La funzione compensatrice dell'ispirazione artistica.

Aperto da Carlo Pierini, 17 Luglio 2018, 00:32:51 AM

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Carlo Pierini

Scrive Jung:

"Non tutti i sogni hanno la stessa importanza. Già i primitivi distinguevano tra "piccoli" e "grandi" sogni. [...]
A ben guardare i piccoli sogni sono frammenti della fantasia che compaiono ogni notte, provengono dalla sfera soggettiva e personale e, quanto al loro significato, si esauriscono nella vita quotidiana. La loro validità non va oltre le oscillazioni quotidiane dell'equilibrio psichico. Vi sono invece sogni pregni di significato, i quali spesso sono conservati nella memoria per tutta la vita, e formano non di rado il nucleo racchiuso nel forziere degli eventi psichici. [...] Essi contengono i cosiddetti «motivi mitologici» o «mitologemi», che io ho definito col termine di archetipi [...] e provengono dagli strati più profondi dell'inconscio collettivo. La loro significatività trapela - a prescindere dall'impressione soggettiva - già fin dalla loro plasticità, che mostra non di rado forza e bellezza poetiche. Essi si presentano perlopiù in periodi decisivi della vita, vale a dire nella prima giovinezza, durante la pubertà, a mezzo del cammino (fra i trentasei e i quarant'anni), e in cospectu mortis ". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.313]

"Come si sa per esperienza, la psiche oggettiva (l'inconscio) ha una indipendenza estrema. Se non l'avesse, non potrebbe esercitare la sua funzione peculiare: la compensazione della coscienza. La coscienza è ammaestrabile come un pappagallo, non così l'inconscio. Esso è e rimane una parte della natura che non può venir né corretta né corrotta; i suoi segreti possono soltanto essere intravisti, non manipolati." [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.52]

"I simboli prodotti dall'inconscio significano molto di più di quanto si possa saperne di primo acchito. Essi trovano il loro significato nel tendere, ogni volta che sono compresi, a compensare e a integrare nel senso della totalità un atteggiamento della coscienza non adeguato, che cioè non adempie al suo scopo".  [JUNG: Studi sull'Alchimia - pg.323/24]

Analogamente, i miti possono essere visti come i grandi sogni o le visioni dell'umanità; e la loro funzione, come nel caso dei sogni individuali, è quella di compensare dialetticamente gli squilibri della coscienza storica attraverso l'apporto di quei contenuti culturali (sentimenti, idee, valori etici, ecc.) che in certi momenti storici "di passaggio" sono carenti o assenti presso le culture nelle quali essi compaiono.

Ma il mito appartiene alla categoria dell'arte: esso è principalmente letteratura (saghe, racconti, poemi, favole, ecc.), ma può anche esprimersi come arte plastica o pittorica. Ed è l'arte sacra rinascimentale quella che maggiormente evidenzia questo carattere compensatorio degli squilibri della visione religiosa dominante.
Ebbene, uno degli errori più fuorvianti dell'esegetica cristiana consiste nell'aver sottratto la figura di Cristo dalla dimensione spirituale-simbolica che le è propria ed averla "secolarizzata" nelle vesti di un personaggio storico reale vissuto duemila anni fa. Cosicché, da una parte il culto di Gesù si trasforma in una vera e propria "idolatria" e, dall'altra, il significato evangelico di "buona novella", di "annuncio di un futuro Messia salvatore-redentore" cade nell'ombra, privando l'intero Disegno di Salvezza del suo "baricentro" futuro naturale, cioè, della sua autentica ragione d'essere.
In una certa misura la "seconda venuta del Messia" o del "Secondo Adamo" (Giovanni 14:1-3, Ebrei 9:28, Apocalisse 22:12, Matteo 24:37-39 e 23-26, Tito 2:11-14, Luca 21:34-36, ecc.) compensa questo squilibrio temporale, ma non abbastanza da lasciar intendere chiaramente che i racconti biblici sono *solo annunci* di una Redenzione e di una Salvezza non ancora realizzate (del resto, se l'umanità fosse stata redenta dal "primo Avvento", quale sarebbe lo scopo di un "secondo Avvento"?).
Ebbene, l'arte sacra rinascimentale cerca di compensare questo "malinteso spazio-temporale" nelle forme più varie e originali. La più ricorrente è quella che cambia tempo e luogo alla storia di Cristo, trasportandola dall'Israele di duemila anni fa all'Europa contemporanea degli autori, cioè, all'epoca rinascimentale:


http://3.bp.blogspot.com/-7l5wmS0M5qE/UhCWhdMjG1I/AAAAAAAAAIo/AdvANjukJOA/s1600/01+Cristo+chiavi,+Perugino.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-T-x1QzO9lTM/UhCWO8NTsXI/AAAAAAAAAIA/UE3EQ3VWiiw/s1600/02+Annunciazione,+van+der+Weyden.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-4JPQLsKf9Os/UhCWUZ1hpUI/AAAAAAAAAIQ/LH76d4yoXNQ/s1600/03+Annunciazione,+van+Eyck.JPG

http://3.bp.blogspot.com/-peGEp7uwrnc/UhCWTvyOr9I/AAAAAAAAAII/-DuhF85MVGM/s1600/04+Annunciazione,+Botticelli.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-WrdZtseFk38/UhCWanRYxXI/AAAAAAAAAIY/U2UfJVH3Wbw/s1600/05+Crocifisso,+Giovanni+Bellini.jpg

http://4.bp.blogspot.com/-cuEfMxJ1CGo/UhCXDHsDnAI/AAAAAAAAAJw/dnkWWVwOFKE/s1600/06+Madonna+con+Bambino,+Cima+da+Conegliano.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-T0yDm1sZje0/UhCWgGapi-I/AAAAAAAAAIg/BlvL8WFUskY/s1600/07+Nativit%C3%A0,+David,+1515.jpg

Nel seguente dipinto del Ghirlandaio, sull'estremità della colonna centrale è addirittura scolpita in caratteri romani una data: 1485

http://3.bp.blogspot.com/-bfYfaEKcJjw/UhCWliLGpuI/AAAAAAAAAIw/IQ0HTMr40Tc/s1600/08+Nativita,+Ghirlandaio.jpg


Nelle due seguenti raffigurazioni della Natività sono presenti due particolari che non dovrebbero comparire se i dipinti volessero davvero rappresentare una Natività avvenuta 1500 anni prima: due immagini del Crocifisso. La prima (Van der Weyden) è appesa sulla colonna centrale dietro alla Vergine,


http://4.bp.blogspot.com/--BHynI2sR4Q/UhCW77L8X4I/AAAAAAAAAJI/ywq6A2hNENM/s1600/09+Nativit%C3%A0,+Van+der+Weyden.jpg


...come per sottolineare che si tratta di una seconda nascita,  di un secondo avvento del quale il "Cristo antico" era solo l'annuncio.


Nella seconda figura (L. Lotto) il Crocifisso è in alto a sinistra del dipinto:


http://4.bp.blogspot.com/-izAQhteksxI/UhCWqJpMwWI/AAAAAAAAAI4/oxE6aGHgN7I/s1600/10+Nativit%C3%A0,+Lorenzo+Lotto,+1523.jpg

Un'altro tentativo di "de-secolarizzare" la figura di Cristo è quello di negare direttamente la sua storicità e di affermare la sua natura di immagine simbolica.
Se, infatti, osserviamo questo dipinto di Giotto (il Giudizio finale):

http://2.bp.blogspot.com/-Q13GAtrymd8/UhdErnKgoMI/AAAAAAAAAKA/pOPH-oHIr9Y/s1600/Giudizio+Finale,+Giotto.jpg

non è difficile leggervi un messaggio tendente a far apparire l'intera scena evangelica non come un evento storico, ma come una sorta di "scenografia teatrale", una rappresentazione simbolica, un'immagine pura, un racconto mitico ispirato dal cielo. La chiave di questo messaggio è rappresentata dai due angeli (ánghelos = messaggero) in alto a desta e a sinistra della figura nell'atto di srotolare (o di arrotolare) i bordi di quella che appare, così, come una vera e propria immagine di fondo di un palcoscenico allestita da registi celesti.

Lo stesso tipo di messaggio è stato espresso anche in altre forme. Per esempio: nelle seguenti rappresentazioni i personaggi sacri sono rappresentati non come persone reale, ma come immagini dei personaggi stessi:

http://3.bp.blogspot.com/-C_JKu8ibTog/UhfH3WpJdbI/AAAAAAAAAKU/1tR4zdLRwG0/s1600/13+Veronica+sorretta+da+due+angeli+2.png

http://4.bp.blogspot.com/-WWQeIbFUMhY/UhfH3KjH2dI/AAAAAAAAAKQ/E20PBAShKvw/s1600/12+van+der+Weyden,+Cristo-veronica+1,+dal+Trittico+Crocefissione,+sec.+XV,+particolare.jpg

http://2.bp.blogspot.com/-iFKUsFcg1fo/UhfH6veVfCI/AAAAAAAAAKo/3gQmq0pnR-Q/s1600/14+Madonna+della+Vallicella.jpg


Mi fermo qui, ma esistono molte altre opere rinascimentali che cercano di correggere/smentire il dogma cristiano - ancora oggi dominante - di un Gesù storico che ha *realmente* compiuto dei miracoli (moltiplicazione dei pani e dei pesci, trasformazione dell'acqua in vino, resurrezione di Lazzaro, ecc.) e che poi è *realmente* morto, risorto e salito fisicamente al cielo.

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