Metafisica del coronavirus

Aperto da Ipazia, 23 Marzo 2020, 19:58:13 PM

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Ipazia

Non ho capito se questa critica (voltastomaco) è rivolta al minimalismo diversivo di Phil o al pre-testo (mio) contenuto nel titolo della discussione. Mi ero ripromessa, finito il libro di Givone, di aggiungere sullo stesso stile di riflessione, un mio capitolo focalizzato sull'attuale pestilenza. Mi ha rallentato, più della poderosità dell'impresa, il suo essere dipendente da una realtà dell'epidemia ancora in progress, insieme alle ripercussioni che la fenomenologia socio-sanitaria ha nel profondo - non meglio specificato -, individuale e collettivo, laddove essa si converte in riflessione filosofica sull'essere (umano). In metafisica. Materiale da raccontare ce n'è già molto, ma è meglio dare tempo al tempo. Un tempo per vivere, per capire e per narrare ... Siamo ancora nella fase 1, 1 e mezzo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Gyta

La mia riluttanza è rivolta alla facile seppure comprensibile fusione di due campi di indagine differenti: la filosofia morale e quella analitica. Ho cercato di spiegare come trovo estremamente delicato il compito di presiedere ad un'indagine intorno l'esperienza umana quando il senso comune e l'identità si intrecciano così strettamente a formare una sorta di imbuto attraverso cui le esperienze vengono filtrate impedendo in tal modo l'emersione di una visione sottostante che rischia se non sperimentata sino in fondo di dare voce ad una erronea interpretazione dell'esperienza medesima, laddove si voglia far entrare a forza -e sempre e spesso accade così- il metro della nostra visione morale del bene e del male. E' ovvio -a meno che non vi sia a monte una volontà incrollabile mirata alla ricerca interiore- che si cerchino di dare risposte volte a saziare ed a sanare, perlomeno apparentemente, la nostra sete di pace e conoscenza e ci si ritrovi nostro malgrado a trarre conclusioni usando la medesima capacità deduttiva usata in precedenza quando il distinguo ammetteva e rispondeva alla consueta visione morale esercitata dalla politica identitaria finendo obbligatoriamente in una interpretazione nichilista dell'esperienza umana o peggio ancora in un atteggiamento fondamentalista stoico.. perché non penso sia così facile accettare che la negazione all'apparenza deve includere anche quella medesima visione che l'ha generata, morali comprese.. E' di sicuro un lavorio non da poco per un'anima che si trova ad avere sensi disponibili a sondare più piani di realtà differenti ed una mente addestrata a tirare le fila tutte assieme.. mai come in questo caso sbrogliare i fili di ogni piano è necessario affinché non vadano a sovrapporsi significati che rispondono a leggi differenti, prima che per davvero vi si abbia trovato quel metalinguaggio tanto bramato che possa rispondere per davvero agli interrogativi umani senza travisarne i linguaggi. Se abbracciando la visione chimica possiamo con non troppe perplessità abbracciarne anche la visione fisica sottostante, nell'analisi dei significati esperienziali trovo che tale parallelismo, una lettura coerente in grado di coniugare l'esperienza più profonda  all'identità sia ancora da venire, perlomeno a giudicare dalle molte carenze di quei pochi che si sono spinti con coraggio a condividere la propria visione, facendo della ricerca interiore il proprio fine di vita..
"Prima di autodiagnosticarti la depressione o la bassa autostima,
assicurati di non essere circondato da idioti"

Ipazia

Citazione di: Gyta il 18 Aprile 2020, 13:58:40 PM
La mia riluttanza è rivolta alla facile seppure comprensibile fusione di due campi di indagine differenti: la filosofia morale e quella analitica.

Non è certo la mia posizione. Ho sempre tenuta distinta l'etica dalla logica anche in sede filosofica: il senso della vita dai dispositivi semantici della sua comprensione e ....

CitazioneHo cercato di spiegare come trovo estremamente delicato il compito di presiedere ad un'indagine intorno l'esperienza umana quando il senso comune e l'identità si intrecciano così strettamente a formare una sorta di imbuto attraverso cui le esperienze vengono filtrate impedendo in tal modo l'emersione di una visione sottostante che rischia se non sperimentata sino in fondo di dare voce ad una erronea interpretazione dell'esperienza medesima, laddove si voglia far entrare a forza -e sempre e spesso accade così- il metro della nostra visione morale del bene e del male. E' ovvio -a meno che non vi sia a monte una volontà incrollabile mirata alla ricerca interiore- che si cerchino di dare risposte volte a saziare ed a sanare, perlomeno apparentemente, la nostra sete di pace e conoscenza e ci si ritrovi nostro malgrado a trarre conclusioni usando la medesima capacità deduttiva usata in precedenza quando il distinguo ammetteva e rispondeva alla consueta visione morale esercitata dalla politica identitaria finendo obbligatoriamente in una interpretazione nichilista dell'esperienza umana o peggio ancora in un atteggiamento fondamentalista stoico.. perché non penso sia così facile accettare che la negazione all'apparenza deve includere anche quella medesima visione che l'ha generata, morali comprese.. E' di sicuro un lavorio non da poco per un'anima che si trova ad avere sensi disponibili a sondare più piani di realtà differenti ed una mente addestrata a tirare le fila tutte assieme.. mai come in questo caso sbrogliare i fili di ogni piano è necessario affinché non vadano a sovrapporsi significati che rispondono a leggi differenti, prima che per davvero vi si abbia trovato quel metalinguaggio tanto bramato che possa rispondere per davvero agli interrogativi umani senza travisarne i linguaggi. Se abbracciando la visione chimica possiamo con non troppe perplessità abbracciarne anche la visione fisica sottostante, nell'analisi dei significati esperienziali trovo che tale parallelismo, una lettura coerente in grado di coniugare l'esperienza più profonda  all'identità sia ancora da venire, perlomeno a giudicare dalle molte carenze di quei pochi che si sono spinti con coraggio a condividere la propria visione, facendo della ricerca interiore il proprio fine di vita..

... ci tengo profondamente a tale distinzione che trovo radicata anche in territori esistenziali differenti e spesso confliggenti nel tentativo ciascuno di sopraffare l'altro sul terreno che è legittimamente dell'altro. Una epidemia come questa chiama in causa un territorio dello spirito assai profondo, laddove la vita interroga la morte, e da lì irrompe con  la violenza di un'eruzione vulcanica fino alla sovrastruttura più banale, invadendo la lava rappresa del consumismo, del trantran quotidiano, del conflitto tra affari e tutto il resto. L'epidemia rivolta, temo solo per un attimo nell'orologio della storia, tutte le nostre consolidate certezze snidandole dall'equilibrio soporifero della quotidianità, distorta dalle meccaniche biologiche e sociali dell'epidemia. Una lava bollente con le sue ricadute metafisiche, sempre presenti quando i fondamenti del vivere, ovvero dell'esistere, vengono duramente sconvolti.

In questo caso è soprattutto la certezza psicologica, il senso di libertà e onnipotenza, ad essere duramente sovvertito. Ancor più dei caduti sul campo (se erano bambini l'impatto sarebbe stato, giustamente, assai più devastante) che diventano dramma privato dei loro cari in un numero che è ancora compatibile con tragedie ormai passate in giudicato come quelle della strada e del lavoro. Qui è proprio la supponente superiorità della società elitaria del primo mondo a venire messa alla corda. Evento unico che ci allontana dalle pesti mediovali e fa pensare piuttosto alla peste totalitaria del nazismo che ha colpito al cuore la supponenza della civiltà europea con un inaudito livello di barbarie che essa pensava relegata ai secoli bui.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Dopo la prima ondata planetaria anche questa epidemia lascia dietro di sé delle ricadute metafisiche, rispettose dello spirito dei tempi che le riflette. La più appariscente, e per molti versi stupefacente, é la sua adesione al credo che va per la maggiore: elimina i vecchi e i malandati improduttivi lasciando pressoché indenni i giovani schiavi; dà grande impulso alle forme di produzione più innovative (telelavoro) e nel fare ciò disgrega a livelli subatomici l'antagonista storico al potere del Capitale realizzando l'utopia della monade in totale balia del sistema.

A livello più profondo della psiche incide ben oltre il modello classico realizzato sull'intuizione hobbesiana, in una forma la cui sintesi si ripropone così:

Homo homini virus
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Ipazia

La seconda ondata ha accentuato l'effetto homo homini virus, e il Leviatano ha assunto la forma di Bigpharma dispensatrice di vaccini.  Con annessa la caccia feroce all'eretico negazionista quale complemento ideologico necessario della buona novella vaccinale. La cui forma vivente è scortata dall'esercito pronto a far fuoco su chiunque si avvicini, lungo un pellegrinaggio processionale fino ai sancta sanctorum dove verrà religiosamente conservato e da cui emanerà la sua Grazia.
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Ipazia

#110
Metafisica del profondo , reclama Gyta, ma la metafisica agisce nel profondo anche con trumenti triviali che però conoscono a fondo lo spirito del loro tempo. Il quale, ormai da un anno, recita: homo homini virus. Non certo distillato di purissima profondità sapienziale, ma efficace grimaldello per aprire le coscienze come scatolette di tonno e metterci al loro posto l'intera umanità disumanizzata.

Infatti l'epidemia a distanza di una anno abbondante dilaga. Non l'epidemia, forse non del tutto onesta, di un virus che fa il suo mestiere un po' più virulento del solito trantran influenzale, ma l'epidemia di paranoia su scala globale, perfetto strumento di ogni dittatura possibile, tra cui la dittatura sanitaria mai sperimentata con così tanto rigore "scientifico" neppure ai tempi del nazismo che rimase un fenomeno circoscritto all'Europa nazificata. Invece stavolta il fenomeno è globale, soprattutto nella parte di pianeta più sensibile alle dittature economiche dei padroni del vapore per i quali, al netto di ogni eventuale "complotto", l'evento era troppo ghiotto per non cogliere l'occasione di esercitare nuove forme di dominio poliziesco (la scelta del termine "assembramento" non pare casuale), politico (Draghi, Biden) ed economico (bigpharma, media, social), in un contesto di "divide et impera" da manuale della dittatura universale.

Quando la metafisica si fa dittatura i filosofi, anche i più serafici, dovrebbero cominciare a preoccuparsi.
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Jacopus

Per Ipazia. Che COVID-19 possa essere usato strumentalmente dal potere per ridisegnare o attualizzare il darwinismo sociale può essere vero, che sia invece una forma "un po' più virulenta del solito tran tran influenzale" è invece falso. Magari fosse davvero così ma non è.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Lo sarebbe se non avesse trovato un sistema sanitario fallimentare dalla prevenzione alla cura. Severa lezione per la supponenza di una scienza mercificata e bufalara.
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InVerno

E' bello tornare a casa e leggere Ipazia che prova con tutte le sue forze a mettere in atto lo sbiancamento semantico della parola "dittatura", non potendo forse più appoggiarsi all'evergreen "fascismo" che ormai viene utilizzato per bollare le insegnanti degli asili nido che strillano troppo, dobbiamo ripiegare sulla categoria o appoggiarci con il gomito al "nazismo" (sic!). La dittatura sanitaria, la dittatura arbitraria, la dittatura calcistica, la dittatura neonatale, la dittatura delle stringhe delle scarpe, la dittatura dell'ora di pranzo, la dittatura postale...Purtroppo Ipazia, finchè la grancassa mediatica non ti correrà dietro, sarà dura che riuscirai da sola a svuotare questa parola, però tu continua ad insistere, che a noi ci piacciono quelli che vanno contro corrente...
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Alexander

#114
Buon sabato a tutti




Indubbiamente si può parlare di una "metafisica del coronavirus" in quanto, dopo un anno, sta perdendo (se mai  li ha avuti) i connotati di normale malattia che colpisce gli esseri umani , come innumerevoli altre, per diventare qualcosa di quasi sovrannaturale, invincibile. Metafisico per l'appunto. Questo è un virus che muta , ma non come gli altri; che infetta, ma non come gli altri; che uccide, ma non come gli altri; che è pericoloso, molto più degli altri, ecc. Le cose , dopo di "Lui", non saranno più come prima. "Nulla sarà come prima", la potente profezia già pronunciata. Come c'è stato, nella storia, un prima di Cristo e un d.C., c'è adesso un a.C. e d.C. (che sta però per avanti Coronavirus e d.Cor.). Non importa se in un anno ha fatto meno morti di quelli che fa ogni anno l'HIV. L'HIV non è metafisico, colpisce solo quelli che se lo vanno a cercare, di solito poveri o disadattati. Il coronavirus invece è potente, colpisce chiunque, anche i ricchi (maledizione!) soprattutto gli anziani, che notoriamente stanno bene di loro, vista l'età. E' un entità sempre presente, come Dio, è dappertutto. Bisogna sanificare continuamente le mani perchè è in ogni cosa che si può toccare. Se l'uomo scopre un vaccino il virus muta così velocemente che il vaccino serve sempre meno. Ti vaccini e devi andare con la maschera come prima, devi stare distante, devi sanificare tutto lo stesso. Per nessun altro virus si fa lo stesso. Ti vaccini ed è finita. Non con il C. La metafisica del C. lo impedisce. Lui può raggiungerti lo stesso. E' come Dio, che ti vedeva anche nel segreto del tuo stanzino, quando adolescente sfogliavi Playboy. Come c'è stata la metafisica di Dio, poi soppiantata dalla metafisica del denaro, che funzionava molto meglio delle preghiere, adesso si sta imponendo la metafisica del coronavirus. La rivoluzione distanziometrica è in atto. "Nulla sarà più come prima". Mettiamoci gli abiti di piumette e trucchiamoci, poi indossiamo la mascherina griffata e spariamoci l'ennesimo selfie. Possiamo inviarlo e condividerlo, ed essere così "inclusivi" ( però a distanza, almeno un metro e mezzo, con la variante del Liechtenstein che è sempre più contagiosa non si scherza. "Includi respingendo", insomma. Scherza con i santi ma lascia stare il C.). Non criticare nulla , se no sei un negazionista, che, con l'avvento della metafisica del coronavirus, è come essere sospettato di ateismo nel cinquecento in Europa.

Ipazia

La grancassa mediatica è pienamente controllata dalla dittatura finanziaria globale che sta facendo esperimenti pandemici in corpore vili. Semmai saranno le vittime a recepire il concetto di dittatura sanitaria che peraltro non è una novità fin dai tempi de "Il medico immaginario e il malato per forza", in cui il concetto di medicalizzazione politicamente asservita iniziava a farsi evidente.

Ancora non con questo spessore fisico e metafisico di massa, per il quale era necessaria una pandemia. Ma chi ci ragionava aveva già individuato l'andazzo a venire nell'atomistica relazione tra malato e potere (economico, politico, ideologico). Laddove si tratta(va) di sb(i)ancare la riserva aurea più consistente del pianeta: la salute.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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viator

Citazione di: InVerno il 06 Marzo 2021, 18:06:14 PM
E' bello tornare a casa e leggere Ipazia che prova con tutte le sue forze a mettere in atto lo sbiancamento semantico della parola "dittatura", non potendo forse più appoggiarsi all'evergreen "fascismo" che ormai viene utilizzato per bollare le insegnanti degli asili nido che strillano troppo, dobbiamo ripiegare sulla categoria o appoggiarci con il gomito al "nazismo" (sic!). La dittatura sanitaria, la dittatura arbitraria, la dittatura calcistica, la dittatura neonatale, la dittatura delle stringhe delle scarpe, la dittatura dell'ora di pranzo, la dittatura postale...Purtroppo Ipazia, finchè la grancassa mediatica non ti correrà dietro, sarà dura che riuscirai da sola a svuotare questa parola, però tu continua ad insistere, che a noi ci piacciono quelli che vanno contro corrente...

Salve Inverno ed Ipazia. Darei pienamente ragione ad InVerno circa l'eccessiva ossessione della sinistra per il termine "dittatura". E che! Di positivo ed efficiente mica esiste solo la dittatura del proletariato ! Potrebbe esistere la dittatura illuminata e benefica di qualche singolo despota, anche se difficilissima a realizzarsi (la difficoltà nel realizzarla risulterebbe secondo me comunque identica a quella della realizzazione della dittatura del proletariato!).

Il problema sarebbe quello di trovare un sistema il quale non tanto possa garantire il potere a qualcuno, (ciò si può fare anche procedendo a sorteggio !!) ma piuttosto che garantisca la certa responsabilità di qualcuno.

La dittatura del proletariato presenta - accanto ad altri - il problema di distribuire su tutti quanti (una volta eliminati od allontanati i non-proletari) la responsabilità di un suo eventuale fallimento.

Ma una volta che tutti siano i responsabili, ecco che nessuno risulterà responsabile. O sto dicendo una delle mie abituali cavolate ?.

D'altra parte la dittatura del singolo (lasciamo perdere la relatività dell' "illuminazione") offre almeno il "vantaggio" di conoscere il responsabile. Un certo Cav. B.M. cercò una volta di eludere le proprie responsabilità ma venne individualmente riconosciuto e quindi "punito" (in modo gloriosamente e tipicamente italico) dai fulgidi alfieri dell'egualitarismo.

Certo i tempi cambiano ed i dittatori sociosanitari odierni mai si farebbero riconoscere sotto il travestimento di un cappotto militare usato e senza un soldo in tasca. Ai dittatori d'oggi le uniche "divise" che non mancheranno saranno quelle valutarie. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Piccolo intervento su un piccolo particolare citato da Viator. Non è vero che Mussolini cercò di scappare senza un soldo. In questo è stato coerente con i presunti dittatori sociosanitari odierni. Linko una pagina che racconta la storia meglio di me. https://it.wikipedia.org/wiki/Oro_di_Dongo
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Nel caso della pandemia i proletari sono solo cavie e gli individui sono fantasmi mascherati per cui si ricade in forme di dittature plurali di tipo oligarchico tra le varie funzioni (economia, politica, scienza) di un potere che ormai si distende a livello globale. Con le consuete diversificazioni per i grandi blocchi contrapposti. Il comune denominatore dell'esperimento pandemico va cercato altrove, nella materia sottile dello spirito, laddove la metafisica regna incontrastata.

Il cospicuo elenco di tratti fenomenologici elencati da Alexander è già sufficiente a personalizzare lo specifico metafisico di questa pandemia, diversa da tutte quelle che l'hanno preceduta, marcatamente antropocenica nella gestione sanitaria e sociopolitica. E forse, malgrado o a cagione delle spergiuranti smentite, perfino nella sua origine. Misteriosa più della tragedia di Ustica. Insomma, metafisica fin dalla sua epifanica comparsa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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viator

Citazione di: Jacopus il 06 Marzo 2021, 19:23:27 PM
Piccolo intervento su un piccolo particolare citato da Viator. Non è vero che Mussolini cercò di scappare senza un soldo. In questo è stato coerente con i presunti dittatori sociosanitari odierni. Linko una pagina che racconta la storia meglio di me. https://it.wikipedia.org/wiki/Oro_di_Dongo

Salve jacopus. Siamo OT.Senza soldi erano le tasche del cappotto tedesco. Il "tesoro" era a tutti gli effetti sotto il controllo dei tedeschi i quali ne avrebbero fatto l'uso che avrebbero creduto se fossero riusciti a raggiungere la Germania con o senza BM. (magari regalarne una parte a BM). Dal punto di vista del Diritto di Guerra esso potrebbe benissimo venir considerato come preda di guerra catturata da un ex-alleato il quale - da un giorno all'altro - si ritrovò costretto a far la parte del marito cornuto di una Italia che voltò gabbana.Per nostra fortuna ci pensarono i fulgidi eroi del PCI a riempire le tasche giuste con quei soldi (quelle del loro Partito), scrivendo una delle pagine più gloriose dell'epopea resistenziale, giusto e santo suggello del più vergognoso periodo nazionale il quale, ancora oggi, si cerca di celebrare come glorioso per qualcuno. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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