La "probabile improbabilità"

Aperto da Eutidemo, 23 Settembre 2024, 17:40:28 PM

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iano

#30
Citazione di: Eutidemo il 25 Settembre 2024, 17:16:42 PMIo ti ho invece sfidato a a lanciare consecutivamente per 100 volte consecutive una moneta (non truccata), ed a scommettere con me 100 euro che uscirà per 100 volte di seguito testa; ed infatti, se tu ritieni che tale "sequenza" abbia le stesse probabilità di uscita del lancio, una volta sola, di una singola moneta (come hai scritto), non dovresti avere difficoltà ad accettare la mia sfida.
Ma dove l'avrei scritto, Eutidemo?
La tua proposta di scommessa è chiara, ma nasce da un equivoco, che spero di aver chiarito.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
A parte il fatto che non hai ancora risposto alla mia domanda, è evidente che non ci capiamo a vicenda.
Ed infatti:
1)
Io non ho mai detto che dopo essere uscito  N,N,N,N, é più probabile che esca R invece di N, anzi, avevo chiaramente scritto, più volte: "Non c'è alcun dubbio, almeno secondo me, che la "roulette non ha memoria", e che, quindi, ogni singola giocata è indipendente dalle altre singole giocate."
2)
Avevo detto, invece, che, "la probabilità di poter azzeccare la serie giusta, dipende indubbiamente dalla "frequenza statistica" con cui si presentano determinate "sequenze combinate" di uscite all'interno di un determinato adeguato campione di uscite; ed infatti, se io mi intestardisco a voler vincere con una serie di 100 "rouge" consecutivi, è molto poco probabile che io possa vincere."
***
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eutidemo

Citazione di: iano il 25 Settembre 2024, 21:13:54 PMMa dove l'avrei scritto, Eutidemo?
La tua proposta di scommessa è chiara, ma nasce da un equivoco, che spero di aver chiarito.
Evidentemente, come ho detto sopra ci stiamo equivocando a vicenda! 
Un cordiale saluto! :)

iano

#33
Citazione di: Eutidemo il 26 Settembre 2024, 06:38:45 AMAvevo detto, invece, che, "la probabilità di poter azzeccare la serie giusta, dipende indubbiamente dalla "frequenza statistica" con cui si presentano determinate "sequenze combinate" di uscite all'interno di un determinato adeguato campione di uscite; ed infatti, se io mi intestardisco a voler vincere con una serie di 100 "rouge" consecutivi, è molto poco probabile che io possa vincere."
Vediamo allora se riusciamo, non dico ad accordarci, ma almeno a capirci.
La probabilità che qualcosa accada è una previsione teorica  sulla frequenza statistica con cui si presenterà, e questa previsione quindi non può dipende dalla frequenza statistica  con cui  si presenta.

Una volta che gli uomini hanno tratto dalla loro esperienza su questa terra la teoria delle probabilità,  avendone verificata la efficacia, hanno iniziato ad applicarla alla realtà su larga scala.
In base a questa teoria tratta dai fatti non facciamo dunque previsioni, non più in base al verificarsi di fatti, ma applicando una teoria che dai fatti è stata tratta una volta per tutte.

Dai fatti che accadono noi abbiamo smesso di trarre auspici, e oggi ne traiamo solo teorie dalle quali traiamo previsioni sui  fatti.





Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Errata corrige:
In base a questa teoria tratta dai fatti NOI facciamo dunque previsioni...omissis
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#35
La teoria delle probabilità non è una teoria fisica, ma una teoria matematica.
Le teorie matematiche non dicono, a differenza di quelle fisiche,  ''se accade la tal cosa allora in conseguenza accadrà la tal'altra'', per cui la teoria delle probabilità non ci dice cosa prevedibilmente accadrà in base a ciò che è già accaduto.
Monitorare quindi le uscite al casino, cioè verificare ciò che accade, non ci aiuta a prevedere cosa accadrà, e cioè le prossime uscite.

Le uscite al casinò sono eventi casuali, che non sono cioè determinati  dall'accadere di altri eventi, e in particolare non dipendono dall'accadimento delle precedenti uscite.
Se vi dipendessero non sarebbero casuali.

 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Messa la questione in questi termini, non solo ci capiamo, ma siamo anche perfettamente d'accordo. ;)
***
Ed infatti, è stato indiscutibilmente constato, una infinità di volte, che più una sequenza di "eventi casuali" consecutivi è "lunga" in rapporto all'"ampiezza del campione", allora diviene meno "probabile" che essa si possa verificare all'interno di quel "campione" (e viceversa); ad esempio, la previsione che possa uscire 20 volte di fila il rosso su un campione complessivo di sole 20 giocate, è molto più "improbabile" della previsione che possa uscire 20 volte di fila il rosso (anche più volte) su un campione complessivo di 100.000.000 di giocate.
***
Tuttavia, poichè ogni volta che gira la "roulette", la pallina può "fisicamente" e "logicamente" fermarsi sia sul rosso sia sul nero, la "teoria delle probabilità" sopra da me (molto grossolanamente) enunciata, in effetti, si basa su un sorta di "giudizio sintetico a posteriori", e, cioè, basato sull'esperienza passata, per quanto ampia e consolidata essa possa risultare.
***
Per cui, come molto perspicuamente scrivi tu: "Una volta che gli uomini hanno tratto dalla loro esperienza su questa terra la teoria delle probabilità,  avendone verificata la efficacia, hanno iniziato ad applicarla alla realtà su larga scala; in base a questa teoria tratta dai fatti noi facciamo dunque delle previsioni, non più in base al verificarsi di fatti, ma applicando una teoria che dai fatti è stata tratta una volta per tutte. "
***
Ed io sono d'accordo con te, in quanto, almeno a mio profano parere, la "teoria delle probabilità", sopra da me (molto grossolanamente) enunciata, non presenta il carattere della "necessità" caratteristico di un  "giudizio analitico" o di  "giudizio sintetico a priori".
***
In realtà, a suo tempo, avevo anche tentato di individuare una aprioristica "necessità", sia "logica" che "matematica", nella "teoria delle probabilità", ed anche nella cosiddetta "legge dei grandi numeri" (detta anche teorema di Bernoulli); però, anche per la mia incompetenza "statistica" e "matematica", non ci sono mai riuscito!
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

#37
Citazione di: Eutidemo il 26 Settembre 2024, 11:52:30 AMEd infatti, è stato indiscutibilmente constato, una infinità di volte, che più una sequenza di "eventi casuali" consecutivi è "lunga" in rapporto all'"ampiezza del campione", allora diviene meno "probabile" che essa si possa verificare all'interno di quel "campione" (e viceversa); ad esempio, la previsione che possa uscire 20 volte di fila il rosso su un campione complessivo di sole 20 giocate, è molto più "improbabile" della previsione che possa uscire 20 volte di fila il rosso (anche più volte) su un campione complessivo di 100.000.000 di giocate.
Non ho neanche bisogno di verificarlo personalmente per credere che ciò sia vero.
Ma da ciò non traggo auspici di vittoria, perchè l'analisi di cò che è accaduto non determina ciò che accadrà se casuali sono  questi accadimenti.
Se tu credi di poter prevedere ciò che uscirà in base a ciò che è uscito, non puoi allo stesso tempo continuare ad affermare che si tratti di eventi casuali.
L'analisi di ciò che è accaduto può solo confermare la bontà o meno della teoria delle probabilità, e ciò che tu hai sopra esposto è un esempio di questo tipo di analisi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Premesso che, come ho scritto nel mio precedente intervento, in realtà, a livello "filosofico" siamo perfettamente d'accordo, forse non lo siamo del tutto a livello "operativo".
***
Ed infatti, a livello ""operativo", premesso che, almeno secondo me, il sistema migliore di vincere alla "roulette" è quello di non giocarci mai:
a)
Sono perfettamente d'accordo con te che "monitorare le uscite al casino, cioè verificare ciò che accade, non ci aiuta a prevedere cosa accadrà, e cioè le prossime uscite"; ed infatti, come ho scritto più volte, ogni singola uscita è indipendente dalle singole uscite precedenti, poichè, ogni volta, la pallina si ferma, a caso, lì dove le capita.
b)
Però, secondo me (o meglio, secondo la mia esperienza personale), monitorare la "frequenza" delle passate  " sequenze di uscite lunghe" ci aiuta a prevedere, sia pure con "molta approssimazione" la "probabilità" o meno delle prossime " sequenze di uscite lunghe"; ed infatti, poichè, ad esempio, le "sequenze di 10 colori uguali di fila", in una serata, sono statisticamente abbastanza "rari", qualora si siano già verificati con una  notevole frequenza, se tu, dopo l'uscita di 6 colori uguali cominci a giocare al raddoppio sul colore opposto, e, cioè, contro l'eventualità di una ulteriore sequenza di 10 colori uguali consecutivi, "in genere", è abbastanza probabile che tu possa vincere la posta marginale.
Tuttavia:
- potresti perdere anche la prima volta che ci provi;
- se ci provi troppe volte, alla fine perdi sicuramente, perchè, prima o poi, un'altra sequenza di 10 colori uguali può benissimo arrivare.
***
Ma, bada bene, monitorare la "frequenza" delle passate  "sequenze di uscite lunghe", non ci aiuta minimamente a prevedere la prossima "singola uscita"; cioè, qualora, in una serata, si siano già verificati con una  frequenza sopra la media 10 neri di fila, se ti esce una serie di 6 neri di fila, e tu cominci a giocare al raddoppio, la settima singola uscita è del tutto imprevedibile, per cui può uscire tanto il rosso quanto un settimo nero.
Quello che, però, è lecito "auspicarsi" (ma non certo "prevedere") è l'"improbabilità" che si formi un'ulteriore sequenza di 10 neri di fila, in quanto, secondo le statitische, per quella serata se ne sono già verificati parecchi oltre la media.
***
Ed infatti il mio non è affatto un "metodo per vincere alla roulette", ma solo un "modo per giocare pochi soldi e poche volte, senza rischiare perdere troppo"!
***
Un cordiale saluto! :)
***

iano

#39
Citazione di: Eutidemo il 26 Settembre 2024, 12:46:33 PMPerò, secondo me (o meglio, secondo la mia esperienza personale), monitorare la "frequenza" delle passate  " sequenze di uscite lunghe" ci aiuta a prevedere, sia pure con "molta approssimazione" la "probabilità"
Si, però la probabilità non è cosa che si preveda, ma che si calcola al fine di fare una previsione.

La notizia cattiva è che anche quando ci convinciamo che una nostra percezione sia errata, tale consapevolezza non necessariamente modifica la nostra percezione, perchè essa non dipende in modo esclusivo dalla nostra coscienza.

La notizia buona è che il rilevamento di tali errori ''non corregibili'' getta luce sul nostro inconscio.

Molti dei risultai della teoria della probabilità sono palesemente contrari al nostro senso comune.
Quindi sta solo a noi decidere se affidarci all'una oppure all'altro.





Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

#40
Citazione di: iano il 26 Settembre 2024, 09:42:23 AMVediamo allora se riusciamo, non dico ad accordarci, ma almeno a capirci.
La probabilità che qualcosa accada è una previsione teorica  sulla frequenza statistica con cui si presenterà, e questa previsione quindi non può dipende dalla frequenza statistica  con cui  si presenta.




Questo e' vero solo in parte: e' vero per fenomeni ben conosciuti e ben studiati, come i giochi di carte, o la roulette, o i giochi da casino' in generale.

Situazioni in cui si puo' contare su una teoria solida, su una ripetibilita' semplicissima dell'esperimento, sul fatto che l'esperimento, cioe' il lancio della pallina, e' gia' stato realmente e anche all'atto pratico innumerevoli volte ripetuto, sia da parte di chi gioca, sia da parte di chi organizza il gioco, sia da parte di chi lo studia e magari scrive libri su di esso: anche gli statistici, di fatto, non hanno problemi a dotarsi di due dadi o una pallina e una rotella, e dedicare un po' di tempo ad essi a fini scientifici, senza scommesse in denaro e senza brivido.

Ma pensa a quando la scienza deve affrontare situazioni davvero inedite e complesse, e difficilmente riproducibili, come studiare il comportamento di un raro pesce che vive in una punto remoto e profondo dell'oceano, difficilissimo da raggiungere di per se', o un economista che debba analizzare dati econometrici intricatissimi e magari prendere decisioni di responsabilita' in merito, o un archeologo che lavori su dati frammentari e rari e debba produrre una teoria su di un popolo scomparso per produrre la quale ci vuole molta
immagginazione, oltreche' molta pazienza: una infinita' di volte, lo scienziato o il teorico di qualcosa, non ha abbastanza cognizione delle cause e degli effetti realmente in gioco, e deve stimare delle probabilita' "future", o se vogliamo, "teoriche", il base a un campione non troppo ampio di eventi standardizzati realmente osservati (il comportamento del pesce, le poche tracce archeologiche sul popolo scomparso eccetera).

Spesso, il nostro scienziato o ricercatore, non fara' altro che determinare le probabilita' teoriche in base agli esiti reali di un campione reale, supponendo che tutte le "uscite" siano equiprobabili fino a prova contraria. Il contrario esatto di quella che nel senso comune e' una corretra "cognizione di causa".

E fara' cosi' perche' su un campione in cui ogni singola uscita e' difficile, magari difficilissima, onerosissima, da reperire, o da concettualizzare affinche' sia "reperita", di meglio non puo' fare.
Di meglio, umanamente non si puo' fare.

E anche far cio', cioe' dedurre le probabilita' dalla distribuzione degli esisti, e' meglio, ai fini della scienza e della teoria che si sta cercando di prodzrre, rispetto al non fare niente, e quindi non progredire per niente.

Non tutto e' facile e riproducibile come un lancio di dadi.
In cui c'e' davvero una infinita' di lanci, studiata con la precisa intenzione fin dall'inizio di studiarla, e c'e' davvero un modello teorico che  ci dice che tutto in ogni singolo lancio e' "casuale" cioe' dipende da cause non
controllabili o attivabili dall'uomo.

In molti casi, si deducono le probabilita' dagli esiti, assumendo che essi, gli esiti, siano equiprobabili fino a prova contraria.

E li', in quel contesto, se ti imbatti nel caso strano che si verifica per motivi strani, tipo una serie di comportamenti improbabili del pesce nell'oceano paragonabili alla serie di nove rossi di fila che esce alla roulette per puro caso, tu scienziato che cerchi di studiare quel fenomeno, ti sbagli, e ti sbagli di grosso, cioe' produci teorie sbagliate, e sbagliate di grosso. Non ci puoi fate niente. Accetti il rischio. E' la scienza. Che spesso non e' esatta, e deve aspettare tempi lunghi per correggersi nei punti in cui non e' esatta, o direttamente non si corregge mai.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

#41
Citazione di: niko il 26 Settembre 2024, 14:31:55 PMQuesto e' vero solo in parte: e' vero per fenomeni ben conosciuti e ben studiati, come i giochi di carte, o la roulette, o i giochi da casino' in generale. Situazioni in cui si puo' contare su una teoria solida, su una ripetibilita' semplicissima dell'esperimento, sul fatto che l'esperimento, cioe' il lancio della pallina, e' gia' stato realmente e anche all'atto pratico innumerevoli volte ripetoto, sia da parte di chi gioca, sia da parte di chi organizza il gioco, sia da parte di chi lo studia e scrive libri su di esso: anche gli statistici, di fatto, non hanno problemi a dotarsi di due dadi o una pallina e una rotella, e dedicare un po' di tempo ad essi a fini scientifici, senza scommesse in denaro e senza brivido.
Concordo su questo.
Potremmo dire che possiamo prevedere la probabilità del verificarsi di eventi in base alla conoscenza della natura delle cose che in quegli eventi sono coinvolti.
Viceversa rivelando la frequenza con cui si verificano eventi dove sono coinvolte cose la cui natura ci è ignota, possiamo provare a risalire alla loro natura, assumendo per ipotesi che la frequenza rilevata sia pari alla probabilità che si verifichino.

Più in generale faccio previsioni in base alla mia conoscenza della natura delle cose, e quando le previsioni non vengono rispettate ciò vuol dire che agisce una natura delle cose a me ignota, per cui la mia previsione se non errata può dirsi incompleta.

Quando faccio l'esperimento della doppia fenditura, non ottenendo il risultato previsto, deduco che la mia conoscenza della materia è incompleta, e nella misura in cui l'idea che mi sono fatta della materia è legata a quella conoscenza incompleta, dovrò rivedere la mia idea di materia.
Ciò però non fara si che la mia percezione della materia cambi, purtroppo o per fortuna.
Non è che gli scienziati percepiscano la materia diversamente da come noi la percepiamo, quindi nel loro lavoro non possono limitarsi alle loro percezioni, ma devono trascenderle.
Ma c'è anche la possibilità che a furia di trascenderle la loro percezione si modifichi davvero, almeno in parte, se dobbiamo dare credito alla nomea  che certi scienziati si son fatti, di coloro che vivono con la testa fra le nuvole, potendo indurre ciò dalla insolita frequenza con cui cadono dentro ai fossi. :))
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Sempre fermo restando, come tu hai giustamente scritto, e che io sottoscrivo, che: "Una volta che gli uomini hanno tratto dalla loro esperienza su questa terra la teoria delle probabilità,  avendone verificata la efficacia, hanno iniziato ad applicarla alla realtà su larga scala", hai anche senz'altro ragione quando, molto più correttamente di me, una volta accettata, a fini pratici, la  "teoria delle probabilità", al riguardo scrivi che: "la probabilità non è cosa che si preveda, ma che si calcola al fine di fare una previsione"; calcolo che io, comunque (salvo che per i casi più elementari) non sono in grado di effettuare.
***
Però, almeno secondo una "logica di carattere pratico", io ritengo che la probabilità del verificarsi di "una stessa sequenza di eventi uguali consecutivi", poniamo, ad esempio, l'uscita di 10 "teste" di seguito, sia "inversamente proporzione al numero di lanci complessivi e consecutivi" di una determinata moneta, che viene assunta come "campione di riferimento".
***
Cioè, esemplificando:
a) 10 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca sempre "testa",  ESTREMAMENTE BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
b) 100 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila,  MOLTO BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
c) 1.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, BASSA, ma molto più ALTA della precedente (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
d) 100.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, MOLTO ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
e) 100.000.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
 Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila, ESTREMAMENTE ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
***
Sei d'accordo?
Mi farebbe davvero piacere conoscere il tuo parere :)
***
Credo, comunque, che uno statistico saprebbe benissimo calcolare le esatte percentuali di "probabilità a b c d e; che potrebbero anche non coincidere, con quelle che io ho ipotizzato "a spanne".
***
Sono anche d'accordo con te che alcuni dei risultati della teoria della probabilità sono palesemente contrari al nostro "senso comune"; come, ad esempio, il cosiddetto "paradosso dei compleanni", ben illustrato qui su WIKIPEDIA.
Però, almeno in una circostanza, ho potuto verificare che è proprio così!
***
Ciò premesso, mi sembra che, in fondo, noi si sia sostanzialmente d'accordo.
***
Però ora mi è venuto un altro dubbio: come si fa a stabilire il "CAMPIONE DI RIFERIMENTO" che possa definirsi davvero "oggettivo"?
***
Ed infatti, io ti avevo sfidato a scommettere su un'uscita di "cento teste su cento lanci di una moneta" (e tu non hai risposto); però che che succede se si tratta di una moneta greca del quinto secolo A.C.?
***
Cioè:
- il "campione di riferimento" è solo quello della mia sfida (100 su 100)?
- oppure  il "campione di riferimento" è quello di tutte le volte che, in 2.500 anni, qualcuno ha usato quella stessa moneta per giocarci a "testa o croce" (ad es.10.000.000 di volte, cosa che non sapremo mai)?
Ed infatti, magari, su 10.000.000 di lanci, un'uscita di "cento teste" non si era mai verificata; e, quindi, potrebbe probabilisticamente verificarsi adesso!
***
Lo stesso dicasi della "roulette".
Perchè prendere come "campione di riferimento" solo le "sequenze lunghe di uscite omogenee" di una serata, e non quelle di un mese, o, addirittura, tutte le giocate effettuate su quella "roulette" sin dalla sua entrata in funzione?
***
Ed infatti, a seconda della scelta del "campione di riferimento", cambia il calcolo delle probabilità delle "sequenze di uscita" all'interno del campione prescelto, per quanto lunghe esse siano.
***
Sinceramente, io non saprei cosa pensare al riguardo; e tu?
 Mi farebbe davvero piacere conoscere il tuo parere :)
***
Un cordiale saluto! :)
***

Eutidemo

Ciano Niko. :)
Questa volta il tuo intervento, almeno a mio giudizio:
- è interessantissimo;
- in buona parte condivisibile.
Complimenti! :)
***
Ed infatti:
a)
Un conto è calcolare le probabilità per fenomeni ben conosciuti e ben studiati, come i giochi di carte, o la roulette, o i giochi da casino' in generale.
b)
Un altro conto, invece, è calcolare le probabilità per fenomeni ben più complessi, come, ad esempio:
-  studiare il comportamento di un raro pesce che vive in una punto remoto e profondo dell'oceano, difficilissimo da raggiungere e da esaminare;
- ovvero un archeologo che lavori su dati frammentari e rari e debba produrre una teoria su di un popolo scomparso per produrre la quale ci vuole molta immaginazione, oltreche' molta pazienza;
- oppure ancora un economista che debba analizzare dati econometrici intricatissimi e magari prendere decisioni di responsabilita' in merito.
***
Nei primi due casi, però, secondo me, non entra in ballo tanto il "calcolo delle probabilità", quanto, piuttosto, l'"osservazione attenta dei dati esaminati", e delle "ipotesi scientifiche" che possono effettuarsi al al riguardo; il "calcolo delle probabilità" è invece essenziale per il terzo caso!
***
E' del tutto corretto, peraltro, quanto scrivi dopo, e, cioè: "Non tutto e' facile e riproducibile come un lancio di dadi.In cui c'e' davvero una infinita' di lanci, studiata con la precisa intenzione fin dall'inizio di studiarla, e c'e' davvero un modello teorico che  ci dice che tutto in ogni singolo lancio e' "casuale" cioe' dipende da cause non controllabili o attivabili dall'uomo."
***
Non sono, invece, del tutto d'accordo sul fatto che, se ti imbatti nel caso strano che si verifica per motivi strani, tipo una serie di comportamenti improbabili del pesce nell'oceano, tu possa fare un paragone con la serie di nove rossi di fila che esce alla roulette per puro caso; ed infatti il pesce  ha "memoria degli eventi passati", e quindi (sbagliando o meno) "sceglie che cosa fare", mentre la pallina della "roulette" non può scegliere nulla, e, quindi, agisce soltanto in modo "meccanico" e "statistitico".
***
Comunque il tuo, almeno secondo me, è un bellissimo intervento; che dà da molto da pensare.
Chapeau!
***
.
***
Un cordiale saluto. :)
***

iano

#44
Citazione di: Eutidemo il 26 Settembre 2024, 17:44:23 PM
Però, almeno secondo una "logica di carattere pratico", io ritengo che la probabilità del verificarsi di "una stessa sequenza di eventi uguali consecutivi", poniamo, ad esempio, l'uscita di 10 "teste" di seguito, sia "inversamente proporzione al numero di lanci complessivi e consecutivi" di una determinata moneta, che viene assunta come "campione di riferimento".
***
Cioè, esemplificando:
a) 10 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca sempre "testa",  ESTREMAMENTE BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
b) 100 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila,  MOLTO BASSA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
c) 1.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, BASSA, ma molto più ALTA della precedente (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
d) 100.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
Probabilità che esca, almeno una volta,  una sequenza di 10 "testa" di fila, MOLTO ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
e) 100.000.000 "lanci" consecutivi di una moneta.
 Probabilità che esca, almeno una volta, una sequenza di 10 "testa" di fila, ESTREMAMENTE ALTA (anche se non sono capace di calcolare la percentuale).
***
Sei d'accordo?
Mi farebbe davvero piacere conoscere il tuo parere
Sono d'accordo, ma a parte una imprecisione terminologica come dirò in seguito,  detto ''secondo una logica teorica'', la frequenza con cui qualcosa si verifica si avvicina sempre più alla probabilità calcolata che si verifichi, al crescere del numero degli eventi .
Se gli eventi li suddividiamo in blocchi di 100 il discorso non cambia, e diremo piuttosto al crescere del numero dei blocchi di 100.
Qual'è la probabilità che in un blocco di 100 si verifiche che...etc...
Non so come si faccia a calcolare teoricamente, perchè non sono un esperto di teoria delle probabilità.
Lo sai meglio tu che queste prove hai fatto.
Ma in generale al crescere del numero degli eventi la frequenza si avvina sempre di più alla probabilità calcolata, il che vuol dire che lo scarto fra i due si riduce al crescere degli eventi.
E' dunque questo scarto ad essere inversamente proporzionale alla lunghezza del campione considerato, ed è questo scarto che puoi calcolare empiricamente, un blocco di 100 dietro l'altro, avvicinandoti sempre più al valore teorico al crescere dei blocchi., e che io non so come si faccia calcolare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''