L’irriducibilità dell’uomo

Aperto da Jacopus, 16 Giugno 2023, 08:36:05 AM

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Jacopus

La tesi è la seguente: l'uomo non fa parte della natura e della biologia come il resto del mondo biologico degli archea, procarioti ed eucarioti. Tassonomicamente siamo eucarioti, visto che il nostro dna è nuclearizzato a differenza degli altri mondi biologici, ma la creazione della tecnè ci ha reso definitivamente parte di un categoria unica. Infatti la tecnologia associata al SNC più complesso esistente sul pianeta terra ha creato le condizioni per sviluppare un pensiero che può pensare sè stesso, e soprattutto che può pensare di agire eticamente e globalmente. Non nego che il pensiero morale sia presente anche in molti mammiferi, ma ciò che ci distingue è la possibilità di "ingegnerizzare" il pensiero morale attraverso istituzioni che, a loro volta, modellano la nostra biologia attraverso la plasticità del SNC.
Questa differenza fondata sulla cultura non si traduce in uno status "superiore" o "teologico" in quanto figli di qualche divinità. Al contrario, dovrebbe trasformarsi in un principio di responsabilità nei confronti della terra e dei nostri simili. La legge morale kantiana, depurata di ogni pensiero teologico, è la base di questo discorso. Una legge morale che ha profonde basi biologiche (sottocorticali e corticali) ma che si è strutturato culturalmente. Eppure è lo stesso flusso di culture e quindi di weltaschaungen a permettere che questo status dell'uomo sia piegato alle più differenti direzioni, dal cannibalismo al sacrificio della vita per difendere un'idea.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

Piuttosto che una tesi, mi pare un assioma.
Dov'è la dimostrazione?

Tirare in ballo la cultura non è sufficiente. Si dovrebbe prima dimostrare come la cultura non sia un prodotto naturale, in sostanza non dissimile da tutto il resto.

Finché non lo si dimostra, l'argomentazione segue un loop: l'uomo è diverso perché ha una cultura, la quale è irriducibile alla natura, in quanto l'uomo è diverso...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Pensarbene

Interessante .
Propongo una tesi controcorrente:di solito ragioniamo partendo da una base biologica,materiale.Perchè non farlo partendo da un base informativa e energetica ?
Mi spiego l'essere umano è in pratica,un cervello evolutivo che si riproduce.
Perchè non ipotizzare che il suo sviluppo  sia dovuto ad una "incarnazione" di informazioni
ed energie dentro un corpo mutante nel tempo e nello spazio?
Badate bene: il mio discorso non è qui religioso o metafisico,anzi,in un certo senso,è più laico di uno laico.
La mecc quantistica sta dimostrando che le informazioni relative alle matrici particellari possono essere trasmesse,al punto che la matrice di un fotone può essere trasmessa ad un altro.I fotoni, d'altronde secondo di studi nasa e altri, posso trasportare un numero enorme di informazioni oltre alle loro di matrice.
Infine l"entanglement è un fenomeno molto noto e usato attualmente su distanze sempre maggiori.
Da ultimo ci sono le radiazioni solari stellari e i raggi cosmici che posso influenzare il DNA.
Questo mi suggerisce l'ipotesi proposta all'inizio:l'evoluzione umana come  "incarnazione" di informazioni e matrici esterne.

Ipazia

Restando coi piedi per terra della fenomenologia è difficile confutare la specificità umana nel campo dell'episteme e della techne. 

L'argomento naturalistico regressivo non vale, altrimenti dovremmo regredire al big-bang e arrivare all'assurdo che un atomo equivale ad un umano. Invece giustamente Jacopus pone l'accento sulla specificità antropologica, che non ha confronti in nulla dell'universo conosciuto.

Il seguito è: abbiamo inventato la bicicletta, ma sappiamo pedalare ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Siamo non siamo figli delle stelle?
Se pensate che la vita sulla terra si sia sviluppata da sola e per conto suo vi sbagliate.
Darwin avrebbe dovuto fare un viaggio nei dintorni del sistema solare e in tutta la galassia,Freud idem ,Einstein pure e così via.
La materia energia terrena non è terrena,è cosmica,dalle nube primordiale ai pianeti,passando attraverso i protopianeti e aree sterminate di spazio galattico.
Io sfido la scienza  a dimostrare la specificità 
della vita terrena e la terrestrialità delle specie terrestri.
Comincino con quella umana...  8)

niko

E' bastato Darwin a disvelare la verita' rivoluzionaria dell'identita' sostanziale tra uomo e animale, non vedo motivi per ritornare indietro dopo l'avvento di un simile gigante.

La Sophia (come oggetto di amore della filo-sofia), e quello che potrei chiamare la

"linea temporale destinale di non corrispondenza dell'uomo con la sua specie"

(del resto proprio come uomo e animale) coincidono.

L'uomo non corrispondera' piu' con la sua specie secondo l'ordine del tempo, cio' significa che il soggetto della filosofia, il soggetto filosofante e domandante, se vuole vantare una sia pur minima stabilita' epistemica deve essere [e' sempre stato...] la COSCIENZA (di durata indefinita) e non l'UOMO (di durata definita, e comunque non-unico detentore della coscienza).

Noi non saremo sessualmente compatibili con i nostri discendenti, quindi, o saremo "compatibili" con loro quantomeno sul piano della coscienza, o saremo noi e loro soggetti semanticamente comunicanti intendo, o lo saremo sul piano del nulla, saremo separati da una distanza infinita.

Non c'e' eternita' nell'uomo, e nemmeno c'e' eternita' nel pensiero inteso come pensiero/umano, c'e' al massimo un barlume di eternita' solo nel pensiero inteso come attivita' solo incidentalmente umana, nel pensiero che ci eccede in quanto comunita' di pensanti aperta, pensiero [dell'uomo E dell'Altro].

Oggi parliamo coi robot e con le Alexa, ieri parlavamo con angeli e demoni; l'uomo si e' sempre trasceso nella tecnica/parola, quando non diminuito in se' stesso a cagione della stessa tecnica, in quanto grande esclusione dei sui simili non parlanti, degli "infanti" e dei "barbari".

Creare pensanti e' un destino, e la realta' di tale creazione, non riducibile a mera produzione,
e' testimoniata dalla differenza somatica (e sessuale) dei pensanti creati.

Come lo e' essere "culturali", ovvero creati da pensanti, forgiati da un'educazione condizionante.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Quando troverò qualcosa di scritto e costruito secondo calcoli da zampe non umane comincerò a dubitare della specificità antropologica. Per ora ci sono solo gli ufo e gli spiriti: tutta roba ancora da dimostrare.

In ogni caso la specificità antropologica rimarrebbe, seppur non esclusiva, per la sua storia e per i suoi modi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: Ipazia il 16 Giugno 2023, 18:09:57 PMQuando troverò qualcosa di scritto e costruito secondo calcoli da zampe non umane comincerò a dubitare della specificità antropologica. Per ora ci sono solo gli ufo e gli spiriti: tutta roba ancora da dimostrare.

In ogni caso la specificità antropologica rimarrebbe, seppur non esclusiva, per la sua storia e per i suoi modi.


C'e' stata anticamente la pluralita' delle specie umane intelligenti, uomini di Neanderthal eccetera.

A dimostrare che non siamo unici.

Per la legge dell'evoluzione poi, fisicamente, se non ci estingueremo prima, in pochi millenni noi umani "attuali" diventeremo irriconoscibili a noi stessi, un'altra specie, in un certo senso proprio come ufo (o spiriti).

L'ufo e lo spirito non sono dunque 

"entita' improbabili tutte da dimostrare":

In questo tipo di discorsi spesso si dimentica Darwin, ovvero si dimentica che la verita' che noi stessi, poco piu' avanti su una "linea di sviluppo" temporale che gia' ora stiamo percorrendo, saremo nient'altro che l'ufo e lo spirito di noi stessi: incompatibili sessualmente con i nostri discendenti.

E tutto cio' non e'  "improbabile" nel senso che i nostri pronipoti non sono virtualmente molto piu' "improbabili" di noi.

La coscienza in quanto tale, comprende la varieta' e la pluralita' degli esseri coscienti.

La coscienza toglie l'uomo dal centro dell'universo.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Jacopus

#8
Niko. In questo discorso è facile confondere i piani. Personalmente non dimentico Darwin, che è anzi uno dei miei maestri insieme a Freud e Kant. Nel mio discorso sulla specificità dell'uomo non c'è un virus antropocentrico o teologico. Sono certissimo che prima o poi homo sapiens si estinguerà e al suo posto verranno nuove specie. Così come sono sicuro che sono esistite specie molto simili alle nostre ed anche oggi ve ne sono alcune che hanno comportamenti analoghi ai nostri. Tutti gli uccelli (che sono sauri in origine) e i mammiferi hanno emozioni come le nostre. I meccanismi neurali e biologici così come la replicazione a dna sono uguali, ma homo sapiens ha fatto un salto attraverso la cultura e il suo interagire con un sistema nervoso centrale molto complesso. Siamo natura? Naturalmente. Ma siamo anche altro. Come per ogni fenomeno possiamo ingrandire il focus su "Homo sapiens appartenente a Natura", oppure su "Homo sapiens diverso da Natura". Se vogliamo potremmo dire che ogni religione nasce dalla constatazione dell'uomo come organismo biologico diverso dal resto degli altri organismi biologici. Il passaggio è da Natura naturata (intesa come natura perfetta una volta per tutte) a Natura naturans (intesa come natura dinamica che si evolve, ma non più in modo indipendente dall'uomo bensì con l'uomo come interpolatore e creatore della natura), obiettivo a cui siamo sempre più dentro ma che in realtà coltiviamo già da almeno cinquemila anni, attraverso la selezione dei semi e delle specie. Il passaggio successivo come fa notare Ipazia è domandarsi se, dopo aver inventato la bicicletta (tecnica), sappiamo anche usarla bene (etica). O in altri termini abbandonare la consolatoria navicella delle religioni ed affrontare la nostra unicità in termini di responsabilità, gli uni per gli alti.
Il nostro status unico, che forse avremmo potuto condividere con Neanderthal, Denisova e Floriensis, è riscontrabile dalla plasticità delle nostre culture, ognuna delle quali assume come principi di comportamento, leggi opposte o diversissime, prova della artificialità del nostro essere nel mondo. Ovviamente non è una prova definitiva, poiché si può sempre replicare che questa stessa plasticità è frutto della natura, ovvio ma così non si coglie l'oggetto della tesi, che rischia di scivolare via. Anche un automobile può essere definita come appartenente all'insieme "metallo più plastica", senza però individuarne in questo modo la sua identità e la sua funzione.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Pensarbene

Quello che io intendo dire è questo:
1)la vita organica non sembra essere molto diffusa nell'universo,in particolare quella intelligente ed evoluta
2)da questo punto di vista,le informazioni relative sono preziosissime.
3)esse si diffondono nell'universo seguendo i canali che ho scritto e attraverso meteore,asteroidi ,polvere cosmica ecc...
4)sui pianeti in cui esiste materia energia inorganica, organica non vivente  o vivente,queste informazioni e le tracce portate da corpi celesti e polvere cosmica INTERAGISCONO con essa creando matrici evolutive.
5)le specie che ne derivano sono un mix locale e spaziale,.
6)la vita dunque si espande nell'universo in questo modo ,quindi la vita sulla terra non è solo terrestre.
Non sto parlando di alieni e altro, sto parlando di una informazione di matrice e di tracce viaggianti nello spazio che contribuiscono alla genesi e allo sviluppo di forme di vita su un numero crescente di pianeti in tutto il cosmo.
Pensare che la vita sulla terra sia solo un fatto locale è sbagliato,così come è sbagliato ritenere che l'inorganico terrestre sia solo terrestre.Nel corso di miliardi di anni,sono caduti sulla terra un numero incalcolabile di materiali,ghiaccio,acqua,e questi si sono integrati con l'inorganico locale.
Trovo davvero ingenuo e sbagliato studiare la terra e la vita sulla terra con la sola ottica terrestre come se il pianeta fosse stato le Galapagos del cosmo.
Davvero la scienza terrestre vede solo "terrestrialmente"  escludendo qualsiasi opzione extraterrestre e non parlo,lo ripeto di ufo e alieni.
Ad esempio,il metodo più sicuro di datazione su lunga distanza è quello dei materiali radioattivi contenuti negli zirconi presenti nel magma di profondità.Gli zirconi sono completamente chiusi quindi garantiscono l'isolamento totale del contenuto in decadenza radioattiva da qualsiasi influenza.
Eppure gli zirconi sono presenti anche in meteoriti e potrebbero essere arrivati dallo spazio in tempi remotissimi.
Trovando zirconi in rocce e datandole  non si prova per niente che quelle rocce abbiano l'età data dal decadimento radioattivo interno agli zirconi stessi.
Questo è solo uno dei tanti esempi che  qualunque spirito critico intelligente e informato può portare dimostrando chea scienza terrestre è una sovrastruttura di ipotesi ,dati , implementazioni ,complementi, ,ritrovamenti e datazioni ,misurazioni .
Se si va a vedere bene ma molto bene come stanno le cose,metà della sovrastruttura comincia a traballare.Io vi dico che smontare la cultura terrestre ,scientifica o meno,lasciando poi solo quello che resiste a ogni falsificazione e critica serrata e impietosa,ne azzererebbe come minimo metà 
e metterebbe in difficoltà parte del resto.
È bastato un COVID per stendere due anni di  pianeta,un Einstein per fibrillare fisica & Co ,
un Planck per quantizzare l'intellighenzia e una marea di macchine per umiliare il cervello umano riducendolo a servo invece che a Signore.
Se qualcuno si mettesse davvero d'impegno potrebbe ridurre il pianeta in uno stato quanto meno critico e traballante a tutti i livelli.
Quindi meglio che gli esseri umani preghino il Creatore o sè stessi che davvero non ci sia una interferenza o una connessione con intelligenze nemmeno speciali o divine ma semplicemente e facilmente efficaci,efficenti e senza peli sulla lingua e nel cervello.
COSA STA DIVENTANDO L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE:SE LIBERA E OPEN SOURCE ESSA FARÀ QUEL LAVORO DI CUI SOPRA E IL RISULTATO SARÀ MOLTO PEGGIORE DI QUELLO CHE SAREBBE DOVUTO ESSERE FATTO DA UMANI DAVVERO INTELLIGENTI E PERSPISCACI.
Questo pianeta è davvero nei guai fino ai capelli.


 


Alberto Knox

Citazione di: Jacopus il 16 Giugno 2023, 20:55:04 PMIl passaggio successivo come fa notare Ipazia è domandarsi se, dopo aver inventato la bicicletta (tecnica), sappiamo anche usarla bene (etica). O in altri termini abbandonare la consolatoria navicella delle religioni ed affrontare la nostra unicità in termini di responsabilità, gli uni per gli alti.
Pensi che un mondo senza religioni sarebbe un mondo migliore di adesso?  perchè fra due possibilità ce ne deve essere una che escude l'altra non capisco. Non capisco perchè per usare bene la bicicletta bisogna abbandonare le tradizioni spirituali . Perchè non si può essere responsabili gli uni per gli altri fra religiosi e non religiosi. Le ideologie ci saranno sempre,anche abolendo le religioni e ce ne saranno altre che eliminando la parte trascendentale vedranno forse l'uomo come un prodotto, un qualcosa che non è poi così diverso dall intelligenza artificiale e che quindi se non funziona non si fa mica peccato a demolirla. E i deboli? perchè aiutare i deboli? meglio sopprimerli come i portatori di handicap.  Un libro spirituale ha valore nella misura in cui rimanda alla sacralità della vita e la Bibbia ne è solo un esempio, che dire dei grandiosi Sutra Bhuddisti?  Non voglio un mondo che non riconosce la sacralità della vita di tutti.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

niko

Citazione di: Jacopus il 16 Giugno 2023, 20:55:04 PMNiko. In questo discorso è facile confondere i piani. Personalmente non dimentico Darwin, che è anzi uno dei miei maestri insieme a Freud e Kant. Nel mio discorso sulla specificità dell'uomo non c'è un virus antropocentrico o teologico. Sono certissimo che prima o poi homo sapiens si estinguerà e al suo posto verranno nuove specie. Così come sono sicuro che sono esistite specie molto simili alle nostre ed anche oggi ve ne sono alcune che hanno comportamenti analoghi ai nostri. Tutti gli uccelli (che sono sauri in origine) e i mammiferi hanno emozioni come le nostre. I meccanismi neurali e biologici così come la replicazione a dna sono uguali, ma homo sapiens ha fatto un salto attraverso la cultura e il suo interagire con un sistema nervoso centrale molto complesso. Siamo natura? Naturalmente. Ma siamo anche altro. Come per ogni fenomeno possiamo ingrandire il focus su "Homo sapiens appartenente a Natura", oppure su "Homo sapiens diverso da Natura". Se vogliamo potremmo dire che ogni religione nasce dalla constatazione dell'uomo come organismo biologico diverso dal resto degli altri organismi biologici. Il passaggio è da Natura naturata (intesa come natura perfetta una volta per tutte) a Natura naturans (intesa come natura dinamica che si evolve, ma non più in modo indipendente dall'uomo bensì con l'uomo come interpolatore e creatore della natura), obiettivo a cui siamo sempre più dentro ma che in realtà coltiviamo già da almeno cinquemila anni, attraverso la selezione dei semi e delle specie. Il passaggio successivo come fa notare Ipazia è domandarsi se, dopo aver inventato la bicicletta (tecnica), sappiamo anche usarla bene (etica). O in altri termini abbandonare la consolatoria navicella delle religioni ed affrontare la nostra unicità in termini di responsabilità, gli uni per gli alti.
Il nostro status unico, che forse avremmo potuto condividere con Neanderthal, Denisova e Floriensis, è riscontrabile dalla plasticità delle nostre culture, ognuna delle quali assume come principi di comportamento, leggi opposte o diversissime, prova della artificialità del nostro essere nel mondo. Ovviamente non è una prova definitiva, poiché si può sempre replicare che questa stessa plasticità è frutto della natura, ovvio ma così non si coglie l'oggetto della tesi, che rischia di scivolare via. Anche un automobile può essere definita come appartenente all'insieme "metallo più plastica", senza però individuarne in questo modo la sua identità e la sua funzione.


Io penso che l'errore che  molto spesso viene fatto in questo discorso dell'unicita' dell'homo sapiens sia proprio logico, di corretto ragionare e di corretto collegare tutte le conoscenze (ormai) a nostra disposizione su ambiti come biologia, psicologia ed evoluzione; e mi spiego: e' altamente probabile che l'uomo, che e' cosciente ed evoluto (diciamo cosi': autocosciente) abbia dei successori altrettanto coscienti ed evuluti (altrettanto autocoscienti), ma non umani.

Questo non lo dico io, ma lo dice l'evoluzione delle specie, teoria secondo la quale e' praticamente certo che l'uomo nei millenni non sopravvivera' identico a se stesso, mutera' in altre specie, in altri corpi.

Ora, l'autocoscienza come facolta', che secondo i ragionatori (secondo me) scorretti e' cio' che dovrebbe contraddistinguere l'uomo e lo dovrebbe rendere unico, e' invece cio' che avranno in comune l'uomo e i probabili successori somaticamente non-umani dell'uomo.


* L'uomo e' convissuto con cugini e "alterita' " di se stesso in pari grado autocoscienti nello spazio terrestre  (sincronicamente) nell'epoca  in cui sono consistito sapiens e Neanderthal, 

* ma il punto veramente decisivo e' che e' pressoche' innegabile, allo stato delle conoscenze attuali, che l'uomo conviva con alterita' autocoscienti di sé stesso NEL TEMPO, cio' sia destinato ad essere superato da altri esseri, che con un certo buon grado di probabilita' saranno autocoscienti ed evoluti, cioe' la forma "cervello di tipo umano" esistera' in breve tempo in corpi geneticamente e sessualmente NON umani.

La coscienza -logos- come facolta' astratta prevede la possibilita' della coscienza in corpi non umani, e la teoria dell'evoluzione ha rilanciato questo concetto su un piano di altissima probabilita' e quasi certezza (nel senso che il filo conduttore dell'umano dovrebbe "rompersi" in modo estremamente traumatico (disastri, estinzione di massa) per date origine ad esseri pist-umani non autocoscienti.

L'evoluzione meno traumatica e piu' probabile e' decisamente orientata verso individui post-umani AUTOCOSCIENTI, mentre allo stesso tempo la paleontologia pare dimostrare che  sono esistiti pre-umani o para- umani coscienti ( i Neanderthal).

La serieta', e la conseguenza estrema, ma nichilisticamente meravigliosa di questo discorso e' secondo me che non si puo' piu' usare a ragion veduta  l'autocoscienza come argomento A FAVORE dell'unicita' dell'uomo, ma essa diventa argomento CONTRO l'unicita' del fenomeno umano.

Darwin come figura critica e destinale del pensiero occidentale  e' oltre Heghel, e a Ipazia gli prendera' un colpo, e' oltre Marx.

L'unico che sostiene lo sguardo abissale di Darwin e' Nietzsche con il suo ponte tra scimmia e superuomo.

Per quanto il superuomo nietzscheano non sia di per se' una figura propriamente evolutiva,  ma e' l'unico tipo di "uomo" che si puo' confrontare con il pensiero dei postumani anche biologicamente e tecnicamente evolutivi, e con il loro avvento.

Un bel colpo -mortale- per la centralita' cosmica dell'uomo e le sue implicazioni.

La comunita' degli autocoscienti è piu' grande, della comunita' degli uomini, e, in altri sensi, piu' piccola.

Siamo ospiti temporanei anche nel novero numerico, spaziale e temporale degli autocoscienti.

Siamo di passaggio anche in quello che dovrebbe renderci unici, e invece appartiene alla natura come atopica e acronica possibilita', e rende unica essa.

E' ora di smetterla di atteggiarsi a padroni di casa.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Jacopus

D'accordissimo Niko. La contingenza però dice che ora ci siamo noi umani e solo noi umani in questo pianeta terra "oggi", possiamo fare eticamente. Il mio discorso tende a denaturalizzare ogni ideologia che si giustifica sulla base della natura compresa quella di un evoluzionismo inteso come progresso, anche solo biologico. La teoria evoluzionistica sintetica parla di equilibrio fra le specie viventi, non c'è alcun disegno verso una complessità emergente. È probabile che i sauridi fossero complessivamente più intelligenti dei primi protomammiferi. E tende anche a responsabilizzare l'uomo, perché se è un soggetto extra-natura allora non deve sottostare a supposte leggi naturali ma è egli stesso l'artefice del proprio destino. Non dobbiamo pertanto aspettarci nè indicazioni divine, nè indicazioni naturali, ma esclusivamente umane. Eppure dobbiamo farlo attingendo al sacro, intendendo con ciò tutto ciò che lega ed unisce. Capisco che sono riflessioni forse confuse e poco chiare ma in realtà sto usando questo forum e le vostre risposte per provare a chiarire questo panorama attuale di una umanità che usa Prometeo senza ascoltare Atena.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox

Citazione di: Jacopus il 17 Giugno 2023, 00:28:16 AME tende anche a responsabilizzare l'uomo, perché se è un soggetto extra-natura allora non deve sottostare a supposte leggi naturali ma è egli stesso l'artefice del proprio destino.
Di sicuro è l'essere umano l'artefice del propio destino ma ho evidenziato in neretto l'affermazione su cui bisognerebbe discuterne. In che senso è un soggetto extra-natura?

Ho letto pochi giorni fa questo articolo e ho trovato interessante l'ultima parte che riporto sotto il link
https://www.ilpost.it/2023/06/07/homo-naledi-ipotesi-seppellire-morti/

Finora si è sempre pensato che i comportamenti più complessi della nostra specie e dei neanderthal, come la coscienza della morte e i riti funebri, siano diventati possibili grazie alle dimensioni del cervello molto maggiori di quelle degli altri ominini. Se però anche i naledi erano in grado di scavare tombe e tracciare segni significherebbe che a essere essenziale per il pensiero complesso non sarebbe la dimensione del cervello, ma qualche altra caratteristica.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pensarbene

Secondo la Bibbia Adamo fu fatto col fango e Dio gli diede il soffio della vita 
Checchè se ne dica,è ancora la migliore definizione della genesi umana.
Una metafora semplice e facile che dice tutto.
L'uomo si è formato dalla materia e si è progressivamente animato come tale fino al sapiens saiens attuale.
Il come non lo sa nessuno,tanto meno i darwinisti i quali non essendo...darwiniani hanno fatto della teoria un dogma, come i  marxisti,i "freudisti",gli Einsteinisti" ecc...
Poco tempo fa sono stati scoperti, in rocce di 4,1 miliardi di anni fa, tracce di sostanze biochimiche corrispondenti all'esistenza di una vita semplice:

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.focus.it/ambiente/natura/stromatoliti-tracce-della-piu-antica-forma-di-vita-terrestre&ved=2ahUKEwiO8IPKt8n_AhXHgv0HHdSwBVYQFnoECBQQAQ&usg=AOvVaw2sdqktPJPPGBB69KWwogyC

E in rocce di 1,4 miliardi di anni fa ,tracce di sostanze presenti in una vita complessa compresa quella umana:

https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://it.italy24.press/tecnologia/amp/453388&ved=2ahUKEwiV4IPpuMn_AhVQnf0HHfuFA8sQFnoECA8QAQ&usg=AOvVaw0OuBrm75TglZZaFSC575jN

1,4 miliardi di anni non sono poi così tanti nel quadro evolutivo,tutto sommato la vita terrestre sembra accelerare in progressione prima aritmetica e poi geometrica nel senso di una intelligenza evoluta e evolutiva 
Allora,possiamo dire che il tracciante evolutivo
più significativo sia relativo al sistema nervoso e,segnatamente,al sistema nervoso centrale partendo dalla periferia e dai riflessi.