Le visioni mistiche sono illusioni soggettive?

Aperto da Carlo Pierini, 16 Maggio 2019, 13:59:16 PM

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Ipazia

E chi lo decide ? Pierini. Tertium si dà sempre: Hegel rivisto da Marx. E ogni terzo (sintesi) è diverso dal precedente. La realtà è plurale, perennemente in trasformazione. Il dualismo va bene solo nei computer. Ma anche loro lo stanno superando per via quantistica. Quindi restano solo i veterometafisici arroccati su 1 e 2 a disputare tra loro. Buon divertimento.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

Cit. CARLO
Non giochiamo con i termini. Pur di non attribuire alla coscienza una valenza ontologica propria (come, invece, fa il dualismo), i riduzionisti parlano di essa come proprietà emergente DELLA materia biologica complessa. Cioè, si parla di una nuova qualità DELLA materia, non di un nuovo ente che emerge DALL'ente materia come un nuovo individuo emerge dalla madre per poi costituirsi come una alterità autonoma.
Quindi devi deciderti: o scegli il monismo, che vede nella mente un'estensione della materia, un suo epifenomeno - e allora dimentica ogni analogia madre-figlio -; oppure, se ti sembra più adeguata la metafora genitoriale, devi optare per il dualismo interazionismo, nel quale coscienza e corpo sono DUE entità compiute che dialogano, al pari della DUALITA' madre-figlio. Tertium kantianum non datur. :-)

IPAZIA
E chi lo decide ? Pierini. Tertium si dà sempre: Hegel rivisto da Marx.

CARLO
Parlami di questa teoria-tertium sul problema mente-cervello, di cui non ho mai sentito parlare. E' una tua creazione, o ci ha pensato Marx?

IPAZIA
Il dualismo va bene solo nei computer. Ma anche loro lo stanno superando per via quantistica.

CARLO
La "dualità" software-hardware è una distinzione puramente tecnica, non una dualità ontologica. Un computer, infatti, è sempre e solo UN UNICO grande circuito elettronico (hardware) in funzione perché, di fatto, il software, una volta installato, non è altro che hardware. La distinzione che noi operiamo tra hardware e software ci è utile da un punto di vista tecnico (un circuito fisso e uno variabile), ma è fittizia sul piano fisico-ontologico. Tra mente e cervello esiste una relazione dialettica, bi-direzionale, tra pulsioni istintive (biologiche) e intenzioni volontarie relativamente libere e creative, mentre un programma software non è altro che un algoritmo deterministico calato nell'hardware.
Al limite, persino la luce della tua stanza ha un hardware fisso e un software variabile: sono la lampadina (fissa) e l'interruttore (variabile on/off), e l'unico elemento di libertà che influisce sulla lampadina è la TUA decisione di accendere e di spegnere.
In altre parole, il computer è soltanto l'equivalente di un enorme impianto di lampadine e interruttori on/off; e il software non è altro che un programma che stabilisce la sequenza e le condizioni di azionamento di questi interruttori. E non è casuale che il linguaggio base dell'informatica sia il linguaggio binario on/off, cioè, 1/0.
Come scrive il neuroscienziato Searle:

«Nessun programma di computer è di per sé sufficiente a fornire una mente a un sistema. In breve, un programma non è una mente. Il progetto che mira a creare una mente semplicemente progettando programmi è destinato a fallire in partenza; la coscienza, il pensiero, i sentimenti, le emozioni, implicano ben più che una sintassi».  [JOHN SEARLE: Mente, cervello e scienza - 1984)

Infatti, un software non inventa nulla, non scrive poemi, non ha aspirazioni etiche, non ama, non soffre né gioisce, ecc., ma fa esattamente ciò per cui l'uomo lo ha programmato (e se si guasta, non fa nemmeno quello), senza alcun margine di libertà, proprio come un automa. E non credo che tu ti consideri un automa che agisce secondo un programma già scritto interamente dal Fato, come credono certe menti primitive.
In un computer esiste *SOLO* l'hardware perché il "programma" (software) non fa altro che trasformare un certo hardware in un altro hardware. Né più né meno di un coltellino svizzero multifunzione che può essere cavatappi, cacciavite, tagliaunghie a seconda del supporto che estrai dal manico.


Jacopus

Per Carlo. Non so che tipo di dualismo mente-cervello stai seguendo ma ti assicuro che J. Searle non ha niente a che vedere con una visione dualistica mente-cervello. Ti allego un link interessante che spiega in 15 minuti il pensiero di Searle, che cerca un sentiero interessante, un tertium datur, per parafrasare Ipazia e senza scomodare nè Hegel, nè Marx. 

https://www.ted.com/talks/john_searle_our_shared_condition_consciousness/transcript?language=it
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Carlo Pierini

#78
Citazione di: Jacopus il 20 Maggio 2019, 01:14:09 AM
Per Carlo. Non so che tipo di dualismo mente-cervello stai seguendo ma ti assicuro che J. Searle non ha niente a che vedere con una visione dualistica mente-cervello. Ti allego un link interessante che spiega in 15 minuti il pensiero di Searle, che cerca un sentiero interessante, un tertium datur, per parafrasare Ipazia e senza scomodare nè Hegel, nè Marx.

https://www.ted.com/talks/john_searle_our_shared_condition_consciousness/transcript?language=it

CARLO
Io non vedo nessun "tertium".
Searle, in sostanza dice:
1 - La coscienza esiste e non è riducibile ad un "cervello-computer".
2 - La coscienza è capace di azioni causali sul corpo.
E questi sono i due punti fondamentali del dualismo di Eccles.
L'unica cosa non cristallina - che andrebbe chiarita meglio leggendo qualche suo testo - è l'affermazione secondo cui la coscienza <<è un fenomeno biologico>>. Si tratta di capire qual è il senso di questa asserzione, data la sua posizione decisamente non-riduzionista. Non vorrei che cadesse anche lui nell'ambiguità di Kant di un "trascendent-ale" privo di ontologia che non è né immanenza né trascendenza, ma che è anche immanenza e trascendenza.

Come ho già accennato altrove, il paradigma più chiaro (ma non semplicistico) è quello di Ficino-Jung (che corrisponde anche con la filosofia taoista) che non contraddice il dualismo di Eccles, ma ne è il completamento:

<<L'anima umana è per Ficino la parte centrale nella serie graduata delle sostanze, il che non significa solo che per la sua qualità oggettiva sta in mezzo tra l'intelligibile e il corporeo, fra l'eterno e il temporale, ma anche che è rivolta nel suo atteggiamento consapevole in su e in giù e unisce così fra di loro le due metà dell'universo. All'anima viene quindi assai logicamente attribuito un doppio affetto e una doppia inclinazione per cui essa è ugualmente rivolta verso il divino e verso il sensibile. [...] Rispetto a questo suo duplice indirizzo il Ficino paragona qualche volta l'anima a Giano i cui due volti guardano in direzioni opposte".   [P.O. KRISTELLER: Il pensiero filosofico di M. Ficino - pg.209]

"Nella mia immagine del mondo c'è un grande regno esteriore e un regno interiore altrettanto grande [l'inconscio, il Sé, Dio], e tra questi due poli sta per me l'uomo, ora rivolto all'uno ora all'altro".    [JUNG: Contrasto tra Freud e Jung - pg. 215]

Questo paradigma è ...uni-trinitario, proprio come il Yin-Yang-Tao. Ma ci sarebbe molto da dire...!

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