Menu principale

La morte

Aperto da daniele75, 09 Novembre 2019, 07:44:10 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

daniele75

In oltre aggiungo la dipendenza patologica della fede qui spiegata:

[font=Merriweather, "Times New Roman", Times, serif]Il mondo delle idee ed i suoi prodotti mentali non sono sostanze fisiche, ma possono diventare ossessioni esattamente come cibo, sesso e cocaina, perché sfruttano la stessa leva della gratificazione.[/font]

[font=Merriweather, "Times New Roman", Times, serif]Animalisti, tifosi di calcio, fashion victims, intellettuali, degustatori di vino, appassionati di serie TV, fanatici religiosi, atleti, innamorati, ognuno ha una droga personalizzata che funziona in modo molto simile allo zucchero o alla cocaina. Ed esattamente come un cocainomane, ognuno può diventare non solo dipendente dalla gratificazione stessa, ma addirittura schiavo di tutta la rete di pensieri che vi si muove intorno, rafforzata da emozioni amplificate in un frullato neurochimico.
Tutto provoca dipendenza perché il nostro cervello è costruito per inseguire fonti di piacere.[/font]

Franco

#16
daniele75 ( = daniele):

Chi non ha mai pensato alla fine certa che tocca ad ogni uomo.

Franco ( F) :

a) Considerazione facilmente discutibile, giàcche non è certo che non siano esistiti e non esistano esseri umani capaci soltanto del pensiero della possibilità della morte come fine certa. Per non parlare di tutti quelli che al pensiero della fine certa non pervengono punto. Considerazione quest'ultima che intrattiene un rapporto essenziale con ciò che in un altro topic ho iniziato a tratteggiare come fede in senso cristiano.

b) Fine certa che "tocca"? Che è inteso qui con "toccare a" ?

c) concludo che daniele non ha punto notizia del pensiero di Emanuele Severino, cardine del quale è proprio la negazione della morte quale declinazione fondamentale della negazione del "giungere - alla - fine" delle cose.

daniele:

È così semplice come così terribile.

F:

Non è affatto semplice, anche in considerazione del modo in cui il f"enomeno" della morte è stato introdotto. Come se ne potrebbe parlare se si facesse a meno di termini come quello di "toccare"?

daniele:

Per millenni hanno cercato di alleviare il pensiero della morte con la logica e con la fede. È triste dirlo ma oltre c'è in nulla, uno stato di assenza di tempo e spazio, assenza t sensazioni, il defunto non sa di essere un morto.

F:

Oltre la morte c'è il nulla. Vorrei comprendere meglio.

a) cosa è esperito "di fatto" con la morte? La morte di chi e di cosa? Cosa si suppone che muoia? Oltre in che senso? E che cosa viene inteso con il termine "nulla"? E che cosa con il nulla oltre la morte? E che cosa con il nulla che c'è oltre? Domando come sia possibile pensare un nulla - essente-ci - oltre.

Correttamente, mi domando come sia possibile pensare un nulla essente oltre.

daniele:

Secondo me l'uomo ha trovato con la bugia delle religioni un effetto placebo atto ad esorcizzare la morte, con promesse di vita eterna, paradiso, reincarnazioni e resurrezioni, tutte fandonie.

F:

Il termine "uomo" è anche qui usato come un gigantesco calderone, nel quale è dato trovare tutto e nulla. Quanti sono stati e quanti sono gli individui umani capaci di pensare "la religione" come bugia ed effetto placebo?

daniele:

Tutto per non accettare il crudele destino imposto dalla natura.

F:
Crudele destino imposta dalla natura? Ha il sapore di un'antropomorfizzazione.

daniele:

Rimarrà di noi, solo le nostre opere, senza che noi potremo prendercene i meriti. C'è chi muore in giovane età, chi da vecchio su una sedia a rotelle, chi di cancro e così via. Tutti aspirano a durare più a lungo-

F:
Considerazioni di sapore schopenhaueriano. Ma detto di passaggio, Schopenhauer parla molto di vita. E lo fa in un modo per lo più trascurato dagli interpreti.

In ogni caso considerazioni assai interessanti. Tutti aspirerebbero a durare più a lungo. Quanto? Che senso ha aspirare a vivere più a lungo a fronte della certezza della morte? Morte che falcia a qualsiasi età e nelle forme più diverse. Di più, in cosa consiste quest'aspirazione? Forse a vivere più a lungo o non piuttosto alla vittoria sulla morte? Qual è il senso più intimo della civiltà della tecnica? Forse quello dell'aspirazione al superamento di ogni dolore e stato di indigenza? Se la risposta fosse affermativa, bisognerebbe chiedersi la possibilità della coesistenza dell'aspirazione al risolvimento di ogni sofferenza e di ogni stato d'indigenza e la speranza (il progetto) e la certezza della morte.

daniele:

La fede è secondo me un allucinogeno, se rimane in circolo nella mente per sempre di può esorcizzare la paura della morte, perché tanto poi c'è il paradiso. Quindi deduco che la fede è una psicosi, un vivere in una realtà parallela priva di logicità che però porta alla felicità.

F:

Anche qui  si pensa di far fuori facilmente l'esperienza di fede nel paradiso. La quale, malgrado tutti gli illuminismi, continua a determinare la vita di un numero incalcolabile di individui. Freudianamente si getta l'esperienza di fede nel calderone della malattia mentale. Ciò facendo si tradisce la convinzione che la psicologia di Sigmund Freud abbia svolto una funzione di emancipazione individuale e collettiva. Si tende - tra l'altro - a pensare la psicologia freudiana come concorso al superamento della mentalità patriarcale sul fondamento dell'interpretazione della fede religiosa quale fenomeno di psicopatologia collettiva. Ma le cose sono molto più complesse.

daniele:

L'ateo mi preoccupa, che vive nel dubbio, lui è sano, sa che esiste il nulla dopo, non so, forse sarei dovuto nascere psicotico, avrei vissuto l'eternità con il pensiero. Uno che ha fede cieca non muore, non svegliateli.

F:

Come sopra: che cosa si intende qui con "il nulla esistente dopo"? Che cosa viene inteso con un nulla esistente? Come può il nulla esistere? E addirittura esistere dopo? Come si fa a saperlo? Di fatto non si fa esperienza del "dopo". La morte è sempre quella degli altri. La constatazione fenomenologica non è la constatazione del dopo anche nel senso che la constatazione fenomenologica del "prima" nulla dice di una pluralità di coscienze. Non sarà questa una traccia per cominciare a non essere così convinti di un dopo - morte come annullamento?

L'impressione di fondo che ricavo dal post di daniele75 è qualcosa come un affrettarsi ad affermare la morte come annullamento.

daniele75

Ma cosa vuoi che ci sia dopo la morte se non l'assoluto silenzio senza tempo? Non ho fede, non mi è mai interessata. Il nulla è certo, inutile filosofeggiare con il destino certo. La morte è un off. Non c'è più elettricità tra i neuroni, fine, the end

Ipazia

Citazione di: Franco il 11 Novembre 2019, 14:55:33 PM
... si pensa di far fuori facilmente l'esperienza di fede nel paradiso. La quale, malgrado tutti gli illuminismi, continua a determinare la vita di un numero incalcolabile di individui.

No, si sa quanto difficile sia superare l'esperienza di fede nel paradiso. Che è una fede al quadrato: perchè no una più realistica esperienza di fede nell'inferno ? Nell'Ade oscura dei nostri meno allucinati antenati greci ? Anche le illusioni hanno i loro bias. Che moltiplicati miliardi di volte non cambiano di uno iota la loro sostanza illusionale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Io tramite le droghe ho visto l'inferno e il paradiso. Sono tutti prodotti del pensiero pilotato dai chimici. La fede è una droga blanda che crea dipendenza, disintossicatevi! :-)

anthonyi

La mia convinzione, Daniele, è che tutte le verità spirituali siano percepibili interiormente. Naturalmente, come ogni uomo, io posso conoscere soltanto le mie percezioni interiori e quelle percezioni mi danno più certezze del necessario, per quanto mi riguarda.
Evidentemente tu hai percezioni differenti, quindi hai una tua verità atea dentro di te, potresti parlare di quella invece di intestardirti a sparlare della fede che tu dimostri non conoscere.
Non è che in questo ossessivo tentativo sei mosso da una forza interiore che magari ti da dei suggerimenti, una forza che conosce la fede e la combatte con tutte le sue forze, una forza anch'essa spirituale.
Un saluto

daniele75

Per anni ho letto la bibbia, Corano, Tao te ching, sutra del Loto, veda etc etc. Le discordanze sono incredibili. Non ho nessuna fede nel mio interno. Credo principalmente in quello che può essere provato. La chiesa cattolica non ha niente a che fare con gli insegnamenti bibblici. Così come il buddha non ha mai detto di costruire sopra le sue parole una religione. Non parliamo di Maometto che è meglio. Allen ha detto: non ho niente contro Dio e il suo fan club che mi spaventa. Io son d'accordo con lui.

bobmax

L'inferno non è una questione di fede. 
L'inferno deve essere vissuto.

È il luogo dove inevitabilmente finisce chi cerca la Verità.

Perché l'inferno non è un luogo dell'aldilà, ma è disponibile qui, ora.

 Si può accedervi in ogni istante, è sufficiente riflettere sul male. 
Il male che c'è nel mondo, il male che è dentro di me, il male che io stesso sono.

L'inferno è luogo senza speranza.
E lì, e solo lì, Dio è certo.

Tutto il discorso che fai, Daniele, sembra fatto apposta per evitare di aprire quella porta, la porta dell'inferno.

Ma non è sufficiente negare il paradiso e aggrapparsi a questo mondo. Occorre entrare nell'inferno, senza speranza di uscirne, perché è impossibile!
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Citazione di: daniele75 il 11 Novembre 2019, 17:17:46 PM
Per anni ho letto la bibbia, Corano, Tao te ching, sutra del Loto, veda etc etc. Le discordanze sono incredibili. Non ho nessuna fede nel mio interno. Credo principalmente in quello che può essere provato. La chiesa cattolica non ha niente a che fare con gli insegnamenti bibblici. Così come il buddha non ha mai detto di costruire sopra le sue parole una religione. Non parliamo di Maometto che è meglio. Allen ha detto: non ho niente contro Dio e il suo fan club che mi spaventa. Io son d'accordo con lui.

Quindi tu sei spaventato da una persona che afferma di credere in Dio, nel paradiso, nell'inferno etc. E' per quale ragione di grazia, se uno crede in Dio ... crede anche di dover rispettare ogni essere umano, compreso te, quindi non hai da temere danni fisici. E' il maligno che ha paura di chi ha fede, e ha le sue ragioni.
Un saluto.

daniele75

#24
Si conosco il punto di vista cristiano. 

L'"effetto Lucifero" è il risultato dell'annichilimento dell'individualità prodotto dal far parte di un gruppo. In teoria può attivarsi in qualsiasi comunità, in pratica avviene soltanto in quelle chiuse. Una tipologia di gruppi umani si caratterizza però per portare all'estremo il senso di identità e appartenenza di chi ne fa parte

Freedom

E' molto giusto e molto saggio riflettere sulla morte. Lo è sempre stato in ogni tempo ed in ogni luogo ma lo è ancor di più oggi, nella punta avanzata del mondo occidentale. Dove la morte è stata resa, di fatto, un argomento tabù. Eliminata dall'orizzonte delle attività (in senso lato) umane.

Invece, sia da un punto di vista logico (è l'unica certezza di cui l'uomo dispone) che da un punto di vista emotivo (se ci si pensa bene allora ci si accorge che è un ragionamento quasi impossibile da sostenere, può portare all'impazzimento!) l'argomento merita un approfondimento importante.

Quando la morte tocca un nostro caro si comincia a comprendere qualcosina ma quando tocca a noi e ci rimane tempo per pensarci sopra.......allora si comincia ad entrare nel mistero della morte.

Nel frattempo che questi eventi così terribili, inevitabilmente, fatalmente, incrocino la nostra esistenza è sicuramente intelligente, giusto e saggio riflettere accuratamente sulla morte. Il solo atto di farlo, indipendentemente dai risultati raggiunti, predispone ad inquadrare nella (secondo me) giusta prospettiva l'intera esistenza umana.

Ben vengano dunque queste interessantissime discussioni anche se, a mio modesto avviso, nonostante il tema abbia ampio diritto di cittadinanza nella sezione "Filosofia", potrebbe essere anche guardato da un'altra, fondamentale angolatura, nella sezione "Spiritualità".

Avanti comunque, avanti senza distrazioni  ;)
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Ipazia

Citazione di: Freedom il 12 Novembre 2019, 08:37:10 AM
Ben vengano dunque queste interessantissime discussioni anche se, a mio modesto avviso, nonostante il tema abbia ampio diritto di cittadinanza nella sezione "Filosofia", potrebbe essere anche guardato da un'altra, fondamentale angolatura, nella sezione "Spiritualità".

Certamente, perchè la spiritualità umana nasce intorno alla morte e al suo mistero postumo che solleva la questione del mistero originario e del senso di tutto ciò.

Ma in questa sede, dove pare siano i teisti ad avere il monopolio della spiritualità, meglio lasciarla nella sezione by partizan, dalle mammelle capienti, della filosofia, laddove la morte occupa pure una posizione centrale: nella questione ontologica, datata ma sempre latente e mai esaurita, dell'essere e del nulla.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Oh morte, tu che annullerai la mia memoria, dissolversi il mio corpo, come potrò io accettati e rassegnarmi? Che non sia mai! Io inventerò un Dio, una vita eterna, un paradiso. Non mi sconfigerai nel pensiero o morte, vivrò di illusioni, non mi avrai. La mia illusione diventerà realtà, e da psicotico ti tradirò! Una volta morto nella fede, chiuderò gli occhi con il sorriso. Che nessun psichiatra mi svegli! Lasciatemi sognare!

Franco

Citazione di: daniele75 il 11 Novembre 2019, 15:01:11 PM
daniele75:

Ma cosa vuoi che ci sia dopo la morte se non l'assoluto silenzio senza tempo? Non ho fede, non mi è mai interessata. Il nulla è certo, inutile filosofeggiare con il destino certo. La morte è un off. Non c'è più elettricità tra i neuroni, fine, the end
Franco:

a) Anche in questo topic ho iniziato a sottolineare la differenza tra l'aver - fede e l'aver fede in senso religioso nella sua forma cristiana.  

b) I concetti di nulla, di esser - ci, di esistenza costituiscono il filosofare in senso essenziale. Il filosofeggiare è un'altra cosa.  

c) L' ultima considerazione di daniele75 tradisce il grande vizio della concezione riduzionistica della coscienza. Una concezione che l'idealismo filosofico ha superato.  

Franco

Citazione di: Ipazia il 11 Novembre 2019, 16:30:47 PM
Citazione di: Franco il 11 Novembre 2019, 14:55:33 PM
Franco:

... si pensa di far fuori facilmente l'esperienza di fede nel paradiso. La quale, malgrado tutti gli illuminismi, continua a determinare la vita di un numero incalcolabile di individui.

Ipazia:

No, si sa quanto difficile sia superare l'esperienza di fede nel paradiso. Che è una fede al quadrato: perchè no una più realistica esperienza di fede nell'inferno ? Nell'Ade oscura dei nostri meno allucinati antenati greci ? Anche le illusioni hanno i loro bias. Che moltiplicati miliardi di volte non cambiano di uno iota la loro sostanza illusionale.

Franco:

Vorrei comprendere meglio la negazione. A chi si rivolge? Forse a daniele 75 secondo il rilievo mossogli da Franco? Se così non fosse, allora si riproporrebbe - anche in ordine alla comprensione della morte - la questione del senso della fede religiosa. Tirare in ballo allucinogeni, stati illusionali e simili, significa ridurre semplicisticamente le cose. 




Discussioni simili (5)