Le due vie della filosofia occidentale

Aperto da Jacopus, 06 Dicembre 2023, 08:40:36 AM

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niko

Citazione di: green demetr il 12 Dicembre 2023, 00:38:26 AMPer dire che esista questa necessità nella storia bisogna dimostrarla.
Il marxismo era in errore ancora prima di iniziare.
L'incomprensione di Hegel da parte di Marx, è imbarazzante.
Mi fa ridere che gli stolti prolet, continuino nei loro vagheggiamenti.
La realtà sta da un altra parte.
Marx non era un filosofo, era un prolet.
Si occupasse di prolet, che alla filosofia ci pensiamo noi che un minimo di astrazione la sappiamo fare.
Marx=Evoluzionismo=Nazismo
Facile, facile.


Quello che tu ed Hegel non volete accettare in questa sede e' solo e sempre l'animalita' dell'uomo.

Avere compagni a questo sprazzo di mondo, sotto questo orizzonte. Compagni di strada, compagni che hanno fatto altre strade.

Compagni, e non solo ossessioni.

Compagni, e non solo padroni, servi e camerati.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

PhyroSphera

Citazione di: green demetr il 12 Dicembre 2023, 01:14:25 AMIl tuo procedere è piuttosto rapsodico. Troppa carne al fuoco.
Cosi il discorso si piega su se stesso. E infatti non ho capito cosa vuoi dire.
Platone è l'unico maestro, egli non dimentica il mito (su cui poi la gnosi continuerà il suo lavoro).
Penso che la gnosi possa essere chiarificata solo a partire da Platone.
Platone è la pietra del paragone sia con l'antico che col moderno.
Esiste un altro pensiero in grado di fare lo stesso?
La risposta è no.
I malvagi del mondo sono stati bravi a nascondermelo per tutto questo tempo.
Ma il pensiero fin che c'è vita sebbene sopito e sepolto da questo immondiziaio, ancora pulsa, ancora pulsa, e sempre pulserà.


Io ho fornito un quadro funzionale al discorso e preciso meglio. Platone è considerato l'origine della scienza occidentale e anche la scienza psicologica ne è debitrice. Tuttavia specificamente il riferimento al pensiero platonico è solo della corrente psicologica rappresentata da Hillman. Non risulta che tutto della nostra psicologia derivi da Platone. Certo, la nozione di archetipo nell'opera di Jung può esser fatta risalire al neoplatonismo, ma per mezzo c'è anche Schopenhauer... Culturalmente la idea di Plotino di anima è alla base della nostra psicologia, tuttavia le nozioni specifiche di base risultano essere cartesiane.

Mauro Pastore

PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2023, 08:00:43 AMHegel non ha superato la contraddizione tra storia e assoluto. Dopo avere scoperto la dialettica ha voluto fermare il processo al catorcio prussiano. Un trucco da baraccone di cui si accorsero tutti i suoi allievi e tra loro il più coerente e lucido storicamente e metafisicamente: Marx.

Che non ha fermato la storia su di sé.  Cosa che nessun marxista si sogna di fare, lasciando i feticci alle loro processioni.

Lo spiritualismo di Hegel e il materialismo di Marx ebbero entrambi qualcosa di totalitario, ma fu determinante anche la ricezione di essi. Hegel abbandonò la visione totalitaria con la filosofia, Marx dissociandosi dallo stesso suo partito. Ma da entrambi erano sorti nel frattempo movimenti culturali e politici prepotenti. Nonostante tutto sia il regime prussiano sia quello sovietico ebbero modo di fare qualcosa di buono. Nella sua fase totalitaria, l'hegelismo imprigiona il divenire storico in qualche formula; la fase totalitaria del marxismo conduce a una sopravvalutazione della storia; da una parte tirannia di ristrette vedute, dall'altra assenza di valori. La contraddizione tra assoluto e storia non fu risolta dal marxismo ma solo rovesciata, costruendo un idolo, dato che la materia ne fu assolutizzata. Il marxista deve la sua forza a un rifiuto che non ha nulla di superiore, per quanto stia durando ancora parte della sua forza. Il marxista pare un grande ragionatore ma è più distruttore... Certo, diceva Jaspers che la filosofia è decisione; ma la distruzione marxista porta lontano dalla filosofia possibile in Occidente; e quello del marxismo è un attentato contro l'Occidente. Non è giusto vedere dell'Occidente solo il lato negativo, ma il marxismo va oltre: addebita all'Occidente, a cominciare dalla borghesia, una negatività che è da attribuire al caso. Non è mai esistito un piano borghese di sfruttamento, la situazione di difficoltà del proletariato scaturì da condizioni non volute dalla classe borghese. Non veniamo da una situazione che consentiva di agire direttamente per abolire la povertà e non risulta che le dissipazioni attuali che impediscono tante azioni umanitarie siano causate da ciò che pensano i marxisti. Se resta una eredità del totalitarismo hegeliano, quello marxista non ha ragione a vincerlo, ci vuole un autoannullamento reciproco.

Mauro Pastore

PhyroSphera

Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2023, 08:39:46 AMUno stadio evolutivo che necessita ancora di disegni intelligenti a priori per avere un'etica non è affetto da nichilismo, nazismo, ma da demenza senile.

La necessità storica si deduce dalla storia. Basta avere le capacità dialettiche e la libertà mentale per comprenderne gli eventi. Sui quali si può fare letteratura metafisica. Che talvolta ci azzecca e fa la sua bella figura. Se hai il talento di Platone. Dal quale, fatta la ermeneutica tara, si può raccogliere anche erba buona. Pure da fumare.

La tua è una disastrosa concezione positivista. L'evoluzione è una realtà limitata, il divenire è anche altro e c'è spazio sia per la genetica che per gli studi sugli ambienti ma pure per una teoria non scientifica del disegno intelligente. La scienza è una conoscenza limitata e non è l'unica.

Le necessità storiche non sono tutte dipendenti dalla storia stessa. Il pensiero tradizionale dell'Assoluto e degli assoluti risulta di utilità per la vita e pensare solo alla storia ci impedisce di vivere una buona storia. Non imputate agli altri i vostri disastri intellettuali, la vostra devozione ai mutamenti materiali, condotta fino al punto di non distinguere un maschio da una femmina. L'operato dei partiti politici che ruota attorno al restante marxismo non è sufficiente neppure per garantire il rispetto del corpo, il vostro materialismo è cieco e conduce a fraintendere la materia stessa.

Mauro Pastore 

green demetr

Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2023, 08:00:43 AMHegel non ha superato la contraddizione tra storia e assoluto. Dopo avere scoperto la dialettica ha voluto fermare il processo al catorcio prussiano. Un trucco da baraccone di cui si accorsero tutti i suoi allievi e tra loro il più coerente e lucido storicamente e metafisicamente: Marx.

Che non ha fermato la storia su di sé.  Cosa che nessun marxista si sogna di fare, lasciando i feticci alle loro processioni.

il curatore delle lettere di Hegel, intervenuto in occasione della loro pubblicazione presso il canale yotube dell'università di napoli, è stato molto chiaro, vi sono 2 Hegel, il primo del periodo di Jena, e il secondo quello di Berlino (?) o dove diavolo è andato.
Il secondo quello è quello che Marx ha letto.
E' chiaro che la fenomenologia dello spirito è il contrario di tutta la sua produzione posteriore.
Hegel era un miserabile fascista, passato dagli entusiasmi napoleonici, alla visione fascista dello stato prussiano. Un debole, un cinico, un arrivista.
Marx lesse alcune opere di Hegel, e ne trasse disgusto. E sono d'accordo.
Ma non per quanto riguarda la Logica della Filosofia, di cui mi pareva fosse in accordo con la fenomenologia.
Magari mi sbaglio, e Marx aveva ragione.
Il fatto è cha Marx ha usato Hegel per il suo pensiero.
Un pensiero totalmente diverso.
Non sono sicuro che i marxisti abbiano le idee chiare.
Mi riferisco naturalmente a quelli dentro l'accademia.
All'infuori "conosco" solo te Ipazia.
Ma insomma apriremo discussione prima o poi.
Sono tornato a leggere (FINALMENTE), ma ci sono ancora dei blocchi, sopratutto a livello di stanchezza. Non ho piu diciottanni! ;=)
Ciao
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: niko il 12 Dicembre 2023, 14:35:15 PMQuello che tu ed Hegel non volete accettare in questa sede e' solo e sempre l'animalita' dell'uomo.

Avere compagni a questo sprazzo di mondo, sotto questo orizzonte. Compagni di strada, compagni che hanno fatto altre strade.

Compagni, e non solo ossessioni.

Compagni, e non solo padroni, servi e camerati.


Ma di Hegel prendo solo la sua gnoseologia, già a livello psicologico, è inferiore a tanti altri.
Naturalmente Marx era interessato alla politica, il suo evoluzionismo spiccio, va visto in ottica storica, era nel pieno del positivismo.
L'antropologia di Marx è superiore in lungo e largo a quella di Hegel.
Quello che non capisco è perchè questa ossessione di tenere due autori così diversi insieme.
Misteri dell'accademia.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 13 Dicembre 2023, 19:15:05 PMIo ho fornito un quadro funzionale al discorso e preciso meglio. Platone è considerato l'origine della scienza occidentale e anche la scienza psicologica ne è debitrice. Tuttavia specificamente il riferimento al pensiero platonico è solo della corrente psicologica rappresentata da Hillman. Non risulta che tutto della nostra psicologia derivi da Platone. Certo, la nozione di archetipo nell'opera di Jung può esser fatta risalire al neoplatonismo, ma per mezzo c'è anche Schopenhauer... Culturalmente la idea di Plotino di anima è alla base della nostra psicologia, tuttavia le nozioni specifiche di base risultano essere cartesiane.

Mauro Pastore
Intendo dire che Platone è la pietra di paragone per il discorso morale.
Per quanto riguarda il discorso psicologico la cosa si complica.
Mentre sto leggendo il Critone, mi si è attivata in testa la parola psicagogia.
Non so come sia possibile, ma di fatto è quello che comincio a credere.
La psicagogia, è la psicologia morale gnostica.
La psicologia contemporanea viene da Cartesio.
Si dice che Platone sia l'incarnazione della scienza occidentale?
Se parli di quella criminale odierna direi  proprio di no.
E' il mestiere dell'industria culturale nascondere Platone.
Mi dispiace che ne sia vittima anche tu.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: PhyroSphera il 13 Dicembre 2023, 19:40:32 PMLo spiritualismo di Hegel e il materialismo di Marx ebbero entrambi qualcosa di totalitario, ma fu determinante anche la ricezione di essi. Hegel abbandonò la visione totalitaria con la filosofia, Marx dissociandosi dallo stesso suo partito. Ma da entrambi erano sorti nel frattempo movimenti culturali e politici prepotenti. Nonostante tutto sia il regime prussiano sia quello sovietico ebbero modo di fare qualcosa di buono. Nella sua fase totalitaria, l'hegelismo imprigiona il divenire storico in qualche formula; la fase totalitaria del marxismo conduce a una sopravvalutazione della storia; da una parte tirannia di ristrette vedute, dall'altra assenza di valori. La contraddizione tra assoluto e storia non fu risolta dal marxismo ma solo rovesciata, costruendo un idolo, dato che la materia ne fu assolutizzata. Il marxista deve la sua forza a un rifiuto che non ha nulla di superiore, per quanto stia durando ancora parte della sua forza. Il marxista pare un grande ragionatore ma è più distruttore... Certo, diceva Jaspers che la filosofia è decisione; ma la distruzione marxista porta lontano dalla filosofia possibile in Occidente; e quello del marxismo è un attentato contro l'Occidente. Non è giusto vedere dell'Occidente solo il lato negativo, ma il marxismo va oltre: addebita all'Occidente, a cominciare dalla borghesia, una negatività che è da attribuire al caso. Non è mai esistito un piano borghese di sfruttamento, la situazione di difficoltà del proletariato scaturì da condizioni non volute dalla classe borghese. Non veniamo da una situazione che consentiva di agire direttamente per abolire la povertà e non risulta che le dissipazioni attuali che impediscono tante azioni umanitarie siano causate da ciò che pensano i marxisti. Se resta una eredità del totalitarismo hegeliano, quello marxista non ha ragione a vincerlo, ci vuole un autoannullamento reciproco.

Mauro Pastore
Il punto della questione Hegel-Marx non va letta in questi termini.
Serve una meditazione a parte.
Per darti idea è cià che si dipana intrinsecamente alla vita, o alla storia.
Non è quindi la vita o la storia.
Ciò che è intrinseco è il metodo dialettico che forma il soggetto.
Il preteso errore fatto da Hegel di Marx, consiste nel fatto che ha posto il soggetto nel metafisico.
Mentre per Marx il soggetto è sempre dentro la vita, dentro la storia.
Per questo si dice, correttamente, che la filosofia di Marx è storicista.
Ma storicista non vuol dire fermare la storia ad un assoluto, ma il suo esastto opposto, questo è valido per entrambi i filosofi.
Naturalmente come già evinciamo leggendo la mia discussione sulla fenomenologia, Marx deve o non averla letta, probabile, o averla fraintesa completamente.
Per questo molti marxisti rifiutano la lettura di Marx come filosofo.
Sono d'accordo, le critiche di Marx a Hegel sono fonte di imbarazzo e di tentativi di ricucitura facendo balzi mortali.
In Hegel non c'è un soggetto metafisico.
Marx in maniera del tutto errata pensa ad una dialettica che scaturisce dentro il soggetto.
Non ha letto Hegel, che invece gli avrebbe rimproverato di fare un errore madornale, il soggetto non è una entità, non è un animale, non è un robot.
Il soggetto è sempre soggetto di qualcosa.
Appartiene per definizione alla sfera delle cose, e perciò delle merci.
Hegel non arriva a fare questo collegamento.
Marx va oltre le semplificazioni imbarazzanti hegeliane (famiglio-stato-dio), e fa una lettura approfondita e attualissima del soggetto-cosa, del soggetto mercificato.
Leggere le pagine di Marx è assai più attuale che leggere Hegel.
Il punto bomba è che Hegel non tratta del soggetto.
Ma del soggetto come PROBLEMA della coscienza.
La pretesa coscienza di classe del comunismo è una chimera, un errore per chi sappia leggere Hegel.
Il comunismo ma anche il marxismo continuano a NON LEGGERE HEGEL.
Questo è possibile per via dell'industria culturale.
Hegel viene nascosto come scrittore fascista (e di fatto lo era, ma non nei suoi anni giovanili, dove era un napoleonico, un anarchico).
Sembra assurdo eppure nell'età di Internete le persone sono piu stupide di prima, pur avendo la possibilità di essere infinitamente piu intelligenti.
Aporie della storia.
E qui torniamo a Nietzche, e alle scuole psicologiche di altissimi pensatori (lontanissimi dalle istituzioni e dalle loro menzogne).
In effetti Dr.D consiglia Adorno.
Provo ad aprire discussione a breve ;) (tranquilli lo sta già leggendo).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: PhyroSphera il 13 Dicembre 2023, 19:40:32 PMLo spiritualismo di Hegel e il materialismo di Marx ebbero entrambi qualcosa di totalitario, ma fu determinante anche la ricezione di essi. Hegel abbandonò la visione totalitaria con la filosofia, Marx dissociandosi dallo stesso suo partito. Ma da entrambi erano sorti nel frattempo movimenti culturali e politici prepotenti. Nonostante tutto sia il regime prussiano sia quello sovietico ebbero modo di fare qualcosa di buono. Nella sua fase totalitaria, l'hegelismo imprigiona il divenire storico in qualche formula; la fase totalitaria del marxismo conduce a una sopravvalutazione della storia; da una parte tirannia di ristrette vedute, dall'altra assenza di valori. La contraddizione tra assoluto e storia non fu risolta dal marxismo ma solo rovesciata, costruendo un idolo, dato che la materia ne fu assolutizzata. Il marxista deve la sua forza a un rifiuto che non ha nulla di superiore, per quanto stia durando ancora parte della sua forza. Il marxista pare un grande ragionatore ma è più distruttore... Certo, diceva Jaspers che la filosofia è decisione; ma la distruzione marxista porta lontano dalla filosofia possibile in Occidente; e quello del marxismo è un attentato contro l'Occidente. Non è giusto vedere dell'Occidente solo il lato negativo, ma il marxismo va oltre: addebita all'Occidente, a cominciare dalla borghesia, una negatività che è da attribuire al caso. Non è mai esistito un piano borghese di sfruttamento, la situazione di difficoltà del proletariato scaturì da condizioni non volute dalla classe borghese. Non veniamo da una situazione che consentiva di agire direttamente per abolire la povertà e non risulta che le dissipazioni attuali che impediscono tante azioni umanitarie siano causate da ciò che pensano i marxisti. Se resta una eredità del totalitarismo hegeliano, quello marxista non ha ragione a vincerlo, ci vuole un autoannullamento reciproco.

Mauro Pastore

Sono sempre sorpresa di fronte a questa diffusa incomprensione della Weltanschauung marxiana che attribuisco o a millantate letture o a una totale incomprensione delle stesse.

Eppure basterebbero le tesi su Feuerbach del '44 per capire quanto umanesimo c'è nel materialismo storico di Marx, che non decade mai a mero scientismo meccanicistico ma, al contrario, individua nel feticismo delle ideologie e del capitale i meccanicismi contro cui il suo progetto di liberazione opererà per tutta la vita.

La borghesia non è un accidente storico, ma è la classe che muove la disumanizzazione dell'umano ridotto a merce attraverso le dinamiche dell'accumulazione capitalistica e del mercato. Anche solo per questo contributo di analisi, chi ha conservato un briciolo di umanesimo dovrebbe essere grato a Marx. Per l'alienazione che egli ha analizzato nei suoi meccanismi più occulti e apparentemente "oggettivi".
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Ipazia il 13 Dicembre 2023, 21:25:03 PMSono sempre sorpresa di fronte a questa diffusa incomprensione della Weltanschauung marxiana che attribuisco o a millantate letture o a una totale incomprensione delle stesse.

Eppure basterebbero le tesi su Feuerbach del '44 per capire quanto umanesimo c'è nel materialismo storico di Marx, che non decade mai a mero scientismo meccanicistico ma, al contrario, individua nel feticismo delle ideologie e del capitale i meccanicismi contro cui il suo progetto di liberazione opererà per tutta la vita.

La borghesia non è un accidente storico, ma è la classe che muove la disumanizzazione dell'umano ridotto a merce attraverso le dinamiche dell'accumulazione capitalistica e del mercato. Anche solo per questo contributo di analisi, chi ha conservato un briciolo di umanesimo dovrebbe essere grato a Marx. Per l'alienazione che egli ha analizzato nei suoi meccanismi più occulti e apparentemente "oggettivi".
Anche Marx viene nascoto dalla centrifuga dell'industria culturale.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: green demetr il 13 Dicembre 2023, 21:22:37 PMIl punto della questione Hegel-Marx non va letta in questi termini.
Serve una meditazione a parte.
Per darti idea è cià che si dipana intrinsecamente alla vita, o alla storia.
Non è quindi la vita o la storia.
Ciò che è intrinseco è il metodo dialettico che forma il soggetto.
Il preteso errore fatto da Hegel di Marx, consiste nel fatto che ha posto il soggetto nel metafisico.
Mentre per Marx il soggetto è sempre dentro la vita, dentro la storia.
Per questo si dice, correttamente, che la filosofia di Marx è storicista.
Ma storicista non vuol dire fermare la storia ad un assoluto, ma il suo esastto opposto, questo è valido per entrambi i filosofi.
Naturalmente come già evinciamo leggendo la mia discussione sulla fenomenologia, Marx deve o non averla letta, probabile, o averla fraintesa completamente.
Per questo molti marxisti rifiutano la lettura di Marx come filosofo.
Sono d'accordo, le critiche di Marx a Hegel sono fonte di imbarazzo e di tentativi di ricucitura facendo balzi mortali.
In Hegel non c'è un soggetto metafisico.
Marx in maniera del tutto errata pensa ad una dialettica che scaturisce dentro il soggetto.
Non ha letto Hegel, che invece gli avrebbe rimproverato di fare un errore madornale, il soggetto non è una entità, non è un animale, non è un robot.
Il soggetto è sempre soggetto di qualcosa.
Appartiene per definizione alla sfera delle cose, e perciò delle merci.
Hegel non arriva a fare questo collegamento.
Marx va oltre le semplificazioni imbarazzanti hegeliane (famiglio-stato-dio), e fa una lettura approfondita e attualissima del soggetto-cosa, del soggetto mercificato.
Leggere le pagine di Marx è assai più attuale che leggere Hegel.
Il punto bomba è che Hegel non tratta del soggetto.
Ma del soggetto come PROBLEMA della coscienza.
La pretesa coscienza di classe del comunismo è una chimera, un errore per chi sappia leggere Hegel.
Il comunismo ma anche il marxismo continuano a NON LEGGERE HEGEL.
Questo è possibile per via dell'industria culturale.
Hegel viene nascosto come scrittore fascista (e di fatto lo era, ma non nei suoi anni giovanili, dove era un napoleonico, un anarchico).
Sembra assurdo eppure nell'età di Internete le persone sono piu stupide di prima, pur avendo la possibilità di essere infinitamente piu intelligenti.
Aporie della storia.
E qui torniamo a Nietzche, e alle scuole psicologiche di altissimi pensatori (lontanissimi dalle istituzioni e dalle loro menzogne).
In effetti Dr.D consiglia Adorno.
Provo ad aprire discussione a breve ;) (tranquilli lo sta già leggendo).

Il soggetto del soggetto hegeliano era così ben nascosto che tutti i suoi allievi, e non solo Marx, non lo videro e andarono oltre nella direzione di ciò a cui il soggetto è soggetto. E in questo andare oltre, Marx fu quello che più compiutamente di tutti individuò il bandolo della soggezione. Con qualche leggerezza positivista coerente con lo spirito dei tempi (come peraltro il darwinismo nicciano).

Altrove ci si incaponì nello Spirito Assoluto che non poteva portare altro che a: "Solo un Dio ci potrà salvare". Sentiero che più interrotto di così non si può. 

Il contributo di Hegel è la dialettica:  moto reale del trascendentale kantiano. Da lì (ri)parte anche Adorno.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: Ipazia il 14 Dicembre 2023, 08:21:15 AMIl soggetto del soggetto hegeliano era così ben nascosto che tutti i suoi allievi, e non solo Marx, non lo videro e andarono oltre nella direzione di ciò a cui il soggetto è soggetto. E in questo andare oltre, Marx fu quello che più compiutamente di tutti individuò il bandolo della soggezione. Con qualche leggerezza positivista coerente con lo spirito dei tempi (come peraltro il darwinismo nicciano).

Altrove ci si incaponì nello Spirito Assoluto che non poteva portare altro che a: "Solo un Dio ci potrà salvare". Sentiero che più interrotto di così non si può.

Il contributo di Hegel è la dialettica:  moto reale del trascendentale kantiano. Da lì (ri)parte anche Adorno.
Esatto Ipazia.
Certo anche Nietzche agiva in un clima positivista.
Che l'obbiettivo sia quello di far vedere a COSA il soggetto sia assoggetato è il merito immenso che ereditiamo da Marx.
Se vi sono cose che possono essere corrette riguardo al positivismo di questi grandi pensatori io al contrario dell'accademia non mi faccio problemi a farlo notare.
Come dice Dr.D: onestà intellettuale.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

daniele22

".... Quando sarete nella luce cosa farete? Un giorno eravate uno è diventaste due. Ma quando diventerete due cosa farete?" (Cit. Vangelo di Tommaso, presumibilmente log 11)
Tralascio il pensiero che conduce alla domanda altrimenti dovrei parlare di 💰 e qui non c'entra molto. L'unica conoscenza certa sembra essere quella del proprio piacere e del proprio dolore. Per me sarebbe il luogo da cui irradia tutta la nostra conoscenza, pertanto il suo fondamento. Conoscenza quindi come emanazione naturale in funzione del proprio benessere, almeno in prima istanza. C'è chi si accontenta e chi no. Per quest'ultimo si prospettano due vie estreme. Una volta al fuori di sé e l'altra al dentro di sé. Entrambe queste vie si concentrano sull'uno, ma se non sono state percorse correttamente, quest'uno risulta ineffabile solo perché non si vuol riconoscere che è un due ... il piacere e il dolore appunto. Ciò che appare molteplice deriva quindi dalla gestione della conflittualità tra piacere e dolore all'interno di chi pensa di essere uno e, fondamentale, di essere nel giusto. Egli rigetta il due perché lo mette in crisi. Nel caso della ricerca interiore, il pericolo maggiore è quello di comportamenti mentali troppo severi nei confronti di sé stessi. Nel caso della ricerca verso il fuori di sé, il pericolo maggiore è quello dei feticci e dell'azione da invasati.
Visti gli ultimi interventi di Ipazia ... sul non riconoscere la necessità di un ordine mondiale, ma soprattutto nelle risposte date sulle capacità del computer quantistico e susseguente affermazione rimodulata che il sapere quando decadrà un singolo atomo non sarebbe importante, mi induce infine a mettere sotto la lente il celeberrimo filosofo Marx. Obsoleto direi. Vissuto in un periodo in cui non era stato ancora prodotto il primo modello atomico (il due col terzo: elettrone, protone, neutrone). Bando alle ciance: il modello "struttura sovrastruttura" è sclerotico. Come per Hegel, anche qui non si tiene conto del valore del linguaggio nell'evoluzione della società umana.
Si accettano opposizioni comprensibili

Ipazia

Il modello atomico con l'etologia umana c'entra come i cavoli a merenda.

Spero di essere stata comprensibile.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: daniele22 il 15 Dicembre 2023, 10:31:50 AM
".... Quando sarete nella luce cosa farete? Un giorno eravate uno è diventaste due. Ma quando diventerete due cosa farete?" (Cit. Vangelo di Tommaso, presumibilmente log 11)
Tralascio il pensiero che conduce alla domanda altrimenti dovrei parlare di 💰 e qui non c'entra molto. L'unica conoscenza certa sembra essere quella del proprio piacere e del proprio dolore. Per me sarebbe il luogo da cui irradia tutta la nostra conoscenza, pertanto il suo fondamento. Conoscenza quindi come emanazione naturale in funzione del proprio benessere, almeno in prima istanza. C'è chi si accontenta e chi no. Per quest'ultimo si prospettano due vie estreme. Una volta al fuori di sé e l'altra al dentro di sé. Entrambe queste vie si concentrano sull'uno, ma se non sono state percorse correttamente, quest'uno risulta ineffabile solo perché non si vuol riconoscere che è un due ... il piacere e il dolore appunto. Ciò che appare molteplice deriva quindi dalla gestione della conflittualità tra piacere e dolore all'interno di chi pensa di essere uno e, fondamentale, di essere nel giusto. Egli rigetta il due perché lo mette in crisi. Nel caso della ricerca interiore, il pericolo maggiore è quello di comportamenti mentali troppo severi nei confronti di sé stessi. Nel caso della ricerca verso il fuori di sé, il pericolo maggiore è quello dei feticci e dell'azione da invasati.
Visti gli ultimi interventi di Ipazia ... sul non riconoscere la necessità di un ordine mondiale, ma soprattutto nelle risposte date sulle capacità del computer quantistico e susseguente affermazione rimodulata che il sapere quando decadrà un singolo atomo non sarebbe importante, mi induce infine a mettere sotto la lente il celeberrimo filosofo Marx. Obsoleto direi. Vissuto in un periodo in cui non era stato ancora prodotto il primo modello atomico (il due col terzo: elettrone, protone, neutrone). Bando alle ciance: il modello "struttura sovrastruttura" è sclerotico. Come per Hegel, anche qui non si tiene conto del valore del linguaggio nell'evoluzione della società umana.
Si accettano opposizioni comprensibili

La struttura è il rapporto soggetto-feticcio, la sovrastruttura è la sua riproduzione.
Dove sta lo sclero?
Tu stesso dici che chi cerca nel fuori rischia di cadere nel feticismo.
E secondo te il feticismo non è alla base dei piaceri personali che tu dici siano la cosa importante su cui si basa l'etologia umana?
Ok, manca però la parte argomentativa: secondo te il piacere è fuori o dentro il feticcio? Perchè sembra che per te il piacere è dentro.
E' impossibile caro amico.
E' comprensibile?
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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