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Leopardi e il Nulla.

Aperto da Socrate78, 09 Gennaio 2019, 20:39:49 PM

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Sariputra

#15
Citazione di: baylham il 18 Gennaio 2019, 10:52:41 AMUna conferma che il pensiero, le teorie, individuali e collettive, evolvono, maturano, con ripensamenti, parziali arresti, contraddizioni. Poi ciascuno prende ciò che gli piace e respinge ciò che non gli piace. Di Leopardi ho letto in gioventù i Canti e le Operette Morali, le sue pubblicazioni, e alcuni estratti scolastici dello Zibaldone. Non sono leopardiano perché penso che la felicità sia effettivamente transitoria, ma non illusoria, e che allo stesso modo lo sia l'infelicità. Comunque considero parti della filosofia di Leopardi superiori a tutte le filosofie di carattere religioso, buddismo compreso. Anche le brevi citazioni che hai riportato Sariputra per me lo dimostrano. "Io non credo che le mie osservazione circa la falsità d'ogni assoluto, debbano distruggere l'idea di Dio" riafferma la negazione di ogni assoluto. Il nulla leopardiano espresso nel Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco è un nulla relativo. La chiusura del Dialogo di Plotino e di Porfirio e il proposito della Ginestra è assai differente dalla noluntas di Schopenhauer e dal nichilismo.

Naturalmente non concordo , ritenendo la filosofia buddhista ben superiore a quella leopardiana, se non altro perché 'fredda', non così emotiva e legata a stati d'animo negativi ( come nel caso di Nietzsche peraltro...).M a è una valutazione del tutto personale, ovviamente.
Io non amo particolarmente Leopardi proprio perché altamente depressivo ( e non ne ho bisogno... ;)   ;D  ). Alcune poesie sono sublimi, altre 'pesanti', troppo colte, poco fruibili da tutti...

Con questo non voglio sminuirne la grandezza. Trattasi, come ho già scritto, di un gigante della poesia... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

0xdeadbeef

Citazione di: Socrate78 il 09 Gennaio 2019, 20:39:49 PM
Ho sempre considerato (sia pur non condividendolo o forse comprendendolo del tutto....) affascinante il pensiero del poeta Giacomo Leopardi, soprattutto ritengo che la sua statura filosofica sia da approfondire e sia stata sottovalutata.

Ciao Socrate
A me sembra (lo dice esplicitamente nelle Operette Morali) che Leopardi abbia inseguito eccome il successo
nella vita, quindi che non abbia pensato al piacere che esso evidentemente procura come ad una illusione...
Mi pare di poter dire che per lui il successo (la fama letteraria come il successo con le donne...) fosse
la sola consolazione ad una vita altrimenti priva di qualsiasi senso o significato.
Dicendo che tutte le cose provengono dal Nulla ed al Nulla ritornano Leopardi tratteggia l'essenza stessa
del nichilismo (come afferma anche E.Severino).
Un Nulla che Leopardi intende sia come "non-essere" che come "male". Non vi trovo nulla di ambiguo, visto
che il "non-essere" anch'io lo intendo come "male" (non vedo come non lo possa essere).
saluti

Sariputra

#17
I
Citazione di: 0xdeadbeef il 18 Gennaio 2019, 14:02:52 PM
Citazione di: Socrate78 il 09 Gennaio 2019, 20:39:49 PMHo sempre considerato (sia pur non condividendolo o forse comprendendolo del tutto....) affascinante il pensiero del poeta Giacomo Leopardi, soprattutto ritengo che la sua statura filosofica sia da approfondire e sia stata sottovalutata.
Ciao Socrate A me sembra (lo dice esplicitamente nelle Operette Morali) che Leopardi abbia inseguito eccome il successo nella vita, quindi che non abbia pensato al piacere che esso evidentemente procura come ad una illusione... Mi pare di poter dire che per lui il successo (la fama letteraria come il successo con le donne...) fosse la sola consolazione ad una vita altrimenti priva di qualsiasi senso o significato. Dicendo che tutte le cose provengono dal Nulla ed al Nulla ritornano Leopardi tratteggia l'essenza stessa del nichilismo (come afferma anche E.Severino). Un Nulla che Leopardi intende sia come "non-essere" che come "male". Non vi trovo nulla di ambiguo, visto che il "non-essere" anch'io lo intendo come "male" (non vedo come non lo possa essere). saluti

In effetti questo lo fa molto poco buddhista...questi ragazzi di solito non tengono in considerazione  come cose di  grande valore la fama, l'onore e la gloria...mi sa che devo approfondire 'sto punto.
Il Leopardi amava teneramente e idealizzava le donne e non solo la Paolina Ranieri, una giovane  che spese anni a fargli da "badante", rapporto ricchissimo dal punto di vista umano ma zero da quello erotico si dice...ma un pò tutte apparivano ai suoi occhi dotate di doti e bellezze quasi trasfiguranti; tutte quelle che, in vario modo hanno attraversato la sua vicenda umana dolorosa: la Silvia/Teresa Fattorini, ad esempio. La Nerina/Maria Belardinelli, altro esempio canonico. O la Fanny Targioni Tozzetti che, come le altre, non si sarebbe mai potuta innamorare di lui (amavano le sue poesie e la sua cultura e basta...): «Mia cara, puzzava!»  :(  >:( , confidò infatti una Fanny priva di ogni misericordia a un' illustre giornalista. Il caso volle che l' illustre giornalista fosse napoletana e si chiamasse Matilde Serao. Conoscendo un pò le donne (ahimè o evviva ho avuto la... fortuna? Sfortuna? Chi lo sa...di averci molto a che fare...ehm...nel corso della mia vita) credo che al povero Giacomo fischiassero assai le orecchie in quel periodo...
Leopardi era una persona molto gentile...è dura amare con così grande trasporto e ardore...e poi dietro...mah! Sono sempre convinto che la nostra filosifia non prescinde mai dalla nostra vicenda umana...ne è sempre molto condizionata...
Resto dell'idea che non fosse nichilismo il suo. C'era in lui l'estremo desiderio d'essere (diverso e quindi amato)...l'annichilimento  era rivolto alla sua condizione, ma secondo me amava disperatamente la vita...disperatamente 
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Lou

#18
C'è in Leopardi uno Streben eroico e l'intera sua produzione ed esistenza lo attestano, la cui figura della ginestra è immagine perenne, della inesausta e titatinica tendenza a voler trascendere i limiti della propria finitezza, condizione non solo "sua", ma che investe ogni esistenza umana, verso un ideale, un al di là, un infinito, quel mare in cui è dolce naufragare, che non è nulla, ma nemmeno essere, un pensiero poetante che non si arrende al nulla, senza appartenere all'essere.
È bellezza, dai tratti tragici, di chi senza sottrarsi al vero, lo canta,  in una placida notte.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

sileno

Citazione di: Socrate78 il 09 Gennaio 2019, 20:39:49 PM
Ho sempre considerato (sia pur non condividendolo o forse comprendendolo del tutto....) affascinante il pensiero del poeta Giacomo Leopardi, soprattutto ritengo che la sua statura filosofica sia da approfondire e sia stata sottovalutata. La filosofia di Leopardi, così come ci è stata tramandata dai testi scolastici, si basa sul concetto secondo cui ogni essere umano (o in generale essere vivente) tende istintivamente al piacere, alla felicità, ma si tratta di una felicità senza limiti nel tempo e nello spazio. Ora, il gravissimo problema consiste nel fatto che tutti i piaceri della vita sono invece FINITI, hanno un termine nel tempo e sono limitati nello spazio, di conseguenza l'uomo è condannato ad un'infelicità costante; di fatto per Leopardi il piacere è una somma illusione, poiché in realtà si tratta sempre o di un ricordo di una felicità provata in passato o dell'attesa di una felicità che verrà in futuro, per cui metaforicamente il sabato che preannuncia la festa è per il poeta ben più piacevole della domenica stessa. Il piacere è come un fantasma che ci sembra reale e vivo ma in realtà non c'è MAI! Tali concetti sono espressi nello Zibaldone e in maniera sistematica nelle Operette morali, un tipo di prosa spesso molto vicino alla poesia.


Nulla - Tutto è nula al mondo anche la mia disperazione, della quale ogni uomo anche savio ma più tranquillo, ed io stesso certamente in un'ora più quieta conoscerò la vanità e l'irragionevoleza e l'immaginario. Misero me, èvano , e un nulla anche questo mio dolorore, che in un certo tempo passerà e s'annullerà, lasciandomi un un vuoto universale e in un'indolenza terribile che mi farà capace anche di dolermi ( Zib. pag, 72)

Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista per fin di male; l'esistenza è un male e ordianata al male; il fine dell'universo è il male; l'ordine, lo stato, le leggi, l'andamento naturale naturale dell'universo, non sono altro che male,né diretti ad altro che al male ... questo sistema non ardirei però estenderlo a dire che ,'universo esistente è il peggiore degli universi possibili, sostituendo così all'ottimismo il pessimismo. Chi può conoscere i limiti della possibilità? Zib pag 4174

Non c'è maggior piacere, né maggior felicità nella vita che il non sentirla - Zib, pag 3895

Illusione: Pare un assurdo e pure è esattamente vero, che tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni Zib, pag 99

Morte: la morte non è un male perché libera l'uomo da tutti i mali e insieme coi beni gli toglie i desideri. ( Pensieri)

Ipazia

Citazione di: Lou il 18 Gennaio 2019, 18:06:28 PM
C'è in Leopardi uno Streben eroico e l'intera sua produzione ed esistenza lo attestano, la cui figura della ginestra è immagine perenne, della inesausta e titatinica tendenza a voler trascendere i limiti della propria finitezza, condizione non solo "sua", ma che investe ogni esistenza umana, verso un ideale, un al di là, un infinito, quel mare in cui è dolce naufragare, che non è nulla, ma nemmeno essere, un pensiero poetante che non si arrende al nulla, senza appartenere all'essere.
È bellezza, dai tratti tragici, di chi senza sottrarsi al vero, lo canta,  in una placida notte.
Un tertium datur ...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Il bagliore di uno smeriglio.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

sileno

A Leopardi

Fossi aborto nel "funesto di natale"
- che maledico - mai sorto!
Fin dalla culla noia e dolore, null'altro

Recanatese, "tutto è male";
stolido chi non crede che la gente malviva
dal solido niente, nel niente arriva

sileno

baylham

"La mia filosofia, non solo non è conducente alla misantropia, come può parere a chi la guarda superficialmente, e come molti l'accusano; ma di sua natura esclude la misantropia, di sua natura tende a sanare, a spegnere quel mal umore, quell'odio, non sistematico, ma pur vero odio, che tanti e tanti, i quali non sono filosofi, e non vorrebbono esser chiamati né creduti misantropi, portano però cordialmente a' loro simili, sia abitualmente, sia in occasioni particolari, a causa del male che, giustamente o ingiustamente, essi, come tutti gli altri, ricevono dagli altri uomini. La mia filosofia fa rea d'ogni cosa la natura, e discolpando gli uomini totalmente, rivolge l'odio, o se non altro il lamento, a principio piú alto, all'origine vera de' mali de' viventi. ec. ec. (Recanati, 2 gennaio 1829)."

Ho ritrovato questa riflessione di Leopardi dallo Zibaldone, che considero profondissima.
Questa riflessione lo pone, per me, sopra qualunque religione o ideologia.
Qui non c'è traccia del nulla, a dimostrazione della varietà delle riflessioni di Leopardi, ma una logica conseguenza delle sue concezioni della felicità, c'è la biologia e l'ecologia dell'uomo e dei viventi, sia pur col suo pessimismo cosmico.

Vittorio Sechi

L'essenza del nichilismo

G. Leopardi, Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie (l824)

1             Sola nel mondo eterna, a cui si volve
2             Ogni creata cosa,
3             In te, morte, si posa
4             Nostra ignuda natura;
5             Lieta no, ma sicura
6             Dall'antico dolor. Profonda notte
7             Nella confusa mente
8             Il pensier grave oscura;
9             Alla speme, al desio, l'arido spirto
10           Lena mancar si sente:
11           Cosí d'affanno e di temenza è sciolto,
12           E l'età vote e lente
13           Senza tedio consuma.
14           Vivemmo: e qual di paurosa larva,
15           E di sudato sogno,
16           A lattante fanciullo erra nell'alma
17           Confusa ricordanza:
18           Tal memoria n'avanza
19           Del viver nostro: ma da tema è lunge
20           Il rimembrar. Che fummo?
21           Che fu quel punto acerbo
22           Che di vita ebbe nome?
23           Cosa arcana e stupenda
24           Oggi è la vita al pensier nostro, e tale
25           Qual de' vivi al pensiero
26           L'ignota morte appar. Come da morte
27           Vivendo rifuggia, cosí rifugge
28           Dalla fiamma vitale
29           Nostra ignuda natura
30           Lieta no ma sicura;
31           Però ch'esser beato
32           Nega ai mortali e nega a' morti il fato.

(G. Leopardi, Tutte le opere, Sansoni, Firenze, l9885, vol. I, pag. l34)

Ipazia

Immagino quanto fosse difficile, anche per persone di grande intelligenza creativa e speculativa come il conte Giacomo Leopardi dello Stato Pontificio, liberarsi dal peso incombente di 1800 anni di cristianesimo. Come lo fu per Nietzsche che lottò diperatamente contro Cristo per tutta la vita fino ad impazzirne dopo aver cavato dal cilindro nientepopodimeno che un dio greco da mettergli contro.

A tutti costoro la morte di Dio apparve come l'epifania del Nulla, non avendo nulla di così possente a portata di mano per poterne colmare l'assenza, il vuoto. A noi postumi quel vuoto fa meno paura, anche se ciò con cui l'abbiamo colmato è il motivo stesso del suo, si spera non eterno, ritorno. Di questi atei della prima ora resta comunque il significato eroico della battaglia che intrapresero: contro la loro epoca e contro le loro paure. Pur nella lontananza, a loro bisogna sempre tornare per riempire di significato un mondo rimasto, dopo millenni, orfano di Dio e maggiorenne per forza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Vittorio Sechi

Oltre Dio non vi è necessariamente il vuoto.

Dio è il fondamento della speranza escatologica. Il Nulla è fondamento dell'uomo qui ed ora. Senza Dio l'uomo è possibile.

Sariputra

Citazione di: Vittorio Sechi il 01 Aprile 2019, 23:31:56 PMOltre Dio non vi è necessariamente il vuoto. Dio è il fondamento della speranza escatologica. Il Nulla è fondamento dell'uomo qui ed ora. Senza Dio l'uomo è possibile.

Beh!..Se il nulla è il fondamento dell'uomo ne consegue che anche l'uomo è...nulla (niente di che, in parole povere... ;D ). Se ne deduce, per conseguenza, che anche Leo non era niente di che... ;)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Leopardi non ha alcuna ossessione della "morte di Dio", non è orfano di Dio, non ha assenza di Dio da colmare.
Per questo motivo Leopardi è ben superiore a tutte le religioni, atea compresa.

Il centro della sua riflessione è la felicità, o meglio il desiderio e l'impossibilità della felicità.
Da ciò deriva il suo pessimismo e spesso nichilismo.
Ma la reazione più matura è l'affermazione di sentimenti e valori quali l'amicizia, la solidarietà tra gli uomini.

Per me il capolavoro di Leopardi è L'infinito, che trovo estraneo al sentire nichilista.

Socrate78

Leopardi non credeva nella solidarietà tra gli uomini come qualcosa di realizzabile, né nel progresso verso un mondo migliore: egli era scettico verso tutto ciò che poteva rappresentare un vero progresso, infatti nelle Operette Morali e nello Zibaldone critica proprio l'ideologia illuminista che considera la storia un percorso progressivo verso il benessere e la felicità, verso un'umanità moralmente migliore. Sebastiano Timpanaro (di orientamento politico-culturale marxista) a mio avviso forza il pensiero di Leopardi presentandolo come un credente laico nelle utopie, forse per avvicinarlo al suo mondo ideologico, ma leggendo bene tutta la sua opera (Zibaldone, Operette Morali, ecc. ) egli tende semmai a deridere quelle ideologie basate sull'ottimismo progressista verso un mondo migliore. Leopardi, dal punto di vista della visione dell'uomo, lo trovo invece molto vicino ad Hobbes e a Nietzsche, cioè a quei filosofi che sono scettici sulla fondamentale bontà dell'essere umano.

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