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Logica e Verità

Aperto da bobmax, 12 Gennaio 2024, 17:15:45 PM

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green demetr

Se la logica del logos assomiglia alla logica dell'alogico, ossia un mero sudoku, un mero giochetto matematico: non si capisce nemmeno perchè fare la domanda inziale.

La verità è la verità del Dio, dire invece che è una verità veritativa, significa darsi mani e piedi (il cervello ormai è già andato) a tutte le PAN (tutto)- DEMENZE (ciò che sia allontana dal poter essere pensato) future.

Questa verità veritativa sta nel forum da ormai oltre un ventennio, ed è parallela a quelle che assisto fuori da queste gabbie di carta.

La verità veritativa è sempre appannagio di una carta di un nocumento, come quella bestia di Ferraris ha incensato in tutti questi anni.
Post verità che porta alla post fattualità contemporanea.

Cosi il forum non onora la memoria del cosmologista centenario che ci accompagnò cosi tanto tempo. il forum e la società non sembrano in grado di fare il salto di qualità, non perchè non siano in grado, ma perchè NON VOGLIONO.

E le stelle si stanno per abbatere su di me...il 22 è vicino troppo vicino e io sono stanco.
Possa la luna del capricorno (mio ascendente) darmi la forza per un ultimo sforzo.
Pur io.

TE QUOQUE!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Alberto Knox

Citazione di: green demetr il 15 Gennaio 2024, 21:52:21 PMTE QUOQUE!
Lasciò vagare lo sguardo oltre la massiccia catasta di cumuli e macerie.. la' su quel deserto che pare non avere fine e quei suoi lontani monti. Presto scorgero' nubi di polvere alzarsi verso il cielo. Sono le ceneri che per lungo tempo son piovute incessantemente dopo la catastrofe...ne è Passato di tempo, non lo saprei contare...ed anche oggi sono qui', sul cammino ad osservarmi quel deserto inanimato e senza colore, a scrutare, con un senso di quieta attesa, di immobile certezza, quella linea di orizzonte e quei frastagliati monti, da cui quei Titani dovranno, prima o poi, sbucare e ancora avro' la forza per lottare? non lo so , come non so ora che anno sia e quanti i miei o quanti me ne restino ancora, mentre stanco, appoggiato a un 'merlo' dei bastioni, mi scivola lo sguardo sul mio deserto; e' una vita forse che me lo ingoio e ormai e' cosa mia, ne so le pieghe e i fumi lontani che si levano pigri al cielo, ne so le attese e quel silenzio.
Non scorgero' piu' Titani all orizzonte: forse senza che me ne accorgessi, nel mio guardare, sono già penetrati dentro da anni e hanno scavato .. dentro.. senza battaglie... hanno gia' vinto... e a nulla sono serviti gli intatti bastioni, per fermare quell'avanzata inesorabile che cavalcava il tempo...
La pesante cappa della sera, calò sulle sue spalle, con tutto il suo peso, ed ad avvolgere le sue membra un arrugginita armatura, mai smessa, ben saputa; ogni sera più pesante e cigolante e arrugginita. Non riparava dal freddo quel vestito di latta e ferro, così come non nascondeva nulla... Come una visiera senza 'grata', abbassò la mente e spense i pensieri. Avrebbe atteso un'altra volta, facesse giorno.
(il guerriero di latta)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Koba II

Citazione di: Alberto Knox il 15 Gennaio 2024, 17:01:39 PMMi interesserebbe sapere se Koba è persuaso dalle risposte ricevute. Se risposte si possono chiamare.
No, ma c'è da dire che i miei interrogativi portavano fuori tema.
Il fondamento di una visione filosofica non può essere il risultato di una deduzione logica.
La logica ci porta da A a B, ma perché si sia partiti da A, da dove salti fuori A, la logica non ha da dire alcunché. Ma la verità di B dipende da A, e se la verità di A è stabilita da un processo extralogico, ne consegue che logica e verità si sfiorano appena.

Ma queste sono cose risapute e ovvie.
Prendiamo Cartesio. Le sue regole sul metodo funzionano, nulla da dire. Se lui si fosse limitato a cercare, con il dubbio metodico, una verità che fosse così evidente da non poter essere in alcun modo un inganno, e che potesse essere l'esempio di chiarezza per distinguere, nella costruzione di un sapere, le idee da accettare da quelle da rigettare, allora tutto bene... senonché, implicitamente, avrebbe dovuto ammettere per il nuovo sapere moderno, l'assenza di un fondamento.
Avrebbe dovuto dichiarare: il sapere vero, della realtà, non può che essere provvisorio. Mai garantito. Fatevene una ragione.
Ma se avesse fatto così, se avesse evitato di scrivere le Meditazioni metafisiche, ci si può chiedere se la scienza moderna ne avrebbe risentito oppure no. Ammettendo che le sue speculazioni metafisiche avessero consapevolmente soprattutto una funzione ideologica (di difesa della scienza moderna e di attacco del sapere scolastico-aristotelico), mi chiedo se veramente c'era bisogno di consumare tutte quelle energie intellettuali su temi ormai irrilevanti (da un punto di vista del nuovo sapere, non dal punto di vista filosofico, come si vedrà con gli altri sistemi del razionalismo del Seicento).
Ma è comunque impressionante vedere un soggetto così arguto e rivoluzionario (nella consapevolezza del nuovo che si stava sviluppando), ritornare (per ragioni strumentali o meno) alle solite argomentazioni medievali per dimostrare l'esistenza di Dio (che, nell'elaborazione del fondamento del sapere, rappresenta la garanzia che le mie idee chiare ed evidenti abbiano un corrispettivo reale). Il buon Dio è garanzia dell'impossibilità che la realtà sia solo una sofistica allucinazione creata da un genio maligno.
Noi oggi diremmo, di fronte a questi dubbi, che siamo disposti ad accettare la possibilità remota che tutto sia solo un sogno. Remota ma, se ci si pensa bene, anche estremamente consolatoria (come dice Philip Dick "impazzire talvolta è una reazione appropriata alla realtà"... quindi avere il sospetto che questa realtà che fa impazzire sia solo una simulazione già ci solleva un po'...).

Questo per dire che il tema della logica, che per Cartesio, per il suo metodo ispirato alla matematica, è bello che risolto nell'attenzione del concatenamento dei passaggi deduttivi o della scomposizione dei problemi nei suoi elementi primitivi, non riguarda più la verità.
In effetti se i concetti della filosofia non riguardano più le essenze della realtà, cioè se l'argomentare della filosofia non è più sostanziale, se non abbiamo più alcuna garanzia che partendo da un concetto se ne possa far uscire qualcosa di vero e sostanziale (appunto tramite il rigore della logica), ma se ci si dovrà sempre interrogare sulla sua corrispondenza con la realtà, allora la logica perde quasi completamente interesse filosofico.

bobmax

Oltre a essere il tessuto della esistenza, la logica ha pure un altro ruolo.
La "verità" logica, quando intesa come Verità, comporta infatti non solo la chiarificazione dell'esistente, ma anche la cacciata dal paradiso terrestre!

Il pensiero logico-razionale implica inevitabilmente il nichilismo.
Il nichilismo è implicito nella stessa logica. Ne è l'altra faccia della medaglia.

Lo sviluppo della razionalità comporta una corrispondente crescita del nichilismo.
E poiché ovunque è la logica, ovunque è il nichilismo.

Ciò che è logico, in definitiva nulla vale.

Di modo che nessuno può essere immune al nichilismo.
Tuttavia, si può esserne consapevoli oppure no.
E solitamente non se ne è granché consapevoli. Perché si evita di affrontare la questione, soprattutto se non si ha fede nella Verità.

Abbiamo così il nichilismo "forte" di chi è consapevole del nulla valoriale, che la logica implica, e lo affronta prendendone atto. Con coraggio, alla Leopardi, per esempio.

Oppure il nichilismo "debole" che fugge lo sguardo della Medusa.
E che è diffusissimo. Non solo nei fanatici religiosi, che sono tali proprio come reazione alla inaccettabile verità nichilista.
È frequente infatti un po' ovunque. Pure qui in questo forum, esplicitandosi con un chiacchiericcio inconcludente, che pare proprio aver l'unico scopo di affossare ogni velleità di ricerca della verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pensarbene

Il fatto è che la logica è pura astrazione: A,B,C .....sono come Punti,Rette,Segmenti ecc ...in geometria .
Possono essere usati con precisione ed esattezza ma restano tali e non li troverete mai nella realtà.
Se un giorno li trovaste sarebbe la prova che noi viviamo davvero  in una simulazione
 Ci sono scienziati che  sottolineano la sovrapponibilità parziale tra quella che sembra la realtà terrena  e i modelli  informatici di simulazione più avanzati attualmente. 
Questo è purtroppo vero: 
se vi succedesse quello che ho scritto poco fa....

Alberto Knox

Citazione di: Koba II il 16 Gennaio 2024, 11:52:26 AMsenonché, implicitamente, avrebbe dovuto ammettere per il nuovo sapere moderno, l'assenza di un fondamento.
Avrebbe dovuto dichiarare: il sapere vero, della realtà, non può che essere provvisorio. Mai garantito. Fatevene una ragione.
ricordati che noi parliamo con il senno di poi , Cartesio era figlio del suo tempo come noi del nostro. Quel "provvisorio" che tu dici, indica il punto del tuo tempo nella storia. Non esistono altri criteri , al di fuori del processo storico per stabilire che cosa sia più vero o più ragionevole. è un processo e la verità è questo stesso processo. è come un fiume che scorre , e noi siamo un increspatura nelle acque di quel fiume.

Citazione di: Koba II il 16 Gennaio 2024, 11:52:26 AMIn effetti se i concetti della filosofia non riguardano più le essenze della realtà, cioè se l'argomentare della filosofia non è più sostanziale, se non abbiamo più alcuna garanzia che partendo da un concetto se ne possa far uscire qualcosa di vero e sostanziale (appunto tramite il rigore della logica), ma se ci si dovrà sempre interrogare sulla sua corrispondenza con la realtà, allora la logica perde quasi completamente interesse filosofico.
Anche se la logica e l'indagine filosofica non ti portano ad una verità assoluta questo non significa che non porti a niente, anche la sola  buona approssimazione o rappresentazione della realtà giustifica i nostri sforzi. PEr quanto riguarda Dio , l'unica certezza che ho è che noi non sappiamo di cosa stiamo parlando quando diciamo Dio .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

niko

La logica e' una convenzione umana.

La realta' non e' logica, e' l'umano funzionamento, ad essere tale in grande misura.

Sostanzialmente, esistono due tipi di nichilismo: il nichilismo intrinseco nelle convenzioni umane per il solo fatto di essere tali, convenzioni umane, e il nichilismo "al quadrato" delle convenzioni che oltre ad essere tali e pur rimanendo tali, non sono piu' riconosciute e amate come tali da chi "fisicamente" le crede e le agisce, e sono assurte a verita' oggettiva o assoluta: il nichilismo metafisico.

C'e' una sottile differenza, tra sognare e basta, e sognare mentre si sa di sognare. Tra sapere di indossare le maschere, e non saperlo.

Presso l'uomo sognare e basta si e' rivelato infinitamente piu' tossico, rispetto al fare dei sogni "lucidi" e l'uomo, almeno una delle due cose tra il sognare lucidamente e il sognare non lucidamente la deve fare per sua natura, non e' mai "sveglio", non e' mai fuori sia dal sogno che dalla consapevolezza del sogno.

Se dal nichilismo non ci libereremo mai, perche' il nichilismo e' la veritativita' della condizione umana, almeno speriamo di liberarci dalla metafisica, che e' un nichilismo al quadrato, un sogno che non sa di essrre sogno.

Credere che la la logica sia vera, e' semplicemente dimenticare la genesi umana e umanamente funzionale della logica, la sua funzione, la sua antropo/logia.

E non che la a-logicita' o la pre-logicita' sia vera, se qui ho detto che la logica (nel suo voler-essere metafisica, scienza della logica) e' "falsa"; essa, la alogicita', e' semplicemente un diverso adattamento umano, rispetto all'adattamento umano che e' (anche) la logica.

Niente e' vero se non per convenzione: la misura della verita', proprio per non essere un puro nulla, proprio per non cadere nella trappola di una fondazione metafisica impissibile, deve essere basata sull'utilita', sul raggiungimento, sulla gloria, sull'emozione, sull'istinto, sul superamento; tutto presso l'uomo e' illusione, ma non tutte le illusioni presso l'uomo sono uguali.

O meglio, Sono uguali, certo, nel loro essere illusioni, ma non sono uguali nei loro effetti. Non sono uguali nella loro produzione, nella loro opportunita' geografoca e storica, nel loro manifestarsi.

C'e' il meglio e il peggio tra le illusioni, e noi abbiamo l'esperienza, e la memoria, e soprattutto il corpo, per orientarci eticamente ed eudaimonisticamente tra le illusioni.

La differenza, tra le illusioni, e' dovuta alla realta', che naturalmente esiste, ma non puo' manifestarsi nella condizione e nell'interpretazione umana, non puo' manifestarsi se non mediata dalle illusioni. E dalle convenzioni, dalle parole, dalla comunicazione e pre-comunicazione, dall'educazione condizionante eccetera. Quando dicevo che tutto e' illusione, intendevo che tutto e' illusione presso l'uomo. Che sperimenta la gerarchia di potenza e di adattamento delle, e tralle, sue stesse illusioni, senza mai poter sperimentare la realta'.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: Alberto Knox il 15 Gennaio 2024, 22:24:42 PMLasciò vagare lo sguardo oltre la massiccia catasta di cumuli e macerie.. la' su quel deserto che pare non avere fine e quei suoi lontani monti. Presto scorgero' nubi di polvere alzarsi verso il cielo. Sono le ceneri che per lungo tempo son piovute incessantemente dopo la catastrofe...ne è Passato di tempo, non lo saprei contare...ed anche oggi sono qui', sul cammino ad osservarmi quel deserto inanimato e senza colore, a scrutare, con un senso di quieta attesa, di immobile certezza, quella linea di orizzonte e quei frastagliati monti, da cui quei Titani dovranno, prima o poi, sbucare e ancora avro' la forza per lottare? non lo so , come non so ora che anno sia e quanti i miei o quanti me ne restino ancora, mentre stanco, appoggiato a un 'merlo' dei bastioni, mi scivola lo sguardo sul mio deserto; e' una vita forse che me lo ingoio e ormai e' cosa mia, ne so le pieghe e i fumi lontani che si levano pigri al cielo, ne so le attese e quel silenzio.
Non scorgero' piu' Titani all orizzonte: forse senza che me ne accorgessi, nel mio guardare, sono già penetrati dentro da anni e hanno scavato .. dentro.. senza battaglie... hanno gia' vinto... e a nulla sono serviti gli intatti bastioni, per fermare quell'avanzata inesorabile che cavalcava il tempo...
La pesante cappa della sera, calò sulle sue spalle, con tutto il suo peso, ed ad avvolgere le sue membra un arrugginita armatura, mai smessa, ben saputa; ogni sera più pesante e cigolante e arrugginita. Non riparava dal freddo quel vestito di latta e ferro, così come non nascondeva nulla... Come una visiera senza 'grata', abbassò la mente e spense i pensieri. Avrebbe atteso un'altra volta, facesse giorno.
(il guerriero di latta)
Probabilmente lo hai citato in maniera ironica.
Ma qui di ironia non c'è niente, esattamente come nel deserto dei tartari, l'autore, non so chi sia, descrive lo stato psichico su cui lo sguardo del nichilista si affaccia.
Al contrario del deserto però qui c'è un tentativo di ricollegarlo alla titanomachia.
Tentativo completamente fuori bersaglio, perchè la titanomachia contiene esattamente quella eredità psichica che l'antichità ci ha donato.
La verità intanto giace proprio in quelle rovine, che rovine non sono.
La caduta degli Dei, corrisponde alla caduta degli umani.
Si potrebbe leggere come una semplice psicologia, ma in realtà è una psicanagogia.
Un cammino negli inferi.
Oggi dubito che qualcuno li sappia veramente evocare, se non nei deliri.
Il che è l'esatto opposto di quanto l'antichità ci ha insegnato.
O Nietzche fin che ha potuto.
Ossia guardare l'abisso nel fondo.
La verità è ciò che sgorga da esso.
Ma ne riparleremo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Alberto Knox

Non ci sono geni che indichino la Verità, non ci sono santoni che indichino Dio , non ci sono bucatori di muri metafisici che indichino la via, ne maghi, ne filosofi, ne profeti, ne fisici , ne uomini di fede  che possano dire di avere o aver trovato o indicare la verità assoluta.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: green demetr il 16 Gennaio 2024, 17:10:42 PMAl contrario del deserto però qui c'è un tentativo di ricollegarlo alla titanomachia.
forse l'autore  è ...nel vento , di lui mi rimangono solo alcuni pezzi dei suoi mini racconti in prosa e paralvano tutti di lui. Era un uomo solo che sognava ancora la sua bella , troppo stanto e  troppo vecchio per ricominciare da capo. Probabilmente i titani sono la metafora di un mondo che ti annichilisce con il suo correre veloce dove le parole d ordine sono "interesse" , "compromessi" , "soldi", "calcolo"..contratti
e l'armatura non è ne di ferro ne di latta naturalmente , rappresenta il nostro scudo interiore .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pensarbene

"Non ci sono geni che indichino la Verità, non ci sono santoni che indichino Dio , non ci sono bucatori di muri metafisici che indichino la via, ne maghi, ne filosofi, ne profeti, ne fisici , ne uomini di fede  che possano dire di avere o aver trovato o indicare la verità assoluta"

ma ci sono persone che aiutano altre ad accedere alle loro verità personali ,le  quali comprendono anche  la loro visione di quelle che sono considerate  probabili verità universali.

Koba II

Citazione di: bobmax il 16 Gennaio 2024, 12:29:52 PMOltre a essere il tessuto della esistenza, la logica ha pure un altro ruolo.
La "verità" logica, quando intesa come Verità, comporta infatti non solo la chiarificazione dell'esistente, ma anche la cacciata dal paradiso terrestre!
Il pensiero logico-razionale implica inevitabilmente il nichilismo.
Il nichilismo è implicito nella stessa logica. Ne è l'altra faccia della medaglia.
Lo sviluppo della razionalità comporta una corrispondente crescita del nichilismo.
E poiché ovunque è la logica, ovunque è il nichilismo.
Ciò che è logico, in definitiva nulla vale.
Di modo che nessuno può essere immune al nichilismo.
Tuttavia, si può esserne consapevoli oppure no.
E solitamente non se ne è granché consapevoli. Perché si evita di affrontare la questione, soprattutto se non si ha fede nella Verità.
Abbiamo così il nichilismo "forte" di chi è consapevole del nulla valoriale, che la logica implica, e lo affronta prendendone atto. Con coraggio, alla Leopardi, per esempio.
Oppure il nichilismo "debole" che fugge lo sguardo della Medusa.
E che è diffusissimo. Non solo nei fanatici religiosi, che sono tali proprio come reazione alla inaccettabile verità nichilista.
È frequente infatti un po' ovunque. Pure qui in questo forum, esplicitandosi con un chiacchiericcio inconcludente, che pare proprio aver l'unico scopo di affossare ogni velleità di ricerca della verità.
Seguendo Leopardi, è vero, ha ragione, la razionalità smaschera le illusioni della religione e dell'arte: appare chiaro il loro essere rimedio al dolore.
Però bisognerebbe chiedersi onestamente: se per contenere questo dolore è sufficiente la consolazione di racconti fantastici e forme "aggraziate", vuol dire che la vita ha qualcosa di suo, di naturale, di immanente, che contribuisce a pareggiare (quasi) il conto.

Dice Severino che all'inizio il rimedio è la festa. Poi da essa vengono fuori i racconti del mito e la messa in scena dell'arte.
Tu, invece di indagare sul modo di recuperare lo spirito della festa, proponi un ragionamento, che poi declini su altri temi come nel topic sul perdono con conseguenze paradossali, il quale consiste nel guardare la nuda vita, non più trasfigurata dalle illusioni, ed essere schiacciati dall'orrore a tal punto da doverci convincere che la visione comune della realtà non può essere vera. Per cui non è possibile che io abbia perso una persona amata, più probabile che non sia mai esistita. Per cui qui non siamo nel mondo degli uomini ma all'Inferno. Per cui io non sono io, ma sono Dio, perché solo Dio esiste.

bobmax

Citazione di: Koba II il 17 Gennaio 2024, 09:12:21 AMSeguendo Leopardi, è vero, ha ragione, la razionalità smaschera le illusioni della religione e dell'arte: appare chiaro il loro essere rimedio al dolore.
Però bisognerebbe chiedersi onestamente: se per contenere questo dolore è sufficiente la consolazione di racconti fantastici e forme "aggraziate", vuol dire che la vita ha qualcosa di suo, di naturale, di immanente, che contribuisce a pareggiare (quasi) il conto.

Dice Severino che all'inizio il rimedio è la festa. Poi da essa vengono fuori i racconti del mito e la messa in scena dell'arte.
Tu, invece di indagare sul modo di recuperare lo spirito della festa, proponi un ragionamento, che poi declini su altri temi come nel topic sul perdono con conseguenze paradossali, il quale consiste nel guardare la nuda vita, non più trasfigurata dalle illusioni, ed essere schiacciati dall'orrore a tal punto da doverci convincere che la visione comune della realtà non può essere vera. Per cui non è possibile che io abbia perso una persona amata, più probabile che non sia mai esistita. Per cui qui non siamo nel mondo degli uomini ma all'Inferno. Per cui io non sono io, ma sono Dio, perché solo Dio esiste.


Sì, tu sei Dio.
Perché solo Dio è.

Occorre però distinguere tra "esistere" e "essere".

Esiste ciò che "sta". Ossia c'è, e c'è perché vi è pure altro.
(attenzione a quel ci, a quel vi)

Invece davvero è, ciò che permette l'esistenza, ciò a cui allude l'esistenza, ma che a sua volta non esiste, non può proprio esistere.
(Se esistesse, dovrebbe alludere a qualcos'altro)

Non esistendo, l'Essere, per la esistenza, coincide con il Nulla.
Essere = Nulla

Perciò:
Dio non esiste, Dio è.
Dio = Essere = Nulla

Tu invece esisti. E finché esisti, in quanto esistenza... non sei.
Sei un non essere.
Così come tutto quello che c'è, che esiste.

Quando l'illusione della esistenza svanirà, tornerai a essere ciò che sei sempre stato: Dio.

Dal non essere all'essere.

Ed essendo Essere, tu sei la Verità.

Infatti Essere = Verità

Sembrerebbe un ragionamento assurdo...
Ma se ti metti per davvero alla ricerca, potrai finire per sospettare che viceversa è l'esistenza ad essere assurda. Assurda è la nostra usuale sua interpretazione.

Una strada possibile, tra le tante, per percepire l'assurdità del nostro senso comune, può essere la messa in discussione del libero arbitrio.
Una "verità", quella del libero arbitrio, che non sta proprio in piedi.
E persino l'obiezione a metterlo in discussione : "E allora la responsabilità?" conferma la nostra cecità.

La inesistenza del libero arbitrio fa accrescere a dismisura la tua responsabilità!
E quando inizi ad averne sentore... grande è la tua compassione per il mondo dolente.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pio

Ogni cosa dipende da altro da sé. Si potrebbe allora dire che Essere è ciò che NON DIPENDE da altro. Dire che è Nulla mi sembra generi confusione perché toglierebbe essere all'Essere stesso, diventerebbe non-esistente, mentre la sua esistenza è libera dal dipendere da altro. La sua sarebbe la verità del non-dipendere.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Citazione di: Pio il 17 Gennaio 2024, 13:44:10 PMOgni cosa dipende da altro da sé. Si potrebbe allora dire che Essere è ciò che NON DIPENDE da altro. Dire che è Nulla mi sembra generi confusione perché toglierebbe essere all'Essere stesso, diventerebbe non-esistente, mentre la sua esistenza è libera dal dipendere da altro. La sua sarebbe la verità del non-dipendere.

Esistere significa stare. E si sta sempre in un luogo. E si sta sempre perché vi è altro.
Fosse anche solo lo spazio vuoto, fosse anche solo l'io che pensa, comunque è sempre necessario altro: il vuoto, il pensiero.

Il chiedersi l'esistenza di Dio è già fallace in origine.
Perché pretenderebbe, implicitamente, che vi sia qualcos'altro oltre a Dio, qualche luogo dove Dio sia.

Quindi Dio non esiste.
Dio è.

E poiché è e non esiste...

Dio = Essere = Nulla

Nulla significa, e significa soltanto, non esistenza.
Nulla significa solo negazione dell'esistenza.
Non è qualcosa il Nulla.
Questo bisogna tenerlo ben fermo!

L'universo, per esempio, è necessariamente nel Nulla.
Se lo immaginiamo in un luogo, non facciamo che spingere più lontano il Nulla, senza mai però poterne fare a meno.

E cosa mai può sussistere confinando con il Nulla?
Beh, il Nulla stesso!

Ma attenzione!
Nulla = Essere = Dio

È proprio il Nulla/Dio la fonte di infinite possibilità.

L'anima mia trova la sua pace in Dio.
Dove ogni opposto si annulla.

Dio = Negazione della negazione




Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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