L’essere e il divenire.

Aperto da iano, 26 Maggio 2021, 01:29:13 AM

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iano

#15
Tornando a L.W. se taccio ciò  che non posso dire rischio di perdermi la prospettiva più interessante, il perché lo dico, ed è un perché che mi difinisce quanto mi rende altro quando trovo la risposta.
Così se del triangolo nulla posso dire, se non ripetendo che è un triangolo, giacché ne parlo, non posso più mettere  in discussione il mio essere chiedendomi perché, e vado oltre me, mutando la mia percezione prendendone coscienza quando chiedendomelo trovo una risposta.
Ciò che va' oltre il poter dire mi porta oltre me, ma non mutando la mia essenza di colui che dice, finché dice.
Posso sempre identificarmi in ciò che non varia nel mutamento, perché ci sarà sempre qualcosa che non varia se qualcosa noto ,ma niente di preciso in se'
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La persistenza in sè è che iano resta iano e ipazia resta ipazia, per sè e di fronte a terzi. Potremmo chiamarlo: doppio non cieco. Che tale rimane ogni mattina al risveglio e ottiene conferma definitiva da altri con cui si relaziona, animali domestici compresi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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