contenuti innumerevoli ma non infiniti, lo ha fatto scorrere, e visualizzato, nella sua interezza, anzi: li', la signora Volonta', inizia per davvero.

Il punto della salvezza, e' che la salvezza e' certa, ma non e' desiderabile in assoluto, come ho gia' detto.

Il vero concetto di essere salvi, e' il concetto di essere salvi anche nel male, nell'assurdo e nel dolore: il si' alla vita al costo del male. E gli uomini sono deboli, proprio perche' non vogliono, essere, salvi anche nel male, cioe' salvi in modo vero e completo, come natura li crea e li ripropone. Vogliono il bene, ma non anche il "male", il quale male pero', e' nient'altro che il prezzo e la remota catena causale del bene, che loro credono di volere. E quindi non lo ottengono, il bene, perche' una cosa, una cosa correttamente intesa e compresa, e' anche il suo prezzo e le sue cause, non e' separabile, dal suo prezzo e dalle sue cause. La versione della cosa separata dal suo prezzo e dalle sue, storiche e filogenetiche, e non ideali, cause, e' la versione metafisicamente adulterata, platonizzata, della cosa.

L'amore per l'amato, l'amore vissuto e carnale, porta all'amore per il tutto, non a quello per il nulla. Perche' l'amato, per essere davvero quello che e' e non altro, si porta dietro il mondo, (e' stato creato, cosi' com'e' dal mondo) e si porta dietro te (l'amato e', anche istantaneamente, creato cosi' com'e' da te, soprattutto, ma non solo, nel momento in cui siete insieme). Non ha un se' separato, come non ce lo hai tu. Quindi pacchetto unico: se ti prendi l'amato, ti prendi anche te stesso e il mondo. Se rifiuti l'amato, rifiuti anche te stesso e il mondo.

E cosi' pure, "pacchetto unico", vale anche per la vita: se la ami, devi accettare pure il male, che ne fa parte.
E la struttura ciclica e insensata del tempo, che ne fa parte.
Devi voler essere salvo anche nel male, non in una vita metafisica purgata e purificata dal male. La vita, senza male, e' solo una mezza vita. E noi siamo programmati, naturalisticamente e biologicamente, per volerla tutta, la vita. Siamo davanti a una salvezza problematica, da adattare e gestire, non davanti a una salvezza teleologica da ottenere in quanto obbiettivo.

La salvezza, e' sicuro che la otterremo, ma non e' (affatto) sicuro che, una volta che l'avremo ottenuta, ci piacera'.

Anzi, gia' non piace, quasi a nessuno, e la realizzazione, che gia' non piaccia, codesta fantomatica salvezza, quasi a nessuno, e' il dato bruto sotto i nostri occhi. La civilta' e' il fallimento, dell'uomo. Funziona, come sistema di salvezza, ma non funziona, come sistema di felicita'.

E' questo il motivo per prendere sul serio la vita. Per non aver paura di quello di cui non c'e' da aver paura, e per aver paura di quello di cui c'e' da aver paura. Non come l'uomo attuale, che scappa dalle tigri di carta, e non scappa, dalle tigri vere.






La serendipity che descrivi si perderebbe nel tempo, che tu ritieni cosa certa, quando non lo è.
Ammettiamo che esista questo ciclo energetico per cui (ma non mi dici come, non mi indichi quale teoria fisica lo proverebbe a ipotizzare) le cose ritornino, compresa la nostra volontà di vita.
Tu non segui Nietzche perchè Nietzche afferma una volontà di dominio del tempo (come qualsiasi paranoico), tu affermi una salvezza che è già in atto nella volontà di vita, e che però non "viaggia" sola nel tempo, ma viene accompagnata dal male.
Certo io amo i corpi, e questo amore abbatte il tempo, non lo vuole dominare.
Il male che è anche il marcescimento dei nostri corpi (anzi oggi pare l'unico male, verso cui ogni più perfida metafisica scientifica e spirituale si adopera per nascondere alla vista) a mio avviso non è un male in sè, è anzi l'apertura al discorso della salvezza, perchè mentre il corpo marcisce, l'anima si espande sempre di più, sempre un pochino di più, erano le certezze della mia infanzia, poco ancora conoscevo di come invece la Paura si mangia l'anima.
E la paura principale è quella del tempo e della morte, che nessuna serendipity potrà mai sciogliere.
E' invece il culto dei corpi, che diventa culto dell'eroismo, del mito, della magia, ossia tutto quanto l'antichità ha pensato, dei corpi giovani.
Non l'esatto contrario della vita eterna dei nostri giorni.
Vita del corpo attenzione, e non, come dovrebbe essere dell'anima.
In Nietzche il tentativo di una prosopopea moderna assume la dimensione di un lavoro immane, a testimonianza del suo genio assoluto.
Nessuno può stare a fianco di Nietzche, perchè morti sono gli Dei e MORTA è la Magia.
Nietzche ricostruisce la MAGIA, e la gente e i popoli impazziscono contro di lui.
Questa sono le parziali verità che provo a dirti.
Tu invece mi vorresti far credere che la PAURA, che la MORTE sono nostre con-sorelle.
Ti sbagli amico, quelle ci mangiano l'anima, e senza anima non c'è magia, non c'è nemmeno amore infinito dell'amata.
Nietzche non conobbe l'orfismo, e fraintese Platone, il dioniso impazzisce di fronte ad Orfero e manda le erinni a Sbranarlo.
Nietzche nella sua altezza vertiginosa non conosce la vertigine ancora più alta del passato.
Tu invece caro niko mi parli del tempo come una sicumera.
Ancora non hai capito che parli il linguaggio della fisica contemporanea, che come tutte le scienze crede di poter salvare, quando non ha la minima idea di cosa sia questa salvezza.
La scienza è un omino piccolo piccolo gretto e violento.
Un orrore.

Se poi chiedi a me:
Fin dall'infanzia sapevo che l'universo è infinito, perchè Dio è infinito.
Che la scienza, quelle dei dati reali, certi, dica esattamente quello che ho pensato fin dall'inizio, non mi fa nè caldo nè freddo.
Certo l'universo è infinito e l'energia in esso si perde, oppure no, chi ce lo dice che esistano altre isole felici a distanza di parsec?
Parliamoci chiaro l'ipotesi del big bang è pura fanciulleria, financo nella sua versione di ciò che viene prima dello spazio e del tempo.
E chi ci dice che non siano avvenuti numerosi big bang a distanza di parsec? tali per cui nel vuoto dell'infinito ci pare che il nostro universo, in realtà la nostra parte di universo, abbia un centro.
Io mi fermo ai dati reali caro niko, libero di pensare che la fisica contenga i misteri della salvezza nella sua ripresentazione delle stesse cose.
A me basta l'infernale ripetizione dei giorni e delle notti, delle persone, tutte uguali, tutti manichini impagliati, uno spettacolo teatrale di infimo ordine.
Meglio la letteratura, con le sue tigri di carta, che però rimandano a tigri reali che oggi NON VOGLIAMO VEDERE. (evidentemente ci basta la paura della morte e la paura dell'altro).
E si cari impagliati, avere la carne richiede anche il morire, da eroi, come ci insegna la grecia antica.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: niko il 12 Gennaio 2024, 14:00:38 PMI limiti al tempo e allo spazio, sono tutti tentativi antropomorfici di costruirsi una natura a misura d'uomo simile all'uomo.

Sono il mito della creazione divina, del giudizio e della paura, da cui non ci siamo mai affrancati.

La natura non ha, confini e date di scadenza. Noi si'. La nostra reale differenza dalla natura ci turba. E cosi' la esorcizziamo.

Ma cio' che genera, non e' e non puo' essere generato. E cio' che genera non e' un Dio, e neanche un principio astratto.




Ti propongo questa variazione sul tema.
E se la Natura generasse lo spazio, ma non il tempo?
E se il tempo non fosse una curvatura dello spazio, ma bensì una attributo del pensiero?
Ecco che allora noi generiamo il tempo.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Citazione di: green demetr il 12 Gennaio 2024, 16:11:59 PMTi propongo questa variazione sul tema.
E se la Natura generasse lo spazio, ma non il tempo?
E se il tempo non fosse una curvatura dello spazio, ma bensì una attributo del pensiero?
Ecco che allora noi generiamo il tempo.




Si ma non vedo come, noi si possa generare il tempo. 

A parte le idee bizzarre del platonicissimo sant'Agostino in merito.

Il tempo e' una quarta dimensione integrata dello spazio, non credo sia esatto dire che ne e' la curvatura.

In senso filosofico, il tempo e' la forza che tutto sovverte e distrugge e, insieme, la forza che tutto conserva.

Io penso che chi e' infelice, e' connesso con la sua volonta' agli aspetti enantiodromici e negativi del tempo (vuole cambiare, vuole una vita diversa da quella che ha: invoca il tempo come forza che tutto sovverte, compreso il suo dolore), chi e' felice a quelli conservativi e positivi (vuole conservarsi, accetta l'eterno ritorno come circuito conservativo ed espansivo di uno spacifico contenuto del tempo, di una specifica "scena", in cui egli e', appunto, felice, e della felicita' "assaporata" ne vorrebbe ancora e sempre di piu').



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

niko

#41
Citazione di: green demetr il 12 Gennaio 2024, 16:02:24 PMLa serendipity che descrivi si perderebbe nel tempo, che tu ritieni cosa certa, quando non lo è.
Ammettiamo che esista questo ciclo energetico per cui (ma non mi dici come, non mi indichi quale teoria fisica lo proverebbe a ipotizzare) le cose ritornino, compresa la nostra volontà di vita.
Tu non segui Nietzche perchè Nietzche afferma una volontà di dominio del tempo (come qualsiasi paranoico), tu affermi una salvezza che è già in atto nella volontà di vita, e che però non "viaggia" sola nel tempo, ma viene accompagnata dal male.
Certo io amo i corpi, e questo amore abbatte il tempo, non lo vuole dominare.
Il male che è anche il marcescimento dei nostri corpi (anzi oggi pare l'unico male, verso cui ogni più perfida metafisica scientifica e spirituale si adopera per nascondere alla vista) a mio avviso non è un male in sè, è anzi l'apertura al discorso della salvezza, perchè mentre il corpo marcisce, l'anima si espande sempre di più, sempre un pochino di più, erano le certezze della mia infanzia, poco ancora conoscevo di come invece la Paura si mangia l'anima.
E la paura principale è quella del tempo e della morte, che nessuna serendipity potrà mai sciogliere.
E' invece il culto dei corpi, che diventa culto dell'eroismo, del mito, della magia, ossia tutto quanto l'antichità ha pensato, dei corpi giovani.
Non l'esatto contrario della vita eterna dei nostri giorni.
Vita del corpo attenzione, e non, come dovrebbe essere dell'anima.
In Nietzche il tentativo di una prosopopea moderna assume la dimensione di un lavoro immane, a testimonianza del suo genio assoluto.
Nessuno può stare a fianco di Nietzche, perchè morti sono gli Dei e MORTA è la Magia.
Nietzche ricostruisce la MAGIA, e la gente e i popoli impazziscono contro di lui.
Questa sono le parziali verità che provo a dirti.
Tu invece mi vorresti far credere che la PAURA, che la MORTE sono nostre con-sorelle.
Ti sbagli amico, quelle ci mangiano l'anima, e senza anima non c'è magia, non c'è nemmeno amore infinito dell'amata.
Nietzche non conobbe l'orfismo, e fraintese Platone, il dioniso impazzisce di fronte ad Orfero e manda le erinni a Sbranarlo.
Nietzche nella sua altezza vertiginosa non conosce la vertigine ancora più alta del passato.
Tu invece caro niko mi parli del tempo come una sicumera.
Ancora non hai capito che parli il linguaggio della fisica contemporanea, che come tutte le scienze crede di poter salvare, quando non ha la minima idea di cosa sia questa salvezza.
La scienza è un omino piccolo piccolo gretto e violento.
Un orrore.

Se poi chiedi a me:
Fin dall'infanzia sapevo che l'universo è infinito, perchè Dio è infinito.
Che la scienza, quelle dei dati reali, certi, dica esattamente quello che ho pensato fin dall'inizio, non mi fa nè caldo nè freddo.
Certo l'universo è infinito e l'energia in esso si perde, oppure no, chi ce lo dice che esistano altre isole felici a distanza di parsec?
Parliamoci chiaro l'ipotesi del big bang è pura fanciulleria, financo nella sua versione di ciò che viene prima dello spazio e del tempo.
E chi ci dice che non siano avvenuti numerosi big bang a distanza di parsec? tali per cui nel vuoto dell'infinito ci pare che il nostro universo, in realtà la nostra parte di universo, abbia un centro.
Io mi fermo ai dati reali caro niko, libero di pensare che la fisica contenga i misteri della salvezza nella sua ripresentazione delle stesse cose.
A me basta l'infernale ripetizione dei giorni e delle notti, delle persone, tutte uguali, tutti manichini impagliati, uno spettacolo teatrale di infimo ordine.
Meglio la letteratura, con le sue tigri di carta, che però rimandano a tigri reali che oggi NON VOGLIAMO VEDERE. (evidentemente ci basta la paura della morte e la paura dell'altro).
E si cari impagliati, avere la carne richiede anche il morire, da eroi, come ci insegna la grecia antica.



La vita vuole vivere nonostante il male, quindi, nella sua realta' e nella sua ingiudicabile "proggettualita' ", essa, la vita, e' fin da ora protesa a (ri)creare nei minimi dettagli esattamente questo mondo, non un altro.

L'eone. L'euroboro. L'anno cosmico.

La sottile differenza tra il doppio mondo, dionisiaco, e il mondo dietro il mondo, apollineo e razionale.

E' ora che il mondo dietro il mondo, che vive di sempre lucida differenza, ceda il passo al doppio mondo, che vive di riplasmazione dell'identico grazie all'attraversamento dell'oblio.

Alla vita va bene, che i sogni restino sogni. Nella vita ci siamo noi che desideriamo, e la vita, esattamente cosi' per come noi siamo, con i nostri desideri frustrati ci desidera. Non c'e' altro, non c'e' speranza. C'e' al limite forse amore, senza speranza.

A volte, il desiderio urta contro un nero ostacolo, come una lastra di ossidiana che taglia la vista.

Il confine del mondo; di questo, mondo. che rende l'Essere piccolo piccolo. E scarno l'Avere. E consunte le mani. E roca la voce dalle grida.

Ma a volte, oltre l'ostacolo, non c'e' l'oggetto del desiderio, c'e' un (banalissimo) altro uomo capace di desiderare, e quindi di sopportare, il tuo stesso, identico desiderio. Un banalissimo altro uomo che quindi, nel suo assurgere e sorgere al potere in quel muto, e mutevole Oltre, nel suo assurgere alla destra del Padre, sotto la guida del giusto e reale desiderio, non (ri)fara' il mondo per come ti piace, ma per come e'. Con te dentro che desideri, e nella misura in cui, desideri.
E proprio cosi' lo rifara' con il tuo folle e inconfessabile consenso. Di piu', con il tuo politico e acclamante mandato. Di te che sei dall'altra parte dell'ostacolo, e desideri. Un desiderio che ti puo' togliere solo l'altro uomo, e solo l'altro uomo che lo equaglia e lo condivide. Non mai quello che oggettualmente lo soddisfa. Perche' e' desiderio di amore. E quindi, non desiderio di nulla. Ma desiderio del tutto, del doppio dionisiaco. Oltre l'ostacolo non c'e' un mondo migliore. C'e' questo mondo, che fu sotto il segno della necessita', riattraversato sotto il segno della volonta'. Ma a parte questo, senza nessuna altra differenza.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Pensarbene

La fisica quantistica, i dati noti e...il buon senso esistenziale come pure l'ovvio terreno insegnano tutto quello che è utile sapere oggi per quanto riguarda la verità e la morte.
La fisica quantistica ci dice che non si perde nessuna informazione, mai.
I dati di ogni ambito scientifico ci insegnano verità SEMPRE relative in ogni caso laddove la probabilità "gioca" un ruolo importante, ad esempio nel mondo subatomico.
Ma la probabilità e il caso giocano anche in modo diverso e spesso  coperto anche nelobdo mediano nostro e nel macro cosmo.
Quando esplode una supernova la materia viene espulsa al 20% della velocità della luce, una velocità che ne determina una seppur minima variazione di massa. Questo in un'area perturbata gravitazionalmente 
che genera radiazioni e onde gravitazionali in ogni direzione nello spazio.
In teoria,secondo la teoria del caos , se una Ipernova esplodesse in un certo momento e località potrebbe innestare una mutazione significativa a livello locale e poi zonale e cosmica..Lo stesso potrebbe essere capitato a una coppia di umani un milione di anni fa essendo finiti in una zona radioattiva a causa di un meteorite:le radiazioni non sono necessariamente fatali  se non ci fosse radioattività non ci sarebbe vita.A volte le radiazioni possono innestare una mutazione inaspettata e minima ma tale da avviare un processo di riassestamento RNA significativo.
Quindi  non esiste morte e non esiste vita,ma solo esistenza infinita in infinita trasformazione.
Noi,sulla terra, chiamiamo vita la forma e il livello di esistenza del pianeta ma dovremmo parlare di ESISTENZA TERRENA nel quadro di una ESISTENZA UNIVERSALE  INFINITA E IN CONTINUA TRASFORMAZIONE SPAZIALE,TEMPORALE DIMENSIONALE.
Di più,non ci è dato di sapere!



green demetr

Citazione di: niko il 12 Gennaio 2024, 23:32:04 PMSi ma non vedo come, noi si possa generare il tempo.

A parte le idee bizzarre del platonicissimo sant'Agostino in merito.

Il tempo e' una quarta dimensione integrata dello spazio, non credo sia esatto dire che ne e' la curvatura.

In senso filosofico, il tempo e' la forza che tutto sovverte e distrugge e, insieme, la forza che tutto conserva.

Io penso che chi e' infelice, e' connesso con la sua volonta' agli aspetti enantiodromici e negativi del tempo (vuole cambiare, vuole una vita diversa da quella che ha: invoca il tempo come forza che tutto sovverte, compreso il suo dolore), chi e' felice a quelli conservativi e positivi (vuole conservarsi, accetta l'eterno ritorno come circuito conservativo ed espansivo di uno spacifico contenuto del tempo, di una specifica "scena", in cui egli e', appunto, felice, e della felicita' "assaporata" ne vorrebbe ancora e sempre di piu').




Ma è proprio l'accettazione che è impossibile, in quanto nessuno vuole essere divorato dal tempo, non importa che sia una curvatura o un meccanismo mentale di adattamento della vita organica in quella inorganica.
Se però cominciamo a vedere il tempo come una questione evolutiva mentale, le cose possono cambiare assai.
Pensa anche alla funzione della memoria, alla nostra capacità di vivere il momento qui e ora o di vivere lutti infiniti.

Diversa la cosa dello spazio, lo spazio non rientra nella nostra linea evolutiva, e infatti la sua spaventosa abnormità inorganicità ci è totalmente astrusa.

Altra cosa ancora è il matema che prodigiosamente lo (spazio) riesce a pensare, persino nella sua abnormità (delle distanze, delle energie etc..)

La domanda che vorrei farti è però questa ma questo matema, che sia quello che ci proponi, o un altro, che riesce a ridurre la comlessità a concetti pensabili e "maneggiabili" (in quanto concetti matematici), basta all'angoscia che sempre ci accompagna?
O credi come Aristotele che l'angoscia sia solo una delle emozioni, e non la fondamentale?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Pensarbene il 13 Gennaio 2024, 08:28:12 AMLa fisica quantistica, i dati noti e...il buon senso esistenziale come pure l'ovvio terreno insegnano tutto quello che è utile sapere oggi per quanto riguarda la verità e la morte.
La fisica quantistica ci dice che non si perde nessuna informazione, mai.
I dati di ogni ambito scientifico ci insegnano verità SEMPRE relative in ogni caso laddove la probabilità "gioca" un ruolo importante, ad esempio nel mondo subatomico.
Ma la probabilità e il caso giocano anche in modo diverso e spesso  coperto anche nelobdo mediano nostro e nel macro cosmo.
Quando esplode una supernova la materia viene espulsa al 20% della velocità della luce, una velocità che ne determina una seppur minima variazione di massa. Questo in un'area perturbata gravitazionalmente
che genera radiazioni e onde gravitazionali in ogni direzione nello spazio.
In teoria,secondo la teoria del caos , se una Ipernova esplodesse in un certo momento e località potrebbe innestare una mutazione significativa a livello locale e poi zonale e cosmica..Lo stesso potrebbe essere capitato a una coppia di umani un milione di anni fa essendo finiti in una zona radioattiva a causa di un meteorite:le radiazioni non sono necessariamente fatali  se non ci fosse radioattività non ci sarebbe vita.A volte le radiazioni possono innestare una mutazione inaspettata e minima ma tale da avviare un processo di riassestamento RNA significativo.
Quindi  non esiste morte e non esiste vita,ma solo esistenza infinita in infinita trasformazione.
Noi,sulla terra, chiamiamo vita la forma e il livello di esistenza del pianeta ma dovremmo parlare di ESISTENZA TERRENA nel quadro di una ESISTENZA UNIVERSALE  INFINITA E IN CONTINUA TRASFORMAZIONE SPAZIALE,TEMPORALE DIMENSIONALE.
Di più,non ci è dato di sapere!



Il problema che sollevi è uno dei fulcri essenziali della filosofia, sia che sia quella malvagia aristotelica, che quella nobile platonica.
Infatti noi sappiamo di sapere, ma questo sapere come si costruisce?
Ecco che magari la lettura di un buon manuale per i licei, potrebbe cominciare ad aiutare.
Se chiedi a me: non penso che il metodo, che questi manuali insegnano, riveli il vero compito della filosofia, che è eminentemente etico, ma può ben illustrare come arrivare a pensare comparativamente la validità di diversi sistemi e non di uno solo.
La teoria della complessità aiuta a capire come la filosofia facile dei non addetti ai lavori sbagli nell'indicare che tutto sia relativo, infatti la statistica è una branca rilevante, se non la maggiore, a livello contemporaneo, che sia impiegata nei grandi spazi, nei piccoli, o nella finanza, per stabilire modelli che sono il contrario del relativo, ma anzi concettualizzano una sana realtà ben tangibile e su cui lavorare.

Da una parte quindi apprezzo il tuo sforzo interpretativo perchè mi pare che vada nella giusta direzione, di una teoria dell'uno per usare vecchi termini ormai in disuso e totalmente ignari delle vette a cui il matema (la complessità delle scienze matematiche e fisiche) è arrivato.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

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