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La scrittura

Aperto da Jacopus, 16 Settembre 2019, 22:44:29 PM

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paul11

ciao Phil,
Il sacro è oggi svuotato della sua forma, rimane un dispositivo culturale retorico.

E' chiaro che se dò uno scritto ad A ,che lo passa a B... fino all'ennesimo, se nessuno lo altera volutamente, lo scritto originario è tramandato
Viceversa nella oralità anche involontariamente i passaggi perdono informazione o viene alterata.
Tecnicamente vince la scrittura, ma è la nemesi storica in cui l'oralità originaria era tesaurizzata dalla tradizione nel ruolo dei sacerdoti teneva conto proprio di questa perdita di informazione, per questo il testo sacro orale prima e scritto dopo doveva essere inalterato, diversamente era "peccato".

Per manipolazione intendo un'azione volontaria, un abuso sulla "parola" orale o scritta.
E' per questo che insistevo su quella sacralità.
La parola, il segno che denota qualcosa di concreto od astratto, diventa suono insieme al segno.
La parola anticamente era molto più importante culturalmente di oggi.
I grandi filosfi moderni stanno attenti alla filologia ,all'etimo originario, perché muta il senso della frase.
Una cultura, una tradizione motiva sacralizzandola o dissacralizzando una parola.

Insomma ci sono due aspetti : l'oralità e la scrittura in sé e per sé, direi come tecnica.
L'altra è la storia culturale dentro l'oralità, e poi dentro la scrittura, e ancora dentro la stampa come copia di Gutenberg e infine oggi l'"imago", il logo, il simbolo.

La scrittura poggia sull'oralità e depersonalizza l'informazione;manca il viso, il gesto, la voce che accompagna la parola. Ma la scrittura è molto più potente, divulga copiosamente.

Ma "dentro" l'informazione, soprattutto nelle discipline dove la parola diventa frase, sintassi, semantica, periodo,ecc, per sua ambiguità costitutiva si ha necessità di un "interprete". Ovvio che l'autore originario sarebbe il migliore interprete, perché potremmo chiedergli "...ma cosa volevi dire con.....?"

L'informazione si dice è potere, la parola che indicando qualcosa, descrivendo ,definendo, diventa "appropriazione di conoscenza" e questo è chiaro persino in Genesi, quando Dio da ad Adamo la possibilità di dare un nome ad ogni cosa nell'Eden, gli sta dando un potere fondamentale, può conoscere e tesaurizzarla nel sapere.
L'oralità è voce, è suono, è musicalità o dissonanza e questo colpisce l'astante di fronte all'oratore.E' qualcosa di fisico e personale che la scrittura ha più difficoltà a veicolare

viator

Salve. "L'oralità è voce, è suono, è musicalità o dissonanza e questo colpisce l'astante di fronte all'oratore.E' qualcosa di fisico e personale che la scrittura ha più difficoltà a veicolare".
Infatti l'oralità è una forma di comunicazione basata essenzialmente sull'energia (suono=diffusione di onde sonore) e quindi risulta consequenzialmente caratterizzata dalla caducità, dalla multiformità, dalla dinamicità propria della diffusione energetica la cui efficacia però cala con il quadrato della distanza sino a nullificarsi attraverso lo spazio.
La scrittura (comunque fisicamente basata quanto l'oralità) è invece basata sulla materialità (credo non occorrano esempi circa l'indispensabilità dei supporti materiali della scrittura), quindi è confinata nello spazio del proprio supporto ma - grazie all'inerzia del materiale - vince lo scorrere del tempo.

Oggi poi sia il supporto energetico che quello materiale tendono a confluire all'interno della multimedialità la quale tuttavia nel suo insieme si conferma basata sul linguaggio. Quello digitale, attraverso il quale possono venir codificati (senza particolari difficoltà !) anche i flussi e le comunicazioni energetici. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

#17
In mancanza di una forma scritta il concetto di "copia" è inesistente perchè manca un elemento di controllo per poter dire che la copia sia effettivamente fedele. Le tradizioni orali indiane venivano imparate a memoria anche in versioni "errate\alterate" dello stesso veda per poter distinguere l'originale da un falso, ovvero producevano un falso per distinguere il vero. Ma queste sono tecniche particolari di una civiltà con una tradizione orale millenaria e un complesso religioso mastodontico.. prendere questa particolare tradizione come "par pro toto" è una fallacia logica, sopratutto perchè esistono tradizioni che si pongono obbiettivi primari diversi dalla fedeltà (musicalità, patristica etc). Se le tradizioni orali fossero fedeli sempre e comunque, il nuovo testamento sarebbe composto di un solo libro, invece è composto di quattro che non concordano nemmeno sulle modalità della crocifissione e un altra trentina che per la loro diversità nemmeno rientrano nel canone..prima del canone e della datazione, circolava una "certa confusione".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia