L’irriducibilità dell’uomo

Aperto da Jacopus, 16 Giugno 2023, 08:36:05 AM

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niko

#105
Il fatto che ci sono stati esseri autocoscienti diversi da homo sapiens, e che ce ne saranno, indica lo star-si (lo stare per se stesso) del pensiero e della tecnica come possibilita' immanente alla natura.

I pensanti (fisicamente) diversi da noi sono uguali a noi sul piano dei contenuti del pensiero, non sono specie similmente/irriducibili, sono la stessa comune/comunita' che non si identifica piu' somaticamente con una specie.

Possiamo comunicare con essi.

Con i Neanderthal ci siamo anche ibridati.

L'uomo non e' il solo corpo che pensa, tuttavia rimane genericamente vero che ci vuole un corpo, di qualche tipo, per pensare.

La trascendenza da questo, corpo, non e' una forma di trascendenza dal corpo in generale, tutt'altro, e' una espansione del concetto e del novero dei corpi pensanti.

Spinoza qui c'entra anche per il pensiero di mente e corpo come modi della stessa sostanza, e per l'etica come corpo di luce, come passaggio da idea del corpo a idea ADEGUATA del corpo.

Il divenire, e non l'essere del corpo, e' la condizione minima del pensiero, che non e' disincantato, ma non e' nemmeno vincolato alla realta' statica e immutabile della forma unica homo sapiens.

La solitudine di questa specifica forma pensante, non e' una solitudine intrinseca e necessaria al pensiero, e' un incidente di percorso, una solitudine che puo' risolversi, e riflette ambiguamente con amore e odio sul suo risolversi.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Citazione di: niko il 06 Luglio 2023, 15:24:47 PMIl divenire, e non l'essere del corpo, e' la condizione minima del pensiero, che non e' disincantato, ma non e' nemmeno vincolato alla realta' statica e immutabile della forma unica homo sapiens.
La percezione del divenire presuppone l'essere. Parmenide eed Eraclito sono condannati in eterno alla convivenza. La forma biologica pensante può essere la più  varia, ma purtroppo comunichiamo integralmente solo con una specie, la nostra. Nulla osta che in futuro si comunichi meglio con altre forme pensanti.

CitazioneLa solitudine di questa specifica forma pensante, non e' una solitudine intrinseca e necessaria al pensiero, e' un incidente di percorso, una solitudine che puo' risolversi, e riflette ambiguamente con amore e odio sul suo risolversi.
Non mi pare che le altre forme viventi comunichino tra loro meglio di quello che abbiamo imparato a fare noi. Ogni specie, a modo suo, è un incidente del percorso evolutivo. Più che amore, odio e ambiguità, la solitudine del saggio è apertura verso l'imprevisto, curiosità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 06 Luglio 2023, 23:32:33 PMLa percezione del divenire presuppone l'essere. Parmenide eed Eraclito sono condannati in eterno alla convivenza. La forma biologica pensante può essere la più  varia, ma purtroppo comunichiamo integralmente solo con una specie, la nostra. Nulla osta che in futuro si comunichi meglio con altre forme pensanti.
Non mi pare che le altre forme viventi comunichino tra loro meglio di quello che abbiamo imparato a fare noi. Ogni specie, a modo suo, è un incidente del percorso evolutivo. Più che amore, odio e ambiguità, la solitudine del saggio è apertura verso l'imprevisto, curiosità.

Non ci siamo capiti, la solitudine dell'uomo come essere pensante poggia su un sensismo e su un esistenzialismo esasperati (del tipo: esiste solo quello che si vede, o comunque, solo quello che si vede e' importante) che non sono piu' buoni neanche per fare scienza; non vedo dunque come tali posizioni, di retroguardia, possano essere (ancora) buone fare (buona) filosofia.

Il presente non ha un valore veritativo particolare, semmai ha una posizione etica privilegiata, che non e' in discussione quando si parla di enunciati principalmente descrittivi e non prescrittivi, come quello sulla presunta irriducibilita' dell'uomo.

Il logos distingue l'accidentale dal necessario, e sara' che io non sono un romantico, ne' un esistenzialista, ma le filosofie dell'accidentale non le ho mai sopportate: la filosofia coglie le linee di sviluppo necessarie e necessitate, anche quelle che non cadono attualmente sotto i sensi, si integra con la storia, con la tecnica, con la previsione scientifica.

Come credo ai virus e agli atomi anche se non li vedo, cosi' credo ai compagni autocoscienti dell'uomo dispiegati nella totalita' del tempo, anche se non li vedo.

La percezione non e' epistemica finche' non si integra con la ragione e con l'immaginazione.

La filosofia coglie la veritativita' della condizione umana, e alla base di questa condizione vi e' certamente il caso, ma come l'autocoscienza e' un caso (evolutivo) per l'uomo, cosi' in pari grado l'uomo e' un caso (particolare) per l'autocoscienza.

L'equivoco dell'irriducibilita' dell'uomo risiede tutto nel fatto che si riesce a pensare l'uomo con l'autocoscienza, ma spesso non l'Altro, non l'autocoscienza con l'uomo.

E non si riesce a pensarla, perche' si assume la solitudine umana, che e' un dato percettivo, come un dato epustemico.

PS la forma del divenire e' il ritornare, e non l'essere, ma questo ci porterebbe lontano.



 

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Citazione di: niko il 07 Luglio 2023, 02:07:56 AMNon ci siamo capiti, la solitudine dell'uomo come essere pensante poggia su un sensismo e su un esistenzialismo esasperati (del tipo: esiste solo quello che si vede, o comunque, solo quello che si vede e' importante) che non sono piu' buoni neanche per fare scienza; non vedo dunque come tali posizioni, di retroguardia, possano essere (ancora) buone fare (buona) filosofia.

La solitudine dell'uomo è un dato di fatto, indipendentemente da quello che esiste, è importante e serve per fare scienza. Abbiamo inventato mitologie, addomesticato animali e coltivato piante, ma nessuno di loro ci ha dato risposta.

CitazioneIl presente non ha un valore veritativo particolare, semmai ha una posizione etica privilegiata, che non e' in discussione quando si parla di enunciati principalmente descrittivi e non prescrittivi, come quello sulla presunta irriducibilita' dell'uomo.

L'uomo è riducibile in infiniti modi, tanto nel corpo usato e abusato che nel pensiero alienato e indotto. La scommessa, individuale e collettiva di specie, è che ci sia un punto d'arresto.

CitazioneIl logos distingue l'accidentale dal necessario, e sara' che io non sono un romantico, ne' un esistenzialista, ma le filosofie dell'accidentale non le ho mai sopportate: la filosofia coglie le linee di sviluppo necessarie e necessitate, anche quelle che non cadono attualmente sotto i sensi, si integra con la storia, con la tecnica, con la previsione scientifica.

Come credo ai virus e agli atomi anche se non li vedo, cosi' credo ai compagni autocoscienti dell'uomo dispiegati nella totalita' del tempo, anche se non li vedo.

La percezione non e' epistemica finche' non si integra con la ragione e con l'immaginazione.

La filosofia coglie la veritativita' della condizione umana, e alla base di questa condizione vi e' certamente il caso, ma come l'autocoscienza e' un caso (evolutivo) per l'uomo, cosi' in pari grado l'uomo e' un caso (particolare) per l'autocoscienza.

L'equivoco dell'irriducibilita' dell'uomo risiede tutto nel fatto che si riesce a pensare l'uomo con l'autocoscienza, ma spesso non l'Altro, non l'autocoscienza con l'uomo.

I teisti lo fanno sistematicamente e c'è solo l'imbarazzo della scelta nei modi in cui l'autocoscienza si fa homo.

CitazioneE non si riesce a pensarla, perche' si assume la solitudine umana, che e' un dato percettivo, come un dato epistemico.

Direi piuttoso l'assenza di un dato epistemico. Assenza che non è surrogabile con illusionismi metafisici.

CitazionePS la forma del divenire e' il ritornare, e non l'essere, ma questo ci porterebbe lontano.

Anche l'andare, giocando a scacchi, di un essere. Andare semper certo, ritornare numquam. Ma ci si possono scrivere fiumi di romanzi e romanzi fiume.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 08 Luglio 2023, 16:01:44 PMLa solitudine dell'uomo è un dato di fatto, indipendentemente da quello che esiste, è importante e serve per fare scienza. Abbiamo inventato mitologie, addomesticato animali e coltivato piante, ma nessuno di loro ci ha dato risposta.

L'uomo è riducibile in infiniti modi, tanto nel corpo usato e abusato che nel pensiero alienato e indotto. La scommessa, individuale e collettiva di specie, è che ci sia un punto d'arresto.

I teisti lo fanno sistematicamente e c'è solo l'imbarazzo della scelta nei modi in cui l'autocoscienza si fa homo.

Direi piuttoso l'assenza di un dato epistemico. Assenza che non è surrogabile con illusionismi metafisici.

Anche l'andare, giocando a scacchi, di un essere. Andare semper certo, ritornare numquam. Ma ci si possono scrivere fiumi di romanzi e romanzi fiume.


Ci sono animali che danno molte piu' risposte di alcuni uomini, e uomini che danno molte meno risposte di alcuni animali.

Vale pure per alcune macchine, pur non volendo qui sostenere che cartesianamente gli animali siano macchine.

E allora?

Anche avendo un concetto "pretenzioso", cioe' tecnico e linguistico, di coscienza, l'uomo non e' stato solo in passato, e non lo sara' in futuro.

Il filosofo non vive nell'eterno presente, accetta la storia e la scienza come dati epistemici, anche se non 
esistenzial-percettivi.

Tu vedi nel problema del riduzionismo/non riduzionismo qualcosa di etico o morale, non riesci a vedere la natura puramente noetica e descrittiva del problema.

Io non pretendo di essere irriducibile, sono libero e felice quando vengo ridotto a modo mio, non devo mettere la politica, l'etica, la speranza e chissa' che altro in ogni discorso che faccio.

Se e' teismo dire che l'autocoscienza trascende l'uomo fisico, e' il teismo della verita'.

Autocoscienza come processo che riguarda il divenire, e non l'essere del corpo.

E quindi, che si iscrive in una vicenda evolutiva un po' piu' complicata, e varia, di quella di homo sapiens.

Verranno altri corpi, e saranno autocoscienti. 

Amen.

Non siamo sicuri di essere i soli, cosi' come non siamo neanche sicuri che il rapporto psicosomatico sia un rapporto di uno a uno. Non siamo sicuri dell'assunto: un corpo, una mente.

Per quello che ne sappiamo, una coscienza puo' determinare due o piu' corpi, e a piu' stati corporei differenziati, puo' corrispondere la stessa medesima coscienza.

Il rapporto corretto e' X a X, numero indeterminato a numero indeterminato.

Umilta', prima ancora che nichilismo, contro antropocentrismo.

E quindi, va bene riflettere sulla solitudine come possibilita' e sfida attuale, ma l'epistemica delle ingenuita' dell'uomo della strada date per scontate non fa per me.

Io non ho fede.

Metto in dubbio tutto cio' che c'e' da mettere in dubbio.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.