La "realtà" e la "percezione" del tempo

Aperto da Eutidemo, 09 Dicembre 2022, 07:00:29 AM

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Alberto Knox

Capisco cosa vi state chiedendo .
 I fisici utilizzano l'oscillazzione di un atomo per rendere sempre più sofisticata e raffinata le misurazioni di intervalli di tempo. Ma chi ha stabilito che se un oggetto ci appare svolgere ciclicamente la stessa azione  regolare esso diventi un buon misuratore per il tempo quando il tempo non ha velocità prestabilite e tanto meno regolari? È utile l orologio per orientarci in modo convenzionale e nient altro. 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Ciao Eutidemo, avevo inteso letteralmente che il sogno fosse di Dio e quindi proponevo la mia versione, il sogno umano, che corrisponderebbe al trionfo del solipsismo inconsapevole. Gli è però che io sono perfettamente consapevole del mio solispsismo che è per nulla ideologico, bensì di fatto. Ma il solipsismo inconsapevole, che si traveste con fogge assai diverse spesso ideologiche, nulla di meglio fa purtroppo che mettere in scena la nostra ostinazione a riferirsi ad una realtà esterna a noi. Nelle tue risposte a Iano e a viator ho notato che ti è ben chiara questa separazione che vi è tra quel che vive dentro la nostra mente e quel che dovrebbe vivere fuori della nostra mente, anche se vi ho scorto qualche imprecisione, ma tralascio. Vien quasi da chiedersi su quali basi si stia discutendo quando si parla. E infatti, per far chiarezza tu ti rivolgi al presunto noumeno che è forse l'entità per eccellenza adatta a reggere questa discussa e controversa realtà esterna, chissà chi ne avrà parlato per la prima volta, e mi fa piacere che dici presunto noumeno perché a mio giudizio si tratterebbe di una entità metafisica del tutto inutile e addirittura fuorviante per come la vedo io. Detto ciò c'è da ricordare che la conoscenza si sviluppa separando il conoscitore da quel che conosce, e qui ci troveremmo già tra le sabbie mobili. Puntualizzo inoltre che noi, la nostra mente, viva di immagini la cui realizzazione mentale ed integrazione ci viene permessa dall'esistenza di tutti i nostri organi di senso. Sarebbe in questo senso vero che vi sono immagini che per lo più non impattano col corpo, a meno delle sensazioni che possano generare, tipo quelle visive o auditive, e sarebbe pur vero che vi sono immagini che invece ce l'hanno permanente il contatto col corpo, tipo quelle tattili o gustative ... ma pur sempre e comunque di immagini si tratta, le quali sarebbero in primo luogo connesse con le relazioni anche inconfessate che sussistono tra mente e corpo. Avremmo dunque tutto quel che ci occorre per esercitare un corretto pensiero coi piedi per terra, pertanto, che senso avrebbe parlare dell'essenza inconoscibile delle cose, rappresentandola quasi come fosse un problema, se non sappiamo neppure che quando parliamo parliamo riferendoci all'unica realtà possibile certa, cioè quella dentro di noi comprensiva di tutte le parole che circolano nella nostra testa? Che ce ne facciamo del noumeno che sembra quasi uno specchietto per le allodole atto a farci perdere sicuramente tempo? ... e c'è più tempo che vita

Ipazia

Prendo subito l'assist del tempo fenomenico; il ciclo della vita dalla nascita alla morte mi pare una clessidra assai oggettiva, al di qua di ogni scetticismo possibile. Una clessidra cui, limitandoci alla nostra specie, siamo molto legati: l'unità di misura del tempo antropologico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: Alberto Knox il 10 Dicembre 2022, 11:34:42 AMCapisco cosa vi state chiedendo .
I fisici utilizzano l'oscillazzione di un atomo per rendere sempre più sofisticata e raffinata le misurazioni di intervalli di tempo. Ma chi ha stabilito che se un oggetto ci appare svolgere ciclicamente la stessa azione  regolare esso diventi un buon misuratore per il tempo quando il tempo non ha velocità prestabilite e tanto meno regolari? È utile l orologio per orientarci in modo convenzionale e nient altro.
Convenzionale mica tanto. Se mandi una sonda su Marte e non vuoi sprecare i soldi dei contribuenti, l'orologio atomico, integrato dai calcoli temporali relativistici, ti serve ad avere successo nell'impresa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Citazione di: Ipazia il 11 Dicembre 2022, 10:30:20 AMConvenzionale mica tanto. Se mandi una sonda su Marte e non vuoi sprecare i soldi dei contribuenti, l'orologio atomico, integrato dai calcoli temporali relativistici, ti serve ad avere successo nell'impresa.

Si Infatti ho detto che utile. Ma al di fuori dell orientamento temporale che l oscillazione di un atomo ci garantisce possiamo dire che l oscillazione ciclica regolare (di un pendolo ad es) misura il tempo?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Eutidemo

Le vostre sono tutte considerazioni molto interessanti, alcune più condivisibili altre meno; ma sono talmente tante, che mi manca il "tempo" per rispondere a tutte, e non voglio far torto a nessuno! :)

iano

Citazione di: Alberto Knox il 11 Dicembre 2022, 11:21:10 AMSi Infatti ho detto che utile. Ma al di fuori dell orientamento temporale che l oscillazione di un atomo ci garantisce possiamo dire che l oscillazione ciclica regolare (di un pendolo ad es) misura il tempo?
Osservazione non banale.
Potremmo dirlo se sapessimo dire cosa è il tempo, e noi non lo sappiamo dire.
Siccome però un orologio è un movimento, ad esempio l'oscillazione di un pendolo, assumendolo come unità di misura del movimento, con esso possiamo misurare i movimenti, il che è certamente utile.
;L'unità di misura si sceglie per convenzione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Phil

Nella mia abissale ignoranza in materia, mi chiedo quanto il tempo (categoria, convenzione) sia differenziato e/o indipendente dalla misurazione del tempo (tramite pratica tecnologica). Quando si parla di tempo che accelera o rallenta (in base alla distanza dalla Terra, etc.) quanto di tale mutamento dipende dallo strumento usato? Considerando, come ricordato da Alberto, che la durata di un secondo è standardizzata con riferimento al comportamento di un atomo (v. https://www.inrim.it/it/ricerca/campioni-primari/il-secondo), se il "rallentare del tempo" è dovuto alla modifica di tale comportamento (a seconda della sua interazione con masse e campi gravitazionali circostanti), non si confonde una modifica della misurazione con la modifica di ciò che andrebbe misurato?
Gps e altre triangolazioni dimostrano che è indubbiamente necessario "aggiustare i calcoli" del tempo quando ci si allontana molto dalla Terra, tuttavia è un aggiustamento che ha come riferimento sempre "esigenze terrestri", ma soprattutto si tratta di "ritoccare" il comportamento di strumenti non immuni a condizionamenti fisici (ossia che funzionano differentemente che siano sulla Terra o nello spazio).
Sfruttando l'assist (involontario, credo) di Ipazia: che ore sono adesso su Marte? Già sulla terra la risposta è mutevole a seconda della collocazione del domandante, ma se proiettiamo tale questione nello spazio, il concetto di orario diventa decisamente o insignificante (mancando il riferimento planetario) o proiezione dell'orario terrestre, con annesso relativismo rispetto alla collocazione della base di riferimento. Certo, l'orario non è il tempo, ma il fatto che nello spazio ci sia durata senza orario è forse il primo passo per supporre che anche la durata non è forse poi così assoluta, ma anch'essa relativa a quanto accade sulla Terra e a come la si misura.
Banalizzando (per tentare di spiegare la mia perplessità da profano): se sulla luna una clessidra da un'ora, impiega più tempo per "scaricarsi" a causa della differente gravità, non avrebbe senso concludere che sulla luna un'ora "duri di più" e il tempo si dilati; poiché ovviamente il modificarsi dell'attività dello strumento (rudimentale) di misurazione non influenza il concetto di «ora» per come è inteso sulla Terra (la 24ma parte del tempo necessario affinché la Terra compia un giro su se stessa). Se l'astronauta, mentre aspetta che la clessidra si "scarichi", ascolta un brano di musica con un lettore digitale (supponiamo piuttosto indipendente, nel suo funzionamento, dai campi gravitazionali), dopo aver ascoltato 10 volte un brano da 6 minuti saprà che sulla (superficie della) Terra è passata un'ora, a prescindere da quanto indicato dalla clessidra (palese l'antropocentrimo, o meglio, il geocentrismo di tale misurazione, tuttavia mi pare inevitabile trattandosi di convenzioni e misurazioni umane).
La mia ingenuità mi porta a chiedere, a chi è più competente di me, se con l'atomo di cesio non accada lo stesso: muta la sua frequenza allontanandosi dalla terra ed a ciò assegniamo un mutamento del tempo, mentre in realtà è un mutamento solo dello strumento che misura il tempo? Oppure è un atomo che in teoria dovrebbe "funzionare" allo stesso modo anche nello spazio, ma invece presenta una differenza in ciò che misura?
Banalizzando ancor di più (ai limiti del pudore): se ho tre pezzi di carne simili e ne lascio uno all'aria, uno in frigo e uno in congelatore, il fatto che quello all'aria marcisca prima, indica che fuori dal congelatore il tempo va più veloce e quindi il freddo rallenta il tempo, oppure il freddo rallenta solo lo stato di putrefazione (a cui noi possiamo assegnare un tempo)? 
La mia curiosità è in breve di mettere a fuoco quanto lo strumento sia impeccabile rispetto al concetto che deve misurare e quanto invece sia il concetto a venire adattato/relativizzato ai dati allo strumento (e alla sua collocazione nello spazio gravitazionale).

Ipazia

#23
Non è convenzionale: tutti gli orologi funzionano diversamente a seconda della forza di gravità cui sono sottoposi e della loro velocità nello spazio.

Le formule della relatività ristretta sono matematicamente complicate, ma necessarie per fare lunghi viaggi in condizioni gravitazionali variabili come nel caso dei voli spaziali.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Dilatazione_temporale_gravitazionale

L'ultimo paragrafo dice il dato fenomenologico a cui si devono attenere i tecnici che calcolano anche solo la strumentazione di bordo dei satelliti.

Il paradosso dei gemelli di Einstein che viaggiano a velocità diverse nello spazio, sarebbe interessante correlare con un supposto orologio biologico presente in ogni organismo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Se il tempo è relativo non puoi pretendere di "trattarlo" come un fiume che scorre in maniera regolare

Se voglio misurare la velocità di un fiume che scorre sotto un ponte so già intuitivamente che l'acqua che passa sotto il mio punto di osservazione non è uguale all'acqua che è passata prima allo stesso modo l'oscillazzione di un pendolo o di un atomo non sono uguali perchè ogni oscillazzione fa parte di un universo che non è più uguale a se stesso in momenti diversi al pari dell'acqua che scorre sotto il punto di un osservatore. Le molecole dell'acqua del fiume non viaggiono tutte alla stessa velocità per via delle increspature , dei mulinelli dei sassi sul fondale, delle sponde irregolari .
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iano

#25
Citazione di: Phil il 12 Dicembre 2022, 16:05:24 PMNella mia abissale ignoranza in materia, mi chiedo quanto il tempo (categoria, convenzione) sia differenziato e/o indipendente dalla misurazione del tempo (tramite pratica tecnologica).
Se non possiamo confrontare ''l'orologio che noi siamo'' con gli orologi fisici non possiamo garantire che questi diversi orologi misurino la stessa cosa.
L'orologio che noi siamo misura il tempo che noi sappiamo cos'è, ma non sappiamo dire.
L'orologio fisico misura ciò che sappiamo dire, ma non sappiamo cos'è.
In particolare non sappiamo dire se è lo stesso tempo della percezione.
Presumere che così sia sembra cosa ragionevole.
Non è ragionevole darlo per scontato come normalmente facciamo.
A rigore però non potremo mai saperlo con certezza.
Fare fisica non è facile perchè devi avere precisa consapevolezza di cosa stai facendo e devi essere in grado di trasmettere ad altri questa consapevolezza.
Percepire invece è cosa immediata quanto condivisa, quanto non condivisibile.
Chiunque ripetendo un esperimento fisico può giungere alla stessa percezione per condividerla. Peccato che non si tratti di una percezione., che non si tratti di quella illusione che sembra metterci in rapporto diretto con la realtà, di cui il tempo è un esempio.
Quando parliamo di tempo parliamo di una percezione, a rigore.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#26
La scienza non potrà mai regalarci l'illusione di un rapporto immediato con la realtà, perchè la scienza è tutt'altro che un processo immediato, e l'illusione può derivare solo dall'ignoranza del processo, come se, ignorandolo, non vi fosse.
La percezione è come la casa in cui sei nato.
La scienza è un continuo trasloco dove inutilmente tentiamo di riprodurre quella prima casa.
Ma con la scienza giri il mondo, mentre con la percezione non esci mai di casa.
Il tempo è quella  casa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Alcune certezze le abbiamo. L'unità di misura del tempo biologico è per ogni vivente il tempo che trascorre dalla nascita alla morte. A differenza delle altre unità di misura questa non si moltiplica, ma si divide, nelle stagioni della vita, le quali a loro volta sono condivise, con modalità diverse, da tutti i viventi.

Il tempo biologico ha una sua forma obliqua di moltiplicazione: la procreazione. Di cui, più o meno, si tiene memoria biologica e storica nei discendenti.

Anche il tempo fisico ha le sue certezze nel moto dei pianeti attorno alle stelle che permettono loro di alimentare forme di vita. Come il tempo biologico, anche il tempo fisico aborre gli assoluti e i metafisici: a ciascuno il suo, secondo la sezione di universo in cui si è stati gettati.

Il tempo fisico può essere convenzionalmente suddiviso per una moltitudine di scopi pratici, perfezionato e corretto, nella suddivisione della sua pulsazione, dalla conoscenza delle leggi fisiche imposte dalla natura.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

Tutti questi calcoli sono possibili poiché il tempo come gli altri fenomeni naturali sono matematizzabili . Ma ovviamente la matematica non è il tempo ne i fenomeni. Siamo sempre noi ad individuare regolarità tramite la matematica. E noi siamo un pezzo di universo quindi non stupisce che ritroviamo regolarità.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Il che mi riporta alla medesima domanda. Se il mondo appare regolare e quindi razionalizzabile tramite la matematica . Da dove ha origine quell ordine razionale? Le cose sono così perché non potevano essere diversamente?
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