La realtà (ontologia ed epistemologia)

Aperto da Ipazia, 20 Maggio 2019, 12:14:14 PM

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sgiombo

Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2019, 17:38:50 PM
Citazione di: odradek il 27 Maggio 2019, 15:05:45 PM

Per quanto riguarda i "moduli cognitivi" per chi fosse interessato a loro, anche se abbiamo visto se ne possa scrivere senza sapere cosa siano, (inveterata abitudine) il link è

http://www.neuropsicologia.it/content/view/19/89/

Il link l'avevo già esplorato, dopo aver individuato in quella parolina magica il baricentro della tua pars costruens. Teoria interessante a dimostrazione che le cosiddette neuroscienze, nello specifico la neuropsicologia, non se ne stanno ad aspettare i filosofi per sondare e decifrare la questione mentale. I moduli cognitivi sarebbero delle sim specializzate che filtrano, automatizzano una parte e quindi velocizzano il processo elaborativo della cpu, che comunque resta nascosta. Per cui ai filosofi resta ancora un buon margine di territorio comportamentale da governare.


Ai filosofi (di fatto: non c' é bisogno della laurea o di un qualche "patentino") spetta il compito di risolvere il problema dei rapporti cervello - coscienza.

Che la teoria dei moduli cognitivi non risolve, limitandosi a stabilire correlazioni (tutte da definire e sicuramente non consistenti in una pretesa identità) fra moduli cognitivi ed esperienze fenomeniche coscienti.

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 18:20:38 PM


SGIOMBO
L' ateismo non é un dogma arbitrario (almeno non sempre necessariamente, e non nel mio personale caso.

CARLO

E su cosa si fonda? Come fai ad essere certo che l'esperienza di Dio è sempre e comunque una falsa esperienza?

Dio potrebbe essere:

o un' entità eterna e onnipotente che se ne frega altamente di noi uomini (il dio dei deisti), che potrebbe esistere da qualche parte come un' infinità di entità analogamente per noi del tutto irrilevanti (dagli ippogrifi a Biancaneve e sette nani a Superman da qualche parte dell' universo, alla teiera interplanetaria di Russell nel sistema solare, a chi più ne ha più ne metta.

Oppure quell' assurdo, insensato (e men che meno esistente) Dio dei teisti (per lo meno quelli aderenti alle tre principali religioni monoteistiche) che si pretenderebbe immensamente buono e onnipotente in presenza del male.

sgiombo

Citazione di: 0xdeadbeef il 27 Maggio 2019, 19:25:30 PM
Citazione di: sgiombo il 26 Maggio 2019, 20:59:01 PM


Ma mi sembra che tu (Oxdeadbeef) qui confondi realtà e immaginazione (magari reale, ma di cose non reali).

La idea di Dio per il fatto che causa effetti reali é ben reale; ma il "contenuto -l' intensione o connotazione immaginaria- della reale idea di Dio"), ovvero Dio, non é reale, almeno se é nel vero chi come me non ci crede: l' idea reale ha un' intensione o connotazione reale (mentale) ma non una estensione o denotazione reale.


Ciao Sgiombo
Hai ragione, ma il mio intento era di arrivare a capire se le idee immaginifiche, di fantasia
insomma, erano, per l'amico Viator, da considerare reali o meno...
Per far questo avevo usato non "una" idea, ma L'Idea per eccellenza (e vorrei a tal proposito
aggiungere che mi costa assai definirla "fantasia", visto che non saprei in cos'altro sperare).
Ad ogni modo, quindi presumo che per te "reali" sono anche le idee immaginifiche? E dov'è
allora il discrimine fra il reale e l'irreale?
saluti

Nell' esistenza (reale) dell' estensione o denotazione delle idee veritiere (o meglio: dei concetti predicati veracemente in positivo, come "realistici"; i concetti stessi, reali le loro denotazioni o estensioni) e nella non esistenza (reale) dell' estensione o denotazione delle idee immaginarie, che invece sono (realmente) "dotate" unicamente di intensione o connotazione ("cogitativa").

Ipazia

Sulla natura ontologica di Dio mi pare che tutta la storia del sapere scientifico e filosofico si sia progressivamente dissociata. E non l'ha fatto per un complotto dei savi di Sion ma per una coerente evoluzione della propria mission asseverativa. La dissociazione è iniziata fin dalle critiche dell'antropomorfismo religioso di Senofane , proseguita con l'umanesimo rinascimentale (i pirroniani) approdata alla meta con Feuerbach e decretata la scissione con Nietzsche che ha percorso in lungo e in largo tutta la fenomenologia religiosa. Oggi chi parla di Dio non fa filosofia ma teologia, e se vuole fare filosofia deve sospendere il giudizio sull'aldilà e inoltrarsi nel dibattito attuale che ha espunto i numi dai suoi ragionamenti. Cosa che i teisti intelligenti sanno fare con bravura visto che l'immanenza offre materiale di critica e teoresi a volontà. Ma la loro fede la praticano altrove.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

Citazione di: sgiombo il 27 Maggio 2019, 19:33:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 18:20:38 PM


SGIOMBO
L' ateismo non é un dogma arbitrario (almeno non sempre necessariamente, e non nel mio personale caso.

CARLO

E su cosa si fonda? Come fai ad essere certo che l'esperienza di Dio è sempre e comunque una falsa esperienza?

Dio potrebbe essere:

o un' entità eterna e onnipotente che se ne frega altamente di noi uomini (il dio dei deisti), che potrebbe esistere da qualche parte come un' infinità di entità analogamente per noi del tutto irrilevanti (dagli ippogrifi a Biancaneve e sette nani a Superman da qualche parte dell' universo, alla teiera interplanetaria di Russell nel sistema solare, a chi più ne ha più ne metta.

Oppure quell' assurdo, insensato (e men che meno esistente) Dio dei teisti (per lo meno quelli aderenti alle tre principali religioni monoteistiche) che si pretenderebbe immensamente buono e onnipotente in presenza del male.
CARLO
Non hai risposto alla domanda.

sgiombo

Citazione di: 0xdeadbeef il 27 Maggio 2019, 19:13:08 PM
Citazione di: sgiombo il 26 Maggio 2019, 19:36:16 PM
Hume considera mere sensazioni (in termini kantiani "fenomeni") sia la materia (res extensa) sia il pensiero (res cogitans); non parla di cose in sé.

Ma per quel che mi risulta (ripeto che l' ho studiato, sia pure con molta attenzione, parecchio tempo fa) per Kant il noumeno o cosa in sé non si identifica affatto (contraddittoriamente) con la materia, ovvero con i fenomeni materiali (la res extensa; la quale non é l' unica costituente la realtà  ma invece é altrettanto reale -né più né meno- dei fenomeni mentali, della res cogitans); ma é invece oltre la res extensa (letteralmente é "metafisica"; e da humeiano aggiungerei: esattamente come é oltre la res cogitans: letteralmente é anche "metapsichica").


Ciao Sgiombo
A me sembra che, in un certo qual modo, Hume anticipi Kant nella considerazione della conoscenza
come di un qualcosa che deve, diciamo, "passare" necessariamente dal soggetto.
Come certo saprai, Hume distingue fra "impressioni" (la conoscenza immediata dell'oggetto) ed
"idee" (definiamole come "elaborazioni" delle impressioni). Certo non parla di "cose in sé", ma
mi sembra piuttosto evidente che stia abbozzando la tesi che poi, con Kant, troverà una più
rigorosa e sistematica esplicazione.
Citazione
Dissento sulla più rigorosa e sistematica esplicazione.

Credo che Kant aggiunga alla consapevolezza del carattere fenomenico (costituito da mere sensazioni, al di là del termine impiegato), alla quale sostanzialmente Hume si ferma non volendo azzardare affermazioni non rigorosamente certe, la tesi della cosa in sé o noumeno.
Sulla quale (per quel poco e incerto che ne so) rimane ambiguo (nella C. d. R. Pura): 

Intende "qualsiasi cosa (reale oltre i fenomeni), fosse pure il nulla"?

Oppure "qualcosa di positivamente reale", di diverso da nulla?

Nel primo caso secondo me sarebbe nel giusto (vero) ammettendo ("humianamente") l' incertezza, la dubitabiliità insuperabile in proposito.
Nel secondo sarebbe in errore (se lo affermasse nella C. d. R. Pura, così pretendendo che la sua esistenza reale sia più che un' ipotesi credibile arbitrariamente "per fede", che sia razionalmente provabile).





Sulla "cosa in sé" vado da tempo ripetendo che, secondo la mia opinione, in essa non vi è nulla
di metafisico (come nulla vi è di metafisico nell'intera filosofia di Kant). Essa è l'"oggetto"
scevro da ogni interpretazione, quindi da ogni impressione o idea.
Citazione
Qui dissento completamente.

Per me la cosa in sé di Kant (fra l' altro a mio parere compatibilmente con Hume) non é l' "oggetto" fenomenico (fisico o psichico) scevro da ogni interpretazione, quindi da ogni impressione o idea, bensì l' (eventuale) oggetto noumenico (anche etimologicamente) pensabile ma non apparente alla coscienza e dunque "al di là" dei fenomeni materiali o fisici (letteralmente metafisico) oltre che dei fenomeni mentali (letteralmente metapsichico).






E come in Hume, anche in Kant questo non sfocia certo in un radicale scetticismo (come,
per certi versi, ritengo invece sia in Berkeley). Perchè "conoscere solo passando dal soggetto"
non significa che si sta negando la realtà delle cose (ma solo che questa non è conoscibile
se non, appunto, "passando necessariamente dal soggetto").
Saluti
Citazione
Concordo che sia Hume che Kant si possano considerare "scettici moderati" (non "fondamentalisti dello scetticismo").

Ma Berkeley, col suo teismo metafisico, può essere considerato ancora (e di gran lunga!) meno scettico di loro.


Berkeley 

sgiombo

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 19:57:52 PM
Citazione di: sgiombo il 27 Maggio 2019, 19:33:48 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 18:20:38 PM


SGIOMBO
L' ateismo non é un dogma arbitrario (almeno non sempre necessariamente, e non nel mio personale caso.

CARLO

E su cosa si fonda? Come fai ad essere certo che l'esperienza di Dio è sempre e comunque una falsa esperienza?

Dio potrebbe essere:

o un' entità eterna e onnipotente che se ne frega altamente di noi uomini (il dio dei deisti), che potrebbe esistere da qualche parte come un' infinità di entità analogamente per noi del tutto irrilevanti (dagli ippogrifi a Biancaneve e sette nani a Superman da qualche parte dell' universo, alla teiera interplanetaria di Russell nel sistema solare, a chi più ne ha più ne metta.

Oppure quell' assurdo, insensato (e men che meno esistente) Dio dei teisti (per lo meno quelli aderenti alle tre principali religioni monoteistiche) che si pretenderebbe immensamente buono e onnipotente in presenza del male.
CARLO
Non hai risposto alla domanda.
Citazione
Ti ho risposto su cosa si fonda il mio fregarmene dell' assolutamente irrilevante (una mera gratuita "curiosità") ipotesi sensata del Dio dei deisti e sulla totale assurdità di quello dei teisti (almeno ebrei, cristiani e musulmani).

Carlo Pierini

#157
Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2019, 19:53:20 PM
Sulla natura ontologica di Dio mi pare che tutta la storia del sapere scientifico e filosofico si sia progressivamente dissociata. E non l'ha fatto per un complotto dei savi di Sion ma per una coerente evoluzione della propria mission asseverativa.
CARLO
Diciamo, piuttosto, che la scienza e la filosofia non si sono mai dissociate, poiché né l'una né l'altra possono escludere a priori la Sua esistenza. Invece è vero che si sono dissociati gli scienziati di fede materialista e i filosofi ad essi servilmente accodati. Ma per dogma, non per motivi epistemico-filosofici.

IPAZIA
Oggi chi parla di Dio non fa filosofia ma teologia, e se vuole fare filosofia deve sospendere il giudizio sull'aldilà e inoltrarsi nel dibattito attuale che ha espunto i numi dai suoi ragionamenti. Cosa che i teisti intelligenti sanno fare con bravura visto che l'immanenza offre materiale di critica e teoresi a volontà. Ma la loro fede la praticano altrove.

CARLO
E' lo spirito del tempo - che in piccolo si chiama anche "moda" -. Ma le mode vanno e vengono. Come dice il compagno Guccini: <<...Se Dio muore è per tre giorni, poi risorge!>>. E risorgerà trasfigurato: da vecchio con la barba a Principio universale onnicomprensivo. Da Padre lontano e invisibile, a Figlio incarnato (il Cristo-Logos) nella Conoscenza umana.

<<Poiché da me uscirà la Legge stessa, e farò sì che il mio giudizio riposi anche come una luce per i popoli>>.  (Isaia, 51: 4)

<<...E vidi un nuovo cielo e una nuova terra. ...E vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo vestita come una sposa ornata per il suo amato. "Ecco, la tenda del Padre è col genere umano ed Egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro ed asciugherà ogni lacrima dai loro occhi>>. (Apocalisse, 21:1- 6)

odradek

#158
Posta così la questione è accettabile.

Jung si è capito fornire  psicologismi buoni per la storia dell'arte, argomentazioni personali manco a parlarne quindi l'unica cosa che si può fare è buttarsi sull AT. Inteso come Antico Testamento e non come Autoinducted Trance.

"Criticare" l'AT è da folli in quanto trattasi di patrimonio storico dell'antichità*, criticare te si passa sul piano personale, quindi che dire, hai perfettamente ragione.
Che, clinicamente, è la conlusione che si concorda di solito con le persone.

P.s.:
* antichità al posto di umanità.
Trattasi di monumentale ed elefantiaco lapsus|calami|keybord freudiano.

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:18:18 PM
Diciamo, piuttosto, che la scienza e la filosofia non si sono mai dissociate, poiché né l'una né l'altra possono escludere a priori la Sua esistenza. Invece è vero che si sono dissociati gli scienziati di fede materialista e i filosofi ad essi servilmente accodati. Ma per dogma, non per motivi epistemico-filosofici.

Invece l'hanno fatto proprio per motivi sapienziali perchè scopo del sapere è conoscere la verità reale non quella ipotetica. A quella ci pensa l'arte, la letteratura, la fiction.

E' l'accumularsi stesso del sapere coi suoi riscontri obiettivi ad aver seppellito Dio, non il complotto dei sapienti genuflessi. Lucy ha seppellito Eva. Il Bigbang (o quantomeno l'età dell'universo) la Genesi, Galileo ha falsificato Giosuè. E così via. Esempi a bizzeffe. Pure in campo filosofico. "Se Auschwitz esiste non esiste Dio" disse uno scampato alla shoa. Un Dio "buono e misericordioso" non riesce a fermare una banda di assassini che opera in suo nome contro vittime indifese a livello planetario: ma che Dio è ?! Dov'è la sua Onnipotenza ? La sua Bontà ? La sua Sapienza ?

Espungere Dio dal sapere è stata una necessità scientifica e filosofica. Resta solo la fede e la fiction.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Per Oxdeadbeef. A proposito di "Ad ogni modo, quindi presumo che per te "reali" sono anche le idee immaginifiche? E dov'è
allora il discrimine fra il reale e l'irreale?"
, è possibilissimo che non esista alcun discrimine. E se una delle due categorie non esistesse, consistendo solo nel concetto della assenza, mancanza, negazione dell'altra ?.
Come il chiedersi quale sia il discrimine tra il qualcosa ed il nulla, no ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2019, 13:06:07 PM
Tutto giusto, ma attenzione a tenere in ordine barattoli, etichette e scaffali. A non confondere il detersivo con l'incenso.
...Ma soprattutto con la birra!

Carlo Pierini

#162
Citazione di: Ipazia il 27 Maggio 2019, 20:44:22 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 20:18:18 PM
Diciamo, piuttosto, che la scienza e la filosofia non si sono mai dissociate, poiché né l'una né l'altra possono escludere a priori la Sua esistenza. Invece è vero che si sono dissociati gli scienziati di fede materialista e i filosofi ad essi servilmente accodati. Ma per dogma, non per motivi epistemico-filosofici.
IPAZIA
Invece l'hanno fatto proprio per motivi sapienziali perchè scopo del sapere è conoscere la verità reale non quella ipotetica. A quella ci pensa l'arte, la letteratura, la fiction.
CARLO
Tutte le teorie sono ipotetiche, finché non se ne dimostra la validità; anche quelle scientifiche. E su molte di loro, spesso resta un discreto residuo di ipoteticità anche se verificate sperimentalmente. E allora cosa vogliamo fare? Dissociarci dalla Scienza? Dove sta scritto che l'ipotesi di un dio-Principio universale non sia valida? Cosa ti dà questa certezza, se non un dogma di fede?

IPAZIA
E' l'accumularsi stesso del sapere coi suoi riscontri obiettivi ad aver seppellito Dio, non il complotto dei sapienti genuflessi. Lucy ha seppellito Eva. Il Bigbang (o quantomeno l'età dell'universo) la Genesi, Galileo ha falsificato Giosuè. E così via.

CARLO
Le grandi scoperte hanno seppellito la credenza ingenua nei miti sacri intesi come eventi storici, ma non hanno cancellato la grande sapienza che è contenuta nei miti stessi. Quindi l'evoluzione della conoscenza è stata anche un'evoluzione della visione religiosa del mondo, o quantomeno ne ha creato le premesse. E non è casuale che gli archetipi siano stati scoperti da chi vedeva nei racconti sacri dei miti, non dei fatti storici.

IPAZIA
"Se Auschwitz esiste non esiste Dio" disse uno scampato alla shoa. Un Dio "buono e misericordioso" non riesce a fermare una banda di assassini che opera in suo nome contro vittime indifese a livello planetario: ma che Dio è ?! Dov'è la sua Onnipotenza ? La sua Bontà ? La sua Sapienza?

CARLO
Nelle mie visioni Dio non me le ha date le risposte a queste domande!   :)
Ma se questo "Mysterium tremendum et fascinans" fosse buono e giusto come immaginiamo possa esserlo un grande uomo di potere buono, giusto e sapiente, non verremmo al mondo - innocenti o colpevoli che siamo - con una condanna a morte pendente su di noi fin dal giorno della nostra nascita. Dio sarebbe l'assassino più spietato che si possa concepire: l'Assassino Assoluto!
...A meno che... i miti non abbiano ragione quando alludono insistentemente al nostro destino escatologico come ad una liberazione ultima dal dolore e dalla sofferenza..! In tal caso la prospettiva cambierebbe radicalmente.
Laddove la ragione non trova risposte, il mito le insinua, le lascia intravvedere!

«Quel lume celeste che splende al di sopra di noi, che brilla di là di tutte le cose, di là dall'universo, nei mondi superiori oltre ai quali non v'è più nulla, questa luce è senza dubbio quella stessa luce che irraggia dentro l'uomo.
Come un granello di riso o d'orzo o di miglio; così questo spirito è Sé nell'intimo, d'oro come una fiamma senza fumo; ed esso è più grande del cielo, più grande dello spazio, più grande di questa terra, più grande di tutti gli esseri. Esso è la mia anima; in esso, in quest'anima io penetrerò al momento del trapasso». (Satapatha-Brahmanam, 10,6,3)".  

"Il fatto che le nostre capacità di rappresentazione non siano assolutamente in grado di immaginare una forma di realtà extra spazio-temporale, non prova che una tale realtà non sia possibile. (...)
Le idee e i dubbi della fisica teorica contemporanea dovrebbero rendere guardingo anche lo psicologo: giacché cosa significa in fin dei conti la «limitatezza dello spazio» considerata filosoficamente, se non una relativizzazione della categoria spaziale? E anche alla categoria temporale (come alla causalità) potrebbe accadere qualcosa di simile.(...)
Data questa estrema incertezza delle concezioni umane, la presuntuosa faciloneria illuministica, non è soltanto ridicola, ma desolatamente priva di spirito.Se dunque qualcuno dovesse trarre dall'esigenza di un suo intimo sentimento e/o in concordanza con alcune antichissime dottrine, la conclusione che la psiche partecipi attivamente a una forma di realtà extra spazio-temporale e appartenga quindi a ciò che in modo inadeguato e simbolico viene detto "eternità", l'intelletto critico non potrebbe contrapporgli altro argomento che uno scientifico "non liquet" [non è chiaro]. Questo qualcuno godrebbe inoltre del vantaggio di trovarsi in armonia con una "inclinazione" dell'anima umana, esistente da tempo immemorabile e universalmente diffusa. Chi invece, per scetticismo o per ribellione alla tradizione o per mancanza di coraggio o per superficialità di esperienza psicologica o per spensierata ignoranza, non traesse questa conclusione, avrebbe per sé non solo una piccolissima probabilità statistica di diventare un pioniere dello spirito, ma anche la certezza di mettersi in contraddizione con le verità del suo "sangue". Che queste siano verità assolute oppure no, non lo potremo forse mai provare, ma basta che esse siano presenti come "inclinazioni", e sappiamo a sufficienza che cosa significhi mettersi sconsideratamente in conflitto con tali "verità": è come un non voler tener conto degli istinti: sradicamento, disorientamento e tutti gli altri sintomi di minorazione. (...) Uscire dalle verità del proprio sangue provoca una irrequietezza nevrotica di cui dovremmo già essere sazi. L'irrequietezza crea il senso di assurdità della vita; e il senso dell'assurdità della vita è una malattia dell'anima che il nostro tempo non ha ancora compreso in tutta la sua estensione e in tutta la sua portata". [JUNG: Realtà dell'anima - pg.163]

Ipazia

Citazione di: Carlo Pierini il 27 Maggio 2019, 22:24:02 PM
Tutte le teorie sono ipotetiche, finché non se ne dimostra la validità; anche quelle scientifiche.

Appunto. Ma quelle scientifiche dimostrano la loro validità e se non lo fanno non sono più scientifiche.

CitazioneE su molte di loro, spesso resta un discreto residuo di ipoteticità anche se verificate sperimentalmente.

Perchè non sono dogmi, ma ci danno in ogni momento della loro storia la migliore ipotesi possibile. Che mooolto tempo fa poteva anche essere un nume sovrannaturale, un disegno divino.

CitazioneE allora cosa vogliamo fare? Dissociarci dalla Scienza?

No, continuare con la ricerca. Scientifica.

CitazioneDove sta scritto che l'ipotesi di un dio-Principio universale non sia valida?

Nello stesso posto dove questa ipotesi non è riuscita ad autoasseverarsi. Quando lo farà diventerà scienza, sapere.

Citazione
Cosa ti dà questa certezza, se non un dogma di fede?

Un metodo razionale d'indagine della realtà fecondo in tutti i campi del sapere.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Carlo Pierini

#164
Cit. CARLO
Diciamo, piuttosto, che la scienza e la filosofia non si sono mai dissociate, poiché né l'una né l'altra possono escludere a priori la Sua esistenza. Invece è vero che si sono dissociati gli scienziati di fede materialista e i filosofi ad essi servilmente accodati. Ma per dogma, non per motivi epistemico-filosofici.

IPAZIA
Invece l'hanno fatto proprio per motivi sapienziali perchè scopo del sapere è conoscere la verità reale non quella ipotetica. A quella ci pensa l'arte, la letteratura, la fiction.

Cit. CARLO
Tutte le teorie sono ipotetiche, finché non se ne dimostra la validità; anche quelle scientifiche.

IPAZIA
Appunto. Ma quelle scientifiche dimostrano la loro validità e se non lo fanno non sono più scientifiche.

CARLO
Beh, se così fosse, il casualismo darwiniano, le teorie moniste della neurobiologia e la psichiatria cosiddetta "scientifica" dovrebbero essere espulse dalla scienza in quanto mai verificate sperimentalmente. E, di fatto, è vero che le suddette teorie non sono scientifiche, ma non in quanto inverificate sperimentalmente (la Relatività era scientifica anche prima di essere verificata), ma in quanto fondate su un dogma che non ha niente a che vedere con la scienza: il dogma materialista  (<<ogni evento possibile è riconducibile a cause materiali>>).
Pertanto ribadisco: la dissociazione dei filosofi e degli scienziati è una questione di dogma, non di conoscenza (vedi anche il mio thread: "La scienza è materialista?").

Cit. CARLO
E su molte di loro, spesso resta un discreto residuo di ipoteticità anche se verificate sperimentalmente.

IPAZIA
Perchè non sono dogmi, ma ci danno in ogni momento della loro storia la migliore ipotesi possibile. Che mooolto tempo fa poteva anche essere un nume sovrannaturale, un disegno divino.

CARLO
Certo, è così per tutte le teorie riguardanti la materia inerte. Ma quando si ha a che fare con teorie riguardanti la materia vivente (biologia evolutiva, neurobiologia, psichiatria, psicologia, sociologia, antropologia, ecc.), le ipotesi materialiste e il metodo scientifico (matematico-sperimentale) mostrano la loro assoluta inadeguatezza e sorge la necessità di approcci non-scientifici e non-materialisti i quali, se fondati non su premesse dogmatiche, ma sull'osservazione metodica dei fatti, possono considerarsi scienze nell'accezione generale di <<discipline che forniscono sufficienti garanzie della propria validità>>. Ovviamente, le garanzie di validità offerte dal metodo scientifico - nel dominio che gli compete - sono le più sicure; ma se esistono domini di ricerca nei quali il metodo scientifico non serve a una minchia, è quantomeno ridicolo appellarsi al motto di clericale memoria: <<Extra scientiam nulla salus>>. In questi campi di ricerca, cioè, non ha più senso negare la validità di una teoria secondo il solito comodo criterio a-priori di scientificità/non-scientificità, ma si può farlo solo a-posteriori: ci si deve sporcare le manine, scendere nel merito specifico di quella teoria e mostrare nel dettaglio quali siano le sue incongruenze rispetto ai fatti osservati. Non esistono altri criteri di giudizio, almeno fino a quando non scopriremo l'esistenza - anche in questi domini di conoscenza - di leggi e principi generali, in analogia alle leggi e ai principi della fisica, che costituiscono l'ossatura delle scienze esatte. Solo allora potremo giudicare a-priori la bontà di una teoria sulla sola base della sua conformità - o meno - con quelle leggi e principi generali.

Cit. CARLO
Dove sta scritto che l'ipotesi di un dio-Principio universale non sia valida?

IPAZIA
Nello stesso posto dove questa ipotesi non è riuscita ad autoasseverarsi. Quando lo farà diventerà scienza, sapere.

CARLO
Brava. Ma nel frattempo puoi permetterti di essere ragionevolmente a-gnostica, non dogmaticamente atea, proprio perché non puoi escludere a-priori che un giorno anche l'esistenza di Dio sarà dimostrata

Cit. CARLO
Cosa ti dà questa certezza, se non un dogma di fede?

IPAZIA
Un metodo razionale d'indagine della realtà fecondo in tutti i campi del sapere.

CARLO
Esatto. Ma questo metodo <<fecondo in tutti i campi del sapere>> non esiste; almeno fino a quando qualcuno non avrà dimostrato la validità di un Principio universale che sia, insieme, principio fisico e principio spirituale, e che renda quindi complementari questi due emisferi del Sapere.

https://www.geometriasacra.com/img/simboli/yin-yang.jpg

Io, per il momento, ho raccolto sufficienti prove che mostrano la validità del Principio di complementarità nell'intero ambito dell'emisfero "spirituale", ma non sono ancora riuscito a realizzare il sogno che era anche il sogno di Nils Bohr: la sua estensione di validità anche nell'ambito dell'emisfero fisico:

"Il principio di complementarietà di Nils Bohr era nientemeno che un tentativo per costruire la pietra angolare di una nuova epistemologia. Quando «...nella prospettiva filosofica generale... ci si presentano situazioni che richiamano quella della fisica quantistica», non significa che queste situazioni siano in qualche modo un pallido riflesso, o «vaghe analogie», di un principio che risulta fondamentale soltanto nella fisica quantistica; piuttosto è la situazione della fisica quantistica che rappresenta soltanto un riflesso di un principio onnipervadente. (...)                  
Qualunque fossero i fattori più importanti che contribuirono alla formulazione del principio di complementarietà da parte di Bohr in fisica, (...) fu il significato universale del ruolo della complementarietà che Bohr intendeva sottolineare. (...) Infatti, come Rosenfeld fa puntualmente notare, «Mentre la sua intuizione sul ruolo della complementarietà in fisica si approfondiva nel corso di questi anni creativi, egli riuscì a indicare situazioni in campo psicologico e biologico che presentano anch'esse aspetti complementari; e la considerazione di tali analogie da un punto di vista epistemologico gettava luce, a sua volta su problemi fisici non familiari.
Bohr dedicò una notevole quantità di duro lavoro ad esplorare le possibilità di applicazione della complementarietà ad altri campi del sapere; egli attribuiva a questo compito un'importanza non minore delle sue ricerche puramente fisiche".
 (G. HOLTON: L'immaginazione scientifica - pg.132)

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