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La serenità d'animo

Aperto da daniele75, 18 Ottobre 2019, 14:01:31 PM

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daniele75

La serenità è raggiungibile con la comprensione dei meccanismi mentali, specie esaminando il sistema di ricompensa, tutto gira intorno ai chimici della felicità, specie la dopamina. L'insoddisfazione è il motore e la motivazione a cercare la felicità, il piacere. La natura è geniale, e per farci sopravvivere e riprodurre, ci premia con delle droghe naturali. La felicità stessa dura pochi attimi, è un meccanismo naturale atto a cercare nuovi stimoli o a ripeterli per riprovare lo stato transitorio, uno stato di continua ricerca. Un altalena che oscilla tra insoddisfazione, normalità e felicità. Questo meccanismo è istintivo non si può bloccare, a garantito l'evoluzione e la sopravvivenza. Comprendendo questo motore biologico, si può puntare alla serenità, uno stato meno gratificante ma stabile e duraturo ( ovvio che nel mentre si potrà comunque assaporare i picchi di felicità ). La meditazione è un ottima via per stimolare la mente a produrre i chimici necessari a raggiungere lo stato desiderato, così come praticare la gratitudine verso quello che si possiede e vivere nel presente, assaporando le cose semplici. Esistono altri metodi come l'esercizio fisico, socializzare, stare nella natura etc. Ma la meditazione è quella che modifica in profondità gli schemi mentali. E un duro esercizio che porta alla serenità. Ce comunque da ribadire che gli impulsi primari tenderanno a distrarre o a portare a galla comportamenti automatici. Quindi bisogna allenarsi ogni giorno. Non esistono altri metodi, se segui il meccanismo della felicità mordi e fuggi, vivrai insoddisfatto e cercherai all'infinito i picchi di felicità, a volte rischiando dipendenze e malattie psicologiche. La serenità è data dalla comprensione dei meccanismi mentali e dalla meditazione. Altrimenti uno stato di pace è possibile agendo chimicamente sul cervello, è una scelta non contemplata ma molto efficace e non richiede sforzi mentali.

Allego qui un piccolo riassunto sul funzionamento primitivo del cervello, che ha un immenso potere.


L'aspettativa è la madre dell'insoddisfazione."
Joseph Rain.
 ho scoperto sul perché siamo spesso insoddisfatti (c'entra la nostra evoluzione come specie) e come possiamo prendere maggiore consapevolezza di certi meccanismi biologici per contrastarli o almeno per non lasciare che governino troppo le nostre vite.

Sentirsi insoddisfatti è un meccanismo evolutivo.

l'evoluzione ha "progettato" il nostro cervello per garantirci la sopravvivenza, non per renderci felici.
Da decine di millenni la selezione naturale ci spinge a...

Mangiare.

Piacere agli altri.

Fare sesso.

Competere con i nostri rivali.

...perché sono queste le azioni che assicurano la riproduzione dei nostri geni
Essere felici, sereni e soddisfatti non necessariamente contribuisce agli obiettivi della selezione naturale. Anzi.
Se i nostri avi fossero stati tutti dei buddha illuminati, probabilmente ci saremmo già estinti!
Devi infatti sapere che esistono dei veri e propri principi biologici che ci spingono a compiere le quattro azioni chiave per la nostra sopravvivenza (mangiare, piacere agli altri, fare sesso, competere con i nostri rivali).
Essere perennemente insoddisfatti è legato al funzionamento di questi principi biologici scritti nel nostro DNA.
Provate allora a mettervi nei panni di questo «creatore» e chiedetevi: se doveste creare organismi capaci di trasmettere i loro geni, come fareste a spingerli a compiere quelle attività finalizzate a questo obiettivo? In altri termini, dato che mangiare, fare sesso, lasciare il segno sui propri simili e superare i rivali aiutava i nostri antenati a diffondere i loro geni, come programmereste il loro cervello per indurli a svolgere queste attività? Vi presento tre princìpi fondamentali che mi sembrano irrinunciabili e logici.

Conseguire questi obiettivi dovrebbe essere fonte di piacere, perché gli animali, uomini inclusi, tendono a mettere in pratica ciò che è gradevole.

Il piacere non dovrebbe durare per sempre, altrimenti non lo cercheremmo più; il nostro primo pasto sarebbe anche l'ultimo, se non provassimo più lo stimolo della fame. Lo stesso varrebbe per il sesso: un unico atto sessuale, per poi pascerci nei postumi dell'orgasmo per tutto il resto della nostra vita. Non sarebbe l'ideale per trasmettere i geni alla generazione successiva!

Il cervello dell'animale dovrebbe pensare di più (1) al piacere che accompagna una certa attività invece che (2) al fatto che duri poco. Dopotutto, se pensate soprattutto a (1), continuerete a cercare cibo, sesso e prestigio con immutato entusiasmo, mentre se pensate a (2) potreste cominciare a provare sentimenti contrastanti. Per esempio, potreste cominciare a chiedervi a cosa serva inseguire con tanta insistenza il piacere se questo svanisce poco dopo averlo afferrato, lasciandovi con la voglia di ricominciare. Vi ritrovereste sprofondati nella noia e rimpiangereste di non avere studiato filosofia all'università.

paul11

ciao Daniele75,
Penso che l'uomo non sia riducibile a meccanismo biologico, per il semplice fatto che può pensare al suo stesso meccanismo biologico.
Non penso che l'uomo debba essere funzionale e riduttivamente rispondere alla domanda riproduttiva; sarebbe stato meglio nascere stalloni e non pensare.
Se il DNA rispondesse e riponesse la continuità biologica solo sotto l'aspetto chimico fisico, non si capisce perché pensiamo e perché allora il pensiero stesso non sia evolutivo almeno quanto il riprodursi.

Sono d'accordo che meditazione e contemplazione siano importanti, direi fondamentali .
L'uomo lavora su due aspetti e li relaziona : il dentro di sè(il suo mondo) e il fuori di sé (il mondo che ci circonda, il sistema ambiente)
L'uno e l'altro si relazionano e quindi pensare solo ad uno degli aspetti ,il proprio Sè o solo l'ambiente, crea problematiche e sono queste a non darci serenità.

Almeno fossimo non dico illuminati come Buddha, ma su quelle vie, saremmo in un mondo globale più pacifico e molto più probabilmente più gratificante per ciascuno di noi.

Lo stato di felicità se agisce biochimicamente è altrettanto vero che è indotta anche da meccanismi
psicologici e direi pure spirituali. Noi troviamo buono un cibo che il nostro corpo naturalmente può assimilare non buono ciò che il corpo trova nocivo.
Ma è altrettanto vero che agendo psicologicamente , ad es.con la meditazione e contemplazione posiamo allenare lo stato psico fisico di un organismo e quindi il mentale, non dico ad essere felici, ma essere sereni; ma è anche vero che dipende, da quanto ho scritto precedentemente, da come abbiamo costruito il sistema di relazione fra noi " il Sè" e l'ambiente in cui vivamo.
Il segreto penso sia nel come noi affrontiamo in generale la vita e via via come affrontiamo gli eventi.

Hlodowig

#2
Buonasera amico Daniele75,

Se posso permettermi, vorrei poter comprimere l' intero tuo pensiero a soli due termini;

necessità e desiderio.

Il primo, penso sia proprio quello del naturale istinto di auto-conservazione; il cibo, il suo procacciamento.
Il secondo, che personalmente connatturo strettamente legato al primo, aiuta nel compiacimento, ovvero nella soddisfazione che viene dall' assaporare il cibo e nella sua conseguente reazione, il sentire lo stomaco pieno, un vero e proprio momento di pace e serenità.
A seguire, l' atto sessuale, come mezzo di piacere e sostanzialmente come mezzo di trasporto dell' auto-coservazione e possibilmente, anche come mezzo di evoluzione dei geni.
Una volta che questi due principi, sonno assolti, sopraggiunge il nostro relazionarsi, ovvero il nostro ego con l' ego degli altri e conseguentemente, la competizione e che a ben pensare, si connatura anch'essa con i primi due.
Sostanzialmente, credo che l' egoismo, accettato nella sua semplicità, come ulteriore mezzo di meditazione e contemplazione, abbia dato, continua e continuerà a dare la sua parte attiva nel meccanismo dell' evoluzione.
Fondamentalmente, credo che si nasca tutti egoisti, ma non nel senso negativo che si vuol fare intendere con questo termine, bensì, come un riconoscersi tra i tanti individui, tra le tante forme ivi presenti nel mondo.
Poi, questo egoismo, se ben nutrito durante la crescita, può portare alla comprensione di se stessi e degli altri egoisti, ovvero al riconoscersi o al tentare di riconoscersi anche nell' altro o quantomeno, nel tentare di porsi anche nello stato dell' altro, dal suo punto di vista
Credo, che questo stato, venga chiamato empatia, oppure più semplicemente come stato sociale, altruismo, un meccanismo che porta inevitabilmente il pensatore, ma anche il suo stato emotivo, a chiedersi cosa dice e come sente l' altro.
L' egoismo, inoltre, serve anche come motore della competizione, che presuppone secondo me  (ben tenendo a mente, come spesso accade, che la presunzione in generale, non diventi sintomo di stupidità), anche una marcia a migliorare se stessi e nei confronti dell' altro, che pure agirà con questo stesso motore.
Credo che il problema si ponga, nel momento stesso in cui nasce la conflittualità tra ciò che noi desideriamo e vogliamo e ciò che gli altri invece vogliono e desiderano da noi.
Alchè penso, si arriva al senso di colpa, bruttissimo virus della crescita personale e sociale e come agente di scissione emotiva e razionale e che a sua volta, se non analizzato e ben compreso, porta alle sue estreme conseguenze il concetto di io.
Concetto con il quale, prendendo a prestito le parole di un Alberto Sordi in arte il Marchese del Grillo si arriva a questo:

io so io e voi non siete un cazzo!

Al contrario, se questo io viene ben fagocitato dalla meditazione e contemplazione, ne può uscire poi fuori un io rinnovato, uno stato razionale nel quale:

io so io e voi siete voi,

nella sua più elementare e semplice forma.

Questo stato di cose, credo, può portare ad una migliore relazione inter-personale, ad una competizione più sana e costruttiva e al mettere al bando le proprie superficialità e le proprie vanità.

Per ciò che riguarda la filosofia in genere, il suo problema più grande oggi, credo stia nei modi in cui questa cerchi di essere insegnata, ovvero, non in ciò che essa rappresenta o dovrebbe rappresentare, ma piuttosto come la solita lettura da fare a casa e ripetere a pappardella sui banchi di scuola.

In sintesi, oggi non si insegna la filosofia, ci si limita a far studiare solo i filosofi.

Ed è proprio uno tra i tanti di filosofi, che spiega con agghiacciante semplicità e con un divertente gioco di parole, cosa la filosofia sia e a quale mezzo, essa dovrebbe corrispondere e rappresentare:

CitazioneSe si deve filosofare, si deve filosofare e se non si deve filosofare, si deve filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare. Se infatti la filosofia esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la ricerca è la causa e l'origine della filosofia.

Quindi, sempre e solo ricerca e mezzo per l' evoluzione personale e inter-personale, sia questa razionale, emotiva, spirituale e soprattutto; Pratica.

È da essa, che sempre secondo me, discendono tutte le altre forme di pensiero e di interiorità ed è con essa, che ci si relaziona per star bene con noi stessi e possibilmente, con gli altri.
Come adesso, il desiderio di condividere un mio pensiero con un' altro, il piacere dell' ascolto, della lettura e della parola con l' altro, la serenità che mi provoca il condividerne in questo momento il mio pensiero.

È bello, filosofare.

Comunque, quanto è buono pure il cacao, ma anche l' antica e mai passata di moda, massima del mens sana in corpore sano, una buona dieta aiuta il corpo, rilassa la mente ed evolve anche  lo spirito(per coloro che volontariamente e per loro personalissima e intima scelta, si spingono alle stelle e guardano oltre le stelle)

Citazionechi conosce gli altri è un saggio, chi conosce se stesso è un illuminato

Trovo questo semplice pensiero, molto profondo, oltre che molto pratico del nostro convivere con se stessi e con gli altri.

Grazie ✋

daniele75

Citazione di: Hlodowig il 18 Ottobre 2019, 18:10:40 PM
Buongiorno amico Daniele75,

Se posso permettermi, vorrei poter comprimere l' intero tuo pensiero a soli due termini;

necessità e desiderio.

Il primo, penso sia proprio quello del naturale istinto di auto-conservazione; il cibo, il suo procacciamento.
Il secondo, che personalmente connatturo strettamente legato al primo, aiuta nel compiacimento, ovvero nella soddisfazione che viene dall' assaporare il cibo e nella sua conseguente reazione, il sentire lo stomaco pieno, un vero e proprio momento di pace e serenità.
A seguire, l' atto sessuale, come mezzo di piacere e sostanzialmente come mezzo di trasporto dell' auto-coservazione e possibilmente, anche come mezzo di evoluzione dei geni.
Una volta che questi due principi, sonno assolti, sopraggiunge il nostro relazionarsi, ovvero il nostro ego con l' ego degli altri e conseguentemente, la competizione e che a ben pensare, si connatura anch'essa con i primi due.
Sostanzialmente, credo che l' egoismo, accettato nella sua semplicità, come ulteriore mezzo di meditazione e contemplazione, abbia dato, continua e continuerà a dare la sua parte attiva nel meccanismo dell' evoluzione.
Fondamentalmente, credo che si nasca tutti egoisti, ma non nel senso negativo che si vuol fare intendere con questo termine, bensì, come un riconoscersi tra i tanti individui, tra le tante forme ivi presenti nel mondo.
Poi, questo egoismo, se ben nutrito durante la crescita, può portare alla comprensione di se stessi e degli altri egoisti, ovvero al riconoscersi o al tentare di riconoscersi anche nell' altro o quantomeno, nel tentare di porsi anche nello stato dell' altro, dal suo punto di vista
Credo, che questo stato, venga chiamato empatia, oppure più semplicemente come stato sociale, altruismo, un meccanismo che porta inevitabilmente il pensatore, ma anche il suo stato emotivo, a chiedersi cosa dice e come sente l' altro.
L' egoismo, inoltre, serve anche come motore della competizione, che presuppone secondo me  (ben tenendo a mente, come spesso accade, che la presunzione in generale, non diventi sintomo di stupidità), anche una marcia a migliorare se stessi e nei confronti dell' altro, che pure agirà con questo stesso motore.
Credo che il problema si ponga, nel momento stesso in cui nasce la conflittualità tra ciò che noi desideriamo e vogliamo e ciò che gli altri invece vogliono e desiderano da noi.
Alchè penso, si arriva al senso di colpa, bruttissimo virus della crescita personale e sociale e come agente di scissione emotiva e razionale e che a sua volta, se non analizzato e ben compreso, porta alle sue estreme conseguenze il concetto di io.
Concetto con il quale, prendendo a prestito le parole di un Alberto Sordi in arte il Marchese del Grillo si arriva a questo:

io so io e voi non siete un cazzo!

Al contrario, se questo io viene ben fagocitato dalla meditazione e contemplazione, ne può uscire poi fuori un io rinnovato, uno stato razionale nel quale:

io so io e voi siete voi,

nella sua più elementare e semplice forma.

Questo stato di cose, credo, può portare ad una migliore relazione inter-personale, ad una competizione più sana e costruttiva e al mettere al bando le proprie superficialità e le proprie vanità.

Per ciò che riguarda la filosofia in genere, il suo problema più grande oggi, credo stia nei modi in cui questa cerchi di essere insegnata, ovvero, non in ciò che essa rappresenta o dovrebbe rappresentare, ma piuttosto come la solita lettura da fare a casa e ripetere a pappardella sui banchi di scuola.

In sintesi, oggi non si insegna la filosofia, ci si limita a far studiare solo i filosofi.

Ed è proprio uno tra i tanti di filosofi, che spiega con agghiacciante semplicità e con un divertente gioco di parole, cosa la filosofia sia e a quale mezzo, essa dovrebbe corrispondere e rappresentare:

CitazioneSe si deve filosofare, si deve filosofare e se non si deve filosofare, si deve filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare. Se infatti la filosofia esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la ricerca è la causa e l'origine della filosofia.

Quindi, sempre e solo ricerca e mezzo per l' evoluzione personale e inter-personale, sia questa razionale, emotiva, spirituale e soprattutto; Pratica.

È da essa, che sempre secondo me, discendono tutte le altre forme di pensiero e di interiorità ed è con essa, che ci si relaziona per star bene con noi stessi e possibilmente, con gli altri.
Come adesso, il desiderio di condividere un mio pensiero con un' altro, il piacere dell' ascolto, della lettura e della parola con l' altro, la serenità che mi provoca il condividerne in questo momento il mio pensiero.

È bello, filosofare.

Comunque, quanto è buono pure il cacao, ma anche l' antica e mai passata di moda, massima del mens sana in corpore sano, una buona dieta aiuta il corpo, rilassa la mente ed evolve anche  lo spirito(per coloro che volontariamente e per loro personalissima e intima scelta, si spingono alle stelle e guardano oltre le stelle)

Citazionechi conosce gli altri è un saggio, chi conosce se stesso è un illuminato

Trovo questo semplice pensiero, molto profondo, oltre che molto pratico del nostro convivere con se stessi e con gli altri.

Grazie ✋
Bellissimo il tuo intervento, mi ha arricchito.ho provato gioia nel leggerlo. Grazie di cuore.

green demetr

Citazione di: daniele75 il 18 Ottobre 2019, 14:01:31 PM
La serenità è raggiungibile con la comprensione dei meccanismi mentali, specie esaminando il sistema di ricompensa, tutto gira intorno ai chimici della felicità, specie la dopamina. L'insoddisfazione è il motore e la motivazione a cercare la felicità, il piacere. La natura è geniale, e per farci sopravvivere e riprodurre, ci premia con delle droghe naturali. La felicità stessa dura pochi attimi, è un meccanismo naturale atto a cercare nuovi stimoli o a ripeterli per riprovare lo stato transitorio, uno stato di continua ricerca. Un altalena che oscilla tra insoddisfazione, normalità e felicità. Questo meccanismo è istintivo non si può bloccare, a garantito l'evoluzione e la sopravvivenza. Comprendendo questo motore biologico, si può puntare alla serenità, uno stato meno gratificante ma stabile e duraturo ( ovvio che nel mentre si potrà comunque assaporare i picchi di felicità ). La meditazione è un ottima via per stimolare la mente a produrre i chimici necessari a raggiungere lo stato desiderato, così come praticare la gratitudine verso quello che si possiede e vivere nel presente, assaporando le cose semplici. Esistono altri metodi come l'esercizio fisico, socializzare, stare nella natura etc. Ma la meditazione è quella che modifica in profondità gli schemi mentali. E un duro esercizio che porta alla serenità. Ce comunque da ribadire che gli impulsi primari tenderanno a distrarre o a portare a galla comportamenti automatici. Quindi bisogna allenarsi ogni giorno. Non esistono altri metodi, se segui il meccanismo della felicità mordi e fuggi, vivrai insoddisfatto e cercherai all'infinito i picchi di felicità, a volte rischiando dipendenze e malattie psicologiche. La serenità è data dalla comprensione dei meccanismi mentali e dalla meditazione. Altrimenti uno stato di pace è possibile agendo chimicamente sul cervello, è una scelta non contemplata ma molto efficace e non richiede sforzi mentali.

Allego qui un piccolo riassunto sul funzionamento primitivo del cervello, che ha un immenso potere.


L'aspettativa è la madre dell'insoddisfazione."
Joseph Rain.
ho scoperto sul perché siamo spesso insoddisfatti (c'entra la nostra evoluzione come specie) e come possiamo prendere maggiore consapevolezza di certi meccanismi biologici per contrastarli o almeno per non lasciare che governino troppo le nostre vite.

Sentirsi insoddisfatti è un meccanismo evolutivo.

l'evoluzione ha "progettato" il nostro cervello per garantirci la sopravvivenza, non per renderci felici.
Da decine di millenni la selezione naturale ci spinge a...

Mangiare.

Piacere agli altri.

Fare sesso.

Competere con i nostri rivali.

...perché sono queste le azioni che assicurano la riproduzione dei nostri geni
Essere felici, sereni e soddisfatti non necessariamente contribuisce agli obiettivi della selezione naturale. Anzi.
Se i nostri avi fossero stati tutti dei buddha illuminati, probabilmente ci saremmo già estinti!
Devi infatti sapere che esistono dei veri e propri principi biologici che ci spingono a compiere le quattro azioni chiave per la nostra sopravvivenza (mangiare, piacere agli altri, fare sesso, competere con i nostri rivali).
Essere perennemente insoddisfatti è legato al funzionamento di questi principi biologici scritti nel nostro DNA.
Provate allora a mettervi nei panni di questo «creatore» e chiedetevi: se doveste creare organismi capaci di trasmettere i loro geni, come fareste a spingerli a compiere quelle attività finalizzate a questo obiettivo? In altri termini, dato che mangiare, fare sesso, lasciare il segno sui propri simili e superare i rivali aiutava i nostri antenati a diffondere i loro geni, come programmereste il loro cervello per indurli a svolgere queste attività? Vi presento tre princìpi fondamentali che mi sembrano irrinunciabili e logici.

Conseguire questi obiettivi dovrebbe essere fonte di piacere, perché gli animali, uomini inclusi, tendono a mettere in pratica ciò che è gradevole.

Il piacere non dovrebbe durare per sempre, altrimenti non lo cercheremmo più; il nostro primo pasto sarebbe anche l'ultimo, se non provassimo più lo stimolo della fame. Lo stesso varrebbe per il sesso: un unico atto sessuale, per poi pascerci nei postumi dell'orgasmo per tutto il resto della nostra vita. Non sarebbe l'ideale per trasmettere i geni alla generazione successiva!

Il cervello dell'animale dovrebbe pensare di più (1) al piacere che accompagna una certa attività invece che (2) al fatto che duri poco. Dopotutto, se pensate soprattutto a (1), continuerete a cercare cibo, sesso e prestigio con immutato entusiasmo, mentre se pensate a (2) potreste cominciare a provare sentimenti contrastanti. Per esempio, potreste cominciare a chiedervi a cosa serva inseguire con tanta insistenza il piacere se questo svanisce poco dopo averlo afferrato, lasciandovi con la voglia di ricominciare. Vi ritrovereste sprofondati nella noia e rimpiangereste di non avere studiato filosofia all'università.

La riduzione dell'uomo ad una macchina biologica assolutamente priva di contatto con gli altri, chiusa in una torre di metallo, è la continua aberrazione che purtroppo continua ad abitare nel pensiero dei deboli come daniele75. Impauriti dalla vita o semplice aguzzini?

Ma te lo sei mai visto Matrix??? svegliatiiiiiiii!!!!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Ipazia

Citazione di: daniele75 il 18 Ottobre 2019, 14:01:31 PM

l'evoluzione ha "progettato" il nostro cervello per garantirci la sopravvivenza, non per renderci felici.
Da decine di millenni la selezione naturale ci spinge a...

Mangiare.

Piacere agli altri.

Fare sesso.

Competere con i nostri rivali.


Dubito che la natura abbia intenzioni nei confronti dei suoi prodotti, come fosse la (brutta) copia darwinista del divino disegnatore. Ma anche se così fosse l'avremmo turlupinata mettendo nell'elenco, su ogni sua voce, qualcosa di non previsto: l'arte.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Giustamente Ipazia fa notare che la Natura-Mondo è del tutto priva di intenzioni, poichè l'intendere-volere rappresenta funzione esclusivamente umana, resa possibile dall'acquisizione della coscienza, evento certo immensamente posteriore alle origini di ciò che avrebbe poi generato - appunto - le umane intenzioni.

Paul11 poi produce alcune considerazioni che dovrebbero evidenziare la supposta origine metafisica del pensiero, dimensione a suo parere estranea e superflua al funzionamento della Natura extraumana.

La Natura-Mondo, secondo me, funziona invece sulla base di meccanismi (la solita orrenda parola !) fisicistici i quali hanno prodotto, producono e produrranno non solo effetti propriamente fisici, ma persino metafisici ("oltre la fisica" non significa contrario od estraneo alla fisica). E proprio il pensiero - per non parlar del resto - è - sempre secondo me - il frutto relativamente recente della inaudita ramificazione di tali meccanismi, i quali hanno una base concettualmente semplicissima quanto uno svolgimento vertiginosamente complesso.

Alla base di tutto c'è l'entropia. Molti di voi sanno cosa sia.......per gli altri mi dispiace, ma sono stufo di ripetere il significato fisico ma anche e soprattutto filosofico dello "svolgersi dell'energia" (che sarebbe appunto la chiave dell'entropia).
L'entropia è quell'andamento delle cose che provvede ad assicurare la "persistenza" (cioè la continuità dell'esistenza, la "vita") del mondo.

La persistenza viene realizzata attraverso la continua, perpetua, moltiplicazione e diversificazione dei contenuti del mondo.

Così come la riproduzione (sia individuale che collettiva) delle forme di vita richiede, per risultare efficiente, un ampio e continuo rimescolamento dei patrimoni genetici (sappiamo quali guasti portino la consanguineità o la scarsità degli incroci), anche nella dimensione "inanimata" del mondo fisico è assolutamente prioritario realizzare la massima diversificazione degli enti e delle funzioni.

Si tratta di fare in modo che appaiano continuamente nuovi contenuti poichè solo in questo modo il mondo verrà a disporre di un patrimonio - che deve risultare tendenzialmente infinito - di realtà fisiche o biologiche tali che - all'interno della loro sconfinata variegatezza - si trovi sempre ciò che presenta caratteristiche adatte ad opporsi a ciò che potrebbe nuocere a tali realtà.

Il meccanismo è infatti identico a quello che portò la vita ad "inventare" il sesso.
La riproduzione asessuata infatti presenta un punto debole : genera continuamente copie conformi o comunque quasi invarianti del genitore, quindi, anche se è efficentissima nella produzione di grandi numeri, poichè i suoi esemplari sono tutti identici, essi saranno tutti vulnerabili allo stesso modo nei confronti di pericoli e nocività esterne. Ovvero, ciò che potrebbe nuocere ad un individuo potrebbe nuocere allo stesso modo all'intera specie così poco differenziata.

Perciò, all'interno della continua evoluzione verso strategie di DIVERSIFICAZIONE = SOPRAVVIVENZA, la natura è "inciampata" (senza intenzione ma con successo!) nella riproduzione sessuata la quale, attraverso la variegatezza degli incroci genetici, provvede a produrre individui dotati di attitudini, debolezze, resistenze ampiamente variegate i quali nel loro insieme, posti davanti all'identico fattore nocivo, potranno vedere la sopravvivenza almeno degli specificamente più adatti di loro. (L'andamento di certe epidemie vi dice qualcosa?).

Al caro Paul11 dico comunque : lo sai perchè ad un certo punto la Natura ha finito con il produrre una specie dotata di coscienza, pensiero e libero arbitrio ? Perchè non ce la faceva più a fare da balia ad una versione "Grand Complication" troppo problematica, esigente, infestante, presuntuosa quale quella umana.

Si stufò e disse : "Ah, sì? Le funzioni basse ve le ho date io mentre quelle alte e raffinate ve le ha date il vostro Grande Capo? Bene...........da oggi, allora, non sono più vostra Madre, quindi potrete anche impiccarvi da soli.....!!". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

daniele75

Rispetto ogni punto di vista da voi espresso.
Ma se volete approfondire come e perche il neuromarketing abbia successo  verificate voi stessi come agiscono sul pensiero, sulla mente arcaica ed emozionale. Vedrete che la maggior parte degli acquisti vengono fatti inconsciamente. Basta utilizzare i meccanismi primordiali del nucleo accumbens e il gioco è fatto. I neuroni specchio? Provate a vedere come il marketing utilizza quei neuroni. L'amigdala uguale. Da lì capirete, che il libero arbitrio è per pochi  il resto reagisce di istinto o di pancia. Un essere umano felice e appagato è una rovina per la societa dei consumi. Loro impongono desideri secondari stimolando antichi schemi biologici che vi ho elencato. Vogliono e stanno ipotizzando le menti inconsce per trasformarli in consumatori seriali, mai soddisfatti, stanno agendo sui circuiti da me elencati. Fatevi qualche ricerca e vedrete che il libero arbitrio è un lusso per pochi. Ritengo i vostri interventi pieni di sapienza e di una profondità d'animo eccellente, buona vita e pace

Ipazia

Resistere alle sirene del neuromarketting non è poi così difficile appena si capisce come esso funziona. Cambiano i mezzi ma molto meno le strategie omologanti ed alienanti.  La filosofia e la storia aiutano a comprendere tutto ciò.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Ciao daniele75,
sì è vero che il marketing sa utilizzare bene la parte impulsiva emotiva.

Ciao Viator,
la tua esposizione inizialmente dice che la natura non ha intenzioni e poi ti contraddici presentando
una lunga argomentazione teleologica sulla natura.
La natura ha o non ha uno scopo?

Dal mio balcone sul mondo, vedo una natura che si conforma in base a pressione, temperatura,
radiazioni solari, ecc. prima ci devono essere condizioni fisiche, poi la parte organica può avere avvento e variegatezza in funzione dell'ecosistema,
La natura ha regole non intenzioni o scopi così come l'astrofisica che ne crea le condizioni(un pianeta può avere vita in funzione della lontananza dalla sua stella e riceve energia sotto le radiazioni solari(stellari).

Non so se sia così raffinata la nostra intelligenza umana, molti interventi in diverse discussioni mi fanno pensare che forse era meglio non essere intelligenti (si creano meno problemi mentali) e nascere pecore, cavalli, protozoi,ecc.

Fin quando non sarà dimostrato che la nostra mente, che non corrisponde al cervello ,ma che esiste grazie al cervello, sia una evoluzione naturale, riterrò più razionale pensare che esistono più domini intersecati,di cui fa parte anche lo spirito.
La mente produce matematiche, logiche che non nascono nei boschi, nei campi, nel mare.
Saluti

daniele75

La maggior parte delle decisioni vengono prese dall'inconscio, il razionale analizza, ma solo in certi casi decide, al massimo valuta la pulsione. Il cervello rettiliano ha un influenza molto potente, basta vedere come è organizzata la società, competizione, sopravvivenza e cercare spasmodicamente il piacere. Vedi la dopamina, l'uomo ne va ghiotto, la ricerca ovunque, è un programma ben preciso. Ovvio che poi abbiamo inventato, sperimentato, compreso, arte, etc etc. Ma sono comunque meccanismi egoistici poeticamente presentati come altruismo, compassione. Qui bisognerebbe parlare dei neuroni specchio ma mi fermo. La dopamina è una droga naturale, il neuromarketing lo ha capito  e stanno costruendo un sistema di dipendenze colpendo direttamente il rettiliano, come un primitivo riceveva una scarica di dopamina quando prendeva un cinghiale, oggi con il salvataggio scientifico  andiamo a caccia di shopping, gioco, social   etc etc. Imparare a difendersi con la consapevolezza del funzionamento aiuta ad avere una vita serena. Se seguite inconsciamente questo meccanismo commerciale basato sulla ricompensa immediata vi porterà allo sconforto, guardatevi in giro. Il branco sta diventando globale, tutti uguali, con hobby e mode condivise senza confini geografici. È che comanda? Chi ha i media in mano. L' intelligenza artificiale è a caccia di prede e vi offre dopamina, felicità. Buon viaggio

Jacopus

Per Daniele. I neurotrasmettitori possono essere sia chimici che elettrici.  L'homo sapiens preferisce quelli chimici. E' per questo che ci piacciono le droghe. Ma non esiste solo la dopamina, che è il neurotrasmettitore dell'attivismo, dell'aggressività, della ricerca della ricompensa. Esiste l'ossitocina, ad esempio, che ci fa prendere cura dei cuccioli, sia nostri che degli altri e sviluppa le nostre capacità prosociali, c'è il glutammato che inibisce le reazioni impulsive, c'è la serotonina che regola il sonno, l'appetito e i cicli circadiani. Però questi trasmettitori hanno anche funzioni fisiologiche non legate al comportamento come l'aumento del battito cardiaco (andrenalina) o la diminuzione della pressione.
Inoltre il rilascio del neurotrasmettitori è collegato con la struttura del cervello, che possiede moduli più o meno vasti e più o meno collegati fra di loro. Rilasciare sempre più dopamina, anche in modo artificiale può avere conseguenze sulla stessa struttura del cervello, che accrescerà le connessioni dedicate alla aggressività e alla richiesta di soddisfazioni immediate con le conseguenze comportamentali da te citate.
Ma rilasciare sempre più ossitocina invece creerà le condizioni per un comportamento completamente diverso.
Accanto a questi livelli modulari esiste poi il lobo frontoparietale, detta anche corteccia neofrontale che è quella parte che ci distingue di più da ogni altro essere vivente, nel senso che in homo sapiens è molto più sviluppata. Essa è la regia del cervello, la parte che è più connesso con ogni altro modulo e funziona un pò come un direttore d'orchestra.
A questo livello di complessità aggiungi che il nostro cervello reagisce e si modifica ad ogni stimolo ambientale. Ad esempio, dopo aver letto questo che sto scrivendo, il tuo cervello si è modificato per sempre ed anche il mio nel momento in cui lo sto scrivendo.
Altro esempio, più sofisticato: attraverso FMRi hanno visionato il cervello di persone malate di cancro a cui veniva somministrata morfina ma in in un clima freddo e impersonale ed altre a cui veniva fatto credere che veniva somministrata morfina ma in realtà era solo un placebo. In questo secondo caso però il medico manteneva un atteggiamento caldo ed empatico, stringeva le mani al malato e mostrava tutto il suo interessamento. In questo secondo caso, il paziente riusciva a produrre endorfine (un altro neurotrasmettitore) al punto da equiparare (quasi) la produzione esterna di endorfine causata dalla morfina.
La tua iniziale dichiarazione di intenti : "mangiare, piacere agli altri, fare sesso, competere con i nostri rivali", al massimo ci avrebbe equiparato ad un mammifero non troppo evoluto, un roditore o qualcosa di simile. In ogni caso non sarei qui a scrivere su una tastiera.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele75

Conosco i chimici che hai elencato, siamo più degli animali come hai descritto, ma non sottovalutare il circuito di ricompensa e come viene hackerato da anni. Per me il cervello primitivo ha sempre molta influenza su tutte le decisioni che prendiamo. Siamo continuamente a caccia di droghe naturali che il nostro cervello produce. Punto.

green demetr

Citazione di: daniele75 il 19 Ottobre 2019, 15:05:57 PM
La maggior parte delle decisioni vengono prese dall'inconscio, il razionale analizza, ma solo in certi casi decide, al massimo valuta la pulsione. Il cervello rettiliano ha un influenza molto potente, basta vedere come è organizzata la società, competizione, sopravvivenza e cercare spasmodicamente il piacere. Vedi la dopamina, l'uomo ne va ghiotto, la ricerca ovunque, è un programma ben preciso. Ovvio che poi abbiamo inventato, sperimentato, compreso, arte, etc etc. Ma sono comunque meccanismi egoistici poeticamente presentati come altruismo, compassione. Qui bisognerebbe parlare dei neuroni specchio ma mi fermo. La dopamina è una droga naturale, il neuromarketing lo ha capito  e stanno costruendo un sistema di dipendenze colpendo direttamente il rettiliano, come un primitivo riceveva una scarica di dopamina quando prendeva un cinghiale, oggi con il salvataggio scientifico  andiamo a caccia di shopping, gioco, social   etc etc. Imparare a difendersi con la consapevolezza del funzionamento aiuta ad avere una vita serena. Se seguite inconsciamente questo meccanismo commerciale basato sulla ricompensa immediata vi porterà allo sconforto, guardatevi in giro. Il branco sta diventando globale, tutti uguali, con hobby e mode condivise senza confini geografici. È che comanda? Chi ha i media in mano. L' intelligenza artificiale è a caccia di prede e vi offre dopamina, felicità. Buon viaggio

E chi dice che siano egoisti? è una tua interpretazione, e come mai tu sei esente dal marketing neuronale?
Mi pare che hai troppa voglia di chiudere il discorso.

Inoltre è ovvio che l'uomo vuole il consumismo, non capisco cosa ci sia di male.
Che il marketing (in generale) sappia usare ciò che l'uomo desidera non vuol dire che allora è il marketing a decidere cosa vuoi desiderare.
Il marketing è in un certo senso ancora l'ultimo baluardo delle scienze umane.
Mi pare tipico dei reazionari non accettare le cose per quello che sono-
Vai avanti tu che mi vien da ridere

daniele75

Non ne sono esente, ma consapevole, sono un umano, cerco però di limitare intrusioni nocive esterne. Io penso che l'egoismo sia innato, sei programmato per mandare avanti i tuoi geni  completi per questo. Questa società dei consumi, io la vedo come una ricerca infinita della felicità a breve termine. È lontanissima dal cercare la vera felicità. Se sei sereno e appagato compri meno(societa liquida bahman, non so se è scritto giusto. L'eterna insoddisfazione genera ricerca delle emozioni positive, ti cito la dopamina, ma sono diversi i chimici. Le droghe stimolano quei chimici in massicce dosi. E un meccanismo biologico innato e nella maggior parte dei casi prende il sopravvento, forse non è il tuo caso  ma ti assicuro che la maggior parte è nel meccanismo. Il neuromarketing è subdolo, non etico. Vogliono dipendenti. Non comunicano con te, ma con il tuo inconscio, sfruttando i meccanismi innati, un motivo ci sarà. La Apple ha costruito una religione. I social sfruttano la ricompensa variabile  più appetibile simile alle slot macchine. Perche? Per renderci saggi e felici  no. Per mandare avanti una macchina che sta impazzendo  generando zombie. Tutto sta nel capire i meccanismi base, se non gli accetti  sei un ottimo bersaglio. La meditazione fornisce molti chimici del piacere e rende consapevoli del mondo interiore. È un gioco subdolo. La psicologia venduta al marketing per hackerare le menti, specie giovanili. Ti basta come rappresentazione dell'egoismo umano? La competizione?
La madre adora il proprio bimbo, ma sa uccidere un altro bimbo non suo se rappresenta una minaccia per la sua prole  perché è progettata per trasmettere i suoi di geni. Puoi essere anche un genio ben istruito  ma a madre natura gli fai un baffo  tu al 70% eseguirsi comportamenti automatici. La ricerca della novità è istintiva, si parla sempre di ricompensa  secondo te perche esce un telefono ogni tot tempo sempre più velocemente? Effetto  novità, nuovo stimolo, competizione, accettazione sociale( ce lo anche io) etc etc. Ci siamo capiti? Del tuo raziocinio non importa a chi dirige la giostra, punta il tuo lato biologico, perché esegue  o in parte. Ti basta come egoismo  competizione? Una tigre è più mansueta