materialismo storico e morale

Aperto da davintro, 23 Febbraio 2018, 18:42:42 PM

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InVerno

"Io personalmente non conosco Brodsky"... "Io Pasternak non l'ho letto" .. "Mai conosciuto Bukovskji" si diceva agli interrogatori..
ma non sarà stato il caso di leggere al tempo, invece che ora? E che genere di moralismo sarà quello di, da una comoda posizione di distanza o ai posti di comando, tacciare i critici di portare i guanti di seta, o di non avere i peli sul petto? Caro Sgiombo, per leggere che Stalin si comportò in maniera etica, di peli sul petto ce ne vogliono aiosa.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sgiombo

Citazione di: viator il 29 Novembre 2018, 22:18:42 PM
Salve Sgiombo. Dopo la lettura di un certo numero di tuoi interventi (non tutti e spesso non interi - trovo la tua prosa poco adatta all'intrattenimento, aspetto che io invece amo) mi sono formata l'opinione che tu sia un robusto idealista.

Io trovo che gli idealisti vivano fuori della realtà. E non perché non la conoscano, solamente perché la realtà corrente che non piace può venir modificata solo dal suo esterno, non standoci seduti dentro.

Leggendo che "credo che in questo senso Lenin e Stalin abbiano agito in maniera fortemente etica" mi sono sorpreso a sorridere solitariamente.

Quindi avremmo (se non mi sono grossolanamente sbagliato, per carità) un idealista che si è infatuato di due smaglianti emblemi della prassi materialistica (a meno che tu sostenga che i due fossero anch'essi degli idealisti).

E' vero che al cuor non si comanda, ed è ugualmente vero che le probabilità di infatuarsi dei simili (attrazione per affinità) risulta esattamente pari a quella di infatuarsi degli opposti (attrazione compensativa), ma la cosa mi ha ugualmente moderatamente impressionato.

Certo comunque una virtù assoluta ti deve venir riconosciuta. La coerenza.

NOTA : io l'etica la lascerei perdere, visto che essa consiste in un insieme di valori rigorosamente individuali (che magari possono anche coincidere per molte persone, ma che restano sempre sovranamente personali). Lenin e Stalin e chiunque altro si sono comportati in modo fortemente coerente alla propria etica, cioè appunto quella del più sfrenato pragmatismo. Salutoni.

Dissento dalla considerazione "individualistica" (sostanzialmente relativistica - nichilistica) dell' etica, come argomentato in vari altri interventi nel forum.

Inoltre non sono infatuato di nessuno (penso che al cuore si possa comandare eccome!) ma cerco di pensare e comportarmi e il più razionalisticamente possibile (d' altra parte anche proprio nello stesso intervento che critichi non mi nascondo, in evidentissimo riferimento a Lenin e Stalin, che << non c' é uomo che non abbia commesso errori; e in generale, il più delle volte, tanto più e di più gravi quanto più profondamente abbia "fatto la storia", "in grande" o "in piccolo" >>.

Come poi possa essere considerato idealista che vive fuori dalla realtà uno che scrive che 

<<In generale il bene etico autentico esige anche forza, coraggio, "stomaco", e non solo (non gli é affatto sufficiente) bontà e delicatezza e sensibilità d' animo.

E in particolare quando si combatte per l' umanità contro un nemico potentissimo dell' umanità stessa che non si fa scrupolo alcuno di usare qualsiasi mezzo, anche i più abbietti e criminali e disumani, farsi eccessivi scrupoli nell' uso di "contromezzi adeguati" non é affatto, per niente etico (mi scuso per l' enfasi, ma se sapessi usarne una anche maggiore la userei): é casomai moralismo, il quale non é che una forma di immortalità (gravissima nella fattispecie)>>.
Chi coltiva pie illusioni e chi, per la pretesa di "non sporcarsi le mani" (Brecht) o di mantenere una "coscienza immacolata" (Guccini), é troppo blando e tenero in una lotta mortale con un nemico assolutamente perfido e immorale, volente o nolente si assume la responsabilità etica delle conseguenze della vittoria di tale nemico che nei fatti contribuisce a determinare".

Per me resta un mistero del calibro della "trinità" e dell' "umanità e divinità di Cristo".

Rilevo in generale che commenti come questo tuo, che si limitano a giudicare l' interlocutore (nel caso mio personale erroneamente come un "idealista che vive fuori dalla realtà" per quanto -bontà tua- "robusto"; invece gli idealisti che ho conosciuto io, anche quando non sono vegani, sono comunque per lo più gracilini e debolucci) anziché proporre e argomentare tesi alternative sono, verso chi li legge, poco o punto costruttivi e utili a migliorare e le proprie conoscenze e se stessi (oltre a farti fare l' impressione decisamente antipatica della maestrina con la matita rossa e blu che da i voti agli interlocutori).

Ricambio i saluti.

Jacopus

Buongiorno Sgiombo. Sul compagno Kodo non mi dilungo. Ma se affermi che già non sporcarsi le mani fa assumere la responsabilità etica delle conseguenze della vittoria del nemico, ti chiedo: " tu come stai combattendo?".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sgiombo

#33
Citazione di: InVerno il 30 Novembre 2018, 00:18:52 AM
"Io personalmente non conosco Brodsky"... "Io Pasternak non l'ho letto" .. "Mai conosciuto Bukovskji" si diceva agli interrogatori..
ma non sarà stato il caso di leggere al tempo, invece che ora? E che genere di moralismo sarà quello di, da una comoda posizione di distanza o ai posti di comando, tacciare i critici di portare i guanti di seta, o di non avere i peli sul petto? Caro Sgiombo, per leggere che Stalin si comportò in maniera etica, di peli sul petto ce ne vogliono aiosa.


E infatti, non per vantarmi, ma ne sono ben fornito!

Ma anche di sano senso critico, di non subalternità ai luoghi comuni correnti e disponibilità ad andare controcorrente, pure assi necessari alla bisogna

sgiombo

Citazione di: Jacopus il 30 Novembre 2018, 09:21:54 AM
Buongiorno Sgiombo. Sul compagno Kodo non mi dilungo. Ma se affermi che già non sporcarsi le mani fa assumere la responsabilità etica delle conseguenze della vittoria del nemico, ti chiedo: " tu come stai combattendo?".


Soddisfo di buon grado la curiosità (malgrado mi sembri "un tantino morbosa"): faccio quello che posso, aderendo a una piccola organizzazione e dedicandovi tempo e un po' di mezzi materiali.
Inoltre cerco in ogni occasione che mi capiti di ragionare e discutere con la "gente" che subisce l' orrendo stato di cose presenti per lo più senza avere la coscienza della necessità di cambiarlo (inevitabilmente non in modo indolore, data l' enormità dei guasti provocati dalle classi privilegiate al potere.

(Mi sembra che l' altro nome di battaglia che adottò, prima di quello di Stalin, sia stato Koba).

viator

Salve Sgiombo. Prendo nota della tua replica. Vorrà dire che mi sono sbagliato nel soppesare le tue inclinazioni psicologica e mentale.

A proposito invece della mia pretesa inclinazione agli atteggiamenti magistraldidattici (matitona rossa e blu) mi sembra impossibile per chiunque il trovare nel mio intervento un qualche genere di valutazione quantitativa E MEN CHE MENO ETICA O MORALEGGIANTE circa i comportamenti dei personaggi dei quali ho parlato od alluso.

Sai, questo Forum mi piace anchè perchè in esso non ho ancora incontrato un interlocutore che io possa trovare antipatico.

Quindi coinvolgo anche te nel mio apprezzamento complessivo dell'ambiente. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: viator il 30 Novembre 2018, 21:54:47 PM
Salve Sgiombo. Prendo nota della tua replica. Vorrà dire che mi sono sbagliato nel soppesare le tue inclinazioni psicologica e mentale.

A proposito invece della mia pretesa inclinazione agli atteggiamenti magistraldidattici (matitona rossa e blu) mi sembra impossibile per chiunque il trovare nel mio intervento un qualche genere di valutazione quantitativa E MEN CHE MENO ETICA O MORALEGGIANTE circa i comportamenti dei personaggi dei quali ho parlato od alluso.
Citazione
Ma sai, il disastroso politicamente corretto ha dannosissimamente abolito nella scuola i voti da molti anni, sostituendoli con "giudizi" obbligatoriamente eufemistici nelle peggiori delle ipotesi, onde meglio non educare o diseducare gli studenti (e a questo proposito non posso esimermi dal ribadire  che In generale il bene etico autentico esige anche forza, coraggio, "stomaco", e non solo (non gli é affatto sufficiente) bontà e delicatezza e sensibilità d' animo (che da sole rischiano di ridursi a volgare -e in ultima analisi immorale- buonismo).


Sai, questo Forum mi piace anchè perchè in esso non ho ancora incontrato un interlocutore che io possa trovare antipatico.

Quindi coinvolgo anche te nel mio apprezzamento complessivo dell'ambiente. Salutoni.
Citazione
E io ricambio l' apprezzamento complessivo (concetto molto ben formulato attraverso il sostantivo e l' aggettivo) perché per me questo forum piace tantissimo anche per il fatto che gli interlocutori a volte hanno perfino il pregio dell' antipatia (francamente evidente e non malcelata).

Salutoni anche da parte mia. a tutti.

Ipazia

#37
Nulla di meglio per rispondere a sgiombo che citare i nostri "profeti" laddove pongono archetipicamente la scissione radicale tra pensiero comunista e pensiero religioso. I comunismo nasce ateo e da lì non si deve schiodare se non vuole negare se stesso.

(Liberando così pure quella discussione da intrusioni indebite come giustamente lamentato da sari  ;))

Se volete continuiamo qui.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

#38
D' accordo sul trasferimento della discussione.

Sottolineo ventisette volte (almeno) le virgolette alla parola "profeti", chiaramente metaforica; che francamente non mi piace comunque (sarà perché per primo se la "intestò" Trotzky, o comunque se la fece "intestare" dai suoi pii discepoli, se non vado errato; rilevo en passant che fra l' altro "puzza un po' di <cattocomunismo>"...).
E le citazioni dei """"profeti"""" (pregasi moltiplicare le virgolette almeno per sette) non dovrebbero assolutamente mai essere fraintese come pretesi "argomenti" dai socialisti scientifici (comunisti); ma al massimo come autorevoli spunti di riflessione autocritica e inviti alla "cautela teorica".

Sicuramente (credo che l' espertissimo in materia CarloPierini possa autorevolmente confermare) essi non parlavano in termini di "archetipi".

MI era sfuggito qualcosa (e sì che cerco di leggerti sempre con particolare attenzione, perché certamente la meriti) del tuo intervento #14 che citi: per me Engels, malgrado si proclami sempre fieramente "materialista dialettico", nei brani da me citati non nega di fatto il meccanicismo naturalistico, infatti non superabile a mio modesto parere  (pur affermando, o per lo meno mai negando, l' eticità delle sue concezioni, contro, e in modo assolutamente  inconciliabile con, il "Friederich.2"; per me indubbiamente il ".1" essendo proprio il fondatore del materialismo storico).
Ben altro -e di non contraddittorio col determinismo naturalistico- essendo la necessaria soggettività (anche, certamente non solo!) di un processo rivoluzionario delle classi subalterne, sempre cosificate dall'ideologia, filosofia e storia dominanti.
E la critica marxiana alla religione, a superamento di quella "idealistica storica" di Feuerbach, é una considerazione filosofica perfettamente corretta, ma che non implica affatto necessariamente (i migliori marxisti ne sono ben consapevoli da tempo) l' impossibilità che si possa "padroneggiare" la scienza (umana) del materialismo storico (e a maggior ragione che si possa efficacissimamente lottare per il comunismo), esattamente per i medesimi motivi per i quali si può essere ottimi e geniali scienziati naturali, (anche; ovviamente non solo) essendo credenti in varie religioni, come l' evidenza empirica dei fatti continuamente dimostra.

Il comunismo non nasce affatto ateo (gran parte dei comunismi antichi e medievali e alcuni di quelli moderni utopistici erano in varia misura religiosi); casomai nasce ateo di fatto il socialismo scientifico.
Che proprio per la sua scientificità sa schiodarsi da qualsiasi pregiudizio (anche "venerabilmente antico o primigenio"); e in particolare da tempo si é schiodato da quello nella presunta necessità, onde non negare se stesso, dell' ateismo (che -annotazione en passant, non rilevante per la questione, ma comunque molto interessante in generale- spessissimo é ben più -e ben più biecamente, se vogliamo considerare la cosa anche da un punto di vista etico- reazionario di molte declinazioni del cattolicesimo e di altre religioni; qualsiasi riferimento al "Friederich.2" non é puramente casuale).

Ipazia

Riprendo, da radicalfichetta, la mia critica al c.d. cattocomunismo:

1) La prima incompatibilità è di tipo squisitamente filosofico ed emerge chiarisssimamente dalla citazione del Marx giovane ('43-'44). Che sfortunatamente, per il compagno sgiombo, trova eco poderosa proprio nella critica del mondo dietro il mondo di Friederich Nietzsche. Insomma il comunismo marxista è ateo nel dna e ibridarlo coi numi di certo non ne migliora la natura. Più fecondi contributi può attingere da altri percorsi di ateismo su base filosofico-morale.

2) La seconda incompatibilità è di tipo politico-sociale. I due soli e le doppie verità hanno fatto fin troppi disastri. Il comunismo è compatibile solo con una religione molto intimista e non interferente sulla gestione sociale (penso al buddismo). Pretendere questo da un culto universalistico, καθολικός fin nel nome, significa farsi prendere in giro fino ad esserne fagocitati, com'è accaduto all'ex glorioso partito della classe operaia, il PCI.

3) Resta soltanto una possibilità di alleanza di tipo tattico, fondata sul comune denominatore egualitario ma anche questo, proprio per la differenza ontologica e semantica dell'uguaglianza nelle rispettive Weltanschauung (visioni del mondo), finisce con una gelata resa dei conti quando si passa ai contenuti pratici della lotta di classe e dell'etica sociale e sessuale. Quindi direi un'alleanza tipo Stalin-Churchill, contro le forme più inumane del capitalismo di rapina, e nulla più. Il che, rispetto all'oggi, visto il rovinoso stato dell'antagonismo sociale dal basso, può essere anche molto. Ma apparire molto di più di quello che vale.

Una postilla al tuo ultimo post: ettecredo che chi crede nei numi si affidi obtorto collo alla tecnoscienza numi-free. Se si affidassero solo alla provvidenza divina il mondo sarebbe già ateo da mo !
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Secondo me (profondo profano ideologico) il cattocom è stato uno specchiettino per le allodole approvato dalla gerarchia catto per trattenere i seguaci facendo loro baluginare una apertura della Chiesa verso orizzonti pseudoegualitari. Uno strumento tattico, suvvia, proprio come affermi tu.
Apertura che non ci potrà mai essere in concreto poichè  richiederebbe che essa rinunci alla precisa gerarchia gregge-pastore.
Per la chiesa l'egualitarismo esiste solamente per il gregge e solamente davanti al dogma.
Poi ci sono le favolette di Natale. Sono stufo di saluti ed auguri, e gli ultimi li dedico a te.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: Ipazia il 24 Dicembre 2018, 14:23:18 PM
Riprendo, da radicalfichetta, la mia critica al c.d. cattocomunismo:

1) La prima incompatibilità è di tipo squisitamente filosofico ed emerge chiarisssimamente dalla citazione del Marx giovane ('43-'44). Che sfortunatamente, per il compagno sgiombo, trova eco poderosa proprio nella critica del mondo dietro il mondo di Friederich Nietzsche. Insomma il comunismo marxista è ateo nel dna e ibridarlo coi numi di certo non ne migliora la natura. Più fecondi contributi può attingere da altri percorsi di ateismo su base filosofico-morale.
Citazione
Riprendo, da cattocomunista (tanto per stare al gioco) la critica alla pretesa (sempre che non ti abbia malinteso) di integrare il radicalfighettismo nel comunismo.
 
Non sono un cultore del "giovane Marx", ma propendo a seguire Althusser nel ritenere che il pensiero marxiano "maturo" sia diviso da quello giovanile "premarxisita" (giovane-hegeliano) da una rottura epistemologica alla quale ha contribuito in maniera decisiva il Friederich.1.
Oltre a ribadire che da seguaci del Moro non é con le citazioni dei maestri che si possono sostenere tesi teoriche scientifiche (non così nel caso dei dogmi; che però pertengono piuttosto ...alle religioni).
 
Non vedo perché dovrebbe essere per me "purtroppo" che il Friederich.2 abbia eventualmente ripetuto qualche affermazione di Marx (piuttosto non me ne può fregare di meno. Non é che siccome Hitler credeva con Copernico che la terra gira intorno al sole io dovrei sposare il geocentrismo tolemaico).
 
Il socialismo scientifico non é una specie biologica che si riproduce tale e quale (salvo rarissime e per lo più effimere mutazioni genetiche).
E' invece una scienza, sia pure "umana" e si sviluppa creativamente e criticamente; integrarvi (non meccanicamente, senza stravolgerlo e non contraddittoriamente con il suo "nucleo originario", ma criticamente) nuove conoscenze gli giova tantissimo per sua natura.
Per giunta il pensiero di Marx ed Engels (e anche di Lenin) comprende diverse teorie: filosofica materialistica dialettica (e atea), checchè ne dicano certi spericolati esegeti antistalinisti, scientifica umana materialistica storica, critica dell' economia politica (pure considerabile scienza umana) per lo meno.
Ora, innanzitutto (secondo me purtroppo, perché ce ne sono di molto peggiori!) la filosofia del materialismo dialettico oggi ha di fatto scarsissimo seguito. Mi stupiresti molto favorevolmente se ne fossi seguace (ma sono propenso a non crederlo in virtù della sua incompatibilità con qualsiasi apprezzamento dell' opera del Friederich.2, al di là di ovvie possibili ripetizioni meramente casuali da parte sua di singole tesi di Marx o in generale dell' ovvia possibile presenza di qualche tesi sua propria vera). E se non lo sei, non vedo a che pro rivendichi l' ateismo filosofico dei fondatori del socialismo scientifico, quando tu (ripeto per estrema cautela: se non ne segui in sostanza integralmente la filosofia materialistica dialettica) ne tradisci altri aspetti non meno fondamentali (se segui la filosofia materialistica dialettica di Marx, ritiro queste considerazioni, ma non posso non rilevare la grossa contraddizione di pretendere di affiancarle un qualche pur limitato apprezzamento del pensiero di Nietzche).
Inoltre per parte mia seguo il materialismo storico e la critica dell' economia politica ma non, pur apprezzandola molto, la filosofia del materialismo dialettico.
E ribadisco che esattamente come é eclatantissimo (licenza poetica; anzi: polemica) nel caso delle scienze naturali, anche in quello della scienza umana del materialismo storico (e il discorso vale a maggior ragione semplicemente per il lottare per il comunismo) si può benissimo essere credenti in parecchie religioni e conoscerla, saperla applicare in pratica e anche svilupparla creativamente e genialmente: quanti validissimi e talora geniali ricercatori scientifici naturali sono credenti!




2) La seconda incompatibilità è di tipo politico-sociale. I due soli e le doppie verità hanno fatto fin troppi disastri. Il comunismo è compatibile solo con una religione molto intimista e non interferente sulla gestione sociale (penso al buddismo). Pretendere questo da un culto universalistico, καθολικός fin nel nome, significa farsi prendere in giro fino ad esserne fagocitati, com'è accaduto all'ex glorioso partito della classe operaia, il PCI.
Citazione
E infatti non pochi ottimi comunisti sono stati religiosi nel loro intimo "alla maniera del buddismo" (ammesso che questo possa essere considerato una religione) senza affatto fare indebitamente interferire (in maniera inevitabilmente contraddittoria) le loro convinzioni religiose con le loro convinzioni teoriche rivoluzionarie e la loro lotta politica.
Il PCI a mio modesto parere non é stato affatto fagocitato dal culto cattolico (peraltro in crisi non di molto meno grave di quella del comunismo stesso: ha poco da fagocitare!), ma casomai dalla subalternità al pensiero dominante in Occidente, del quale il radicalfighettismo é parte integrante non meno importante del cristianesimo (peraltro soprattutto protestante); non per niente se continua così il PD si ridurrà a percentuali di votanti assai simili a quelle del partito di Pannella.
Conosco peraltro personalmente qualche cattolico comunista che ha finito per diventare ateo; magari ha anche smesso di essere comunista, come tanti altri, ma fin che era comunista la sua contraddizione l' ha risolta eliminando la sua fede religiosa e non viceversa; non ne conosco invece che abbiano fatto "fagocitare" il loro comunismo dalla loro fede cattolica: questo mi dice la mia limitatissima esperienza personale, che qualche cattolico comunista ha smesso di essere cattolico, mentre nessuno che io conosca ha smesso di essere comunista per il fatto di essere cattolico (ma per seguire l' aria che tirava, esattamente come tutti gli altri ex-comunisti).




3) Resta soltanto una possibilità di alleanza di tipo tattico, fondata sul comune denominatore egualitario ma anche questo, proprio per la differenza ontologica e semantica dell'uguaglianza nelle rispettive Weltanschauung (visioni del mondo), finisce con una gelata resa dei conti quando si passa ai contenuti pratici della lotta di classe e dell'etica sociale e sessuale. Quindi direi un'alleanza tipo Stalin-Churchill, contro le forme più inumane del capitalismo di rapina, e nulla più. Il che, rispetto all'oggi, visto il rovinoso stato dell'antagonismo sociale dal basso, può essere anche molto. Ma apparire molto di più di quello che vale.
Citazione
Quella di cui parli é una possibile alleanza tattica con la chiesa cattolica (ed eventuali -per lo meno oggi- partiti che ne siano emanazione) e non la possibile (e a tratti, almeno in passato, reale) adesione di credenti alla concezione materialistica storica e alla stessa militanza in partiti comunisti.
 
Noto peraltro che con seguaci (sia pur più o meno coerenti e anche più o meno consapevoli) del nichilismo irrazionalistico nietzcheiano (alla Salvini o alla Meloni, per intenderci) un' alleanza sia pure tattica é molto ma molto più difficile e improbabile; solo la constatazione empirica del benemerito patto Ribbentrop - Molotov mi impedisce di scrivere "impossibile").




Una postilla al tuo ultimo post: ettecredo che chi crede nei numi si affidi obtorto collo alla tecnoscienza numi-free. Se si affidassero solo alla provvidenza divina il mondo sarebbe già ateo da mo !
Citazione
Questa non l' ho proprio capita (forse mi confondi con qualcun altro; almeno spero, perché altrimenti i miei timori dell' Alzheimer subirebbero una grossa impennata): dove avrei mai negato (o anche affermato) che chi crede nei numi si affida obtorto collo alla tecnoscienza numi-free?
Comunque la mia esperienza mi induce a una certa cautela nello sperare in una rapida diffusione dell' ateismo (spero ovviamente di sbagliare per eccesso di pessimismo, come su tante altre questioni).

sgiombo

Citazione di: viator il 24 Dicembre 2018, 18:29:19 PM
Salve Ipazia. Secondo me (profondo profano ideologico) il cattocom è stato uno specchiettino per le allodole approvato dalla gerarchia catto per trattenere i seguaci facendo loro baluginare una apertura della Chiesa verso orizzonti pseudoegualitari. Uno strumento tattico, suvvia, proprio come affermi tu.
Apertura che non ci potrà mai essere in concreto poichè  richiederebbe che essa rinunci alla precisa gerarchia gregge-pastore.
Per la chiesa l'egualitarismo esiste solamente per il gregge e solamente davanti al dogma.
Poi ci sono le favolette di Natale. Sono stufo di saluti ed auguri, e gli ultimi li dedico a te.

Della gerarchia cattolica in veste di eventuale alleata, a noi comunisti (parlo per me!) non ce ne può fregare di meno.
Quel che mi interessa é che di credenti comunisti (e anche ottimi comunisti) ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.

Ipazia

Riporto da qui un discorso sul tempo che in quel contesto era decisamente OT

Citazione di: sgiombo il 11 Gennaio 2019, 21:29:05 PM
Qui il maestrino tocca farlo a me, sia pur controvoglia (e mi sento imbarazzatissimo).
Marx, nella critica del Programma di Gotha; e anche Lenin in Stato e rivoluzione) parla sia del principio distributivo "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro", sia di quello "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"
E afferma che il primo é proprio della prima fase della società comunista "quale sorge sulla base dei precedenti rapporti sociali capitalistici", nella quale lo Stato (dittatura del proletariato) inizia appena ad estinguersi, mentre il secondo é proprio della società comunista avanzata, "quale si sviluppa sulla sua propria base" dopo la completa estinzione dello Stato.
E mi sembra del tutto evidente che nell' URSS non si sia mai andati molto lontano nemmeno nella prima fase (quella di "...a ciascuno secondo il suo lavoro") come da me correttamente affermato (l' estinzione dello Stato e l' "...a ciascuno secondo i suoi bisogni" non é mai stato all' ordine del giorno, ma era qualcosa di decisamente avveniristico).

Inoltre Marx afferma chiaramente che i bisogni non sono uguali per tutti ma diversi, soprattutto nella prima fase meno avanzata ("inoltre un operaio é ammogliato, l' altro no; uno ha più figli, ecc.").
...
Ergo: il tempo fisico é reale (anche se non per così dire "ubiquitario", né assoluto).

Il tempo fisico galileiano, appunto. Ancora tutto da stabilire se abbia anche un senso antropologico; se dobbiamo ritenere il primo "oggettivo" e il secondo "soggettivo" e se questo abbia anche una funzione gerarchica di significato come la scienza galileiana presupporrebbe.

Già il fatto che il fine della rivoluzione socialista fosse il superamento del tempo-lavoro cronometrico dimostra la natura contingente, non finalistica, della prima fase in cui i parametri "scientifici" dello sfruttamento capitalistico e della sua determinazione del "valore" erano la misura di tutte le cose. Ma il comunismo aveva in testa altri metri e misure:  i bisogni (giusta l'osservazione su aspetti differenziali anche di questi). I lacaniani ci aggiungeranno i desideri. Il 68, l'immaginazione. E l'onnivoro Capitale farà una bella sintesi pro domo sua nei centri commerciali.

Ma queste sono altre storie e noi comunisti possiamo anche arrangiarci coi nostri materiali. Innanzitutto la categoria di bestiale ed umano che il giovane Marx utilizza nei confronti del lavoro. Quando Marx identifica il lavoro con l'umano non ha certo in testa il marcatempi capitalistico, ma piuttosto quello che Primo Levi descrive nel suo romanzo "La chiave a stella", ovvero il lavoro fatto a regola d'arte in cui la sostanza non è data dal tempo-lavoro ma dalla qualità-lavoro, la cui unità di misura non può essere la stessa. Nel lavoro fatto a regola d'arte il tempo-lavoro scompare come f(t) nei fenomeni quantistici e rimane solo il valore d'uso nella sua incalcolabile qualità. Questo passaggio dalla quantità alla qualità del lavoro, e quindi alla sua (ri)umanizzazione è il segno specifico della morale del materialismo storico comunista.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Per Ipazia e Sgiombo : "Nel lavoro fatto a regola d'arte il tempo-lavoro scompare come f(t) nei fenomeni quantistici e rimane solo il valore d'uso nella sua incalcolabile qualità. Questo passaggio dalla quantità alla qualità del lavoro, e quindi alla sua (ri)umanizzazione è il segno specifico della morale del materialismo storico comunista."

Questo e non altri è il principio degno del materialismo storico. Pur se consiste solamente nella sintesi di principi sottostanti infantilmente idealistici.

Quindi l'ideale vorrebbe che il valore della produzione (effetto del lavoro) consistesse nella sua qualità anziche nella sua quantità.
Purtroppo la prassi ci indica l'inverso. Per la semplice ragione che la quantità è universalmente riconoscibile grazie ad una raggiunta e "funzionante" convenzione universale sulla sua misurabilità : l'aritmetica.

Quando verrà inventato e si diffonderà il "qualitometro" forse si potrà pensare al cambiar convenzione.

Il fatto comunque è che ci si può dedicare alla qualità solo una volta si disponga delle quantità minime imposte dall'esistenza dei bisogni. Il meccanismo capitalistico infatti funziona bene poichè è un ottimo creatore di "pseudobisogni" indotti che perpetuino l'attuale percezione "quantitativa" del "benessere". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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