Laplace, saggio filosofico sulla probabilità

Aperto da cvc, 30 Settembre 2016, 12:11:52 PM

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sgiombo

Citazione di: Andrea Molino il 05 Ottobre 2016, 15:36:20 PM
In teoria, se un'entità dotata di capacità di calcolo, potesse lavorare su un archivio contenente tutte le informazioni sullo stato di tutte le particelle dell'universo, "fotografate" in un certo istante X, potrebbe calcolare in modo assolutamente preciso lo stato di tutte le particelle in qualunque istante X+Y o X-Z, indipendentemente dalla velocità di calcolo... sarebbe solo questione di tempo.

In pratica ciò non può verificarsi in un universo chiuso in cui tutto esiste solo al suo interno, per varie ragioni:

  • La "fotografia" dovrebbe essere ottenuta con una macchina fotografica che utilizza un tipo di radiazione che si muova ad una velocità infinita in modo da raggiungere tutte le particelle nello stesso istante
  • Per archiviare la "fotografia" delle particelle occorrerebbe un archivio composto da almeno altrettante particelle e sarebbe quindi incontenibile nell'universo.
  • L'archivio sarebbe costituito anch'esso di particelle, quindi la memorizzazione della "fotografia" cambierebbe lo stato di innumerevoli particelle invalidando la "fotografia" stessa.

Un'affermazione che invece sarebbe valida anche in pratica potrebbe essere la seguente:
Se l'universo fosse costituito da un insieme d'informazioni all'interno di un sistema che ne simulasse l'evoluzione, un'entità che abbia accesso al sistema sarebbe in grado, in qualunque istante X, di calcolare in modo assolutamente preciso lo stato di tutte le particelle in qualunque istante X+Y o X-Z.

Tale calcolo non sarebbe applicabile alle particelle che fossero sotto il controllo di altre entità che partecipassero alla simulazione, ma fossero dotate di libero arbitrio. In questo caso anche l'entità con accesso al sistema dovrebbe accontentarsi di una previsione probabilistica.

La cosa interessante, è che le previsioni probabilistiche ottenibili da comuni mortali all'interno dell'universo sarebbero simili a quelle ottenibili da un ipotetico operatore all'esterno del sistema che simula l'universo.

In conclusione penso che l'affermazione di Laplace potrebbe essere considerata nel modo seguente:  
"Visto che non possiamo conoscere tutto per calcolare in modo preciso, potremmo usare la teoria delle probabilità per prevedere almeno in modo approssimativo"

CitazioneOh, alla buon ora!

Finalmente uno che ha capito Laplace e non ne deforma caricaturalmente le tesi circa il determinismo (Ontologico; e indeterminismo relativo, probabilistico-statistico gnoseologico) dell' universo materiale - naturale!

Jean

Grazie Andrea per essere intervenuto (ricavandone i meritati elogi dall'amico sgiombo).
 

Nel merito:

... un universo chiuso in cui tutto esiste solo al suo interno...

Vediamo un'altra possibilità, un universo bidimensionale (vedi flatlandia) seppur potrebbe essere chiuso nelle due dimensioni, rimarrebbe aperto rispetto a quella tridimensionale (o ancor più). 

Un osservatore del nostro mondo vede il foglio bidimensionale, ma uno che appartenga al foglio non può vedere l'osservatore com'è nella sua realtà tridimensionale (o ancor più); solo una "sequenza di fenomeni" potrebbe indicare la compenetrazione di quello a più dimensioni in quello a meno.

Ipoteticamente, una "fotografia" presa dal livello tridimensionale si risolve nell'attraversare le due dimensioni (e spessore zero... in pratica) istantaneamente. 

Nessun problema nell'archiviazione, la "fotografia" bidimensionale può venire digitalizzata e un archivio elettromagnetico richiede uno spazio infinitesimo rispetto ad uno cartaceo.

Naturalmente noi esistiamo in un universo con tre dimensioni spaziali più il tempo (opinione prevalente) e riesce difficile figurarsi come possiamo apparire ad un universo ad ancor maggior numero di dimensioni. 

In più, come evidenziavo nel topic al di là dell'aldilà, un universo che ancora non conosciamo. 
La nostra incapacità (umana) d'astrazione tuttavia non è totale, ad esempio i matematici "vedono" le dimensioni superiori attraverso delle equazioni/formule (e i computer ci vanno a nozze...).

Così il "sistema che ne simulasse l'evoluzione" potrebbe essere una dimensione superiore che interagisca con la nostra. 
Non conosciamo neppure i limiti del nostro universo per ipotizzare qualcosa rispetto a quelli di uno superiore, ma a logica...

All'aumento della conoscenza su "dove ci troviamo"

(non c'è dubbio che sia una delle direzioni prevalenti della scienza, vedi: Il Nobel per la Fisica 2016 agli studi sulle transizioni di fase topologiche della materia)

quello che un tempo era fatalità e destino man mano è divenuto sempre più possibilità e probabilità, con ciò avvalorando la tua considerazione che:

"Visto che non possiamo conoscere tutto per calcolare in modo preciso, potremmo usare la teoria delle probabilità per prevedere almeno in modo approssimativo"
 
 che mi pare si associ bene alla seguente:

Murray Gell-Mann, lo scopritore dei quark nel 1964 (Premio Nobel 1969), in The Quark and the Jaguar sul fondamentale probabilismo della materia elementare dichiara:



« L'universo è «quantomeccanico»; ciò significa che, quand'anche conoscessimo il suo stato iniziale e le leggi fondamentali della materia, potremmo calcolare solo una serie di probabilità per le sue possibili storie.. »
 
... ma non sono in grado di dire se la tua sia o meno rispondente al pensiero di Laplace.


Sulla precedente considerazione:

"La cosa interessante, è che le previsioni probabilistiche ottenibili da comuni mortali all'interno dell'universo sarebbero simili a quelle ottenibili da un ipotetico operatore all'esterno del sistema che simula l'universo."

... per quanto detto non posso concordare, dall'interno si può interpretare/prevedere il sistema solo per via probabilistica, mentre da un livello superiore suppongo vi siano "certezze".

Quelle che non ho e non ha nessuno, siamo tutti qui per scambiarci il tanto o poco che conosciamo, augurandoci che chi ci legga possa in qualche modo trovarlo utile (almeno come passatempo) e magari interagisca a sua volta, a maggior gloria e frequentazione di questo bel luogo che ci ospita.  
 


Cordialmente

Jean

Andrea Molino

Grazie per l'apprezzamento!

Faccio ririmento a:
... per quanto detto non posso concordare, dall'interno si può interpretare/prevedere il sistema solo per via probabilistica, mentre da un livello superioresuppongo vi siano "certezze".

Con la mia affermazione: "La cosa interessante, è che le previsioni probabilistiche ottenibili da comuni mortali all'interno dell'universo sarebbero simili a quelle ottenibili da un ipotetico operatore all'esterno del sistema che simula l'universo."  mi riferivo alle previsioni che si possono fare su ciò che dipende da entità dotate di libero arbitrio: su quelle anche dal livello superiore non ci sono "certezze".

Saluti a Tutti!
Andrea

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