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La mente è olografica

Aperto da misummi, 29 Novembre 2024, 19:46:18 PM

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PhyroSphera

Citazione di: misummi il 29 Novembre 2024, 19:46:18 PMIl dibattito sulla realtà  olografica o meno continuerà a tempo indeterminato.
Quello che mi interessa è chiarirne un aspetto e lo farò con un esempio pratico.
Vedete un fiore,lo ammirate,lo osservate,lo prendete in mano e poi lo rompete.
Tutto questo non perchè lo odiate ma solo per discutere un esempio pratico.
Mentre voi interagite con il fiore,la vostra mente crea un video lapse di frame che compone un ologramma della vostra esperienza.
Se la memorizzate voi potete riviverla e quando rompete il fiore lo potete ricostruire,anzi,vi rendete conto che esso non viene mai distrutto!
La differenza tra realtà esterna e realtà mentale è questa: la mente crea time lapse e li organizza in ologrammi di esperienze.
Questa capacità deve aver impressionato gradualmente i nostri remoti antenati al punto di convincerli di essere in qualche modo "creatori di realtà". Non solo, ma anche di essere in qualche naniera "onnipotenti",magici, introducendo l'idea del divino nell'uomo.
Bisogna capire questo se si vuol capire l'evoluzione mentale umana in termini di cultura e, in particolare,di religioni ,scienza e tecnologia.
L'idea che la realtà sia un ologramma dipende proprio da queste caratteristiche della mente umana e non da una realtà olografica terrena e cosmica.
Su questo bisogna essere chiari per non perdere il contatto e il vissuto umano con la realtà stessa.
Quando io leggo ipotesi, affernazioni,supposizioni e ragionamenti che confondono la realtà olografata dalla mente umana con la realtà stessa,vedo una pericolosa deriva verso la follia.


La affermazione "la mente è olografica", oltre ad essere impropria, implica il problema del realismo e dell'idealismo, circa il dilemma su Pensiero e sua corrispondenza alla Realtà, con l'implicazione del rifiuto del positivismo scientifico. Quindi non trovo che la tua riflessione sia risolutiva.

MAURO PASTORE

misummi

L'unico problena qui sarebbero i tuoi thread e i tuoi post se uno li prendesse come contributi costruttivi al forum e non per quello che sono.

iano

#17
Citazione di: misummi il 02 Dicembre 2024, 04:43:34 AMUn pianeta piatto e piano popolato di piani e di piatti nel senso che vi ho spiegato divertendomici pure,sarebbe senz'altro possibile. Occuperebbe un disco di spazio molto ampio e sarebbe un oggetto davvero interessante!
Se con la produzione di ologrammi abbiamo dimostrato che le informazioni di un mondo a tre dimensioni sono riducibili a quelle di un mondo a due dimensioni, e viceversa, quante dimensioni ha effettivamente la realtà?
Io credo che se la realtà si presta indifferentemente ad essere descritta come uno spazio ad un numero diverso di dimensioni, allora la realtà non possiede dimensioni, ma  credo che un spazio ad un dato numero di dimensioni sia un modo di ''vederla'' fra tanti possibili.
In altri termini la realtà non è uno spazio ad N dimensioni,  ma uno spazio ad N dimensioni è solo uno dei possibili modi in cui possiamo organizzare le informazioni che riceviamo dalla realtà.
Nella percezione naturale ciò equivale a ''vedere'' la realtà.
Se la realtà non ha dimensioni, allora il fatto che noi la vediamo con un certo numero di dimensioni riguarda più noi che la realtà.
Se la realtà non ha dimensioni,  uno spazio ad N dimensioni è solo un modo di ''vederla'', cioè un modo di organizzare le informazioni che ci giungono dalla realtà.
Ciò che vediamo dunque è tutta una illusione?
SI, ma usando l'accortezza di dare all'illusione  un senso positivo.
Se la realtà ha un preciso numeri di dimensioni, e noi la vediamo in due dimensioni  o in alternativa anche in tre dimensioni, una delle due visioni deve per forza essere un illusione.
Ma se la realtà non ha dimensioni, nessuno dei diversi modi di vederla è un illusione, ma è nel senso positivo del termine che dicevo, uno dei tanti possibili modi di ''vedere'' la realtà.

L'ipotesi aliena non la possiamo escludere, ma ciò non significa che sia necessaria, e a me non pare necessaria.
Inoltre non sarebbe neanche rivoluzionaria, perchè come ha fatto notare Morpheus è stata già utilmente usata, e poi messa da parte, nel normale avvicendamento delle spiegazioni, ed è quell'ipotesi divina che non è vietato praticare, ma che sembra essere sempre meno necessario praticare, se non per il vuoto che sentiamo dentro quando smettiamo di farlo.
Ciò però non vale per tutti noi allo stesso modo, perchè l'abbandono di una ipotesi che è stata fin qui fondamentale non la si cancella con un colpo di spugna, ma somiglia più a una realtà che sembra svanire in un ologramma.



Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#18
Il punto di vista di un ignorante come me  sono convinto che possa essere utile, non perchè l'ignoranza sia un valore in sé, ovviamente, ma semplicemente perchè è diverso dagli altri.
Così mi pare di vedere in ognuno di voi un esperto in qualcosa che a furia di approfondire la materia di suo interesse tenda a vedere la realtà a ''modo suo'', nel che non vi sarebbe nulla di male, se ciò non tendesse ad escludere le alternative, tendendo col tempo a far coincidere la realtà col proprio punto di vista sulla realtà.
In ciò non c'è necessariamente nulla di male, sopratutto se si trova utilità nel proprio personale modo di vedere la realtà.
Inoltre credo che in quanto uomini abbiamo sviluppato un modo condiviso di vedere la realtà, non condiviso nel senso che abbiamo trovato accordo su di esso, perchè questo accordo se pure vi è, è da riferire  alla nostra evoluzione nel tempo.
Tuttavia un modo personale di vedere la realtà, per quanto condiviso, rimane pur sempre personale, anche se riferibile all'umanità intera.
In tal senso credo che ci sia un fraintendimento sulla scienza.
Essa infatti non si contrappone all'opinione, la doxa, per quanto unanime posa essere, ma essa si propone come opinione alternativa diversa, non contrapposta.
Essa propone cioè opinioni condivisibili, più che opinioni che sembrano nascere già condivise, come sembra essere il modo comune in cui la realtà ci appare.
Il diverso modo in cui la scienza ci suggerisce di ''vedere'' la realtà, non è da contrapporre a quello naturale, ma da affiancare ad esso.
Allo stesso tempo essa ci suggerisce in che modo il naturale modo di vedere la realtà sia nato, proponendocene uno alternativo che possiamo considerare dalla sua nascita fino ai giorni nostri, non necessariamente più valido, ma che presenta comunque una sua validità alternativa.
In un certo senso l'umanità, nella sua interezza, è come uno studioso che si è immerso con tale intensità nello studio di una particolare materia, che non riuscirà più a vedere la realtà se non con gli occhiali che ha per sua predilezione inforcato.

Il discorso che la scienza si opponga alla doxa sarebbe da rivedere, perchè la scienza ha il potere che possiede un opinione condivisa.
Cioè, se apprendiamo dai nostri errori, la scienza è un modo di sbagliare tutti insieme, cioè un modo di procedere insieme , nel bene nel male, per cui abbia senso ancora parlare di umanità in continuità col senso che l'evoluzione gli ha dato.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

misummi


Dio non gioca con i laser enon prende la gente per il c...o
Se la Terra si trova nel ginepraio che è, simulazione o meno, il Divino non centra niente.
C'entra l'umano e il non umano che si sono ibridati sin da tempi remoti e non possono più farne a meno.
L'ibridazione si è normalizzata e quindi,anche se ci fosse stata o ci sia ancora simulazione,sarebbe di prammatica e semplice manteninento.



iano

#20
Citazione di: misummi il 03 Dicembre 2024, 08:17:59 AMC'entra l'umano e il non umano
Se lo chiami Dio o non umano o alieno, non fa differenza, se non per il fatto che mostri di aver preso coscienza che almeno il nome, di qualunque cos si tratti, tocca a te darglielo, il che comunque non è poco.
Spostando il problema non lo risolvi, ma mostri di averne preso maggior coscienza. Quindi comunque bene, e avanti così.
La tua ipotesi sull'alieno infatti, in cosa differisce da quella di Dio, come mi pare ti abbia fatto notare Morpheus?
Comunque la tua evoluzione da Pensarbene a Misummi l'ho molto apprezzata, nel senso che non è cambiato solo il nome.
Quindi adesso e a te, nella tua nuova veste, che io chiedo se sei convinto che la realtà possieda un numero definibile di dimensioni, e a noi non resti altro che definirlo, oppure che , come io suggerisco, che l'avere dimensioni non sia una sua proprietà, ma essere il modo in cui a noi si manifesta l'avere dimensioni, per cui, non essendo univoco il modo in cui ci si può presentare, essa può di volta in volta considerarsi come ciò che ha ogni volta un diverso numero di dimensioni, essendo questa la proprietà che possiede uno spazio matematico, per definire il quale occorre prima definirne il numero di dimensioni.

Però finche tu con l'alieno supplisci al senso di vuoto che ti ha lasciato la dipartita di Dio, come a me pare, non credo che ce la farei con tutta la buona volontà a sorbirmi un nuovo profeta, non cambiando nulla esso se di se e del suo Dio non va più in là che del cambiargli nome.
Non dico che si del tutto possibile separare da noi la nostra dimensione spirituale, ma tu provaci comunque a farlo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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