La più grave malattia della filosofia e della religione è l'antropocentrismo?

Aperto da Socrate78, 06 Febbraio 2018, 19:43:59 PM

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Socrate78

Io credo che tra le più gravi storture della religione e della filosofia ci sia l'antropocentrismo, cioè la convinzione che l'uomo sia QUALITRATIVAMENTE superiore agli animali e alle altre creature esistenti sul pianeta. L'antropocentrismo genera tracotanza e superbia, fa in modo che l'uomo si senta in diritto di prevaricare sugli altri esseri visi come inferiori e secondo me genera assurdità, come la credenza superstiziosa di molte religioni secondo cui l'uomo è dotato di anima mentre gli animali ne sarebbero privi. L'uomo è sicuramente più evoluto cerebralmente, ha capacità di astrazione superiori, ma la materia di cui noi siamo fatti è la stessa di cui anche una pianta è dotata: non siamo costituiti da qualcosa di alieno, gli atomi e gli elettroni sono gli stessi. Anche la credenza nell'esistenza di un Io individuale secondo me è illusoria e per certi aspetti dannosa: essa, pur essendo utile allo sviluppo della nostra personalità,  fa sì che ci sentiamo separati dalla natura e dalle cose, e in nome di questo Ego rischiamo di prevaricare, mentre dovremmo al limite solo accrescere la nostra consapevolezza per migliorare la nostra vita e quella altrui. Anche voi credete che l'antropocentrismo sia falso?

iano

L'amtropocemtrismo in se' è ineliminabile , in quanto equivale a dire che l' uomo osserva dal suo punto di vista e giudica.Il punto di vista però non è fisso e si evolve , quindi cambia , ma rimane sempre un punto di vista particolare .Anche in tal senso immagino gli animali siano uguali a noi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Angelo Cannata

Socrate78, sono d'accordo con iano: già il messaggio stesso che hai scritto è antropocentrista, perché i giudizi che hai espresso tra ciò che valuti dannoso o non dannoso, migliore o peggiore, falso o non falso, sono tutti giudizi che applicano il punto di vista umano. Ci è impossibile uscire ciascuno dal proprio punto di vista. In questo senso la questione è simile a quella aperta da loreT815, L'odio necessario dell'umanità: siamo in una natura che ci condiziona. Un topo non può fare a meno di giudicare ogni cosa secondo il modo di giudicare di un topo, così uno scarafaggio e così un uomo.
Credo perciò che la via per fare qualcosa di significativo non sia quella di oltrepassare la nostra soggettività: ci siamo dentro, non la possiamo oltrepassare, un gatto non può oltrepassare il suo essere gatto.
Perciò trovo migliore la via di assumere il nostro essere, prenderne atto e tentare di svilupparlo secondo le migliori capacità che in esso riusciamo a individuare, migliori secondo il nostro modestissimo punto di vista umano. Perciò trovo più fruttuoso chiederci: quali sono le capacità di noi esseri umani che oggi ci appaiono migliori? Io oggi trovo ottima proprio questa capacità: prendere atto della nostra soggettività e tentare di favorire pluralismo e diversità.

In apparenza non sto facendo altro che tornare al tuo discorso, visto che pluralismo e diversità viene a significare esattamente sforzo di evitare l'antropocentrismo, però mi sembra che ci sia una differenza: l'umile ammissione che, anche quando lottiamo contro l'antropocentrismo, lo stiamo pur sempre facendo dal di dentro del nostro antropocentrismo. In altre parole, pluralità e diversità non possono davvero essere favorite fin quando non lo si fa con consapevolezza dell'inevitabile soggettivismo, particolarismo, con cui saremo pur sempre costretti a farlo.
Pluralità e diversità non potranno mai essere coltivate da noi esseri umani come fatto oggettivo: nel momento in cui penseremo di farlo con questa mentalità, non avremo fatto altro che imporre la nostra prospettiva antropocentrica.

Se ci riflettiamo, sia le dittature che le democrazie perseguono lo stesso obiettivo: l'uguaglianza di tutti, condizioni uguali per tutti. La differenza sta nel fatto che nelle dittature il compito di stabilire in cosa consiste l'uguaglianza viene assegnato ad una visione che pretende di essere oggettiva ed è la visione del dittatore. Nelle democrazie invece si rinuncia ad una visione oggettiva e il compito di stabilire in cosa consiste l'uguaglianza viene affidato alla discussione popolare, che quindi non finisce mai ed è costretta per ciò stesso a prendere atto del suo essere continuamente soggettiva.

Da qui consegue che il tuo ottimo e altruistico desiderio di evitare l'antropocentrismo può imboccare vie opposte a seconda del criterio a cui pensa di assegnare il compito di individuare in cosa consista l'allontanamento dall'antropocentrismo. Se pensi di possedere un'idea oggettiva su quale debba essere la strada, il tuo altruismo procederà verso la dittatura; se pensi che la strada debba essere individuata in continuazione cercando tutti insieme, allora credo che avremo più speranze di portare avanti ciò che a me personalmente sembra il meglio delle nostre capacità.

viator

Salve Socrate78 e Iano. Questo mio si è accavallato con il post di Angelo Cannata. venendo steso - a quanto pare, in contemporanea con lui. Comunque avete entrambi (anzi, tutti e tre) ragione. L'antropocentrismo è una iattura inevitabile poiché trascurando o negando il sé, la soggettività (cosa comunque intrinsecamente impossibile) di nulla si può parlare e nulla può avere un senso.

Il problema quindi non è l'abolizione del sé ma il raggiungimento di un sufficiente distacco, tale da raggiungere la neutralità tra il soggettivo e l'oggettivo.

Liberarsi dai propri particolarismi, bisogni, aspirazioni, giustificazioni è cosa assai difficile e - per la maggior parte della gente comune - impossibile ed inconcepibile. Per questo i filosofi saranno sempre una ristretta minoranza un po' balzana.

Comunque, per poterlo fare occorre possedere un alto grado di capacità di astrazione e di intelligenza formale.
D'altra parte è proprio la natura che ci vuole egoisti, attraverso l'istinto di sopravvivenza che provveda anzitutto a tutelare noi stessi.
Di qui al considerarci superiori come specie il passo è breve ed automatico.

Il fatto è che l'acquisizione della coscienza da parte della specie umana ha "ipso facto" instaurato un conflitto tra l'uomo e la natura poiché si è venuto ad instaurare un rapporto identico a quello vigente tra madre e figlio. E' vero che il figlio deve la vita (ed anche i mezzi del proprio sostentamento, mi sembra) alla madre........ma i figli fingono di ignorarlo perché fa loro egoisticamente comodo.

Sono pronti a risponderti che la loro esistenza sarebbe semplicemente il prodotto della vocazione materna a figliare, e quindi sarebbe la madre che deve ringraziare il figlio !! E poi i genitori mica hanno interpellato il figlio, prima di concepirlo !!

E poi che vogliono costoro genitori ? I figli sono il nuovo che deve cambiare le vecchie regole del mondo.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

baylham

Sono d'accordo che l'antropocentrismo sia una concezione umana della realtà che produce errori sistematici.
 
Non considero un errore la capacità di distinzione, di differenziazione della realtà, a partire dal concetto di io.

Phil

Il titolo del topic parla di "antropocentrismo" e "malattia", così mi è tornato in mente questo breve monologo cinematografico:
https://www.youtube.com/watch?v=DoANmDxZFO0

Usando (inevitabilmente) categorie umane, diremmo che "ognuno segue la sua natura", ovvero il virus fa il virus, il gatto fa il gatto e l'uomo fa... l'antropocentrico  ;D

Angelo Cannata

Non dubito che possa considerarsi antropocentrico, come ho già accennato, anche l'autoconsiderarci virus, cioè il fare autocritica. Questo credo che ci apra orizzonti migliori: tutto l'universo fa autocritica, da quando esiste; il divenire, l'evoluzione, non sono altro che modi di porre in atto un'autocritica; anche un gatto fa autocritica nella misura in cui il suo corpo è tuttora in evoluzione. Noi non facciamo altro che partecipare a quest'autocritica coinvolgendo in essa, oltre al nostro corpo, anche una particolare facoltà che riteniamo di avere, cioè la consapevolezza.

iano

Citazione di: Angelo Cannata il 07 Febbraio 2018, 21:05:57 PM
Non dubito che possa considerarsi antropocentrico, come ho già accennato, anche l'autoconsiderarci virus, cioè il fare autocritica. Questo credo che ci apra orizzonti migliori: tutto l'universo fa autocritica, da quando esiste; il divenire, l'evoluzione, non sono altro che modi di porre in atto un'autocritica; anche un gatto fa autocritica nella misura in cui il suo corpo è tuttora in evoluzione. Noi non facciamo altro che partecipare a quest'autocritica coinvolgendo in essa, oltre al nostro corpo, anche una particolare facoltà che riteniamo di avere, cioè la consapevolezza.
In effetti l'evoluzione della scienza  , e quindi dell'uomo , si può raccontare come la storia di un continuo decentramento umano , tanto che di questa fuga impossibile dall'antropocentrismo dovremmo farne metodo.
Grazie alla scienza oggi non siamo lontani dalla possibilità di riportare in vita specie animali che potranno riprendere la loro evoluzione dal punto in cui noi abbiamo contribuito a interromperla , e questa mi sembra una bella fase della nostra vita , qui , sulla terra .
Non tutto l'antropocentrismo dunque  vien per nuocere. ;D
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Angelo Cannata

Citazione di: iano il 08 Febbraio 2018, 11:08:20 AMNon tutto l'antropocentrismo dunque  vien per nuocere. ;D
Già questa è un'affermazione antropocentrica, perché stabilisce cosa sia nocivo e cosa non lo sia in base a criteri stabiliti dall'uomo. Significa pretendere di imporre all'universo il nostro modo di vedere le cose. Perfino chi augura la sparizione della razza umana dal pianeta, a causa dei "mali" che in esso abbiamo provocato, non fa che tentare di imporre all'universo il modo umano di stabilire cosa sia bene e cosa sia male.

iano

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Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

epicurus

Sono d'accordo che sia giusto evitare l'antropocentrismo comune, ma trovo sbagliata la tesi che si debba evitare l'antropocentrismo filosofico.

Per "antropocentrismo comune" intendo il concetto di antropocentrismo che solitamente si intende quando si parla di "antropocentrismo". Per "antropocentrismo filosofico", invece, intendo un concezione (che sembra emergere in alcuni punti di questa discussione) molto più totalizzante. Sto pensando all'intervento di Angelo, per esempio:

Citazione di: Angelo Cannata il 08 Febbraio 2018, 11:16:51 AMGià questa è un'affermazione antropocentrica, perché stabilisce cosa sia nocivo e cosa non lo sia in base a criteri stabiliti dall'uomo. Significa pretendere di imporre all'universo il nostro modo di vedere le cose.

Quindi ogni opinione di valore implicherebbe il peccare di antropocentrismo? Questo mi sembra una degenerazione dell'uso di tale termine. Domanda: l'antropocentrismo così inteso è un grave problema solitamente solo per i nostri giudizi di valore, o anche per le nostre opinioni fattuali?

green demetr

Citazione di: Socrate78 il 06 Febbraio 2018, 19:43:59 PM
Io credo che tra le più gravi storture della religione e della filosofia ci sia l'antropocentrismo, cioè la convinzione che l'uomo sia QUALITRATIVAMENTE superiore agli animali e alle altre creature esistenti sul pianeta. L'antropocentrismo genera tracotanza e superbia, fa in modo che l'uomo si senta in diritto di prevaricare sugli altri esseri visi come inferiori e secondo me genera assurdità, come la credenza superstiziosa di molte religioni secondo cui l'uomo è dotato di anima mentre gli animali ne sarebbero privi. L'uomo è sicuramente più evoluto cerebralmente, ha capacità di astrazione superiori, ma la materia di cui noi siamo fatti è la stessa di cui anche una pianta è dotata: non siamo costituiti da qualcosa di alieno, gli atomi e gli elettroni sono gli stessi. Anche la credenza nell'esistenza di un Io individuale secondo me è illusoria e per certi aspetti dannosa: essa, pur essendo utile allo sviluppo della nostra personalità,  fa sì che ci sentiamo separati dalla natura e dalle cose, e in nome di questo Ego rischiamo di prevaricare, mentre dovremmo al limite solo accrescere la nostra consapevolezza per migliorare la nostra vita e quella altrui. Anche voi credete che l'antropocentrismo sia falso?

Sono solo sciocchezze quelle che vai cianciando.

Cosa vuol dire che non esiste un io individuale?

Cosa c'entra l'io individuale con l'antropocentrismo?

A me sembra che usi l'antropocentrismo (che ha origini culturali e storiche ben definite) per demolire in generale l'idea stessa di uomo (e qualsiasi antrologia ad esso connessa).

Questo avviene perchè la scienza, la nemica mortale della filosofia, tende a far credere che noi siamo come delle strutture meccaniche.

La morte della filosofia che si incarna nel tuo cervello individuale, che ovviamente pure essendo NON UOMO e solo macchina, CREDE (si illude) che esista qualcosa come la RELIGIONE (fatto umano molto umano se ce n'è uno) dimostra solo quanto tu sia confuso, contradditorio nei termini in cui poni i problemi, e in cui credi di risolverli, facendo un gran minestrone.

Io detesto Socrate, ma fa veramente disonore il tuo nick, che cela posizioni meccaniciste e deliranti dell'uomo medio che crede di conoscere la scienza.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: iano il 06 Febbraio 2018, 20:00:44 PM
L'amtropocemtrismo in se' è ineliminabile , in quanto equivale a dire che l' uomo osserva dal suo punto di vista e giudica.Il punto di vista però non è fisso e si evolve , quindi cambia , ma rimane sempre un punto di vista particolare .Anche in tal senso immagino gli animali siano uguali a noi.

Gli animali non scrivono libri, in caso tu non lo sappia, caro uomo che si crede di essere un androide.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 06 Febbraio 2018, 21:54:55 PM
Perciò trovo migliore la via di assumere il nostro essere, prenderne atto e tentare di svilupparlo secondo le migliori capacità che in esso riusciamo a individuare, migliori secondo il nostro modestissimo punto di vista umano. Perciò trovo più fruttuoso chiederci: quali sono le capacità di noi esseri umani che oggi ci appaiono migliori? Io oggi trovo ottima proprio questa capacità: prendere atto della nostra soggettività e tentare di favorire pluralismo e diversità.

Ma se non sei aperto (e non lo sei, te lo assicuro) a far entrare il punto di vista dell'altro, nel tuo punto di vista, come puoi pretendere poi di favorire pluralismo e diversità?

Se ognuno non può uscire dal proprio punto di vista, come tu ripetutamente ti ostini a dire, allora tu stai sposando una posizione solipsista.
Che è una posizione stupida in partenza, ma che degenera nella "malattia" del razzismo.

Sostanzialmente ti stai ponendo da solo, un problema inesistente davanti,e cerchi di combattere le sue inevitabili conseguenze, ossia il disprezzo degli altri, come se fosse lo scopo della tua vita.

Ma questa è la stessa operazione delirante che fa Socrate78.

Tra l'altro l'antropocentrismo è una questione del 1400....frattanto in caso non ve ne siete accorti di acqua sotto i ponti ne è passata.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: viator il 06 Febbraio 2018, 21:57:22 PM

Liberarsi dai propri particolarismi, bisogni, aspirazioni, giustificazioni è cosa assai difficile e - per la maggior parte della gente comune - impossibile ed inconcepibile. Per questo i filosofi saranno sempre una ristretta minoranza un po' balzana.


Ti volevo informare caro aspirante androide, che la filosofia non ha mai avuto come tema le insulsaggine che vai dicendo.

Quando mai la filosofia ha fatto a meno del soggetto?!!

La filosofia lo ha costruito come concetto il soggetto!!!!

Certo il novecento ha fatto entrare quel concetto in crisi, ma essere in crisi non vuol dire rinnegarlo.

Sono felice di informarla che lei, il suo amico alter-ego Iano, e Socrate78 siete completamente all'interno delle pratiche del pensiero scientista.
E le consiglio a lei e i suoi amichetti, di far un pò di lavoro introspettivo.

Perchè si sa che in psicologia, prima di poter passare alle "cure" è necessario ricostruire il soggetto.

Io non sto dicendo che voi siate malati, ma vi sto dicendo che il processo di messa in discussione delle idee, ha le stesse problematiche, di chi quella discussione, quella crisi, le vive sul piano reale e non ideale, come perarltro mi auguro voi facciate.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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