La situazione della filosofia

Aperto da green demetr, 26 Agosto 2017, 15:23:25 PM

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green demetr

Ciao sono appena rientrato dalle vacanze lunghe.

Non so per quale motivo, ossia lo, per il motivo solito paranoico, "io non posso farci niente".

Ma mi è rimasta in testa questa domanda, che negli anni passati, ponevo con forza, come se da essa traessi energie fondamentali per lo studio e l'approccio serio ai casi singolari.

Ora no, mi è rimasta come un ronzio in testa, fastidioso, da ubriaco.

Mi è rimasta come se all'improvviso mi sia reso conto di quanto sia Vecchia questa signora.

Per strade diverse (alchimia) in realtà addirittura mi è sembrata più che la madre che nutre l'uomo.

La meretrice che allatta i vecchioni.

Sempre per via diverse (alchimia) una riflessione sopratutto mi ha colto.

la divorazione del tempo.

la divorazione non esiste, esiste invece come un glaciazione degli attimi.

Certamente le riflessioni fatte sul "tempo" nello zaratustra lo scorso anno "accademico", mi hanno condotto ad una profondo riflessione, che però ha partorito un mostro.

all'improvviso ho sentito tutta la potenza della veggenza nicciana.

la volontà di potenza è poter scongelare quegli attimi.

ma poichè non è dato, come se il nulla divorasse tutto (chiara proiezione paranoica alla "storia infinita" di M.Ende)

allora non rimane che vivere insensatamente (mi verrebbe da pensare paranoicamente) qualsiasi attimo.

purchè non si pensi al suo passato. come a dire che l'attimo è sempre presente, e non è mai passato.


che fosse questo l'eterno ritorno che ha pensato nietzche? dopo anni di attesa, ho finalmente una vaga traccia.

Una traccia delirante all'apparenza. :( 

sullo sfondo di questo Grande Inverno (immancabile proiezione paranoica)  mi chiedo.

ma la filosofia, poraccia che può fare??????? (se non prostituirsi come analitica americana? è una metafora eh!)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Phil

Citazione di: green demetr il 26 Agosto 2017, 15:23:25 PM
allora non rimane che vivere insensatamente (mi verrebbe da pensare paranoicamente) qualsiasi attimo.

purchè non si pensi al suo passato. come a dire che l'attimo è sempre presente, e non è mai passato.


che fosse questo l'eterno ritorno che ha pensato nietzche? dopo anni di attesa, ho finalmente una vaga traccia.
Che tipo di "intimità" c'è fra il non poter uscire (definitivamente) dal presente e il non poter uscire (stando a Nietzsche, se non erro) dall'eterno ritorno?
Il pensiero del passato (e del futuro) ci riporta "eternamente" al presente; come Sisifo cerchiamo di spingere la nostra mente altrove, ma basta un rintocco d'orologio e sempre essa (ri)torna al qui ed ora, che tuttavia non è il medesimo "qui ed ora" di un attimo fa... e allora, per decifrare questo moto perpetuo disinnescando la paranoia, si impone la dirompente domanda: qual'è "l'utilità e il danno della storia per la vita" (titolo della seconda "considerazione inattuale" di Nietzsche)?
Forse indizi utili li puoi trovare proprio in quel testo (è l'unico suo che abbia letto per intero, il che la dice lunga sulla mia competenza nel porgerti questo spunto  ;D ).

green demetr

E' proprio perchè continuiamo a spostare la mente altrove, che non ci accorgiamo che il tempo viene divorato.

Tra le altre intuizioni "noi siamo l'utilizzo del nostro tempo". Ed è proprio questo l'incubo in cui versiamo,

Il danno della storia, è quello del credere che sia qualcosa che ci riguarda. E invece ciò che ci riguarda è l'annichilimento temporale.

Come a dire se il tempo è il nostro costrutto sociale, e pertanto del tutto casuale, anzi per Nietzche fatalmente putrido. Noi crediamo di non essere quello che siamo, e cioè "morituri".

In questo senso la paranoia è il blocco delirante che il fantasma di controllo effettua alla ricerca dell'obliazione della nostra condizione.

Per in inciso siamo noi a farlo. Deliberatamente.

La ricerca di Nietzche è quindi radicale alla vera natura umana.

Ossia questa riflessione sempre in ritardo sul nostro morire.

Ovviamente non mi sognerei mai di rivivere nei tempi delle guerre fratricide greche, ma indubbiamente gli antichi avevano ben altro spessore intellettuale.

Prima che arivvasero i 2 supremi codardi: Platone e Aristotele. Con i loro deliri di immortalità che arrivano "via filosofica" fino ad oggi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

maral

Bentornato dalla vacanza Green.
Riprendo un paio di immagini tra quelle che qui ci hai gettato:
Citazionela divorazione del tempo.
la divorazione non esiste, esiste invece come un glaciazione degli attimi...
la volontà di potenza è poter scongelare quegli attimi.
Penso che la divorazione del tempo consista proprio nella glaciazione dell'attimo fuori dal tempo, attimo che è così reso inattuale, tempo che lo sottrae alla presa della volontà attuante. E' il farsi del passato ciò che rende l'attimo inattuale e lo fa morire rendendolo eterno, mentre è il presente della memoria che solo può riattualizzarlo. Se la storiografia può essere memoria vivente e non catalogazione del passato essa scongela l'attimo, lo incammina verso il suo ritorno. Il passato allora si rifà presente passante e getta una prospettiva verso il futuro. Non è che la cosa sia scevra di pericoli, perché il passato contiene mostri orribili e questo significa anche resuscitare quei mostri e non sempre si è pronti ad accoglierli per riaffrontarli. Occorre un coraggio e una forza sovrumana per decongelare ciò che il tempo provvidenzialmente ha congelato: chi potrà mai essere oltreuomo in grado di farlo, in nome di una volontà eternamente attuante che non vuole che nulla si sottragga, dunque che nulla sia mai trascorso, mai morto?
CitazioneNoi crediamo di non essere quello che siamo, e cioè "morituri"
Essere morituri implica non poter essere mai morti, o essere forse una sorta di morti viventi, anelanti una morte che non arriva mai (come si può non essere? cosa significa non essere?), una morte che ci faccia finalmente grazia di un continuo morire.
Forse per questo non c'è nulla di più orribilmente angosciante del sapersi morituri senza che l'essere morti sia per se stessi possibile: è la maledizione dello specchio incantato, il prezzo da pagare alla immensa meraviglia con cui l'universo viene a sapere della propria esistenza.

green demetr

cit Maral

Se la storiografia può essere memoria vivente e non catalogazione del passato essa scongela l'attimo, lo incammina verso il suo ritorno. Il passato allora si rifà presente passante e getta una prospettiva verso il futuro.


GENIALE! :o  semplicemente geniale. Ora l'Eterno ritorno comincia ad avere molto più senso!!!

Complimenti!


cit Maral

Forse per questo non c'è nulla di più orribilmente angosciante del sapersi morituri senza che l'essere morti sia per se stessi possibile: è la maledizione dello specchio incantato, il prezzo da pagare alla immensa meraviglia con cui l'universo viene a sapere della propria esistenza.


Forse per questo destino (e d'altronde ogni pensiero è valido solo fin chè siamo vivi, come dice sempre Sini) ci riscatta la volontà di potenza "buona".
Quella creatrice, perennemente dinamica.

Sebbene è proprio la sua creatività a creare i problemi maggiori, fra realtà e fantasia.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Ci SONOOOOOOOOOOO


Potere dell'alchimia!




Questa immagine mi ha sempre ossesionato, fin dall'infanzia, perchè era il logo della Loescher editore (che nel frattempo ha fatto di tutto per cambiarlo, siamo in tempi scientifici ormai! ora il logo è completamente nero!  ;D ).


Solo questa estate come dicevo ho pensato più a fondo, perchè mi ossessionasse.

E' come se avessi saputo da sempre che conteneva una saggezza popolare, ho visto sempre l'omino come un contadino.

Ma perchè mi chiedevo mangia una clessidra. Aveva a che fare con qualcosa che solo oggi so essere il perturbante freudiano (unheimlich ). Una paura!

Domanda che è rimasta sepolta nel passato, ma che un giorno d'estate è tornata con forza tale da dover essere risolta.

La divorazione del tempo, e la necessità della riattivazione della memoria come brillantemente suggerito da Maral, all'improvviso hanno avuto senso.

E pochi minuti fa, ho inteso anche quello che non tornava in quello che diceva Severino, e che cioè anche il passato può essere cambiato.
Ma non tornava perchè Nietzche parla di ripetizione dello stesso istante! Sia andando indietro che avanti!
Ma cosa c'entra il passato che pure è presente nelle pagine dello Zaratustra precedenti?


Poi è arrivato in aiuto Garbino  nel suo 3d sul futuro e nietzche, Il tempo è un istante.(volontà di potenza)

Poi ho letto le parole che accompagnano l'omino......E HO CAPITO COSA è l'ETERNO RITORNO.

Per quale motivo uno che mangia il tempo rivive ancora???

E' quello IL PUNTO!!!!!

Perchè l'attivazione della memoria è sempre relativa allo stesso identico istante!!!

Pocihè il tempo è divorato, non esiste più, dunque esiste sempre e solo lo stesso istante.

Ma perchè lo stesso istante non  sia sempre lo stesso istante, esse deve tornare!

E ritorna come Memoria.

Perciò la memoria, che poi è il Pensiero, in quanto non esiste Memoria.E' il pensiero della memoria cioè.

Esiste solo a condizione di tornare per sempre nello stesso istante.

Ossia il pensiero è la sua capacità creatrice, nell'istante!!!! Mi verrebbe da dire che il pensiero è l'istante.

Mi felicito con me stesso della sorprendente cattura. 8)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Carlo Pierini

Citazione di: green demetr il 01 Settembre 2017, 10:32:37 AM
Ci SONOOOOOOOOOOO


Potere dell'alchimia!




Questa immagine mi ha sempre ossessionato, fin dall'infanzia, perchè era il logo della Loescher editore (che nel frattempo ha fatto di tutto per cambiarlo, siamo in tempi scientifici ormai! ora il logo è completamente nero!  ;D ).
E' come se avessi saputo da sempre che conteneva una saggezza popolare, ho visto sempre l'omino come un contadino.
Ma perchè mi chiedevo mangia una clessidra. Aveva a che fare con qualcosa che solo oggi so essere il perturbante freudiano (unheimlich ). Una paura!
Pocihè il tempo è divorato, non esiste più...


Il tuo caro amico Jung, ha una sua tesi:

"Il fatto che le nostre capacità di rappresentazione non siano assolutamente in grado di immaginare una forma di realtà extra spazio-temporale, non prova che una tale realtà non sia possibile. [...] Le idee e i dubbi della fisica teorica contemporanea dovrebbero rendere guardingo anche lo psicologo: giacché cosa significa in fin dei conti la «limitatezza dello spazio» considerata filosoficamente, se non una relativizzazione della categoria spaziale? E anche alla categoria temporale (come alla causalità) potrebbe accadere qualcosa di simile.[...] Data questa estrema incertezza delle concezioni umane, la presuntuosa faciloneria illuministica, non è soltanto ridicola, ma desolatamente priva di spirito. [...] La conclusione che la psiche partecipi attivamente a una forma di realtà extra spazio-temporale e appartenga quindi a ciò che in modo inadeguato e simbolico viene detto "eternità", l'intelletto critico non potrebbe contrapporgli altro argomento che uno scientifico "non liquet" [non è chiaro]. Che questa sia una verità assoluta oppure no, non lo potremo mai provare, ma basta che esse siano presenti come "inclinazioni", e sappiamo a sufficienza che cosa significhi mettersi sconsideratamente in conflitto con tali verità: è come un non voler tener conto degli istinti". [JUNG: Realtà dell'anima - pg.163]

"[Le idee di immortalità-eternità dell'anima] sono dati irrazionali, condizioni a priori dell'immaginazione, che semplicemente sono e di cui la scienza non può scrutarne lo scopo che a posteriori. [...] Ai malati più anziani uso dire: la vostra immagine di Dio o la vostra idea di immortalità sono atrofiche, di conseguenza il vostro metabolismo psichico non è in regola. Il fármakon atanasìas, il farmaco dell'immortalità degli antichi, è più saggio e più profondo di quanto supponiamo".  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.432]


L'angolo musicale:
BILLY SWAN: I can help
https://youtu.be/tBBw1MEOMWI

green demetr

Ma sarebbe interessante unire le ipotesi di lavoro Junghiane sull'inconscio, e il destino della filosofia.
Lui che si era sempre detto distante da Freud perchè si riteneva più filosofo che medico.

E' bizzarro che oggi come oggi, Freud venga considerato più filosofo che medico.

E Jung sia conosciuto solo per la teoria degli archetipi.

Il mysterium coninuctionis è lì ad attendermi, anche se mi ero fermato ad una 20 di pagine, sia perchè sono lento, sia perchè non mi interessa l'erudizione, ma capire al pari del mio vivere quotidiano, cosa significassero per davvero quei segni, che spesso sono di-segni.

La diacronia rispetto alla eternità (la dianoia), è solo tramite simbolo, dunque.

Solo l'attimo restituisce la realtà secondo Nietzche, e quindi solo il disegno, l'immagine.

Ho sempre avuto un problema con L'Arte, forse proprio per il suo carico immediato: ma ho bisogno di molto più tempo io.

Nell'adolescenza era più il romanzo la mia forma perfetta. Successivamente ho imparato ad apprezzare moltissimo la poesia. L'arte proprio mai.

Forse però quella alchemica sì. Anzi direi che finalmente dopo anni di attesa, qualcosa nell'inconscio si è smosso.

Spero a non fare danni.  ;)


Certamente per me Jung è un amico, non capisco se c'era dell'ironia in quel che scrivevi.
Lo apprezzo sinceramente.


Ma lui non è, e non sarà mai Nietzche.

Vedi la grandezza di Nietzche sta nell'aver capito prima di tutti, che noi siamo calati in un sistema segnico, di significati.
Che le nostre credenze sono frutto delle nostre stesse parole.

E per primo capì di essere malato, non sto parlando dei suoi guai fisici: sifilide o tumore benigno che fosse al cervello. Bensì della cattura strutturale a cui lui stesso si sentiva prigioniero.
Lo capì prima di subito della sua famiglia, lo capì subito delle istituzioni e infine cosa più difficile lo capì subito dei contenuti della sua disciplina, la linguistica.

Quello che emerge subito dopo, è qualcosa di disumano per potenza di pensiero.
Io stesso devo raccogliere i pezzetti di me stesso, quando torno alla lettura in presa diretta dei suoi scritti.
Egli esige la vita per poter vivere.

Jung era un sempliciotto in fin dei conti. Non aveva quel potere intellettuale.
Il suo tentativo di spiegare lo zarathustra secondo il simbolismo è qualcosa di veramente patetico per il filosofo che invece ne intende la portata Etica.

Non c'è nessuna cosmologia in Nietzche, mi sembrava strano (anche se lo ho sempre accettato prima di ieri) che ne avesse una per l'eterno ritorno, che mi sembrava un rompicapo.

Quello scritto sopra è una soluzione per pochi, perchè per arrivarci occorre un tale salto qualitativo filosoficamente parlando che non si spiega certo a parole.

Lo stesso Nietzche infatti non lo spiega, o ci arrivi o non ci arrivi.

Probabilmente solo riflettendo come ho fatto io a lungo sull'intero sistema che propone, che uno ci arriva.

Anche se aiutato da un simbolo.

L'eternità a cui si riferisce Jung, potrei con un sorriso accoglierla, certo suona bene, che l'inconscio abbia una dimensione temporale totalmente differente dalla nostra.
Ma perchè doversela immaginare??? L'inconscio si rivela a noi tramite il linguaggio e tramite i segni/simboli.
Non ho bisogno di immaginarmi un altro tempo. Io ho solo il mio tempo, ossia il tempo umano.
Forse per te che sei scienziato è interessante scoprire se esiste questo tempo alternativo, non per me.

Il tempo dell'eterno ritorno in Nietzche è un tempo umano.
Non è simbolico.

Sono 2 campi di indagine completamente differenti.
 
Grazie comunque per le citazioni. (Hai veramente fatto un lavorone su Jung! complimenti).

In attesa che apra il 3d alchemico, sulla scorta del libro Taschen sull'alchimia.

Spero sia quello giusto per iniziare, hai consigli da darmi a proposito? scrivimi pure nella casella di posta.
;)


A ME JUNG PIACE, mettititelo in testa!!! Criticarlo non significa non apprezzarlo!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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