Le possibili critiche al "Cogito ergo sum" di Cartesio

Aperto da Eutidemo, 01 Ottobre 2024, 11:54:35 AM

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Jacopus

A mio parere, Dio, in Cartesio, è una cortina fumogena, tanto il suo pensiero è distruttivo rispetto alla tradizione del pensiero scolastico precedente. Affermazione provata dalla paura che Cartesio aveva di finire nelle grinfie della Congregazione del Sant'Uffizio. Il Cogito ergo Sum, è una leva fondamentale verso il metodo scientifico, oltre che verso la concezione "individualista" della nascente borghesia, con tutti i buoni e cattivi frutti di questa evoluzione del pensiero umano.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Koba II

Citazione di: Jacopus il 14 Ottobre 2024, 08:41:13 AMA mio parere, Dio, in Cartesio, è una cortina fumogena, tanto il suo pensiero è distruttivo rispetto alla tradizione del pensiero scolastico precedente. Affermazione provata dalla paura che Cartesio aveva di finire nelle grinfie della Congregazione del Sant'Uffizio. Il Cogito ergo Sum, è una leva fondamentale verso il metodo scientifico, oltre che verso la concezione "individualista" della nascente borghesia, con tutti i buoni e cattivi frutti di questa evoluzione del pensiero umano.
La paura di essere perseguitati da autorità religiose e politiche non può essere una prova dell'ateismo di Cartesio, semplicemente perché in quel periodo chiunque si occupasse di filosofia, specie se portatore di idee innovative, poteva in ogni momento essere arrestato.
Studiando Spinoza, e andando un po' più a fondo nei testi grazie a commentatori esperti della filosofia del Seicento, si capisce come in realtà i grandi pensatori, per quanto innovatori, hanno sviluppato il proprio pensiero all'interno di idee filosofiche considerate dall'ambiente come consolidate. E non potrebbe essere altrimenti.
Le definizioni e gli assiomi della prima parte dell'Etica di Spinoza sono totalmente in linea con l'ontologia della Scolastica (la novità sta piuttosto nel mostrare come da esse si possa arrivare a conclusioni dirompenti).
È vero che Cartesio da questo punto di vista appare un po' meno interno al dibattito metafisico del periodo, più interessato alla scienza, tuttavia alcuni passaggi fondamentali del suo discorso rimandano specificatamente a idee fondamentali della filosofia di quel tempo.
Bisognerebbe studiare tutta la sua opera.
Fino a quando non mi imbatterò in prove concrete rimango dell'idea che le sue Meditazioni metafisiche non possano essere state scritte solo per avere un alibi...

green demetr

Citazione di: Jacopus il 09 Ottobre 2024, 22:44:49 PMNon so da dove prendi questi spunti, Green. La psicoanalisi, nella sua versione detta "teoria dell'attaccamento", quindi successiva a Freud...
Mi piacerebbe che spiegassi meglio la tua posizione, affinchè possa capire e magari anche modificare o arricchire la mia posizione sull'argomento.
Si tratta di Franco Baldini https://www.youtube.com/watch?v=cWl-_lXoXn8&list=PLAyJlvs9yVHbeWTYr2Bl-UxGG6NdI1vhO

I primi 6 episodi, capisco che si tratti di un seminario lungo, circa 6 ore.
Ma a me ha cambiato la vita, il mio maestro ha detto di diffidare, lo posso capire perchè in effetti sembra proprio uno di quei personaggi del : "a me gli occhi" etc..
E invece io credo che il suo lavoro obliquo sull'immenso corpus freudiano, sia di una utilità fondamentale.
Notevole anche gli altri video, la capacità di leggere Freud con Kant come se fossero un tutt'uno e l'impagabile critica su tutto quanto è oggi moderno, e dunque falsificatore: il post-freudismo è il risultato FINALE di quella scuola della decostruzione che inaugura Heidegger.
La grandezza del Freud letto obliquamente da Baldini è quella di essere l'unica opera, l'unico autore CAPACE letteralmente di mandare in cantina la tarda modernità e i suoi fantasmi.
Miglioramento invece che cura, suggestione invece che verità: sembra proprio un bieco progetto politico, che però trae succo e vitalismo propio da quella filosofia che oggi tanto celebriamo.
Al suo apice le teorie della seduzione, il popolo bambino è incapace di intendere e volere, servono quindi giudici della clinica, del senso e infine certo della parola. (Qua il rimando al primo caso Verdiglione chiede ancora giustizia).
Purtroppo la radice filosofico culturale è assai sofisticata e di difficile lettura, sopratutto se non si ha l'elasticità mentale necessaria.
E poi certo la lunghezze, nessuno dei miei amici si è voluto cimentare; mentre scoprivo qualcosa che è alla base della nostra società e che ignoravo: il senso di colpa.
Dunque a base della nevrosi vi sono i sintomi della RIPETIZIONE e del SENSO di COLPA.
Lo scopo dell'analisi clinica e psicologica, e figuriamoci dunque FILOSOFICa è quello di LIBERARE; SALVARE addirittura.
Non si tratta di celebrare Freud, quanto di fare uno sforzo di capirlo.
A me tremano i polsi, perchè lo ritengo un compito maggiore del tentare di fare capire l'Hegel aureo della fenomenologia, o dell'affrontare il tema tragico della mancanza di coraggio a cui Nietzche e Platone ci costringono dall'avere a che farci.

Naturalmente la critica a Catesio è la stessa che si fa a tutta la filosofia post-kantiana, e cioè il fatto di aver dimenticato la critica morale.

E quando Adorno parla di Freud e non di Heidegger, è a questo che sta puntando.
La critica di Freud è infatti insieme clinica e critica psicologico-morale.

Ma su queste questioni, appunto bisognerebbe andare ai testi.
Salve!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Koba II

Citazione di: green demetr il 15 Ottobre 2024, 00:34:17 AMSi tratta di Franco Baldini https://www.youtube.com/watch?v=cWl-_lXoXn8&list=PLAyJlvs9yVHbeWTYr2Bl-UxGG6NdI1vhO

I primi 6 episodi, capisco che si tratti di un seminario lungo, circa 6 ore. 
Ma a me ha cambiato la vita

Ne ho ascoltate quasi cinque su sei, di queste lezioni.
Dice alcune cose interessanti, altre meno (quelle attinenti la tecnica psicoanalitica che appunto possono interessare chi si sta formando come analista o intende farlo: cui il seminario era innanzitutto destinato).
Tutto poteva essere detto in un'ora, ma è durato quasi otto...
Ma il vero mistero è come queste sei lezioni ti possano aver cambiato la vita.
Sinceramente, non capisco.

green demetr

Citazione di: Koba II il 17 Ottobre 2024, 17:38:40 PMMa il vero mistero è come queste sei lezioni ti possano aver cambiato la vita.
Sinceramente, non capisco.

Mi ha cambiato in termini di relazioni personali.
Infatti cosa cambia se si è affetti da una fissazione?
Sia chiaro il lungo seminario è improntato a far vedere, sulla scorta di Freud, come l'intera società sia formata da individui malati.
Ritenersi esenti è già un errore fondamentale per cui si finirà per avere relazioni già alla base morte, e mia opinione, quindi non-relazioni.
Ma questa mia opinione alla luce della fissazione da cui parto come appare?
All'improvviso mi sono accorto dell'assurdità della mia posizione personale.
Il problema è che questa mia assurdità coincide con l'assurdità di tante altre.

1
Ma affrontiamolo pure da una questione filosofica.
Quella che mi interessa: come può l'io liberarsi del soggetto?
Eravamo rimasti a che Hegel avesse letto benissimo l'inappartenenza dell'io alla conoscenza dei suoi oggetti.
Ma quando l'oggetto baionetta gli si è presentato in quel di Jena, le cose si sono invertite rapidamente.
Ecco che la morale individuale kantiana, si è trasformata in quella sociale (e per tanto dittatoriale), di nuovo relegando l'io alla sua ombra.
L'io individuale libero, diventa il NOI coatto della storia.
Il problema del tempo che nel primo capitolo (e nella prefazione) si era giustamente consegnato al feticcio del linguaggio universale, viene rimosso, e sostituito dal DIRITTO.
La dialettica negativa che aveva avuto il merito di distinguere l'io individudale dalla sua ombra storica viene rimosso.
La filosofia di Hegel che viene poi ereditata da Heidegger, viene poi ulteriormente svuotata di moralità, verso mondi salvifici immaginari, che però non devono avere corrispettivi terreni. Da Heidegger al post-strutturalismo, all'immondizia del neo-realismo e della filosofia analitica contemporanea il passo è assai breve.
Il problema dell'io e della morale della sua libertà viene completamente dimenticato.
La filosofia si è ammalata gravemente ed è morta.
Grandi cantori come Leopardi e Nietzche vi hanno costruito un bellissimo monumento.

2
Come detto si tratta di tornare ai greci.
E infatti le risposte migliori alle domande filosofiche le
abbiamo in Freud che RILEGGE la tragedia greca.
Ossia spostando l'attenzione dall'Edipo che abita a Tebe, a quello che andrà a vivere a Colono.
Dall'edipo che VEDE (soggetto, io sono etc...) ma NON VEDE, all'edipo che non vede ma che sente (l'io).

3
Naturalmente nella lezione la frase mi è risultata apodittica, si tratterebbe di andare a leggere l'Edipo a Colono, opera credo molto meno nota della prima.
Si tratta di lavorare intellettualmente.

4
Ma io sono anni che non lavoro intellettualmente.
Provavo un dolore fisico nel farlo.

5
All'improvviso mi si è chiarito il perchè.

6.
Baldini infatti si concentra sopratutto sulla resistenza.

7.
Mi sono sempre concentrato sulla rimozione.
Mai sulla resistenza.
E' la resistenza che mi prostrae.

8.
Le cose sono migliorate, come ci si aspetterebbe dall'analisi.
Per un attimo.

9.
All'improvviso ho visto la problematica della rimozione legata così indissolubilmente con la resistenza, che come in un flash, ho capito che le cose sono peggio del peggio che io ho sempre pensato.

10.
Baldini capisce e legge che il transfert è la questione dell'amicalità.
Quello che non legge è che l'amicalità è totalmente prigioniera della nostra società.
Poichè l'amicalità è l'unica speranza per un cambio della socialità stessa.

11.
Ma una società di fissati, non potrà che avere come regole quelle stesse della fissazione.
Regolate dalla resistenza alla rimozione della fissazione.

12.
La regola ha preso completamente il posto della morale.

Ma allora.

Quella che Nietzche chiamava resistenza allora cosa è?
Voglio dire che cosa rimane di essa?

Chiudersi nei mausolei della filosofia antica? Se non riusciamo a vivere noi, come possiamo resuscitare loro i greci?

Non vorrei sembrarti troppo svolazzante: ma non è idem col Cristo?

So che a te non interessa molto la psicanalisi, per via delle critiche di psicologismo.
In generale sono d'accordo.

Ma nel tecnico del particolare (poichè quella di Freud è una scienza), l'introiezione dell'altro come oggetto medio, mi ha cambiato completamente l'orizzonte.
Non vedo più marionette davanti a me, ma persone, doloranti, sofferenti,
ognuno con la propria di fissazione.
Poichè la fissazione potrebbe essere qualsiasi, non è sempre quella univoca che i manualetti presentano.
La teoria che Baldini riporta della necessità della degradazione degli oggetti medi rispetto a quello della fissazione, è una grande apertura.
E' la grande lezione di Apuleio in realtà.
Psiche rinuncia ad evirare Eros (thanatos).

Dobbiamo resistere ad amare, sebbene quell'amore viene venduto come odio dalla società.
Amare chi ci odia, sembra veramente tanto il messaggio cristiano che viene partorito dalla filosofia greco-romana.

Amare gli individui, preservare sempre la loro libertà ad uscire dallo stato di cattività che si instaura tra noi umani vittime di una civiltà che ha finito di esistere probabilmente.
E non importa ai fini della salvezza.
La salvezza è sempre ulteriore.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Koba II

Baldini nella prima lezione chiarisce bene come il trattamento psicoanalitico sia un percorso essenzialmente conoscitivo, non finalizzato all'eliminazione o alla diminuzione della sofferenza.
Il trattamento ha fine quando l'analizzando arriva sostanzialmente a comprendere il funzionamento della sua mente, a comprendere il perché del sintomo. Dopodiché, è lui, il paziente, a decidere se fare qualcosa ulteriormente per liberarsi definitivamente dal sintomo oppure no. Se perseverare in un cammino di cambiamento, o scegliere semplicemente di convivere con il sintomo, seppure alla luce di una maggiore comprensione delle sue radici, e quindi, si presume, di una minore forza perturbante.
In pratica il trattamento è inteso come conoscenza di sé e quindi come il passaggio ad una condizione di maggiore libertà.
Anche qui la libertà (così come in Cartesio e Spinoza) è intesa come il potere di esprimere maggiormente la propria natura.
Non bisogna però dimenticare qual'è l'oggetto specifico della psicanalisi: il funzionamento della mente nei suoi intrecci con le pulsioni. La vita della persona alla luce dell'elemento pulsionale, delle sue dinamiche.
La verità che, nella migliore delle ipotesi, l'analista consegna all'analizzando è la verità del suo desiderio sessuale. Tutto ciò che nella vita dell'analizzando è ingegnoso, interessante, il mondo che è riuscito a costruire negli anni, frutto appunto di sublimazioni della libido, ecco, su tutto questo l'analista non sa dire molto di più del fatto che si tratta appunto di sana sublimazione.

Perché l'importanza della favola di Cupido e Psiche? Perché racconta delle vicissitudini di un amore passionale che prima deve passare attraverso il mascheramento (Psiche è identica a Venere, madre di Cupido, per questo Cupido chiede a Psiche di non guardarlo, perché in questo modo non può rendere evidente ciò che accade, e cioè che il suo amante è colui che ha come madre la sua sosia, e Cupido può continuare a fingere di non sapere), poi per lo svelamento e il dramma, infine approdare al lieto fine: Psiche viene fatta dea da Giove, quindi ora è in tutto per tutto uguale a Venere, Cupido accetta questa evidenza e la sposa e i due generano Voluptas.
Ovvero per generare voluttà, il pieno godimento, bisogna accettare l'incestuosità del proprio desiderio sessuale.
Tutto qua.
La vita è ricerca di voluttà?
In parte sì. Ma solo in parte. E la psicanalisi ci può consegnare solo questa parziale verità.
Naturalmente le distorsioni nevrotiche del desiderio sessuale coinvolgono anche il piano delle relazioni non erotiche, questo è ovvio, con proiezioni distruttive etc., ma non penso che l'eliminazione della causa della nevrosi possa portare in modo naturale all'espressione di un'etica dell'amore. Piuttosto impedisce che in coloro che già è presente questa attitudine all'amore possano manifestarsi deviazioni distruttive.

green demetr


Citazione di: Koba II il 19 Ottobre 2024, 10:32:32 AMa nevrosi possa portare in modo naturale all'espressione di un'etica dell'amore. Piuttosto impedisce che in coloro che già è presente questa attitudine all'amore possano manifestarsi deviazioni distruttive.
Ma manca completamente il ragionamento sulla mia (nuova) lettura sulla resistenza (alla cura del sè) e su tutto ciò che è rimozione.
La sublimazione non significa assolutamente niente, se non vista nell'ottica dell'amicizia (il tranfert).
Dimentichi infatti che la filosofia fa la parte del nevrotico narcisista.
E infatti la filosofia è narcisista per eccellenza, non solo dimentica i corpi, ma dimentica pure la morale individuale, relegando tutto ad una forza regolatrice superiore.
Ne avremo parlato mille volte della inferiorità totale della filosofia, se non diventa filosofia critica.
Una filosofia che colpisca la società, e non che la rafforzi come nel caso di Cartesio e ancora peggio di Spinoza.
I loro uomini connotati dalla macchinicità e dalla more geometrico, quello della necessità APRIORI...

Baldini non è un filosofo, critica la concezione di suggestione, ma poi la prende a modello quando si parla di miglioramento (e mai di guarigione).
Oscilla tra le vette del pensiero freudiano e le sue pecche evidenti.


Infatti Socrate (e con lui il canone occidentale che non sa leggerlo) è una maschera, è il personaggio negativo da NON seguire.
Altrimenti non capiremo MAI Platone.

La vera filosofia che si perde negli infiniti doppi di Platone non sa mai decidere per quello giusto, ossia quello morale.
Ma basterebbe riprendere in mano per l'ennesima volta nice per capirlo una voltà di più ancora meglio, sempre meglio.

La visione morale è la dimensione della pulsione che nella complessità della sua apertura all'altro, diventa da sessuale a comunitaria, nel senso di polis, nel senso di ricerca COMUNE della felicità.
E non ricerca delle cure ai veleni (con relative tavole del super-io della distinzione tra bene e male), del farmacon, della seduzione, delle regole e del diritto positivo che portano dritto dritto all'inferno del totalitarsimo contemporaneo.

In cui la comunità non è quella dei giudici (degli elohim, degli dei) ma è quella della verità.

Capisco la difficoltà in un periodo storico che praticamente le pulsioni le distrugge con sistematica cura.

La tua affermazione finale sa quindi di beffa. 
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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