Marxismo oggi in risposta ad alcune riflessione di Niko

Aperto da green demetr, 18 Giugno 2021, 15:37:16 PM

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green demetr

"Sì, critico il suo fare soldi (si parlava di Marx) a spese della massa ignorante, ma volevo fare anche una differenziazione in linea generale, tra l'autonomia del politico che poteva riguardare una certa generazione, diciamo quella degli anni settanta, differentemente da un'altra, diciamo quella dei giorni nostri.


Poi faccio anche una critica di poca originalità, e dico che il suo pensiero è uguale spiccicato a quello di Preve, non cerco proprio niente in Fusaro che mi "dia fastidio" a livello politico, e non cerco perché è semmai lo stesso insieme di cose che mi hanno "dato fastidio" di Preve a loro tempo, quindi "ho già trovato", anche se ho già trovato le magagne dell'uno in un altro.


Quali siano queste cose penso che non interessi a nessuno, perché questa è una discussione sui filosofi nel 2021, non su cosa piace e non piace a me di Preve e Fusaro.

Senza andare troppo fuori argomento, posso dire che sono comunista, che ritengo comunismo e comunitarsimo assolutamente inconciliabili, non penso che la linea storica e di pensiero heghelo-marxiana sia un antidoto inattuale al nichilismo come problema ma che marxismo e nichilismo siano speculari tra di loro, che in quanto comunista sono in linea generale per la globalizzazione e non contro."

cit niko


Capisco la tematica del globalismo come fine del marxismo, nel senso ipotizzo della lotta di classe allargata al sua estensione massima. Laddove sia chiara la distinzione fra Ricchi e Poveri.


Che poi è la premessa per la rivoluzione.


Capisco dunque anche che il comunitarismo è un antipatico guastatore delle feste, ai sogni utopici di questa inveramento della storia.
Non capisco come possa marxismo e nichilismo essere la stessa medaglia.


Chiedo dunque dei ragguagli, mi pare interessante quando dovremo leggere insieme il capitale.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#1

Il capitale non può costituirsi come assoluto perché il lavoro vivo, per quanto piccolo e asimmetrico rispetto al colosso, esiste sempre, ed esiste come residuo, per cui, stante tale residuo, l'assoluto non può costituirsi nemmeno come insieme delle parti  ed esiste come oggetto di amore (desiderio del desiderio), che neanche l'uomo più potente e più cattivo del mondo può avere con la forza. I vivi sono infinitamente numericamente minori dei morti, eppure non fanno insieme armonico delle parti con i morti, sono una differenza irriducibile, e così pure il lavoro dei vivi.Mi annoiano quindi le teorie fusaro-previane del capitale come assoluto, quelle per cui tu metti la C maiuscola, che alla fine devono mettere insieme borghesi e proletari come i nuovi sfruttati (precariato) dall'aristocrazia finanziaria, non si capisce che la borghesia universale tante altre volte nella storia ha ceduto parte del potere a qualcuno (monarca, imperatore, dittatore...) ma è sempre rimasta classe dominante.E poi il localismo, a cui finisce per ridursi il comunitarismo a giudizio di chi ha una prospettiva globale, dà adito a tutta una serie di concetti ed esternazioni dei suoi sostenitori che a me stanno antipatici a pelle anche a prescindere da ogni elaborazione, come critica distruttiva all'antifascismo nel presente, al mito del sessantotto, al femminismo, rigurgiti di nazionalismo, familismo, populismo, deismo, clericalismo, etica del lavoro presupponente uno stato etico, xenofobia, è proprio roba che non fa per me, preferisco sballarmi con altro.Per essere più precisi,  il deisiderio non integrabile nella figura umana è infinito (il desiderio infinito di cui parla spesso Fusaro come se fosse un problema e un'aberrazione contingente del capitalismo post muro di Berlino, e non un destino da accettare nietzscheanamente con amore), perché rappresenta l'ambizione infinita intrinseca del capitale che è incompatibile con la sua stessa costituzione in assoluto, e quindi anche il suo (scontato) destino di fallimento nel dominare completamente la natura, ma questa stessa ambizione infinita è la corretta (corretta nel senso di ricettacolo possibile di immedesimazione istintuale umana e realistica, tale è il capitale, tale è la natura) mimesi della natura che dovrà sopravvivere nella società liberata che prenderà il posto del capitalismo, il residuo che, a mio personale giudizio, fu a suo tempo il bene nel male, il piccolo desiderio di amore non integrato nel colosso, e rimarrà, o almeno mi auguro che rimanga, nella nascente società del comunismo, o quantomeno del meglio, come filo conduttore del vecchio col nuovo: raccogliere la bandiera della rivoluzione borghese è raccogliere il desiderio di infinito, da un punto di vista dell'eros, e riecheggiando i conflitti religiosi cinquecenteschi che la nascita del capitalismo hanno segnato, una mistica unionista, non comunionista; io non sono per un comunismo della finitezza o per un'attivazione (hegeliana) della coscienza nel mondo della quotidianità.Condivido abbastanza i nessi tra marxismo e nichilismo accuratamente individuati da Preve:


Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com), ( il link rimanda al punto 1, poi si dovrebbe poter sfogliare fino alla fine)




ma mi sembra che Preve quando tematizza tale nichilismo -implicito nella non-filosofia sociale di Marx- a problema e tenta di superarlo, lo faccia nel senso di una rifondazione etica retrospettiva che guarda, indietro, ad Hegel, all'astuzia della ragione come manifestazione dello spirito nella storia; cade anche lui nella serie delle "rifondazioni" comuniste anche se annuncia profeticamente di non cadervi (lo slogan dell'ex partito di Fusaro era "valori di destra, idee di sinistra" uno slogan tutto hegeliano e tutto un programma); non tenta un altro possibile superamento nel senso di un'accettazione attiva e destinale del nichilismo alla maniera di Nietzsche, insomma a prescindere dal mero fatto della caduta o no degli dei, egli ha paura della caduta degli dei. Per lui è veritativa la filosofia, non la condizione umana, e tenta di recuperare l'aspetto classicamente filosofico (logico-ontologico) di Marx, che lui ravvisa nella concezione marxiana di individuo, diversa, (proprio sul piano della differenza realismo-nichilismo) e non mai perfettamente conciliata, con quella invece marxiana di società.Per me invece, Il nichilismo non si "risolve" con il prenderne coscienza, ma con il farsene qualcosa, l'unione stessa tra materia inerte, specie e individuo che è ogni vivente, mi fa pensare che la sofferenza non finirà mai in quanto necessaria al divenire; il potere di direzionare il divenire deve/può quindi essere desiderato solo abissalmente e senza intenzione, bisogna "accettare" quindi anche il capitalismo, per superarlo.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Dopo aver letto il link mi rendo conto che l'errore stupefacente di Preve sta nell'ignorare le "tesi su Feuerbach" che fondano l'Origine, ovvero l'agognato "fondamento logico-ontologico della filosofia" marxista proprio sull'umanesimo. Quell'umanesimo che Preve riduce a meccanica temporale nichilistica, mentre è sostanza originaria di tutta l'elaborazione filosofica, antropologica, storica, economica e politica di Marx.

Fallato il fondamento critico, fallisce pure l'analisi. Che arriva pure a trovare una contraddizione tra l'antropologia e la filosofia di Marx, la cui ragione non sta in Marx, ma nella lettura fallace, "nichilistica", dell'impianto filosofico (cit. dei Grundrisse, ad esempio).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: niko il 19 Giugno 2021, 15:27:38 PM
Mi annoiano quindi le teorie fusaro-previane del capitale come assoluto, quelle per cui tu metti la C maiuscola, che alla fine devono mettere insieme borghesi e proletari come i nuovi sfruttati (precariato) dall'aristocrazia finanziaria, non si capisce che la borghesia universale tante altre volte nella storia ha ceduto parte del potere a qualcuno (monarca, imperatore, dittatore...) ma è sempre rimasta classe dominante.
Quando scrivo Capitale intendo l'entità metafisica, non il gruzzolo economico.  Entità metafisica adorata da miliardi di credenti della religione più diffusa del pianeta. Capitale come nome proprio di nume.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

baylham

Non ho capito quale sia il nesso tra il tempo e il nulla alla base dell'etichetta di nichilismo attribuita da Preve a Marx e al marxismo su cui si regge la sua analisi: che gli enti siano divenienti non implica che siano nulla, la fine di un ente è l'inizio di altri enti. Ho compreso che al filosofo Preve non piacevano le cose transitorie, relative, ma mi sembra una questione appunto soggettiva. Una mia critica al materialismo storico e dialettico di Marx è al contrario quella di avere preconizzato la fine del processo sociale con l'avvento del comunismo.







Ipazia

Citazione di: baylham il 20 Giugno 2021, 11:28:38 AM
Non ho capito quale sia il nesso tra il tempo e il nulla alla base dell'etichetta di nichilismo attribuita da Preve a Marx e al marxismo su cui si regge la sua analisi: che gli enti siano divenienti non implica che siano nulla, la fine di un ente è l'inizio di altri enti. Ho compreso che al filosofo Preve non piacevano le cose transitorie, relative, ma mi sembra una questione appunto soggettiva.
È il precipitato filosofico della metafisica feticistica dell'Essere che arriva fino ai giorni nostri ancora sovrappopolati di orfani nostalgici di quella metafisica.
CitazioneUna mia critica al materialismo storico e dialettico di Marx è al contrario quella di avere preconizzato la fine del processo sociale con l'avvento del comunismo.
Non confondiamo Marx con Fukuyama. Il comunismo per i profeti è la fine della preistoria, non della storia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 20 Giugno 2021, 10:26:38 AM
Citazione di: niko il 19 Giugno 2021, 15:27:38 PM
Mi annoiano quindi le teorie fusaro-previane del capitale come assoluto, quelle per cui tu metti la C maiuscola, che alla fine devono mettere insieme borghesi e proletari come i nuovi sfruttati (precariato) dall'aristocrazia finanziaria, non si capisce che la borghesia universale tante altre volte nella storia ha ceduto parte del potere a qualcuno (monarca, imperatore, dittatore...) ma è sempre rimasta classe dominante.
Quando scrivo Capitale intendo l'entità metafisica, non il gruzzolo economico.  Entità metafisica adorata da miliardi di credenti della religione più diffusa del pianeta. Capitale come nome proprio di nume.




Ok, quella della C maiuscola era una parte che non volevo copincollare dall'intervento in cui rispondevo specificamente a te in filosofi nel 2020, ma poi l'ho copincollata per sbaglio, in filosofi nel 2020 rispondendo a te mi spiego meglio, e anche con una formattazione migliore, che pure quella qui mi è venuta male.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

"femminismo, rigurgiti di nazionalismo, familismo, populismo, deismo, clericalismo, etica del lavoro presupponente uno stato etico, xenofobia, è proprio roba che non fa per me, preferisco sballarmi con altro" cit Niko

Con comunitarismo non intendo alcuna delle forme ideologiche che hai elencato.
Il comunitatismo è proprio una risposta che viene necessariamente dalla relazione con l'altro, di fronte a te, quindi nel comunitarismo, che uso in maniera generica, ma non ideologica, è  bandita ogni metafisica, che premetta, e non decida solo successivamente cosa sia l'uomo, e cosa sia l'umanità che lo caratterizza. Se vogliamo da manualistica un moto sintetico alla Hegel.
Femminismo, nazionalismo, populismo, deismo, eticità etica, xenofobia sono altrettante sfaccettature dell'errore originario di pretendere qualcosa a scapito di qualcos'altro.
Sono tutte etiche del livore, dell'odio.
Benchè quindi siamo d'accordo, anzi molto d'accordo:

"Per essere più precisi,  il deisiderio non integrabile nella figura umana è infinito (il desiderio infinito di cui parla spesso Fusaro come se fosse un problema e un'aberrazione contingente del capitalismo post muro di Berlino, e non un destino da accettare nietzscheanamente con amore), perché rappresenta l'ambizione infinita intrinseca del capitale che è incompatibile con la sua stessa costituzione in assoluto, e quindi anche il suo (scontato) destino di fallimento nel dominare completamente la natura, ma questa stessa ambizione infinita è la corretta (corretta nel senso di ricettacolo possibile di immedesimazione istintuale umana e realistica, tale è il capitale, tale è la natura) mimesi della natura che dovrà sopravvivere nella società liberata che prenderà il posto del capitalismo, il residuo che, a mio personale giudizio, fu a suo tempo il bene nel male, il piccolo desiderio di amore non integrato nel colosso, e rimarrà, o almeno mi auguro che rimanga, nella nascente società del comunismo, o quantomeno del meglio, come filo conduttore del vecchio col nuovo" cit Niko

Certamente, il desiderio è ciò che caratterizza l'essere uomo in quanto tale, perciò è evidente che il comunismo e le sue inverazioni storiche sociali (gulag,la cina etc) testimoniano della vera quintessenza del politico che si fa chiamare comunismo, che combacia con il suo fascismo, nemmeno tanto velato.
Mi fa sorridere dunque che tu voglia salvare il comunismo, infatti il tuo è un augurio, ossia una dichiarazione di intenti contraria ed eguale alla sua utopia.
Nessun idea di lavoro, nessuna consapevolezza della fine delle utopie.
Il comunitarismo genericho che intendo io, è proprio l'esatto opposto di una adesione ideologica, è anzi un lavoro personale che riguarda me e te.
Ma d'altronde è per questo che sono solo, direi che è inevitabile.
Troppa sedimentazione ideologica.

Passiamo al buon Preve, un filosofo nemico di Nietzche, ma che fa filosofia proprio come Nietzche: martellando il cervello vuoto dei suoi allievi e consolidali (? mica tanto visto gli attacchi che subì) politici.

Si ho capito l'intento di Preve, è quello di rifondare la percezione del marxismo, non come ideologia, con il partito a farne le veci, ma come naturale struttura ontologica sociale.
Ossia da manualistica, quella dell'agone schiavo-padrone.
In effetti ho visto il film sul giovane Marx.
In effetti quello che premeva a Marx, era il superamento del lavoro intra-personale, che generava sempre una lotta locale, senza alcun respiro realmente sociale, in funzione di un pensiero ad ampio respiro che descrivesse le dinamiche sociali generali, per poi dirigerle verso una struttura di dimensione socialista.
Quindi come il socialismo è la lotta particolare, e quindi vittima sempre del Capitale, così il comunismo è il tentativo del suo rilancio in funzione antagonista.
Mi manca tutto il lavoro su Marx.
Iniziamo a settembre.

Tornando a bomba, il nichilismo, con l'accettazione dello svuotamento dei valori, risulta per Preve, un nemico formidabile.

E' corretto politicamente, non filosoficamente, come invece pretende nell'articolo.
O meglio la filosofia di cui parla è quella della politica filosofica, ossia Platone.

Per parte mia sto con Ipazia, Preve dimentica completamente tutta la parte metafisica, che in Marx invece è non solo evidente, ma preponderante.

Se togliamo infatti quella parte, sono corrette le critiche fatte a Marx, che col suo lavoro, ha semplicemente dato una forma forte teorica al capitalismo.
Ossia il capitalismo è stato creato da Marx stesso.
(cosa falsa, perchè se è vero che Marx ha visto il Capitale, lo ha visto nella sua dimensione metafisica e non solo politica, ossia economica).

Ma il fatto di decidere di dimenticarsene, è proprio la testimonianza, del suo carattere forte, sia a livello politico che propriamente filosofico.(Non è che se la dimentica, è che proprio la riscrive).
Preve era una persona come non ce ne sono più. 8)

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: baylham il 20 Giugno 2021, 11:28:38 AM
Non ho capito quale sia il nesso tra il tempo e il nulla alla base dell'etichetta di nichilismo attribuita da Preve a Marx e al marxismo su cui si regge la sua analisi: che gli enti siano divenienti non implica che siano nulla, la fine di un ente è l'inizio di altri enti. Ho compreso che al filosofo Preve non piacevano le cose transitorie, relative, ma mi sembra una questione appunto soggettiva. Una mia critica al materialismo storico e dialettico di Marx è al contrario quella di avere preconizzato la fine del processo sociale con l'avvento del comunismo.


Per Preve l'agone tra povero e ricco è di carattere ontologico e non morale, o economico, esattamente come per Marx, che lo eredita da Hegel, che lo eredita da Platone.


Si esplicita in termine economici ma non deriva dagli aspetti economici (che variano in base ai processi storici e ai modelli di riferimento),  infatti la sua (di Marx-Preve) è una politica-economica, non una mera economia, nè una mera politica.


Per Preve il nichilismo comporta in primis una ideologia, quella che crede che nulla si possa trasformare, uno degli effetti del nichilismo è il disfattismo o il trasformismo che senza saperlo sposano il nichilismo nella convinzione che politica ed economia si adattano ai tempi.
Preve invece combatte contro il disfattismo dimostrando una ontologia invariabile dello scontro politico-economico.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

baylham

"Marx rifiutò integralmente non solo la religione, ma anche ogni ontologia, cioè ogni riconoscimento della struttura veritativa logico-ontologica della realtà. Rifiutò così non solo Platone ed Hegel, ma anche Aristotele e Spinoza. Rifiutò la filosofia in blocco, e la sua mirabile scienza dei modi di produzione, il cosiddetto materialismo storico, fu fondato su basi filosofiche nichilistiche. È possibile ovviamente ricostruire il contesto storico di questa scelta nichilistica (il ventennio 1835-1855), caratterizzato dalla sinergia fra il nascente positivismo europeo e l'anarchismo sociologico della cosiddetta "sinistra hegeliana". Ma questo è interessante solo storiograficamente, non teoricamente. Marx scelse una non-filosofia, e la non-filosofia si chiama nichilismo. Il nichilismo, ovviamente, inteso come rinuncia ai fondamenti logico-ontologici della verità, assume in Marx la forma di una triade, in cui l'addizione di Umanesimo, Storicismo ed Economicismo viene chiamata Materialismo. Si tratta di una vera e propria catastrofe."


Per Preve il materialismo storico e dialettico di Marx è una "catastrofe" nichilista.
Tra la filosofia di Marx e quella di Preve non c'è quindi logicamente alcuna relazione di affinità.
Preferisco la filosofia di Marx: l'assenza di qualcosa come una "struttura veritativa logico-ontologica della realtà" è pregevole.

Ripeto che la concezione del nichilismo espressa nel paragrafo 4 dell'articolo di Preve collegato, il tempo come annichilatore, è priva di giustificazione e coerenza. Se il nichilismo è infondato, l'anti nichilismo lo è doppiamente.

Ipazia

#10
La filosofia della prassi ha una sua "ontologia" antropologica che distingue una fase preistorica, classista, "materialista" in quanto dominata dallo "spirito" della roba, di cui il Capitale (fisico e metafisico) è l'ultima sostanza transustanziata. Una fase in cui il bestiale sussume l'umano nella fase fondativa e destinale dell'homo faber (inclusiva di un sapere servile a libro paga).

Il comunismo, filosoficamente declinato, è  la risposta umanistica a questo stato di cose, in cui lo spirito umano si redime dalla condizione alienata dello schiavo e dell'intellettuale asservito allo Stato classista (gli Hegel, i Weber, la "comunità scientifica")  ed inizia la fase storica dello spirito che sussume il bestiale all'umano.

Il tempo di vita liberato dal lavoro necessario può quindi esplicare tutte le sue facoltà sapiens e ludens in una storia liberata da ogni forma di alienazione politico-economica e ideologico-religiosa,  in un contesto di cooperazione sociale: da ciascuno secondo le sue capacità; e realizzazione individuale: a  ciascuno secondo i suoi bisogni. Bisogni che lo sviluppo della teoria ha declinato tanto sul versante materiale che spirituale, evolvendosi secondo lo spirito e la materialità (non alienata) del tempo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

 Citaz. Niko
Condivido abbastanza i nessi tra marxismo e nichilismo accuratamente individuati da Preve:Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com), ( il link rimanda al punto 1, poi si dovrebbe poter sfogliare fino alla fine)


Ho approfondito Preve qualche hanno fa, cercando di capirne il pensiero e ascoltando parecchi video in cui Fusaro dialoga con Preve. Lo scritto linkato infatti lo avevo letto  ed è "quasi" perfetto nella prima parte.
Preve è più filosfo di Marx, che nulla ha capito di filosofia lasciando infatti spazio a parecchi pensatori di "sinistra" che lo hanno continuamente reinterpretato.
Preve si pone due problemi fondamentali per il comunismo/comunitarismo :
fondazione di una teoretica che in Marx non c'è, o èaltamente ambigua ; riformulazione della prassi che Marx ha fallito, tant'è che Preve sulla prassi tende ad indirizzarsi più su
Fichte che non Hegel
E ha così centrato il problema del fallimento non solo del marxismo, ma del pensiero sociale intero .


Cito da l testo linkato alcuni passaggi fondamentali.
-Lo spazio simbolico dell'Origine del Tempo deve dunque essere sottratto alla temporalità stessa intesa come distruzione nichilistica permanente di ogni stabilità. A mio avviso, se non si parte da questo punto, e si parte invece da una fantomatica "materia" originaria come matrice del mondo (dall'acqua di Talete al (big bang dei fisici moderni), si parte con il piede sbagliato, ed è allora del tutto inutile parlare di filosofia, marxismo, comunismo ed altre parole vuote di questo tipo.
Perfetto......


-L'origine della Religione, o più esattamente delle religioni, sta dunque nella razionale esigenza di sottrarre allo scorrimento annichilatore del tempo un'Origine che possa funzionare da garante di tutti i valori fondativi di una comunità. L'origine della religione è dunque assolutamente razionale, e questo non è capito da tutti coloro che si perdono nel totemismo della magia, nel culto dei morti e nell'inganno dei sacerdoti, nell'ignoranza delle masse e nella legittimazione religiosa del potere di classe.
E' esatto : nella costituzione di una identità di popolo che superi i clamori del tempo, costruendo la tradizione a fondamento . Ed è per questo che le forme economiche e sociali mutano, ma non così  le forme religiose.


-Chi vuole dunque l'ateismo deve essere consapevole che il suo vero avversario, quello cui deve prima di tutto saper rispondere, non è certamente la religione (o meglio i miti ed i dogmi del tutto prescientifici ed indimostrabili di cui le religioni si nutrono), ma è il nichilismo, cioè la totale insensatezza integrale del mondo naturale e sociale, quel nichilismo contro cui a suo tempo tutte le religioni sono nate, sono cresciute e si sono mantenute nonostante i numerosissimi "smascheramenti" di tipo sociologico e scientifico. Grandioso......avrei solo specificatamente scritto meglio sulla "insensatezza integrale del mondo naturale e sociale", probabilmente allude che il pensiero nichilista ha voluto determinarsi nel mondo naturale e sociale, tipicamente positivistico e in cui è caduto anche Marx e soprattutto Engels.


-Mentre i "pezzi" dell'analisi economica, sociologica e storica del marxismo possono essere forse riparati, il "pezzo" del suo fondamento filosofico non può essere riparato, ma deve essere integralmente sostituito. C'è però un impedimento: come possono i nichilisti prendere coscienza del nichilismo?
Esatto.....semplicemente non possono e osservano un mondo che a loro non piace ,eppure condivendo la stessa cultura nichilista dei loro "padroni"che non vogliono ammettere.
Sposando la stessa matrice culturale nichilista, vedono il mondo rovesciato.


-La filosofia propriamente detta ......viene per così dire razionalizzata, cioè depersonificata e trasformata in una struttura veritativa di tipo logico-ontologico.


La filosofia classica greca nacque proprio così. Dal linguaggio del mito si passò man mano all'ontologia.




-.........[/size]S[/size]i tratterà di una soluzione rifiutata da [/size]Marx [/size]che così consegnerà ai suoi seguaci una soluzione nichilista. Una vera bomba a tempo, ormai scoppiata, di cui la stragrande maggioranza dei marxisti appare inconsapevole.[/size][/font]


E' ovvio, ne è conseguente

paul11

Citazione di: paul11 il 28 Giugno 2021, 11:12:59 AM
Citaz. Niko
Condivido abbastanza i nessi tra marxismo e nichilismo accuratamente individuati da Preve:Costanzo Preve su nichilismo e marxismo I (kelebekler.com), ( il link rimanda al punto 1, poi si dovrebbe poter sfogliare fino alla fine)


Ho approfondito Preve qualche hanno fa, cercando di capirne il pensiero e ascoltando parecchi video in cui Fusaro dialoga con Preve. Lo scritto linkato infatti lo avevo letto  ed è "quasi" perfetto nella prima parte.
Preve è più filosfo di Marx, che nulla ha capito di filosofia lasciando infatti spazio a parecchi pensatori di "sinistra" che lo hanno continuamente reinterpretato.
Preve si pone due problemi fondamentali per il comunismo/comunitarismo :
fondazione di una teoretica che in Marx non c'è, o èaltamente ambigua ; riformulazione della prassi che Marx ha fallito, tant'è che Preve sulla prassi tende ad indirizzarsi più su
Fichte che non Hegel
E ha così centrato il problema del fallimento non solo del marxismo, ma del pensiero sociale intero .


Cito da l testo linkato alcuni passaggi fondamentali.
-Lo spazio simbolico dell'Origine del Tempo deve dunque essere sottratto alla temporalità stessa intesa come distruzione nichilistica permanente di ogni stabilità. A mio avviso, se non si parte da questo punto, e si parte invece da una fantomatica "materia" originaria come matrice del mondo (dall'acqua di Talete al (big bangdei fisici moderni), si parte con il piede sbagliato, ed è allora del tutto inutile parlare di filosofia, marxismo, comunismo ed altre parole vuote di questo tipo.
Perfetto......


-L'origine della Religione, o più esattamente delle religioni, sta dunque nella razionale esigenza di sottrarre allo scorrimento annichilatore del tempo un'Origine che possa funzionare da garante di tutti i valori fondativi di una comunità. L'origine della religione è dunque assolutamente razionale, e questo non è capito da tutti coloro che si perdono nel totemismo della magia, nel culto dei morti e nell'inganno dei sacerdoti, nell'ignoranza delle masse e nella legittimazione religiosa del potere di classe.
E' esatto : nella costituzione di una identità di popolo che superi i clamori del tempo, costruendo la tradizione a fondamento . Ed è per questo che le forme economiche e sociali mutano, ma non così  le forme religiose.


-Chi vuole dunque l'ateismo deve essere consapevole che il suo vero avversario, quello cui deve prima di tutto saper rispondere, non è certamente la religione (o meglio i miti ed i dogmi del tutto prescientifici ed indimostrabili di cui le religioni si nutrono), ma è il nichilismo, cioè la totale insensatezza integrale del mondo naturale e sociale, quel nichilismo contro cui a suo tempo tutte le religioni sono nate, sono cresciute e si sono mantenute nonostante i numerosissimi "smascheramenti" di tipo sociologico e scientifico. Grandioso......avrei solo specificatamente scritto meglio sulla "insensatezza integrale del mondo naturale e sociale", probabilmente allude che il pensiero nichilista ha voluto determinarsi nel mondo naturale e sociale, tipicamente positivistico e in cui è caduto anche Marx e soprattutto Engels.


-Mentre i "pezzi" dell'analisi economica, sociologica e storica del marxismo possono essere forse riparati, il "pezzo" del suo fondamento filosofico non può essere riparato, ma deve essere integralmente sostituito. C'è però un impedimento: come possono i nichilisti prendere coscienza del nichilismo?
Esatto.....semplicemente non possono e osservano un mondo che a loro non piace ,eppure condivendo la stessa cultura nichilista dei loro "padroni"che non vogliono ammettere.
Sposando la stessa matrice culturale nichilista, vedono il mondo rovesciato.


-La filosofia propriamente detta ......viene per così dire razionalizzata, cioè depersonificata e trasformata in una struttura veritativa di tipo logico-ontologico. 


La filosofia classica greca nacque proprio così. Dal linguaggio del mito si passò man mano all'ontologia.




-........SI tratterà di una soluzione rifiutata da Marx che così consegnerà ai suoi seguaci una soluzione nichilista. Una vera bomba a tempo, ormai scoppiata, di cui la stragrande maggioranza dei marxisti appare inconsapevole.


E' ovvio, ne è conseguente

Jacopus

In un ottica illuministica, il nichilismo può essere un avversario tanto quanto la religione, così come possono essere prospettive attraverso le quali osservare il mondo, non necessariamente in modo avversativo. Sintetizzando. L'uomo è solo. Non deve aspettarsi ricompense nè un pastore che lo conduca verso verdi pascoli. Deve guidare con la sua ragione la sua praxis, essendo ormai divenuto in grado di autoregolarsi. Quindi le religioni, per quanto abbiano svolto degli importantissimi compiti nel corso della storia umana, hanno terminato il loro ruolo. A meno che non si voglia mantenere l'uomo in uno stato di minorità.
Specularmente, non si deve neppure pensare che "senza Dio tutto è permesso". Noi siamo i veri padroni del nostro destino e siamo noi che dobbiamo lasciare alle generazioni successive un mondo migliore, fra i tanti che possiamo provare a costruire o a gestire. E il senso del termine "padrone", può essere declinato con "responsabilità", ovvero di essere chiamati a rispondere di quello che si fa, di fronte ai nostri simili.
In questo senso Marx è ancora estremamente attuale. Se non si fosse lasciato andare ad un millenarismo di stampo religioso. Ma il bisogno di prendere in mano la propria condizione attraverso l'argomentazione e mutarla in azione è ancora un insegnamento estremamente valido, che poco ha a che fare con il nichilismo.
La domanda che dovremmo porci è però un'altra. Da Platone in poi, passando per Cristo, fino ad Adam Smith, i mondi ideali si sono moltiplicati nelle teste dei filosofi e dei loro discepoli. Ma i mondi reali hanno dato al massimo una immagine estremamente sbiadita di quei mondi ideali. Una vita abbastanza accettabile è vissuta dal 15-20 per cento della popolazione mondiale, ma niente sembra destinato a cambiare nell'immediato futuro. I dannati della terra sono considerati con astio dai semi-dannati della terra e così via, mentre una casta intoccabile ormai considera il prossimo, una specie differente, probabilmente " a guardarli bene, tutti vermi che siamo costretti ad eliminare", come cantano i Baustelle.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Kobayashi

Cit. Jacopus: "Noi siamo i veri padroni del nostro destino e siamo noi che dobbiamo lasciare alle generazioni successive un mondo migliore, fra i tanti che possiamo provare a costruire o a gestire"

L'idea di progresso, di un miglioramento forse lento ma inevitabile, è un'idea giudaico-cristiana.
Alla redenzione del Regno si sostituisce qualcosa come la democrazia occidentale o il benessere generale o la ragione umana etc..
Lo stesso illuminismo ha una visione della storia inconsciamente teologica (così come Marx).
Dunque l'azione umana è alla fine supportata sempre da una fede di tipo escatologica: alla fine dei tempi finalmente ci sarà la liberazione.
La differenza rispetto all'epoca cristiana è che la distruzione della Chiesa lascia spazio alla libertà non dell'uomo ma delle forze mondane peggiori.
La domanda che poneva Comte su chi, dopo la Chiesa, sarà in grado di formare spiritualmente gli uomini in modo che siano capaci di combattere queste forze mondane e a costruire quindi comunità in cui regni la giustizia, è, secondo me, assolutamente attuale.

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