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Ma che campo a fare?

Aperto da Mariano, 11 Gennaio 2020, 18:57:23 PM

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Mariano

Avete mai provato a farvi questa domanda, magari in età e quindi circostanze diverse?

Se la facessimo ad un bambino (ovviamente in termini diversi) credo che la risposta ( a meno di situazioni particolarmente dolorose)  sarebbe del tipo: per divertirmi, per sapere, per sognare cosa farò domani...il pompiere, il dottore, il.....,il  tutto generalmente con gioia, con ottimismo e con fiducia nel domani .

Poi, nell'avventurarsi nel corso della vita, affrontando consapevolmente la realtà che ci circonda ci si ostina a perseguire la strada iniziata  lottando contro le avversità che si incontrano.
Arrivati ad un'età più che matura, come descritto da Mario de Andrade nel suo poema "la mia anima ha fretta", quando si scopre che si ha meno tempo per vivere di qui in poi rispetto a quello  vissuto fino ad ora, si cerca di assaporare con gusto il tempo che ci resta.

E qui diventa interessante chiedersi " ma che campo a fare" e darsi una risposta personale che giustifichi la nostra vita.

viator

Salve Mariano. "Ma che campo a fare" è riflessione colloquial-casereccia sinonima del quesito psicofilosofico fondamentale (quale sia il senso della vita) affrontato appunto a livello personal-egoistico, cioè infantilmente superficiale.

Personalmente non sono mai stato angosciato dal "senso" della mia esisteanza individuale. In primo luogo perchè il senso delle cose può venir eventualmente compreso solo a posteriori, quindi occorrerà attendere l'ultimo giorno della nostra vita (che potrebbe anche essere quello in cui il senso ci viene svelato !) per pronunciarsi.

In secondo luogo, essendo privo di angosce ed attese psichiche in proposito, mi sono sembre concentrato mentalmente sull'origine (guarda caso, psichica !) di questo genere di domande che sono appunto umanamente ovvie ma del tutto infantili perchè autoreferenziali.

Come??, mi dico.........noi possediamo una mente che è in grado - attraverso una funzione chiamata coscienza - di specchiarsi osservando il riflesso dei nostri contenuti e quindi, tra le altre cose, di chiedere a sè stessa il perchè della propria esistenza ??.

La mia mente pone questa domanda a me ed io sono costretto a girarla alla mia mente...........mentre la mia psiche......immensamente più vecchia e più saggia di me..........se ne sta in silenzio ??

Diciamo che a me ed alla mia mente sorge il sospetto che il significato e concetto della parola "senso" risultino - al di fuori delle nostre umane misere aspettative - del tutto privi di senso.

Per noi il senso ricercato della nostra vita altro non è che l'insieme delle nostre attese circa la vita stessa. Infatti, al procedere delle età (come tu noti giustamente) la diminuizione delle attese e la crescente angoscia circa una mancanza di senso della propria vita.........tendono ad andare di pari passo!.

Ma io sono fatto in modo abbastanza strano. Per le persone "normali" la loro vita (e magari pure tutto il resto) ha certamente un senso (anche se non ho mai udito nessuno saperlo spiegare chiaramente ed ordinatamente) e comunque, anche se tale senso non appare chiaro e netto, sicuramente deve esserci da qualche parte e di sicuro troveranno chi si premurerà di spiegarlo loro. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

ciao Mariano,
Si dice che la vita metaforicamente assomigli alle stagioni e ognuna ha delle sue peculiarità.
Gli umani sono come il vino, invecchiando o diventano aceto o vino ottimo
Se il percorso di chi ha proceduto nella sua narrazione ha colto essenze, probabilmente si è più saggi. Se invece la vita viene interpretata come un guardare dal finestrino il panorama che il viaggio
propone, si colgono apparenze che scompaiono come arrivano.
Penso che due essenze siano fondamentali : verità e bellezza che fra loro sono armonicamente relazionate.

iano

Campo per dare un dispiacere a chi mi vuole male e non dare un dispiacere a chi mi vuole bene.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Sariputra

#4
Riuscire a trasmettere un pò dell'amore che abbiamo ricevuto, con tutti i limiti umani, ad altri, è il senso per 'campare'. Nel frattempo che si cerca di fare questo,adoperarsi ardentemente per realizzare la suprema Liberazione, così da non dover più "rinascere". E' doveroso quindi maturare un 'sereno disincanto' (nibbida) verso la vita, colmo di benevolenza verso ogni forma di sofferenza (metta)...Si tratta sostanzialmente di un progressivo liberarsi dall'incantesimo creato dagli 'inquinanti' mentali. Quindi il senso per 'campare' diventa una sorta di ribaltamento totale della comune visione dell'esistere, dato che abitualmente, tutti noi, cerchiamo il senso della vita (trovandone solo di illusori e impermanenti..) negli attaccamenti e nelle avversioni.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Kobayashi

Citazione di: Sariputra il 12 Gennaio 2020, 09:55:01 AMRiuscire a trasmettere un pò dell'amore che abbiamo ricevuto, con tutti i limiti umani, ad altri, è il senso per 'campare'. Nel frattempo che si cerca di fare questo,adoperarsi ardentemente per realizzare la suprema Liberazione, così da non dover più "rinascere". E' doveroso quindi maturare un 'sereno disincanto' (nibbida) verso la vita, colmo di benevolenza verso ogni forma di sofferenza (metta)...Si tratta sostanzialmente di un progressivo liberarsi dall'incantesimo creato dagli 'inquinanti' mentali. Quindi il senso per 'campare' diventa una sorta di ribaltamento totale della comune visione dell'esistere, dato che abitualmente, tutti noi, cerchiamo il senso della vita (trovandone solo di illusori e impermanenti..) negli attaccamenti e nelle avversioni.


Ma in questa prospettiva per quale motivo l'amore non dovrebbe essere a sua volta un incantesimo che ci tiene legati alla vita e da cui quindi dovremmo sforzarci di liberarcene?

L'amore va bene, ma la lotta per cambiare la comunità in cui si vive no?

Sariputra

Citazione di: Kobayashi il 12 Gennaio 2020, 10:42:13 AM
Citazione di: Sariputra il 12 Gennaio 2020, 09:55:01 AMRiuscire a trasmettere un pò dell'amore che abbiamo ricevuto, con tutti i limiti umani, ad altri, è il senso per 'campare'. Nel frattempo che si cerca di fare questo,adoperarsi ardentemente per realizzare la suprema Liberazione, così da non dover più "rinascere". E' doveroso quindi maturare un 'sereno disincanto' (nibbida) verso la vita, colmo di benevolenza verso ogni forma di sofferenza (metta)...Si tratta sostanzialmente di un progressivo liberarsi dall'incantesimo creato dagli 'inquinanti' mentali. Quindi il senso per 'campare' diventa una sorta di ribaltamento totale della comune visione dell'esistere, dato che abitualmente, tutti noi, cerchiamo il senso della vita (trovandone solo di illusori e impermanenti..) negli attaccamenti e nelle avversioni.
Ma in questa prospettiva per quale motivo l'amore non dovrebbe essere a sua volta un incantesimo che ci tiene legati alla vita e da cui quindi dovremmo sforzarci di liberarcene? L'amore va bene, ma la lotta per cambiare la comunità in cui si vive no?


L'amore è fondamentale affinché il 'sereno disincanto' verso la vita non sfoci nel cinismo e nel nichilismo. In più proteggendo gli altri si protegge anche se stessi e provando benevolenza verso se stessi si prova benevolenza verso gli altri, oltre ad essere uno stato normale della mente quando non è 'incantata' dalla vita...
Se la lotta per cambiare la società è guidata dalle nostre avversioni e dai nostri attaccamenti, la società non cambia. Cambia solo la sua apparenza esteriore, secondo me. Purtroppo...
Un saluto  :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

doxa

E' determinante il consiglio di Sari: l'amore verso gli altri ! Duemila anni fa lo consigliava anche il filosofo e scrittore Seneca: "Gran parte della vita ci sfugge nel fare il male, la maggior parte nel non fare nulla, tutta quanta nel fare altro da quello che dovremmo"
Questa riflessione del pessimista Seneca ha comunque una verità indiscutibile per molte persone.

E' innegabile lo scialo di ore, giorni e mesi nel non compiere nulla di significativo. Per esempio, sto scrivendo questo post, è tempo sprecato ? Non lo so !

Paolo di Tarso nella lettera ai Galati scrisse: " Finché abbiamo il tempo, cerchiamo di fare del bene" (6, 10). 

Certamente il tradimento della nostra vocazione, la dispersione delle nostre doti, la rinuncia all'impegno per i valori e gli ideali è tempo perduto. E si vive una volta sola. Ovviamente in chi crede nell'aldilà continuerà a vivere nell'Eden.

viator

Salve altamarea. La cosa più facile da fare è il predicare di far del bene. La più difficile il farlo.

Ma chi sarebbe stato il giudice del Bene predicato da Paolo ? Paolo stesso ? Troppo comodo. Dio ? Non mi risulta che Paolo fosse interprete autorizzato della volontà divina.

In realtà noi dovremmo solo comportarci secondo coscienza, lasciando che sia ciò che non conosciamo (qualcuno di voi sa esattamente cosa sia la coscienza ? attendo definizioni precise ed affidabili) a guidare i nostri atti.

Saranno le lodi o le ingiurie degli altri a farci conoscere se abbiamo agito bene o male. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

Viator ha scritto:
CitazioneLa cosa più facile da fare è il predicare di far del bene. La più difficile il farlo.

Hai ragione Viator, ma cosa dire a Mariano ? Nel dubbio è meglio che il suo "cursus honorum"  lo indirizzi al bene, per diventare diacono o missionario.  :)
La strada del "male" la conosce da solo, non ha necessità della nostra opinione.  

CitazioneIn realtà noi dovremmo solo comportarci secondo coscienza

Di questa ne abbiamo dibattuto in altro topic. Di quale vogliamo parlare ? Di coscienza dal punto di vista della psicologia ? Di quella sensoriale o morale ?

A me sembra che in questo caso sia meglio soffermarsi sulla "coscienza morale", intesa come capacità di valutarsi nell'agire morale, ossia di sapere se le mie azioni sono degne o indegne  secondo le norme e le leggi in vigore in una società. E qui entriamo nel "girone" del libero arbitrio e della libertà umana, abbondantemente discussi in precedenti topic.  

Se la coscienza è una funzione della capacità umana di conoscere, collegata alla percezione del Sé (autocoscienza) e dell'altro (eterocoscienza),  la "coscienza morale" è l'applicazione di questa funzione alla conoscenza di aspetti etici, che presuppongono valutazioni, capacità di distinguere il bene e il male e di agire di conseguenza.

La coscienza morale è anche  collegata alla capacità del soggetto di giudicare sé stesso e indirizzare i propri comportamenti.  Infatti giustamente dici:  "Saranno le lodi o le ingiurie degli altri a farci conoscere se abbiamo agito bene o male".

Buona serata

viator

#10
Salve altamarea. "ma cosa dire a Mariano ?". Sono stato il primo a rispondergli all'interno di questo topic, ben consapevole di non avergli fatto un favore affermando che una ricerca del senso della vita non ha alcun senso.

Di quale coscienza vogliamo parlare ? Non sono ancora giunto a cogliere una definizione ragionevole di coscienza, quindi non sono in grado di discernere tra coscienza psichica, psicologica, percettiva, etica.

Comunque trovo bene espressa la tua considerazione : "Se la coscienza è una funzione della capacità umana di conoscere, collegata alla percezione del Sé (autocoscienza) e dell'altro (eterocoscienza),  la "coscienza morale" è l'applicazione di questa funzione alla conoscenza di aspetti etici, che presuppongono valutazioni, capacità di distinguere il bene e il male e di agire di conseguenza".

Infatti il quid consiste proprio nella definizione e natura del bene (altro argomento iperinflazionato), del quale anch' io ho già parlato in passato qui nel Forum. ("Il bene è un valore relativo attribuito dall'uomo a ciò che l'uomo desidera per sè o per gli altri"), mentre il cosiddetto male non esiste, consistendo unicamente nella parziale o totale assenza di ciò che si desidera.


"La morte del mio nemico mi soddisferebbe, la desidero, mi tornerebbe utile....". In molti hanno riconosciuto il (proprio) bene in questa forma, no?.

"Guarda cosa tocca a quel poveretto di novantacinque anni inchiodato a letto tra i dolori da quindici anni! Ma non sarebbe meglio la morte ?.........". Diversi hanno riconosciuto il bene (altrui) in questa forma, no?.

"Vorrei non dover mai affrontare la sofferenza.....". Tutti vedono nella sofferenza il male solo perchè essa ci priva del bene rappresentato dal suo contrario che vorremmo sempre ci circondi : il piacere, no? Eppure la sofferenza in sè può non rivelarsi un male. Magari si rivelerà necessaria all'ottenimento di un bene più pregiato (alcuni con quella sperano di guadagnarsi la Vita Eterna !). Buona serata anche a te.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Il senso della vita non è, si dà. In questo dare senso alla vita ciascuno è artefice ed artista operante su una materia che è la sua stessa vita.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Quando mi domandavo quale senso avesse la mia vita, già era chiaro in me che non aveva alcun senso.
Era infatti proprio da questa constatazione che nasceva la mia domanda retorica, di cui conoscevo già l'amara risposta.

Non aveva senso, per la semplice ragione che non c'era nulla, nessun valore, nessun ideale, nessun amore, che potessero "davvero" essere motivo di vita.

Vivevo, senza senso.

Ora sono ancora convinto che quella mia consapevolezza fosse corretta.

Eppure, sono altrettanto certo che quella mia domanda fosse però sbagliata, perché mal posta.

Sbagliavo, perché quella mia stessa domanda era in realtà una pretesa assurda! Davo infatti per scontato che la mia vita, per avere un senso, dovesse necessariamente fondarlo su qualcosa che apparteneva a questa vita stessa.

E questo sì che è un non senso!

La vita può darmi suggerimenti, avvisi, segni, ma non certo "verità" assolute che la auto-fondino...
La vita non può fondare se stessa.

E allora il senso della vita lo posso ricercare solo là dove non c'è più niente. Nel vuoto di me stesso.

Attraverso la mia fede nella Verità. Che è fede nel Nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

In Giappone hanno tematizzato la questione anche tramite il concetto di ikigai, ovvero "ragione di vita" (il fatto che abbiano una parola per esprimere tale concetto non è da sottovalutare), solitamente sintetizzato dallo schema a fiore:


Chiaramente è solo un possibile quadro di lettura, uno spunto "sistemico", non la risposta (ammesso e non concesso che la domanda sul senso abbia un senso...).

myfriend

Jung parlava di "individuazione".
E ha ragione.
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

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