La "realtà" e la "percezione" del tempo

Aperto da Eutidemo, 09 Dicembre 2022, 07:00:29 AM

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Eutidemo

Accellerando di 24.192.000 di volte la velocità di sboccio, di crescita e di appassimento di una rosa, che, secondo il nostro "metro percettivo temporale" avviene in circa "due settimane", possiamo vedere svolgersi l'intero evento in "un solo secondo".
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D'altronde, un evento che avviene in "un solo secondo", se lo rallentiamo di 24.192.000 di volte, potremmo metterci circa circa "due settimane" a vederlo completato; come questo proiettile, che viaggia a "velocità supersonica", prima che arrivi al bersaglio.
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Ma i "secondi" e le "settimane", di per sè, "non esistono"; sono soltanto le "unità di misura convenzionali" con le quali noi valutiamo la lunghezza del tempo per come appare a noi; ovvero, per come noi lo percepiamo attraverso i nostri cinque sensi (umani).
Ovvero, più esattamente, il cosiddetto "tempo" consiste nelle unità di misura convenzionali con le quali noi valutiamo "quanto ci mette a svolgersi un determinato evento"; almeno secondo il nostro orologio.
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Peraltro, convenzione dell'orologio a parte, è provato scientificamente che la percezione della durata del tempo, varia da persona a persona; e può variare anche per una stessa persona a seconda delle circostanze. :(
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Se poi consideriamo gli altri esseri senzienti, la loro percezione della durata del tempo può essere "abissalmente" diversa dalla nostra; ad esempio, l'"effimera", un piccolo insetto che assomiglia alla libellula, vive al massimo "un'ora e mezza", che corrispondono circa ai nostri "90 anni".
Dopo un'ora, è già stanca di campare ed è oberata di ricordi, rimpianti e rimorsi; e non vede l'ora di abbandonare la sua "valle di lacrime"!  :)
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Ciò premesso, viene da chiedersi se il tempo abbia una "realtà in sè", a prescindere da come viene "percepito".
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Ed infatti:
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a)
Accellerando ipoteticamente all'infinito il "tempo", cioè le unità di misura concettuali con le quali noi valutiamo quanto ci mette a svolgersi un determinato evento, (che noi, per convenzione, chiamiamo "tempo"), l'evento del Big Bang e quello della cessazione dell'Universo verrebbero sostanzialmente a coincidere; per cui l'universo stesso risulterebbe una sorta di illusione.
La rosa e l'universo sboccerebbero già istantaneamente "appassiti" per la seconda legge della termodinamica (entropia).
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b)
Rallentando ipoteticamente all'infinito il "tempo", cioè le unità di misura concettuali con le quali noi valutiamo quanto ci mette a svolgersi un determinato evento, (che noi, per convenzione, chiamiamo "tempo"), l'evento del Big Bang verrebbe congelato nello stesso istante in cui sta per espandersi, per cui, anche in questo caso, l'universo stesso risulterebbe una sorta di illusione.
Overo il proiettile e l'universo non uscirebbero mai dalla "canna" della realtà, producendo nè uno "small" nè un "big" BANG.
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Cioè, in modo più "icastico", si potrebbe dire che, in realtà, "il tempo non esiste" (o meglio, non ha una "realtà" propria ed autonoma), anche se noi abbiamo l'impressione che esista qualcosa del genere; mentre invece noi, denominandolo per convenzione "tempo", non stiamo affatto misurando l'effettivo svolgimento del "reale", bensì stiamo soltanto misurando le modalità con cui noi lo percepiamo (magari anche accellerandolo o rallentandolo in un videoclip, come ho fatto io).
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A meno che anche il "tempo", come tutto il resto, non si riduca ad un "esse est percipi"   ("l'essere significa essere percepito"), secondo il celebre aforisma di George Berkeley, nei "Dialoghi tra Hylas e Philonous" del 1713; che ho appena finito di rileggere.
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Ma queste sono solo mie divagazioni in libertà, con le quali non intendo dimostrare assolutamente "niente"; anzi, forse, per certi aspetti, sono anche considerazioni un po' "balzane", come di solito accade quando si lasciano un po' troppo le briglie sciolte alla propria "immaginazione razionale" (se mi consentite l'ossimoro).
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Quindi mi dispiace di avervi fatto "perdere tempo"; sebbene tutto dipenda da come lo avete "percepito" voi!
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Un saluto a tutti! :)
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Ipazia

Persino il tempo cronologico convenzionale (il cronometro) "percepito" dall'universo non è costante ma varia secondo la velocità dell'oggetto e la forza di gravità cui è sottoposto.

"Tempi" grami per chi cerca un centro di gravità permanente.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

All'idea di Dio associo spesso l'idea di Tempo. Eutidemo, mi intriga assai che un uomo che si intende di legge apra un argomento il cui protagonista sia il Tempo. Quando penso al Tempo devo dire che da molto tempo ho smesso di pensarvi in termini di flusso continuo, avendolo inquadrato per lo più come un ordine di attenzione, e una legge è senz'altro un ordine di attenzione. Pertanto la mia visione del Tempo assomiglia molto ad un'opera teatrale in cui vi è un incipit dettato da un ordine di attenzione, una storia che fluisce all'interno dell'ordine imposto dall'incipit, e naturalmente una fine. A prescindere ora dalla legge intesa come norma giuridica vorrei dire che il fluire continuo del tempo venga determinato dalla sottomissione ad un ordine di attenzione. In parole povere un determinato ente, animato o inanimato che sia, verrebbe assoggettato ad un fluire del Tempo dall'ordine di attenzione che questi impone quando possa influire più o meno sull'eventuale ente che lo percepisce

Eutidemo

#3
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2022, 07:42:45 AMPersino il tempo cronologico convenzionale (il cronometro) "percepito" dall'universo non è costante ma varia secondo la velocità dell'oggetto e la forza di gravità cui è sottoposto.

"Tempi" grami per chi cerca un centro di gravità permanente.
Esattissimo! ;)
Ed infatti un orologio misura il tempo più lentamente al primo piano di un grattacielo, dove la gravità è maggiore, che non al trentesimo piano dello stesso grattacielo, dove la gravità è minore; in realtà la velocità delle lancette è identica, ma è il "tempo" che scorre più lentamente o più velocemente a seconda della  forza di gravità cui è sottoposto. ???
Lo stesso accade per un orologio posato su una scrivania, ed un altro, sincroinizzato, che fa il giro del mondo su un jet ipersonico ???
P.S.
Ovviamente lo scarto temporale è infinitesimale!

Eutidemo

Citazione di: daniele22 il 09 Dicembre 2022, 10:56:14 AM
All'idea di Dio associo spesso l'idea di Tempo. Eutidemo, mi intriga assai che un uomo che si intende di legge apra un argomento il cui protagonista sia il Tempo. Quando penso al Tempo devo dire che da molto tempo ho smesso di pensarvi in termini di flusso continuo, avendolo inquadrato per lo più come un ordine di attenzione, e una legge è senz'altro un ordine di attenzione. Pertanto la mia visione del Tempo assomiglia molto ad un'opera teatrale in cui vi è un incipit dettato da un ordine di attenzione, una storia che fluisce all'interno dell'ordine imposto dall'incipit, e naturalmente una fine. A prescindere ora dalla legge intesa come norma giuridica vorrei dire che il fluire continuo del tempo venga determinato dalla sottomissione ad un ordine di attenzione. In parole povere un determinato ente, animato o inanimato che sia, verrebbe assoggettato ad un fluire del Tempo dall'ordine di attenzione che questi impone quando possa influire più o meno sull'eventuale ente che lo percepisce
Trovo estremamente acuta ed arguta la tua idea di considerare il tempo come un "ordine di attenzione" dettato da un essere superiore; anche questo mi ricorda molto la concezione di Berkeley, secondo la quale,  nel suo "Trattato sui principi della conoscenza umana" del 1710, in sostanza, tutto ciò che esiste (in quanto percepito), non è altro che una sorta di "sogno di Dio"! 
Ed è singolare che un empirista inglese, abbia espresso un concetto, per molti versi, simile all'"Advaita Vedanta".

viator

Salve. IL TEMPO NON è ALTRO CHE :

  • Fuori di noi, il verificarsi degli eventi (il divenire), se essi eventi si verificano (cioè se l'ontologia, l'essere delle cose abbia una sua realtà assoluta e diveniente). La velocità del suo "scorrere" è la velocità delle trasformazioni (globalmente, l'andamento entropico). Nessun evento=nessun tempo.
       
Tempo assoluto quindi, se l'ambito in cui si svolgono gli eventi è quello universale, tempo relativo se l'ambito stesso risulta considerato relativo.

  • Dentro di noi il tempo invece è rappresentato dalla nostra percezione (anzitutto metabolica, poi sensoriale, poi psichica e quindi infine mentale) dello svolgersi degli effetti della materia che agisca su di noi. Nessuna sollecitazione percepita=tempo inesistente a livello soggettivo. Bastano comunque le sollecitazioni corporali metaboliche (es. battito cardiaco) a fornirci evidenza di un tempo individuale, soggettivo, il quale ci risulterà "lento" o "veloce" a seconda della quantità-intensità di sollecitazioni alle quali saremo soggetti.
La condizione di perdita di coscienza ovviamente comporta la perdita della nostra soggettiva percezione del tempo. [/list]
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 09 Dicembre 2022, 11:31:49 AM
Trovo estremamente acuta ed arguta la tua idea di considerare il tempo come un "ordine di attenzione" dettato da un essere superiore; anche questo mi ricorda molto la concezione di Berkeley, secondo la quale,  nel suo "Trattato sui principi della conoscenza umana" del 1710, in sostanza, tutto ciò che esiste (in quanto percepito), non è altro che una sorta di "sogno di Dio"! 
Ed è singolare che un empirista inglese, abbia espresso un concetto, per molti versi, simile all'"Advaita Vedanta".
Mi fa piacere Eutidemo. Preciso: considero il tempo come un ordine di attenzione dettato per certo anche da un essere superiore. Infatti non più di tre settimane fa ho percepito nettamente in pochi stanti un ordine di attenzione dettato da una scossa di terremoto, in questo caso l'essere superiore di turno. A volte però ci viene concesso di conferire una gerarchia tra i vari ordini che ci si propongono. A mezzogiorno di oggi potevo anche risponderti, ma ho percepito nettamente un ordine di attenzione segnalato dal mio stomaco, al quale mi sono adeguato nel frattempo. Quindi ho messo da parte momentaneamente l'ordine di attenzione percepito da me in merito al tuo intervento. Volgendomi ora verso altri ordini ci sarà in ogni caso qualcuno che si farà dettare l'ordine di attenzione imposto dall'uscita dell'ultima trovata tecnologica. Ci sono pure le ideologie. Insomma, a ciascuno i suoi ordini e i suoi tempi personali durante i quali balza tra l'uno e l'altro. Ordunque e sinteticamente prendo senz'altro per buona la concezione di Berkeley, ma il sogno non sarebbe quello di Dio, con tutto il rispetto per gli inglesi, bensì il sogno di Io, con tutte le conseguenze del caso

iano

#7
Ciao Eutidemo.


Forse il tempo davvero non esiste al di fuori della nostra percezione, senza perciò che la nostra percezione sia illusoria, perchè è comunque il risultato di una nostra interazione con la realtà.
Ciò che traiamo da questa interazione non è la realtà in sé, ma ciò che ci occorre per poter continuare a interagire con essa, e infatti non v'è dubbio che il tempo è qualcosa di vitale per noi.

Gli orologi non misurano propriamente il tempo inteso come il risultato della nostra percezione, ma qualcosa che deve essere reale trattandosi di misure fisiche.
In effetti misurano il movimento.
Ma come si fà a misurare il movimento?
Il movimento si misura con un movimento campione (orologio), come lo spazio si misura con uno spazio campione (metro).
Però correntemente diciamo che gli orologi misurano il tempo, e ciò è dunque impreciso se  il tempo esiste solo come nostra percezione, e in quanto percezione, quando proviamo a prendergli le misure, è naturale che ii conti non ternino ,  perchè non esiste una ''percezione unitaria campione'', ma tante.
Ecco perchè a volte il tempo sembra accelerare e rallentare.
Dipende da quale ''unità di misura percettiva'' stiamo usando, quando noi crediamo di stare usando sempre la stessa.

Se tutto andasse a velocità infinita, come in un filmato accelerato all'infinito, vedremmo ogni cosa ferma , perchè andando ogni cosa alla stessa velocità, essendo la velocità relativa, non vi sarebbe velocità alcuna.
Paradossalmente quindi tutti gli oggetti presenti nei tuoi filmati ipotetici, pur muovendosi a diverse velocità, apparirebbero tutti fermi.

 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

1/18 di secondo , la nostra percezione del tempo è compresa in una banda temporale che parte  da un minimo di 1/18 di secondo circa. Quale frazione sarà la percezione del tempo per quella libellula se l arco della sua intera vita di un ora e mezza corrisponde temporalmente a 90 anni della nostra? 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Eutidemo

Ciao Viator. :)
Il tuo ragionamento è complessivamente condivisibile, però necessita di alcune precisazioni.
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1) FUORI DI NOI (cioè della nostra mente)
Che si verifichino degli eventi fuori di noi, è senz'altro "possibile", ma è soltanto una "supposizione"; ed infatti noi non ne abbiamo una "esperienza diretta".
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2) DENTRO DI NOI (cioè nella nostra mente)
In realtà noi (o meglio, dovrei dire "io") abbiamo una "esperienza diretta" soltanto di ciò che avviene nella nostra mente (dovrei dire solo nella "mia"), non di quello che avviene "fuori" di essa.
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Il "battito cardiaco", se veramente esiste, è "fuori" di noi, cioè della nostra "mente"; e potrebbe esistere nella nostra mente a prescindere dalla sua esistenza "esterna" nel corpo e nel cervello (ed infatti, in alcuni stati alterati di coscienza, noi sentiamo un battito cardiaco che in realtà non è il nostro).
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***
Tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva,  provochi l'effetto mentale interno "fuoco", ma è solo una illazione.
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, amici, parenti, scienziati, medici e psicologi  compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si è manifestata solo al livello mentale!
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In effetti, a voler essere pignoli, il "nesso di causalità" noi lo riscontriamo solo tra "fenomeni" (cioè l'"immagine mentale" visiva del fuoco causa l'"immagine mentale" tattile del bruciore), ma non abbiamo modo di riscontrarlo tra il presunto inconoscibile "noumeno" e il constatato conoscibile "fenomeno" (cioè che esista fuori della mente un "fuoco in se stesso", che causa attraverso i presunti sensi l'"immagine mentale" visiva del fuoco, la quale, a sua volta, causa '"immagine mentale" tattile del bruciore).
Si tratta di due livelli diversi, uno "presunto" ed uno "esperito", tra i quali è quindi un po' azzardato dedurre un nesso di causalità; tutto quello che è stato scientificamente dimostrato al riguardo, infatti, potrebbe essere soltanto un sogno della mia mente.
***
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Il che sarebbe però paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio" (il mio "SE'"), di cui la "mia mente" (il mio "IO") è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico", a mio parere, non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da San Paolo a Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
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Un saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Daniele 22 :)
Ridurre tutto ad un sogno del nostro "IO" individuale, secondo me,  sarebbe paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio" (il mio "SE'"), di cui la "mia mente" (il mio "IO") è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico", a mio parere, non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
***
Un saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Iano. :)
Il fatto, come scrivi tu, che "la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà", è senz'altro possibile; però si tratta soltanto di una mera "congettura".
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Ed infatti tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva,  provochi l'effetto mentale interno "fuoco".
 Cioè, appunto, che la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà.
***
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, amici, parenti, scienziati, medici e psicologi  compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si è manifestata solo al livello mentale!
***
In effetti, a voler essere pignoli, il "nesso di causalità" noi lo riscontriamo solo tra "fenomeni" (cioè l'"immagine mentale" del fuoco causa l'"immagine mentale" del calore), ma non abbiamo modo di riscontrarlo tra il presunto inconoscibile "noumeno" e il constatato conoscibile "fenomeno" (cioè che esista fuori della mente un "fuoco in se stesso", che causa attraverso i presunti sensi l'"immagine mentale" del fuoco, la quale, a sua volta, causa '"immagine mentale" calore).
Si tratta di due livelli diversi, uno "presunto" ed uno "constatato", tra i quali è quindi un po' azzardato dedurre un nesso di causalità; tutto quello che è stato scientificamente dimostrato al riguardo, infatti, potrebbe essere soltanto un sogno della mia mente.
***
Il che sarebbe però paradossale, a meno che non si tratti di un "sogno della mente di Dio", di cui la "mia mente" è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare.
Il "solipsismo individualistico" non ha senso!
Ma qui il discorso comincerebbe a farsi troppo complesso ed O.T., perchè bisognerebbe "spaziare" da San Paolo a Meister Eckart ed all'Advaita Vedanta; quindi è meglio evitare di "allargarci" troppo!
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Un saluto! :)
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Eutidemo

Citazione di: Alberto Knox il 09 Dicembre 2022, 22:27:12 PM1/18 di secondo , la nostra percezione del tempo è compresa in una banda temporale che parte  da un minimo di 1/18 di secondo circa. Quale frazione sarà la percezione del tempo per quella libellula se l arco della sua intera vita di un ora e mezza corrisponde temporalmente a 90 anni della nostra?
La tua domanda è molto interessante; però, purtroppo non sono abbastanza bravo in matematica per effettuare io tale calcolo.
Mi piacerebbe che qualcuno in questo FORUM, più portato di me per la matematica, ce lo calcolasse. :)

Ipazia

Abbiamo un metodo induttivo-deduttivo per non soccombere allo scetticismo percettivo. Non è gran cosa, è facilmente adulterabile da una moltitudine di vili affaristi del corpo e dell'anima, ma alla lunga una bussola (e un orologio relativistico), frutto essa stessa dei suoi sforzi, ce la dà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#14
Diciamo che di un punto di partenza da accettare per fede non si può fare a meno, ma esso ha senso solo se condiviso e quando questa condivisione si potrae nel ''tempo'' diventa percezione comune. La percezione, e qualunque verità/evidenza a cui ci pare giungere, sono quindi figli di questa fede condivisa.
Ma non è importante ciò cui si crede e ciò che si percepisce, ma le loro conseguenze.
Di fatto grazie alla scienza, il cui intento è quello di cercare di dichiarare sempre le sue fedi, viviamo in più mondi contemporaneamente.
Possiamo vivere nel mondo in cui il tempo esiste e allo ''stesso tempo'' in quello in cui non esiste.
In questo caso pero ciò in cui crediamo, ciò che assumiamo come vero, non diventa mai più percezione, perchè non può esistere percezione basata su credi che siamo chiamati in continuazione a verificare,  confermare o confutare e che possono quindi non essere del tutto condivisi.

Succede inevitabilmente però che percezione e scienza interferiscano, come in uno scontro fra mondi e di solito è la percezione che per diritto di nascita va a interferire .
Questo crea confusione perchè si mettono insieme mondi parimenti legittimi, ma basati su credi diversi, e non sempre si ha la consapevolezza di ciò, e anche quando la consapevolezza la si ha non è facile districare i due mondi fra loro.
Così non volendo rinunciare al tempo della nostra percezione, dovremo stiracchiarlo, accelerarlo e rallentarlo, allungarlo e accorciarlo, per farcelo stare.

Ma in sostanza quello che volevo dire col mio post precedente era che se il tempo si misura col movimento ( orologio) allora il tempo è misurato movimento.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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