Le punizioni servono davvero nell'educazione oppure sono dannose?

Aperto da Socrate78, 15 Giugno 2023, 18:15:30 PM

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Socrate78

Il tema del thread è di carattere pedagogico piuttosto che strettamente filosofico, tuttavia la pedagogia, visto che si occupa di educazione dell'essere umano al bene e alla virtù, è di fatto una branca della filosofia. Il quesito che propongo alla discussione è il seguente: le punizioni servono davvero nell'educazione del fanciullo e dell'adolescente oppure sono controproducenti? Confesso che anche per me rispondere non è affatto facile, dal momento che la mia visione sul tema è cambiata nel corso del tempo, un tempo ritenevo (come in molti ancora) che le punizioni servissero davvero, adesso invece ho dei dubbi molto seri. Secondo me la cosa che dobbiamo chiederci è questa: con le punizioni il bambino che cosa apprende veramente? Apprende i valori che gli si vuole insegnare, cioè il rispetto, la lealtà, l'onestà, oppure apprende qualcosa di diverso? Io ritengo sostanzialmente che le punizioni fanno in modo che il soggetto eviti il comportamento deprorevole solo per la PAURA del dolore e della privazione, ma non per reale convinzione. Il suo comportarsi bene dopo la punizione sarà quindi soltanto una forma di "ruffianeria" nei confronti degli adulti, ma non appena potrà continuerà a comportarsi nel modo non voluto sapendo che sarà impunito e inizierà anche a mentire per evitare il castigo, quindi queste punizioni avranno avuto solo il risultato di insegnare la falsità all'individuo. Inoltre nel momento in cui (ed avviene nell'adolescenza) la paura verso le figure adulte diminuirà ecco che l'adulto non avrà più il potere di controllare il comportamento e quindi le condotte non volute aumenteranno a meno che non siano seguite da un'interiorizzazione delle condotte virtuose. Altro aspetto critico delle punizioni sta nel fatto che il genitore severo che punisce accompagna spesso il castigo a sentimenti di ira, risentimento, dice frasi anche molto cattive e aggressive (se non giunge alla punizione corporale), e quindi questo alimenta la sensazione nel bambino di essere amato non per quello che è, ma solo per quello che fa e quindi anche da grande potrà diventare un adulto manipolatore, perché ha imparato che per ottenere gratificazioni dagli altri bisogna lavorarseli e blandirli, usarli,  ma questo è contrario allo sviluppo di una morale autentica. L'ideale sarebbe quindi sostituire il castigo al dialogo e limitare la punizione solo nei primi anni di vita, ma diminuirle di molto se non annullarle man mano che il fanciullo cresce, in caso di errore si deve far riflettere con calma sulle conseguenze negative dell'atto compiuto.  Infatti attualmente sono sempre di più i pedagogisti e gli psicoterapeuti che contestano il valore educativo del punire, uno tra tutti è il pedagogista Daniele Novara, che insegna a gestire con il dialogo praticamente tutti i comportamenti problema e i conflitti tra coetanei.
Qual è la vostra posizione sul valore pedagogico della punizione? Ritenete che essa vada mantenuta oppure vada di molto limitata come appunto ho sopra affermato?


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