Marx nella filosofia e nella storia: critica essenziale.

Aperto da PhyroSphera, 21 Maggio 2024, 14:02:27 PM

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PhyroSphera

Marx, il filosofo che fornì il pensiero occidentale allora dominante nel mondo di una necessaria integrazione, facendo notare lo squilibrio tra considerazione dello spirito, sopravvalutata, e considerazione della materia, emarginata? O un rivoltoso che nella storia della filosofia ha solo il ruolo di grande comparsa?


Marx ed Engels gli ideologi che pensarono che la soluzione per la storia umana fosse in una organizzazione politica materialista e non religiosa... In tal caso diremmo: fu una buona idea tributare a una opposizione critica tanta importanza per il mondo?
Dalla critica contro un cattivo spiritualismo, alla definizione di un altro eccesso, materialista; e il fatto che i due si smentissero non gli rende ragione.

Di fatto nel pensiero occidentale esiste la nota critica kierkegaardiana al razionalismo di Hegel e la meno nota critica al socialismo reale condotta da parte di "Max Stirner", critica che verso Marx funziona a dovere: se si oblitera la unicità di ciascuno individuo, non è possibile nessun programma sociale concreto e ci si fa soggetti alle illusioni. V'è impossibilità anche di schemi sociali che spieghino tutto, come quello di borghesia/proletariato.
Il pensiero di Kierkegaard era più radicale: mentre Marx rovesciava il sistema hegeliano, Kierkegaard lo smentiva (rovesciamenti compresi).
Mentre Stirner scriveva da isolato, i comunisti dietro a Marx ed Engels interpretarono la sua opera secondo il contesto generale, non cogliendone proprio il valore di negazione, tutti illusi di essersene sottratti.

Restituire alla umanità un proprio ruolo, costruire una storia alternativa a quella fatta con Dio e le regole sociali ad Esso improntate? O mettere da parte solo il Dio borghese? E ha davvero senso dire di un Dio borghese? Quale borghesia, forse ne esiste solo una?
Di fatto la integrazione materialista di Marx fu ipostatizzata. Lo stesso suo autore cadeva in questo errore. Lo testimoniano la cieca intolleranza e la falsa sicurezza del 'Manifesto', dove alla sopravvalutazione dello spirito quale fondamento si oppone la sopravvalutazione della base materiale. I calcoli sui rapporti materiali vengono usati quali spiegazioni assolute, dimenticando volontà e non-volontà, non solo desideri e intenzioni.
Siamo di fronte a valutazioni materiali assolutizzate secondo ciò che si potrebbe definire una psicologia dell'idolo, che in tal caso è vissuto col rifiuto ma pur sempre presente. Un grande pensatore a tanto si potrebbe ridurre illudendosi della grandezza delle proprie intuizioni, a causa di orizzonti culturali e sociali limitati che non lo pongono di fronte all'alterità e in forza di inganni che fanno sembrare un mondo il mondo; ma pure presumendo troppo da sé stesso e non chiedendo niente a Dio (secondo la vulgata marxista la prima di queste due affermazioni sarebbe adatta a ritrarre il mondo borghese, ma di fatto a Marx sta bene)...

Dunque si trattò pur sempre dell'idolo, quello del Capitale, anche se nel senso opposto a quello dei finanzieri. La concentrazione del pensiero umano su sé stesso, per quanto questo grande sia, non può evitare che l'idea si tramuti nella sua riduzione e che essa possa diventare finanche distruttiva. Difatti così accadeva, poiché assieme alla illusione di aver trovato la chiave giusta per interpretare la storia e di aver dato le sentenze giuste per i suoi protagonisti ci furono anche le intolleranze e le violenze, oltre che i fallimenti.


Mauro Pastore

PhyroSphera

Ho terminato gli aggiustamenti del testo. Uno assai significativo alla fine dove ho sostituito un verbo. Infatti nel testo del primo invio sembrava che io volessi dare una condanna al pensiero ateo, cosa che non era e non è nelle mie intenzioni.

Mauro Pastore

Ipazia

Basta guardare fuori dalla finestra per capire quanto avesse ragione nel puntare il dito filosofico sulla "concezione materialistica della storia"

Il Manifesto è, onestamente, quello che dichiara di essere, ovvero la stenografia di un progetto rivoluzionario, il cui successo è paragonabile ai più importanti movimenti della storia universale, analogamente ai quali ha scontato la differenza tra idea e azione, tra il modello e la pluralità, spesso antagonistica, delle realizzazioni politiche.

Inutile pestare il tasto sull'inadeguatezza dello Spirito: ecce homo.

Ma intanto, il dado è tratto. E la carne al fuoco è ancora ottima e abbondante, cucinata sulle contraddizioni della formazione socioeconomica dominante. Sicuramente meta più attuale delle escatologie religiose.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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