La madre di tutte le domande (giochino filosofico)

Aperto da karmelomale, 23 Ottobre 2016, 20:28:26 PM

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sgiombo

Citazione di: karmelomale il 25 Ottobre 2016, 22:31:26 PM
Citazione di: sgiombo il 25 Ottobre 2016, 22:11:57 PM
Citazione di: karmelomale il 25 Ottobre 2016, 20:38:10 PM
CitazioneSi può sempre fare malignamente il processo alle intenzioni e trovare interpretazioni grette e meschine ai più magnanimi gesti di eroismo (egualmente da parte di credenti e di non credenti: sia per quanto riguarda magnanimità ed eroismo, sia per quanto riguarda interpretazioni grette e meschine), ma la realtà dei fatti é ben diversa (secondo me -e senza intenzioni offensive- per credere il contrario bisogna essere affetti da un pessimismo decisamente lugubre).

Faccio un solo esempio (di un credente fra i tantissimi di credenti e non credenti che potrei addurre).

Quale mai "tornaconto (magari ben nascosto, ben mascherato)" perseguiva Oscar Romero nell' insistere, dopo le ripetute minacce di morte degli (fra le altre cose) amiconi di Woytila, a denunciare e combattere l' oppressione del suo popolo fino a cadere da eroe (per me personalmente, a dispetto delle sue convinzioni soggettive, uno splendido martire delle lotte dei popoli contro l' imperialismo e per il socialismo), per la cronaca sull' altare e con il calice in mano?
Beh, adesso dire che il proprio tornaconto è sempre gretto e meschino mi pare esagerato, tanto più che io credo invece che un sano egoismo sia fondamentale per il buon funzionamento di una società, purché naturalmente non infranga le regole di buona convivenza e non vada ad invadere le libertà altrui. Romero poteva benissimo pensare che quel che stava facendo fosse giusto nella sua prospettiva di credente, che gli facesse "guadagnare dei punti" in una vita a venire. Lo so che a pensare male si fa peccato, però... Insomma, io non credo nel disinteresse allo stato puro. Come diceva La Rochefoucauld, le virtù si perdono nell'interesse come i fiumi nel mare.


CitazioneAnch' io non credo che il proprio tornaconto sia sempre gretto e meschino; però così avevo interpretato (a quanto pare male) le tue parole: "Se analizziamo onestamente in tutte le loro implicazioni gli atti più generosi e più "disinteressati" troviamo sempre che c'è di mezzo un qualche tornaconto (magari ben nascosto, ben mascherato, ma c'è).

Io lo nego: esistono comportamenti totalmente altruistici, generosie disinteressati.

Che chi é generosoo sia contento di donare, come che chi é affetto da cupidigia sia contento di arraffare, é semplicemente ovvio: contentezza = soddisfazione di aspirazioni; ciò che fa di un generoso un generoso non é la soddisfazione del donare (questo lo fa casomai un generoso contento) bensì l' aspirazione (soddisfatta o meno) di donare; così come ciò che fa di un taccagno un taccagno non é la soddisfazione di accumulare (questo lo fa casomai in taccagno contento), bensì l' aspirazione ad accumulare.

sgiombo

#31
Citazione di: karmelomale il 26 Ottobre 2016, 01:43:32 AM
Citazione di: Sariputra il 25 Ottobre 2016, 23:53:01 PM
@ karmelomale

Non capisco l'accostamento che fai tra società fondata su un ipotetico amore privo di egoismo ( o società disinteressata) e società povera materialmente
Quella che tu delinei è una società che non è mai esistita a questo mondo e mai esisterà allo stato attuale delle cose, perché implicherebbe la modificazione del DNA umano. Forse con l'eugenetica ci si arriverà un giorno. Avremo degli uomini santi OGM, perfettamente inseriti in un progetto collettivo, altamente burocratizzato e centralizzato, tutti miranti al bene comune, tutti pensanti allo stesso modo, simili in tutto alle formiche di un formicaio o alle  api di un alveare. Uomini che non si permetterebbero mai di avere un'iniziativa che non sia condivisa e messa ai voti, semplici meccanismi di un ingranaggio.

Un conto è immaginare che una simile società sia possibile, e un altro è realizzarla. Ci hanno provato in più parti del mondo, in diversi climi, fra diversi popoli: esperimenti di ingegneria socio-economica tutti falliti. Le utopie sociali sono i peggiori nemici dell'uomo perché astraggono completamente dal reale funzionamento dell'economia, dalle interazioni sociali degli individui e dalla conoscenza della psiche umana (soprattuto da questa). Astraggono ed ipnotizzano, perché le utopie sono belle da contemplare con la mente nella loro perfezione, e sono davvero troppo belle per non tentare di realizzarle, costi quel che costi. La Cina ha smesso di far la fame quando si è volta al capitalismo anema e core ("non importa se il gatto è bianco o è nero, basta che acchiappi il topo", diceva saggiamente Deng Xiaoping; e si è visto che il topo lo acchiappa assai meglio il capitalismo che non il comunismo). Oggi loro vengono qui da noi ad acquistare aziende e hanno cominciato a sviluppare una classe media che spende e spande. Chiedete ai cinesi se si stava meglio ai tempi del "Grande balzo in avanti": l'egoismo, la voglia di emergere, di conquistare, di consumare, di apparire, sono tutti "vizi"socialmente utili, che producono sviluppo e  benessere collettivo: piaccia o no bisogna farsene una ragione. Lo so che è "triste", ma è così. Io sono un figlio di Machiavelli: dura lex, sed ita lex.

Non nego che su piccola scala, ma veramente su scala molto ridotta, e fra gente entusiasta e volontariamente (non per costrizione dall'alto!) impegnata in simili progetti si siano potute avere delle collettività ben funzionanti secondo principi di condivisione, ecc. Penso a certe comunità monastiche medievali o più di recente ai kibbutz dei primi coloni israeliani. Ma su grande scala queste cose si sono rivelate impossibili e deleterie.
CitazioneEvito di considerae i "casi concreti" come quello cinese (sulla cui valutazione da parte tua mi limito a segnalare doverosamete -per essere a posto in coscienza- il mio totale dissenso) perché li ritengo argomenti non consoni al forum e pericolosi per la convivenza (sia pur telematica) dei frequentatori.

Noto solo che fra "perfezione utopica" e accettazione passiva dello stato di cose presente ce ne passa!
Stato di cose presente quanto mai miserabile e in via di costante peggioramento: basta guardarsi intorno e, se si ha una certa età (come purtroppo io), confrontare il mondo di oggi e quello di trent' anni fa, quando ancora era in piedi il muretto di Berlino (il diminutivo mi pare appropratissimo tenendo conto degli enormi muri materiali proliferati dopo e tuttora proliferanti e del micidialissimo, malgrado la sua "immaterialità, "muro virtuale" successivamete eretto fra Africa e Lampedusa; muri che nessun giornalista politicamente corretto chiamerà mai "della vergogna": evidentemente ne sono fieri!); e secondo me tutto ciò non é "a caso".

Pretendere la perfezione porta inevitabilmente ad accettare il marcio attuale, ma se si é disposti a sporcarsi le mani qualcosa per migliorare notevolmente il mondo si può certamente fare (costa sacrifico e richiede lucidità mentale e senso critico; e credo serva, fra l' altro, fare un buon uso di Machiavelli; un saluto cordialissimo a Sari, che stimo sempre molto malgrado questo dissenso; nel cesso ci getteri personalmente, fra i molto altri, Mandeville).



Duc in altum!

**  scritto da karmelomale:
CitazioneSì sì, ma vorrei vedere quanti cristiani oggi sarebbero disposti a vivere in una società di santi talmente disinteressati e amorevoli da non avere la benché minima volontà di progredire sul terreno materiale, perché ciò significherebbe mescolarsi con le cose del mondo, con le cose vane. Pacomio, in un'epoca di scarsa produttività e di crisi profonda della società poteva organizzare i suoi cenobiti, ma oggi chi resiste due ore senza l'acqua corrente e senza tutte le comodità del mondo? Ma neanche il papa! Agostino era un utopista (ma ai santi si perdonano queste ingenuità). Mandeville era un realista: guardava alla società come funziona  e non come dovrebbe essere.
Se esiste Dio, il progresso materiale sarebbe pur sempre, nei fondamentali, opera Sua, mentre le cose vane (l'abuso delle cose del mondo), sono per volontà dell'uomo.

Secondo, se qualcuno non resistesse, è pregato di definirsi come meglio desidera, meno che cristiano

Terzo, se Dio esistesse, la società senza Dio non è società, ma l'inferno.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

sgiombo

Citazione di: Duc in altum! il 26 Ottobre 2016, 09:42:43 AM



Secondo, se qualcuno non resistesse, è pregato di definirsi come meglio desidera, meno che cristiano

CitazioneBeh, non per pretendere di insegnare il cristianesimo a nessuno e men che meno a un superconoscitore come Duc, però mi sembra che qualcuno una volta disse: "chi é senza peccato scagli la prima pietra!".

Resistere alle tentazioni é difficile per tutti e nessuno (se non Dio, per chi ci crede) é perfetto.

baylham

Citazione di: karmelomale il 25 Ottobre 2016, 20:38:10 PM
 Un medico dei secoli passati, Bernard Mandeville, ha dimostrato con una sua favola autommentata che i vizi privati, e quindi gli egoismi, l'agire in vista di un proprio tornaconto, sono cose estremamente utili al fine della prosperità di una società.

Le dimostrazioni (di natura logico-matematica) si danno all'interno di una struttura formale, con ipotesi, postulati, e regole di derivazione.
Mandeville ha sostenuto allegoricamente, non dimostrato, che dai vizi privati derivi la pubblica virtù.
C'è una bella differenza tra sostenere e dimostrare.

Duc in altum!

**  scritto da sgiombo:
CitazioneBeh, non per pretendere di insegnare il cristianesimo a nessuno e men che meno a un superconoscitore come Duc, però mi sembra che qualcuno una volta disse: "chi é senza peccato scagli la prima pietra!".

Resistere alle tentazioni é difficile per tutti e nessuno (se non Dio, per chi ci crede) é perfetto.
Certo, nessuno può esistere, vivere e salvarsi, senza la misericordia divina, ma nelle 7 opere di misericordia spirituale, al N°2, c'è scritto: insegnare a chi non sa.
 Quindi se qualcuno dice: "...vorrei vedere quanti cristiani oggi sarebbero disposti a vivere in una società di santi talmente disinteressati e amorevoli da non avere la benché minima volontà di progredire sul terreno materiale...", semplicemente è consigliabile cambiare il termine cristiani con cittadini, umani, persone, individui, ecc. ecc., giacché il rispondere con il rifiuto o l'indifferenza, alla volontà divina (un'eventuale, secondo me improbabile, assenza di progresso materiale, perché la S.T. è spirito e materia), automaticamente, ci allontana dall'essere cristiani, fin quando non ci pentissimo dell'offesa recata.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

sgiombo

Citazione di: Duc in altum! il 26 Ottobre 2016, 12:09:47 PM
**  scritto da sgiombo:
CitazioneBeh, non per pretendere di insegnare il cristianesimo a nessuno e men che meno a un superconoscitore come Duc, però mi sembra che qualcuno una volta disse: "chi é senza peccato scagli la prima pietra!".

Resistere alle tentazioni é difficile per tutti e nessuno (se non Dio, per chi ci crede) é perfetto.
Certo, nessuno può esistere, vivere e salvarsi, senza la misericordia divina, ma nelle 7 opere di misericordia spirituale, al N°2, c'è scritto: insegnare a chi non sa.
Quindi se qualcuno dice: "...vorrei vedere quanti cristiani oggi sarebbero disposti a vivere in una società di santi talmente disinteressati e amorevoli da non avere la benché minima volontà di progredire sul terreno materiale...", semplicemente è consigliabile cambiare il termine cristiani con cittadini, umani, persone, individui, ecc. ecc., giacché il rispondere con il rifiuto o l'indifferenza, alla volontà divina (un'eventuale, secondo me improbabile, assenza di progresso materiale, perché la S.T. è spirito e materia), automaticamente, ci allontana dall'essere cristiani, fin quando non ci pentissimo dell'offesa recata.
CitazioneVa beh, ti ringrazio per il chiarimento e ti abbraccio (un po' freddamente; domani mi sarà passata del tutto).

karmelomale

Citazione di: Sariputra il 26 Ottobre 2016, 08:27:31 AM
Accidenti!...mi dispiace...allora la tua bocca ha preso proprio il sopravvento!  ::)
Se mi dici che il capitalismo è la risposta alla miseria umana e spirituale dell'uomo...beh!...che cosa vuoi che aggiunga?
Tra l'altro non hai proprio inteso, mi pare, il senso di quello che ho scritto...che non parlava di comunismo, collettivismo, capitalismo, ismo...
Voleva essere una riflessione sulla possibilità del bene e della giustizia, mentre , da sempre, si sceglie socialmente e personalmente l'ingiustizia.
Tant'è...
L'utopia, seppur irrealizzabile, è uno sprone verso...
Abdicare  al capitalismo e al consumismo, e ritenerlo bene comune, inteso come bene, come progetto che non sia solamente allargare la bocca e la panza, senza intuire il dirupo verso cui ci sta trascinando mi sembra molto, molto...diciamo molto... ecco! ;D
Essere seduti dentro un carro che appare meraviglioso, pieno di ninnoli e lucette, con la panza piena, ma senza un misero finestrino per guardare che sta correndo verso il baratro è una patetica  illusione dell'uomo. Ma a molti, a quasi tutti, sembra bastare....

P.S. E' vero che avrei potuto formulare più correttamente la domanda al genio della lampada in questa maniera:
     Sarà mai possibile costruire una società fondata sull'amore privo di egoismo, quindi sulla giustizia?
Namaste :)

II° P.S.  Sgiombo...il saluto buddhista ( ma usato in mezza Asia) "Namaste" ha così tanti significati che ci vorrebbe un trattato per spiegarli tutti. Quello che preferisco è: "La dignità che è in me riconosce la dignità che è in te".

III° P.S. Buttate nel cesso Machiavelli!  8)

Non voglio insistere su questo punto perché ritengo di aver espresso il mio pensiero. Questo thread mi serviva per tastare un po' il polso allo "zoccolo duro" del forum, per conoscervi meglio e anche per farmi conoscere da voi. :)

mchicapp

non chiedeteci come e perché G. si ritrovò tra le mani una lampada magica. bastava strofinarla e sarebbe apparso un genio in grado di rispondere a una sola domanda.
non chiedeteci da chi o come fu costruita. 
mentre G. teneva con apprensione tra le mani la lampada. si sentiva seccare la saliva, il respiro diventare corto e affannato. aveva paura, una paura folle di sbagliare domanda. si chiedeva cosa era veramente per lui importante conoscere. 
esiste il paradiso? esiste dio? cosa c'è dopo la morte?
pensava e ripensava alla domanda da porgere.
nell'attesa la ripose con cura dentro una scatola e mise la scatola in fondo a un cassetto del suo comò.
la prima notte non chiuse occhio, ma la seconda si addormentò di schianto.
riprese la sua vita, continuò a svolgere il suo lavoro. ad un certo punto gli venne la tentazione di usare la lampada per sapere se avrebbe avuto la promozione che agognava da tanto tempo. non ebbe il coraggio. si disse che sarebbe stata una cosa stupida, bastava aspettare qualche settimana e ci sarebbe stato il consiglio di amministrazione. subito dopo si sarebbe saputo.
in effetti ebbe la promozione aspettata.
e anche se non l'avesse avuta sarebbe stata comunque una domanda sciocca.
si convinse che la domanda giusta doveva essere una di quelle la cui risposta non si può conoscere solo aspettando.
quando conobbe la ragazza che sarebbe diventata sua moglie G ebbe la tentazione di prendere la lampada per conoscere i reali sentimenti che la ragazza di cui si era innamorato provava verso di lui.
ebbe paura della risposta del genio della lampada e neanche quel giorno trasse fuori la lampada dalla sua custodia.
il seguito verrà. 

karmelomale

Citazione di: Eutidemo il 26 Ottobre 2016, 06:28:19 AM
La domanda è indubbiamente una sola, benchè articolata; ed infatti il Genio potrà tranquillamente rispondere  con un solo SI' o con un solo NO, senza violare i termini del postulato.

In effetti è un trucco possibile per aggirare il limite posto da una sola domanda.
Io credo che le conseguenze più dirompenti si potrebbero avere con domande molto circostanziate, che lascerebbero intatte le questioni "primarie", però avrebbero il vantaggio di porre fine ad un dubbio in modo netto, o di eliminare qualche mito. Solo che, come ho già detto, è pericoloso togliere all'uomo i suoi miti consolatori.
A ben considerare la questione, forse le domande più interessanti da fare e con maggiori conseguenze utili sarebbero domande del tipo: "è possibile conciliare la teoria della relatività con la meccanica quantistica?" Oppure: "Esistono altri universi oltre a questo?". O ancora: "Esistono forme di vita intelligente al di fuori della terra che siano raggiungibili e con cui si possa comunicare?". E anche: "L'umanità passerà tutto il futuro che le rimane sulla terra?"

karmelomale

Citazione di: mchicapp il 26 Ottobre 2016, 18:21:47 PM
non chiedeteci come e perché G. si ritrovò tra le mani una lampada magica. bastava strofinarla e sarebbe apparso un genio in grado di rispondere a una sola domanda.
non chiedeteci da chi o come fu costruita.
mentre G. teneva con apprensione tra le mani la lampada. si sentiva seccare la saliva, il respiro diventare corto e affannato. aveva paura, una paura folle di sbagliare domanda. si chiedeva cosa era veramente per lui importante conoscere.
esiste il paradiso? esiste dio? cosa c'è dopo la morte?
pensava e ripensava alla domanda da porgere.
nell'attesa la ripose con cura dentro una scatola e mise la scatola in fondo a un cassetto del suo comò.
la prima notte non chiuse occhio, ma la seconda si addormentò di schianto.
riprese la sua vita, continuò a svolgere il suo lavoro. ad un certo punto gli venne la tentazione di usare la lampada per sapere se avrebbe avuto la promozione che agognava da tanto tempo. non ebbe il coraggio. si disse che sarebbe stata una cosa stupida, bastava aspettare qualche settimana e ci sarebbe stato il consiglio di amministrazione. subito dopo si sarebbe saputo.
in effetti ebbe la promozione aspettata.
e anche se non l'avesse avuta sarebbe stata comunque una domanda sciocca.
si convinse che la domanda giusta doveva essere una di quelle la cui risposta non si può conoscere solo aspettando.
quando conobbe la ragazza che sarebbe diventata sua moglie G ebbe la tentazione di prendere la lampada per conoscere i reali sentimenti che la ragazza di cui si era innamorato provava verso di lui.
ebbe paura della risposta del genio della lampada e neanche quel giorno trasse fuori la lampada dalla sua custodia.
il seguito verrà.


Adoro le tue microstorie. Credo già di sapere dove si andrà a parare... però è interessante, un po' come La pelle di zigrino di Balzac  :D

mchicapp

Citazione di: karmelomale il 26 Ottobre 2016, 19:18:05 PM
Citazione di: mchicapp il 26 Ottobre 2016, 18:21:47 PMnon chiedeteci come e perché G. si ritrovò tra le mani una lampada magica. bastava strofinarla e sarebbe apparso un genio in grado di rispondere a una sola domanda. non chiedeteci da chi o come fu costruita. mentre G. teneva con apprensione tra le mani la lampada. si sentiva seccare la saliva, il respiro diventare corto e affannato. aveva paura, una paura folle di sbagliare domanda. si chiedeva cosa era veramente per lui importante conoscere. esiste il paradiso? esiste dio? cosa c'è dopo la morte? pensava e ripensava alla domanda da porgere. nell'attesa la ripose con cura dentro una scatola e mise la scatola in fondo a un cassetto del suo comò. la prima notte non chiuse occhio, ma la seconda si addormentò di schianto. riprese la sua vita, continuò a svolgere il suo lavoro. ad un certo punto gli venne la tentazione di usare la lampada per sapere se avrebbe avuto la promozione che agognava da tanto tempo. non ebbe il coraggio. si disse che sarebbe stata una cosa stupida, bastava aspettare qualche settimana e ci sarebbe stato il consiglio di amministrazione. subito dopo si sarebbe saputo. in effetti ebbe la promozione aspettata. e anche se non l'avesse avuta sarebbe stata comunque una domanda sciocca. si convinse che la domanda giusta doveva essere una di quelle la cui risposta non si può conoscere solo aspettando. quando conobbe la ragazza che sarebbe diventata sua moglie G ebbe la tentazione di prendere la lampada per conoscere i reali sentimenti che la ragazza di cui si era innamorato provava verso di lui. ebbe paura della risposta del genio della lampada e neanche quel giorno trasse fuori la lampada dalla sua custodia. il seguito verrà.
Adoro le tue microstorie. Credo già di sapere dove si andrà a parare... però è interessante, un po' come La pelle di zigrino di Balzac :D

sapevo che tu ogni tanto leggessi le mie microstorie, non sapevo che addirittura le adorassi. grazie 

mchicapp

Citazione di: mchicapp il 26 Ottobre 2016, 18:21:47 PMnon chiedeteci come e perché G. si ritrovò tra le mani una lampada magica. bastava strofinarla e sarebbe apparso un genio in grado di rispondere a una sola domanda. non chiedeteci da chi o come fu costruita. mentre G. teneva con apprensione tra le mani la lampada. si sentiva seccare la saliva, il respiro diventare corto e affannato. aveva paura, una paura folle di sbagliare domanda. si chiedeva cosa era veramente per lui importante conoscere. esiste il paradiso? esiste dio? cosa c'è dopo la morte? pensava e ripensava alla domanda da porgere. nell'attesa la ripose con cura dentro una scatola e mise la scatola in fondo a un cassetto del suo comò. la prima notte non chiuse occhio, ma la seconda si addormentò di schianto. riprese la sua vita, continuò a svolgere il suo lavoro. ad un certo punto gli venne la tentazione di usare la lampada per sapere se avrebbe avuto la promozione che agognava da tanto tempo. non ebbe il coraggio. si disse che sarebbe stata una cosa stupida, bastava aspettare qualche settimana e ci sarebbe stato il consiglio di amministrazione. subito dopo si sarebbe saputo. in effetti ebbe la promozione aspettata. e anche se non l'avesse avuta sarebbe stata comunque una domanda sciocca. si convinse che la domanda giusta doveva essere una di quelle la cui risposta non si può conoscere solo aspettando. quando conobbe la ragazza che sarebbe diventata sua moglie G ebbe la tentazione di prendere la lampada per conoscere i reali sentimenti che la ragazza di cui si era innamorato provava verso di lui. ebbe paura della risposta del genio della lampada e neanche quel giorno trasse fuori la lampada dalla sua custodia. il seguito verrà.

lo stato dell'innamoramento ha la capacità di proiettare un essere umano in altri spazi e altri tempi e, se l'innamoramento è corrisposto, si vive la felicità. toccare il cielo con un dito è spesso l'espressione adoperata. trasumanar significar per verba non si poria. visse momenti intensi, appaganti, rigogliosi e la decisione di sposarsi venne da sé. tutto concentrato in questa sua nuova e per lui sconosciuta situazione si dimenticò della lampada. non aveva alcuna domanda sul futuro che gli sembrava serbargli ogni meravigliosa realizzazione di tutti i suoi desideri.
i primi tempi del matrimonio furono meravigliosi. mai avrebbe immaginato che fosse possibile una così profonda intesa tra due esseri umani. talvolta l'intesa tra i due coniugi innamorati gli sembrava di natura magica, esoterica, misteriosa, come quando succedeva di avere nello stesso momento lo stesso pensiero o come quando capitavano curiose coincidenze. 
con il passare dei mesi la consuetudine attuò il senso della meraviglia e dell'inaspettato, ma non finì il fortissimo sentimento di amore e di sincero affetto.
accolse la notizia che sarebbe diventato padre di un bambino con gioa. la sola vista della moglie con la pancia sempre più voluminosa gli metteva tenerezza e complicità.
chi è felice non ha bisogno di nulla, men che meno di lampade magiche.
il seguito verrà 

graziashadow1

"Last train home"  ( l'ultimo treno per  la libertà) cantavano e suonavano i Judas Priest negli anni 70 
Ritrovare la libertà ,la propria identità, ritornare a casa.
Il gruppo  preso di mira e criticato,veniva tacciato di perversione ,i testi delle canzoni giudicati immorali per i messaggi che lanciavano in  quelle  società apparentemente referenziate ,dai risvolti religiosi.Succedeva negli anni 70.
Bene.il cammino evolutivo  umano etico e morale è rimasto lo stesso anzi , no! è peggiorato. 
Ahivoglia a fare retorica scrivendo una marea di parole per dire  la stessa cosa.
Il brano de Judas è  una scusa che fa riflettere.

Andando avanti di questo passo la razza bianca sopravviverà?  

Grazie genio ;)

mchicapp

Citazione di: mchicapp il 26 Ottobre 2016, 21:13:38 PM
Citazione di: mchicapp il 26 Ottobre 2016, 18:21:47 PMnon chiedeteci come e perché G. si ritrovò tra le mani una lampada magica. bastava strofinarla e sarebbe apparso un genio in grado di rispondere a una sola domanda. non chiedeteci da chi o come fu costruita. mentre G. teneva con apprensione tra le mani la lampada. si sentiva seccare la saliva, il respiro diventare corto e affannato. aveva paura, una paura folle di sbagliare domanda. si chiedeva cosa era veramente per lui importante conoscere. esiste il paradiso? esiste dio? cosa c'è dopo la morte? pensava e ripensava alla domanda da porgere. nell'attesa la ripose con cura dentro una scatola e mise la scatola in fondo a un cassetto del suo comò. la prima notte non chiuse occhio, ma la seconda si addormentò di schianto. riprese la sua vita, continuò a svolgere il suo lavoro. ad un certo punto gli venne la tentazione di usare la lampada per sapere se avrebbe avuto la promozione che agognava da tanto tempo. non ebbe il coraggio. si disse che sarebbe stata una cosa stupida, bastava aspettare qualche settimana e ci sarebbe stato il consiglio di amministrazione. subito dopo si sarebbe saputo. in effetti ebbe la promozione aspettata. e anche se non l'avesse avuta sarebbe stata comunque una domanda sciocca. si convinse che la domanda giusta doveva essere una di quelle la cui risposta non si può conoscere solo aspettando. quando conobbe la ragazza che sarebbe diventata sua moglie G ebbe la tentazione di prendere la lampada per conoscere i reali sentimenti che la ragazza di cui si era innamorato provava verso di lui. ebbe paura della risposta del genio della lampada e neanche quel giorno trasse fuori la lampada dalla sua custodia. il seguito verrà.
lo stato dell'innamoramento ha la capacità di proiettare un essere umano in altri spazi e altri tempi e, se l'innamoramento è corrisposto, si vive la felicità. toccare il cielo con un dito è spesso l'espressione adoperata. trasumanar significar per verba non si poria. visse momenti intensi, appaganti, rigogliosi e la decisione di sposarsi venne da sé. tutto concentrato in questa sua nuova e per lui sconosciuta situazione si dimenticò della lampada. non aveva alcuna domanda sul futuro che gli sembrava serbargli ogni meravigliosa realizzazione di tutti i suoi desideri. i primi tempi del matrimonio furono meravigliosi. mai avrebbe immaginato che fosse possibile una così profonda intesa tra due esseri umani. talvolta l'intesa tra i due coniugi innamorati gli sembrava di natura magica, esoterica, misteriosa, come quando succedeva di avere nello stesso momento lo stesso pensiero o come quando capitavano curiose coincidenze. con il passare dei mesi la consuetudine attuò il senso della meraviglia e dell'inaspettato, ma non finì il fortissimo sentimento di amore e di sincero affetto. accolse la notizia che sarebbe diventato padre di un bambino con gioa. la sola vista della moglie con la pancia sempre più voluminosa gli metteva tenerezza e complicità. chi è felice non ha bisogno di nulla, men che meno di lampade magiche. il seguito verrà

il bambino nacque bello, sano e forte, ciononostante gli venne una forma di apprensione verso il futuro del figlio. gli venne la tentazione di sapere se sarebbe cresciuto bene, se sarebbe stato felice, se sarebbe stato sano, se non gli sarebbe successa una qualche disgrazia.
la tentazione di strofinare la lampada era fortissima, lo trattenne il fatto che poi non avrebbe più potuto chiedere nulla al genio della lampada. magari in futuro avrebbe potuto pentirsi di aver sprecato questa occasione, in fondo nulla faceva presagire qualcosa di negativo o di tragico circa il futuro del figlio appena nato.
avrebbe cercato di crescere il figlio nel modo migliore possibile, senza saper nulla del futuro.
si convinse che era meglio non conoscere nulla circa il futuro del figlio. solo così, senza saper nulla, sarebbe stato in grado di vivere in pienezza quel che la vita avrebbe riservato alla sua famiglia.
supponiamo infatti che il genio gli avesse detto che il destino del figlio era piuttosto triste o tragico, supponiamo che gli avesse prospettato malattie mortali o disgrazie fatali, ma come avrebbe fatto a reggere sapendo quel che sarebbe successo? 
meglio quindi non sapere e riservarsi per altre circostanze la possibilità di conoscere il futuro.     

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