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La morale dei positivisti

Aperto da Raffaele Pisani, 23 Luglio 2018, 20:51:22 PM

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Raffaele Pisani

Senza i presupposti della coscienza e della libertà, così come sono comunemente intese da gran parte del pensiero filosofico e teologico, ha senso parlare di agire morale?
Era la questione che mi ero posto all'inizio di una riflessione su Roberto Ardigò, le risposte che ho trovato mi hanno convinto di più per ciò che riguarda la pars destruens che per quello che il filosofo cremonese propone.

sgiombo

Pur dissentendo non poco dal positivismo, credo che Ardigò meriterebbe una fortuna maggiore di quella che gli arride di fatto (ho visto che la sua opera principale da cui hai ricavato il titolo del tuo intervento é ripubblicata da qualche anno, ma solo in formato digitale da stampare, cosa che mi scoraggia ad acquistarla).

Ercole

Citazione di: Raffaele Pisani il 23 Luglio 2018, 20:51:22 PM
Senza i presupposti della coscienza e della libertà, così come sono comunemente intese da gran parte del pensiero filosofico e teologico, ha senso parlare di agire morale?
Era la questione che mi ero posto all'inizio di una riflessione su Roberto Ardigò, le risposte che ho trovato mi hanno convinto di più per ciò che riguarda la pars destruens che per quello che il filosofo cremonese propone.

Coerentemente non se ne potrebbe parlare; Aristide Gabelli pone invece alla base della sua Filosofia dell'Educazione proprio la libertà e la coscienza individuale e quindi l'agire morale, ma mi sembra più che altro che li presupponga e non li deduca...

Raffaele Pisani

Gabelli compare nei manuali di storia della filosofia accanto ad Ardigò e ad altri, pochi per la verità, positivisti italiani, quasi a chiudere il capitolo che vedeva all'estero i più rilevanti esponenti. Se esaminiamo il pensiero di Mill, Spencer e Comte vediamo che ognuno di loro è positivista in un modo suo proprio. 
Tornando al discorso della coscienza e della libertà, mi pare di poter dire che Ardigò non le nega, ma semplicemente ne descrive un'altra genesi. La sua argomentazione non poteva non trovare forti opposizioni in Italia, il pensiero spiritualista cristiano e quello neoidealista, opposti tra di loro, erano certamente concordi nell'opporsi al positivismo.

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