La madre di tutte le domande (giochino filosofico)

Aperto da karmelomale, 23 Ottobre 2016, 20:28:26 PM

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epicurus

Citazione di: viator il 18 Gennaio 2018, 13:24:13 PM
Salve.Per Epicurus : Vedi, tra il Dio dei filosofi (cioè dei dubitanti) e quello dei religiosi (cioè dei credenti) non esistono differenze apprezzabili in via essenziale. Gli attributi fondamentali e qualificanti dell'Ente-Entità divina sono la sovrumanità, l'onnipresenza, l'immortalità, l'onniscienza, l'imperscutabilità.......il tutto racchiuso in un solo termine : l'assolutezza.

Conosci qualche religione monoteista che, messa alle strette, neghi a Dio qualcuno degli attributi sopra elencati o gliene attribuisca altri in contraddizione di essi ??.

Per le religioni (definizione : ideologie metafisiche organizzate dotate di una dottrina e di una struttura) il dover ammettere l'assolutezza di Dio è una gran fregatura. Per questa ragione tale assolutezza risulta sempre sottintesa e mai esplicita.

Le religioni possono ammettere solo a denti stretti che Dio sia imperscrutabile ed assoluto poiché esse vivono dell'interpretazione della volontà del proprio Dio, in secca contraddizione con i due attributi divini cui ho appena sora accennato.

Viador, faccio fatica ad interpretare questo tuo intervento legandolo al nostro scambio precedente. Ribadisco: se per te (tua personalissima definizione) una condizione sufficiente per chiamare "dio" un ente è che questo sia onnisciente, ok, ti dissoci dal suo uso abituale, ma già l'uso abituale è così fortemente ambiguo che non mi pare una cosa così problematica.

Tu elenchi una serie di attributi "divini" e definisci "dio" come l'ente che li possiede tutti. Ma allora, delle due l'una: "dio" è quell'ente che li possiede tutti o basta l'onniscienza per dirsi "dio" (sempre secondo al tuo modo personalissimo di usare tale parola)?

Comunque questa questione rischia di portarci troppo lontano dall'argomento di questo topic.

viator

#61
Salve. per Epicurus: Hai ragione, siamo già OT e quindi con questo mio lascio l'argomento "Dio". Il fatto è che non c'è nessuna differenza tra il possere uno solo degli attributi che ho citato e possederli tutti. Un qualsiasi attributo fa parte del relativo sinchè è limitato, ma una volta che la sua misura sparisca e diventi infinito, esso diventa solo una espressione dell'assoluto. Entriamo nella TOTALITA', cioè in uno dei sinonimi dell'assoluto, il TUTTO.
Possedere l'onniscienza significa conoscere tutto ciò che ha agito, che agisce ed agirà. Ovvio che la cosa implica l'essere esistiti da sempre, esistere e continuare ad esistere per sempre, e questa sarebbe l'immortalità. Implica anche l'essere stati, lo stare e lo stare in futuro dovunque, e questa sarebbe l'ubiquità.......e via di questo passo.

L'assoluto-Dio è singolare e contiene la massima (infinita??) misura di tutti i relativi dai quali è composto. Spero di essere risultato meno oscuro. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

Vi siete dimenticati forse la domanda più importante in assoluto, molto più di Dio e similari, cioè "Ha un senso il dolore?": se la risposta è SI, allora ciò che mi capita di negativo sarà sopportato meglio, poiché, anche se non lo comprendo, so che ha un significato; se la risposta è un amaro No allora se tutto mi va storto posso anche togliermi la vita visto che non si può ravvisare un senso alla mia condizione esistenziale negativa. Non trovate?

viator

Salve. Per Socrate78 : Bravo ! Questa è la vera regina delle domande esistenziali. Infatti il perché (umano) della sofferenza è il mistero davanti al quale sia la filosofia che la fede non dovrebbero che tacere (anche se la fede vuole a tutti costi dire la sua).
Quindi, come tu stesso dici, un "sì" del Genio lascerebbe delusi tutti e provocherebbe la conversione di quasi tutti gli atei.
Viceversa un suo "no" lascerebbe tutti disperati, provocherebbe un'impennata di suicidi ed il collasso di tutte le religioni organizzate.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

epicurus

Viador, riguardo alla tua definizione di "dio", magari ne parliamo un'altra volta in un topic specifico.  ;)

Viador, Socrate, per me le domande come "qual è il senso della vita?" o "qual è il senso del dolore?" sono molto problematica, a dir poco. Ho espresso il mio pensiero in merito a questa tematica nel topic Un motivo per vivere.

Il_Dubbio

Io farei questa domanda:

esiste la possibilità che qualcosa o qualcuno possa rendere la mia vita eterna?

---

se la risposta fosse affermativa una delle alternative che renderebbe la vita eterna sarebbe vera. Siccome non è possibile fare un'altra domanda non potremmo esclude una di queste alternative. Sarebbero quindi potenzialmente valide ad esempio il paradiso, l'incarnazione, la struttura dell'universo (ad esempio un universo ciclico) o anche la possibilità che l'uomo un giorno scopra l'elisir dell'eternità.
In caso di risposta negativa...amen!

Socrate78

Secondo me è teoricamente possibile che in futuro ci sia qualcosa che renda prolungabile all'infinito ed eterna la vita di una persona. Basterebbe intervenire sui meccanismi genetici che regolano l'invecchiamento, ad esempio togliendo la porzione di gene che darebbe il comando alle cellule di degenerare. Solo che, nella pratica, quest'intervento potrebbe avere effetti collaterali devastanti e imprevedibili, ma se si riuscisse a controllare il processo si avrebbe un individuo eternamente giovane e quindi con una durata della vita teoricamente illimitata.

viator

Salve. Per Socrate78 : Speriamo non accada. Credo che tu e molti altri intendano l'immortalità umana come una condizione per la quale calendari ed orologi continuano ad andare avanti mentre l'uomo non invecchia biologicamente pur mantenendo coscienza e memoria.

Si tratta di stabilire se ci auguriamo che tale immortalità venga democraticamente distribuita a tutti o solo a qualche "privilegiato".

Se fosse per tutti, ci sarebbe qualche PICCOLISSIMO problema demografico, a meno di rinunciare (in pratica, impedire con la forza) al sesso procreativo, alla compagnia dei figli, all'innovazione (cacchio volete che innovi uno che ha 732 anni e ha perso la paura di morire ??). Ma questi ancora sarebbe gli aspetti meno seri della cosa.

La tragedia sarebbe sul piano esistenziale individuale.

A parte che l'immortalità non potrebbe includere l'abolizione della sofferenza (lo raccontate voi a chi sarebbe destinato a vivere eternamente od estesamente nel dolore, oppure gli direste che a lui l'immortalità "fa male", negandogliela ?), anche nel più favorevole dei casi cosa succederebbe ? Vivere non significa sopravvivere ai calendari. Comunque, dopo un certo numero di secoli trascorsi a provare di tutto, non troveremmo più interesse in nulla. Avete presente il motto che dice "Meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora" ?? Subentrerebbe una noia esistenziale veramente "mortale" !! Dopo aver tutto provato e vissuto, ci troveremmo alla fine talmente nauseati, cinici ed annoiati da essere costretti ad invocare piangendo la morte.

Se invece l'immortalità (o la grande sopravvivenza) risultassero un privilegio per ricchi, oltre certi limiti chi non se la potrebbe permettere non tollererebbe ciò e si scatenerebbero conflitti che provvederebbero a ristabilire le medie demografiche di vita !!
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Il_Dubbio

la mia domanda in caso di risposta negativa risolverebbe un sacco di problemi filosofici e molti risulterebbero anche inutili, eliminerebbe in un colpo solo tutte le religioni, e darebbe un contributo per la comprensione fisica del nostro universo.

Per fortuna o per sfortuna è solo un giochino

Socrate78

Non sono d'accordo sul fatto che se si prova tutto poi si è annoiati, non è detto. Se si sta bene davvero non si prova noia, ma semplicemente si è felici. Allora anche il Paradiso caldeggiato dalle religioni potrebbe essere noioso, visto che alla fine è un'esistenza eterna, giusto? Meglio morire e finire ad un certo punto nel nulla per voi?

Mymind

Gli chiederei se sia possibile determinare contemporanemante la posizione e il moto di un elettrone . Anche se ero tentato da chiedere se ci fosse un qualcosa dopo la morte preferirei vivere nel fascino del mistero, tanto se fosse positiva lo "vedrò" se no non mi si pone il dilemma.

Eutidemo

Rileggendo il mio primo intervento del 24 Ottobre 2016, mi sono accorto di aver scritto una cosa un po' sciocca, e, cioè: "La prima domanda che verrebbe da fare, è se esiste DIO o no." ;)
Riflettendoci, in effetti, sarebbe una domanda inutile, perchè, se davvero il genio fosse "onnisciente" (per postulato anapodittico), allora Dio sarebbe Lui; e, quindi, non avrei neanche bisogno di chiederglielo!  :D
Se, invece, non fosse onnisciente, sarebbe egualmente inutile chiederglielo, perchè non potrebbe saperlo con certezza! ;)

epicurus

Citazione di: Eutidemo il 21 Febbraio 2018, 06:54:49 AM
"La prima domanda che verrebbe da fare, è se esiste DIO o no."
[...] sarebbe una domanda inutile, perchè, se davvero il genio fosse "onnisciente" (per postulato anapodittico), allora Dio sarebbe Lui; e, quindi, non avrei neanche bisogno di chiederglielo!  :D

Dipende. Se tu consideri "Dio" e "Ente onnisciente" due sinonimi perfetti, allora sì, la domanda è inutile. In caso contrario, sei probabilmente come la maggior parte delle persone e la tua domanda continua a rimanere informativa.  ;D

Eutidemo

La mia, ovviamente, era una po' una battuta! ;)
Ad ogni modo io non intendevo definire "Dio" come l'"Ente onnisciente", bensì come un "Ente che è ANCHE onnisciente", oltre a tante altre cose ancora; e, quindi, non li considero  due "sinonimi perfetti".
Però non c'è dubbio che soltanto Dio può davvero "sapere tutto", e non certo un qualunque "genio della lampada"! :)
Questo, però, a voler dare una definizione "catafatica" di Dio, sebbene io propenda più per quella "apofatica"; e, eventualmente, per una  modalità "mistica", ovvero illuminativa o ingiuntiva che dir si voglia, al fine di effettivamente conoscerlo (ammesso che la cosa sia possibile). :)

epicurus

Citazione di: Eutidemo il 24 Febbraio 2018, 11:53:08 AM
La mia, ovviamente, era una po' una battuta! ;)
Be', da quel che scrivi dopo non sembra proprio.  ;D

Citazione di: Eutidemo il 24 Febbraio 2018, 11:53:08 AMAd ogni modo io non intendevo definire "Dio" come l'"Ente onnisciente", bensì come un "Ente che è ANCHE onnisciente", oltre a tante altre cose ancora; e, quindi, non li considero  due "sinonimi perfetti".
Però non c'è dubbio che soltanto Dio può davvero "sapere tutto", e non certo un qualunque "genio della lampada"! :)
Da un punto di vista logico non è affatto necessario che l'ente onnisciente sia anche il dio che tu concepisci (l'ente con le proprietà positive al massimo grado; oppure l'ente che non è finito in potenza, vita, ecc...). Cioè l'onniscienza non implica anche l'onnipotenza, l'essere creatore del tutto, ecc...  (Sempre a patto che l'onniscienza sia logicamente coerente, ma questo è un altro paio di maniche. :D)

Da qui la mia affermazione che la tua domanda iniziale non è inutile.  ;)

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