Le tre parti della filosofia

Aperto da Apeiron, 08 Ottobre 2017, 16:27:27 PM

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Apeiron

Riuscire a definire cosa si intende per "filosofia" è in genere molto complesso. Un giorno anni fa mi è stato chiesto "cosa è la filosofia?" e lì per lì ho semplicemente detto "ragionamento critico". Tale mia risposta pur essendo corretta è evidentemente incompleta per ragioni che dico adesso. Anzitutto nella filosofia è importante lo studio: grazie ad esso infatti impariamo i termini con cui dialogare, le dottrine dei filosofi precedenti e così via. Senza studio inoltre non riusciamo nemmeno a iniziare a filosofare per un motivo alquanto semplice: non abbiamo la minima idea di cosa voglia dire. Quindi lo studio è una delle parti della filosofia tanto importante quanto il "ragionamento critico". Ma a questo punto potremo dire che la filosofia è una attività di studio e di ragionamento. Questo però è insoddisfacente: manca la terza parte, che probabilmente è la più importante, ossia la parte "creativa" in cui si producono teorie, dottrine e così via. Grazie d'altronde a questa parte produttiva è possibile lo studio, che rende possibile la parte "critica" (o "distruttiva") che rende possibile a sua volta la parte creativa (d'altronde se confutiamo una posizione ne cerchiamo un'altra). La terza parte è possibile per vari motivi: o per astuti collegamenti tra varie zone del sapere oppure per "ispirazioni"/intuizioni di varia natura e così via.

Riassumendo a mio giudizio la filosofia può essere riassunta in queste tre parti (non si deve considerare l'ordine come temporale ovviamente  ;) ):
1) la parte dello studio di dottrine, teorie, modi di ragionamento... ossia, usando un'immagine suggestiva, questa è la parte in cui si scava cercando il minerale prezioso ma anche si cerca di studiare sia come tale minerale si può riconoscere e purificare (ossia si studia il "metodo") ;
2) la parte "creativa" o "produttiva": tramite una intuizione, una ispirazione, un collegamento creativo ecc si arriva a proporre una nuova teoria; Per certi versi non è la critica ma la produzione l'obbiettivo della filosofia ,a meno che non si creda già di aver a disposizione la "dottrina vera" che può essere perfezionata proprio utilizzando la critica. Questa parte della filosofia è quella in cui - per usare l'immagine del punto (1)- si raccoglie (oppure si vede che si ha già in mano  ;D *) qualcosa che si ritiene essere prezioso;
3) la parte distruttiva o "critica" (a cui in genere i "razionalisti" danno a mio giudizio troppa importanza dimenticandosi della terza parte). Questa parte è quella "dialogica" (ma la si può fare anche da soli  ;) ), ossia la dottrina (propria o altrui) in questione viene, per usare un'analogia kantiana, messa costantemente in accusa e bisogna trovarne i punti di forza e i punti di debolezza. In questo modo si fa per così dire un processo di "katarsis"/purificazione rimuovendone le imperfezioni e i difetti oppure la si confuta completamente. La "critica" è tanto più efficace quanto più è per così dire "profonda" in quanto solo utilizzando una così forte critica si riesce a toglierne le imperfezioni (si badi bene che anche colui che crede ad una determinata dottrina può utilizzare questo procedimento. Ad esempio uno che crede nell'esistenza della vita dopo la morte può esaminare le conseguenze della sua credenza e di quella opposta in modo da meglio valutarne i pregi e i difetti...). Questo procedimento, utilizzando sempre la stessa immagine, è simile a quello di chi cerca di stabilire se un minerale raccolto è l'oro e/o di levare via tutte le impurità da tale minerale.

Ovviamente qua si può distinguere anche tra filsofia in senso stretto e spiritualità in senso stretto: nel primo caso infatti i minerali sono le verità (o la Verità per chi crede ancora nella presenza di una Verità Assoluta - di qualsiasi tipo  ;) / si può anche stabilire per esempio che alcune verità non possono essere "capite" o "trovate" - ossia quando ad esempio la miniera è inacessibile) nel secondo caso invece le cose cercate (i "minerali" preziosi) sono i "beni dello spirito (per coloro a cui va bene questa combinazione di parole, il senso credo che sia chiaro - ognuno può chiamarli come vuole)" (valgono le stesse considerazioni di "assolutismo" per il Bene se si ritiene che "esista" qualcosa di simile).

Vale ovviamente secondo me questa massima: Coloro che cercano l'oro scavano molta terra e ne trovano poco. (fr. 22 Eraclito)

*Se ad esempio Platone ha ragione con la sua dottrina dell'anamnesi ovviamente tale "intuizione" in realtà è una reminiscenza.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Kobayashi

Sì, in linea di massima ogni lavoro filosofico sembra articolarsi nei tre momenti di studio, creazione, critica.
Tuttavia le differenze che dipendono dalla finalità specifica di ciascun lavoro sono tali che viene il dubbio se sia legittimo parlarne come se appartenessero alla stessa disciplina...
Per esempio penso a Foucault, quel suo setacciare le tradizioni culturali e le istituzioni per comprendere come si sono formate le strutture del potere, poi penso a quei filosofi che invece hanno cercato di creare visioni del mondo da incarnare e da offrire ai lettori come consolazioni spirituali o qualcosa del genere.

La bella immagine della ricerca della vena d'oro, che hai utilizzato tu, ricorda naturalmente l'alchimia, che è forse la tradizione che incorpora tutte le contraddizioni che la filosofia ha sempre tenuto celate nella propria pancia: trasformare realmente la materia grezza in oro, ottenere realmente il potere di cambiare il mondo, fuori da ogni metafora, e nello stesso tempo, ritrarsi dal mondo, rientrare nella dimensione metaforica, simbolica, e intendere il proprio lavoro di alchimista come perfezionamento di se', come purificazione interiore.
Insomma, una continua oscillazione tra due poli: quello della realtà da comprendere e trasformare, e quello della vita da contemplare con i suoi simboli.

green demetr

Per me è conoscenza e critica.

La critica certo può essere raffinata con gli strumenti che impariamo dai libri.

Ma avere gli strumenti senza (ri)conoscere quello che si vive, per me non è Filosofia, è Storia della filosofia.

La distinzione di Kobayashi tiene ancora, sono d'accordo, anche se per me la vera filosofia è solo quella spirituale.
;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Apeiron

Citazione di: Kobayashi il 09 Ottobre 2017, 11:27:40 AMSì, in linea di massima ogni lavoro filosofico sembra articolarsi nei tre momenti di studio, creazione, critica. Tuttavia le differenze che dipendono dalla finalità specifica di ciascun lavoro sono tali che viene il dubbio se sia legittimo parlarne come se appartenessero alla stessa disciplina... Per esempio penso a Foucault, quel suo setacciare le tradizioni culturali e le istituzioni per comprendere come si sono formate le strutture del potere, poi penso a quei filosofi che invece hanno cercato di creare visioni del mondo da incarnare e da offrire ai lettori come consolazioni spirituali o qualcosa del genere. La bella immagine della ricerca della vena d'oro, che hai utilizzato tu, ricorda naturalmente l'alchimia, che è forse la tradizione che incorpora tutte le contraddizioni che la filosofia ha sempre tenuto celate nella propria pancia: trasformare realmente la materia grezza in oro, ottenere realmente il potere di cambiare il mondo, fuori da ogni metafora, e nello stesso tempo, ritrarsi dal mondo, rientrare nella dimensione metaforica, simbolica, e intendere il proprio lavoro di alchimista come perfezionamento di se', come purificazione interiore. Insomma, una continua oscillazione tra due poli: quello della realtà da comprendere e trasformare, e quello della vita da contemplare con i suoi simboli.

Per essere sincero  non avevo in mente l'alchimia. Il mondo è davvero piccolo, ho usato l'oro semplicemente per dire che il fine della filosofia è qualcosa di "valore". Concordo che la filosofia è fatta di lavori molto diversi tra di loro ma mi pare che il mio "format" delle "tre parti" sia abbastanza "universale" (ma non pretendo ovviamente che lo sia)  ;) Ma forse questa tripartizione non vale solo per la filosofia e quindi è troppo generica  :(
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

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