Le varianti mitiche del "Salvatore". Volti diversi di uno stesso archetipo.

Aperto da Carlo Pierini, 28 Giugno 2018, 09:58:01 AM

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Carlo Pierini

"Nel Vishnu Purana è scritto: "Krishna è l'incarnazione del supremo Brahma: quantunque sia un mistero il modo con cui il Supremo assuma la forma di un uomo". [...] Il nome di sua madre era Deva Maya, o Devaki, e la sua nascita fu miracolosa.
Benchè di stirpe reale, si diceva che egli (Krishna) fosse nato in una prigione la quale si era miracolosamente illuminata al momento della sua nascita, mentre un coro di angeli, o Deva, lo salutava. Il profeta Narada visitò i suoi genitori, esaminò le sue stelle, e lo dichiarò di discendenza divina. Egli fu salvato, con la fuga, dalla crudeltà di suo zio Kansa (l'Erode indù), che, nella speranza di ucciderlo, aveva ordinato la strage di tutti i neonati maschi nei suoi domini. Da fanciullo egli meravigliò i suoi maestri con la sua sapienza; fece molti miracoli; fu assalito dai Rakshasa (diavoli) e lavò i piedi ai Bramini.
Il carattere miracoloso della sua nascita, l'interposizione divina per salvare la vita di questo fanciullo divinamente generato, e I'ordine del re Kansa di distruggere i neonati maschi sono riferiti nel "Dizionario classico della mitologia indù". [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 15]

"Nel "Hindu Pantheon" di Moor (Tav. 59) si può vedere Devaki rappresentata con in braccio il bambino Salvatore. [...]
Scrive Barth (Religions of India, pg. 173): «...L'analogia che esiste tra la teoria degli Avataras, e quella dell'Incarnazione, le curiose somiglianze che esistono tra la reggenda di Gesù e quella di Krishna, in cui occorrono, con più o meno punti di somiglianza, le scene pastorali della natività, l'adorazione dei pastori e dei Magi, la fuga in Egitto, la strage degli Innocenti, i rniracoli relativi all'Infanzia, la Tentazioìe, e la Trasfigurazione, e tutto ciò riferito ad un Dio di cui perfino il nome ha una certa affinità di suono con quello di Cristo». [...] Il dotto autore continua notando che una religione di fede e di amore «...poteva benissimo realizzarsi nell'India, come si realizzò altrove, nel ternpo opportuno, e INDIPENDENTEMENTE DA OGNI INFLUENZA CRISTIANA, nelle religioni di Osiride, Adone, Cibele, e Bacco...» (Religions of India, pg. 219).
Una divinità dell'India, ancora più antica, il Budha arcaico, dio di Sapienza, non ebbe probabilrnente origine storica. La storia della sua nascita lo descrive come figlio di Soma, il dio lunare, e di Tara, moglie di Brihaspati, che, come la Vergine Maria, è rappresentata in piedi sull'arco di luna crescente".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 16]

"In Egitto, la nascita di Oro, chiamato il Salvatore, era celebrata il 25 dicembre. "Egli è il grande dio amato dal cielo. La sua nascita è uno dei più grandi misteri della religione [egizia]. Egli era il figlio della divinità. A Natale, o all'epoca corrispondente a questa nostra festa, la sua immagine era portata fuori del santuario con speciali cerimonie, come l'immagine del Bambino Gesù è ancora adesso portata fuori ed esposta a Roma." (Bonwick, Egyptian Belief, p. 157)
Ma Oro non era il solo dio solare riconosciuto dagli Egizi. Suo padre Osiride, il Salvatore, (di cui Oro era una rincarnazione) nacque pure all'epoca del solstizio d'inverno da una vergine immacolata, la dea Neith, che, come Iside, madre di Oro, era conosciuta sotto i nomi di Madre di Dio, Vergine Immacolata, Regina del Cielo, Stella del Mare, Stella del Mattino, l'Interceditrice. Sembra pure che Osiride ed Oro abbiano rappresentato idee filosofiche. [...]
Iside è sempre rappresentata in piedi sull'arco di luna crescente con dodici stelle che le circondano la testa, mentre in quasi tutte le chiese cattoliche romane sul continente d'Europa si vedono statue e pitture rappresentanti Maria Regina del Cielo, dritta sulla luna crescente, colla testa circondata da dodici stelle. Questo ricorda la descrizione che si trova nell'Apocalisse (XII, 1) della "donna vestita di sole, sotto a cui piedi era la luna e sopra la cui testa era una corona di dodici stelle".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 17]

"Osiride, come pure la sua rincarnazione, Oro, veniva chiamato "Re dei Re" e "Signore dei Signori". Come quella di Gesù, la nascita di Osiride fu proclamata da voci angeliche, che in mezzo ad una gran luce annunziavano: "..È nato il signore di tutto il mondo, mentre tutta la natura stette silenziosa e tianquilla ad ascoltare".  Una storia consimile è raccontata nel Vangelo Apocrifo di san Giacomo, detto il protevangelio, in cui si legge che al momento della nascita di Gesù tutta la natura restò immota ed un gran silenzio cadde sulla terra e sulle sue creature".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 18]

"In Babilonia troviamo Tammuz, il dio solare di Erido, adorato come Salvatore. Egli è descritto come l'unico figlio del dio Ea: sua madre aveva evidentemente molti nomi: Istar, Tillilli, Dav-kina, non erano che nomi e forme differenti della stessa divinità. Istar può anche essere identificata con l'Ashtoreth della Siria, con l'Astarte della Fenicia, e perfino con l'Afrodite della Grecia, mentre alcuni scrittori hanno trovato il suo parallelo nell'egizia Hathor. [...] É raffigurata, nella Monumental Christianity, come Mylitta, col bambino Salvatore Tammnuz sulle ginocchia. In un antico inno accadiano essa è invocata come: "O Vergine Istar!". Ed anche sotto altri aspetti si riscontrano corrispondenze colla Vergine Maria, poiché è rappresentata col figlio divino nelle braccia e con la testa circondata da un'aureola e coronata da dodici stelle. Come la Vergine Maria anche essa era chiamata Regina del Cielo.
Secondo le tradizioni babilonesi la nascita di Tammnuz era di natura miracolosa; ma il fatto più notevole di tutta la leggenda è che egli (come Gesù) era considerato figlio e marito di sua madre.
Come gli Egizi ed i Babilonesi tributavano onori divini ad Iside e ad Istar, così i Cartaginesi adoravano una 'gran madre' che sembra essere identica a Tanith-Artemis, la 'vergine celeste'; l'araba Làt era adorata dai Nabatei come madre degli dei".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 19]

"Nella Persia la nascita del dio solare Mithra, conosciuto altresì sotto il nome di Tseur o Salvatore, era celebrata al solstizio di inverno. Si diceva che egli fosse nato in una grotta, e che il suo nome fosse solo una versione di quello del Mitra Indiano, la divinità invocata in alcuni dei più antichi inni del Rig Veda, ed è evidente che gli Irani presero questo nome dagli Indo-Arii. "I loro più splendidi cerimoniali erano in onore di Mithra, chiamato il Mediatore; essi celebravano la sua nascita con molti festeggiamenti iI 25 dicembre quando il sole incomincia sensibilmente a ritornare verso il Nord, dopo il suo lungo viaggio invernale." (Child: Progress of Religious ideas, vol. I, pg. 272). Stukeley osserva che l'adorazione di Mithra era diffusa in tutta la Gallia e in tutta la Britannia".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 20]

"Molto tempo prima che Cortéz approdasse alle loro spiagge, gli abitanti dell'antico Messico adoravano un Salvatore, Quetzalcoatl, nato in modo miracoloso, la cui festa si celebrava al solstizio di inverno. Egli era nato nel paese di Tula o Tlapallan, e lo aveva lasciato per visitare il Messico e portarvi l'istruzione. Dopo aver dato le leggi ed istruito il popolo per qualche tempo, annunziò che l'opera sua era compiuta, ed entrato in una navicella fatta di pelli di serpente, egli salpò verso oriente, dicendo che il Sole, suo padre, aveva bisogno di lui, ma promettendo di tornar di nuovo a regnare. Egli è rappresentato come un uomo alto di statura, vestito di bianco, di carnagione molto chiara, e con barba e capelli biondi. L'interpretazione letterale del suo nome, secondo Lord Kingsborough, è "Serpente dalle ricche piume", e secondo Humboldt "il Serpente vestito di penne verdi". Una versione della leggenda di Quetzalcoatl, scrive Hartland, "racconta che il Signore dell'esistenza, Tonaca-Tecutli apparve a Chimalma, soffiò su di lei, risvegliò nel suo seno un germe di vita, ed essa dette alla luce Quetzalcoatl. La nascita del figlio le costò la vita; ma, morta sulla terra, essa fu assunta al cielo come Maria Vergine, e fu d'allora in poi venerata sotto il nome di Chalchihuitzli, la "Pietra Preziosa del Sacrifizio".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 21]

"Gli antichi abitanti del Yucatan adoravano un Salvatore, conosciuto sotto il nome di Bacab, e che vien detto esser nato da una vergine a nome Chiribirias".
Anche Huitzilopochtli, dio solare e guerriero azteco, era nato miracolosamente; la sua festa principale si celebrava al solstizio d'inverno, quando, fra altre cerimonie, la sua immagine veniva trafitta da una freccia. Egli è rappresentato adorno di serpenti. Si narra che Coatlicue, la madre, un giorno vide venire verso di lei, ondeggiando nell'aria, un fiocco di piume. Essa lo prese e se lo nascose in seno, e poco dopo si trovò incinta".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 22]

"Secondo le scritture cinesi, Buddha si dice nato da una madre vergine, Maya, per il potere adombrante di Shing-Shin, "lo Spirito Santo;" ed i libri sacri riferiscono che la sua nascita fu annunziata nel cielo da un asterisrno che sorse all'orizzonte e che fu chiamato la Stella Messianica. Il Fo-pen-king dice che in tutti i cieli i Deva si unirono in questo canto: "Oggi Bodhisatwa è nato sulla terra a portar la gioia e la pace agli uomini e ai Deva, a sparger luce nei luoghi tenebrosi, e dar la vista ai ciechi".
Buddha fu anche chiamato il "Re di Perfezione" e nacque da una immacotata concezione; poichè Maya, sua madre, come la Vergine Maria, "era la rnigliore e la più pura tra le figlie degli uomini". Anch'egli è, insieme, il Padre e il Figlio, che s'incarnò per propria volontà, allo scopo di "sollevare il velo dell'ignoranza e del peccato dal mondo," come era stato profetizzato alla sua nascita. Il cielo e la terra, quando egli nacque, "si unirono per rendergli omaggio, mentre gli angeli cantavano i loro inni di vittoria, e gli arcangeli erano presenti a porgere aiuto". [...]
Egli superò tutti i suoi compagni in potere e sapienza, ed istruì quelli che dovevano insegnare a lui. Come Gesù, fu tentato nel deserto dallo Spirito del Male, che egli vinse, e finalmente, come Gesù, fu confortato dagli angeli".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 25]

"E' notevole il fatto che in quasi tutte le religioni di cui abbiamo qualche ricordo, l'equinozio di primavera è la data dell'anno assegnata alla morte ed alla risurrezione di un dio o di un uomo divino".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 30]

"Il parallelo fra la storia di Krishna e quella di altri Salvatori di cui citeremo I'esempio, può riprendersi al di là della tomba; poichè egli è rappresentato come disceso nelle regioni infernali, risorto da morte, ed asceso al cielo.
Alludendo alle leggende che si riferiscono a Vishnù, Barth osserva che "esse lo rappresentano come la personificazione del sacrifizio, ed a questo proposito parlano della sua morte violenta, caratteristica che ben si addice ad una divinità solare, e che si ripete nella catastrofe finale di Krishna" (Barth: Religions of India, pg. 166).
In un'altra incarnazione Vishnù è chiamato Wittoba o Balaji. Egli è rappresentato come crocifisso su una croce latina, ma non fissato ad essa, quantunque ai piedi si scorgano le stimmate dei chiodi, ed abbia gambe e piedi nella posizione di un uomo crocifisso. Egli porta una corona fatta a punta, una specie di mitra, e sopra lui sernbra scendere dall'alto una gloria di luce. In una icona o immagine di Wittoba, si vede un foro al costato e un cuore che gli pende sul petto. Si dice che Egli è "rinato sull'albero della vita". Nel Pantheon di Moor esiste una figura di questo "uomo crocifisso nello spazio", come lo chiamano i libri sacri indù. [...]
La croce, come noi vedremo, è un simbolo della più grarade arutichità, ma la rappresentazione di una figura con le stimmnate di chiodi appartiene ad un periodo posteriore. La delineazione più antica dell'attitudine crociforme, è la figura del dio nella volta del cielo, colle braccia aperte, in atto di benedire l'universo".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 31]

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Carlo Pierini

"In quasi tutte le religioni il dio, che è ucciso, risuscita dalla morte, oppure si rincarna immediatamente. Nell'Egitto Osiride è ucciso dal suo nemico Tifone, il serpente del male, che a sua volta è distrutto da Oro, figlio e rincarnazione immediata di Osiride. Osiride allora diviene "Signore delle vita al di là della tomba", e "giudice di tutte le anime". Come Osiride, egli è il sole che tramonta; come Oro, i raggi sorgenti del grande luminare. Gli Egizi parlavano del sole, che tramonta all'ovest, come se andasse fra le braccia di Osiride e nel "Paese del Riposo" e dicevano che i morti dormivano con Osiride, come si dice che i morti cristiani riposano in Gesù. Tanto Osiride che suo figlio Oro sono rappresentati crocefissi, colle braccia aperte nella volta del cielo. [...] 
Osiride discende nel mondo sotterraneo dei morti; Cristo discende nell'Averno e predica "agli spiriti che sono in carcere". Osiride divenne il giudice delle anime; Cristo era quello destinato ad essere il giudice dei vivi e dei morti. Plutarco fa menzione del ritorno di Osiride dall'Ade dopo essere stato chiuso per lungo tempo in un arca, in istato di morte".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pp. 32-33] 

"Tammuz-Adone in Babilonia e più tardi nella Siria fu un altro "Salvatore." La sua morte veniva ogni anno commemorata con canti funebri, mentre la sua immagine giaceva su un letto o su una bara. Per tre giorni era pianto come morto, ma poi seguiva l'allegrezza per la sua risurrezione. Durante la cerimonia della festa di risurrezione, che aveva luogo il 25 marzo, i sacerdoti, dopo aver toccato con olio santo la bocca di coloro che menavan cordoglio, raccomandavano loro di aver fede nel Signore, poiché le pene che egli ha sofferto hanno procurato la loro salvezza".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 33] 

"Mitra, il Salvatore Persiano, aveva una simile festa della morte all'equinozio di primavera. Parlando della sua risurrezione, Dupuis osserva che le religioni di Mitra e di Cristo hanno molte caratteristiche comuni; Mitra, nato come Cristo il 25 dicembre, morì come lui, ed ebbe una tomba sulla quale i suoi discepoli si recavano a sparger lacrime. [...] Alla fine delle cerimonie funebri, che corrispondevano alle nostre feste Pasquali, essi pronunciavano queste parole: "Rallegratevi, sacro stuolo, di iniziati; il vostro dio è risorto dalla morte. Le sue pene e le sue sofferenze saranno la vostra salvezza".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 35] 

"Prometeo fu un altro Salvatore crocifisso. Si diceva ch'egli fosse un dio immortale, amico della razza umana, che non indietreggiò neppure d'innanzi al sacrifizio di sè stesso per la salvezza dell'urnanità. Si dice che egli venne inchiodato,'colle braccia distese, sul Monte Caucaso presso il mar Caspio.
Il dio Ati, adorato nella Frigia, era chiamaio "il figlio unigenito" ed anche il "Salvatore". Egri veniva rappresentato come un uomo legato ad un albero, con un agnello ai piedi. 
"Ati," scrive Frazer, era per la Frìgia, quello che Adone era per la siria. Come per Adone la sua morte e risurrezione erano ogni anno in primavera commemorate con una festa. Le leggende ed i riti dei due Dei erano così somiglianti, che gli antichi stessi qualche volta li identificavano l'uno coll'altro. [...] 
All'equinozio di primavera (22 Marzo) si tagliava un pino e lo si portava nel santuario di Cibele, dove veniva trattato come una divinità. Lo si adornava di nastri di lana e di ghirlande di violette, poichè si diceva che le violette erano nate dal sangue di Ati, come gli anemoni da quello di Adone; e nel mezzo dell'albero si collocava la figura di un giovane".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 36] 

"Bacco era un altro dio solare, messo a morte dai Titani e come Osiride, tagliato a pezzi. Dopo un sonno di tre giorni nell'Ade, Giove ne rianimava il corpo e Pallade (la Sapienza) gli riportava il cuore. Secondo Dupuis la sua risurrezione dai morti era commemorata con grandi allegrezze la mattina del 25 marzo; alcuni dicono invece che era celebrata due volte l'anno, all'equinozio di primavera e a quello d'autunno; ed altri ancora che lo era al solstizio d'inverno. Egli è rappresentato mentre dice ai suoi adoratori: "Sono Io che vi guido, Io che vi proteggo e vi salvo. Io sono l'Alfa e l'Omega". Nei suoi misteri si portava in giro in suo onore un'arca sacra. Dupuis aggiunge che dopo la sua risurrezione Bacco ascendeva al cielo. 
Sotto l'altro suo nome, Dionisio, il mito è quasi identico. Secondo alcuni, le sparse membra di Dionisio furono rimesse insieme per ordine di Giove da Apollo, che le seppellì nel Parnaso".  [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 37] 

"Tra gli antichi popoli del Yucatan, il Salvatore era conosciuto sotto il nome di Bacab, e sembra essere stato, come Cristo, considerato quale seconda persona della loro trinità. Egli è rappresentato flagellato e coronato di spine prima d'esser messo in attitudine di crocifisso, "colle braccia aperte su una trave di legno." Egli "rimase morto tre giorni, ed al terzo risuscitò ed ascese al cielo" (Kingsborough: Antiquities of Mexico, vol VI, p. 164). 
Secondo alcune tradizioni Messicane il dio Quetzalcoatl fu crocifisso su una trave di legno colle braccia distese, e si disse che egli fosse stato così ucciso per l'ingratitudine di coloro che era venuto a salvare".   [W. WILLIAMSON: La legge suprema. Studio sulle origini delle religioni e sulla loro unità fondamentale - pg. 38] 

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